In occasione del quarto centenario della morte di san Francesco di Sales, papa Francesco gli dedica una lettera apostolica in cui ripercorre la sua vita e la sua missione. Il patrono dei giornalisti, festeggiato il 24 gennaio, è assunto dal papa come un «modello di dolcezza per i giovani», un esempio da seguire per la sua fede caratterizzata da umiltà e carità, una fede che è prima di tutto un atteggiamento del cuore.
Per il ministero diaconale, chiamato ad animare le comunità locali nella carità in comunione con i presbiteri, si è aperta una stagione nuova. I contributi raccolti in questo volume attingono all'esperienza e alla riflessione condivisa di diverse realtà ecclesiali, che approfondiscono insieme il senso della diaconia nella Chiesa e il ruolo dei ministri ordinati. La prospettiva degli interventi attraversa l'Italia da nord a sud, con il coordinamento dei religiosi della Pia Società San Gaetano, congregazione composta da preti e diaconi a servizio delle diocesi. La diaconia della Chiesa per la vita nel mondo non può prescindere oggi dai profondi cambiamenti legati alla pandemia. Il volume propone anche spunti per comprendere il ruolo della comunità cristiana dentro le nuove povertà, in particolare a partire dall'esperienza concreta di diaconi impegnati nel servizio alle periferie esistenziali dell'umanità.
Questo libro non pretende di dare risposte esaurienti alle domande che le donne e gli uomini di oggi - credenti e non credenti - si pongono su quanto sta accadendo nel mondo. Ai credenti queste pagine propongono una rilettura meno abitudinaria e meno distratta di un caposaldo della loro fede, la provvidenza, non per eliminare dubbi, ma per renderli fecondi stimoli alla riflessione personale. Ai non credenti esse si rivolgono nella convinzione che in ogni non credente si nasconde un non credente, e che, allo stesso modo, in ogni non credente si cela spesso un'inquietudine interiore che lo porta a non accontentarsi dei soli fatti e lo spinge a cercarne il senso. La visione cristiana della provvidenza non è certamente il punto di partenza di tale ricerca, ma potrebbe esserne il punto d'arrivo.
Descrizione
Due aspetti si intrecciano continuamente nelle pagine del libro. Il primo sottolinea la rilevanza del metodo nell’azione pastorale e il valore teologico della narrazione e dell’ascolto delle persone e delle comunità. Il secondo offre una rilettura narrativa ancorata alla vita e alla storia dell'autore, teologo, parroco e missionario.
Il testo può essere letto sia nella sua totalità, incrociando i due livelli, che si alternano secondo tappe successive, ma anche tenendoli separati e considerandoli in momenti distinti.
A partire dal versetto biblico di Esodo 3,7 («Ho visto la miseria del mio popolo, ho ascoltato le sue grida, conosco le sue sofferenze, per questo scendo a liberarlo»), il volume si snoda in tre tappe. La prima si sofferma sul metodo vedere-giudicare-agire, proprio della teologia latinoamericana; la seconda sulla forza e la qualità del conoscere come risultato essenziale del vedere e dell'ascoltare; la terza sullo sbocco naturale di un processo di azione pastorale che viene a contatto con una conoscenza più autentica e profonda della realtà.
Sommario
Prefazione (M. Semeraro). Introduzione. I. In quel tempo. II. «Conosco le sue sofferenze». III. «Sono sceso per liberarlo». IV. E per dirla tutta. Bibliografia.
Note sull'autore
Luigi Pellegrino, parroco a Taranto, è stato missionario fidei donum in Guatemala, dove ha realizzato opere sociali per la formazione culturale e pastorale. Laureato in Teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense e in Filosofia all'Università di Roma Tor Vergata, ha conseguito il dottorato in Teologia all'Università Bolivariana in Colombia.
Marcello Semeraro, cardinale, già vescovo della diocesi di Albano, è prefetto della Congregazione delle cause dei santi e membro del Dicastero per la Comunicazione.
I testi raccolti in questo libro propongono le riflessioni dell'edizione 2019 di due giornate di studio che alcune realtà ecclesiali propongono ogni anno per condividere un cammino di ricerca e di approfondimento su questioni di attualità nella Chiesa. Si tratta della Pia Società San Gaetano, congregazione religiosa di preti e diaconi; della Famiglia di don Ottorino, che si ispira al carisma del venerabile don Ottorino Zanon (1915-1972); delle Suore Orsoline di Breganze, che hanno ispirato l'associazione «Presenza Donna»; delle teologhe italiane; della Comunità del diaconato in Italia (con l'appoggio del Coordinamento dei diaconi del Triveneto); della Diocesi di Vicenza.
Papa Francesco ha dato il suo assenso alla beatificazione di 19 religiosi e religiose della Chiesa d’Algeria, assassinati tra il 1994 e il 1996, a causa della loro tenace fedeltà al vangelo, alla Chiesa e al Paese al quale avevano scelto di restare fedeli, nonostante la violenza islamista che imperversava dappertutto fin dagli inizi degli anni '90.
Questa beatificazione sarà un evento di eloquente spessore e di fondamentale importanza per la Chiesa contemporanea, per molteplici ragioni. I nuovi beati sono anzitutto dei contemporanei che molti di noi hanno conosciuto e frequentato e il loro messaggio è un invito a uscire dalla paura viscerale nei confronti dei musulmani e ad esplorare e individuare possibili percorsi realistici ma generosi di incontro, secondo quanto afferma il decreto conciliare Nostra Aetate. Un vescovo, religiose, sacerdoti e religiosi: il loro ruolo diverso nella Chiesa sottolinea che questa testimonianza di amore totale e disinteressato può essere offerta da cristiani comuni che non hanno cercato di diventare degli eroi.
Pierre Claverie, domenicano, vescovo di Orano, era uno di loro; e, con il priore dei monaci trappisti di Tibhirine, Christian de Chergé, è colui che dal punto di vista teologico ha maggiormente esplicitato il profondo significato di questa presenza discreta della Chiesa in un paese musulmano.
Il volume ripercorre, in ottica storico-teologica ed ermeneutica, il dibattito sulla «crisi del sacro» in età contemporanea in rapporto al processo di evangelizzazione. Il lavoro di ricerca si propone di verificare l'ipotesi che tra liturgia, crisi del sacro e secolarizzazione esista realmente un rapporto sul piano dei fatti storici, oltre che sul piano dialettico e teologico-pastorale. Il sondaggio non si sofferma solo sull'analisi dei provvedimenti di riforma della Chiesa cattolica in epoca postconciliare, ma scandaglia in modo analitico le fonti a disposizione, soprattutto quelle a stampa e, in particolare, le riviste, autentici cantieri di informazioni capaci di restituire la freschezza del dibattito. Presentazione di Andrea Milano.
Il volume completa un progetto di riflessione finalizzato a rendere le parrocchie e le comunità; cristiane più; dinamiche, in grado di attivare processi di rinnovamento e di essere in grado di dare impulso a una "nuova tappa di evangelizzazione". Nella prima l'autore espone i comportamenti che ritiene importanti per evangelizzare nel tempo presente. Nella seconda parte si mette in ascolto dell'appello di papa Francesco ad "uscire verso le periferie esistenziali", indicando cinque campi di azione: l'accoglienza e l'ascolto dei lontani, l'impegno con i poveri, il vangelo in carcere, la Buona notizia ai malati psichici e la sfida di una società; libera dall'omofobia.
Il mondo delle carceri italiane viene analizzato in questo libro attraverso i contributi di cinque persone impegnate nello sforzo di coniugare giustizia riparativa e perdono responsabile.
I testi commentano il Documento base nell’ambito penale e approfondiscono alcuni aspetti specifici della missione cristiana nei penitenziari, orientata a una prassi di recupero delle persone recluse.
Se il carcere è in crisi come istituzione, la società civile e la Chiesa debbono dare un reale contributo alla ricerca di forme di aiuto alle persone che hanno sbagliato e attendono occasioni di riscatto per ritrovare fiducia e avere fiducia dalla società alla quale appartengono.
Sommario
Presentazione (C. Sepe). I. L’agire della Chiesa per un cammino di liberazione (C. Matarazzo). II. Mettersi in ascolto di una Chiesa, ferita, prigioniera e nascosta (R. Grimaldi). III. Pastorale carceraria e compiti del volontariato (F. Esposito). IV. Fare catechesi in carcere (A. Spagnoli). V. Liberare e aiutare a liberarsi dal carcere (S. Ciambriello). VI. Documento base di pastorale nell’ambito del penale (Ispettorato dei cappellani delle carceri italiane). Premessa. 1. Il contesto. 2. Prendere l’iniziativa. 3. La scoperta della buona notizia. 4. La pastorale carceraria. 5. Il cammino di liberazione. Allegati. Strumenti pastorali.
