Una riflessione sul passato e sul presente dell'Europa e dell'Unione Europea per orientare, anche alla luce del Magistero Pontificio, il suo futuro.
Al termine della seconda guerra mondiale, quando non gli erano ancora noti gli orrori dei campi di sterminio nazisti, Eugenio Zolli pubblicò questo volume volto a delineare la storia dell’antisemitismo dalle origini del popolo di Israele fino agli eventi allora più recenti.
Un’appassionata disamina che mette a nudo le radici profonde dell’odio e delle persecuzioni antiebraiche nel corso dell’antichità e lungo duemila anni di cultura europea.
Un’insofferenza che non trova le sue fondamenta solo nel fenomeno nazista – come dimostra, tra gli altri numerosi esempi, la rievocazione dell’affare Dreyfus –, ma che percorre la società e il pensiero europei nel corso dei secoli, manifestandosi con odiosa brutalità nella prima parte del «secolo breve».
Determinante è la precisa collocazione temporale di quest’opera: Antisemitismo vide la luce pochi mesi dopo il battesimo di Zolli, e probabilmente la sua stesura s’intreccia almeno in parte con il percorso che lo ha portato ad aderire al cristianesimo.
Eugenio Zolli, Rabbino Capo di Roma nel 1945, biblista insigne, uomo coltissimo e al contempo mite e buono, racconta nel libro Prima dell’Alba (San Paolo, 2004) il suo tortuoso e liberante cammino verso il Battesimo e verso la piena maturità, convinto che il Nuovo Testamento sia il seguito necessario dell’Antico e che il Gesù dei Vangeli sia il messia an-nunciato e tanto atteso dai Profeti.
La prima biografia di uno dei padri della storia delle religioni in Italia tra fine '800 e inizi '900. Con un importante epistolario per la prima volta pubblicato che getta luce sulla nascita delle scienze delle religioni in Italia, tra ebraismo e cristianesimo.
La Kabbalah - che in ebraico vuoi dire "ricezione" - è il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche dell'ebraismo. Essa mira a creare un contatto più diretto e più intimo col divino, reso possibile attraverso un disvelamento che segue molteplici vie: dall'analisi delle Sacre Scritture, la Torah, per scoprire il significato recondito e profondo delle narrazioni in essa contenute, fino alle pratiche di elevazione estatica volte ad avvicinare la presenza divina. La Kabbalah, che ha avuto in molo determinante nello sviluppo delle concezioni del messianismo e della redenzione nella storia del pensiero religioso ebraico, ha lasciato un imponente corpus letterario che, da poco più di mezzo secolo, è stato riscoperto ed è oggetto di edizioni critiche rigorose. Scopo di questo volume è esporre in modo semplice e accessiblle i capisaldi del pensiero kabbalistico nella sua evoluzione storica, mettendone in luce le molteplici interazioni con il pensiero religioso, filosofico e scientifico europeo.
Siamo di fronte ad un "nuovo" antisemitismo? Alle antiche rappresentazioni dell'ebreo e ai radicati pregiudizi si sovrappone oggi la paura di forze oscure veicolate dalla globalizzazione. L'antisemitismo attuale, in sincronia con la recrudescenza del conflitto fra israeliani e palestinesi, rischia inoltre di amalgamarsi con l'antisionismo e di assorbire nuovi elementi nel quadro delle società rese multiculturali a seguito dell'immigrazione. Alla luce di questi processi, il volume propone alcune linee guida per insegnanti e educatori, allo scopo di combattere il pregiudizio antisemita e di formulare un'educazione alla cittadinanza attiva e consapevole.
In un lungo colloquio con Alain Elkann, Elio Toaff, la massima carica rabbinica italiana, cerca di sciogliere gli equivoci e le incomprensioni che ancora circondano l'identità ebraica, per insegnare che solo la conoscenza e il dialogo reciproco fra le culture possono sconfiggere il razzismo e ogni altra forma di discriminazione e violenza. Il volume è proposto in una nuova edizione.
