L’analisi delle tendenze e della specificità dell’immigrazione straniera in Italia e in Europa (ma non solo) costituisce il contesto storico e socio-culturale di questo volume, che approfondisce il tema della pedagogia in chiave interculturale. Nella vastità degli ambiti di indagine che risultano coinvolti nella ricerca pedagogica di stampo interculturale, sono qui trattati, in particolare, argomenti di carattere axiologico, sociale ed epistemologico. Si indaga la categoria dell’identità, ma si approfondiscono anche quelle della diversità (da intendersi come precipua caratteristica antropologica che, lungi dall’essere mortificata, abbisogna d’interventi atti ad esaltarla in ambiti d’integrazione umana), dell’incontro, del confronto, del dialogo con l’altro da sé. Per apprendere a convivere e a interagire con l’altro, può essere di grande aiuto lasciarsi guidare dall’ideale regolativo del bene comune, inseparabile dalla ricerca del bene personale. Il perseguimento del bene comune implica l’essere uniti da un progetto esistenziale accomunante, così come il rispetto e la garanzia dei diritti/doveri inalienabili di ciascuna persona.
Fabrizio Pizzi è dottore di ricerca in Teoria e storia dei processi formativi presso l’Università degli Studi di Cassino. Ha pubblicato, tra l’altro, Le ragioni dei processi migratori, in AA.VV., Ricerche pedagogiche. Percorso teorico, vol. I, Milano 2005; Martin Luther King, jr. Il giorno di Dio nel giorno dell’uomo, Roma 2006 (1a ed. 2002), tradotto in lingua spagnola con il titolo Martin Luther King, jr. El día de Dios en el día del hombre (Editorial Guadalupe, Buenos Aires 2006).
L’iniziativa di raccogliere alcuni saggi dell’attività scientifica di Giorgio Picasso è stata promossa dal Dipartimento di studi medioevali, umanistici e rinascimentali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La scelta si è orientata verso i contributi canonistici, significativi, ad un tempo, anche per i criteri di indagine messi in opera dall’autore che, nella disciplina da lui professata, al tradizionale metodo della ricerca storica ha saputo unire l’apporto di fonti canonistiche, raggiungendo risultati originali e per molti aspetti innovativi.
Il volume è diviso in quattro sezioni omogenee per quanto riguarda il contenuto tematico. Nella sezione «Fonti» numerosi articoli indagano la presenza degli scritti dei Padri della Chiesa nelle disposizioni legislative dei concili e delle collezioni canoniche, con particolare riferimento alle opere di Ambrogio, Gregorio Magno e Cipriano. Importante è poi lo studio che chiarisce i concetti di usus e di consuetudo nella tradizione normativa dei cluniacensi.
Anche la sezione «Istituzioni» presenta studi di rilevante importanza per il loro contenuto e per il metodo di indagine, tra i quali si segnala per la novità dell’impostazione il lavoro sui fondamenti del matrimonio nelle collezioni canoniche medievali. A queste ultime è dedicata la terza sezione, da cui emergono la grande problematica della vita comune del clero e la vexata quaestio dei rapporti tra canonici e monaci nei secoli XI e XII. L’ultima sezione, dedicata ai problemi della società umana, illumina concetti che l’età medievale elaborò con fatica e con sforzo intellettuale, soprattutto durante l’età feudale, fra cui quelli di ‘laico’ e di ‘laicità’.
Giorgio Picasso, nato a Genova nel 1932, è entrato come monaco benedettino nella congregazione di Monte Oliveto nel 1949. Dopo l’ordinazione sacerdotale si è iscritto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove ha percorso la carriera di docente di Storia medioevale sino all’anno 1969-1970. Divenuto professore ordinario nella medesima disciplina, è stato incardinato nell’Università di Lecce (1980-1981). Richiamato in Cattolica per lo stesso insegnamento, dal 1986 è titolare della cattedra di Storia della Chiesa nella Facoltà di Lettere. Nell’ateneo cattolico milanese ha ricoperto il ruolo di direttore del Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali per due trienni (1983-1989), mentre dal 1995 è preside della Facoltà di Lettere. Membro del consiglio redazionale della «Rivista di storia della Chiesa in Italia», ha ricoperto per oltre un trentennio l’incarico di responsabile della bibliografia. È anche consigliere del Pontificio Comitato di Scienze storiche con sede nella Città del Vaticano. Nel 2002 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica italiana la medaglia d’oro dei benemeriti della cultura.