Note sull'autore
Carmine Matarazzo è docente stabile di Teologia pastorale e direttore dell’Istituto di scienze pastorali della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Sezione San Tommaso d’Aquino) di Napoli. È membro del consiglio di direzione di Asprenas, capo redattore di Campania Sacra, direttore di Capys e collaboratore di Avvenire. Autore di numerose pubblicazioni, dirige collane per gli editori Cantagalli, Luciano e Su Ali d’Aquila.
Il libro ha alle spalle l'esperienza di un gruppo nato a Palermo in ambito parrocchiale dall'impegno di una decina di studenti e studentesse, allora agli ultimi anni di liceo, accompagnati da un laico e da una laica. Il gruppo - che nel frattempo si è dato un nome: Exodos - è diventato oggi una piccola comunità; di oltre ottanta giovani, quasi tutti universitari, alcuni liceali, altri già; laureati. Fin dall'inizio lo stile delle riunioni è stato molto diverso da quello della prassi catechistica perché, invece di basarsi sulla proposta di contenuti di fede precostituiti, ha assunto la forma di una ricerca che prendeva le mosse dall'esigenza di senso dei partecipanti, avendo come orizzonte la proposta evangelica. La ricerca è stata l'elemento che ha accomunato i credenti, insoddisfatti della superficiale adesione di una fede "ereditaria", e i non credenti, disposti a esplorare con onestà; intellettuale una prospettiva religiosa fino a quel momento ignorata o esplicitamente rifiutata. Si tratta dunque di una storia nata e maturata nell'ambito della pastorale ordinaria che non ha richiesto stravolgimenti della vita parrocchiale o condizioni eccezionali. Essa dimostra però che i giovani non sono impermeabili al richiamo della fede, anche quando ne sembrano lontani; il problema riguarda invece gli adulti, spesso incapaci di proporre percorsi capaci di accendere l'interesse e di trasmettere esperienza e conoscenza.
Nei nostri Paesi i preti stanno diventando rari, almeno in rapporto a un passato ancora recente e, più in generale, a lunghi secoli di vita cristiana. È una realtà che va osservata con coraggio, evitando sia l'illusione di un ritorno a situazioni del passato, quindi con un clero presbiterale più numeroso, sia la fuga verso improbabili soluzioni miracolose.Attraverso un'analisi degli aspetti teologici, canonici e pastorali, l'autore si interroga sull'annuncio del Vangelo nel tempo presente e su come liberare le risorse non ancora valorizzate del popolo che è la Chiesa.
Una riflessione teologico-pastorale sui temi del ministero ordinato, della diaconia comune e della corresponsabilità ecclesiale, ma anche un'occasione per cogliere il sentire attuale della Chiesa. Sono i temi affrontati in questo volume, che raccoglie gli atti delle giornate di studio su "Diaconato e diaconia. Per essere corresponsabili nella Chiesa", organizzate a Vicenza il 27 e il 28 ottobre 2017, dalla Pia Società San Gaetano, dalle teologhe italiane, dalle suore Orsoline di Breganze, dalla Comunità del diaconato in Italia e dalla Diocesi di Vicenza. Contributi di: Alphonse Borras, Erio Castellucci, Matteo Cavani, Luca Garbinetto, Andrea Grillo, Federico Manicardi, Cettina Militello, Serena Noceti, Enzo Petrolino.
Da dove nasce nell'uomo la spinta alla ricerca della felicità? E questo impulso è in contrasto con il messaggio evangelico o trova in esso l'autentica strada da percorrere? Queste riflessioni sulle beatitudini evangeliche cercano una risposta all'interrogativo sulla letizia e sulla sua declinazione religiosa.«Gesù – sostiene l’autore – ha voluto liberare gli esseri umani e dare loro gioia e felicità facendoli uscire dalla prigione dell'io, e lo ha fatto servendosi di un fine umorismo, di un acuto intuito pedagogico che non mortifica le persone, ma le spinge a vivere con stupore».
La necessità di un «nuovo catecumenato» matrimoniale, evidenziata da papa Francesco, consente di riscoprire le riflessioni maturate negli anni Settanta e più volte riprese dai pastoralisti fino a divenire una ricorrente proposta dei vescovi italiani con documenti sulla famiglia e sul matrimonio. Un approfondimento teologico sul catecumenato delle coppie è stato offerto dal pensiero di Benedetto XVI, mentre i recenti sinodi sulla famiglia hanno nuovamente fatto emergere l’esigenza di affrontare il tema della preparazione al matrimonio con seri itinerari di fede. Questo volume, rivolto in particolare a operatori pastorali e catechisti per adulti, è utile anche a chi accompagna al battesimo coppie già sposate civilmente o conviventi.
Un prete di Genova con un passato da dj ha aperto una discoteca e una radio per insegnare ai ragazzi a «ballare senza sballarsi» e per parlare con loro di anoressia e cyber-bullismo. Una suora di Milano ha fatto tesoro dei suoi studi di ballerina e coreografa per proporre a Palestrina, in provincia di Roma, un corso di danza che scommette sulla capacità del corpo di esprimere la relazione con Dio. Una coppia di sposi di Manfredonia organizza weekend residenziali per giovani, single e fidanzati, corsi per «fare il tagliando al matrimonio» e un percorso a tappe alla scoperta dell'amore nuziale, mentre a Frosinone un parroco ha dato vita a una fondazione per sostenere bambini e adulti in difficoltà, con uno sguardo particolare a chi è rimasto solo e ferito nella guerra dei Balcani. E, ancora, un oratorio di Riccione organizzato come una vera e propria casa abitata da ragazzi ed educatori; iniziative di primo annuncio, da Altamura a Torino, rivolte a persone omosessuali; comunità giovanili che in vari luoghi d'Italia parlano del vangelo a chi ama le opere d'arte conservate nelle chiese e una catechesi con bambini ispirata a Maria Montessori, diffusa in ambienti sociali diversi dei cinque continenti...Sono solo alcune delle sessanta esperienze pastorali innovative raccontate in questo libro, un panorama della creatività espressa dal mondo cattolico italiano negli anni di papa Francesco.
Questo libro prende le mosse dal magistero di papa Francesco, che nella «Evangelii gaudium» indica il cammino che la Chiesa è invitata a compiere nei prossimi anni. L'invito, rivolto in particolare a parrocchie e comunità, consiste nel «recuperare il progetto di Gesù», cioè intraprendere in maniera umile, ma responsabile, un processo di rinnovamento. Mettere Gesù al centro della comunità, liberare la forza rinnovatrice e salvifica del Vangelo, recuperare il progetto di umanizzazione del regno di Dio e ravvivare lo spirito profetico ed evangelizzatore delle comunità di Gesù sono i tratti caratteristici di un processo di conversione pastorale. Un progetto che deve recuperare la compassione come principio di azione, la dignità degli ultimi come finalità, l'azione che risana come programma e il perdono di Dio come orizzonte. Scrive Pagola: «All'inizio di tutto, come fattore determinante della nostra fede, non c'è una dottrina, un'istituzione, un corpo morale e una liturgia, ma un'esperienza di incontro con Gesù crocifisso, che dona la sua vita per gli ultimi e, risuscitato da Dio, è fonte di vita e di speranza per tutti».
Gli orientamenti nazionali CEI per l'annuncio e la catechesi Incontriamo Gesù (2014) invitano a considerare la mistagogia come un punto di riferimento per riqualificare la cura pastorale di preadolescenti e adolescenti. Finora tale riferimento è stato coniugato prevalentemente a partire dall'ispirazione catecumenale dei cammini di iniziazione cristiana e quindi in prospettiva catechetico-sacramentale. Manca quasi del tutto una adeguata prospettiva catechetico-pedagogica (e in assenza di tale approfondimento taluni suppongono che le istanze educative e quelle sacramentali si elidano). Il volume cerca anzitutto di colmare il vuoto nella ricerca relativamente alla dimensione catechetico-pedagogica e propone come tesi che i due indirizzi (educativo e sacramentale) non siano contrapposti ma si richiamino e si completino a vicenda. Alla luce di questa intuizione sintetica, esamina alcune proposte esistenti e suggerisce piste praticabile per la costruzione di un progetto pastorale di mistagogia con i ragazzi.
Come deve agire la Chiesa in una stagione attraversata da una profonda crisi religiosa? Come va intesa e vissuta la missione evangelizzatrice nelle parrocchie? Questo libro rientra in un progetto che si propone di aiutare le comunità cristiane a dare impulso, in modo lucido e responsabile, a processi di rinnovamento.Fare una «nuova esperienza di Dio», avvicinandosi in modo più autentico al suo mistero, richiede una fiducia assoluta nella sua azione salvatrice, la capacità «di accogliere il Vangelo prima di annunciarlo agli altri», la costruzione di una Chiesa che può essere anche oggi «segno di salvezza» per tutti. Alla fine di ogni capitolo l'autore suggerisce alcuni temi e alcune domande per stimolare la riflessione pastorale.
