Questo libro rappresenta un'affascinante guida attraverso il pensiero di oltre un millennio: traccia la storia della filosofia nell'arco di tempo che va dagli inizi del pensiero cristiano e islamico fino al Rinascimento. Il Medioevo assiste a una grande fioritura della filosofia, in un'impresa intellettuale che - incominciata con Agostino - raggiunse il suo apice nel XII e XIV secolo, l'epoca dei sistemi di grandi pensatori scolastici come Tommaso d'Aquino e Giovanni Duns Scoto. Il secondo volume della Nuova storia della filosofia occidentale è il frutto della lunga e approfondita attività di studioso del suo autore. Nella prima parte del libro (capp. I-II) Kenny colloca le figure dei filosofi nel loro contesto storico, spiegando la genesi del pensiero e l'onda d'urto esercitata da quelle idee. Nella seconda (capp. III-IX), la storia del pensiero medievale è ricostruita attraverso una presentazione dei principali temi che lo hanno caratterizza-to, e che sono alle radici della nostra civiltà.
Descrizione dell'opera
«In queste pagine tre percorsi di meditazione sulla possibilità di giungere a un'esistenza diversa e più vera. [...] Vorrei proporre una riflessione articolata dal fondo di una condizione di crisi e in vista di una guarigione, di un cambiamento che abbia la natura della conversione» (dalla Premessa).
Per arginare la paura e la disperazione che dimorano nella vita di molte persone, a motivo della crisi di dimensioni globali e della diffusa mentalità contraria al bene comune, diventa necessario individuare cambiamenti che consentano di uscire insieme dalla crisi riconfigurando lo spazio sociale. In tale contesto, uno «specchio maieutico» viene offerto dalla misericordia, che non è solo virtù di benevolenza, ma strumento di liberazione in grado di fare emergere le istanze della giustizia e la realtà della comunione, convertendo l'infelicità organizzata in una felicità condivisa.
Sommario
Premessa. I. ESISTENZA PERSONALE E STORIA DI TUTTI. 1. La crisi della storicità. 2. La trasformazione dello spazio sociale. 3. Identità, differenza, comunione. II. LA LIBERTÀ DI CAMBIARE VITA. 1. Il sistema di disperazione. 2. Dalla scissione all'integrità. 3. Lo specchio maieutico. 4. La misericordia come relazione trasformatrice. III. AGIRE POLITICAMENTE. 1. La giustizia smarrita. 2. La responsabilità della Chiesa. 3. I due lati dell'educazione. 4. Uscire insieme dalla crisi.
Note sull'autore
ROBERTO MANCINI è professore ordinario di Filosofia teoretica all'Università di Macerata e insegna Economia umana all'Accademia di Architettura dell'Università della Svizzera italiana a Mendrisio. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Il senso della fede. Una lettura del cristianesimo, Queriniana, Brescia 2010, La logica del dono. Meditazioni sulla società che credeva d'essere un mercato, Messaggero, Padova 2011, e Per un cristianesimo fedele. La gestazione del mondo nuovo, Cittadella, Assisi 2011.
In questo libro troverete storie di criminali invisibili, di scialuppe di salvataggio che rischiano di capovolgersi se non si sacrifica uno dei passeggeri, di macchine che procurano piacere di cui nessuno ha voglia di servirsi, di tram folli che bisogna fermare con ogni mezzo, anche gettando un uomo in mezzo ai binari. Leggerete racconti di esperienze che dimostrano come ci voglia assai poco per comportarsi come un mostro, e di altre che provano come ci voglia ancora meno per comportarsi quasi come un santo: una moneta trovata sulla strada per caso, il buon odore di cornetti caldi che si respira passando. Ma soprattutto sarete messi a confronto con dei rompicapi morali. È coerente dire: "la mia vita è degna di essere vissuta, ma avrei preferito non essere nato"? È accettabile lasciar morire una persona per espiantare i suoi organi in cinque malati che ne hanno un bisogno vitale? Vale di più vivere la vita breve e mediocre di un pollo di allevamento industriale o non vivere del tutto? Questo libro ha un'ambizione: mettere a disposizione una sorta di scatola di attrezzi intellettuali per affrontare il dibattito morale senza lasciarsi intimidire dalle grandi parole (dignità, virtù, dovere, ecc.) e dalle grandi dichiarazioni di principio.
