L'uomo contemporaneo va modificando sempre più le proprie dotazioni naturali, per correggerle, sostituirle, potenziarle. Le conseguenze sulla durata e la qualità della vita sono evidenti. Dalla nascita alla morte, aumentano gli interventi artificiali sul corpo e con essi le possibilità di manipolare la nostra esistenza. I robot, non più quei mostri cari alla fantascienza, assumono ruoli e funzioni umane, proponendosi come interlocutori e compagni di un futuro vicino. Stiamo passando da un'evoluzione naturale a un'evoluzione artificiale della nostra specie?
Le organizzazioni sindacali hanno attraversato il Novecento svolgendo un ruolo essenziale nella conquista dei diritti dei lavoratori e affermandosi come presenza politica e sociale importante nei paesi avanzati. Oggi lo scenario è cambiato - come dimostra anche la lunga contrattazione Fiom/Fiat - e i problemi del lavoro, dall'instabilità degli impieghi ai bassi salari, ai lavori poco gratificanti, risentono della crisi mondiale. I sindacati possono ancora trovare soluzioni soddisfacenti per un mondo lavorativo così sfaccettato o sono irrimediabilmente legati a una stagione passata?
Scritto da tre noti sociologi italiani, accomunati da una particolare sensibilità per i problemi della didattica, questo manuale continua a dare un contributo significativo alla diffusione della cultura sociologica nel nostro paese. Nella nuova edizione qui presentata il volume si arricchisce di numerosi aggiornamenti, soprattutto in relazione alle trasformazioni intervenute negli ultimi anni nelle società contemporanee.
Nato da una serie di conferenze, questo nuovo libro di Sennett si fa particolarmente apprezzare per la leggibilità, la comprensività dello sguardo, la capacità di ricapitolare i diversi filoni di analisi che l'autore ha sviluppato negli ultimi anni, suscitando interesse e considerazione crescenti. La sua attenzione si sofferma sulle differenze tra le forme tradizionali di capitalismo industriale e quelle più globalizzate, febbrili e mutevoli del "nuovo capitalismo". Il volume si chiude sul tentativo di tratteggiare possibili "contromisure" - personali e istituzionali - capaci di limitare le conseguenze perniciose di questo cruciale passaggio storico.
Come è mutato il "fare famiglia" nella società contemporanea? Quanto i modelli educativi proposti dai genitori orientano i figli verso l'autonomia e verso la vita adulta? In che modo la nuova partecipazione delle madri al mercato del lavoro e l'invecchiamento della popolazione hanno cambiato i modelli di solidarietà e di cura, di genere e generazione? Qual è l'impatto dell'emigrazione sui legami familiari e sulla trasmissione intergenerazionale delle risorse economiche e culturali? I contributi proposti nel volume, attraverso le lenti analitiche della generazione e del corso di vita, rispondono a tali interrogativi, mettendo in rilievo come i corsi di vita siano sistemi aperti e flessibili all'interno dei quali si intersecano dimensioni materiali e simboliche, istituzionali e culturali.
La storia delle civiltà è la storia delle società autocefale centrate sulla schiavitù generale di Stato: "un quadro spaventoso fatto di disperazione e di strazio", per dirla con le parole di Jacob Burckhardt. Unica eccezione: l'Occidente, il quale, grazie alla frammentazione del potere successiva al collasso dell'Impero romano, è riuscito a domare il Leviatano istituzionalizzando il governo della legge in luogo del potere arbitrario degli uomini. Ne è scaturita, attraverso un'infinita teoria di conflitti di interessi e di valori, la prima - e per ora l'unica - civiltà dei diritti e delle libertà, grazie anche alla prodigiosa crescita della ricchezza materiale generata dalla sinergia fra mercato, scienza e tecnologia. Ma l'Occidente non è riuscito a materializzare l'ideale dell'eguaglianza, da esso stesso proclamato in tutte le sedi e in tutte le forme. Un ideale che si è scontrato con i rigidi imperativi della divisione sociale del lavoro, che è rigorosamente gerarchica. Ne è scaturita una tensione permanente fra la promessa democratica e la realtà che neanche il Welfare State, creato dai partiti socialdemocratici, è stato in grado di eliminare.
Attraverso la voce di diciotto protagonisti più o meno noti, questo libro offre alle nuove generazioni una finestra "possibile" sul domani, ma si rivolge anche agli adulti che desiderino accompagnare i più giovani in questo coraggioso viaggio. Storie diverse tra loro, ma tutte riconducibili a un comune denominatore: quello di avere come protagonisti uomini e donne appassionati della propria professione e desiderosi di trasmettere ai più giovani lo stesso entusiasmo e la stessa dedizione. Tra gli intervistati ci sono campioni dello sport come Federica Pellegrini, o personaggi del mondo delle arti e dello spettacolo come Angelo Branduardi o Alessandro Borghese e Michela Murgia, l'astrofisica Margherita Hack, passando per un'artigiana, un ingegnere, una giornalista, un elettricista, una poliziotta, un camionista, una stilista e tanti altri.