Secondo Sant'Agostino, la vita pastorale del sacerdote è amoris officium, compito di amore. Eppure, come ha osservato Erich Fromm, l'amore non è «facile per nessuno, qualunque sia il grado di maturità raggiunto». Chi si lascia istruire dalla vita e conosce un po' se stesso intuisce che l'apprendistato è continuo e che fino all'ultimo giorno possiamo scoprire, spesso con dolore, che restano in noi ripiegamenti egoistici, ricerche occulte, immaturità più o meno assecondate.La prima parte di questo libro è dedicata alla convivenza e all'intreccio di eros e agape, due dimensioni della vita affettiva che vanno coniugate con equilibrio. «C'è stato un tempo in cui ha predominato una tendenza alla negazione o alla repressione dell'eros, trascurando legittime necessità della persona del ministro», osserva Recondo. «Di recente, invece, molte volte si è passati da un eros atrofizzato a un eros ipertrofico che ci predispone a uno sguardo autoreferenziale e a una vita auto centrata». Che cosa significa dunque, nella concretezza del ministero, «amare da pastori»? Risponde a questa domanda la seconda parte del libro, orientata a delineare una formazione del cuore capace di integrare la dimensione umano-affettiva e quella spirituale offrendo l'humus alle radici della carità pastorale.
Da tempo la crisi dell'evangelizzazione e la necessità di trovare nuove modalità d'annuncio per comunicare il vangelo in un mondo che cambia hanno portato a un'attenta analisi delle strutture pastorali di governo della Chiesa. Da quando la «Lumen gentium» ne ha sottolineato la valenza sacramentale, le strutture pastorali, non più oggetto esclusivo degli studiosi di Diritto canonico, sono state viste e studiate al di là della loro pratica funzionalità organizzativa. L'apertura missionaria all'azione pastorale della Chiesa, impressa a suo tempo da Giovanni Paolo II e oggi in maniera particolare da papa Francesco, impone un'ulteriore riflessione sul processo di adeguamento delle strutture pastorali al continuo e incessante mutare dei tempi e delle situazioni storiche.Questo libro illustra nella prima parte l'inadeguatezza di un linguaggio ormai desueto e incapace di calare il vangelo nella realtà della cultura contemporanea ed esamina alcuni spazi pastorali e alcuni atteggiamenti consolidati dei ministri, delle strutture di potere e di servizio. La seconda parte del volume propone invece un Piano di struttura pastorale per una media o grande diocesi (ma anche, con i dovuti adeguamenti, per una piccola), che miri alla realizzazione, attraverso una concreta collegialità, di una Chiesa di comunione.
Dalla prigione in cui era rinchiuso, il teologo Dietrich Bonhoeffer scriveva al suo discepolo e amico Eberhard Bethge parlando di «un cristianesimo non religioso» e di «un vivere davanti a Dio senza Dio». Le sue affermazioni continuano ancora oggi a pungere e interrogare il pensiero teologico e pastorale.La religione può essere intesa come un insieme di atti di culto, osservanze rituali, precetti da ottemperare, dogmi in cui credere per dare lode a Dio e ottenere la propria salvezza. Ma si dà lode a Dio osservando meticolosamente il culto e le leggi religiose o impegnandosi per la giustizia, lottando perché tutti gli uomini siano uguali in opportunità economiche e promuovendo la loro la dignità? Nulla va tolto al valore della preghiera e della liturgia, purché siano luoghi di incoraggiamento a cambiare il cuore e camminare verso il mondo.
I "Gruppi di Gesù" non sono un movimento o un'associazione, ma un'esperienza di rinnovamento evangelico individuale e comunitario che si sta diffondendo in molte parti del mondo. La loro nascita è frutto della convinzione che il rinnovamento della Chiesa dipenda in gran parte dallo sviluppo di piccole realtà che si propongono di recuperare l'essenziale del Vangelo al fine di rigenerare la vita delle parrocchie. Il sistema ideato dall'autore si basa sulla semplicità: gruppi aperti che coinvolgono nella riflessione e nella preghiera, in un percorso di più anni, anche credenti più o meno praticanti e non credenti.
Passare da una «pastorale del fare» e «dei servizi» a una «pastorale di relazioni», dal salone parrocchiale agli ambienti di vita, dislocandosi nei luoghi dove vive la gente. In altri termini, superare una mentalità prevalentemente incentrata sull’organizzazione dell’esistente per favorire un approccio «generativo» che ha a cuore prima di tutto le persone e cerca di raggiungerle nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo, delle fragilità, della tradizione e della cittadinanza.
È la proposta formulata nel libro da monsignor Semeraro, sostenitore di una pastorale parrocchiale capace di comprendere le domande e le possibilità di annuncio del Vangelo in una stagione che chiede una sorta di «transumanza» verso una regione dove le azioni ecclesiali siano più esplicitamente modulate sull’esperienza di vita delle persone e sui loro passaggi vitali.
«Generatività – spiega l’autore – è, in concreto, ricevere qualcosa dal passato e accoglierlo, facendo nascere qualcosa nel presente per trasmetterlo alla generazione successiva. È ben più della semplice consegna di un “testimone”, di un materiale “ricevere/trasmettere”. Qui si tratta di un accogliere una realtà viva e farla crescere perché sia trasmessa come dono vitale».
Nella sua storia bimillenaria la parrocchia si è continuamente adeguata ai tempi rinnovando le modalità della sua presenza, uno sforzo che oggi richiede di uscire, in modo definitivo e senza rimpianti, dall'autoreferenzialità. Il volume si propone di offrire alcuni spunti in tale direzione attraverso l'analisi critica della situazione odierna, l'elaborazione di criteri teologico-pastorali e l'invito a nuove modalità di progettazione.Nella prima parte si approfondiscono i due tratti distintivi della parrocchia: la sua realtà di comunità di credenti e il suo abitare sul territorio accogliendone le sfide. La seconda individua i diversi criteri-guida all'agire pastorale rinnovato, i passaggi operativi e i linguaggi necessari per attuarlo. Nella terza parte sono proposte due realizzazioni: la prima riguarda le nuove forme di comunità fra parrocchie e la seconda presenta un'esperienza di evangelizzazione del territorio cittadino, promossa e coordinata dalla Caritas di Torino.
I giovani di oggi potrebbero essere la «prima generazione dei nuovi credenti». È questa la tesi centrale del libro, sviluppata con un’attenzione tutta particolare per le straordinarie potenzialità dei ragazzi rispetto a una fede che sembrano rifiutare ma che, in realtà, spesso semplicemente ignorano. E se invece riuscissero a conoscerla? Se si lasciassero veramente interrogare da un messaggio che si offre di rispondere alle loro attese più profonde?
«Saremmo di fronte a una vera e propria “conversione”, che forse avremmo difficoltà ad accogliere o che addirittura, per certi versi, temiamo, perché richiederebbe anche a noi un cambiamento al quale non siamo preparati», scrive Silvano Fausti nell’introduzione. «La nascita di una generazione di nuovi e più autentici credenti interrogherebbe ancora una volta e in modo ancor più esigente noi tutti circa la vera natura della fede, costringerebbe a prendere una posizione non più scontata».
Il libro propone una riflessione che può rivelarsi utile soprattutto a chi è impegnato a trasmettere il Vangelo alle nuove generazioni e per farlo si sforza continuamente di capire che cosa agita il cuore dei giovani rimanendo in dialogo costante e aperto con la Scrittura.
Claudio Cristiani ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana e la laurea in Scienze politiche alla Statale di Milano. Si dedica a studi di carattere storico e teologico ed è autore di numerosi manuali di storia e di religione per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Da anni è educatore e formatore nell’ambito dello scoutismo cattolico (Agesci).
Silvano Fausti, gesuita, è stato docente di Teologia e oggi vive in una comunità di confratelli dediti al servizio della Parola e impegnati nei contesti di emarginazione. È autore di numerose pubblicazioni biblico-teologiche, sia di studio sia di divulgazione.
Il libro si rivolge, in particolare, ai parroci e agli insegnanti di religione, ai diaconi e ai membri dei consigli parrocchiali, ai volontari e ai componenti dei gruppi ecclesiali, ai genitori che vogliono trasmettere la fede ai loro figli. L'obiettivo è riassumere i "buoni motivi" per vivere nella Chiesa e individuare le ragioni e gli stimoli che possono ridare vigore all'impegno. Dopo un'analisi dell'attuale situazione ecclesiale, il volume si concentra su temi centrali come la comunione e la scoperta di senso, la spiritualità e la contemplazione, la solidarietà e il servizio ai poveri, l'impegno per i valori e la possibilità di trovare vie d'uscita dalla colpa e dal peccato. L'autore si occupa anche delle questioni scottanti dibattute oggi nella Chiesa, mostrandone i retroscena, spiegandone i contesti e tratteggiando possibili soluzioni.
