Dall’antico grido di libertà del gladiatore e schiavo ribelle Spartaco alle nuove lotte nelle fabbriche moderne: secoli di storia della povertà. Di quei poveri che si auto-organizzano per liberarsi dallo sfruttamento, per il potere dei poveri, dei proletari, fino a uccidere e uccidersi tra loro, come testimonia la storia. I conflitti dei poveri sono descritti attraverso le storie di insurrezioni medioevali, rivolte, manifestazioni, proteste, di atti di pace e dialogo ed episodi come le guerre dei contadini durante la Riforma protestante tra fine Quattrocento e Cinquecento, le dinamiche dei rivoluzionari del 1789 a Parigi, dei proletari nella Russia del 1917. Non una sola storia, ma differenti interpretazioni. L’analisi viene condotta alla luce delle scienze umane: vengono descritti i complessi meccanismi della psicologia politica e dei raccordi con la sociologia nei processi di urbanizzazione e secolarizzazione, con la genesi antropologica del “capro espiatorio”.
Paolo Sorbi, sociologo laureatosi a Trento alla fine del’68, è stato tra i protagonisti del movimento di lotta antiautoritario degli studenti di Sociologia. Professore straordinario di Sociologia, per quasi quindici anni, all’Università Europea di Roma, dirige il CRIPPEG (Centro di Ricerche di psicologia politica e geopolitica) di quell’Università con una sede anche a Gerusalemme. Tra i suoi testi: Emergenza antropologica. Per una nuova alleanza tra credenti e non credenti (con P. Barcellona, M. Tronti e G. Vacca, Guerini, 2012). Collabora con «Avvenire» e «Vita e Pensiero» sui temi della globalizzazione e dell’ebraismo contemporaneo.
Buber condivise l'esperienza di Landauer, esponente del socialismo libertario e pacifista, trucidato nel 1919 a Monaco dopo l'esito della Repubblica dei Consigli. Gli scritti raccolti in questo piccolo volume, alcuni inediti in italiano, toccano due temi principali, il socialismo e la comunità, che in epoca moderna si sono spesso intrecciati. Buber indaga il moto rivoluzionario alla sua genesi, nello spirito della comunità, ove la cognizione individuale della realtà si rappresenta nella necessità comune del suo superamento. Comunità di uomini e non collettività. Nelle comunità gli uomini cercano il principio di vita, relazione, verità cioè il sacro, e lo chiamano Dio. «Gli uomini desiderano possedere Dio, ma egli non si concede loro, poiché non vuole essere posseduto, ma realizzato. Solo quando gli uomini vorranno che Dio sia, essi creeranno la comunità».
Che rapporto c'è tra la scuola e le nuove tecnologie? La risposta a questa domanda è risolta dallo studioso americano Neil Postman, che ha lasciato lavori fondamentali tra cui Ecologia dei media. La scuola come contropotere. Per rendere concreti il rapporto e la dialettica tra innovazione e tradizione, Postman ha sviluppato un confronto tra i due curricula, quello scolastico e quello dei media. Di qui la definizione attualissima data da Postman di Scuola come contropotere.
Auspicando un insegnamento come attività di conservazione la scuola non arretra ma recupera le radici cognitive ed eretiche su cui fondare il futuro dei nostri giovani.
I saggi contenuti in questo libro indagano il ruolo della cultura nei processi sociali. Da una parte, sono state messe a tema le dinamiche di formazione e di sviluppo delle identità personali e sociali, e dall'altra sono stati analizzati aspetti peculiari della dialettica tra conflitto e integrazione nelle società pluralistiche contemporanee. Il volume si sviluppa attraverso una rilettura originale di autori considerati classici nella sociologia della cultura e attraverso la trattazione analitica di problematiche sociali che paiono essere oggi particolarmente rilevanti dal punto di vista culturale e politico.
Lo studio sui giovani, privilegiato oggetto di numerosi studi e ricerche pluridisciplinari, richiede un aggiornamento costante al passo con gli eventi storici e i conseguenti mutamenti socio–culturali.
Il Sinodo dei giovani voluto da Papa Francesco e appena concluso a ottobre 2018 propone il ruolo decisivo del giovane in un’epoca di grandi cambiamenti sociali, in rapporto a famiglia, fede, coetanei, mondo della formazione e del lavoro. Quest’evento ha spronato un gruppo di studiosi, professori dell’Università Pontificia Salesiana, impegnata nello studio e nell’attività educativa dei giovani ad approfondire, con la collaborazione di noti studiosi esterni, alcuni aspetti socio-pedagogici necessari a coloro che s’impegnano nella loro crescita, nel loro aiuto e nella loro maturazione.