A distanza di oltre dieci anni dal testo intitolato Nuovo lessico familiare, questo volume riprende e riformula le parole-chiave di un pensiero sulla famiglia che nel tempo ha prodotto un percorso culturale, di ricerca e di intervento originale.
Alla base della riflessione sta la ‘relazione familiare’, primo e sintetico lemma che viene articolato in una grammatica sulla famiglia sotto il profilo psicologico e sociologico. Accanto si trovano molti altri termini fondamentali: identità, pluralizzazione, soggettività familiare, reciprocità, generatività, cura, trasmissione, transizione, fiducia, giustizia, dono, debito.
Le tre sezioni del libro mettono a fuoco i legami familiari e ciò che in essi circola, consentendo di cogliere le trasformazioni relazionali in atto nella famiglia e nel contesto sociale di riferimento, senza smarrire il filo rosso che permette di riconoscerne l’essenziale e irriducibile specificità. Nella prima sezione è a tema la cura, forma tipica del legame che sorregge e accompagna la famiglia nei suoi passaggi critici e nel suo sviluppo, dalla costituzione del patto coniugale all’avvento della responsabilità genitoriale fino al passaggio di consegne tra le generazioni. La seconda sezione ha come oggetto la generatività dei legami sociali: in particolare, fenomeni quali le comunità familiari e l’associazionismo familiare evidenziano a livello societario l’eccedenza generativa propria delle famiglie.
Tuttavia, la cura dei legami familiari non è garantita a priori ma, essendo l’esito delle relazioni familiari e sociali, è esposta ai rischi della frammentazione e della conflittualità: è indispensabile, quindi, come evidenzia la terza sezione, disporre di metodologie di intervento che consentano di sviluppare e potenziare le connessioni intra e interfamiliari portando in salvo le appartenenze ascritte ed elettive.
La collana «Studi interdisciplinari sulla famiglia» è lo strumento di divulgazione culturale scientifica del Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia (CSRF) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il Centro, che opera dal 1976, si occupa di ricerca scientifica sulla famiglia e di formazione di alto livello rivolta a professionisti che lavorano con e per le famiglie. In esso si confrontano competenze pluridisciplinari attinenti principalmente gli ambiti psicologico e sociologico, con aperture alla teologia, alla demografia, all’economia, alla giurisprudenza e alla storia. Gli studiosi che fanno parte del Centro si riconoscono in una specifica prospettiva relazionale di comprensione dei fenomeni familiari che viene indicata nel settore psicologico come approccio relazionale simbolico. In tale ottica la famiglia è intesa come luogo costitutivo del legame tra generi, generazioni e stirpi. Ad essa è riconosciuto lo statuto di ‘soggetto societario’, protagonista attivo nella costruzione dell'identità personale, dell'azione educativa e delle politiche sociali.
Il rapporto tra autonomia e dipendenza è un tema che ha sempre interrogato la filosofia. Esso trova però oggi una formulazione particolare all'interno della cosiddetta Gen-Ethik (o etica dei geni) riguardo al progetto di eliminare la casualità dell'origine dell'uomo. Attraverso la tecnologia genetica la realtà pone, così, alla filosofia un problema teorico che si trasforma in un'opzione pratica: la possibilità di una radicale indipendenza dell'uomo dai suoi stessi condizionamenti naturali. Nell'affrontare tale questione questo libro si concentra su una tematica kantiana: quella dell'autonomia, che qui viene esaminata alla luce del pensiero di autori come Habermas, Kelsen e i pensatori dell'autonome Moral, che l'itinerario di Kant hanno effettivamente seguito. Il presente volume offre un articolato percorso filosofico-teoretico, grazie al quale pensare la realtà dell'uomo contemporaneo e la sua domanda di autonomia.
