A vent'anni dalla morte dell'autore si ripropone questo fondamentale studio incentrato sulla figura di Maria. Nella descrizione del mistero dell'Alleanza fra Dio e il suo popolo, Maria sta dalla parte umana del patto personificando Israele davanti a Dio, e realizzando l'immagine compiuta dalla Chiesa nella sua relazione sponsale con Cristo.
Questo saggio intende affrontare il tema del diaconato basandosi sulle fonti bibliche, patristiche e liturgiche, precisando le caratteristiche di tale ministero alla luce del concilio Vaticano II. Ciò che emerge dall'analisi è un diaconato chiamato a servire là dove la Chiesa sperimenta le proprie fragilità e insufficienze, là dove c'è da riparare l'infedeltà o l'inadeguatezza. Il diaconato è il ministero che aiuta la comunità cristiana a crescere nella fedeltà al Vangelo. Un ministero che non può essere descritto per quello "che può fare" ma per quello "di cui si preoccupa". Un servizio "liquido" perché si adegua, più di ogni altro, alle necessità che la Chiesa vive per la sua missione. Il testo presenta in appendice due approfondimenti, uno biblico-teologico e l'altro liturgico, per chi è interessato a un'analisi più attenta delle ragioni che hanno portato l'autore alle sue conclusioni.
È la sinodalità la panacea di tutte le strozzature istituzionali della Chiesa? È forse la sola risposta possibile alle inerzie degli ultimi due secoli? È la variante cattolica di una democrazia che arriva nella comunità ecclesiale quando è sotto pressione nel grande gioco della politica? Questo libro non intende fornire una risposta a tali domande, ma spiegare che sono sbagliate, per due motivi. Il primo è che nella storia la sinodalità è un'esperienza mutevole, cangiante, duttile, ma riconoscibile per essere efficacie nei tempi di crisi; un'istituzione funzionale, indubbiamente estranea alla "costituzione" della Chiesa, rivelatasi essenziale per enunciare la fede e vivere la comunione. Essa non è dunque un unguento magico per guarire le piaghe che affliggono la Chiesa cattolico-romana, ma una prassi di cui si può fare uso. E diverse voci qui raccolte forniscono alcune istruzioni in merito. Il secondo motivo riguarda il significato storico dell'evento conciliare dal quale ha riavuto ha riavuto diritto di cittadinanza nella chiesa latina: il Vaticano II non ha fornito un filtro meccanico per distillare una teologia astratta della sinodalità, ma ha posto la Chiesa in una prospettiva di conciliarità. Ed è di questo che il sinodo può prendere coscienza. Contributi di Alberto Melloni, Giuseppe Ruggieri, Severino Dianich, Marcello Semeraro, Christoph Theobald, Declan Marmion, Antonio Spadaro, Carlos María Galli, Giuseppe Alberigo.
La tipologia classica della vocazione presbiterale cattolica è ancora affidata all'autocandidatura: è il singolo che si presenta e chiede di essere accolto per «farsi prete». Laddove la prospettiva fosse invece primariamente ecclesiale, sarebbe la comunità nel suo insieme che elegge un candidato e ne verifica la capacità per una sequela matura e responsabile. Ma oggi l'approccio non è di questo tipo: chi chiede di entrare in seminario ritiene più che sufficiente la propria disponibilità personale, vivendo spesso il percorso formativo come un test selettivo da superare. Partendo dall'attuale contesto di "fine della cristianità", il volume esamina nelle sue linee fondamentali la struttura della formazione nei seminari, che è ancora quella impostata dal concilio di Trento (XVI secolo), e propone un'ipotesi diversa per l'itinerario formativo dei futuri presbiteri e, dunque, di un diverso modello di seminario.
Chi sono i teologi e le teologhe? L’interrogativo deve essere necessariamente posto in forma plurale: non esiste oggi (se mai sia esistita) una “figura-standard”. Differenze di età, di genere, di provenienza sociale e religiosa, di cultura, di sensibilità e di formazione, anche nel pur piccolo contesto italiano, determinano una pluralità di volti e di storie, come mostrano i racconti biografici narrati in questo libro. In tutti i casi, ci troviamo davanti a credenti che ricercano – nel pensiero e nella prassi – unità di fede e di vita nella sequela di Gesù; uomini e donne di Chiesa, uomini e donne che esprimono una parola inquieta e significante; persone responsabili che proprio nel fare teologia offrono il loro contributo al bene ecclesiale e sociale. Un “destino scelto”, una vocazione consegnata, una possibilità scoperta nelle circostanze della vita, un'identità progressivamente costruita, a confronto con gli altri.
Contributi di Marinella Perroni, Antonio Autiero, Enzo Biemmi, Giorgio Bonaccorso, Piero Coda, Cristina Simonelli, Antonietta Potente, Fulvio Ferrario, Paolo Boschini, Sergio Tanzarella, Paolo Gamberini, Andrea Grillo, Simone Morandini, Riccardo Battocchio, Pier Davide Guenzi, Serena Noceti, Claudio Monge, Massimo Faggioli.
Sommario
Prefazione (E. Castellucci). Narrazioni, prismi ed esplorazioni: volti e luoghi di teologia in Italia (S. Morandini - S. Noceti). Esegesi storica come intelligenza della fede (M. Perroni). Teologia morale come passione per l’umano. Un profilo essenziale (A. Autiero). Narrare (E. Biemmi). Percorsi di riflessione (G. Bonaccorso). Nell’humus del Vaticano II: al soffio del carisma dell’unità (P. Coda). Teologia da un altrove (C. Simonelli). Fare teologia è scrutare l’universo fantastico (A. Potente). La teologia che cambia l’esistenza (F. Ferrario). Respirare con due polmoni (P. Boschini) Da una scuola di paese (S. Tanzarella). Pensare al crocevia - Via crucis del credere (P. Gamberini). Autoritratto teologico (A. Grillo). In dialogo: teologia per la creazione (S. Morandini). I «doppi pensieri», il quadro, la cornice, il chiodo (R. Battocchio). Dentro il farsi drammatico della vita e del pensiero. Una traccia del mio lavoro teologico (P.D. Guenzi). Restituiti alla Parola: «Noi» siamo Chiesa (S. Noceti). Interrogare la storia per scorgervi «tracce di assoluto» (C. Monge). Storia, tra Ferrara e gli USA (M. Faggioli). Autrici e autori.
Note sull'autore
Simone Morandini, docente di Teologia della creazione all'Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino in Venezia, di cui è vicepreside, e alla Facoltà Tologica del Triveneto, è membro dell'Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale.
Serena Noceti, docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, tiene corsi alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale di Firenze ed è socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane.
Qesto manuale introduttivo alla teologia si propone di superare il metodo apologetico ed ecclesiastico di molta parte delle pubblicazioni di settore in Italia, di divulgare i risultati più convincenti della ricerca teologica degli ultimi due secoli e di collocarsi oltre le polemiche con la ragione moderna.
In questo tentativo il discorso acquisisce spesso la forma della narrazione storica: sembra ancora essere questo il metodo migliore e più immediato per aiutare a comprendere la strada che ha portato all’esperienza della secolarizzazione e allo studio della figura di Gesù di Nazaret e della sua interpretazione cristiana.
Sommario
Premessa breve. I. Teologia e secolarità: a partire da tre termini ambigui. II. Questioni teologiche attorno al testo biblico. III. Alla ricerca di un discorso storico su Gesù di Nazaret. IV. Gesù, l’ebreo. V. Giorni di morte e risurrezione. VI. Il cammino verso il dogma. VII. Ridire la fede cristiana: come conclusione.