Perciò il testo vuole essere uno “strumento” di analisi dei vissuti e dei processi sociali dei giovani italiani, non senza contributi, comparazioni ed esempi provenienti dal confronto con studi riguardanti “l’altro”, spesso partendo dall’esperienza diretta e dall’osservazione di comportamenti, difficoltà e progressi.
Lo studio si divide in due parti: la prima viene definita e considerata “Il quadro generale,” la cui prerogativa è la trattazione delle principali teorie e degli esempi empirici che hanno come protagonisti i giovani che toccano i processi di costruzione dell’identità, dei valori, dell’affettività, del rapporto con la religiosità e di possibili momenti di disagio e devianza.
La seconda parte, chiamata “I luoghi,” sviluppa ambiti specifici del vissuto giovanile (scuola, lavoro, politica, volontariato, sport, web). Questo studio è fonte di validi spunti per il confronto educativo, formativo e di orientamento per comprendere la gioventù nella sua ricerca dell’identità, segnata oggi da particolari esperienze a livello affettivo, culturale e religioso.
Infine, il volume raccoglie una lettura cosciente, positiva e fiduciosa nei confronti dei giovani, con una prospettiva trascendente che rilancia la situazione giovanile studiata, come realtà aperta alla rivelazione di un mondo nuovo verso il quale l’umanità cammina.
Abbiamo bisogno di un femminismo che dia la priorità alle vite delle persone. Davvero la massima realizzazione per le donne è quella di arrivare a occupare posti di potere nelle gerarchie delle grandi aziende capitaliste? È quel che ci dice il femminismo liberale, che aspira a rompere il soffitto di cristallo, mentre non si preoccupa affatto delle esigenze della stragrande maggioranza delle donne. Esigenze come la lotta contro lo sfruttamento sul lavoro e i diritti sindacali; il riconoscimento della loro fondamentale funzione di cura dei figli, caricata sulle donne in favore della massimizzazione dei profitti; il diritto alla salute e a un ambiente non inquinato; la lotta contro ogni forma di razzismo e guerra. Oggi che il sistema di valori liberisti è in crisi e stiamo vivendo una nuova ondata femminista internazionale, abbiamo lo spazio per creare un altro femminismo: anticapitalista, antirazzista ed ecosocialista. Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya e Nancy Fraser sono state tra le principali organizzatrici dello sciopero internazionale delle donne negli Stati Uniti.
Quali competenze devono avere gli operatori sociali che si occupano di persone con problemi di dipendenza? Come possono affrontare questa "prima linea" dei servizi, per offrire una prestazione professionale adeguata ed efficace? Il loro compito non è facile. Si relazionano con persone che spesso non sono ben disposte al cambiamento, devono svolgere contemporaneamente il ruolo d'aiuto e quello di controllo, si confrontano con un quadro normativo complesso e mutevole. Senza dimenticare che anche il concetto stesso di dipendenza è in continua evoluzione. Questa guida pratica è un aiuto ai professionisti del servizio sociale impegnati nel campo delle dipendenze, tenendo presenti tutti i fattori che entrano in gioco: dal versante legale a quello del lavoro di rete; dalla conoscenza della natura e degli effetti delle sostanze stupefacenti all'assessment dei fattori di rischio individuali; dal lavoro con i gruppi alla progettazione di interventi di prevenzione e di promozione della salute. Un'attenzione particolare viene dedicata alla cura della relazione tra assistente sociale e cliente, soprattutto quando il fuoco delle interazioni è incentrato sul cambiamento comportamentale.
Oggi che l'avversione per l'insicurezza si va sempre più concentrando su una categoria selezionata di estranei (quella dell'immigrato, del nomade, del senza fissa dimora, delle persone di etnia diversa) nella speranza, priva di fondamento, che il loro allontanamento risolva i problemi della contingenza e instauri l'ideale di regolarità a lungo sognato, le parole di questo testo suonano più che mai attuali. Bauman ci invita a riflettere sullo scarto che costituisce gli altri come estranei. Nel comportamento degli estranei c'è sempre un elemento di sorpresa e di imprevedibilità. Questo scarto è un territorio fortemente ambivalente: al contempo luogo di pericolo e di libertà, di attrazione e repulsione che si sorreggono e si nutrono a vicenda, si coniugano nel bene e nel male.