Il volume presenta un vero e proprio "forum" in cui cattolici ed ebrei - da Echevarria a Toaff, da Spreafico a Meghnagi - rispondono a precise domande sulle questioni più scottanti nel rapporto tra ebrei e cristiani. Dal ruolo di Pio XII alla figura di Giovanni Paolo II, al conflitto israelo-palestinese, ai rigurgiti di antisemitismo...
Rashi (1040-1105), acronimo di Rabbi Sholomon ben Ytschaq, è il commentatore ebreo per eccellenza e il più influente della Bibbia e del Talmud. Quasi nove secoli dopo la sua morte, ancora oggi, i suoi commenti e i suoi scritti sono punto di riferimento del giudaismo. L'autore delinea la figura di questo grande maestro, collocandolo nella sua epoca storica e nel contesto in cui visse. La stessa tradizione cristiana, attraverso i maestri di San Vittore Ugo, Andrea e Riccardo -, Nicola da Lira e Lutero, attingerà alla sua opera.
Il volume raccoglie gli interventi dell’autrice ai Colloqui ebraico-cristiani di Montegiove. Il lettore che immaginasse tuttavia di trovarvi dei contribuiti costruiti secondo lo schema «gli ebrei sostengono... i cristiani invece...» resterebbe deluso. Ciascuna conferenza presenta, infatti, una riflessione intensa e singolarmente personale di un’anima profondamente ebrea, ma aperta al cristianesimo. Tale apertura al cristianesimo, conosciuto dall’autrice grazie sia a letture proprie sia alla partecipazione ai Colloqui e momenti di dialogo, nonché attraverso la sua personale attenzione alle molte espressioni della tradizione cristiana in Italia, non funge da “concessione all’avversario”, ma provvede a un possibile innesto del suo pensiero in quello cattolico.
I temi affrontati riguardano il concetto di Dio, il senso della vita, l’affermarsi della sofferenza, l’esistenza di Israele e la sua collocazione nella storia. Il titolo – Verso l’Uno – costituisce il filo conduttore, ritorna nei vari commenti ed è inteso come tensione di Dio e della storia verso l’unità e la dignità.
Per motivi diversi, le argomentazioni proposte, talora ardite, possono suscitare dibattito e anche sollevare perplessità, da parte sia ebraica che cristiana. Affrontano comunque tematiche di fondamentale importanza e insieme testimoniano la ricchezza spirituale e la profondità di fede dell’autrice.
Sommario
Presentazione (p. P. Grech osa). Introduzione. 1. Il sogno del giardino di Eden. 2. La lotta di Giacobbe con l’angelo. 3. La notte del Getsèmani. 4. La simbolica del fuoco. 5. Francesco d’Assisi: uomo di fede. 6. Lo Spirito fra eternità e tempo. 7. L’ebraismo nel mondo di oggi.
Note sull'autrice
Mirjam Viterbi Ben Horin è nata da famiglia ebraica padovana. Si è laureata in medicina e specializzata in neurologia e psichiatria all’Università di Roma. Psicoanalista junghiana, si è interessata in modo particolare allo studio dell’inconscio collettivo ebraico. Vive a Gerusalemme e a Roma. Impegnata nel dialogo ebraico-cristiano, è stata apprezzata interlocutrice dei Colloqui di Montegiove, animati da don Benedetto Calati, e delle sessioni del Segretariato attività ecumeniche (SAE). La sua precedente raccolta di riflessioni sul tema si intitola Il sogno di Giacobbe, Borla, Roma 1988.
«Il Santuario sconosciuto» descrive l’affascinante itinerario di un giovane cattolico all’interno dell’ebraismo. A diciassette anni Aimé decide di entrare nella Sinagoga di Lione durante la preghiera di Neylah con la quale si conclude lo Yom Kippur; lo spettacolo è così forte e affascinante che tutta le vita di Aimé ne sarebbe stata trasformata. La “conversione” di Aimé Pallière (1868-1949) non è consistita nell’abbandono di una religione per abbracciarne un’altra, ma in un radicale cambiamento del suo essere cristiano nei confronti d’Israele: la scoperta del Santuario sconosciuto.Da discepolo di Rav Elia Benamozegh (1823-1900), egli non ha dato inizio al moderno Noachismo, ma ha con grande coraggio ricercato un nuovo rapporto con il popolo la cui Alleanza non è mai stata revocata.