Note sull'autore
Gianluca Montaldi insegna Teologia all'Università Cattolica di Brescia e alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma. È segretario della Società italiana per la ricerca teologica (SIRT) e segretario operativo dell’International Association the Conciliar Theology; è inoltre membro del comitato internazionale della rivista Concilium e del comitato scientifico della collana “Vestire l’indicibile”.
Gli abusi spirituali, le violenze sessuali e le ingerenze nei cammini delle Chiese locali e nel ministero del Vescovo di Roma sono solo alcuni indicatori di una delle maggiori difficoltà della Chiesa cattolica: l'incapacità di sostenere le proprie ragioni teologiche nella vita quotidiana degli uomini e delle donne di oggi. La mancanza di un'ecclesiologia inserita nel quadro della storia delle istituzioni dell'Occidente europeo vanifica infatti ogni tentativo di riconfigurazione istituzionale del corpo ecclesiale, al fine di renderlo evangelicamente rispondente alla condizione contemporanea. Situare la Chiesa nello spazio pubblico vuol dire, quindi, pensarla nel gioco di intrecci e relazioni che si intessono tra le istituzioni, inserendosi nell'alveo della loro storia. In altri termini significa comprendere la dimensione teologica della Chiesa come un'istituzione non esente e immune, ma coinvolta nelle dispute che danno forma all'insieme della socialità comune.
Che cosa significhi essere maschio e femmina è oggi fortemente in discussione. Non c'è bisogno di ricordare la paura suscitata in ambiente ecclesiale dalla «questione gender», basta l'ovvia consapevolezza che le relazioni fra i sessi, almeno nei paesi ricchi e democratici, sono state sconvolte. Il femminismo ha rovesciato il sistema sociale e culturale che prevedeva il maschile come prototipo dell'umano; la struttura patriarcale si è sgretolata, le donne si sono emancipate e gli uomini sono andati in crisi. Alcuni, intimoriti, si sono ritirati dalla relazione o la vivono all'ombra della loro compagna; altri - e questa è una tipologia frequente all'interno della Chiesa - preferiscono donne non emancipate; altri ancora si lasciano interrogare dai mutamenti che avvengono e si mettono alla ricerca di un nuovo modello di maschilità, adeguato al contesto di oggi. Il problema ecclesiale è che i maschi che vogliono seguire Gesù devono prendere coscienza di aver introiettato un modello di maschilità che è loro di ostacolo nella sequela, altrimenti non potranno assumere la sua logica né conformarsi a lui.
La lunga vicenda del legame tra storia cristiana e il potere delle immagini non si lascia facilmente rinchiudere dentro la comoda definizione di «arte sacra». Essa riguarda quel segmento di produzione artistica a soggetto religioso che ha trovato la sua più compatta codificazione dottrinale nei secoli della controriforma cattolica. Un diffuso riflesso mentale della cultura credente ha elevato questo specifico momento storico a forma permanente e quasi immutabile del secolare legame tra arte e fede. Per questo il suo declino moderno viene vissuto come un lutto che ha qualcosa di irreparabile.
Nella storia cristiana il rapporto fra la vita credente e il potere delle immagini non si è dato in un modo univoco e secondo modalità immutabili, ma sempre in modo dinamico e secondo modelli diversi. A lungo il cristianesimo si è tenuto lontano dalla seduzione idolatrica delle immagini per poi assegnare loro un potere molto vicino a quello del sacramento. In altre stagioni esse sono state separate da un potere che appariva eccessivo per essere ricondotte a un compito di rappresentazione del sacro. Nel nostro tempo le immagini sono a servizio di una potente cultura visiva che rende difficile il loro rapporto coi tradizionali bisogni dell’esperienza credente. Insomma, quella tra il potere delle immagini e la vita cristiana è da sempre un’amicizia inquieta. Una reciproca attrazione fatale che deve continuamente trovare i suoi punti di equilibrio.
Sommario
Introduzione. Tirare fili diversi. I. Il mondo delle icone. Le immagini nell’orbita del sacramento. II. I secoli della rappresentazione. Le immagini nell’orbita del sacramento. III. Il tempo della videosfera. Nel dominio dei simulacri mediali. Come si andrà avanti (invece di una conclusione). Bibliografia.
Note sull'autore
Giuliano Zanchi, direttore del Museo Bernareggi e del Museo e tesoro della cattedrale di Bergamo, è segretario generale della Fondazione Adriano Bernareggi. Licenziato in Teologia fondamentale e sistematica alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, si occupa di temi al confine fra l’estetica e la teologia e collabora con L’Osservatore romano e la Rivista del clero italiano. Con EDB ha pubblicato Le migrazioni del cuore. Variazioni di un’immagine tra devozione e street art (2017).
Questo saggio offre una sintesi matura del pensiero del grande teologo benedettino Ghislain Lafont a partire da quattro elementi di novità rispetto alla visione classica del cattolicesimo. Il primo riguarda la rivisitazione dell’idea di sacrificio come pratica essenzialmente legata all’amore (e non al male o al peccato). Il secondo presuppone il ripensamento dell’eucaristia come «memoria attiva» del sacrificio «assolutamente unico» di Cristo, che non necessita di tutto l’apparato rituale a cui siamo abituati. Il terzo suggerisce una visione unificata del ministero nella Chiesa come «autorità complessiva radicata in un carisma specifico», esercitata al servizio di tutto il corpo ecclesiale. Il quarto, infine, sostiene l’idea che sia possibile per la vita della Chiesa uno stile più conforme al vangelo se «amore in eccesso», o «misericordia», hanno il primato tra tutti i nomi divini. Ed è proprio questo tema dell’amore misericordioso che consente di fare una sintesi armoniosa dei quattro elementi che vengono qui presentati.
Il francescano padre Cherubino (Vincenzo) Bigi (T 2003) si dedicò assiduamente allo studio e all'insegnamento della teologia e della filosofia; con particolare attenzione fu studioso attento di san Bonaventura, secondo il quale lo studio è non solo lecito, ma anche doveroso per i frati, a patto che sia motivato non da una curiositas mondana (il sapere come mezzo di potere sugli altri), ma da quella studiositas che è pienamente conforme allo spirito evangelico di servizio, che anche san Francesco d'Assisi si è sforzato di vivere e insegnare. In questo volume è possibile accostare alcune importanti traduzioni di opere di san Bonaventura (Collationes e Sermones) che padre Cherubino curò con grande scrupolo, oltre alla trascrizione di una serie di conferenze su tematiche filosofico-esistenziali tenute per una emittente radiofonica negli anni '80-'90 del secolo scorso.
A partire dagli scritti del sociologo Luca Diotallevi e dello scrittore Erri De Luca, il volume propone un'originale riflessione a più voci sul futuro della fede in un tempo di crisi. I contributi sottolineano da diversi punti di vista (biblico, letterario, teologico, filosofico, sociologico-pastorale) la necessità di una nuova riflessione in riferimento alle condizioni mutate del tempo, soprattutto in un momento storico in cui andrebbe riscoperto anche dal punto di vista comunicativo il senso della rivelazione nella storia. Il tempo di crisi, come suggestivamente suggerisce il magistero di papa Francesco, è infatti un'occasione propizia per riflettere e testimoniare la fede in Cristo. Presentazione di Francesco Asti.
