Il presente volume raccoglie gli atti del grande convegno internazionale sugli archivi dei Padri Conciliari, tenutosi a Roma dal 3 al 5 ottobre 2012. Promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in collaborazione con il "Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II" della Pontificia Università Lateranense, il convegno ha voluto rilanciare la ricerca storica sul concilio a cinquant'anni dall'apertura dei lavori del Vaticano II (1962- 2012), ponendo interrogativi ed aprendo, di conseguenza, nuove piste di ricerca: come i padri conciliari hanno vissuto il concilio? Quale la loro esperienza personale dell'evento? Ed in che misura questa esperienza conciliare ha condizionato il loro modo di concepire la Chiesa ed il loro modo di essere vescovo? Il presente volume ricostruisce gli itinerari di diversi attori del concilio, provenienti dai vari continenti, ed offre validi contributi per reperire il materiale archivistico disponibile (appunti, diari, corrispondenze, lettere pastorali, ecc.).
La ricerca presentata nel volume gode del beneficio di un doppio inedito. La messe di documenti non ancora inventariata permette un'osservazione "à ras de terre" della ricezione del Concilio Vaticano II, laddove la lente dell'indagine sociale applicata dal Centro pastorale per le missioni interne (cpmi) scopre la crisi che si annida nella mentalità del parroco di campagna, nella rigidità dei movimenti laicali, nell'arroccamento dei predicatori o nella deriva individualistica di avanguardie progressiste. L'osservazione condotta dal Centro (cpmi) già nella prospettiva del dialogo Chiesa-Mondo e l'azione d'ensemble nello stile comunionale della collegialità conciliare, contenuto e struttura dell'istituto, costituiscono il riferimento costante della narrazione che ne illustra l'interconnessione e, quindi, l'impossibilità, in conseguenza del fallimento della collegialità, di assicurare efficacia ad un'osservazione empatica del dinamismo degli eventi. Il cpmi si perde nella complessità del divenire ma trova nel Mondo lo specchio terso della Chiesa.
Molti immaginavano un concilio di dogmi e di condanne. Ma papa S. Giovanni XVIII volle un concilio "pastorale". Lo volle insieme agli oltre duemila vescovi per presentare al mondo una Chiesa capace di Capire "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono" (GS 1). Questo fu possibile perché i padri conciliari agirono come Servi della Parola e Padri nella Fede. In queste pagine si è tentato di descrivere persone e dinamiche, pur sapendo che il vero motore di un concilio ecumenico è lo Spirito Santo (At 15,28).
Il libro di monsignor Ghidelli, da considerare un'efficace sintesi del Concilio Vaticano II, coglie e comunica la bellezza della spiritualità conciliare. Delinea cioè, non una dottrina o morale, bensì un'estetica dello Spirito, il capolavoro della grazia operativa sia nell'interiorità della coscienza, sia nel cuore della Chiesa, sia per l'umanità più in generale. Emerge di conseguenza la necessità e la coerenza di una dimensione contemplativa e orante che l'autore imprime nella sua opera, non solo come chiave di lettura dei testi conciliari, ma anche con l'aiuto finale di ogni capitolo perché il lettore possa accedere alla spiritualità conciliare come una lectio orante.
Come e in che modo alcuni degli insegnamenti del Concilio Vaticano II sono stati recepiti e poi tradotti nella vita della Chiesa italiana? La selezione dei temi, la santità, il laicato, il catecumenato, i Movimenti e l’arte sacra, è stata fatta nella consapevolezza che il loro preciso studio, anziché chiudere la visuale, lascia invece intravvedere temi che stavano e tuttora stanno al loro orizzonte.
All'interno del volume viene esaminato il testo della Costituzione Dogmatica sulla chiesa Lumen Gentium, una delle quattro costituzioni del Concilio Ecumenico Vaticano II promulgata da Papa Paolo VI il 21 novembre 1964. Attraverso il commento dell'autore è possibile rintracciare come il pensiero di Papa Francesco attualizzi l'insegnamento professato dalla suddetta Costituzione.