L'amore di Dio non rimane nascosto e trabocca in ogni aspetto della vita relazionale. Come esso rielabora il modo di collocarsi dei cristiani, in particolare nell'ambito della carità e dell'impegno? Le organizzazioni e le strutture sociali sono impermeabili a tale amore? Il libro affronta il tema della vocazione diaconale, talvolta ridotta ad attività caritative o sociali, considerate appendici operative della fede, e presenta in modo nuovo le ragioni teologiche che motivano la presenza dei cristiani nella società e il loro impegno nella solidarietà sociale. Per i diaconi, in particolare, è uno strumento per approfondire identità e vocazione oltre che un completamento del manuale pastorale di Alphonse Borras Il diaconato, vittima della sua novità?, pubblicato da EDB nel 2008. "L'obiettivo di questo libro - spiega nella prefazione il cardinale Roger Etchegaray - è quello di ricordare, sulla scia dell'enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est, che la diaconia della Chiesa non costituisce una sorta di attività annessa che possa essere subappaltata a cristiani particolarmente generosi o devoti. In realtà, essa concerne tutta la Chiesa, ogni cristiano e l'intera comunità".
Questo volume tratteggia la figura di don Elvio Damoli, direttore di Caritas Italiana dai 1996 ai 2001, e ne illustra il pensiero sulla povertà, la carità e te politiche sociali. Dopo un profilo biografico, la riflessione considera i più significativi processi di cambiamento dei contesto nazionale ed ecclesiale avvenuti nei quinquennio detta sua direzione. Vengono inoltre proposti gli editoriali scritti da Damoli per il periodico Italia Caritas su temi che spaziano dalle emergenze ai gemellaggi, dalle forme di testimonianza detta carità alle Caritas parrocchiali. Il volume si conclude con i contributi di coloro che hanno avuto t'opportunità di lavorare con don Elvio e un'appendice formata da una breve galleria fotografica.
Descrizione dell'opera
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto». Così inizia la celebre parabola nella quale l’evangelista Luca racconta che nessuno si fermò a curare il ferito, a eccezione di un samaritano che decise di non passare oltre e di lasciarsi guidare dal cuore, divenendo così icona della compassione di Dio.
I racconti biblici dell’incontro e della guarigione dei malati mostrano l’importanza di una cultura dell’attenzione alle persone nei vari momenti della loro storia, al fine di cogliere anche nelle esperienze di fragilità e vulnerabilità i luoghi privilegiati di una cura reciproca, di uno scambio d’amore e di un «con-forto» abitato dallo Spirito. Una ricchezza che spesso resta nascosta tra le pieghe di una compassione a senso unico e di una pastorale che avverte la necessità di un approfondimento e di un aggiornamento.
Sommario
Introduzione. Non passò oltre. 1. Annunciare con gioia: una Chiesa in uscita. 2. Comunicare il vangelo oggi: i segni presenti nel tempo. 3. La teologia pastorale o pratica: una vera e propria disciplina teologica. 4. Il multiforme agire ecclesiale: verso un modello relazionale. 5. Una pastorale integrata: la persona al centro. 6. Uscire dalle porte: la Chiesa ospedale da campo. 7. Verso Emmaus e ritorno: ministri di speranza. 8. Annunciare la vita: l’eloquenza dei gesti. 9. Perdono e riconciliazione: attenzioni pastorali. 10. Da Gerusalemme a Gerico: la compassione pastorale. Conclusione. Aver cura di sé.
Note sull'autore
Luciano Sandrin, sacerdote camilliano, è professore di Psicologia della salute e della malattia al Camillianum (Roma) e presidente dell’Istituto internazionale di Teologia pastorale sanitaria. Per EDB ha pubblicato Vivere il dolore e la speranza (2009) e Aver cura di sé. Per aiutare senza burnout, con Nuria Calduch-Benages e Francesc Torralba Roselló (2009).
Descrizione dell'opera
«L’esperienza della fragilità umana si manifesta in tanti modi e in tutte le età, ed è essa stessa, in certo modo, una “scuola” da cui imparare». Così scrivono i vescovi italiani negli Orientamenti pastorali per il decennio 2010 – 2020, Educare alla vita buona del Vangelo. In un contesto culturale che considera la sofferenza e la malattia solo scomode compagne di viaggio e condizioni da cui liberarsi, più che realtà da liberare, i temi della salute, dell’invecchiamento e della morte vengono spostati dal terreno del senso e del valore a quello della tecnica. Le riflessioni proposte nel volume tentano di non eludere la domanda e, lasciandosi educare anche dal mistero della sofferenza, guardano il «perché» del dolore umano, non solo come ricerca delle cause, ma anche come opportuna e possibile riflessione sul fine. Nel passaggio dal male al bene, dal supplizio patito al dono di sé, dalla morte subìta alla vita offerta, si rende attuale l’amore che salva. La ricerca risulta così più completa, più vera e più ricca.
Sommario
Presentazione. I. Sezione teologico-pastorale. 1. «Imparò l’obbedienza dalle cose che patì» (Eb 5,8). Riflessione biblico-teologica. 2. Fragilità umana e processo educativo. 3. Salvifici doloris. La lettera apostolica di Giovanni Paolo II. Attualità di una riflessione a trent’anni dalla sua pubblicazione. II. Esperienze. 1. Il grido di Gesù in croce. Riflessione alla luce dell’esperienza di Chiara Lubich. 2. Pedagogia del dolore innocente. Riflessione alla luce dell’esperienza del beato Carlo Gnocchi.
Note sul curatore
Carmine Arice, membro della Società dei sacerdoti del Cottolengo, è direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana. Di recente ha curato per le Edizioni Camilliane: A servizio della vita. In cammino con gli operatori sanitari (2008), «Documenti della Chiesa e pastorale della salute» e «Il volontariato» in Aa.Vv., Percorsi di pastorale della salute (2012).
Cogliere la sfida dell'incontro con l'altro e con Dio è il filo conduttore delle pagine del volume, che propongono un'ipotesi pastorale articolata in riflessioni e indicazioni operative interdisciplinari, elaborate con "il futuro negli occhi e il passato nel cuore", perché il Vangelo è futuro e il futuro non si può costruire senza essere ben radicati nel passato. Questa scelta comporta anche la maturazione di una visione della Chiesa e di una pastorale missionaria, samaritana, segnata dalla tenerezza e dalla misericordia, capace di lasciarsi ospitare dall'altro, chiunque esso sia, qualunque storia abbia. Il metodo di lavoro è quello della Teologia pastorale, che comporta tre fasi distinte, ma interdipendenti: l'analisi critica della situazione, l'elaborazione di criteri teologici nel contesto odierno e l'offerta di elementi per progettare la pastorale. Pertanto, il testo si divide in tre parti. La prima offre al lettore un tentativo di comprendere il contesto odierno, ponendosi sia sul versante culturale che su quello della presenza e dell'azione della Chiesa italiana; la seconda mette a fuoco l'obiettivo del volume indicando che cosa comporti la cultura dell'incontro o dell'inclusione; la terza, infine, traccia una possibile strada per comunicare il messaggio favorendo la cultura dell'incontro con Dio e con l'altro segnata da orientamenti e operazioni, per un cambio di prospettiva pastorale. La riflessione si propone di accompagnare il cammino di ministri ordinati...
Gli interventi raccolti nel volume si propongono di offrire una visione coerente e ampia della questione educativa in un'ottica teologico-pastorale. L'intento è mostrare la stretta implicazione tra educazione cristiana ed educazione tout court, e soprattutto la connessione tra educazione e questione antropologica, assumendo come sfondo gli orientamenti pastorali decennali dell'episcopato italiano. La riflessione si articola in tre parti. La prima approfondisce i temi connessi all'educazione dal punto di vista sociale, pastorale, familiare e scolastico. La seconda raccoglie alcuni saggi che allargano il tema ad aspetti specifici della problematica educativa, come il ruolo della teologia in quanto sapere della fede. L'ultima parte raccoglie in un'intervista l'insieme delle tematiche affrontate, con una ripresa conclusiva per un sintetico e attuale sguardo d'insieme. Il volume si rivolge a coloro che hanno responsabilità nella comunità ecclesiale, e non soltanto di tipo strettamente pedagogico poiché l'educazione è oggi principalmente una questione di approccio all'umano e di visione della sua condizione attuale e del suo destino. Prefazione di mons. Nunzio Galantino.
A partire dalle intuizioni di Maria Montessori, che aveva introdotto nelle sue "Case" alcuni temi della religione cristiana con materiali di lavoro per iniziare i piccoli alle realtà della fede, la studiosa Sofia Cavalletti iniziò nel 1954 un'"avventura" che la portò alla scoperta del "potenziale religioso" dei bambini. Con l'aiuto di Gianna Gobbi, esperta educatrice montessoriana e sua inseparabile collaboratrice, diede vita alla "catechesi del Buon Pastore", che consente, a partire dai 2 o 3 anni di età, di accedere direttamente alle fonti specifiche della tradizione religiosa ebraico-cristiana: la Bibbia e la liturgia. Rimasta limitata per il primo ventennio a Roma - la stessa abitazione di Sofia Cavalletti, alcune parrocchie e scuole - e a pochi altri centri in Italia, la nuova proposta ha cominciato a diffondersi all'estero; oggi viene adottata nei cinque continenti e dimostra una grande vitalità ecumenica poiché è stata accolta in numerosi centri episcopaliani, luterani e metodisti e in alcune chiese ortodosse degli Stati Uniti.
