"Un libro straordinariamente ricco e stimolante" (Charles Taylor)
"Bellissimo libro" (Armando Massarenti)
Questo volume va oltre i confini dell'antichistica, per inserirsi con forza nell'odierno dibattito sull'azione etica e politica. I greci furono consapevoli del fatto che valori e ideali devono venire a patti con la "fortuna", ossia con ciò che non prescinde da noi. E' a questa commistione tra ambizione virtuosa e vulnerabilità alla sorte che guarda Nussbaum, rileggendo la tradizione tragica e filosofica. Sulla scia di Aristotele, l'autrice suggerisce che ciò che rischia di contaminare la purezza della virtù e della ragione - impulsi inconsci, passioni incontrollabili - è anche ciò che costituisce la specificità della sfera umana: l'importante è limitare i rischi e arginare il potere della fortuna.
Martha C. Nussbaum insegna Law and Ethics nell'Università di Chicago. Con il Mulino ha pubblicato anche "Diventare persone" (2001), "Giustizia sociale e dignità umana" (2002), "L'intelligenza delle emozioni" (2004), "Le nuove frontiere della giustizia" (2007), "Giustizia e aiuto materiale" (2008), "Lo scontro dentro le civiltà" (2009), "Libertà di coscienza e religione" (2009).
"Il più grande filosofo della scienza mai esistito" (Peter Medawar)
I due saggi che compongono questo libro esprimono il senso profondo che ha animato la battaglia culturale e politica di Popper. Interrogarsi e pronunciarsi sulla validità della nostra conoscenza non significa soltanto affinare la speculazione, ma anche offrire visioni del mondo che possono essere fatte proprie da tutti gli uomini. Popper non ammette fonti privilegiate di verità e giudica deleterio perseguire idolatricamente la certezza e l'oggettività della scienza. La conoscenza è umana e perciò stesso intessuta di pregiudizi, sogni, speranze. Possiamo solo procedere per confutazioni, riconoscendo ed eliminando gli errori, che saremo tanto più sagaci a cercare quanto più consapevoli saremo della nostra imperfezione.
Karl R. Popper (1902-1994) è stato uno dei maggiori filosofi del Novecento. Il Mulino ha pubblicato anche "Congetture e confutazioni" (1972), "Il mito della cornice" (1995), "La conoscenza e il problema corpo-mente" (1996).
"Pochissimi 'documenti' mussoliniani - e nessuno di tanta ampiezza e ricchezza di particolari - hanno, per noi, l'importanza di questi Taccuini per cercare di penetrare la personalità di Mussolini" (Renzo De Felice)
"Un vero e proprio passaggio obbligato per chi voglia ricostruire, dal di dentro, l'ideologia del regime" (Dino Cofrancesco)
"La più vasta miniera di annotazioni, giudizi, aforismi mussoliniani" (Gianpasquale Santomassimo)
Fra il 1934 e il 1943 il giovane giornalista Yvon De Begnac ebbe numerosi incontri con Mussolini, di cui intendeva scrivere una monumentale biografia. Davanti al suo biografo l'intervistato si abbandonava a lunghi monologhi sulla sua vita trascorsa, le sue idee, gli uomini e i fatti della sua rivoluzione. Mussolini parlava, De Begnac annotava riempiendo, incontro dopo incontro, migliaia di pagine nei suoi taccuini. Da quell'immenso materiale inedito è nato questo volume, che al suo primo apparire è stato salutato unanimemente come una fonte di straordinaria ricchezza e importanza per cogliere appieno la personalità, le opinioni, la cultura e la vita stessa del duce del fascismo.
Yvon De Begnac (1913-1983), giornalista e scrittore, ha pubblicato "Trent'anni di Mussolini 1883-1915" (1934), una "Vita di Mussolini" rimasta interrotta al terzo volume (1936-1940), "Itinerario della borghesia" (1940), "Pagine nella tormenta" (1942) e un saggio su Filippo Corridoni ("L'arcangelo sindacalista", 1943). Sono del dopoguerra il saggio "Palazzo Venezia. Storia di un regime" (1950) e il romanzo "Colpo di stato" (1960).
