Nel 1838, quando presentò questo scritto al concorso della Reale Società norvegese delle Scienze di Trondheim per un saggio sul problema della libertà del volere, Schopenhauer viveva da cinque anni chiuso nella sua esistenza di "filosofo solitario" in rotta con i maestri, le scuole e le ideologie dominanti. Fin dal 1820 si era manifestato un aspro conflitto con Hegel, le cui teorie attraevano sempre più il pubblico colto tedesco. Schopenhauer svolgeva una deliberata critica dello storicismo idealista, il suo dichiarato ateismo suscitava il sospetto delle autorità accademiche. Il ritiro a Francoforte nel 1831 lo spinse a svolgere con netta intrasigenza pessimistica il tema dell'assoluta volontà che persiste oltre il fluire dei fenomeni.
Un volume che non offre solo una nuova traduzione del capolavoro pascaliano, ma che riporta l'apparato completo delle varianti, delle cancellature e delle sovrascritture testimoniate dai manoscritti. Si tratta di circa ottocento frammenti, abbozzi e appunti, che superano largamente la prima destinazione di apologia della religione cristiana, per trattare dell'uomo, minato dalla sua miseria e salvato dalla sua grandezza. Non solo un'analisi della condizione umana e un "itinerarium mensis in Christum" di alto interesse filosofico, ma anche la storia interiore di un grande spirito, che ha vissuto con singolare tensione, nella loro dialettica spontanea, i problemi dell'esperienza etico-religiosa e li ha compenetrati di sé e della sua complessa umanità.
Questo testo, per la prima volta tradotto in italiano, e il principale punto di riferimento storico per gli studiosi italiani della figura di Raimondo Lullo, filosofo francescano del 1300 considerato il massimo esponente della cultura e della lingua catalana. Quest'accurato studio di Miquel Battlori, pubblicato per la prima volta in italiano ed aggiornato da Michela Pereira e Francesco Santi, continua ad essere utile e necessario per conoscere gli sviluppi che il lullismo ha avuto lungo i secoli sin dai primi soggiorni che il beato maiorchino realizzo in Italia. Difatti, l'opera, divisa in due parti elenca nella prima tutti i viaggio che Lullo fece in Italia e nella seconda parte analizza la nascita, l'evoluzione e le tappe del lullismo in Italia, nelle tracce che esso ha lasciato nelle diverse biblioteche da Padova a Napoli.
La ripresa di una politica di soluzione dei conflitti con i mezzi della guerra rende attuali le meditazioni del filosofo che più di ogni altro ha avvertito la guerra come scandalo del processo di umanizzazione dell'uomo e ne ha prospettato il superamento come destinazione dell'umanità. A partire da brani delle "Lezioni di Antropologia" e da testi poco noti degli anni '90, questa raccolta di scritti si inserisce nella più vasta riflessione di Kant sulla storia come cammino di faticosa e graduale riconquista della pace attraverso i conflitti e le divisioni che stimolano l'autonomo sviluppo delle capacità umane. Cammino che non tocca soltanto i rapporti tra gli individui, i gruppi e gli stati, ma che investe anche i rapporti etico-religiosi.
È lo scritto capitale di Fiche (1762-1814), che sta alla base di tutte le sue successive (ben 11) rielaborazioni e anche delle altre opere fichtiane. Esso vuole dare una fondazione teoretica di tutto il sapere, dedotto da un unico principio assoluto: l'Io. Questo Io non è però una semplice astrazione, ma raccoglie in sé anche l'ideale del dovere e si pone, quindi, come la sintesi della teoria e della prassi, come punto d'orientamento del pensare e dell'agire. In questa edizione, curata da Guido Boffi, il saggio introduttivo ricostruisce il contesto problematico e storico-concettuale della genesi dell'opera e le sue premesse nelle precedenti indagini fichtiane.
Senza rinunciare al proprio punto di vista squisitamente filosofico, e professandosi "in linea di principio ateo", Heidegger interpreta l'esperienza religiosa come matrice esemplare per capire la dinamica originaria della vita umana nella sua "fatticità", quindi nella sua "gettatezza", finitudine e storicità. In particolare egli si accosta ai documenti del primo cristianesimo, e soprattutto alle lettere dell'apostolo Paolo e alle "Confessioni" di Agostino, per assimilarne con avidità le intuizioni filosofiche e delineare sulla loro scorta i tratti genuini della vita umana nella sua fatale tendenza alla perdizione e allo scacco, ma anche nella sua ricerca di un'ardua eppur raggiungibile riuscita.
Il volume raccoglie scritti di Gaston Bachelard dal 1931 al 1957, seguendo il seguente ordine: la ragione, la scienza e la sua storia, la filosofia della scienza. Il razionalismo, secondo l'originale teorico della "psicoanalisi dell'acqua, della terra e del fuoco" non si limita all'affermazione di un ingenuo trionfo della ragione arroccata nella ripetizione dei primi principi garantiti dalla tradizione, ma la coraggiosa messa alla prova di una ragione capace di rischiare il vaglio dell'esperienza e della specializzazione. Ciò spiega l'impegno contro l'ordine stabilito, contro l'affermazione euforica della ragione stessa e di un potere tradizionale.
