
In costante colloquio con i classici del pensiero occidentale, la riflessione filosofica di Giulio Severino si distingue per l’originale capacità di coniugare l’esame filologico e analitico dei testi con l’impegno teoretico, ponendo in dialogo le dottrine del passato con i problemi del nostro tempo.
Con il titolo La filosofia e la vita, i curatori evidenziano il progetto severiniano di radicare la ragione e il senso in quelle dimensioni più elementari e immediate dell’esistenza (l’inconscio, il corpo, il tempo ecc.) che la metafisica ha variamente trascurato e rimosso. Il tema fondamentale intorno a cui ruotano i saggi qui presentati è l’idea dell’assenza di Dio come condizione insuperabile dell’uomo contemporaneo, una mancanza strutturale e non epocale che Severino invita a tenere ferma nel suo carattere enigmatico e a interrogare filosoficamente, senza la nostalgia per la fede antica e senza peraltro il minimo cedimento al nichilismo.
La lezione più preziosa che emerge dall’itinerario speculativo di Giulio Severino è la convinzione che la filosofia sia una bussola indispensabile per orientare responsabilmente l’uomo in un mondo privo di garanzie metafisiche ultime.
I saggi di Giulio Severino mostrano il suo peculiare atteggiamento filosofico, che individua il razionale nelle dimensioni più elementari e immediate dell'esistenza (l'inconscio, il corpo, il tempo, ecc..), che la metafisica ha per lo più rimosso. In particolare, i saggi dedicati a Hegel rappresentano uno dei capitoli più innovativi della letteratura hegeliana degli ultimi trent'anni.
GIULIO SEVERINO (1936-2000), studioso di Hegel formatosi alla scuola di Alberto Caracciolo, ha insegnato Filosofia della storia all’Università di Genova. Tra le sue pubblicazioni: Origine e figure del processo teogonico in Feuerbach (1972); Principi e modificazioni della mente in Vico (1981); Inconscio e malattia mentale in Hegel (1983).
I curatori:
PAOLO BECCHI insegna Filosofia pratica e Bioetica presso l’Università di Genova. Tra le sue più recenti pubblicazioni per Morcelliana: Hans Jonas. Un profilo (2010); Kant diverso. Pena, natura e dignità (2011); Il testamento biologico (2011).
FRANCESCA MICHELINI è ricercatrice presso la Humboldt Universität zu Berlin e l’Università di Kassel. Tra le sue pubblicazioni: Sostanza e assoluto. La funzione di Spinoza nella Logica di Hegel (2004); Il vivente e la mancanza. Scritti sulla teleologia (2011).
ROBERTO MORANI è dottore di ricerca in Filosofia e autore dei volumi: Soggetto e modernità. Hegel, Nietzsche, Heidegger interpreti di Cartesio (2007); Essere, fondamento, abisso. Heidegger e la questione del nulla (2010)
Costante è stata l'attenzione di Ricoeur al tema della pena, nel suo versante teologico (chi commette peccato? Chi giudica e condanna?), filosofico (l'intrecciarsi di male subito e commesso) e politico-giuridico (come sanzionare il colpevole senza comminare inutili sofferenze?).