Un comandamento che sembra appartenere a un altro mondo anche se nella nostra epoca non mancano paesi in cui l'adulterio è ancora punibile con la lapidazione. Il suo significato originario risale a una società nella quale vigeva una totale asimmetria nei diritti e nei doveri dell'uomo e della donna. Oggi, a qualche decennio dalla depenalizzazione dell'adulterio, dall'introduzione del divorzio e dalla riforma del diritto di famiglia, i rapporti tra uomini e donne sono profondamente mutati. La portata simbolica di un comandamento che induce anche a riflettere sulla fragilità dei rapporti di coppia e sul valore della fedeltà nel mondo contemporaneo.
Eva Cantarella è docente di Istituzioni di diritto romano e di diritto greco antico nell'Università Statale di Milano. Tra le sue pubblicazioni: "'Sopporta, cuore...'. La scelta di Ulisse" (Laterza, 2010) e, con Feltrinelli, "L'amore è un dio" (2009), "Dammi mille baci" (2009), "L'ambiguo malanno" (2010). Paolo Ricca, professore emerito della Facoltà Valdese di Teologia e professore ospite del Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma. Cura le "Opere scelte" di Lutero per l'editrice Claudiana, con la quale ha pubblicato anche "Come in cielo così in terra" (2009) e "Le ragioni della fede" (2010).
Nella prospettiva di una, ormai ineludibile, "sistemazione" europea degli status nazionali delle confessioni religiose e delle organizzazioni filosofiche e non confessionali - che il recente Trattato di Lisbona ha preso per la prima volta in diretta considerazione - questo volume fornisce una bussola sicura per orientarsi nei molti e complessi problemi del diritto ecclesiastico in Europa. Problemi che vengono affrontati, però, non nella tradizionale dimensione dei rapporti Stato-confessioni religiose, ma ricostruiti intorno al nucleo centrale delle libertà di religione e credenza garantite sia dai documenti costituzionali degli Stati membri, sia dalla normativa di derivazione internazionale e, ora, comunitaria. Problemi che hanno anche trovato una prestigiosa sede scientifica per la loro disamina (il Consorzio europeo di ricerca sui rapporti Stato-Chiese, fondato all'Università di Milano e attivo dal 1989) ed una ormai ventennale esperienza dottorale europea (il programma Gratianus, con sede nella Facoltà Jean Monnet di Parigi). Il volume prende in considerazione specifica alcuni paesi (la Spagna e gli altri Stati a maggioranza cattolica), valuta la pertinenza del concetto di "culto riconosciuto", approfondisce la condizione delle minoranze religiose, i sistemi concordatari, la disciplina interna ed europea della libertà di religione, la tolleranza e i sentimenti religiosi. I diversi aspetti esaminati costituiscono, nel loro insieme, una base omogenea e organica per comprendere le profonde trasformazioni istituzionali in corso nella geopolitica europea delle religioni e convinzioni.
Indice: Avvertenza, di F. Margiotta Broglio. - Premessa. - Tolleranza e libertà religiosa nell'Europa continentale. - Spagna: transizione politica, integrazione europea e libertà religiosa. - Stato e Chiesa nei Paesi cattolici. - Unione europea, religione e individuo. - Leggi sulla libertà religiosa nell'Europa occidentale: l'esperienza iberica. - La pertinenza del concetto di culto riconosciuto nei sistemi di rapporti Stato-religione nell'Unione europea. - I concordati dell'Europa meridionale. - La condizione giuridica delle minoranze religiose in Europa. - E' possibile una disciplina comune della libertà religiosa nei Paesi comunitari? - Confessioni religiose e Comunità europea: un primo approccio. - Concordati nell'Unione europea: reliquia del passato o strumento valido per il XXI secolo? - Concordati e accordi con la Chiesa cattolica nell'Unione europea. - La protezione della libertà religiosa nell'Unione europea. - Sentimenti religiosi in Europa.
