Il libro ricostruisce la storia del movimento moderno dell'architettura, il movimento che ha cambiato il significato dell'architettura e interrotto la classificazione dei settori tradizionali: arte, scienza, tecnica.
Palazzo Sacchetti a via Giulia, su cui ad oggi, nonostante la rilevanza architettonica e degli apparati decorativi, non era stato ancora dedicato uno studio monografico, ebbe fin dai tempi della sua edificazione illustri abitanti e "grandi firme" che ne progettarono la costruzione e la decorazione quali Antonio da Sangallo e Francesco Salviati. Allo scadere del Cinquecento, fu un grande banchiere fiorentino, Giovan Battista Salviati, ad individuarlo come dimora adatta alla sua famiglia per il grande salto sociale che si era prefisso di compiere nel momento di massimo splendore della Roma papale. Lui, Marcello e Giulio, destinato alla carriera ecclesiastica, si adoperarono con grande successo per garantire alla famiglia, tramite sapienti alleanze ed amicizie, l'ambitissimo ruolo politico ed economico meta di molte famiglie non romane, anche attraverso un'intensa attività di mecenatismo ed acquisizioni di proprietà nelle sedi appropriate: di qui l'acquisto di tre grandi latifondi (Frascati, Valle dell'Inferno e Castelfusano), la costruzione della cappella gentilizia in San Giovanni dei Fiorentini, la costituzione di una splendida quadreria per il palazzo di città, l'affidamento alla stella nascente Pietro da Cortona dei progetti architettonici e decorativi delle nuove acquisizioni. La fortuna dei Sacchetti si andò accrescendo anno dopo anno al punto tale da sfiorare il pontificato con il cardinal Giulio alla morte di UrbanoVIII Barberini...
Nei testi che fondano la “compagnia di Gesù” di arte non si parla, ma da subito, con la nascita e l’inesauribile pullulare dei collegi, prorompe l’arte come musica e teatro. La costruzione accelerata di chiese, seminari, case prefettizie e collegi fa dei Gesuiti i realizzatori di una creatività artistica che ha pervaso il mondo intero, dall’Europa all’America Latina e all’Asia. Un gruppo di studiosi americani e europei ci accompagnano in un’avventura che dal rigore della Chiesa del Gesù a Roma, dalla parsimonia iniziale ci porterà all’inculturazione delle opere in Paraguay, e in Giappone, alle rappresentazioni teatrali in tutta Europa ai soffitti delle chiese straripanti di figure e teologia.
Daniele Baroni e Maurizio Vitta tracciano la storia della comunicazione grafica dai tempi dell'affiche dei post-impressionisti fino alla più recente rivoluzione digitale. Una storia che attraversa le conquiste del progresso tecnico, la diffusione dell'immagine fotografica, la pubblicazione dei più importanti periodici nell'arco del XX secolo, la grafica istituzionale, quella aziendale o di pubblica utilità.
Conosciuto internazionalmente come pittore, scultore e architetto, Michelangelo fu però anche poeta. Non pubblicò mai le sue rime, ma ne selezionò e ordinò 89 per un'ipotetica raccolta. Electa ha chiesto a uno dei massimi studiosi internazionali di Michelangelo di riunire in un volume il "canzoniere" che l'artista avrebbe voluto pubblicare. Madrigali e sonetti sono quindi accostati a immagini delle opere scultoree che offrono un'insolita visione di Michelangelo poeta e scultore.
ARTE PRECOLOMBIANA IN MESOAMERICA
Beatriz de la Fuente, già direttore dell’Istituto di ricerche estetiche dell’università del Messico, imposta – per la prima volta – una lettura ‘estetica’ dell’arte precolombiana. Non più solo documento antropo-archeologico, ma connessione, evoluzione e peculiarità di stili. Opere fondamentali per guardare a Aztechi, Maya, Toltechi, Olmechi, ecc. come creatori di opere artistiche. Segue una sintesi ordinata delle culture precolombiane e dei loro stili.
L’ARTE COPTA
L’arte cristiana dell’Egitto trova le sue origini nel variegato mondo paleocristiano e tardo romano mediterraneo. Velocemente acquista quella peculiarità che oggi ci fa parlare di Arte Copta come di un mondo “a parte” e capace di straordinaria continuità durante il periodo bizantino, il periodo arabo – dagli Abbasidi ai Mamelucchi, sino all’epoca ottomana e alle soglie dei nostri giorni. Un’arte essenzialmente monastica, capace di una persistenza stilistica straordinaria, che meritava questo primo studio sintetico e interpretativo sul suo inusitato arco di permanenza.
Il volume si propone quale punto d'inizio per lo studio del cinema, fornendo al lettore le nozioni e le conoscenze di base e tentando al contempo di instillare curiosità e interesse per futuri approfondimenti. A partire dall'inquadratura, il testo prende in esame tutte le componenti del linguaggio cinematografico, guardando da un lato alle definizioni teoriche e dall'altro alle forme storiche in cui sono state tradotte. Il percorso si snoda attraverso l'analisi dei fattori elementari dai movimenti della macchina da presa al montaggio, dalla dimensione figurativa a quella audiovisiva per affrontare infine i problemi più complessi relativi alla narrazione e alle sue regole.
"...nella ricerca continua che ispira il mio lavoro, la rinuncia ad uno dei cardini delle mie immagini, lo sguardo, è una sfida che mi ha dato lo spunto per una nuova avventura." Queste le parole di Bob Krieger a commento di questo libro, in cui il fotografo esplora le personalità ritratte senza avvalersi dell'espressività degli occhi. Da Carlo Azeglio Ciampi a Silvio Berlusconi, da Romano Prodi a Ersilio Tonini, da Gabriele Albertini a Umberto Veronesi, da Carlo De Benedetti a Paola Barale, da Filippo Inzaghi a Enzo Biagi, da Carla Fracci a Giovanni Rana, da Federica Panicucci fino ad Alba Parietti e Fernanda Pivano, personaggi del mondo della politica, dello sport, della cultura, dello spettacolo hanno accettato l'invito del fotografo.