Le frequenti notizie di padri separati, costretti a dormire in macchina o a rivolgersi a enti caritativi per un pasto caldo, non restituiscono in modo completo il quadro delle difficoltà affrontate dalle coppie che decidono di non vivere più insieme. L'indagine della Caritas, che non si concentra solo sui padri, ma sull'intero universo dei separati e divorziati, evidenzia infatti che a essere maggiormente penalizzate in termini economici sono soprattutto le donne: per le ex mogli il rischio di cadere in uno stato di povertà o di deprivazione è decisamente più alto rispetto agli ex mariti. L'indagine muove da un'idea multidimensionale della povertà, non riconducibile al solo ambito economico, ma a quell'intreccio di fattori diversificati che, assieme al reddito, possono influenzare la qualità della vita di una persona.
La trama pastorale che il volume delinea è articolata attorno a quattro riferimenti fondamentali: la parola di Dio, come fonte e metro della vita del credente e della Chiesa; il mistero dell'incarnazione, come guida della prassi pastorale; la Chiesa, segno e strumento di Cristo per attuare il regno di Dio nel mondo; la spiritualità di comunione missionaria, come radice di pastorale integrata e d'insieme. La nuova edizione prevede due nuovi capitoli e una bibliografia aggiornata.
"Che cosa cercate?" sono le prime parole di Gesù all'inizio del suo ministero dopo l'esperienza del battesimo nel Giordano e del deserto. Sono rivolte a Giovanni e Andrea. I due giovani chiedono a Gesù: "Maestro, dove dimori?". Ed egli si limita a rispondere: "Venite e vedrete". Allora essi "andarono e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio". Il Vangelo di Giovanni è stato redatto molti anni dopo e ricordare a distanza di tanto tempo l'ora esatta indica che quell'incontro fu un'esperienza che illuminò di senso la loro vita. Andrea "condurrà" il fratello Simone a conoscere Gesù, poi sarà la volta di Filippo, che ne parlerà con Natanaele: inizia così il percorso di un discepolato che suscita la felicità di vivere il senso della vita nella comunione.
Quattro sono le categorie di persone a cui il testo si rivolge: gli operatori pastorali, che sperimentano ogni giorno i limiti dell'impostazione catechistica tradizionale e si interrogano sulla possibilità di nuove vie; coloro che faticano a trasmettere la fede ai propri figli e percepiscono che, per comunicarla efficacemente, dovrebbero rimettersi in discussione e riscoprirla in forme nuove; chi non sa se è credente oppure no, ma si sente respinto da una diffusa interpretazione moralista e devozionista del cristianesimo; tutti i non credenti, che mantengono aperto lo spazio della ricerca. Ciò che l'autore propone non è un repertorio di argomenti, e tantomeno di tecniche, per convincere qualcuno a credere, ma una riflessione sulla necessità di un nuovo approccio al Vangelo da parte degli stessi credenti. Si tratta di uscire dal mondo chiuso e rassicurante a cui si è abituati per avventurarsi in territori sconosciuti - quelli che papa Francesco definisce "periferie dell'esistenza" - imparando, con la libertà dello Spirito, a comprenderne e a parlarne i linguaggi.
Giovanni Nervo (1918-2013), prete, cappellano di fabbrica, «padre fondatore» e primo presidente della Caritas Italiana, ha dato un contributo fondamentale a innovare metodi e cultura del welfare state e della cooperazione tra istituzioni pubbliche, privato sociale e volontariato.
Lo testimoniano gli articoli, i testi e i contributi raccolti nel volume. La prima parte, a cura di Salvatore Ferdinandi, disegna un profilo biografico di Giovanni Nervo, mentre la seconda, a firma di Domenico Rosati, ricostruisce il quadro storico, sociale ed ecclesiale nel quale si è trovato a operare il primo presidente dell'organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana per la promozione della carità. La terza parte propone gli editoriali scritti da Nervo per la rivista Italia Caritas e il trimestrale Italia Caritas Documentazione. Essi formano una sorta di «alfabeto della carità» ‒ dall'accoglienza allo zelo pastorale, dalle leggi finanziarie alla povertà, dai diritti negati alle emergenze, dalla condivisione agli stili di vita - che consente di delineare un originale percorso di riflessione ancora oggi di grande attualità.
Il volume è inoltre arricchito dal testamento del sacerdote, da lettere, testimonianze e immagini fotografiche.
Sommario
Presentazione (F. Soddu). Introduzione (S. Ferdinandi). I. Profilo di mons. Giovanni Nervo. La vita, l'uomo, il sacerdote, il maestro-testimone (S. Ferdinandi). Dalla parte di quelli che non contano. Un ritratto di mons. Giovanni Nervo morto il 21 marzo 2013 (A. Cecconi). Mons. Nervo. Povertà: stile e benedizione (G. Pasini). II. Gli ultimi: pensiero dominante. Contestualizzazione civile ed ecclesiale degli anni 1971-1999 nei quali mons.Giovanni Nervo ha operato per la Caritas (D. Rosati). III. Raccolta degli editoriali che mons. Giovanni Nervo ha scritto per Italia Caritas dal 1974 al 1999 e per il trimestrale Italia Caritas Documentazione dal 1981 al 1996. Da Italia Caritas degli anni 1974-1999. Da Italia Caritas Documentazione degli anni 1981-1996. IV. Un mosaico di caratteristiche del «padre» della Caritas. Raccolta di contributi frugando tra i ricordi e le testimonianze dei collaboratori di mons. Giovanni Nervo. Appendice. Testamento di mons. Giovanni Nervo.
Note sul curatore
Salvatore Ferdinandi, sacerdote della diocesi Terni-Narni-Amelia, dal 1982 al 2001 è stato direttore della Caritas diocesana, esperienza pastorale riversata poi in Caritas Italiana, dove è responsabile per gli ambiti della formazione e della promozione delle Caritas diocesane e parrocchiali, della documentazione e della sussidiazione. Dopo la specializzazione all'Accademia Alfonsiana di Roma, ha insegnato Dottrina sociale della Chiesa alla Pontificia Università Urbaniana ed è ora docente di Teologia pastorale al Pontificio Collegio Leonino di Anagni. Per EDB ha pubblicato Per una carità aperta al mondo (2003); Radicati e fondati nella carità. Itinerario di formazione alla carità per sacerdoti, seminaristi e diaconi nella Chiesa italiana (22008); Quarant'anni di Caritas. Metodo e strumenti pastorali per educare alla carità (22012) e ha curato La grammatica della carità. Dall'assistenza alla condivisione nel pensiero di Giuseppe B. Pasini (2013) e Memoria e profezia per testimoniare la carità (2013).
Dall'esperienza di migliaia d'incontri nelle scuole e nelle parrocchie nasce un volume che sintetizza il percorso fatto in dieci anni dal Granello di Senapa, coordinamento pastorale per l'educazione e la formazione alla mondialità e al servizio. Si tratta di un gruppo di giovani formatori, nato e sostenuto da diversi enti e uffici della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla che, facendo memoria dell'anniversario, mette a disposizione di educatori, catechisti e genitori lo scaffale delle proprie attività. I temi sono antichi e sempre nuovi: mondialità, pace, cultura ecologica, accoglienza, economia sostenibile, tutto riletto in un'ottica evangelica e umana. Il libro racconta il percorso e l'evoluzione del Granello di Senapa nell'arco di un decennio, lo sforzo di coordinamento degli enti, il dialogo con il mondo della scuola e dei gruppi parrocchiali, le scelte di progettazione e d'intervento, le dinamiche di approccio alle tematiche. Il CD-ROM allegato propone esempi di percorsi tematici e fornisce ai formatori un'ampia gamma di materiali didattici. Prefazione di Vittorio Nozza.
Descrizione dell'opera
Monsignor Giuseppe B. Pasini (1932) ha segnato la storia recente di due grandi organizzazioni cristiane: le ACLI, di cui è stato vice assistente nazionale dal 1967 al 1971, e la Caritas Italiana, di cui ha contribuito alla fondazione ed è stato direttore nel decennio 1986-1996, consolidandone la presenza e la connotazione educativa e sociale.
Nel corso di circa trent'anni di impegno civile ed ecclesiale, Pasini è stato tra le figure più influenti del panorama nazionale. Dalla sua posizione di «osservatore privilegiato», alla direzione del più grande organismo socio-pastorale della Chiesa italiana con un radicamento capillare e stabile in tutte le 220 diocesi, ha potuto cogliere luci e ombre del nostro paese ed evidenziare il persistere di varie forme di povertà ed emarginazione.
