Parlare chiaramente di tasse si può e lo dimostrano gli autori di questo libro che propongono un metodo innovativo e trasparente per riportare la questione fiscale al centro del dibattito democratico. La loro proposta parla anche di noi: solo affrontando con chiarezza e competenza i nodi irrisolti del nostro sistema tributario possiamo scongiurare per il nostro paese scenari economici difficili.
Eugen Bleuler (1857-1939), uno dei più importanti psichiatri europei del Novecento, presenta in questo scritto una difesa del metodo psicanalitico non trascurando tuttavia alcuni rilievi critici. In forma autonoma rispetto alla gran parte della letteratura scientifica del suo tempo, Bleuler offre una lettura e una interpretazione spassionata delle teorie freudiane dimostrando di saperne recepire gli elementi di novità alla luce di una più complessiva proposta di etica clinica e di "alleanza terapeutica" tra medico e paziente. La pubblicazione, per la prima volta in italiano, di questo saggio a cento anni dalla sua apparizione in tedesco intende rivalutare la profondità e l'originalità interpretativa di uno psichiatra che ricostruzioni storiografiche unilaterali hanno talora ingiustamente inteso come mero esponente di una psichiatria repressiva.
In questo saggio del 1878, uno dei pochi che vide pubblicati in vita, Peirce presenta la sua celebre massima pragmatica: "Consideriamo quali effetti, che possono avere concepibilmente conseguenze pratiche, noi pensiamo che l'oggetto della nostra concezione abbia. Allora, la concezione di questi effetti è l'intera nostra concezione dell'oggetto". Quello di Peirce è un pragmatismo che insiste sul possibile uso futuro delle nostre conoscenze, le quali non sono proposizioni assolute e incontrovertibili, ma idee sottoposte a un controllo mai definitivo sulla base delle loro concepibili conseguenze pratiche. La traduzione e l'approfondito commento di Antiseri ci guidano alla scoperta del pensiero del padre del pragmatismo e ci indicano la via da seguire per aiutarci a rendere chiare le nostre idee...
Partendo dalle fondamentali questioni del diritto all'istruzione, della libertà d'insegnamento e dell'identità giuridico-funzionale delle scuole e del personale docente, il volume passa in rassegna i diversi percorsi di istruzione e formazione. Il risultato è un quadro organico ed essenziale dell'attuale legislazione scolastica, con integrazioni di giurisprudenza e dottrina, per rispondere alle esigenze di una pluralità di esperienze professionali e di finalità culturali.
Le difficoltà dell'educazione odierna, a tutti evidenti, sono comunemente riconducibili all'"emergenza educativa"; attraverso un percorso articolato e guidato principalmente dalla lettura dei classici, il volume propone una ricomprensione della teoria e della pratica educative nella prospettiva della "sfida della libertà". In altri termini: c'è educazione solo quando la relazione interpersonale ha un chiaro e intenzionale profilo etico. Per educare non basta entrare in una relazione generica né praticare forme aggregative più o meno strutturate: occorre agire sul piano etico, allo scopo di guidare l'educando a diventare capace di scegliere - da se stesso - il bene.
Punizione, colpa, redenzione, perdono: un'indagine in una prospettiva che mette in dialogo diritto, religione e teologia sul tema della pena, nel quadro della tensione tra sedimentate letture retributive della giustizia e contenuto della salvezza. «Nulla probabilmente deturpa il messaggio religioso più della sua identificazione con l'idea secondo cui il compimento del male esigerebbe una ritorsione dal contenuto analogo [...]: il proprium dell'annuncio cristiano, e il suo apporto a ogni altro pensiero religioso, sta infatti nel convincimento che solo il bene - l'amore, in quanto adesione all'essere stesso di Dio - costituisce la vera alternativa di vita allo scandalo del male». In gioco è la possibilità di pensare nuovi modelli della giustizia umana.