Per molto tempo si è pensato che i confini della spiritualità medioevale coincidessero con quelli del mondo monastico e del suo atteggiamento di fuga dal mondo. Questo profilo sintetico di André Vauchez mostra l’unilateralità di tale luogo comune, tuttora persistente. I contenuti e le caratteristiche fondamentali dell’esperienza religiosa in Occidente dall’VIII al XIII secolo non vengono ricostruiti a partire da teorie, dottrine e scritti dei grandi maestri dell’epoca. Piuttosto, Vauchez prende in esame stili di vita, disposizioni del vissuto e movimenti sociali, delineando così un Medioevo della spiritualità molto concreto e composito. In questa prospettiva, protagonisti dell’opera non sono tanto i monaci e i chierici, quanto i laici, il popolo, gli incolti con le loro peculiari forme di espressione religiosa: devozione, celebrazioni liturgiche, osservanza dei precetti, sacre rappresentazioni, iconografia, pellegrinaggi, culto delle reliquie ecc. Ne emerge, scandito nei suoi diversi stadi di sviluppo, il grande processo storico che porta la cristianità occidentale dalle forme ritualistiche e dalla rigida precettistica dell’età carolingia fino al nuovo orizzonte spirituale del XIII secolo, quando si afferma una religiosità più sensibile ai valori interiori e rinasce, con san Francesco, l’ideale di vita evangelica.
André Vauchez (1938) è stato direttore di ricerche per il Medioevo all’Ecole française di Roma e professore di Storia medioevale all’Università di Paris X-Nanterre.
È membro dell’Institut de France (Academie des Inscriptions et Belles Lettres) e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei. I suoi studi hanno avuto per oggetto la storia della spiritualità e della santità, il profetismo e le eresie in Occidente tra XII e XV secolo. In italiano sono stati tradotti: La santità nel Medioevo (Bologna 1989); I laici nel Medioevo (Milano 1989); Ordini mendicanti nella società italiana (Milano 1990); Santi, profeti e visionari. Il soprannaturale nel Medioevo (Bologna 2000).
«Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»: dagli inizi della civiltà cristiana questa frase ha significato la rivoluzione più importante nella storia delle istituzioni, ma anche la più difficile da realizzare. Ancora oggi parlare di Stato laico e di libertà della Chiesa, e tradurre in pratica tali concetti, significa muoversi su un terreno ricco di insidie e di contraddizioni. Per affrontare questi temi attualissimi, Ombretta Fumagalli Carulli sceglie la via del discepolo medievale che, mettendosi ‘sulle spalle del gigante’, vede meglio e più lontano. In questo caso ‘il gigante’ è l’autorevole tradizione giuridica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con i suoi prestigiosi maestri: Vincenzo del Giudice, Orio Giacchi, Giuseppe Dossetti. Così, dopo avere ricordato l’apporto della dottrina canonistica, sono tre le piste di ricerca proposte: l’emergere dell’idea laica nella storia europea, la posizione dello Stato italiano, le nuove frontiere dell’Europa. Alla nascita e alla storia dello Stato laico, dal Medioevo alla Rivoluzione francese, è dedicato il primo capitolo. Sulla base delle categorie storico-giuridiche così costruite, viene poi focalizzato il rapporto tra Stato italiano e fenomeno religioso. Dopo brevi cenni sui modelli di Stato - liberale e fascista - precedenti l’età democratica, sono affrontati i problemi che laicità e libertà pongono allo Stato democratico. A causa delle ambiguità presenti nelle nostre leggi e della lentezza dell’iter parlamentare, a produrre diritto è spesso la Corte costituzionale. A essa perciò è riservato ampio spazio, in particolare rispetto all’emersione della libertà religiosa istituzionale a fianco di quella individuale e collettiva. Nel terzo capitolo l’orizzonte si amplia dall’Italia all’Europa, completando il quadro dei problemi e le prospettive di ulteriori evoluzioni. Dalla CSCE, oggi OSCE, alla Costituzione europea viene analizzato il consolidamento della libertà religiosa istituzionale e il ruolo delle religioni nella costruzione dell’Europa unita.
