Alternando i molti cattivi episodi a qualche buon esempio, l'autore insiste sulla rilevanza civile dell'impegno per la difesa del territorio, del paesaggio, dei centri storici e del patrimonio artistico e archeologico degli ultimi venti anni. Adottando la forma del diario con data e luogo, il volume intende richiamare l'attenzione della pubblica opinione e delle istituzioni su argomenti spinosi quali le battaglie per il buon governo del patrimonio artistico e culturale. Il volume si articola in capitoli tematici: i cosiddetti disastri naturali e artificiali; gli usi propri e impropri del patrimonio architettonico e archeologico; la vecchia e la nuova legislazione dei Beni culturali e infine il ruolo del turismo in Italia.
L'esposizione, di cui questo libro rappresenta il catalogo, ha come obiettivo quello di ricostruire un quadro iconografico completo della ricezione dell'antichità classica del secondo Ottocento. Le suggestive scoperte archeologiche di Pompei e dell'area vesuviana, oggetto di scavi approfonditi nel corso dell'Ottocento, hanno esercitato un influsso fortissimo sull'immaginario di pittori e scrittori nel corso del secolo, restituendo un'immagine vivida e vitale del mondo antico, con la sua realtà sociale e politica. Il pittore Lawrence Alma-Tadema rappresenta uno tra i più noti e illustri interpreti del genere neopompeiano.
L'arte sublime di Antonio Canova e la "villa più bella del mondo", come egli stesso amava definire la Galleria Borghese, per una monografica ambientata nel luogo tanto caro allo scultore nel 250° anniversario della sua nascita e nel bicentenario della "Paolina Borghese Bonaparte come Venere Vincitrice". La mostra intende illustrare da una parte le complesse relazioni tra Canova, il principe Camillo Borghese e la famiglia Bonaparte, per la quale egli elaborò la particolare tipologia del ritratto divinizzato in scultura, di cui si presentano altri esempi da confrontare con quello di Paolina come Venere Vincitrice. Dall'altra si vuole ripercorrerne la carriera seguendo, attraverso oltre cinquanta opere provenienti dai più grandi musei del mondo, la continua rielaborazione, dalla fine degli anni Ottanta del Settecento, del tema di Venere: oltre ai grandi marmi, disegni, tempere, monocromi, dipinti, bozzetti in creta e terracotta per un esempio eloquente del metodo di lavoro di Canova.
Con l'inizio delle guerre di religione nei Paesi Bassi si intensifica il flusso degli artisti fiamminghi verso l'Italia e in particolare verso Roma, in maggioranza giovani pittori che hanno già compiuto un primo tirocinio nelle botteghe della patria, assumendone gli specifici caratteri. Attraverso l'attenta indagine di fonti, documenti e opere d'arte la studiosa ricostruisce i modi della ricerca del lavoro, le forme di organizzazione del cantiere e di mutua assistenza, le specializzazioni nella produzione, prima legate solo alla cultura di origine (dipinti di piccolo formato di paesaggio, di stregoneria...) poi all'apprendimento della tecnica ad affresco (collaborazione nelle imprese decorative di ville e palazzi), indagando soprattutto l'assimilazione del linguaggio figurativo italiano.
Il volume raccoglie una selezione di contributi su Raffaello di John Shearman, storico dell'arte inglese scomparso nel 2003, unanimemente riconosciuto tra i più solidi e acuti studiosi del Rinascimento italiano e del Sanzio in particolare. Questa raccolta comprende articoli e saggi sull'argomento, apparsi tra 1959 e 1986 in varie sedi e sin qui mai tradotti: attraverso un esemplare approccio metodologico, che intreccia l'analisi del processo creativo dell'artista allo studio dei disegni e a una ricostruzione del contesto di cultura figurativa, l'autore illustra alcune tra le più celebri opere, e i principali aspetti dell'attività di Raffaello (come l'organizzazione della bottega, la committenza e il rapporto con i mecenati, la letteratura).
Il curatore del catalogo raccoglie in questo volume contributi di specialisti e schede critiche delle opere illustrate offrendo un percorso di lettura articolato su un'attività artistica, quella teatrale, che giocò un ruolo rilevante nella vita quotidiana dell'antica Roma, rivestendo una fondamentale portata economica, sociale e politica come forma di consenso. Il catalogo è diviso in diverse sezioni volte ad analizzare rispettivamente: la genesi delle forme spettacolari, gli attori e le tecniche, i rapporti con la letteratura e la religione, i modelli drammatici, i luoghi degli spettacoli.
Una monografia che descrive a parole e in immagini, e interpreta originalmente, il capolavoro arcaico del pittore attico Kleitias (primo quarto del VI secolo a.C.), il cratere a figure nere di dimensioni eccezionali conosciuto con il nome di vaso François, rinvenuto a Chiusi e conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Partendo dalle ricerche dell'antropologia del mondo antico avviate dalla grande scuola francese di Jean-Pierre Vernant, Mario Torelli individua un chiaro programma figurativo nelle pitture del cratere, che lega i miti del ciclo di Achille e di Teseo a formare un paradigma esemplare del ciclo di vita aristocratico.
La prima monografia critica in lingua italiana sull'opera visiva e teorica di Mark Rothko (1903-1970). A essere indagata è soprattutto la preoccupazione costante dell'artista per lo spazio. Il saggio si articola in tre percorsi tematici tra loro interrelati, che si soffermano in particolare sulla lettura di alcune singole opere (che coprono l'intero arco della produzione del pittore), sul ruolo strategico giocato dal contesto espositivo e architettonico, sull'esperienza vissuta spettatori. Le analisi sono puntellate dagli scritti dell'artista stesso, di cui da poco si è approntata un'edizione critica, e da alcuni documenti d'archivio inediti. La ricchezza delle immagini e il rigore del pensiero di Rothko sono infine restituiti attraverso un dialogo attento con il suo "milieu" artistico e con la loro eredità.
Il volume restituisce in modo chiaro l'immagine di tutte le sfaccettature del Rinascimento, che nella complessa realtà storico-geografica dell'Europa quattro e cinquecentesca ha conosciuto sviluppi assai diversi: dalle ultime corti gotiche internazionali nel Nord Europa, all'umanesimo e alla riscoperta dell'antico, dalle conquiste nel campo della geometria e della prospettiva, alla ricerca di una bellezza ideale da parte dei maestri italiani del pieno Rinascimento, fino all'affermarsi del manierismo, dell'estetica della Controriforma e del naturalismo alla fine del Cinquecento. Illustrato con oltre 500 immagini, il volume è strutturato per doppie pagine tematiche dedicate ad artisti, temi iconografici, peculiarità stilistiche, contestualizzazioni e storie, e alla lettura puntuale di cinquanta capolavori di pittura e scultura.
Dopo una sottile analisi dei modelli (da Tiziano a Goya fino ai meno noti) e dei significati delle opere di Manet, indagati da una studiosa dell'iconologia medievale e rinascimentale, un affondo dentro la qualità del dipinto e la ricostruzione di un dibattito critico che coinvolse letterati d'eccezione come Zola, tra il sarcasmo della stampa.