Nella ricorrenza degli ottant'anni di monsignor Pasini, il volume propone gli editoriali da lui scritti per Italia Caritas dal 1986 al 1996, una sua conversazione col curatore, una contestualizzazione storica e un'appendice con lettere di apprezzamento e di riconoscenza completata da una galleria fotografica.
Sommario
Presentazione(F. Soddu). Introduzione (S. Ferdinandi). I. Una visione della carità di alto profilo. (G. Brunet). II. Un ministero a servizio del vangelo della carità. III. Tra memoria e prospettive. A colloquio con mons. Giuseppe Pasini (S. Ferdinandi). APPENDICE. Lettere di riconoscimento. Galleria fotografica.
Note sul curatore
SALVATORE FERDINANDI, sacerdote della diocesi Terni-Narni-Amelia, dal 1982 al 2001 è stato direttore della Caritas diocesana, esperienza pastorale riversata poi in Caritas Italiana, dove è responsabile per gli ambiti della formazione e della promozione delle Caritas diocesane e parrocchiali, della documentazione e della sussidiazione. Dopo la specializzazione all'Accademia Alfonsiana di Roma, ha insegnato Dottrina sociale della Chiesa alla Pontificia Università Urbaniana ed è ora docente di Teologia pastorale al Pontificio Collegio Leonino di Anagni. Per EDB ha pubblicato Per una carità aperta al mondo (2003); Radicati e fondati nella carità. Itinerario di formazione alla carità per sacerdoti, seminaristi e diaconi nella Chiesa italiana (22008); Quarant'anni di Caritas. Metodo e strumenti pastorali per educare alla carità (22012).
Descrizione dell'opera
Il volume presenta i principali risultati di uno studio sugli effetti del terremoto dell'Aquila (6 aprile 2009) nella psiche dei bambini abruzzesi che hanno vissuto tale evento traumatico. L'indagine, promossa dai Camilliani, con il coordinamento scientifico dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il sostegno della Caritas Italiana, è stata realizzata in collaborazione coi pediatri abruzzesi che hanno aderito volontariamente alla ricerca, e ha coinvolto circa 2.000 bambini abruzzesi, di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Si tratta della prima indagine scientifica mai condotta nel territorio italiano su questo tema.
La presentazione dei risultati dell'indagine offre lo spunto per una serie di capitoli di riflessione teorica, in cui il tema della salute mentale dei bambini in situazioni di emergenza viene affrontato da diversi punti di vista, sotto il piano scientifico, pastorale e organizzativo, con attenzione al ruolo dei diversi attori chiamati in causa: i servizi di sanità pubblica, il volontariato, le famiglie, la Chiesa e la comunità locale, gli istituti e i centri di ricerca.
Sommario
La conferma di una scelta operativa (L. Perletti). Un'interessante esperienza di indagine scientifica (F. Soddu). In ascolto di richieste inespresse (S. Vicari). I. Il modello evolutivo del trauma (S. Di Gioia). II. Salute mentale pubblica in emergenze complesse: epidemiologia e organizzazione integrata dei servizi (P. Feo). III. La salute mentale dei bambini coinvolti dal terremoto de L'Aquila: principali risultati dello Studio Rainbow (E. Carloni - S. Di Gioia - P. D'Oto - P. Feo - A.E. Tozzi - S. Vicari). IV La resilienza in contesti di catastrofi naturali: un approccio sistemico (F. Giordano). V. Il farmaco dell'ascolto nelle emergenze (A. Pangrazzi).
Note sugli autori
La CAMILLIAN TASK FORCE (CTF) dei Camilliani, fondata nel 2001 e con sede centrale a Roma, ha come obiettivo di fornire un aiuto globale alle vittime di calamità naturali e provocate dall'azione umana, attraverso un competente sostegno umanitario, sanitario e pastorale. Particolare enfasi è data all'accompagnamento umano ed emozionale, offrendo alle vittime la possibilità di un ascolto empatico. La CTF collabora con organizzazioni umanitarie aconfessionali e istituzioni della Chiesa e realizza la sua missione attraverso la competenza e lo spirito di servizio che anima i suoi membri.
La CARITAS ITALIANA è l'organismo pastorale della CEI per la promozione della carità. Nasce nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Vaticano II. Fondamentale il collegamento e confronto con le 220 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell'animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: centri di ascolto, osservatori delle povertà e delle risorse, Caritas parrocchiali, centri di accoglienza, ecc. Educazione alla pace e alla mondialità, dialogo, corresponsabilità sono le linee portanti degli impegni della Caritas nel mondo.
L'OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ, nato a Roma nel 1869 grazie a un atto d'amore della famiglia Salviati, realizza tutt'oggi istituzionalmente la sua testimonianza cristiana nello svolgimento di attività assistenziale in campo sanitario. Nell'ultimo trentennio l'ospedale si è distinto per l'alto livello di specializzazione nella cura e nell'assistenza ai bambini di tutte le nazionalità, accolti attualmente anche presso le nuove sedi regionali di Molise, Basilicata e Sicilia, e nelle Missioni internazionali costituite in Tanzania e Cambogia. In relazione agli stretti rapporti con il Sistema Sanitario Nazionale, l'ospedale è pienamente inserito nei processi organizzativi della Pubblica Amministrazione e nelle norme legislative da questa introdotte.
Il volume dà ragione del IV Censimento nazionale dei servizi collegati alla Chiesa promosso dalla Consulta ecclesiale nazionale degli organismi socio-assistenziali. Rispetto alle precedenti rilevazioni, a cadenza decennale, l'ambito di studio è stato esteso anche ai servizi sanitari, attraverso il coinvolgimento dell'Ufficio nazionale per la pastorale della sanità della CEI. Il lavoro è volto ad avviare una riflessione approfondita sul ruolo che le istituzioni ecclesiali socio-assistenziali e sanitarie del nostro Paese possono ricoprire, nel promuovere una rete di assistenza più prossima ai bisogni delle persone, e a porre le basi per un dialogo con il servizio pubblico e con le pubbliche autorità nell'ottica della solidarietà e della sussidiarietà.
Che senso ha la vita? Dove siamo diretti? C'è qualcosa oltre la morte? Le più importanti domande di senso non sono cancellate dai grandi progressi del mondo moderno. Per rendere tutto ciò ancor più evidente, l'autore affida il suo pensiero alle parole di personaggi di rilievo - scienziati, scrittori, giornalisti, poeti, artisti, medici, filosofi, teologi -, consentendo così al lettore di confrontarsi con la testimonianza di tanti compagni di viaggio alla ricerca del senso ultimo dell'esistenza. Prendendo avvio dalle domande che nascono dalla vita e proseguendo con l'interrogativo su Dio, viene offerta una risposta in Cristo Gesù. L'ultimo capitolo affronta il tema del dialogo tra scienza e fede. Il testo va incontro alle domande dei moderni "cercatori di Dio"
In quarant'anni di vita, la Caritas, come organismo pastorale con prevalente funzione pedagogica, ha cercato di operare in senso educativo, affinché ogni gesto di carità, compiuto dal singolo e dalla comunità, avesse un'anima, uno stile, la capacità di trasmettere la bella notizia dell'amore gratuito di Dio per ogni persona, soprattutto per chi è in difficoltà. Pertanto, a fronte di qualsiasi situazione di sofferenza, più che il semplice 'cosa fare' comunemente diffuso, la cura della Caritas ha riguardato il come fare. Prendendo in considerazione l'attuale sfida educativa per la pastorale, il testo intende proporre quanto la Caritas ha maturato in quarant'anni di lavoro. Oggetto principale di attenzione del sussidio è infatti il metodo che la Caritas ha assunto: quello dell'ascoltare, osservare e discernere per educare/animare, e i relativi strumenti che ha attivato: il Centro di ascolto, l'Osservatorio delle povertà e delle risorse e il Laboratorio per la promozione delle Caritas parrocchiali. L'autore ne ripercorre la storia e ne approfondisce i fondamenti teologici e pastorali, l'identità, il ruolo e le funzioni, nel quadro della missione di educare alla carità. In appendice sono riportati gli eventi più significativi che hanno visto il coinvolgimento della Caritas e ne hanno scandito il cammino, sia in risposta ai bisogni emergenti, sia in un lavoro di approfondimento di valori riguardanti temi centrali come la carità, l'identità, il ruolo e le funzioni.
«Si tratta di riscoprire e rilanciare una pedagogia che faccia posto alla morte e ai suoi significati. In questo modo "l'arte di morire" farà parte di un capitolo fondamentale e irrinunciabile "dell'arte di vivere": si potrà cogliere la vita, dal primo all'ultimo istante e in ogni sua condizione, come dono e compito che Dio affida all'uomo perché lo accolga e lo adempia come espressione e realizzazione dell'amore a Dio e ai fratelli» (dalla Prefazione del card. Tettamanzi).
Il volume propone gli atti del convegno «Quale cultura per il fine vita? 30 anni di Iura et bona» (Milano, 9.10.2010), che ha visto il coinvolgimento di esperti nel campo filosofico, teologico, medico e pastorale. Con la dichiarazione Iura et bona la Congregazione per la dottrina della fede si esprimeva infatti sul valore della vita umana, l'eutanasia, l'utilizzo degli analgesici e l'uso proporzionato dei mezzi terapeutici.
