Con quindici anni di ricerca sul campo a Las Vegas, l’antropologa Natasha Dow Schüll mostra come il ritmo elettronico delle slot spinga i giocatori in uno stato di trance che loro chiamano “la zona della macchina”. In questa zona le preoccupazioni quotidiane, le pressioni sociali e anche la consapevolezza della propria dimensione fisica scompaio- no. Una volta entrati nella zona, le persone continuano a giocare non per vincere ma per continuare a giocare, il più a lungo possibile.
Se l’obiettivo delle persone è perdersi nel gioco, l’obiettivo dell’industria è massimizzare i profitti. Schüll in questo libro descrive le strategie nascoste negli algoritmi delle macchine, nell’architettura e nell’arredo degli spazi e nella gestione dell’ambiente in cui il gioco si svolge.
“Mollie mi raccontò come era cominciato il suo gioco e come quel gioco aumentasse sempre più la propria intensità. Iniziò tutto negli anni Ottanta, poco dopo il suo trasloco a Las Vegas con il suo terzo marito. Fu lui a insegnarle a giocare ai video poker, su una macchinetta palmare in miniatura. ‘Rimasi incatenata a quella macchina bizzarra. In seguito sarei passata a quelle reali’. [...] La sua spesa aumentava di pari passo con le giocate, arrivò al punto di spendere il suo intero stipendio in soli due giorni.”
— Intervista a Mollie, giocatrice d’azzardo
L'uomo fu sin dalla preistoria un creatore di simboli, i quali costituiscono un ponte rispetto alle proprie origini, al cosmo e al destino. Le voci di questo Dizionario, selezionate dall'amplissimo repertorio in 17 volumi dell'Enciclopedia delle Religioni diretta da Mircea Eliade in collaborazione con Ioan P. Couliano e curate da massimi esperti internazionali, sottolineano l'emergere e il persistere di tale creatività, non solo in solenni circostanze, ma soprattutto nelle osservazioni, nei gesti e negli oggetti quotidiani. Per secoli i simboli sono stati vissuti come portatori di un significato capace di sfondare gli orizzonti del limite umano per proiettarsi in una presenza che si poneva come «altra». Si scopre così che anche gli oggetti più usuali - una chiave, un tessuto, uno specchio, un gioiello - o i gesti più comuni come mangiare, dormire, offrire un dono, giocare, non sono aspetti scontati della nostra vita: nella storia dell'umanità, infatti, sono stati caricati di un senso che noi possiamo aver scordato, ma che attesta come la ricerca di un significato sia impressa nelle profondità del desiderio umano. Le grandi articolazioni di questa ricerca sono tratteggiate nel saggio dello storico delle religioni Jacques Vidal che introduce la nuova edizione.
La storia delle religioni mostra che homo sapiens è homo religiosus: radicato nella storia egli assume uno specifico modo d’esistenza e la sua vita è centrata sul sacro. Ed è proprio attraverso i riti di iniziazione che egli si introduce al sacro, vi entra. Il rito è un atto simbolico riferito all’uomo come singolo e come parte di una società. E’ inseparabile dal corpo e dal comportamento e le diverse civiltà, pur avendo nel corso della loro storia coniugato diversamente questi elementi, ne hanno pur sempre mostrato la funzione perenne di rivelatori di verità sull’esistenza. La ricerca che ha dato corpo a questo volume esamina dalla ritualità cinese all’iniziazione in Africa, da Eleusi all’Islam, dall’universo rituale ebraico a quello cristiano, mostrando come i riti di iniziazione costituiscano un elemento essenziale dell’esperienza religiosa.
Il ruolo della donna, nella chiesa e nella società, è andato crescendo negli ultimi anni, con un evidente beneficio per la comunità. Contemporaneamente si è dibattuto, e si sta ancora discutendo, in merito all'identità - sia maschile sia femminile -, a come coniugare la pari dignità e la diversa identità, a come focalizzare l'originalità dei profili antropologici e della correlata educazione. Il volume, che spazia tra temi di grande respiro culturale, pedagogico e pastorale, analizza il quadro sociologico determinato da una presenza femminile sempre più centrale e il contributo insostituibile della donna nella comunità ecclesiale, delineando le prospettive di sviluppo. Una lettura di grande interesse per tutti coloro che operano nel campo dell'educazione e della spiritualità.