Il risultato è uno studio importante, che illumina la grammatica e le sintassi giuridiche e istituzionali di un tema controverso e affascinante, e «riprende le fila di un lungo discorso» per svilupparne le conseguenze, sia attuali sia rivolte al futuro che è per noi oggi l’Europa.
Ombretta Fumagalli Carulli si è laureata in Giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1966. Dal 1975 è titolare di cattedra universitaria (Diritto canonico e Diritto ecclesiastico) prima all’Università di Ferrara, poi all’Università Cattolica di Milano, dove insegna tuttora. Eletta al Consiglio Superiore della Magistratura, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, dal 1993 più volte fa parte del Governo italiano. Dal 2003, nominata da Giovanni Paolo II, fa parte dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali. Visiting professor in diverse Università europee e membro di società scientifiche e di comitati di riviste giuridiche, è autrice di numerose pubblicazioni in diritto canonico, storia della Chiesa, ordinamento giudiziario, procedura penale, diritto costituzionale italiano, diritto ecclesiastico, diritto di famiglia, magistero sociale della Chiesa, diritto processuale civile. Segnaliamo: Intelletto e volontà nel consenso matrimoniale in diritto canonico (Vita e Pensiero, Milano 1974); I fondamenti religiosi dell'Assolutismo in Bossuet (Milano 1975); Il matrimonio canonico dopo il Concilio (Milano 1978); Società civile e società religiosa di fronte al Concordato (Vita e Pensiero, Milano 1980); Giustizia inquieta (Milano 1990); Il Governo della Chiesa universale e i diritti della persona (Vita e Pensiero, Milano 2002).
I nuovi interrogativi veicolati dalle tecnoscienze e la possibilità di intervenire profondamente sul corpo dell'uomo sembrano incrinare la consapevolezza di chi sia l'essere umano, facendo oscillare la riflessione tra la richiesta del riconoscimento e il desiderio della progettazione. Il contesto scientifico e tecnologico è, perciò, occasione di una rinnovata attenzione al tema dell'identità: nel rispetto delle distinzioni disciplinari e dei piani di indagine, la riflessione filosofica è interpellata su nuovi fronti tematici. Il ruolo della corporeità nell'identità personale si offre come privilegiato tema di confine per articolare questa ricerca. L'immagine dell'uomo così come emerge nel dibattito sul mind-body problem; l'azione nelle sue diverse forme come luogo in cui si manifesta, anche nell'esperienza del dolore e della malattia, la complessità dell'umano; il corpo nelle prospettive di manipolazione e modificazione proposte nelle biotecnologie: sono queste le tre tappe che il testo percorre nel tentativo di fare maggiore chiarezza su ciò che siamo e che, per molti aspetti, continua ad apparirci come l'incognita uomo.
L’arte di fondere campane, ancora oggi custodita da poche famiglie, ha origini antiche. La ricerca condotta da Elisabetta Neri si propone di mantenere la memoria di questa tradizione, nei suoi aspetti tecnici e socio-antropologici, tramite i nuovi dati forniti dall’archeologia.
L’interesse archeologico per il tema nasce negli anni Settanta, con i primi rinvenimenti di fornaci per campane e si rinnova negli anni Ottanta e Novanta, grazie ai numerosi scavi in edifici di culto che hanno restituito impianti produttivi, spesso di difficile interpretazione.
L’accurata rilettura dei trattati medievali e postmedievali e il riesame dei resti archeologici delle officine per la fusione di campane guidano a scoprire due tradizioni operative fissate nella scrittura a distanza di tempo, ma praticate fin dall’altomedioevo. L’esistenza di diverse tecniche antiche in un’arte così settoriale è probabilmente riconducibile al diverso retroterra etnogeografico e culturale in cui queste nascono e si sviluppano. Proprio per poter ricavare dai resti archeologici il riconoscimento della tecnica seguita e per favorire una registrazione degli indicatori viene proposto un modello di schedatura delle fornaci. I dati archeologici, infatti, se puntualmente raccolti, forniscono informazioni preziose sull’ambiente che ospitava l’attività e sugli attori di un processo che talvolta assumeva le sembianze di un rito allo stesso tempo religioso e sociale.