Il tema è di fondamentale importanza e continua a suscitare grande dibattito sui media anche a motivo del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento.
Prefazione (card. D. Tettamanzi). Saluto (mons. P. Cresseri). Introduzione. Il coraggio di una proposta (E. Monti). Prolusione (G. Merisi). La morte nell'attuale contesto culturale: la Iura et bona e la dottrina della proporzionalità delle cura (M. Reichlin). Il morire e la complessità delle questioni mediche (A. Anzani). Persona, malattia e coscienza morale (A. Fumagalli). Conclusione: La doverosità di proseguire il cammino (E. Monti)
Il SERVIZIO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE, nell'ambito del Settore per la Vita Sociale dell'Arcidiocesi di Milano, è l'organismo preposto a promuovere, coordinare e accompagnare la proposta pastorale della Diocesi nel campo della cura per la salute. I suoi compiti si estendono dallo studio dei problemi etici e pastorali, riguardanti le principali tematiche bioetiche, alla formazione degli operatori della pastorale della salute e dei volontari, al sostegno all'animazione pastorale del territorio (parrocchie, decanati), alla collaborazione con gli enti ospedalieri, civili e religiosi, per quanto concerne la pastorale degli ammalati.
Il volume, frutto di anni di presenza sul campo, è un viaggio nell'interiorità di quanti sono colpiti da diverse vulnerabilità fisiche, psichiche e spirituali. Propone un quadro rappresentativo e non esaustivo delle tante infermità. Lo strumento è ad uso di quanti si trovano a stare accanto a chi vive l'esperienza della sofferenza e quindi in particolare di operatori pastorali, volontari, medici, infermieri, assistenti sociali, cappellani negli ospedali, parenti e amici di chi è malato.
Ogni capitolo offre un itinerario per comprendere meglio le singole patologie, non tanto dal punto di vista medico, bensì dal punto di vista umano e spirituale. Presenta una descrizione della malattia, alcune dinamiche psicologiche ricorrenti, un riferimento biblico, una testimonianza o un colloquio con un paziente e alcune indicazioni pastorali. L'ultimo capitolo non tratta di una patologia specifica, ma del destino inevitabile di ogni essere vivente, vale a dire l'esperienza del morire, con alcune indicazioni sull'accompagnamento dei morenti.
«Addentrarsi nelle diverse mappe dei sofferenti significa capirne meglio le istanze, i pensieri e i sentimenti; accoglierne i disappunti, gli sfoghi e le speranze ed essere "compagni di viaggio", non tanto per portare loro le proprie certezze, risorse o il proprio Dio, ma per scoprire i valori, le risorse e il Dio che abita in ognuno» (dalla Presentazione).
ARNALDO PANGRAZZI è nato a Cles (Trento) nel 1947. Ha completato gli studi di teologia presso i gesuiti del Weston College di Boston e dopo l'ordinazione (1974) ha lavorato per sei anni al St. Joseph Hospital di Milwaukee, dove ha dato vita a gruppi di mutuo aiuto per malati di cancro, persone in lutto, familiari di suicidi, soggetti che hanno tentato il suicidio e genitori che hanno perso un figlio. Dal 1983 al 1989 è stato consultore generale dell'Ordine Camilliano, con il compito di animare il Segretariato per il ministero. Dal 1992 al 1998 ha coordinato il servizio di cappellania presso l'Ospedale Santo Spirito a Roma. Dal 1987 è docente di pastorale e di formazione pastorale clinica presso il Camillianum, ove è stato vicepreside dal 2000 al 2006. La sua tesi di dottorato è dedicata a L'enneagramma e l'antropologia cristiana: un modello per il mondo della salute. Dal 1998 è presidente dell'Associazione Italiana Enneagramma. Ha scritto una quindicina di volumi sui temi della malattia e di pastorale sanitaria, oltre a numerosi sussidi, articoli e contributi a dizionari ed enciclopedie.
Come mettere la Bibbia al centro della comunità? A questa domanda sempre urgente per la pastorale, il volume risponde attraverso sei prospettive: quelle della predicazione, della liturgia, della lectio divina, della catechesi, della teologia, della costruzione della comunità.
Il taglio dei contributi è teologico e pratico insieme: i testi infatti accompagnano la riflessione con indicazioni concrete sul vissuto delle comunità, attenti ai mutamenti che la secolarizzazione via via introduce nella società.
Sommario
Introduzione. 1. L'efficacia della Parola nella predicazione (É. Parmentier). 2. Il lavoro della Parola nella liturgia: verità dimenticate ed evidenze sospette (A. Grillo). 3. Una pastorale alla scuola della Parola (L. Bressan). 4. Incontrare la Parola di Dio nella catechesi (U. Lorenzi). 5. Quale posto per la Bibbia nell'elaborazione del discorso in teologia pastorale? Riflessioni a partire da un esempio di ricerca (É. Grieu). 6. La Chiesa nata dalla Parola (G. Routhier).
Note sui curatori
LUCA BRESSAN (1963) è prete della diocesi di Milano. Insegna teologia pastorale al Seminario arcivescovile e alla Facoltà teologica di Milano. I suoi temi di ricerca riguardano in particolare il divenire del cristianesimo (letto attraverso alcune figure: parrocchia, trasmissione della fede, ministeri) e lo statuto della teologia pratica. Ha pubblicato presso le EDB La parrocchia oggi. Identità, trasformazioni, sfide (2004) e, con A. Borras, Abitare da cristiani il nostro tempo. Parrocchie d'Europa s'interrogano (2009).
GILLES ROUTHIER (1953) è sacerdote della diocesi di Québec. Professore alla facoltà di teologia dell'Università Laval (Québec), le sue ricerche vertono sul Vaticano II, la sua ricezione e le trasformazioni del cattolicesimo dopo il concilio in merito alle seguenti tematiche: parrocchia, educazione e fede, pastorale giovanile, governo della Chiesa.
«Nel mondo secolarizzato di oggi che può fare a meno della religione, la fede cristiana, radicalmente non necessaria, può essere sperimentata come radicalmente preziosa. È all'interno di questo paradosso che si colloca oggi il compito pastorale: rendere prezioso e desiderabile ciò che non è necessario» (dalla Prefazione). Ed è tale compito che il volume vuole cogliere come oggetto, nella speranza di aiutare le comunità cristiane, i responsabili della pastorale e i catechisti a svolgerlo con intelligenza e in un modo che sia esso stesso evangelico.
La trattazione è divisa in quattro sezioni indicate ognuna da un verbo, dunque da un'azione: evangelizzare, catechizzare, insegnare, leggere le Scritture. La comunità cristiana, attraverso i suoi membri, i suoi responsabili e animatori, è guidata a effettuare, in un modo o in un altro, queste quattro operazioni nella sua missione di testimonianza della fede. La sfida è quella di aiutare a riconoscere in modo gioioso al maggior numero di persone la grazia e la benignità di Dio.
Sommario
Prefazione. La fede nella sua genesi. I. EVANGELIZZARE. 1. Perché proporre la fede? «Perché la nostra (vostra) gioia sia completa» (1Gv 1,4). 2. Quali sapori di vangelo per il nostro tempo? 3. Annunciare il vangelo nel contesto della cultura contemporanea. 4. Evangelizzare in una cultura del dibattito. II. CATECHIZZARE. 5. Quale futuro per la catechesi in una società pluralista? 6. I primi trent'anni. Nuovi ritmi in catechesi. 7. Il Credo nella catechesi. 8. La catechesi a servizio della competenza cristiana. III. INSEGNARE. 9. Per una presenza civica della scuola cattolica dentro la laicità. 10. Proporre la fede in ambiente scolastico. 11. Rendere il cristianesimo desiderabile. Una sfida per l'insegnamento religioso. IV. LEGGERE LE SCRITTURE. 12. Catechesi ed esegesi critica. Per una collaborazione rinnovata. 13. Leggere per vivere. La lettura della Bibbia a servizio della competenza cristiana. 14. Esercizi di lettura nella catechesi degli adulti. Conclusione. Aprire (a) la fede. Bibliografia delle opere citate.
Note sull'autore
ANDRÉ FOSSION, gesuita, è professore al Centro Internazionale Lumen Vitae a Bruxelles. Ne è stato direttore dal 1992 al 2002 e dal 1998 al 2006 è stato presidente dell'Équipe Européenne de Catéchèse. È autore di Lire les Écritures. Théorie et pratique de la lecture structurale (Lumen Vitae 1980); La catéchèse dans la lecture de la communication (Cerf 1990); Dieu toujours recommencé (Lumen Vitae, Cerf - Novalis 1997) e Une nouvelle fois. Vingt chemins pour (re)commencer à croire (Lumen Vitae - Novalis - L'Atelier, 2004). Presso le EDB ha pubblicato: Ri-cominciare a credere. 20 itinerari di Vangelo (2004, 42009) e, in collaborazione, Spazi liberi per il Vangelo. Accompagnare i catecumeni d'oggi (1994).