Prima monografia pubblicata in Italia su Henri Lefebvre, l’opera si concentra sui suoi studi urbani e la «Teoria critica dello spazio». Il metodo d’indagine scelto da Biagi è un rigoroso ritorno alle opere e al contesto in cui Lefebvre le ha prodotte. Si ripercorre così l’intera parabola storico-critica della sua produzione intellettuale, restituendo l’articolata costellazione teorica in cui il metodo storico si interseca con il rigore filosofico e sociologico. Viene poi rielaborata la vasta produzione sull’urbano del filosofo di Hagetmau, giungendo a mettere a fuoco il suo tentativo di strutturare una «Teoria politica generale dello spazio». Il libro fa inoltre chiarezza sul significato usato e abusato della formula, coniata da Lefebvre, di «diritto alla città», che viene analizzata nel contesto del dibattito filosofico-politico francese e internazionale. Lo sguardo innovatore di Henri Lefebvre di fronte alla fi ne del «secolo breve» ci è dunque reso in tutta la sua ricchezza e complessità.
La globalizzazione ha messo in crisi l'identità - oltre che la stabilità economica - di milioni di persone. È un problema che va affrontato seriamente ma la cui soluzione non può essere il nazionalismo. Un tempo, quando si parlava di globalizzazione, ci si riferiva a un fenomeno unicamente economico. Non è più così. Oggi la globalizzazione - che ha causato la graduale cancellazione di interi settori industriali e, di conseguenza, la dispersione di comunità e modi di vivere a essi legati - significa anche perdita di identità. Il profondo disagio che ne deriva è sentito ovunque: è percepito dagli operai americani che hanno perso il lavoro nelle acciaierie della Rust Belt; dai tedeschi, che parlano nostalgicamente di Heimat, cioè di 'patria'; dagli agricoltori francesi, messi in crisi dalle multinazionali. A partire da questo disagio diffuso, molti partiti politici sovranisti hanno rivendicato la propria identità nazionale. Ma cosa succederebbe se si bloccasse il processo di globalizzazione?
Alla base di questo libro ci sono alcune idee di fondo. La prima è che la sociologia è una disciplina storica. Lo è in un duplice senso: ha un'origine storica, che ovviamente segna i suoi metodi e i suoi contenuti; il suo oggetto di studio sono fatti storici - le azioni degli uomini in società - che devono essere interpretati. In questa prospettiva, si può dire che la sociologia è ciò che hanno fatto - e tuttora fanno - i sociologi: per questo motivo, nel libro si è utilizzato un percorso basato sulla presentazione di singoli autori o scuole di pensiero e non un approccio de-storicizzato per concetti. La seconda mette in luce lo stretto legame storico e concettuale che esiste tra sociologia e mondo moderno in tre distinte fasi: l'avvento della modernità (sino alla fine della prima guerra mondiale); la modernità compiuta (sino al 1989); la modernità globalizzata (i nostri giorni). La terza idea si riferisce al fatto che la sociologia è una scienza sociale e deve essere compresa senza essere separata nettamente dalle altre discipline - come il diritto, la storia, l'antropologia, la scienza politica, la psicologia, l'economia - con cui condivide, nella sostanza, un unitario progetto scientifico. Il volume è composto di quattro parti: la prima fornisce una presentazione di cosa è la sociologia, discutendo, in particolare, i concetti di società e individuo. La seconda e terza parte presentano gli autori e gli approcci che hanno fatto, e fanno, la sociologia e le relative correnti, come il funzionalismo, lo strutturalismo, la teoria critica, ecc. Infine, la quarta presenta i problemi che la sociologia deve affrontare in un'epoca di globalizzazione.
Un’analisi approfondita dei principali conflitti in corso, delle violazioni che si consumano nelle diverse regioni, delle sfide e dei successi di attiviste e attivisti per i diritti umani. Il libro mette inoltre in evidenza uno dei temi cruciali del 2018 oltre che del prossimo futuro: la battaglia per l’affermazione dei diritti delle donne. “La situazione dei diritti umani nel mondo” è l’evoluzione del tradizionale Rapporto annuale di Amnesty International. Più agevole e insieme più ricco di dati e di immagini, questo volume è un riferimento indispensabile per attivisti, ricercatori, avvocati, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni, associazioni e per tutte le persone che non si arrendono all’idea che il cambiamento sia impossibile.