Elisabetta Neri (1979) è laureata in Lettere classiche, con una tesi in Archeologia Medievale, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove frequenta la Scuola di Specializzazione in Archeologia e collabora con l’Istituto di Archeologia.
Ha studiato la produzione di campane nel medioevo e a questo tema ha dedicato interventi di scavo, relazioni a convegni e pubblicazioni.
Su un argomento tanto delicato come quello delle relazioni familiari viene oggi avanzata una nutrita serie di rivendicazioni. Si chiede che alla convivenza tra partner dello stesso sesso venga riconosciuto uno statuto identico alla costituzione di una famiglia da parte di un uomo e di una donna. O che venga decretato per legge che un bambino possa avere come genitori solo due padri, o solo due madri.
Xavier Lacroix, filosofo e teologo, affronta questi temi attuali e controversi con l’intento di offrire al grande pubblico dei ‘non specialisti’ strumenti analitici e criteri di giudizio per poter sostenere un dibattito ponderato. Egli ha ben presente, e da subito lo mette in chiaro, che la discussione in questo ambito è resa più delicata e faticosa da diversi fattori. Anzitutto, è difficile tenere nell’alveo della razionalità un discorso che tocca princìpi fondamentali per l’uomo. Poi, si deve fare i conti con un progressivo spostamento del significato delle parole, con la perdita di aderenza del linguaggio al reale. Nei dibattiti accalorati di questi ultimi tempi, parole come ‘padre’, ‘madre’, ‘genitore’, ‘matrimonio’ hanno perduto il loro senso univoco, fondato sull’esperienza del corpo, e vengono utilizzate da più parti in modi e con scopi diversi, spesso strumentali. Infine, è necessario non disgiungere il profilo dell’etica personale, con la sua enorme varietà di situazioni particolari, da quello istituzionale, cercando di riconoscere le strutture fondanti dell’essere umano. Procedendo in questa direzione, Lacroix fornisce al lettore una sorta di ‘argomentario’ per rispondere alle questioni sollevate in materia, valendosi anche del contributo di esperti in campo medico, filosofico, psicoterapeutico, giuridico.
Un impegno stimolante, afferma l’autore, che comporta un’attenzione particolare verso ciò che costituisce il nucleo irriducibile della vita familiare. «Chi dice famiglia» puntualizza Lacroix «dice nascita, crescita, genealogia, parentela e, dunque, simbolizzazione di realtà incise nel corpo. La costruzione della vita familiare non è un gioco».
Padre di tre figli, filosofo e teologo, Xavier Lacroix insegna Teologia morale all’Università Cattolica di Lione. Tra i suoi libri tradotti in italiano, Il corpo e lo spirito. Sessualità e vita cristiana (1996), Il corpo di carne. La dimensione etica, estetica e spirituale dell’amore (2001), Il matrimonio... semplicemente (2002).
Che cosa avvenne alla Compagnia di Gesù dopo che fu messa al bando tra il 1759 e il 1773? Gli oltre quindicimila gesuiti che vivevano e operavano in ogni parte del mondo rinunciarono davvero alla regola di sant’Ignazio? E come fu possibile riportare in vita l’Ordine ignaziano nel 1814, dopo quasi mezzo secolo di estinzione? Questo libro prova a rispondere a tali domande, prendendo in esame le vicende di numerosi Paesi europei. Contribuisce così a fare luce su una fase particolarmente critica e poco nota nella storia dei gesuiti. Infatti, se il Cinquecento, secolo degli esordi, fu segnato dall’opera di santi e martiri, e il Seicento rappresentò il momento della piena realizzazione spirituale, apostolica e culturale dell’Ordine, il Settecento fu il secolo delle espulsioni e della soppressione, episodi che ancora oggi non sono stati pienamente elaborati, non solo nella storia della Compagnia di Gesù, ma anche in quella della Chiesa.
Paolo Bianchini è ricercatore in Storia dell’educazione presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Torino. Si occupa di storia delle pratiche di diffusione della cultura in Europa tra XVIII e XIX secolo, interessandosi in particolare alle modalità educative della Compagnia di Gesù e alla manualistica per la scuola. È coordinatore nazionale della banca dati italiana sul manuale scolastico (EDISCO).