Nelle società della tarda-modernità esistono forme differenziate di coppia, ognuna sembra dar luogo a una coppia mista: non c'è la famiglia, ma una vera e propria polifonia di famiglie. Se questa è la realtà, alla quale si accompagna l'affermarsi crescente del single come ideale di vita, è possibile parlare della famiglia come di un «esistenziale», come un tratto costitutivo del vivere umano? È la domanda-guida del libro che, nella prospettiva di una pedagogia e di una filosofia della persona, indaga il poter essere e dover essere dell'amore e del "famigliare", segnato dal principio-generosità. In ogni grado - la relazione erotica, il legame coniugale e l'alleanza sponsale - in questione è un modo d'essere che è offerta di libertà: permette nuove conquiste nel viaggio alla scoperta di sé e dell'altro. In questo orizzonte si può comprendere come l'amore di coppia possa diventare cifra dell'esistenza personale, e in che senso la comunità familiare possa custodire la genealogia della persona: dona a ogni soggetto una mente, un desiderio. Soprattutto - se definita dalla disponibilità ad accogliere «chi viene sempre da altrove» - apre una chiara intuizione della logica del dono, ritmo originario della vita. Chiave della famiglia come esistenziale è una relazionalità riconoscente. È un'antropologia che vede ed intende l'amore e la vita di famiglia come operatori di felicità e di senso; permette di poter oggi «scorgere il sacro insediarsi stabilmente nei cuori», quasi fosse profezia di un inedito umanesimo dell'intimità.
L'uomo non può essere né ereditato né venduto né donato; non può essere proprietà di nessuno, perché egli è, e deve rimanere, proprietà di se stesso. Egli porta nel profondo del suo animo una scintilla divina, che lo innalza al di sopra dell'animalità e lo fa concittadino di un mondo di cui il primo membro è Dio stesso, scintilla divina che è la sua coscienza. Questa gli comanda in modo assoluto e incondizionato di volere questo, di non volere quello; e ciò liberamente e di propria iniziativa, senza alcuna costrizione fuori di lui (da Rivendicazione della libertà di pensiero).
Disponibilità, allusività, sbieco, defissazione e trasformazione silenziosa: cinque concetti del pensiero cinese, qui "proposti" alla psicoanalisi in un'originale rilettura della pratica analitica che intende recuperarne aspetti (operazioni fondamentali che si svolgono in seduta) scarsamente teorizzati. Questo confronto con la cultura cinese - come nello stile di Jullien - ha senso perché si dimostra il solo capace di produrre quell'estraniamento che permette al pensiero psicoanalitico di scoprirsi nel proprio "impensato"; ne emergono quelle "opzioni a priori" che orientano, limitando, ogni prodotto della cultura occidentale e che la psicoanalisi può, a questo punto, trascendere, accedendo a spazi di cura finora non compiutamente esplorati.
Questo Dizionarietto si rivolge a chi intende cimentarsi per la prima volta con dei testi filosofici in lingua tedesca; ma ci si augura che possa essere un utile strumento di consultazione anche per chi, pur essendo pratico della lingua, voglia avvicinarsi alla terminologia filosofica o per chi, dovendo leggere o tradurre un'opera di filosofia, si trovi davanti alla difficoltà di scegliere una soluzione piuttosto che un'altra. Si tratta insomma di un agile strumento di lavoro che ha la piccola ambizione di servire per lo studio della lingua di Kant, Fichte, Schelling, Hegel, Marx, Herbart, Nietzsche, Heidegger, Carnap... e per la lettura dei testi filosofici in originale. Nella compilazione si è cercato di fornire una scelta ampia di termini, accompagnati dalla versione italiana, avendo cura di tenere conto dell'uso ormai consolidato nelle traduzioni correnti. In alcuni casi, oltre alla traduzione del lemma, si è scelto di illustrarne meglio il significato, sia all'interno dell'opera di un singolo filosofo, sia sottolineando il differente uso che dello stesso termine fanno pensatori diversi.