Una raccolta di 170 poesie che, svelando i movimenti interiori dell'essere umano, si dilatano poi al Mistero del creato: "voce" amplificatrice di domande e generatrice di ricerca. I versi, con sapienza, penetrano il quotidiano per dischiuderne gli orizzonti. Un libro che è un breviario, un quaderno aperto di meditazione, un invito a riconoscere la Bellezza e ogni dono contrassegnato dalla gratuità. In dialogo con i testi poetici, le opere dell'artista Claudia Cundari. La prefazione è a cura di Rossella Frollà, poetessa, autrice e critica letteraria. La postfazione è di Alessandra Morelli, drammaturga, autrice e critico d'arte.
Nel suo accorato discorso alla città di Milano, l'arcivescovo Mario Delpini invita a reagire alla mediocrità imperante e alla rassegnazione, insistendo sulla necessità di prendersi cura di quel bene comune che è la fiducia. Per una comunità, per una città, per un Paese la fiducia è la condizione irrinunciabile per una coesistenza pacifica delle persone, delle culture, delle religioni. È la virtù di coloro che interpretano la vita come una vocazione. È l'unico mezzo che abbiamo per affrontare con coraggio le sfide di oggi e per andare con slancio verso il futuro.
Il libro racconta in 101 risposte articolate la vita di Chiara Lubich e la sua storia con il Movimento dei Focolari, che è fra le avventure individuali e collettive più straordinarie del Novecento.
A rispondere è il noto economista Luigino Bruni, che ha personalmente conosciuto la fondatrice del Movimento, lavorando con lei negli ultimi anni della sua vita. Il testo è quindi una sorta di dialogo a distanza con la stessa Chiara, frutto di un rapporto personale che può apparire un limite, ma allo stesso tempo un pregio per la leggerezza e la vivacità.
Con approfondimenti di carattere generale sulla storia del Movimento dei Focolari, anche alcune sfide cruciali per la Chiesa oggi.
Un autore contemporaneo e san Bonaventura ci introducono al contenuto di quest'opera che si presenta nuova e originale, ma ampiamente radicata nel terreno biblico dell'Incarnazione e nella grande tradizione spirituale patristica e medievale. L'autore ci porta a scoprire - anche attraverso la proposta di "esercizi" - i sensi interiori, cioè i sensi dell'anima, che costituiscono altrettanti strumenti attraverso i quali opera la Grazia, da quella battesimale alla pratica eucaristica, passando attraverso l'ascolto della Parola, le celebrazioni liturgiche e la venerazione delle sante icone.
Il libro presenta meditazioni di Marco Panero destinate a tutti coloro che desiderano progredire nella vita spirituale, nutrendosi alla scuola sicura della Parola e della migliore tradizione della Chiesa. L'intento che ha suggerito la pubblicazione è stato quello di condividere una parola di incoraggiamento, cordiale ma fondata perché maturata esattamente a partire dal nucleo spirituale dell'identità cristiana, di cui si intende restituire la bellezza, soprattutto a beneficio di coloro che quell'identità già l'hanno assunta e desiderano conformarsi sempre più ad essa. Per riscoprire il fascino della vita spirituale e riscaldare il cuore è sufficiente cogliere l'essenziale, afferrare il centro che ne anima le espressioni esteriori e, proprio su questo, appuntare lo sguardo del cuore, con rinnovato stupore.
Come possiamo ancora parlare d'amore? Facendo sentire la voce dell'amante. Questo testo è un omaggio al monologo interiore dell'amore, a questa folle preghiera che diciamo a noi stessi, che ripetiamo a noi stessi nel buio. Da Fedra, Berenice, ma anche il Cantico dei Cantici, san Paolo, Teresa d'Avila... Un monologo frammentato, attraverso ricordi personali, fra notti e giorni del cuore. "Amare è aspettare le parole, perché quando ami nel mondo ci sono solo le sue parole. Se ti parlerà da vicino avrai la fortuna di vedere sulle sue labbra Dio quando ancora non aveva creato il mondo, quando ancora era un bambino". (dalla Prefazione di Franco Arminio).
Cosa non è l'umiltà? Cos'è l'umiltà? L'autore aiuta il lettore a rispondere a queste domande esplorando, in modo filosofico, la virtù dell'umiltà, a partire dalla sua etimologia. L'umiltà è una virtù che gioca un ruolo decisivo nelle tradizioni monastiche medievali, ma che non si fa vedere, non è predominante nella cultura e nella società di oggi. È un valore che possiede una versione religiosa, ma anche una versione laica, in quanto non ha bisogno di essere riconosciuta dalla fede. È sufficiente prendere coscienza dei propri limiti, della propria fragilità, e quindi aprirsi al concetto di dono.
Ammettiamolo, ognuno di noi deve affrontare delle paure: la paura della malattia, la paura del futuro, la paura del giudizio degli altri, le paure che creiamo nella nostra testa, a volte del tutto irrazionali.
Condividendo storie e battaglie vere, l'autrice ha realizzato uno strumento edificante ed estremamente utile per superare le nostre più grandi paure, portandoci per mano verso il posto dove la paura svanisce e regna la vita abbondante.
Scritto con la sensibilità che può avere solo chi ha affrontato battaglie e paure, questo libro aiuta i lettori ad affrontare la paura a testa alta e ad attingere alle infinite risorse che troviamo in Cristo per giungere alla pace interiore.
Dalla penna del card. Angelo Comastri, una omelia sul Beato Carlo Acutis, esempio per giovani e adulti di santità quotidiana e contemporanea.
La scelta è un processo vitale per vivere una vita autenticamente cristiana
Col suo genio di divulgatore, François Varillon ha saputo come nessun altro parlare al grande pubblico delle questioni teologiche e spirituali più sottili o difficili. Ha saputo come nessun altro rendere accessibili le nozioni facili o complesse della fede cristiana. Queste sette conferenze inedite che egli tenne a Béziers, fra il 1974 e il 1975, alla fine della sua vita, affrontano temi come il peccato originale, i miracoli, i sacramenti, la salvezza, l'eucaristia, il significato della morte, il tradizionalismo: temi di grande e sorprendente attualità, trattati con semplicità e chiarezza. Il dono pedagogico di padre Varillon e il suo raro talento di oratore riemergono in queste pagine con tutta la loro forza.
«È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?». È la celebre domanda che risuona nel romanzo "L'idiota" di Dostoevskij. Ma di quale bellezza si parla? Come è noto, lo scrittore russo si è alimentato alla Filocalia, dove i Padri monastici hanno insegnato che Dio è bellezza, e che questa ha assunto un volto e un nome in Gesù di Nazaret. Il mondo non si salva allora per un ideale e neppure per un'etica che per quanto alta quando entra nella storia affoga. No, solo in Cristo morto e risorto l'uomo torna a vivere. Di questo ne sono stati umili testimoni i monaci, i quali ci hanno lasciato la loro diuturna ricerca della Bellezza nei loro scritti, nelle regole di vita e persino nelle opere che hanno edificato. Il seguente volume ha voluto attingere a questa tradizione per l'uomo d'oggi che su mille strade sente ancora salire prepotente dal cuore l'interrogativo capitale: «Bellezza, dove sei?».