La «sinodalità» - antica e profetica parola che riguarda l'intero popolo di Dio e contrassegna il pontificato di Francesco - viene esaminata in questo libro dal punto di osservazione della sua giustificazione teologica. La «teologia della sinodalità» è infatti necessaria sia per aiutare la missione e la pastorale a fronteggiare le «croci dell'ora» (don Primo Mazzolari), sia per vivere in modo gioioso e fervido le «grazie dell'ora» che lo Spirito sta procurando a questo tempo di storia cristiana. Accettare e vivere la grazia sinodale significa dunque ritornare alle radici del concilio Vaticano II per assaporarne uno dei frutti migliori.
I processi e le strutture che hanno permesso, fino a qualche decennio fa, di comunicare il Vangelo paiono oggi sempre più inadatti a svolgere questa funzione. La trasmissione della fede da una generazione all’altra, su cui per secoli si è potuto quasi naturalmente contare, si sta velocemente interrompendo ed è sempre meno chiaro o condiviso che cosa si debba fare affinché il messaggio cristiano torni a essere tale per le donne e gli uomini che vivono in Europa.
A partire dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium un gruppo di teologi riflette sulla «conversione» che il testo di papa Francesco richiede a diversi livelli e in diverse direzioni, sul terreno pratico e, prima ancora, su quello della riflessione accademica. Nel quadro di una lettura che prende in esame la Chiesa e la teologia latino-americane e il contesto culturale europeo, l’indagine si focalizza su due grandi orizzonti di conversione - il volto di Dio e la realtà della Chiesa – che richiedono di trovare concretezza in più specifici e circoscritti terreni: il diritto canonico, la liturgia, la morale e la spiritualità.
Questo libro si propone di presentare una visione personale della fede e uno sguardo aggiornato del mistero di Dio in sintonia con le preoccupazioni della cultura di oggi. La riflessione di Torres Queiruga – che costituisce anche una serena risposta alle obiezioni sollevate dalla Commissione per la fede dell’episcopato spagnolo – si concentra su tre temi di particolare urgenza: l'idea della creazione per amore, il problema del male e la messa in discussione della preghiera di richiesta.
In questo testo, il teologo compie una difesa appassionata, e lontana dai dogmatismi, del carattere personale di Dio e analizza il tragitto di una coscienza religiosa che consente di avvicinarsi al baratro luminoso intravisto dai grandi mistici di tutte le religioni.
Definire l’ateismo al singolare può risultare un’operazione imprecisa e fuorviante; sarebbe più corretto parlare di ateismi, vista la varietà delle forme, dei contenuti e degli orientamenti. In ambito teologico la percezione è mutata profondamente e ha abbandonato i toni apologetici passando a un’attività di analisi e a una riflessione sulla testimonianza della speranza cristiana e della freschezza evangelica.
Nell’ottica di Gallagher l’ateismo contemporaneo è da ricondurre alla crisi culturale che si è prodotta con la scomparsa dallo scenario europeo di personalità dotate di spirito enciclopedico e di cultura universale. Se, da un lato, il perfezionamento della ricerca scientifica e la moltiplicazione degli ambiti hanno prodotto risultati eccellenti e lodevoli, dall’altro hanno provocato una frattura nel mondo del sapere che ha avuto ricadute sia nell’elaborazione teologica sia nella percezione che gli uomini hanno di Dio.
Dopo cinque secoli, Lutero, Zwingli, Butzer e Calvino sono ancora figure largamente sconosciute a un pubblico di non specialisti. Questo volume si propone di colmare la lacuna offrendo una mappatura delle traiettorie che hanno caratterizzato il Cinquecento protestante. Il saggio delinea, pertanto, la particolare vicenda storica dei grandi riformatori inquadrandola nel loro specifico contesto sociale e prendendo in esame le loro peculiari teologie. La Riforma protestante, infatti, non è il frutto solitario di un monaco agostiniano che «scomunicò» la Chiesa di Roma, ma un evento epocale e policentrico che ha determinato la modernità e a cui hanno contribuito quattro distinte città, sedi di quattro riformatori: Wittemberg, che conobbe la riforma della fede; Zurigo, che orientò la riforma della città; Strasburgo, che pose il problema della riforma della vita; Ginevra, che seppe operare la riforma della Chiesa. Nel loro insieme esse costituirono la cosiddetta «Riforma magistrale». A questa si deve aggiungere la «Riforma radicale», l'ala sinistra del movimento riformatore che nell'anabattismo trovò la parabola per separare lo Stato dalla Chiesa.
Con questo volume prosegue la pubblicazione delle opere di padre Vincenzo Cherubino Bigi (1921-2003). Nella raccolta che vede la luce, vengono riproposti gli studi bonaventuriani di p. Bigi, che nulla hanno perso della loro profondità e pertinenza. L’anno 2017, in cui si ricorda l’ottavo centenario della nascita di san Bonaventura, può essere l’occasione opportuna per riprendere lo studio di questo teologo francescano, che ha saputo tradurre in rigoroso sforzo di pensiero l’esperienza e le intuizioni spirituali di san Francesco.
All’interno della Chiesa l’autorità non si limita alla persona del papa o alla Curia romana. Su questo tema l’insegnamento del concilio Vaticano II è infatti più ricco e più complesso e consente di riflettere sull’aspetto policentrico dell’autorità, inclusivo della Scrittura, della tradizione, del magistero (il papa, il collegio dei vescovi, le conferenze episcopali), dei teologi, del sensus fidelium, della coscienza, dell’esperienza e della pratica. Inoltre, vi è una gerarchia delle autorità, secondo la quale la Scrittura occupa il primo posto.
Sommario
Introduzione. I. Autorità, Scrittura e Tradizione. II. La Tradizione. III. Autorità collegiale ed esercizio del magistero. IV. Conclusione.
Note sull'autore
Gilles Routhier è professore ordinario di Ecclesiologia e decano della Facoltà di Teologia e Scienze religiose dell’Università di Laval, in Canada. Si occupa, in particolare, della storia, della recezione e dell’ermeneutica del concilio Vaticano II e della sua influenza sull’evoluzione del cattolicesimo post-conciliare.
Dalla situazione attuale della Chiesa cattolica viene una particolare spinta a rimettere a fuoco il tema del magistero. Dopo l'avvento al papato di Jorge Mario Bergoglio si sono mosse le acque - secondo alcuni pericolosamente, secondo altri felicemente. In qualche maniera, se pure in misura minore, si rivive il clima del concilio Vaticano II. Papa Francesco, infatti, intende far uscire la Chiesa dalle trincee nelle quali sembra essersi rinchiusa, nell'ansia di dover contrastare un'evoluzione del costume e della legislazione che sta travolgendo il millenario «ethos» della tradizione cristiana. Solo superando il fossato che rischia di riaprirsi fra Chiesa e società civile, papa Francesco conta di trovare spianata la strada alla riproposizione del vangelo agli uomini di oggi. Egli è ben consapevole che nella fede non si procede superando l'antico dettato dottrinale e la normativa etica tradizionale e affida, quindi, la sua impresa a un cambiamento dello stile, delle forme e dei metodi del magistero. È proprio questo che sconcerta molti ed è su questo aspetto che vale la pena puntare l'attenzione per cercare di comprendere verso quali orizzonti si muova la missione della Chiesa nel mondo.
