La ricerca della verità è motore dell'impresa conoscitiva, il suo raggiungimento è l'obiettivo della ricerca scientifica, la sua contemplazione è il fine ultimo a cui tende ogni uomo. Al giorno d'oggi, il riferimento alla verità è spesso indebolito e sostituito da altri approcci o priorità: l'opinione, il sentimento personale, il consenso sociale, la semplice correlazione, ecc. La nozione di verità è ritenuta spesso inaccessibile, anacronistica e talvolta persino pericolosa. Eppure, sembrano esistere degli ambiti della conoscenza umana in cui distinguere il vero dal falso non solo continua ad avere senso, ma costituisce proprio il fine ricercato dall'intelligenza e anelato dall'esistenza stessa dell'uomo. Come contributo all'appassionante e imperitura discussione sul ruolo della verità nel pensiero scientifico, filosofico e teologico, il presente volume offre i frutti della riflessione comune maturata a partire dagli interventi al Seminario Permanente 2019/2020 e al XII Workshop della Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI).
Al capitolo 12 del libro dell'Apocalisse si descrive la lotta celeste al cui centro vi è precisamente una non meglio definita figura femminile. Chi è questa donna «vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle»? La tradizione l'ha identificata certamente in Maria. La questione è, però, più complessa. Una cosa è certa però: il racconto che vede protagonista questa figura femminile, in lotta con un "drago" e incinta, è un modo per narrare un tema profondo ed eterno: la drammaticità della condizione umana (e cristiana) nella storia. È, questo, il medesimo messaggio che incontriamo nell'apparizione di La Salette: c'è una lotta, nel tempo e nel mondo, che vede l'umanità in gioco; c'è una lotta in cui il male assedia e ferisce; e c'è, però, la possibilità di una vittoria definitiva del bene.
L'Eucaristia è ritenuta «fonte e culmine di tutta la vita cristiana» (LG 11). Quale spazio, allora, le singole Chiese lasciano aperto alla possibilità di un incontro attorno alla stessa mensa? Chi è il soggetto della reciproca ospitalità? Quale rapporto esiste tra l'unico Battesimo e la celebrazione dell'Eucaristia? Alla ricerca di spazi di dialogo scevri di rigidità dogmatiche, R. Penna, E. Genre e G. Getcha mettono sul piatto il presupposto, incontestabile, che ogni confessione cristiana è d'accordo sul fatto che l'Eucarestia sia il momento di maggior espressione della propria fede poiché la comunità, radunata dal suo Signore, si pone in ascolto della Sua parola e accoglie, appunto, il suo invito a partecipare alla sua mensa. E così fanno gli autori in questo settimo volume della collana di teologia interconfessionale, ponendosi in ascolto delle proprie e delle reciproche comunità per trovare terreno comune su cui costruire nuovi spazi di convivialità interconfessionale.
L'allusione al Salmo 8,15 intende suggerire che l'essere umano necessita di cura non soltanto in particolari situazioni: l'anthropos ne abbisogna strutturalmente. I contributi, taglio teologico e filosofico, problematizzano il concetto di cura declinandolo a situazioni concrete come la malattia e il congedo, o l'economia globalizzata ma anche nel senso della cura di Dio per l'uomo.
La Bibbia ci ha trasmesso due diversi testi che contengono i dieci comandamenti, chiamati significativamente, nella tradizione religiosa d'Israele, «le dieci Parole». Esse si presentano come un dono e non un peso. Pur antiche di migliaia di anni, sono sempre valide perché sono inscritte nel cuore e nella coscienza di ogni essere umano e corrispondono alla sua struttura fondamentale. Si offrono qui schede per la riflessione pastorale di gruppo.
Nella Commedia dantesca tutto è orientato e disposto nell'ottica di un viaggio, in un movimento anagogico che comincia come una discesa nell'Inferno, proseguendo e svolgendosi come una salita purificatrice nel Purgatorio, per giungere infine a "l’alto seggio" (Inf., I, 121) nel Paradiso. Tutto avviene, scrive San Tommaso d'Aquino, nella profondità dello sguardo di Dio: sub specie aeternitatis. In quello sguardo che penetra l'intimo si compie il Trasumanar, la grazia della riconquista dello stato di pura e semplice somiglianza a Colui che tutto può.