Nei saggi qui per la prima volta tradotti, che coprono l'arco dell'intera riflessione ricoeuriana, vediamo all'opera il respiro ermeneutico del filosofo: partire dalle evidenze per mostrare i rendiconti significati del "diritto di punire", un diritto che , se non riflessivamente sorvegliato, rischia di rovesciarsi nell'opposto; non riparazione di un danno, ma perpetrazione, anche involontaria, del male fisico e morale
"Attualità dell'Illuminismo", a cura di Renato Pettoello. R. Pettoello, "Una categoria dello spirito. Premessa"; E. Franzini, "Metafisica dell'Illuminismo"; V. Costa, "La giustizia. Una passione della ragione"; E. Colombo, "Realtà ed etica. Albert Schweitzer e l'Illuminismo"; F. Tomasoni, "Karl Löwith e l'Illuminismo. Un incontro mancato?"; M. Spallanzani, "Progresso dei Lumi" e "curiosità intellettuale". "L'Illuminismo di Hans Blumenberg". "Mino Martinazzoli, un politico pensante". I. Bertoletti, "Malinconia della democrazia. Sulla filosofia politica di Mino Martinazzoli"; P. Corsini, Mino Martinazzoli. "L'intelligenza degli avvenimenti, il carisma della parola"
"Briciole filosofiche" è l'opera con la quale Kierkegaard nel 1844 intende conferire un "significato decisivo all'esistenza" sulla base della sola ipotesi cristiana, e giustificarlo dal punto di vista filosofìco. Il curatore del volume, Umberto Regina, evidenzia come in questo titolo sia condensato il senso stesso della ricerca kierkegaardiana. I due termini semplicemente accostati stanno a dire che se anche la quantità è poca, la qualità è tutto: è filosofia, appunto. In aperta polemica contro ogni sistema idealistico di tipo hegeliano, Kierkegaard si sottrae alla logica dell'identità per valorizzare il pensiero della differenza: essere coscienza in grado di cogliere la propria temporalità al cospetto dell'eternità. L'eterno dona, insieme alla verità, la condizione per riceverla: v'è un'asimmetria che si manifesta nel "paradosso", ovvero la "passione del pensiero per ciò che non può pensare". Ad essere rovesciata è la tesi parmenidea della coincidenza fra l'essere e il pensare nell'identità del tutto; ciononostante, è la stessa filosofia a mostrarci l'irriducibilità del paradosso, come passione per ciò che è eccedente - spiega Regina - "propria di chi è disposto a compiere qualsiasi sacrificio intellettuale pur di non aderire a una verità nemica dell'esistenza" quale sarebbe l'idea di "sostanza": "l'intelletto e il paradosso vogliono la stessa cosa, ma possono volerla solo nel momento". Il momento è quello della "fede", nella quale la loro inconciliabilità può divenire "intesa"
Tra le questioni filosofiche maggiormente dibattute v'è il rapporto fra la ragione, la scienza e le altre forme dell'esperienza umana, prima fra tutte la religione. Questioni che stanno alla base dell'epistemologia contemporanea e sono oggetto dei saggi qui raccolti, un distillato dei principali nodi teorici elaborati da Michael Polanyi nelle sue opere maggiori. Il nesso fede-ragione e quello religione-scienza offrono gli elementi per una epistemologia personalista: un modello secondo il quale il metodo della ricerca scientifica presuppone la conoscenza personale. Si delinea una concezione unitaria dell'esperienza e della conoscenza umana, lontana da quel dualismo metodologico e contenutistico che oppone esperienza scientifica ed esperienza religiosa, e fondata sull'approccio critico al pensiero moderno anticipato da sant'Agostino nel segno della fede, dono della grazia "per ristabilire l'equilibrio dei nostri poteri cognitivi"
Seconda edizione riveduta e ampliata
DESCRIZIONE: Quello che negli ultimi due secoli si è usato chiamare «gnosi» o «gnosticismo» è un fenomeno di estrema complessità perché presenta una miriade di manifestazioni fra le quali non esiste un comune denominatore ma soltanto alcune parziali somiglianze e altrettante irriducibili differenze, né esiste un’unica causa scatenante ma tanti diversi fattori che hanno contribuito a produrre ora l’uno ora l’altro dei suoi aspetti. […] Quello che più importa per noi è però arrivare a una comprensione del fenomeno sotto il profilo del pensiero, cioè il suo concetto. Ma il concetto non sta in un nome o una definizione astratta bensì appare in tutto il movimento con cui dispiega l’articolazione delle proprie forme rappresentative, a prima vista così diverse fra loro, dove procede guadagnando in profondità mediante la negazione, emergendo dalle fratture e contraddizioni, e in questo senso che vorrei chiamare hegeliano, non analitico-formale, io parlo di una «logica» complessiva del pensiero gnostico.
(dalla Premessa)
COMMENTO: Un libro di riferimento per gli studi sul pensiero gnostico, che fa vedere come questo concetto sia radicato nell'antichità e si evolva in età moderna. È un manuale per chi si occupa di filosofia e storia della religione, ora ampliato e aggiornato.
ALDO MAGRIS è ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Trieste. Autore di numerosi studi di argomento sia antico e tardo antico sia contemporaneo, principalmente nel campo della filosofia della religione, ha pubblicato di recente presso la Morcelliana Il Manicheismo. Antologia dei testi (2000), La filosofia ellenistica. Scuole, dottrine e interazioni col mondo giudaico (2001), Nietzsche (2003), Destino, provvidenza, predestinazione. Dal mondo antico al cristianesimo (2008), Il mito del Giardino di ‘Eden (2008) e Trattati antichi sul destino (2009).