Il vangelo di Luca riferisce di una peccatrice che cosparge di profumo i piedi di Gesù, nella casa di un fariseo: è una donna della Galilea, da non identificare con Maria Maddalena. Marco, Matteo e Giovanni raccontano invece l'unzione avvenuta a Betania pochi giorni prima della Pasqua e della passione. Per Marco e Matteo l'anonima protagonista versa il profumo sul capo di Gesù, mentre per Giovanni si tratta di Maria e l'unzione riguarda i piedi.Il libro analizza i due episodi evangelici - gli unici in cui Gesù si lascia toccare a lungo da qualcuno - e ricostruisce la storia della loro interpretazione dai Padri della Chiesa al XX secolo attraverso opere esegetiche, omiletiche, spirituali, mistiche e con particolare attenzione alla tradizione monastica e quella francescana.
Il libro si sofferma su due icone del Nuovo Testamento particolarmente significative per cogliere il valore dello studio teologico. La prima raffigura una tappa paradigmatica dell’itinerario esistenziale di Paolo di Tarso e offre alcune riflessioni sull’affetto credente per Cristo, la comunione ecclesiale e il desiderio ardente di vita.
La seconda rappresenta l’esperienza spirituale dei discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni al cospetto di Cristo trasfigurato, un’icona che delinea la teologia come ambito di rivelazione divina del senso della vita e della morte. Intesa come scientia Dei e opera di carità, la ricerca teologica diventa così un’occasione favorevole in cui lo Spirito trasfigura il teologo in un’immagine vivida di Cristo.
Sommario
Premessa. La teologia odierna tra fatica e frammentazione. I. Affetto credente, comunione ecclesiale e desiderio di vita. 1. Affectus fidei e inculturazione della «bella notizia» di Cristo. 2. Communio Ecclesiae e unità interiore dell’evangelizzatore. 3. Concupiscentia vitae e debolezza credente dell’evangelizzatore. II. Teologia come itinerario trasfigurante della mente, del cuore e dei sensi.
1. Teologia come esperienza del «Tabor». 2. Teologia come ambito di manifestazione divina del senso della morte e della vita. 3. Teologia come scientia Dei. 4. Teologia come opera di carità. Epilogo. Teologia come itinerario di trasfigurazione della persona. Bibliografia.
Note sull'autore
Franco Manzi, sacerdote della Diocesi di Milano, ha conseguito nelle Pontificie Università Romane il dottorato in Scienze Bibliche e in Teologia. È élève titulaire de l’École Biblique de Jérusalem. Insegna nel Seminario e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e nelle Facoltà Teologiche dell’Italia Settentrionale e di Lugano. Direttore della rivista La Scuola Cattolica, è autore di numerosi libri. Con EDB ha pubblicato Attirerò tutti a me. Ermeneutica biblica ed etica cristiana (in collaborazione con A. Fumagalli, 2005).
Le pagine del volume affrontano, anche per lettori non specialisti, i maggiori temi della Dei Verbum, la costituzione dogmatica del concilio Vaticano II sulla divina rivelazione. Al suo interno sono state evidenziate quindici tematiche che riguardano non solo la riflessione teologica, ma anche la pratica biblica e la dimensione pastorale. L’intento è riproporre le principali domande che accompagnano chi desidera iniziare la lettura della Bibbia, in particolare il suo contenuto e l’interpretazione che ne hanno dato la tradizione e la dottrina cattolica.
Dopo un’introduzione storica sul «movimento biblico» che ha condotto al Concilio, sulla stesura della Dei Verbum durante il Vaticano II e sulla recezione del documento nell’ultimo mezzo secolo, il libro suggerisce «quindici passi» nei grandi temi, come la rivelazione di Dio all’uomo, l’Ispirazione, l’interpretazione scientifica del testo sacro, la verità teologica che la Bibbia contiene, la sua potenza e il suo valore in quanto Parola di Dio e parola umana, il dialogo tra scritture ebraiche e scritture cristiane. E, infine, il «compimento» di ogni attesa e speranza in Gesù, nella sua vicenda storica e nel suo mistero.
Sommario
Premessa. Introduzione. I. In religioso ascolto (DV 1). II. Parla agli uomini come ad amici (DV 2). III. Gesù compimento della rivelazione (DV 3-4). IV. Una fede libera e intelligente (DV 5-6). V. Gli apostoli e la Tradizione (DV 7-8). VI. Scrittura, Tradizione e magistero (DV 9-10). VII. Ispirazione e interpretazione
(DV 11-12). VIII. Parola come corpo (DV 13). IX. Scritture ebraiche (DV 14-15). X. L’uno e l’altro Testamento (DV 16). XI. Eccellenza e storicità del Nuovo Testamento (DV 17-20). XII. Un «largo accesso» alla Scrittura (DV 21-22). XIII. Anima della teologia e dell’apostolato (DV 23-24). XIV. I «lettori» della Bibbia (DV 25).
XV. Il Verbum abbreviatum. Appendice. La costituzione dogmatica Dei Verbum
Note sull'autore
Guido Benzi è docente di Antico Testamento all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini e all’Università Pontificia Salesiana. Per EDB ha pubblicato: Ci è stato dato un figlio. Il libro dell’Emmanuele (Is 6,1–9,6): struttura retorica e interpretazione teologica (EDB 2007) e La profezia dell’Emmanuele. I testi di Isaia 6–9 tra attesa e avvento della salvezza (EDB 2014).
Parlare di misericordia porta con sé il rischio della riduzione a una comprensione del tema puramente spirituale, interiore, morale, quasi si trattasse di un generico atteggiamento di bontà un po' ingenua.
Questo volume si propone, al contrario, di mostrare come la misericordia sia, nel solco del magistero di papa Francesco, una categoria profondamente significativa e operativa da[ punto di vista teologico e di immagine e forma della Chiesa. Una categoria che impone ripensamenti strutturali oltre che personali e che può essere la linea guida della riforma ecclesiale e della vita cristiana che molti si augurano.
Tenere viva la memoria sull'inestimabile lascito umano e spirituale racchiuso nella vita e nella trentennale attività pastorale di Sergio Colombo, teologo moralista e parroco bergamasco, scomparso neL 2013 all'età di 71 anni. E' ciò che si propone questo libro, che raccoglie gli atti del convegno celebrato nella parrocchia di Redona (Bergamo) il 10 e 11 ottobre 2014, arricchiti da scritti di amici, tra cui i teologi Paul Valadier e Christoph Theobald.
Dai testi qui raccolti emergono le linee di un'innovativa visione pastorale caratterizzata dalLa centralità della lezione conciliare, daLL'assunzione di uno sguardo antropologico nel confronto con la postmodernità e dal primato della ParoLa e della vita comunitaria. Intuizioni che aiutano a comprendere come essere fedeLi al Vangelo e in continuo ascolto delle domande degli uomini.
Le neuroscienze si interessano della struttura del sistema nervoso, ma anche delle funzioni superiori dell'uomo quali la cognizione, la memoria, l'apprendimento, le emozioni, la coscienza, i ragionamenti e le decisioni, cioè dell'intera area riflessiva dell'antropologia e delle attività sociali e culturali umane (etica, religione, filosofia). Da anni si parla sempre più frequentemente di neuro etica, neuro teologia, neuro filosofia. La necessità dell'integrazione tra sapere neuro-scientifico e antropologia filosofica e teologia è dunque un imperativo oltre che un dato di fatto. Non si tratta solo di confrontarli e rapportarli, ma anche di articolarli e interpretarli oltre l'angustia di una sola prospettiva disciplinare. Dalla ri-articolazione di questi saperi la conoscenza dell'umano nella sua specificità maschile e femminile dovrebbe risultare molto più scientifica, molto più filosofica e molto più teologica. Il volume, che focalizza l'attenzione su natura, cultura e identità, raccoglie apporti diversi, riconducibili all'XI Colloquio dell'Istituto Costanza Scelfo per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa, Divisione di speciale attenzione della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT).
