Nel luglio 1914 una trentina di calciatori italiani per la prima volta salpa verso il Sud America: vanno a difendere i colori del Torino e della Pro Vercelli in due tournée concomitanti e rivali. Capeggia la comitiva granata Vittorio Pozzo, poi destinato a condurre la nazionale azzurra al titolo di campione del mondo nel '34 e nel '38 e all'oro olimpionico nel '36. La traversata è scossa dalle notizie dei primi combattimenti seguiti all'attentato di Sarajevo, ma lo sbarco è emozionante: migliaia di connazionali acclamano le squadre. La Pro Vercelli, forse impegnata da avversari più forti, rimedia molte sconfitte e presto rimpatria. Per i ragazzi del Toro è una marcia trionfale. Frequentano l'élite coloniale e conoscono stelle della lirica, del teatro, del cinema: dal tenore Tito Schipa al soprano Rosina Storchio, alle attrici Maria Melato e Lyda Borelli. Ma la guerra prolunga forzatamente la spedizione. Per cercare nuovi ingaggi, la squadra è costretta - attraverso un viaggio rocambolesco - ad approdare a Buenos Aires, dove tenta altre sfide sportive. Il rimpatrio fortunoso catapulterà questi ragazzi nel dramma: li attende la trincea. Attingendo all'archivio di Pozzo, ai diari inediti dei protagonisti, ai giornali italiani e sudamericani del tempo, quest'opera svela retroscena e conflitti di una storia emblematica, raccontata sullo sfondo della grande migrazione di massa a cavallo del Novecento.
La storia di un uomo che tutti nella piccola Gualtieri chiamavano "al matt", che ha sempre vissuto ai margini, da disadattato, scambiando i suoi quadri per un piatto di minestra - quadri che finirono spesso nelle stalle o a sbarrare vecchie finestre, fino a quando il suo talento non fu scoperto proprio da uno psichiatra durante il ricovero in manicomio. La sua arte, ma soprattutto le passioni, le vicissitudini, gli aneddoti, gli amori di un uomo divenuto un mito nella "bassa" del Novecento. Dall'infanzia a San Gallo nella Svizzera tedesca alla vita selvaggia nella golena del Po, fino al successo e all'eredità umana e artistica lasciata ai posteri.
Caterina ha sedici anni e vive in un povero borgo del Sud Italia, dove la maggior parte dei giovani è priva di lavoro e dove il muro dell'omertà è molto resistente. La sua è una famiglia disastrata. Il padre è alcolizzato e violento, la madre è una giovane donna i cui sogni sono stati infranti troppo presto. In un mondo crudele e oscuro, Caterina cercherà uno spiraglio di luce, ma dovrà scontrarsi con le bugie degli adulti, la prostituzione e la malattia. Tutto sembra precipitare: lei perderà ogni certezza e scivolerà in un baratro sempre più profondo, da cui riuscirà a uscire grazie a un evento inaspettato. Alla fine la vita la ripagherà di ogni sofferenza subita.
A parlarne è una tunisina che ha gestito la propaganda militare dell'Isis sui social network e conosce molto bene i segreti inconfessabili del mondo islamico. Ad esempio i bordelli dei terroristi, dove vengono utilizzate donne occidentali come schiave del sesso. Un libro che riesce ad aprire uno squarcio nell'organizzazione del Califfato che sta terrorizzando il mondo, illustrando i meccanismi in atto al suo interno: il ruolo dei social network, luoghi di reclutamento dei nuovi combattenti, di cui si occupano le donne; i canali di finanziamento (oltre ai video porno, il contrabbando di oro nero dai petrolieri vicini all'organizzazione terroristica); la caccia ai cristiani; i combattimenti e il reperimento delle armi; i contatti con i servizi segreti occidentali e arabi.
Il Vocabolario di Papa Francesco nasce con il desiderio di avvicinare la gente alle parole del Papa per conoscerne il pensiero autentico. In un'intervista rilasciata qualche tempo fa a un prestigioso quotidiano italiano, lo stesso Vescovo di Roma ha detto: "Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di Papa Francesco..." Per questo occorre "andare alla fonte" per capire il magistero del Pontefice e non fraintenderlo o interpretarlo a proprio uso e consumo. Ho sempre sostenuto e ho sempre insegnato ai miei studenti che il miglior commento di un testo è la sua lettura tranquilla e obiettiva. Questo è il compito che spetta a ciascuno di noi: andare alla fonte per comprenderne a pieno le parole. Questa è la nostra sfida: "Imitate coloro che lodate!"