La storia delle donne non esiste. La storia come è stata raccontata è fatta di guerre, rivoluzioni, intrighi di potere, progressi economici o scientifici nei quali è rarissimo trovare come protagoniste figure femminili. Nella storia è come se le donne non fossero mai state delle persone ma solo strumenti di servizio ai quali si può a volte anche voler bene. La Chiesa stessa le ha tenute in considerazione, ma in quanto madri o addette a compiti «di cura».Eppure la Bibbia riserva alcuni mirabili scherzi della Provvidenza. Come avviene nel libro di Rut, dove in una notte di brivido e di alleanza si gioca il destino di due donne, ma anche quello di Betlemme e della casa di Davide. Oppure nel libro che narra le imprese di Giuditta, che con la sua astuzia e la sua intraprendenza riesce a salvare l'intero popolo assediato dal nemico.Anche la storia riserva eccezioni, come Christine de Pizan, la più nota fra le scrittici laiche del medioevo, la pittrice Artemisia Gentileschi, influenzata da Caravaggio, e la scrittrice Virginia Woolf, che cercò con le parole «una stanza tutta per sé».
Questo volume - grazie al contributo di studiosi ed esperti delle tematiche migratorie di diverse discipline e accademie italiane - descrive la situazione della mobilità internazionale e nazionale, per poi soffermarsi, nello Speciale 25 anni, ad analizzare il tema dell'immigrazione italiana attraverso le principali tematiche - flussi, lavoro, famiglia, minori, scuola e studenti internazionali, cittadinanza, mass media, appartenenza religiosa e pastorale migratoria - nella prospettiva di leggere l'attualità sulla base dell'importanza del cammino storico delle migrazioni vissuto dal Paese, dentro un contesto europeo e internazionale. Arricchisce il volume una sezione dedicata all'analisi dei contesti territoriali, a partire dai dati ufficiali disaggregati per regioni e province e dalle informazioni provenienti dalle sedi diocesane che danno riscontro del capillare lavoro socio-pastorale in atto. Chiudono un'Appendice giuridica aggiornata e un Glossario che informano, rispettivamente, sulle novità legislative e sul cambiamento del lessico legato alla mobilità.
Educazione di genere e identità di genere sono espressioni che stanno entrando nell'uso comune. Ma di quale genere si parla? E come coinvolge l'identità della persona e l'educazione all'affettività? Quale significato può assumere in relazione alla sessualità umana? Si tratta di una scelta? Oggi la corrente culturale del gender contesta alcuni stereotipi sociali connessi con il genere maschile e femminile e sostiene la legittimità di altri generi, che rappresentano delle varianti e possono essere connessi a condizioni particolari dal punto di vista biologico o psicologico. Si afferma così una distinzione tra identità di genere e sesso biologico e si rivendica a ciascun individuo la scelta dell'identità di genere che vuole avere. Anche l'idea di orientamento sessuale si presta a ogni interpretazione soggettiva, tanto che il range si fa amplissimo e su Facebook si contano fino a 55 varianti diverse.
Ciò che a Sarah Moore Grimké, donna particolarmente sensibile e profondamente religiosa, stava davvero a cuore, era la condizione femminile dal punto di vista morale e intellettuale. Contro una concezione distorta e radicata che sanciva l'inferiorità della donna rispetto all'uomo, si impegnò a dimostrare l'eguaglianza tra i sessi a partire da una diversa interpretazione del testo biblico. Analizzando la condizione della donna nelle relazioni sociali, l'autrice sottopose a una critica serrata l'opinione comune di attribuire solo all'uomo qualità come l'eroismo o l'intelligenza, e, nello stesso tempo, formulò un energico appello all'azione femminile. Queste riflessioni sono una testimonianza di una delle prime espressioni del femminismo americano.