Il volume raccoglie gli Atti del convegno internazionale "Il cammino della missione. A cinquant'anni dalla promulgazione del decreto conciliare Ad gentes", organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana con il contributo di missio, Aachen, e della Associazione Internazionale dei Missiologi Cattolici. Protagonisti della vitamissionaria e studiosi di fama internazionale hanno esplorato - ciascuno a partire dalla propria prospettiva scientifica e di esperienza - il significato del Decreto Ad gentes e del cambiamento missionario da esso originato, tracciando un percorso che si articola nei seguenti, principali ambiti storico-missiologici:
Il Concilio come nuova primavera della Chiesa e della missione;
L'istanza del Concilio nella missione;
La ricezione di Ad gentes nei territori di missione;
I cinquant'anni del divenire della missione;
I protagonisti del cammino missionario;
Il panorama missionario attuale: per una nuova missione ad gentes
"Cinquant'anni fa, nella solennità dell'Immacolata Concezione di Maria, Paolo VI dichiarava chiuso il Concilio Ecumenico Vaticano II e con la sua fine iniziava e si sviluppava un'epoca nuova e feconda, i cui segni sono via via cresciuti e tutt'ora sono presenti e operanti nella vita e nella missione della Chiesa. Di questa novità ci si può rendere conto riaccostando con intelligenza e amore i documenti conciliari, rileggendoli sia in se stessi sia con una continua interrogazione e applicazione sul loro significato nel momento storico che stiamo vivendo." (Dalla postfazione di Dionigi Tettamanzi)
<<Come mi piacerebbe una Chiesa povera e per i poveri!>>. Sono le parole pronunciate da papa Francesco in una delle sue prime udienze dopo l'elezione a vescovo di Roma. In qualche modo facevano eco a quelle di Giovanni XXIII che aveva parlato di una <<Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri>>.
La realtà del mondo della globalizzazione si caratterizza ovunque per un aumento della disuguaglianza e l'emersione di una povertà dai tanti volti. La Chiesa dei poveri è davvero una sfida sempre attuale.
Per comprenderne il messaggio è fondamentale ritornare al Concilio Vaticano II, dove il tema fu sollevato e approfondito con particolare attenzione. Lo spiega, in un'illustrazione chiara ed esauriente, Joan Planellas i Barnosell in questo libro che costituisce la prima presentazione articolata e completa dei dibattiti che sul tema dei poveri e della povertà sono stati fatti durante il Concilio.
L'insegnamento di Giovanni XXIII e di Paolo VI si affianca nelle pagine del libro alle riflessioni di teologi e vescovi, che hanno elaborato a partire dai poveri un pensiero sulla Chiesa e sul mondo. E' una chiave decisiva per comprendere papa Francesco, la Chiesa e il mondo del nostro tempo.
Mentre la generazione che ha fatto il Vaticano II tramonta lentamente dall'orizzonte del tempo, questo Atlante storico diretto da Alberto Melloni riprende fonti, momenti, problemi del Concilio e ne documenta lo spessore con gli strumenti degli storici. Nato dalla ricerca archivistica, dalle edizioni di fonti, dalle monografie e dal lavoro dei membri della Fondazione per le scienze religiose di Bologna, l'Atlante conserva la dimensione di evento del Vaticano n e, nel poco concesso allo studioso, mostra come ancora una volta la ricerca storica abbia contato per impedire che un Concilio diventasse il repertorio per citazioni vuote e improbabili equilibrismi teologici. Attraverso immagini d'epoca, e mappe, disegni, tabelle, grafici illustrativi creati appositamente per la pubblicazione, il volume ripercorre gli snodi storici dell'iter conciliare; focus tecnici sulle trasformazioni dell'aula, sui sistemi di votazione e sui suoi partecipanti (gli organi direttivi, le commissioni, i vescovi, gli ordini religiosi, i periti, gli osservatori, i media) documentano lo svolgersi quotidiano di un evento di portata straordinaria.
Questo quinto volume esamina il periodo che conclude il concilio Vaticano II. La nervosa preparazione dell'ultima sessione, nell'estate del 1965, vede le commissioni dei padri e dei teologi al lavoro su molti punti, lasciati in sospeso a seguito delle crisi dell'anno prima. Che cosa verrà deciso su questa immensa agenda residua nei lavori che si aprono il 14 settembre? Si consumano in commissione e in aula scontri e tensioni che Paolo VI tenta di mediare. L'annuncio della costituzione di un Sinodo dei vescovi, il viaggio papale all'Onu, la solenne levata delle scomuniche che separavano da quasi mille anni Roma e Costantinopoli intercalano la fittissima sequenza di votazioni che impegna l'aula. È questo un passaggio conclusivo in cui maturano gli atteggiamenti di speranza, di delusione, di entusiasmo, di paura che segneranno il post-concilio.
Era la prima volta che un concilio della Chiesa cattolica parlava delle religioni non cristiane, riconoscendone il cammino verso la salvezza e i valori morali e spirituali. Come si riuscì, durante il Concilio Vaticano II, ad arrivare all'approvazione di un documento tanto innovativo che conteneva un paragrafo sull'islam e uno sull'ebraismo e che lasciava intravedere un orizzonte nuovo per il dialogo, proprio a partire da una valutazione positiva delle altre religioni? L'autore ricostruisce nei dettagli le complesse fasi di scrittura, modifica e approvazione della dichiarazione Nostra aetate promulgata da Paolo VI il 28 ottobre 1965, che ha aperto una nuova fase nella storia della Chiesa cattolica. Conoscere come Nostra aetate venne redatta, discussa, trasformata in concilio, costituisce un passaggio fondamentale e irrinunciabile per comprendere meglio come la Chiesa seppe aprirsi al dialogo senza rinunciare alla sua missione. Con una prefazione del cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi e membro del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani.