Il volumetto propone la prolusione d'apertura al Convegno internazionale «Il concilio ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei padri conciliari» (3-5.10.2012), promosso dal Pontificio comitato di scienze storiche in collaborazione col Centro studi e ricerche «Concilio Vaticano II» della Pontificia università lateranense.
Il contributo si sofferma su tre nodi ermeneutici emergenti dai principali fatti e documenti del periodo di cui il Congresso si occupa: il rapporto tra l'elemento teologico e quello storico, e di conseguenza la definizione del «soggetto» dell'ermeneutica conciliare; la questione dell'«indole pastorale del Vaticano II»; e l'intreccio tra «evento» e «corpus dottrinale».
L'intenzione dichiarata, «offrire qualche pista per un'adeguata ermeneutica conciliare necessaria per comprendere il processo di recezione», trova nell'idea di riforma nella continuità, proposta da Benedetto XVI, la categoria che sembra «più conveniente per leggere la natura dell'evento conciliare e per un'adeguata ermeneutica del suo corpus nell'ottica della pastoralità».
Sommario
Avvicinarsi oggi al concilio. I. Il soggetto dell'ermeneutica conciliare. II. L'indole pastorale del concilio. III. Evento e corpus dottrinale. IV. «La Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio».
Note sull'autore
ANGELO SCOLA, cardinale, è arcivescovo di Milano. Ha insegnato Antropologia teologica al Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia della Pontificia Università Lateranense, della quale è stato rettore magnifico. Nel 2002 è stato nominato patriarca di Venezia e nel 2005 è stato relatore generale della XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata a «L'eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa».
Il volume raccoglie gli interventi di Giovanni Colombo al Vaticano II e tutta una serie di suoi discorsi e conferenze nel postconcilio. Vi appaiono anzitutto le Lettere, che dal 1963 al 1965 l'arcivescovo, presente al Concilio, inviò agli Ambrosiani per illustrarne e commentarne i lavori, i dibattiti e i documenti. La chiarezza della rievocazione e la finezza dei giudizi, non discompagnata da una contenuta emozione, fanno di questo epistolario una delle più vive e mature testimonianze di quell'evento, e tuttora una guida sicura per comprenderlo. Gli altri scritti editi nel volume, e scelti tra quelli più significativi, attestano l'intenso impegno di Colombo sia a spiegare il senso esatto dei testi del Concilio e a rilevarne con puntuali precisazioni i non rari e diffusi fraintendimenti, sia a orientarne e a determinarne la giusta e illuminata applicazione. In questa linea egli tratta di vari temi - come la Chiesa, la liturgia, la teologia, il laicato, la cultura, l'arte, il lavoro, la pastorale -, richiamando la lettera e lo spirito del Concilio alle varie categorie di persone, dai medici agli operatori economici, dagli artisti ai religiosi. L'arcivescovo di Milano sa comporre un coraggioso e prudente rinnovamento e una ferma fedeltà alla tradizione: mentre non si lascia confondere o incantare da avventurose e deleterie novità, non rimane tuttavia ancorato in forme antiche felicemente superate dal Vaticano II.
Essere fedeli laici oggi rappresenta una sfida più complessa di quanto non lo sia stata cinquant'anni fa, alla fine del Concilio Vaticano II. Un mondo in continuo divenire, e sempre più difficile da interpretare, interpella i credenti quanto alla loro coerenza nella fede, soprattutto nei comportamenti ordinari. Il metodo della dottrina sociale della Chiesa - vedere, giudicare, agire (Giovanni XIII, "Mater et Magistra", 1961) - suggerisce alcuni passi di un discernimento della società contemporanea secondo le indicazioni del magistero. Sta alla comunità ecclesiale accogliere e promuovere il contributo dei suoi fedeli laici alla conoscenza e alla valutazione del mondo di oggi, per un'evangelizzazione efficace, fondata sull'autenticità della testimonianza cristiana.
"Il tema che è stato prima di tutto affrontato, e che in un certo senso nella chiesa è preminente, tanto per sua natura, che per dignità - vogliamo dire la sacra liturgia – è arrivato a felice conclusione e viene oggi da Noi con solenne rito promulgato. Per questo motivo il nostro animo esulta di sincera gioia. In questo fatto ravvisiamo infatti che è stato rispettato il giusto ordine dei valori e dei doveri: in questo modo abbiamo riconosciuto che il posto d'onore va riservato a Dio",
Con queste parole entusiaste, il 4 dicembre 1963 papa Paolo VI salutava la promulgazione della Costituzione sulla sacra liturgia "Sacrosanctum Concilium", primo fra i documenti emersi dal Concilio Vaticano II.
A cinquant'anni da quello storico evento, la Facoltà Teologica di Sicilia ha tentato di raccogliere la preziosa eredità, declinando, nella polifonia dei contributi qui raccolti, gli accenti, le sfide e le provocazioni che quel testo ancora oggi offre alla vita, al pensiero e alla preghiera della Chiesa.
Il Concilio Vaticano II ci ha riportato alla grande Tradizione della trasmissione del Vangelo, affidata - nella Chiesa nascente e nella storia della santità umile e nasconsta - in primo luogo alla testimonianza, allo stile, al racconto. Oggi, a cinquant'anni dal Concilio, ci sono ipotesi e prassi diverse rispetto a quelle che privilegiano la fede e restano radicate nel Vangelo: c'è chi si affida al ritorno del sacro o alla funzione sociale della Chiesa; c'è tanto attivismo spesso privo di pensiero; c'è una ricerca di presenza e di consenso molto diversa dalle logiche evangeliche del seme e del lievito. La memoria del Concilio - arricchita dall'esperienza di un Sinodo diocesano che ne ha riproposto e attualizzato messaggi e stili - permette di continuare a pensare con semplicità che invece il Vangelo lo trasmettiamo anzitutto con la vita e con ciò che lo Spirito ci ispira nelle "piccole vie" della vita di ogni giorno. Tale è la materia di questo libro: i giorni concreti della vita, guardati e sentiti nella loro incidenza, nella loro forza, nella loro gioia, nel loro dolore anche. Con la sola preoccupazione di mantenere vivo il filo (e la domanda) su che cosa abbia rappresentato il Concilio nell'esistenza cristiana, su quello che soprattutto può e deve essere per il futuro che ci attende. Nella gioia di sintonie inaspettate con le parole, i gesti e gli stili del nuovo Vescovo di Roma Francesco, potendo con lui "sognare" una Chiesa povera e per i poveri.
L’intento del volume è quello di confermare la centralità della “questione antropologica” e la necessità di cogliere e valorizzare le attese e le provocazioni provenienti dal confronto – di chiaro sapore critico, ma anche per la pastorale – con temi e problemi prevalenti nella cultura contemporanea.
A tal proposito, l’Autore non si è limitato a documentare la centralità della “questione antropologica” né si è accontentato di indicare gli ambiti di applicazione di essa. Nell’ultima parte del volume, si è misurato – in maniera esemplificativa – con i risvolti antropologici connessi ad alcuni temi di bioetica e presenti in maniera prepotente nell’attuale discussione sul tema dell’anima. In particolare, le pagine che compongono l’ultima parte del volume sono il frutto di un notevole impegno di “inveramento” delle tesi sostenute: in particolare di quella centrale – di sapore biblico – che vede, in maniera definitiva, liquidati i riferimenti a una concezione dualistica dell’universo personale, a favore di una concezione unitaria dell’uomo.
Raccolta dei messaggi del papa Paolo VI per la ripresa e le conclusioni delle sessioni del Concilio Vaticano II dal settembre 1963 al dicembre 1965.
L’Opera comprende tutti i manoscritti del Papa con l’aggiunta delle trascrizioni curate dai suoi vari collaboratori. Dai manoscritti si può esaminare la passione del Papa, la sua attenzione, la sua diligente cura anche attraverso le note che distinguono il lavoro. È un’opera che favorisce lo studio attento sulle tematiche e sui risvolti, anche più semplici, che il Papa affidò ai Padri conciliari perché ne facessero oggetto di singolare studio. Il confronto tra il manoscritto di Paolo VI e il testo dattiloscritto favorisce una maggiore comprensione dei personali intenti del papa Paolo VI.
Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo "Anno del Concilio" pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti. Questo libro non è scritto nell'ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c'è tra il Concilio e gli anni '60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito? Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l'impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un "sentiero" che porti in salvo il nostro semplice fedele.
Tra le varie tematiche che generalmente vengono approfondite dagli studi sul Concilio Vaticano II, questo volume ne prende in esame una insolita, a cui il Concilio non dedica un documento apposito, ma ne attraversa molti, cioè la Vita Cristiana. L'Autore nota la preoccupante perdita di entusiasmo da parte dell'uomo contemporaneo nel seguire la dottrina cristiana, vista da molti credenti come un macchinoso insieme di regole morali da seguire faticosamente, e con questo testo intende dimostrare ai fedeli che i documenti conciliari presentano una vita cristiana bella", di qualità, in quanto l'iniziativa di fare del bene non è del cristiano ma direttamente di Dio. "
La presente pubblicazione intende rileggere ai sacerdoti di tutto il mondo il Concilio Vaticano II, evento che ha dato vita a una nuova stagione della teologia del sacerdozio cattolico. In particolare l'autore, Vicario Generale della diocesi di Würzburg, vuole offrire con queste pagine un contributo ai fratelli sacerdoti infondendo loro il coraggio di affrontare le mutate condizioni sociali ed ecclesiali del ministero.
Descrizione dell'opera
Il primato e l'infallibilità del papa erano stati definiti l'ultimo giorno (18 luglio 1870) del concilio Vaticano I, poi immediatamente sospeso di fronte alla minaccia delle truppe italiane in movimento verso Roma.
Poco meno di un secolo dopo, il concilio Vaticano II ha invece richiamato l'identità e la responsabilità di ogni cristiano affermando che la Chiesa è il popolo di Dio, cioè l'insieme dei fedeli, e la gerarchia ne è «al servizio». Ciò non contrasta con la devozione al pontefice e alla gerarchia, ma ricorda che un organismo incentrato sul vertice è inevitabilmente portato a privilegiare l'ordine fondato sul comando e sulla fedeltà ai dogmi.
Se una Chiesa che «parte dall'alto» rischia le suggestioni del potere, una Chiesa che parte dal popolo di Dio è più orientata a considerare le esigenze, la semplicità e le sofferenze di tanta parte dell'umanità.
Sommario
Prefazione. 1. Viva il Papa! 2. La collegialità e la tradizione. 3. Le prime comunioni? 4. Dalla comunione umana alla comunione cristiana. 5. Lo spirito della comunione. 6. Quale popolo di Dio? 7. La Chiesa per il mondo. 8. Viva il Papa, viva il popolo di Dio?
Note sull'autore
LUIGI BETTAZZI (Treviso 1923) è vescovo emerito di Ivrea. Laureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e in filosofia presso l'Università degli studi di Bologna, viene ordinato sacerdote nel 1946. Impegnato nei movimenti giovanili, è nominato assistente diocesano e vice-assistente nazionale degli universitari cattolici della FUCI. Nominato vescovo ausiliare di Bologna il 10.8.1963, viene trasferito a Ivrea il 26.11.1966. Ha partecipato a tre sessioni del concilio Vaticano II. È stato presidente di Pax Christi Italia e presidente della Commissione Iustitia et pax della Conferenza episcopale italiana. Presso le EDB ha pubblicato La Chiesa oltre le rughe (2001), Anticlericali e clericali. Dal Risorgimento italiano alla nonviolenza (2006), Vescovo e laico? Una spiegazione per gli amici (42011), Il Concilio, i giovani e il popolo di Dio (22012).
Un libro agile, quasi un piccolo bignami. Per non dimenticare il Concilio, per ripassare i passaggi fondamentali, per scoprire - o riscoprire - le novità fondamentali che hanno cambiato il nostro modo di essere nella Chiesa. Monsignor Giacomo Canobbio, teologo di fama, racconta il Concilio Vaticano II alla giornalista Annachiara Valle. Un dialogo denso che fa giustizia dei luoghi comuni e degli attacchi che ciclicamente si ripetono su uno degli eventi fondamentali che ha segnato la storia della Chiesa. Un libro da portare con sé, da consultare spesso per "far camminare" il Concilio anche sulle nostre gambe.