La cultura occidentale ha avuto origine da due voci congiunte: quella di Socrate, che ha dato l’impulso a cercare la verità, la giustizia e la pietà conoscibili da tutti gli uomini, e quella di Gesù, che ha reso possibile riconoscere Dio come grazia piuttosto che come legge, e invocarlo prima come Padre che come Potere. A differenza di altre religioni, il cristianesimo non propone la sua particolare rivelazione divina come programma di politica umana, ma consegna il mondo all’intelligenza dell’uomo, affinché, alla luce della natura che è fuori di lui, della coscienza personale e dell’esperienza storica, tutti lo conoscano.
Il libro si accosta a una questione antica quanto la stessa umanità: Dio costituisce un interrogativo radicato da sempre nel cuore dell’uomo e tale da richiedere la ricerca di una risposta, oppure è una risposta data da chi crede senza che esista previamente un tale interrogativo, o desiderio o attesa nel cuore dell’uomo? Il canto, il tratto di pittura in una grotta, il simbolo in una sepoltura e l’invocazione di Dio nascono simultaneamente, sono contemporanei. Una volta proferita, non possiamo dimenticare questa parola divina, perché è la radice della nostra prima origine, il fondamento della nostra libertà personale e l’àncora della nostra speranza definitiva.
Dio non è il limite della nostra libertà o il freno alle nostre conquiste storiche, ma il garante della loro durata, la sentinella che denuncia le loro dissimulazioni e il giudice che non lascerà impunite le loro trasgressioni.
Nei monasteri del XII secolo una delle occupazioni fondamentali era la lectio divina secondo il metodo dell'antica tradizione. Poiché si riteneva che la semplice lettura del testo non fosse sufficiente per coglierne il senso profondo, l'unità interiore e il messaggio trascendente, si praticava una "lettura spirituale" di quella che veniva definita "Sacra Pagina" e, alla scuola dei Padri della Chiesa, la Bibbia veniva interpretata in modo allegorico. Se una tradizione culturale ispirata ai canoni dell'illuminismo aveva rigettato come insignificanti molti scritti di spiritualità monastica, gli studi più recenti ne hanno, al contrario, messo in luce il rilievo sapienziale e, come ha più volte ribadito Benedetto XVI, l'attualità e l'importanza nella vita della Chiesa. Raccordandosi con l'epoca patristica, la teologia monastica ne accoglie e sviluppa il metodo, i contenuti e lo stile, che si arricchiscono e si perfezionano nel corso dei secoli. Essa si differenzia dalle altre teologie, in particolare da quelle speculative, che sorgeranno più tardi, come la Scolastica, pur avendo in comune il riferimento alla Sacra Scrittura. La teologia monastica, infatti, non si propone primariamente l'elaborazione speculativa e razionale del dato biblico, ma la sua "comprensione spirituale" mediante una lettura "sapienziale" al fine di portare l'anima all'intimità con Dio.
Descrizione dell'opera
Il dibattito sull'interpretazione storica e teologica del concilio Vaticano II è stato rilanciato da Benedetto XVI, con il celebre discorso del 22 dicembre 2005 sulle due ermeneutiche: «ermeneutica della continuità e della riforma» opposta all'«ermeneutica della discontinuità e della rottura».
Il dibattito attuale si colloca all'interno della storia della dialettica tra diverse e talvolta alternative letture iniziate quando l'assise era ancora in corso. Dall'apertura del Vaticano II in poi, il ruolo del concilio è stato oggetto di un confronto che ha attraversato varie fasi. Gli studi sul suo significato storico e il suo messaggio teologico si sono, infatti, intrecciati con il processo di applicazione dei documenti conciliari e di recezione da parte della Chiesa.
Ricostruire le interpretazioni del Vaticano II nel quadro del cattolicesimo globale costituisce dunque un elemento essenziale per comprendere la Chiesa di oggi.
Sommario
Premessa. I. Una breve storia del dibattito sul Vaticano II. II. La contestazione della legittimità del Vaticano II. III. Vaticano II: oltre Roma. IV. La Chiesa e il mondo. Neo-agostiniani e neo-tomisti. V. Lo scontro delle interpretazioni. Macro-temi nel dibattito sul Vaticano II. Epilogo. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
MASSIMO FAGGIOLI, già membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna, insegna Storia del cristianesimo nel dipartimento di Teologia della University of St. Thomas (a St. Paul-Minneapolis, in Minnesota). Tra le sue pubblicazioni: Il vescovo e il concilio. Modello episcopale e aggiornamento al Vaticano II (Il Mulino, 2005); Breve storia dei movimenti cattolici (Carocci, 2008; in lingua spagnola, PPC, 2011); True Reform. Liturgy and Ecclesiology in «Sacrosanctum Concilium» (Liturgical Press, 2012).
Il volume costituisce una presentazione sintetica e organica della ricchezza della teologia sistematica, uno strumento che pone nelle mani del lettore quanto è necessario sapere per comprendere e stimare il dogma cristiano. La trattazione avviene a tre livelli successivi: gli interrogativi che la cultura contemporanea pone al tema; la lettura del tema fatta dalla Bibbia e dalla tradizione della Chiesa; la risposta sistematica aggiornata agli ultimi sviluppi e alla presente situazione culturale, tenendo conto delle difficoltà che da essa sorgono nei confronti della verità cristiana. Sintesi, chiarezza, interlocuzione con l'oggi e con le varie anime della tradizione cristiana sono le caratteristiche più evidenti del volume. La nuova edizione è stata rimaneggiata dall'autore per gli opportuni ammodernamenti.
A 50 anni dal Vaticano II occorre da parte dei laici e delle stesse comunità cristiane un serio esame di coscienza ecclesiale, riprendendo in mano il Concilio, rileggendolo in modo non superficiale. Accanto a ciò si rende indispensabile una ripresa dell'azione formativa dei laici e una nuova valorizzazione dell'associazionismo. Il volume raccoglie i contributi offerti sul tema da studiosi diversi ai quali è stato chiesto di riflettere su alcuni precisi passaggi del percorso conciliare. Lo sforzo si concentra soprattutto sull'identità-autonomia laicale.
La ricerca traccia la storia del movimento di spiritualità familiare in Italia nel secondo '900. Essa mostra come la riflessione teologica sia stata stimolata sia dai mutamenti culturali in atto, sia dalle sollecitazioni provenienti da una lettura sempre più approfondita dei testi conciliari. E per questo doppio riferimento il volume è un ulteriore esempio di ciò che caratterizza la teologia italiana, che nasce dalle domande concrete della comunità credente e dall'ascolto del contesto di vita.
Lo studio è organizzato in tre parti: Percorsi indica gli apporti della teologia al tema; Profili delinea sette figure di protagonisti del movimento; Prospettive è il momento di sintesi e individuazione di approfondimenti futuri.
