Nel libro l'autore fa analisi, riporta statistiche e mette in evidenza il volto dei poveri che, pur se deturpato e vilipeso, splende di dignità agli occhi di Dio. Serio riflette sulla globalizzazione e sulla politica che sono, a suo avviso, la causa della crisi finanziaria dei mercati e delle borse; con gli occhi dei dominati, vede il volto dell'uomo, il luogo dell'etica.
Il desiderio di possedere, antico come l'uomo. E il senso del limite, come misura dell'essere umano. Dalla Bibbia al Vangelo: è più facile che un cammello passi dalla cruna dell'ago... Da Platone che condanna la "pleonexia" (la brama di avere sempre di più) alle "nozze" di Francesco d'Assisi con la povertà, per fare spazio a Dio. E agli altri. Sobrietà e condivisione come antidoti al "vizio" della ricchezza. Un monaco e un filosofo laico discutono di una pulsione "naturale" all'accumulazione dei beni, che l'etica e la spiritualità religiosa interpretano e "governano".
È un saggio sul tema della giustizia riparativa, attenta cioè non solo a punire, ma anche a tutelare la dimensione umana insita in ogni offesa morale e materiale alla persona. Il volume parte dalla considerazione che spesso la pena inflitta al reo non tiene conto della riabilitazione della dignità della vittima. Occorre quindi promuovere un'idea di giustizia riparativa che la includa attraverso percorsi di riconciliazione. Ciò comporta una rivoluzione culturale - una giustizia capovolta - che contrapponga alla visione retributiva (incentrata sul rapporto tra reato e pena) quella riparativa. La riparazione comprende un percorso articolato in alcuni passaggi fondamentali: il riconoscimento da parte del reo della propria responsabilità; la comprensione da parte del reo dell'esperienza di vittimizzazione subita dalla vittima e del danno recato all'intera comunità; l'elaborazione, da parte della vittima, della propria esperienza di vittimizzazione. Il volume consta di due parti: la prima descrive la salute delle carceri, il fondamento giuridico e biblico della giustizia riparativa e include alcune storie di riconciliazione; la seconda riporta alcuni dialoghi dell'autore con Francesco Cananzi, appartenente al Consiglio Superiore della Magistratura; Daniela Marcone, vicepresidente di Libera; Guido Chiaretti, presidente dell'associazione di volontariato carcerario Sesta Opera San Fedele; don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane.
La Penitenzieria Apostolica con il presente sussidio pastorale intende offrire a tutti i fedeli uno strumento per prepararsi adeguatamente e con sincera devozione a ricevere il sacramento del perdono di Dio. All'interno del libro si trova il testo in lingua italiana, inglese, francese, spagnola, tedesca e polacca.
La Fondazione Beato Federico Ozanam - San Vincenzo De Paoli Ente Morale Onlus è nata nel 1999 per iniziativa della Società di San Vincenzo De Paoli e dei Gruppi di Volontariato Vincenziano allo scopo di promuovere la cultura della solidarietà sociale. Così come fece nel corso della sua breve vita il Beato Federico Ozanam, un intellettuale francese del XIX secolo, fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli, che si consacrò ai poveri e al volontariato e il cui messaggio, sempre attuale, ha raggiunto ogni angolo del mondo. Nel corso degli anni sono stati prodotti ricerche, studi, documenti e pubblicazioni sulla solidarietà sociale e sulla tutela dei diritti civili. Sono strati promossi convegni e seminari di formazione culturale e tecnica per animatori di volontariato. Recentemente la Fondazione si è fatta promotrice di incontri e dibattiti sui problemi sociali delle carceri, del disagio minorile e della violenza sulle donne. Gli studi e i saggi prodotti sono stati supervisionati da un autorevole Comitato scientifico composto da docenti universitari e da esperti con diverse competenze.