COLLANA: Scienze e Storia delle Religioni n. 16
Premessa di Daniele Menozzi
DESCRIZIONE: Il volume ripercorre una fase fondamentale, ma generalmente “rimossa” dalla storiografia, del pensiero di Jacques Maritain inerente ai diritti umani, riconoscibile nella sua collaborazione con un gruppo di intellettuali cattolici americani nel fondare il Committee of Catholics for Human Rights del 1939. Dagli anni newyorkesi di Maritain emerge un lato inedito del filosofo: la ferma volontà di promuovere una serie di diritti fondamentali che ogni essere umano possiede a prescindere dalla sua conoscenza della “verità” religiosa.
Si mostra così l’evoluzione del pensiero politico di Maritain, che passò da una prospettiva di tradizionale difesa dei diritti della persona, in quanto creatura spirituale e trascendente (subordinati dunque al riconoscimento dei diritti di Dio e della Chiesa cattolica), a una chiara legittimazione storico-teorica dei diritti dell’uomo, universali e inalienabili, affermatisi nel corso dell’età moderna.
COMMENTO: È qui descritto, con documentazione inedita, l'itinerario di Maritain dall'antimodernismo del suo primo cattolicesimo alla scopera dei diritti umani, in particolare alla sua partecipazione alla stesura della Carta dei diritti umani delle Nazioni Unite del 1948. È la prima ricostruzione che mostra un Maritain protagonista della storia culturale mondiale.
DANIELE LORENZINI, laureatosi in filosofia all’Università di Pisa e conseguito il diploma di licenza in discipline storiche presso la Scuola Normale Superiore, insegna filosofia all’Université Paris-Est Créteil, dove svolge inoltre un dottorato di ricerca in cotutela con La Sapienza di Roma. Autore di numerosi saggi e traduzioni, è uno dei direttori della rivista online «Materiali foucaultiani».
COLLANA: Storia n. 48
Con testo tedesco a fronte
A cura di Marco Vannini
DESCRIZIONE: Sebastian Franck da Strasburgo indirizza questa Lettera all’anabattista Johannes Campanus nel 1541, nel contesto della lotta confessionale tra cattolici e riformatori, scenario di reciproca persecuzione: pagine che rappresentano un vero e proprio manifesto della fede spiritualista e della tolleranza religiosa. Opponendosi alle pretese esclusivistiche delle varie confessioni, con le loro teologie, Franck sostiene l’assurdità di voler ricostituire la vera chiesa, giacché seguaci di Cristo sono soltanto coloro che – in ogni tempo e in ogni luogo, anche senza neppure conoscere la Scrittura – hanno ascoltato e ascoltano la voce dello Spirito, che parla nel profondo dell’anima.
COMMENTO: Pagine inedite di un classico di mistica speculativa, Sebastian Franck, in cui risuonano i capolavori di Meister Eckhart e del suo allievo Giovanni Taulero. Scritta nel 1531, la Lettera qui presentata è anche uno squarcio sulla riforma culturale del luteranesimo, con la sua apertura all'interpretazione personale delle Scritture. In gioco è il valore della Bibbia: può avere un significato assoluto?
SEBASTIAN FRANCK (1499-1542) – “la più grande figura religiosa del cristianesimo moderno”, secondo Piero Martinetti – seppe coniugare due aspetti: quale discepolo di Erasmo una perizia filologica da umanista, in quanto seguace di Taulero e della Teologia tedesca la profonda esperienza spirituale del mistico. Non si riconobbe in nessuna delle chiese del tempo, né cattoliche né riformate, vivendo un’esistenza raminga e perseguitata, ma mantenendo vivo quel principio della libertà dello spirito destinato nel tempo a dare i suoi frutti. Il suo capolavoro, i Paradossi, è stato pubblicato da Morcelliana nel 2009, a cura di Marco Vannini.
MARCO VANNINI, studioso di mistica speculativa, ha già curato per Morcelliana le opere di Daniel von Czepko, Sebastian Franck, Valentin Weigel, Meister Eckhart. Sempre presso Morcelliana ha pubblicato Introduzione alla mistica (2000), tradotto in varie lingue.
COLLANA: Il Pellicano Rosso (Classici del pensiero religioso liberale) n. 148