Sommario
Introduzione. I. PERCORSI. 1. Una spiritualità in situazione. 2. La spiritualità coniugale-familiare - Linee di sviluppo. 3. Gli apporti della teologia: Carlo Colombo, Tullo Goffi, Germano Pattaro. II. PROFILI. 1. Gli avvii del movimento di spiritualità familiare - Il contributo di Enrico Mauri. 2. Carlo Carretto: fermenti pre-conciliari in «Famiglia, piccola Chiesa». 3. Una lettura pastorale della spiritualità familiare: «Famiglia cristiana» dell'Arcivescovo Montini (1960). 4. Per il «primato dello spirituale» nella vita di famiglia: il vescovo Pietro Fiordelli. 5. La casa come «luogo dello Spirito»: Gianfranco Fregni. 6. Pino Scabini e il cammino della spiritualità familiare in Italia. 7. Il recupero della «ferialità» - Una riflessione al femminile (G. Agostinucci Campanini). III. PROSPETTIVE. Nota introduttiva. 1. «Io sono te» - Amore e matrimonio nei «Pensieri a Giulia» di Giuseppe Capograssi. 2. Matrimonio - Una ricerca di senso. 3. Nuovi orizzonti della spiritualità coniugale e familiare - Per una lettura di insieme delle «Settimane» della CEI (1997-2003). CONCLUSIONE. Le parole ultime - Vita familiare e annuncio pasquale. Indice dei nomi.
Note sull'autore
GIORGIO CAMPANINI, già professore di storia delle dottrine politiche all'Università di Parma, ha successivamente svolto una serie di corsi presso la Pontificia università lateranense e la Facoltà teologica di Lugano. È considerato fra i più qualificati studiosi del pensiero politico cattolico dell'Ottocento e del Novecento. Ha approfondito in particolare le tematiche etiche e il rapporto fra pensiero cristiano e modernità. È socio, dalla fondazione, dell'Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM) e collabora a varie riviste, tra cui la Rivista di teologia morale del Centro editoriale dehoniano. Delle sue pubblicazioni ricordiamo A. Rosmini e il problema dello Stato (1983) e, fra le più recenti, Politica e società in A. Rosmini (1997), La convivialità familiare (1999), Il pensiero politico di L. Sturzo (2001) e La fatica del cammello. Il cristiano fra ricchezza e povertà (2002). Presso le EDB ha pubblicato: Il cristiano fedele alla terra. Contributi ad una «teologia del mondo» (1984), Personalismo e democrazia (1987), Don Primo Mazzolari fra religione e politica (1989), Il sacramento antico. Matrimonio e famiglia come "luogo teologico" (22000), Il laico nella Chiesa e nel mondo (1999, II ed. aggiornata e ampliata 2004), Le parole dell'etica. Il senso della vita quotidiana (2002), Dossetti politico (2004), Antonio Rosmini fra politica ed ecclesiologia (2006) e La dottrina sociale della Chiesa: le acquisizioni e le nuove sfide (22009); e ha curato: G. Fregni, L'amore di Dio nella casa degli uomini. Scritti di spiritualità familiare (2009) e Benedetto XVI, Caritas in veritate. Linee guida per la lettura (2009).
Il protestantesimo si è sempre tenuto piuttosto alla larga dalla ritualità. I riformatori del XVI secolo - Lutero, Zwingli, Bucero, Calvino, per ricordare i più noti - hanno distinto in modo netto i riti-sacramento del battesimo e dell'eucaristia dagli altri cinque riti ecclesiastici, a cui non hanno riconosciuto pari dignità sacramentale ritenendoli non fondati sulle Scritture. Ciò non significa tuttavia che questi ultimi siano stati aboliti. Nelle Chiese protestanti trovano infatti ancora il proprio posto, con accentuazioni diverse.
Anche nel tempo della postmodernità in cui viviamo, la domanda di ritualità resta viva e si presta a scoprire nuove dimensioni di senso e di orientamento per la vita. Il volume prende in considerazione i riti che accompagnano i "momenti di passaggio" della vita umana, soprattutto in situazioni di svolta, cambiamento o sofferenza. Dunque il battesimo, la confermazione, il matrimonio e la sepoltura.
Partendo dalla prospettiva delle Chiese protestanti, il libro tocca poi anche argomenti di attualità fortemente dibattuti, dando ad esempio spazio al tema del divorzio e a quello delle unioni omosessuali, nonché offrendo in appendice varie proposte liturgiche oggi in uso in alcune Chiese riformate.
Sommario
Introduzione. I PARTE. 1. I riti di passaggio. 2. Le azioni liturgiche e pastorali. 3. La complessità delle «storie di vita». 4. Ambiguità permanente. 5. Azioni simboliche di benedizione. 6. Ritualità e postmodernità. 7. Storie di vita individuali e storie di comunità. 8. Gli atti «occasionali»: opportunità per una cultura alternativa? 9. Benedizione come esperienza di vita. II PARTE. 1. Il battesimo cristiano. 2. Il rito di confermazione. 3. Martin Bucer inventa la confermazione protestante. 4. Catechesi e prassi sacramentale nel protestantesimo: una questione aperta. III PARTE. 1. Il rito del matrimonio. 2. Il rito funebre. Conclusione. Appendice. 1. Battesimo dei credenti - Schema E (Chiesa valdese). 2. Battesimo dei figli di credenti - Schema A (Chiesa valdese). 3. Liturgia per l'accoglienza di un bambino (Chiesa valdese). 4. Liturgia di confermazione - Schema B (Chiesa valdese). 5. Liturgia matrimoniale (Chiesa riformata di Francia, 1997). 6. Liturgia di benedizione di una coppia appartenente allo stesso sesso (Chiesa riformata del Cantone di S. Gallo). 7. Liturgia in occasione di un divorzio (Chiesa riformata del Cantone di S. Gallo). 8. Liturgia per un funerale - Schema A (Chiesa valdese).
Note sull'autore
ERMANNO GENRE, pastore valdese, docente di Teologia pratica alla Facoltà valdese di teologia di Roma, professore invitato al Pontificio Ateneo S. Anselmo e alla Pontificia Facoltà teologica Marianum di Roma, all'Istituto di Studi Ecumenici S. Bernardino di Venezia. Tra le sue pubblicazioni: Il culto cristiano. Una prospettiva protestante, Claudiana 2004 (ed. francese, 2008); Gesù ti invita a cena. L'eucaristia è ecumenica, Claudiana 2007.
La grandezza di Madeleine Delbrêl (1904-1964), mistica e scrittrice francese di cui è in corso la causa di beatificazione, risiede nella sua capacità di scorgere nel mondo e nella società i segni di un continuo mutamento e di aver risposto ad essi con un desiderio ardente di scoprire nuovi modi per vivere al loro interno il cristianesimo, per comunicare Cristo agli uomini del suo tempo. "Dinanzi allo scollamento tra vita vissuta e dettato magisteriale, tra le richieste e problematiche del mondo e le risposte della Chiesa, dinanzi al dissenso mostrato da frange ecclesiali e da semplici cristiani, la Delbrêl prospetta una Chiesa capace di camminare a fianco degli uomini del suo tempo e di raccoglierne le provocazioni" (dall'Introduzione). Passata giovanissima da un ateismo ben argomentato a una fede cristiana vissuta con dedizione e rara intelligenza, la sua testimonianza ha segnato, attraverso una presenza di altissima qualità spirituale, una lunga stagione della vita ecclesiale di Parigi e hinterland. Nel descrivere la sua vicenda, il volume, dallo stile piacevole e accessibile a tutti, si concentra soprattutto sul rapporto della Delbrêl con la Chiesa: una Chiesa da un lato mistica, perché sorgente ed esito di profonda vita interiore del credente, e dall'altro solidale, perché porta aperta in una società che crea solitudine e povertà. Presentazione di Giorgio Mazzanti.