"Etnografa, allieva o vicina ai grandi nomi della moderna etnografia e antropologia (quelli del Musée de l'Homme parigino), Germaine Tillion ha studiato in gioventù l'Algeria scoprendo la persistenza dei costumi e l'intreccio tra economia e società, tra credenze e pratiche, e ponendosi istintivamente, e verrebbe da dire cristianamente, dalla parte dei deboli è però chiara e profonda nell'analisi di un assetto sociale, di come esso si è formato e si regge... Militante, e segnata da una tradizione che possiamo dire socialista, ha reagito all'invasione tedesca della Francia in modo combattivo, e lo ha scontato venendo spedita nel lager di Ravensbruck dove sua madre è morta e dove ha contribuito alle azioni di resistenza continuando ad analizzare la realtà, anche la più atroce, con le lenti della sua scienza, per capire spiegare combattere anche quel nuovo tipo di dominio e di massacro... Mi viene da accostare la Tillion a certe figure femminili del dopoguerra italiano che ho avuto modo di frequentare e dalle quali ho avuto modo di imparare, in particolare quelle che, venendo dalla Resistenza, sono state vicine alla politica ma facendo politica a modo loro. Educando, con le parole e con i fatti. Penso ad Ada Gobetti, a Margherita Zoebeli, o ad Angela Zucconi".
Nemico giurato delle scuole e dei libri, bugiardo e vanitoso, buono di cuore quanto sventato di testa, affascinato dalle promesse di ricchezze improvvise e di miracolose attrattive, Pinocchio è senza ideali, senza patria e senza contrassegni distintivi di religione. La sua doppia natura - umana e legnosa, carnale e marionettistica, concreta e fantastica - lo conduce alle mosse più avventate e meccaniche, alle corse e ai balzi istrioneschi del burattino e, insieme, al rammarico, alle improvvise malinconie, ai pianti dirotti e segreti del ragazzo vivo e reale. Concreto e fiabesco, poetico e sapienziale, Pinocchio è il frutto maturo e inatteso della penna di Carlo Collodi, che scopre la propria autentica vocazione non negli studi teologici ai quali era destinato, ma nell'attività del poligrafo e del giornalista. Egli non è professore, non è cattedratico ed è sprovvisto di cultura pedagogica. Tuttavia, è ricco di verve e di intelligenza estrosa maturata nell'esperienza narrativa e affinata attraverso le traduzioni di Perrault, la composizione di guide scolastiche, favole educative e celebri libri di lettura per ragazzi. Un insolito, avventuroso educatore che, proprio per il suo anomalo percorso, è in grado di pensare l'avventura stessa come forma di educazione.
Che rapporto hanno i giovani con la fede? Quali sono le loro credenze e i loro atteggiamenti nei confronti della religione? Come hanno vissuto l'esperienza dell'Iniziazione cristiana, quali ricordi hanno del 'catechismo'? Sappiamo che molti di loro, dopo la Cresima, si allontanano dalla Chiesa: quali ne sono i motivi? E quali esperienze e cammini possono portare a un riavvicinamento? A queste e ad altre domande hanno risposto centocinquanta giovani, ragazze e ragazzi tra i diciotto e i ventinove anni, tutti battezzati, residenti in piccole e grandi località del Nord, Centro e Sud di Italia, con diverso titolo di studio. Cinquanta tra coloro che si sono dichiarati credenti nella prima fase della ricerca, promossa dall'ente fondatore dell'Università Cattolica Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, sono stati di nuovo intervistati e hanno raccontato - per la prima volta nel nostro Paese con tale estensione e profondità di indagine - la loro esperienza di fede e il loro vissuto religioso, rivelando un interessante spaccato di questa intima dimensione della vita, delle sue luci e delle sue ombre.
Cosa fa sì che un bambino o una bambina cresca omosessuale o eterosessuale? Simon LeVay indaga l'orientamento sessuale da una prospettiva biologica e lo considera il risultato dell'interazione tra geni, ormoni sessuali e processi di sviluppo a livello cerebrale e somatico. In un famoso lavoro pubblicato su Science nel 1991, LeVay aveva identificato una differenza nella struttura dell'ipotalamo di uomini gay ed eterosessuali: da allora un numero crescente di ricercatori si è dedicato allo studio delle radici biologiche dell'orientamento sessuale. In questo libro LeVay spiega in modo accessibile a tutti i risultati finora raggiunti dalla ricerca, conducendo il lettore in un viaggio affascinante nei laboratori di genetica, endocrinologia, neuroscienze, psicologia cognitiva e psicologia evoluzionistica. La conclusione generale è chiara: differenze genetiche, variabilità dei processi biologici ed effetti del feedback ambientale interagiscono in maniera complessa nei diversi individui determinando l'orientamento sessuale e le sue sfumature.