L'ambivalenza del mondo, l'impossibilità di ricondurre le azioni e gli atteggiamenti degli uomini nelle griglie di una contabilità semplice è il principio che guida Cassano attraverso questa galleria di personaggi, grandi e piccoli. Eroi e camerieri, santi e inquisitori, volontari e disertori, spiriti leggeri e fanatici... una commedia umana dove la crudeltà delle grandi vocazioni si accompagna alla mediocrità della virtù. Fra i due opposti modelli, suggerisce Cassano, la soluzione è riconoscere la fondamentale ambivalenza degli uomini, unica via per chi cerchi di costruire la propria felicità senza distruggere quella altrui. Muove da questo libro la riflessione che Cassano porta avanti da tempo ed è approdata di recente a "L'umiltà del male".
Che cos'è la sociologia dell'infanzia? Che cosa dice di nuovo e di diverso sui bambini? Si può considerarli come attori sociali a tutti gli effetti, capaci di dar vita a una loro cultura e di incidere sulla realtà che li circonda? E come valorizzare questa cultura? Sulla scia dell'approccio dei new social studies of childhood, il libro propone al pubblico italiano un'inedita riflessione critica sullo sguardo adulto sui bambini e ci guida attraverso le rappresentazioni più comuni che accompagnano l'agire di genitori, educatori e "professionisti dell'infanzia".
Se le categorie politiche fondamentali fossero rappresentabili sotto forma di corpi geometrici, la cittadinanza sarebbe uno di quei poliedri rotanti a superficie riflettente che creano insieme effetti luministici e zone d'ombra. Con sapientissimo discernimento Etienne Balibar scruta una a una le facce di quel solido, più numerose - e molto più incrinate - di quanto si potrebbe supporre. Il significato dell'essere cittadini era infatti tutt'altro che univoco e pacificato, già agli albori della politica in Occidente. E la modernità lo ha mostrato ancor più enigmatico e conflittuale. Indissociabile dalla democrazia, e dalle rivendicazioni di uguaglianza e libertà da cui essa trae origine, la cittadinanza si ridefinisce ogni volta all'interno della contraddizione irrisolta tra vocazione universale dei principi e dispositivi selettivi che regolano l'appartenenza a una comunità politica. Non tutti sono cittadini, ancne all'interno di uno stesso Stato-nazione. Fu detto che "alcune persone sono nella società senza essere della società". La dinamica di inclusione ed esclusione continua a generare drammatiche asimmetrie, a operare aperture e chiusure soprattutto oggi, in un momento di particolare fragilità dello spazio pubblico e di trasformazione della sovranità nazionale. Troppe antinomie dunque nella cittadinanza? Balibar non se lo nasconde, ma sa che rinunciarvi equivarrebbe a negarsi la possibilità di ideare nuovi modi di autonomia collettiva, in una parola di democratizzare la democrazia.
Quanto profondo è il legame tra l'Italia e l'Australia? A quando risale il primo contatto tra il Belpaese e l'affascinante, e allo stesso tempo misteriosa, Terra Australi incognita? A queste e ad altre domande risponde l'autore di questo studio partendo dal confronto di varie fonti storiche e soprattutto statistiche. Un volume dedicato all'emigrazione italiana con il quale ancora una volta - come si legge nell'introduzione del Direttore Generale mons. Perego - la Fondazione Migrantes vuole ribadire "l'importanza dello studio costante e dell'approfondimento continuo dell'emigrazione italiana, soprattutto per gli operatori Migrantes nelle nostre diocesi e per i presbiteri, i/le consacrati/e e i laici impegnati nelle nostre comunità italiane all'estero". Questo contributo di natura storico-statistica "ci aiuta a guardare all'Australia con gli occhi dell'emigrazione italiana e, al tempo stesso, ci permette di guardare anche come Chiesa alle trasformazioni in atto nel mondo della mobilità umana".
"Alex ha appena compiuto tre anni, è curiosissimo e molto attivo. Ama il müsli, le patatine fritte e ancor più le sue automobiline. Ieri ha ricevuto in dono un grosso autobus rosso e stamattina l'ha mostrato subito ai nonni che lo amano più di qualunque altra cosa al mondo. Lo vedono tutti i giorni, ogni mattino passano con lui un quarto d'ora, a volte anche mezzora: 'il momento dei nonni', un rituale fisso, tenuto in grande considerazione e rispettato, un momento soltanto dei nonni e di Alex. La normalissima felicità di una grande famiglia? Sì e no. I protagonisti vivono a migliaia di chilometri di distanza fra loro, i nonni a Salonicco, Alex a Cambridge, in Inghilterra. Chattare su Skype permette al nonno e alla nonna di essere nella cameretta del nipote, mentre porta Alex a Salonicco, benché ciascuno rimanga nel proprio luogo: amore alla massima distanza come amore nella massima prossimità": le famiglie globali sono caratterizzate da relazioni che convivono al di là dei confini nazionali, religiosi, culturali, etnici, dove troviamo uniti elementi che apparentemente insieme non dovrebbero stare. Eppure sono queste esperienze, sempre più comuni, a ridisegnare il mondo e i sentimenti. La società globale irrompe in relazioni e famiglie normali, portando scompiglio, confusione, stupore, piacere, gioia, fratture e a volte anche odio: viviamo in un mondo nel quale la persona più amata è spesso lontana e quella più distante sul piano affettivo è invece la più vicina nella realtà.