Iván C. Ibán è titolare della cattedra di Diritto ecclesiastico alla Facoltà di Diritto dell'Università Complutense di Madrid. E' membro del Consorzio europeo di ricerca sui rapporti Stato-Chiese e insegna al Corso di dottorato Gratianus di Parigi. Autore di numerosi studi su molti aspetti delle discipline ecclesiasticistiche (alcuni su autori classici italiani come F. Scaduto), è una delle figure di punta della scienza spagnola di diritto delle religioni. Con il Mulino ha pubblicato "Diritto e religione in Europa occidentale" (con S. Ferrari, 1997).
Il volume mette in luce, nell'ambito della storia del diritto internazionale, le origini del progetto coloniale dell'Occidente e i suoi tentativi di civilizzare il mondo extra-europeo. In una ricostruzione che va dalla prima metà del Cinquecento all'epoca contemporanea, vengono illustrate le ideologie che hanno giustificato le conquiste coloniali, legittimando l'idea della "superiorità" dei paesi occidentali: dapprima la superiorità dei popoli cristiani (sec. XVI), poi dei popoli "civili" (see. XIX), poi dei popoli "sviluppati" (sec. XX) e ora dei popoli democratici e della loro dottrina dei diritti. L'autore mette in discussione il presunto universalismo della concezione occidentale dei diritti umani e del diritto internazionale, sottolineando le analoghe pretese universalistiche del mondo musulmano e sostenendo conseguentemente la necessità di una visione relativistica e l'importanza di assumere una prospettiva "inter-civiltà" contro ogni ipotesi di scontro di civiltà.
Il Liber di Angela da Foligno è un testo che ha suscitato, nell'ultimo ventennio, un crescente interesse da parte degli studiosi di letteratura, storia e filosofia medievale a causa dei suoi molteplici livelli di composizione e degli interrogativi che ancora ne accompagnano la lettura. Questo studio analizza le strutture retoriche del Liber, e in particolare quelle atte ad esemplificare sotto forma di metafora i cinque modi sensoriali di contatto tra anima mistica e Dio. La dottrina dei sensi spirituali nasce, si trasforma ed evolve nella tradizione filosofico-teologica a partire dal III secolo d.C. e la letteratura mistica latina dell'amore, particolarmente fiorente nel XII secolo, la arricchisce di forme retoriche e linguistiche. L'autoagiografia spirituale femminile italiana ed europea del basso Medioevo (XIII-XIV sec.) eredita teoria e pratica dei sensi dimostrando, nella frequenza d'uso, non solo l'appartenenza al genere "mistico" ma anche, nella ri-formulazione metaforica, la sapienza inventiva, di creazione, figurativamente efficace ed espressiva propria del linguaggio degli autori e delle autrici. L'ineffabilis experientia di Angela da Foligno, Margherita da Cortona e Umiliana dei Cerchi è raccontata con un linguaggio che è tanto quotidiano quanto simbolicamente allusivo: in questo i testi agiografici recuperano a pieno titolo i caratteri dell'opera letteraria.
Rossana Vanelli Coralli ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Italianistica all'Università di Bologna. La sua ricerca è volta allo studio del linguaggio retorico e mistico in Dante, nell'agiografia e autoagiografia femminile italiana ed europea bassomedievale, nell'opera del predicatore domenicano Giovanni Dominici. E' attualmente borsista della Fondazione Michele Pellegrino.