Francesco Maitan nasce a Genova nel 1990. Compie i suoi universitari presso lo Studio Filosofico Domenicano di Bologna, affiliato alla Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, conseguendo nel 2015 il Baccalaureato in Sacra teologia e nel 2017 la Licenza in Teologia sistematica. Attualmente, oltre a insegnare Religione Cattolica presso le scuole secondarie di secondo grado della diocesi della diocesi Forlì-Bertinoro, è prossimo alla laurea magistrale di Filosofia presso l'Universita degli studi di Urbino "Carlo Bo”. Associato dell'Azione Cattolica e socio CAI, è sposato e papà di tre bambini.
Sulla scia del Concilio Vaticano II e del magistero dei Pontefi ci che l'hanno preceduto, Papa Francesco, costatando che il laicato costituisce l'immensa maggioranza del Popolo di Dio, invita a superare ogni forma di clericalismo che umilia la dignità dei battezzati e a riconoscere la chiamata dei laici per l'evangelizzazione e l'edifi cazione della Chiesa nel mondo contemporaneo. I ministeri ecclesiali, come risposta al dono dello Spirito Santo che rende bella la Sposa di Cristo nella varietà dei doni e delle funzioni, possono contribuire a questa riscoperta del laicato nella sua duplice funzione, nella Chiesa e nel mondo. Di fronte alla diminuzione di ministri ordinati, i laici possono costituirsi come animatori della pastorale e, al tempo stesso, come legame vivente tra il vescovo e le comunità, affi ancandosi ai presbiteri e ai diaconi nel loro insostituibile ministero. La storia della Chiesa ci dice che in tante parti i laici hanno alimentato e trasmesso la fede, anche laddove non vi erano ministri ordinati. Questa strada può essere intrapresa pure dalla Chiesa di oggi, non più come supplenza ma come manifestazione della pluriformità ministeriale del Popolo di Dio. I giovani, nel Sinodo a loro dedicato, hanno espresso il desiderio di essere protagonisti della vita della Chiesa, ponendosi al suo servizio. Il cammino della Chiesa è nelle mani di Dio, a noi spetta lasciarci condurre da quelle mani che accompagnano e custodiscono il suo Popolo.
Il deismo unisce all'attestazione di una "religione naturale" e alla difesa della tolleranza religiosa la critica all'autorità ecclesiastica e il rifiuto di ogni rivelazione divina, secondo un orientamento metodologico di chiara matrice lockiana. Tutti aspetti rinvenibili in questo libro in cui sono tradotti per la prima volta in italiano due pamphlet di Anthony Collins, seguiti in Appendice dalle lettere che John Locke gli scrisse a testimonianza della profonda amicizia tra i due. Il primo, Difesa degli attributi divini, tratta il problema del male proponendo un'etica deista contrapposta alle soluzioni oscure e contraddittorie degli uomini di Chiesa. Il secondo, Il perfetto inganno del clericalismo, colpisce la tradizione in genere, ricostruendo la presunta contraffazione di una clausola dei Trentanove Articoli di religione, le basi dottrinali della confessione anglicana. Si delinea la possibilità di ricostruire sulla base della ragione una teologia laica e una vera religione.
ANTHONY COLLINS (1676-1729), insieme a John Toland e a Matthew Tindal, è stato uno dei maggiori esponenti del deismo. Tra le sue opere sono state tradotte in italiano: Ricerca filosofica sulla libertà umana (Bompiani, 2015); Discorso sul libero pensiero (Liberilibri, 2019)
"L'itinerario teologico di fratel Enzo Biemmi e il suo contributo alla riflessione pratica della Chiesa riassunti in tre parole: ascolto, pratica e visione" (Prefazione: Erio Castellucci).
Con la nuova edizione di Dio e Cesare, Oscar Cullmann, storico e teologo luterano francese, fra i protagonisti della ricerca teologica del Novecento, accompagna il lettore nella scoperta dei passaggi della Scrittura sul rapporto tra Chiesa e Stato, terra e cielo, città eterna e città terrena, impegno nelle cose del mondo e testimonianza spirituale. Questo testo distingue e illumina il rapporto tra Dio e Cesare in un tempo in cui l’impegno nel mondo è da molti credenti ignorato o spesso delegato al potere politico. Si pone dunque una scelta di campo: Dio o Cesare, il Regno o il mondo? Il discernimento è l’intelligenza del cuore e serve per capire come vivere questa polarità nella storia, qui e ora.
Un piccolo trattato sul percorso di vita cristiana, impreziosito dalla testimonianza dell'autore. Una riflessione apologetica sui contenuti della fede, con confronti tematici e riferimenti al Magistero della Chiesa.