Descrizione dell'opera
«Questo è un libro di teologia di tipo speciale, perché ha un'ambizione, quella di offrire una seria riflessione teologica sulla chiesa, che tutti, anche coloro che mai hanno fatto studi di questo tipo, possano capire facilmente. [...] La ricerca teologica, infatti, non è destinata ad accumularsi nelle biblioteche, bensì ad animare le idee dei credenti e a dialogare con tutti gli uomini che si interrogano sul senso della vita» (dalla Presentazione).
Scrivere di teologia facendosi capire da tutti non è una cosa facile. Pur impegnato da molti anni nello studio e nell'insegnamento specialistico, l'autore ben riesce nel suo felice intento: con stile agile e mai banale, egli spiega che cos'è la chiesa, le forme della sua missione e il suo rapporto col mondo.
Sommario
Presentazione. 1. Cosa dice la gente. 2. Vista dal di dentro. 3. Cristiani di altre chiese. 4. Un fatto: nasce la chiesa. 5. Le cose che ci vogliono. 6. Forme di chiesa. 7. Le strutture di base. 8. Chiesa e mondo: un rapporto difficile. 9. Tra il passato e il futuro. 10. Meditazione conclusiva.
Note sull'autore
SEVERINO DIANICH, nato nel 1934, è stato docente di ecclesiologia alla Facoltà Teologica di Firenze e, per molti anni, parroco di Caprona, nella diocesi di Pisa. La sua opera più importante in materia è il Trattato sulla chiesa, Queriniana, Brescia 2005, scritto assieme a Serena Noceti. Presso le EDB ha curato, con T. Verdon, La Trinità di Masaccio. Arte e teologia (2004) e, con G. Cioli e V. Mauro, Spazi e Immagini dell'Eucaristia (2007).
Un terzo del clero mondiale appartiene a un ordine o a una congregazione religiosa. Tuttavia nella Chiesa raramente ci si è soffermati a riflettere sullo specifico dei consacrati che hanno ricevuto il sacramento dell'ordine.
L'autore è mosso dal desiderio di indagare la differenza tra il presbitero secolare e quello religioso e di verificare se, nel momento in cui si definisce il carisma religioso, il sacramento dell'ordine si riduca a una dimensione secondaria. Scopo del saggio è inoltre abbozzare una concezione pluriforme del ministero ordinato che appaia pertinente sotto il profilo teologico, pastorale e canonico. L'intento è quello di contribuire all'evoluzione della concezione del presbitero nella Chiesa italiana affinché, conservando l'unità sacramentale, si rispettino le differenze che nascono dai carismi ecclesiali riconosciuti dalla Chiesa.
Nell'affrontare il rapporto storico e teologico tra ministero ordinato e vita consacrata, la ricerca prende avvio esaminando la letteratura prodotta nel post-concilio sull'argomento, chiarisce poi lo sviluppo storico della figura del presbitero religioso nella Chiesa, offre una riflessione teologica sul ministero ordinato e il carisma della vita religiosa in rapporto all'attuale teologia del ministero ordinato e infine verifica quanto sviluppato nei capitoli precedenti alla luce del documento della CEI sulla formazione del presbitero in Italia (2007).
Sommario
Abbreviazioni. Introduzione. I. La condizione attuale del presbitero religioso nella Chiesa. II. Presupposti storici per una comprensione attuale del presbitero religioso. III. Presupposti teologici per una comprensione pluriforme del ministero ordinato. IV. Il presbitero religioso e il documento della CEI sulla formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Conclusione.
Note sull'autore
ROSSANO ZAS FRIZ DE COL è sacerdote della Compagnia di Gesù, docente di teologia spirituale nella Facoltà teologica dell'Italia Meridionale - sezione San Luigi e direttore del biennio di specializzazione in vita cristiana. Nato a Lima (Perù), ha iniziato gli studi nella facoltà di teologia di Lima e, dopo la laurea in psicologia, ha continuato l'iter formativo nelle facoltà della Compagnia a Belo Horizonte (Brasile) e alla Gregoriana di Roma, oltre che alla facoltà di spiritualità Teresianum e all'Ateneo Sant'Anselmo. Collabora attivamente con il Centro Ignaziano di Spiritualità (Napoli), con l'Istituto di spiritualità e mistica della sezione San Luigi; è inoltre fondatore delle riviste web www.ignaziana.org e www.mysterion.it.
Descrizione dell'opera
Il tema dell'«emergenza educativa» è stato recentemente proposto all'attenzione dei credenti da parte sia di papa Benedetto XVI che della Conferenza episcopale italiana. Si tratta della drammatica incapacità che la società di oggi mostra nell'educare le nuove generazioni.
Il sussidio, da consegnare alle famiglie assieme al rito di benedizione delle case o in particolari occasioni di festa, offre alcune brevi riflessioni sull'importanza di assumersi la responsabilità di indicare a bambini e giovani Gesù come modello di vita. È infatti proprio la famiglia, soprattutto nelle figure dei genitori e dei nonni, l'ambiente educativo fondamentale per ogni persona.
Note sul curatore
Rinaldo Paganelli, sacerdote dehoniano, ha conseguito il dottorato in catechetica e pastorale giovanile all'Università Pontificia Salesiana a Roma, presso la quale è ora docente di catechetica. È direttore responsabile della rivista Evangelizzare. Fra le sue pubblicazioni presso le EDB: Il catechista incontra la Bibbia (31996), Formare alla fede adulta (1996), Formare i formatori dei catechisti (2002), Questione di Crocifisso (2003), Aria di Natale (2004), Preghiere dei pasti (²2006), Campane di Pasqua (2008); con M. Lucchesi e G. Barbon: Verso l'unità (1992); con V. Giorgio: Il catechista incontra la Bibbia (31996); con G. Barbon: Cammino per la formazione dei catechisti (52000), «Io ho scelto voi» (1994), Annunciare a partire dal cuore ( 22002), Ti racconto di Gesù (2004), Ti racconto di Gesù che compie prodigi (2005), Ti racconto di Gesù che si manifesta (2006), Ti racconto del mio incontro con Gesù (2007), Si seppe che Gesù era in casa (2007), Sono con voi tutti i giorni (2009); con G. Barbon e S. Antonetti: Perdono in dono (2003), Pane e vino (2004), P come Spirito (2005) e Prima e Poi (2006).
Descrizione dell'opera
La densa avventura ventennale della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT) si inscrive nel percorso affascinante e articolato della teologia post-conciliare. Il suo intento è stato ed è quello di creare le condizioni di un confronto aperto e appassionato tra Chiesa e mondo, fede e cultura.
Nate lungo gli anni per la rivista Ricerche teologiche, espressione della SIRT, le interviste raccolgono le voci di figure di spicco e grandi personaggi che con i propri studi e a partire dalla propria prospettiva hanno contribuito alla ricerca teologica, non solo italiana, costruendo un interessante spaccato del cammino della teologia.
La galleria di persone, temi e testimonianze ecclesiali offerti dalle interviste aiutano a comprendere il clima del post-concilio e il farsi della teologia italiana, con una sua specificità determinata dal contesto geografico ed ecclesiale.