"Il capitalismo va verso il tramonto non per le contraddizioni che il marxismo ha creduto di trovarvi, ma perché l'economia tecnologica va emarginando l'economia capitalistica." In questo nuovo libro, alla luce della crisi economico-finanziaria che ha travolto l'Europa e l'Occidente negli ultimi anni, Emanuele Severino analizza il declino dell'intera tradizione occidentale - colto in primo luogo come declino della politica, del cristianesimo e di tutte le religioni monoteiste, come ieri del socialismo reale -, svelandone la trasformazione più radicale: il passaggio da una globalizzazione economica a una globalizzazione tecnica. Ed è questa la ragione per cui, secondo il filosofo, è da escludere che la crisi attuale, per lo più considerata nell'ambito del libero gioco del mercato, possa essere risolta semplicemente attraverso un risanamento di tipo economico, morale, religioso o politico. In forte polemica con un'esclusiva soluzione di rigore e austerità, l'autore riflette sulla situazione dell'Unione Europea e sulle ambizioni dei suoi leader, offrendo una lettura inedita della crisi del vecchio continente e delle sue falle economiche.
Questo volume, il n. 75 delle opere complete di Heidegger, ha un doppio titolo: "Hölderlin"-"Viaggi in Grecia", legato ai suoi due temi fondamentali. Si tratta di testi di varia lunghezza, quasi tutti alla loro prima pubblicazione, in cui trovano spazio riflessioni sui versi del grande poeta conterraneo e sul suo ruolo di interlocutore privilegiato (insieme a tre autori "autoctoni": Eraclito, Eschilo, Pindaro) nel momento in cui l'esperienza heideggeriana della grecità indugiava nell'abbeverarsi presso luoghi concreti, con l'intima convinzione di rinvenirvi le lontane sorgenti della moderna società scientifico-industriale. Non mancano neppure annotazioni in forma diaristica di pensieri, visite e incontri, il che conferisce ad alcuni testi un delicato tratto personalissimo.
Pubblicati rispettivamente nel 1755 e nel 1762, il "Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini" e il "Contratto sociale" costituiscono le due principali opere in cui Rousseau riflette sui motivi che conducono gli uomini a costituirsi in società. In particolare nel "Discorso" Rousseau discute delle forme di disuguaglianza che tra gli uomini si producono a causa del tradimento perpetrato ai danni di quella "legge naturale" che dovrebbe invece guidare l'agire umano, mentre nel "Contratto" è analizzato il patto sociale che porta alla nascita politica di uno Stato in grado di garantire a ciascuno il godimento dei legittimi diritti. Le due opere si presentano sotto il segno della complementarietà perché, una volta intrapresa la strada dell'istituzione sociale, e conseguentemente perduta quella libertà che Rousseau lega allo stato di natura, questa stessa libertà va riguadagnata all'interno dello Stato mediante le leggi. I testi, qui presentati in una nuova traduzione, sono accompagnati da un'introduzione alle opere, da note al testo e alla traduzione, da un'ampia bibliografia, da una cronologia della vita e delle opere del filosofo e da un apparato di parole chiave.
Tanto citato nelle bibliografie quanto poco conosciuto, "Conservatorismo: sogno e realtà" di Robert Nisbet viene presentato per la prima volta al pubblico italiano.
Che cos'è il conservatorismo? Che cosa significa essere conservatore? Chi sono i conservatori più rappresentativi nella storia del pensiero politico occidentale? A queste domande Nisbet risponde attraverso una ricerca sul campo, straordinaria per completezza e ricchezza informativa, che illustra le indagini, la dogmatica e le prospettive del del movimento politico e culturale conservatore.