Una conseguenza dell'invenzione della scrittura fu che alcuni non si limitarono a leggere quanto era stato scritto in precedenza, ma si accinsero a loro volta a scrivere sugli scritti di altri. E' attraverso questa dinamica costante che un certo numero di opere si è guadagnato lo statuto di "classici". Ma quali sono le ragioni che hanno indotto schiere di autori a occuparsi di interpretare, confutare o rafforzare i classici? E soprattutto: che senso ha oggi avvicinarsi alla lettura di testi filosofici che possono avere origine in un passato culturalmente e cronologicamente anche molto lontano? Il volume ripercorre alcuni momenti centrali del dibattito svoltosi fra Otto e Novecento sui classici e sul processo della loro mediazione. Dopo aver sottoposto a una serrata critica gli argomenti pro e contro ciascun uso possibile dei testi canonici della tradizione, l'autore individua proprio nella loro "alterità" culturale il contributo più efficace che essi sono tuttora in grado di fornire in termini di ricchezza e libertà della conoscenza.
Giuseppe Cambiano insegna Storia della filosofia antica nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Fra i suoi libri: "Polis. Un modello per la cultura europea" (Laterza, 2000), "Figure, macchine, sogni. Studi sulla scienza antica" (Ed. di Storia e Letteratura, 2006). E' anche autore del fortunato manuale "Storia della filosofia antica" (Laterza, nuova ed. 2009).
E' un flusso potente di energia, che può esplodere per un'ingiustizia subita, un amore ferito, una speranza delusa o un sentimento di vergogna; è una passione forte che può sconvolgere la vita del singolo o il corso della storia, e che spesso si incrocia con l'odio, il risentimento e la superbia, accompagnandosi al desiderio di vendetta o di riscatto. Molteplici strategie sono state attivate per inibire, canalizzare o sublimare il suo impeto spesso selvaggio. Lo sguardo del filosofo, cogliendone il senso e offrendone una spiegazione teorica, getta luce anche sulle infinite manifestazioni di questo nodo dell'anima, sulle sue origini naturali e culturali, sulle sue declinazioni storiche, politiche e sociali, essendo l'ira in grado di mobilitare sette, partiti, folle o interi popoli. Una forza dirompente, non sempre negativa, che può essere elaborata e riportata a proporzioni adeguate alle circostanze e a criteri di giustizia.
Remo Bodei, professore di Filosofia nella University of California, Los Angeles, ha insegnato a lungo alla Scuola Normale Superiore e all'Università di Pisa. Tra le sue numerose pubblicazioni: "Geometria delle passioni" (Feltrinelli, VII ed. 1991), "Destini personali" (Feltrinelli, III ed. 2002), "Paesaggi sublimi" (Bompiani, 2008), "La vita delle cose" (Laterza, IV ed. 2009); con il Mulino "Le forme del bello" (II ed. 2005), "Ordo amoris" (III ed. 2005) e "Piramidi di tempo" (2006).
Poteva un evento epocale come il Concilio Vaticano II limitarsi a difendere la tradizione cristiana contro gli assalti della società moderna e quelli, ancor più insidiosi, del tempo post-moderno? La risposta di questo libro è no, questo non poteva bastare. Quando i vescovi di tutto il mondo si riunirono a San Pietro, infatti, alla condanna degli errori osservati nel mondo preferirono un'esposizione positiva e convincente delle verità da accogliere e testimoniare, perseguendo quel rinnovamento spirituale e pastorale che era stato il grande insegnamento di papa Roncalli. Questo secondo volume della serie "Vaticano II in rete" ripercorre l'interessante fase preparatoria che precede il Concilio, nella quale le due anime - quella rigidamente difensiva e quella aperta all'ascolto - sono entrambe presenti e all'opera. Un contesto rispetto al quale la scelta decisiva compiuta successivamente dai Padri conciliari acquista maggior valore.
Luigi Pedrazzi, tra i fondatori e i principali animatori dell'Associazione il Mulino, di cui è attualmente presidente, è stato vicesindaco della città di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato anche "Resistenza cattolica" (2006).