Lo spirito dell'etica persegue la ricerca di ciò che genera, alimenta e sostiene l'esperienza morale. Percorrendo questa strada il testo non solo raggiunge l'uomo integrale nelle sue radici spirituali, ma scopre che la stessa esperienza morale è di natura spirituale. Per dirla con papa Francesco, quando si ha a che fare con l'etica "non si tratta tanto di parlare di idee, quanto soprattutto delle motivazioni che derivano dalla spiritualità al fine di alimentare una passione per la cura del mondo. Infatti, non sarà possibile impegnarsi in cose grandi soltanto con delle dottrine, senza una mistica che ci animi, senza 'qualche movente interiore che dà impulso, motiva, incoraggia e dà senso all'azione personale e comunitaria'" (papa Francesco, "Laudato si'", n. 216).
Come vivere una vita più ricca di senso, in una società definita dai consumi? Il ruolo della teologia morale sta proprio nel discernere e nel portare alla luce le tracce della Provvidenza di Dio nei beni e nell'attività umana dell'economia. Qui si svolge infatti la dialettica tra giusto riconoscimento della persona, necessità delle istituzioni economiche e adeguatezza delle norme etiche.
L'oggetto della teologia morale è costituito da quelli che, in lingua latina, sono chiamati mores, i costumi o, meglio ancora, i comportamenti umani. In modo ancor più specifico, la teologia morale riflette sulla condotta cristiana a partire dalla rivelazione e dalla ragione. Nel disegno unitario della teologia sistematica, la morale non è primariamente una dottrina da studiare o un'etica da applicare, è ma lo studio del processo nel quale l'uomo, creato a immagine di Dio e redento dalla grazia, tende alla pienezza della sua realizzazione nel contesto dell'economia della salvezza storicamente attuata nella Chiesa. La teologia morale, così definita a partire dal tardo Medioevo, è dunque «teologia della vita cristiana», riferita all'esperienza, alla concretezza dell'agire o della prassi, ai mores, al bene da compiersi. Essa ha trovato una specificazione anche come «teologia spirituale» poiché una vera intelligenza della spiritualità cristiana ingloba in essa la vita morale evangelica, con tutte les ue concrete fondamentali esigenze.Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università, facoltà teologiche, istituti di scienze religiose e seminari.
Un simposio in ottica educativa, con una problematica che si pone di fronte ad una enorme sfida: La formazione morale della persona attraverso il sacramento della Riconciliazione. Da prospettive diverse gli interventi offrono un percorso di riflessione e di azione.
Come si evince dal titolo, la tesi centrale del libro di Bernhard Häring è che la confessione sia fonte di gioia. Una gioia capace di abbattere il muro del peccato che oscura lo splendore del mistero del battesimo. "Quando sentiamo nominare il sacramento della riconciliazione il nostro cuore deve battere più forte": attraverso Cristo, che ci offre la possibilità del ritorno al Padre celeste, Dio manifesta il suo amore e "purifica nuovamente la nostra anima". L'uomo veramente riconciliato si trasforma in messaggero di pace.. "La riconciliazione e la pace vanno viste anzitutto come dono gratuito meritatoci da Cristo nostro salvatore. Ma, in quanto dono, postulano un accoglimento riconoscente. Dove non vi è riconoscenza, il dono si vanifica". Nell'Anno della Misericordia, un testo che mette al centro il Sacramento della misericordia proponendo innumerevoli spunti per la riflessione personale e comunitaria.
Nato nell'ambito di un cammino di approfondimento e confronto sul tema della legalità promosso dall'associazione teologica italiana per lo studio della morale, questo volume si pone come luogo privilegiato per indagare i delicati temi sociali che caratterizzano il nostro tempo. Si tratta di argomenti fondamentali e di attualità scottante, non dolo per gli addetti ai lavori ma per chiunque voglia dare sostanza all'impegno ecclesiale e civile per una rinnovata esperienza moralmente significativa, un'esperienza che abbia come obbiettivo il bene comune. Il tutto viene affrontato in un'ottica di incontro tra diverse discipline e attraverso il confronto con alcuni testimoni diretti della cultura della legalità.
Gli scritti editi e inediti di etica, che mostrano l'attualità della riflessione morale di Guardini dopo l'epoca Moderna, in particolare la sua dimensione "dialogica", dove il Tu non è solo Dio, ma l'altro, la persona, la comunità...