Incontro con il grande filosofo tedesco Robert Spaemann che riflette con lucidità sul significato della storia della filosofia, sulla letteratura dell'antichità (Omero, Sofocle, Virgilio), sulla storiatedesca (la questione dell'olocausto), su temi di etica di grande attualità (aborto, eutanasia), ma anche su questioni teologiche e relative alla vita della Chiesa: la liturgia, il ruolo delle donne nella Chiesa, la pedofilia, il modernismo di alcune posizioni reazionarie nella Chiesa.
Il volume presenta la traduzione latina del De anima di Aristotele condotta e commentata da san Tommaso d’Aquino, con testo a fronte in italiano. La cura e la traduzione di questo libro è stata condotta da un gruppo di studiosi provenienti dalle Facoltà di Filosofia italiane, statali ed ecclesiastiche, riuniti nel Progetto Tommaso e impegnati da anni nella lettura e nell’esame puntuale delle opere tommasiane, in lingua originale.
Opera della maturità dell’Aquinate (scritta tra il 1268 e il 1270), la Sentencia de anima mostra un Tommaso che sviluppa le teorie metafisiche e antropologiche dell’aristotelismo in modo personale ed originale. La traduzione critica qui pubblicata è dotata di ricchi apparati di introduzioni, lessico e indici, ed è destinata a segnare una tappa importante nella bibliografia tomistica.
L'Autore
Tommaso D’Aquino, profondo indagatore della psiche umana, autore di una originale sintesi di fede e ragione, a confronto con Aristotele, e unanimemente considerato uno dei più grandi pensatori dell’antichità.
Hilary Putnam interviene con questo libro su due temi centrali nel dibattito culturale del nostro tempo: il rapporto tra filosofia e scienza e la questione del realismo. Guardando alla scienza naturale, alla matematica e alle scienze cognitive, ma anche all'etica e alla teoria dell'educazione, Putnam si muove per ricomporre la nostra frammentata cultura in un quadro coerente, in cui trovano il giusto spazio sia le istanze conoscitive della scienza sia le domande di emancipazione umana provenienti oggi dalla filosofia, dalle arti e dalla società nel suo complesso. Quanto al realismo, dopo un'esperienza anti realistica che oggi considera inadeguata, l'autore torna qui ad abbracciare una raffinata forma di realismo pluralistico, che rappresenterà certamente un decisivo punto di svolta nel grande confronto sul New Realism oggi in corso anche nel nostro paese.
L'autore ripercorre la storia millenaria del concetto di "Uguaglianza", una storia che si svolge tra luminose speranze e contraddizioni cocenti. Nel mondo antico l'uguaglianza è limitata dalla differenza gerarchica, fino al paradosso di Atene, culla della democrazia europea e, insieme, luogo di schiavitù. Più tardi, proprio dall'uguaglianza la cultura cristiano-medievale muove nei termini di una fratellanza universale, salvo ricavarne la necessità della subordinazione dell'uomo nella vita terrena. E ancora la filosofia politica moderna costruisce lo Stato partendo dall'assioma di un'uguaglianza naturale tra gli individui, che però nella realtà si trova a fare i conti con coppie dialettiche quali cittadino straniero, proprietario-proletario, padrone-schiavo, uomo-donna. Infine, l'oggi: un tempo incerto, caratterizzato dai fenomeni globali che sfidano l'uguaglianza sul terreno della sua contraddittoria universalità.
Alcuni mesi prima del fatidico crollo mentale e fisico del gennaio 1889, Nietzsche inizia a raccontare la storia di Gesù di Nazareth nell'Anticristo, mentre, quasi contemporaneamente, progetta il suo autoritratto narrativo in Ecce Homo. Le trasformazioni in atto in questi ultimi testi così criptici sono sempre state analizzate dalla critica alla luce della pazzia incipiente. In questo libro Heinrich Detering legge invece le ultime opere nietzscheane secondo una via interpretativa di matrice narratologica e non solo filosofica, esplorando nuovi spazi per la discussione di alcuni dei testi più suggestivi e meno esplorati del pensatore tedesco.