Sommario
Presentazione: un po' di storia per l'occasione (G. Giorgio). Introduzione (C. Dotolo). La questione della salvezza. Intervista a Zoltán Alszeghy sj (A. Amato). Il patrimonio storico e teologico del cristianesimo antico. Intervista a Manlio Simonetti (E. dal Covolo). La prima donna nella Curia romana. Intervista a Rosemary Goldie (C. Militello). Una morale cristiana attenta alla dimensione storica. Intervista a Joseph Fuchs (R. Fisichella). Visuale d'insieme sul senso ultimo delle cose. Intervento di Cipriano Vagaggini osb. (C. Militello). La liturgia fra traditio e progressio. Intervista ad Adrien Nocent (C. Militello). Interpretare la Scrittura. Intervista a Francis J. Moloney sdb. (A. Amato). Il rapporto tra mistica e istituzione nella Chiesa. Intervista a Benedetto Calati osb. (C. Militello). Intorno a una "teologia italiana". Intervista a mons. Luigi Sartori (C. Militello). L'eredità dei Padri della Chiesa. Intervista a Enrico dal Covolo (Gruppo redazionale di «Feeria»). Il rapporto tra fede e cultura. Intervista a Crispino Valenziano (A. Di Maio). Per una teologia al femminile. Intervista a Kari Elizabeth Børresen (E. Giannarelli). La ricerca storico-teologica al femminile. Intervista a Romana Guarnieri (C. Militello). Il ruolo della teologia in un mondo che cambia. Intervista a Rino Fisichella (C. Dotolo). L'evento escatologico del Cristo. Intervista a Marcello Bordoni (V. Battaglia). Il mistero di Cristo. Intervista ad Angelo Amato sdb. (E. dal Covolo). Una filosofia cristianamente ispirata. Intervista a Peter Henrici (A. Di Maio). Un cattolico protagonista della politica italiana. Intervista a Vittorio Citterich su Giorgio La Pira (G. Pasquale). A servizio dell'ecumenismo. Intervista a Giovanni Cereti (C. Aiosa).
Note sui curatori
Carmelo Dotolo è docente straordinario di teologia delle religioni nella Pontifica Università Urbaniana e visiting professor nella Pontificia Università Gregoriana. È presidente della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT). Tra le sue pubblicazioni: La teologia fondamentale davanti alle sfide del "pensiero debole" di G. Vattimo, LAS, Roma 1999; The Christian Revelation. Word, Event and Mistery, The Davies Group Publishers, Aurora, Colorado 2006; Un cristianesimo possibile. Tra postmodernità e ricerca religiosa, Queriniana, Brescia 2007; Abitare i confini. Per una grammatica dell'esistenza, Transeuropa, Massa 2008.
Giovanni Giorgio è docente di filosofia teoretica presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e presso l'Istituto Teologico Abruzzese-Molisano di Chieti, di cui è preside. È direttore della rivista scientifica «Ricerche teologiche» di Roma, organo della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), di cui è segretario. È coordinatore di redazione della rivista «Prospettiva persona» di Teramo, espressione del Centro di Ricerche Personalistiche che ha sede nella stessa città. Tra le sue pubblicazioni: Il Dio ultimo come origine della verità. Saggio sul pensiero di Martin Heidegger, Dehoniane, Roma 1998; Il pensiero di Gianni Vattimo. L'emancipazione dalla metafisica tra dialettica ed ermeneutica, Franco Angeli, Milano 2006; Spiegare per comprendere. La questione del metodo nell'ermeneutica di Paul Ricoeur, Valter Casini, Roma 2008.
Nel nascere e nell'affermarsi della pastorale familiare in Italia, don Gianfranco Fregni (1934-1999) occupa un posto tutto particolare. Malgrado il suo impegno si sia svolto all'interno della diocesi di Bologna, il suo ministero si è progressivamente irradiato in tutta Italia attraverso una fitta rete di presenze, dalla partecipazione ai convegni ai numerosissimi incontri con coppie di sposi, che gli consentirono di stabilire solidi legami con tutto il movimento italiano di pastorale familiare e con lo stesso episcopato che ripetutamente si avvalse della sua competenza, soprattutto negli ambiti catechetico e di pastorale familiare.
Gli scritti presentati nel volume - tutti compresi tra il 1972 e il 1997 - contribuiscono quindi a ricostruire aspetti importanti del cammino della pastorale italiana.
Un primo aspetto della proposta di don Fregni è la capacità di partire dal testo biblico, per mostrarne la fecondità permanente in ordine alla vita della famiglia cristiana anche nel nostro tempo. Una seconda struttura portante del suo pensiero è rappresentata dalla riscoperta della famiglia come unità, e dunque come comunità, a partire dalla centralità della casa. Altra esigenza fortemente avvertita è il superamento di una visione giuridico-canonica del matrimonio, con il recupero della sua dimensione misterica. E, infine, quarto tema ricorrente, è l'attenzione alle situazioni di difficoltà relazionale della coppia, in una prospettiva di misericordia assai più che di giudizio, di autentica «prossimità» della
comunità cristiana a quanti vivono in situazione, almeno formalmente, «irregolare».
Sommario
Presentazione (card. C. Caffarra). Introduzione (G. Campanini). Notizie biografiche (A. Deoriti e P. Ridolfi). Scritti di don Gianfranco Fregni (a cura di G. Dore e A. Fughelli). I. Il fondamento della spiritualità coniugale. II. Le radici bibliche della spiritualità coniugale. III. La casa della famiglia, casa del Signore. IV. Famiglia ed eucaristia. V. Famiglia come vocazione.
Note sull' autore
Gianfranco Fregni (1934-1999), sacerdote delle diocesi di Bologna dal 1956, ha ricoperti numerosi incarichi in Azione Cattolica e nella pastorale giovanile, per poi dedicarsi, dalla fine degli anni '60, prevalentemente alla pastorale coniugale e familiare, dapprima in diocesi, poi anche in ambito nazionale, portandovi appieno lo spirito del Concilio. Collaboratore del Centro di Orientamento Pastorale e membro del Centro Italiano di Studi sulla Famiglia, docente di pastorale coniugale e familiare allo Studio Teologico Accademico Bolognese, è stato tra i fondatori del Centro di documentazione e promozione familiare "G.P. Dore" di Bologna. Ha fondato la rivista CLeF (Chiesa Locale e Famiglia) e ha scritto volumi di spiritualità e sussidi pastorali tra i quali, per le EDB, Una casa, due tavole, tre pani (1997) e Tobia e Sara (1998 52006).
Oggetto del volume è il contributo che la vita consacrata può dare al dialogo interreligioso, partendo dal convincimento che il dialogo tra le religioni possa essere proficuamente fecondato dalla collaborazione tra persone consacrate cristiane e persone appartenenti ad altre religioni.
«La relazione tra il dialogo interreligioso e la vita consacrata è un argomento inconsueto e poco affrontato all'interno della teologia sulla vita consacrata. Per questo ho cercato non solo di riflettere tenendo presente alcune considerazioni teologiche, ecclesiologiche e pastorali, proprie della teologia cristiana del dialogo interreligioso, ma anche di valorizzare alcune esperienze concrete di comunione che in molteplici occasioni le religiose e i religiosi hanno messo in atto e che permettono di riscoprire la carica profetica e carismatica della vita e dell'azione missionaria delle persone consacrate, uomini e donne» (dall'Introduzione).