Pietro Ingrao raccontato da chi lo ha conosciuto, condividendo con lui battaglie e vita politica, in undici interviste che compongono un ritratto profondo, sincero e toccante. Comunismo, partito e movimenti, dubbio, eresia, pace, luna, molteplice e bellezza: sono le parole per provare a comprendere una vita che abbraccia un secolo. Dagli anni del fascismo, della lotta partigiana e dell'Italia liberata che si fa Repubblica tra le macerie delle guerre e delle diseguaglianze sociali fino agli anni 2000 con le guerre moderne e la reazione del movimento per la pace, il tentativo di raccontare Pietro Ingrao deve fare i conti con la storia, perché non di un "visionario utopista" si tratta, ma, al contrario, di un uomo perfettamente dentro al suo tempo, seppur con un pensiero proiettato in alto. Una vita che Pietro Ingrao trascorre sempre spingendo lo sguardo più lontano, in costante ricerca, apertura e curiosità di volta in volta come giornalista, dirigente politico, poeta, nonno.
Un'intervista serrata, in cui Corradino Mineo si racconta e racconta la sua esperienza - di giornalista prima, di senatore poi - senza mezzi termini e senza risparmiare nessuno. Un focus sull'evoluzione della politica italiana dagli anni Novanta in avanti. Un'analisi del cambiamento radicale di comportamenti e ruoli conseguenti alla "crisi delle ideologie".
Nato a San Valentino, frazione di Castellarano (RE), Rolando Maria Rivi entrò in seminario nell'autunno del 1942 ma nel 1944, in seguito all'occupazione tedesca del paese, fu costretto a ritornare a casa. Continuò però a sentirsi seminarista e a indossare l'abito talare, nonostante il parere contrario dei genitori preoccupati per i gesti di odio antireligioso diffusi nella zona. Il 10 aprile 1945 un gruppo di partigiani comunisti lo rapì. Quattro giorni dopo fu ritrovato il suo cadavere, il volto coperto di lividi, il corpo martoriato e due ferite da arma da fuoco. Da allora la vicenda di Rolando Rivi è stata relegata in un ingiustificato oblio e la sua uccisione archiviata dalla vulgata come un delitto privato. Finché, dopo molti anni, la sua tomba è diventata meta di pellegrinaggi. Una guarigione miracolosa ne ha riportato in primo piano il martirio. Il 28 marzo 2013, ad appena sette anni dall'apertura della causa di beatificazione, papa Francesco ne ha riconosciuto il martirio in odium fidei. Il 5 ottobre 2013 Rolando Maria Rivi viene proclamato beato della Chiesa. Il suo sacrificio apre uno squarcio sui delitti del Triangolo della morte, che hanno avuto come vittime preti e religiosi in vista di un'imminente rivoluzione comunista.
In questo dialogo intimo e confidenziale fra biografia e teologia l'insigne studioso si racconta, e racconta anche un pezzo di storia della cultura italiana: il periodo con Valentino Bompiani e Umberto Eco nella Milano degli anni Sessanta, la stesura dell'Enciclopedia Europea in Garzanti... e poi ancora gli studi biblici e l'elaborazione della sua teologia, fino ad arrivare al dialogo interconfessionale. Ma questo libro è anche la straordinaria storia della famiglia De Benedetti (Paolo è cugino di Carlo De Benedetti) attraverso tutto il Novecento e le persecuzioni razziali, di cui la sorella Maria aiuta a ricostruire un frammento. Nell'ultima parte è lei, psicologa dell'educazione, a spiegarsi, e a narrarci la sua dedizione per i più bisognosi. Un legame forte, quello tra i due fratelli, perché, come dice Raffaello Zini nella Premessa, "vale certamente qui il detto secondo il quale dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna".
Gino Bartali è stato amato come altri pochi campioni nella storia dello sport. Per la sua ruvida schiettezza di popolano e di toscano, per la sua capacità di soffrire, per la sua fede. Bartali uomo e Bartali campione. Questo libro racconta i successi, i misteri e le tragedie di una carriera durata un quarto di secolo: le 144 vittorie, le quasi mille giornate di gara, le memorabili arrampicate sulle Alpi e sui Pirenei. Rivela tutti i retroscena della lunghissima rivalità con l'amico-nemico Fausto Coppi; si sofferma sul celebre episodio della vittoria al Tour de France del 1948, poco dopo l'attentato a Togliatti: un successo sportivo che secondo l'opinione pubblica salvò l'Italia da una guerra civile; ricorda l'uomo che con straordinaria solidarietà mise a rischio la sua stessa vita per salvare quella di centinaia di ebrei perseguitati.
Tanto popolare da essere coinvolto anche nel mondo dello spettacolo, Bartali si è meritato una delle più belle e conosciute canzoni di Paolo Conte, che ha saputo immortalare quei tratti - "quel naso triste come la salita, quegli occhi allegri da italiano in gita" - che ormai sono entrati nel mito.