"Perché non sono cristiano" affronta con spregiudicata libertà di pensiero un argomento di grande interesse: il sentimento religioso. Russel, pensatore ateo per eccellenza, analizza con semplicità e chiarezza di esposizioni origini, valori e significati della religione cristiana. Un testo imprescindibile per credenti e non credenti, uno dei "classici" più letti di Russell.
"La conquista della felicità" non è e non vuole essere la soluzione a tutti i problemi esistenziali dell'uomo moderno, bensì il tentativo di individuare concretamente una via verso una consapevole serenità. Autonomia di giudizio, rispetto delle opinioni altrui, solidarietà, pari opportunità per tutti, sono, per Russell, alcuni degli ingredienti per una moderna ricetta dell "felicità".
Il Discorso sul metodo di René Descartes, un classico del pensiero filosofico, è qui presentato con l’ampio Commento, anch’esso un classico della storiografia filosofica, di Étienne Gilson. Il Commento di Gilson costituisce tuttora lo studio analitico più ampio dedicato al Discorso sul metodo.
L’interesse per le fonti del pensiero di Cartesio, per il rapporto, di continuità o di rottura, con la filosofia del passato, costituisce uno dei contributi maggiori di questo volume al Discorso sul metodo e segna una svolta nella ricerca sulla filosofia cartesiana e sull’identità del pensiero moderno.
Il testo del Discorso sul metodo è qui presentato con la traduzione italiana a fronte. In appendice è riprodotta la traduzione latina, autorizzata dallo stesso Cartesio, cui il Commento di Gilson fa spesso riferimento. Nel volume: Saggio introduttivo, di Emanuela Scrivano; Introduzione, di Étienne Gilson; Cronologia cartesiana; Nota bibliografica; Dissertatio de Metodo; Indice tematico e Indice dei nomi.
René Descartes (La Haye, Touraine, 1596 - Stoccolma 1650). Formatosi nel collegio dei gesuiti di La Flèche, conseguì la licenza in diritto all’Università di Poitiers nel 1616. Maturò l’idea di una rifondazione della scienza universale; il suo progetto di una grande opera di fisica, intitolata Le Monde, ou Traité de la lumière, fu interrotto a causa della condanna di Galileo, che indusse il filosofo a ripiegare prudentemente sulla pubblicazione, nel 1637, di risultati parziali, meno compromettenti, della sua ricerca matematica e fisica. Si trattò dei tre saggi sulla diottrica, le meteore e la geometria, preceduti dal celebre Discours de la Méthode. Pubblicò numerose altre opere, tra cui le Meditationes de prima philosophia (1641) e i Principia Philosophiae (1644). È riconosciuto universalmente come uno dei massimi filosofi della Modernità.
Étienne Gilson (Parigi 1884 - Cravant 1968). Insegnò a Lilla, a Strasburgo, alla Sorbona, al Collège de France e a Toronto. Esperto di filosofia medievale, fondò le «Archives d’histoire doctrinale et littéraire du moyen-âge» e l’«Institute of Medieval Studies» a Toronto. Pubblicò numerose opere, tra cui La philosophie au moyen-âge (1922), Héloïse et Abélard (1938). Fu uno dei massimi esperti del pensiero di Descartes, su cui pubblicò, oltre al Commento sul Discours, qui presentato, numerose altre opere, tra cui un Index scholastico-cartésien (1913). Pubblicò inoltre opere di carattere teoretico, tra cui Réalisme thomiste et critique de la connaissance (1939), L’être et l’essence (1948), Éléments de philosophie chrétienne (1960).
Emanuela Scribano insegna Storia della filosofia all’Università di Siena. La sua ricerca si è svolta nell’ambito della filosofia moderna. Tra le sue pubblicazioni: Natura umana e società competitiva. Studio su Mandeville (1980), Da Descartes a Spinoza. Percorsi della teologia razionale nel Seicento (1988), L’esistenza di Dio. Storia della prova ontologica da Descartes a Kant (1994), Guida alla lettura delle «Meditazioni metafisiche» di Descartes (1997).
La produzione letteraria di Kierkegaard si svolge in tre direzioni: le "Opere pseudonime", i "Discorsi edificanti", e il grande "Diario". In realtà le "Opere pseudonime" non possono essere staccate dal "Diario" e dai "Discorsi edificanti", tra i quali si collocano "Gli atti dell'amore". Il destinatario ideale dei "Discorsi" è il Singolo, che essi si prefiggono di richiamare all'interiorità perché non si smarrisca nella Folla anonima, dispersa nell'esteriorità e obliosa dell'Eterno. Solo come Singolo l'uomo si rapporta con Dio, e solo come Singoli si diventa cristiani. In particolare Kierkegaard mostra come il Cristianesimo riferisca l'amore di sé e del prossimo all'eternità, superando l'amicizia e l'amore naturale profano.