Molte iniziative coraggiosamente pensate e create per "evangelizzare" rischiano di essere sterili se manca il desiderio della fede, se quest'ultima non è vista al pari di un valore da cercare, della "perla preziosa", del "tesoro nascosto", ma viene piuttosto percepita quale mortificazione di sé, invito alla rinuncia, alla rassegnazione.
Come far nascere il desiderio di Dio? La ricerca di risposta è l'intento, forse ambizioso, del volume, nella convinzione che le donne e gli uomini di oggi manifestino in realtà una grande sete di spiritualità a cui è importante dare appagamento. Dio, infatti, ama l'uomo e apprezza la vita presente, ama la sua la libertà e vuole la sua felicità. «Battista e io siamo amici da tempo; pur vedendoci poco, ci diamo una mano nella ricerca del volto del Signore da presentare all'umanità di oggi. [...] Condivido la sua fiducia sulla possibilità di "accendere il desiderio di Dio" nel cuore dei nostri contemporanei, e cioè nei nostri cuori» (dalla Prefazione di L. Accattoli).
Sommario
Prefazione (L. Accattoli). I. IL DESIDERIO DI CREDERE. Come risvegliare il desiderio della fede? Educare a credere o ad amare? Come educare alla fede in famiglia? È importante per l'uomo credere in Dio? II. CRESCERE IN UMANITÀ. Educare a onorare il proprio limite. Educare alla tolleranza. Educare all'affettività. Educare a una sessualità gioiosa. Imparare a imparare. III. IL NUOVO VOLTO DI DIO. Ma Dio è cambiato? Dio ama l'uomo e apprezza la vita presente. Dio è «giusto»? Che cosa significa «giustizia di Dio»? Dio è uno che ama la libertà dell'uomo. Dio è uno che ama la felicità dell'uomo. IV. NUOVI ATTEGGIAMENTI DI FEDE. Pazienza: vivere l'incompiutezza. Coltivare il desiderio. Educarci al valore del pluralismo e al dialogo tra le religioni. C'è ancora voglia di pensare? In principio l'ascolto. La forza creatrice del perdono. Amarsi nell'imperfezione: dalla parabola del figlio prodigo (Lc 15,11-32). Aprirsi al trascendente. Il primato della persona sulla legge.
Note sull'autore
BATTISTA BORSATO è direttore dell'Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Vicenza. Presso le EDB ha pubblicato: Sposarsi nel Signore. Cammino di riscoperta del sacramento del matrimonio (1989 112009); Nasce un popolo nuovo. Itinerario di preparazione al battesimo (1991 22007); Vita di coppia. Linee di spiritualità coniugale e familiare (1993 52003); Le sfide alla pastorale d'oggi. Vivere la fede e la Chiesa in modo adulto (1995); L'alterità come etica. Una lettura di Emmanuel Lévinas (1996); Quale fede? Temi di educazione alla fede per giovani e adulti (1997); Quale Chiesa? Temi di educazione alla fede per giovani e adulti (1998); Immaginare il matrimonio (2000); Quale Gesù? La sua avventura e le sue scelte (2003); L'avventura sponsale. Linee di pastorale coniugale e familiare (2006).
Descrizione dell'opera
Senza un'adeguata pastorale degli adulti la comunità rischia di essere sterile, d'interrompere la trasmissione del messaggio tra le generazioni e soprattutto di non vedere come il Vangelo entra in dialogo con la cultura del nostro tempo e la feconda. A fondamento della "fatica" della nuova evangelizzazione sta quindi la motivazione missionaria.
Il volume vuole aiutare a farsi un'idea della direzione da prendere affinché una parrocchia possa rinnovare la propria vocazione. Il lettore potrà trovarvi una serie di riflessioni presentate in maniera piana e semplificata per ottenere quasi una mappa ragionata di questioni, problemi e possibili soluzioni. In primo piano vengono posti la logica e i passaggi di un progetto parrocchiale percorribile, di cui saranno animatori il parroco e il consiglio pastorale.
Una proposta di cinque percorsi di evangelizzazione e formazione e alcune indicazioni per preparare un itinerario nelle proprie comunità concludono il volume, frutto di molti anni di cammino di fede con gruppi di adulti e di servizio pastorale in parrocchie della diocesi di Roma.
Sommario
Introduzione. 1. Una pastorale davvero missionaria. No alla pastorale "fotocopia". I. IL COMPITO DI EVANGELIZZARE IN ITALIA. 2. Ridirsi e ridire la fede. 3. Risvegliare la fede. II. RINNOVARE L'OFFERTA FORMATIVA AGLI ADULTI IN ITALIA. 4. Formazione degli adulti nella comunità cristiana. 5. Pluralità di linguaggi e cammino di fede. 6 La persona via della rievangelizzazione. 7. La catechesi tra Dei verbum e Gaudium et spes. III. PER UN PROGETTO DI PASTORALE DEGLI ADULTI. 8. Chi sono coloro che desiderano "ricominciare"? 9. Annunciare a partire dalla vita. 10. Linee per ripensare la catechesi agli adulti. 11. Per un progetto di catechesi degli adulti. 12. Nuovi evangelizzatori: animatori e operatori della catechesi degli adulti. Appendice 1. Cinque percorsi di evangelizzazione e formazione degli adulti. Appendice 2. Preparare un itinerario.
Note sull'autore
LUCIANO MEDDI, sacerdote della diocesi di Roma dove è stato parroco per molti anni, è ora ordinario di catechesi missionaria nella Facoltà di missiologia della Pontificia Università Urbaniana. Si occupa di formazione degli operatori pastorali in altre facoltà teologiche e in diverse diocesi italiane. Ha pubblicato, in collaborazione con Barghiglioni Egidio e Mariella, Il futuro della Parrocchia. Guida alle trasformazioni necessarie, Paoline, Milano 2006, e Adulti nella comunità cristiana. Guida alla preparazione di itinerari per l'evangelizzazione, la crescita nella fede e la mistagogia della vita cristiana, Paoline, Milano 2008; inoltre ha pubblicato il manuale Catechesi. Proposta e formazione della vita cristiana, Messaggero, Padova 2004. Collabora a Settimana, periodico di informazione pastorale del Centro Editoriale Dehoniano.
Il volume descrive un'esperienza pastorale piuttosto speciale: quella della parrocchia di Olmi, alla periferia est di Treviso, località che rischia di trasformarsi in un grosso quartiere dormitorio. Dal 1991 la comunità ha cominciato a riaggregarsi attorno alla parrocchia, dopo anni di progressivo appiattimento, coinvolgendo un gran numero di persone.
Quattro le scelte fondamentali che hanno generato questo mutamento: in primo luogo la solidarietà tra famiglie che, oltre a costruire assieme vita parrocchiale e associativa, hanno deciso per lo più di abitare una accanto all'altra, costituendo veri e propri mini-villaggi. In secondo luogo la responsabilizzazione dei giovani da parte di famiglie e parrocchia, con esperienze di vita comune in appartamento, dove i ragazzi assumono e condividono responsabilità di studio o di lavoro; in terzo luogo la scelta del viaggio e del pellegrinaggio quali luoghi d'istruzione e formazione sia alla spiritualità sia al senso del bello estetico e culturale; ultimo, ma non da ultimo, l'attenzione alla liturgia come scansione della Bibbia e della vita, in collaborazione stabile con tre parrocchie.
Le molte attività (educative, culturali, folcloristiche, spirituali, di volontariato) svolte dalla gente della parrocchia sono il frutto del tentativo di calare la propria fede nell'oggi della storia di ognuno, con le proprie difficoltà, contraddizioni, povertà. In un'epoca dove la cristianità non è più la norma, la differenza è fatta da quelle persone che con la propria vita testimoniano una ricerca del volto di Dio che si snoda tra le pieghe del quotidiano.
Sommario
Premessa (L. Ciotti). Introduzione. 1. Meta del viaggio: la parrocchia di Olmi. 2. Abitare vicini. 3. Centralità della liturgia. 4. Diventare autonomi e indipendenti: un progetto, una sfida, un compito. 5. Erfahrung: conoscere viaggiando. 6. Il "bello" è onesto ed è solidarietà che promuove giustizia. 7. Le cinque dimensioni appena presentate diventano le tessere - di un mosaico che abbozza una forma di vita comunitaria segnata e infuenzata dall'impronta del monachesimo benedettino. 8. Intervista a don Adelino. Conclusione.
Note sull'autore
GUIDO TALLONE (Torino 1957), papà di Luca e Mattia, è formatore del Gruppo Abele di don Luigi Ciotti, all'interno del quale ha ricoperto la carica di vicepresidente, di responsabile dell'ufficio scuola e della cooperazione internazionale. Dal 1996 al 2004 è stato consigliere nazionale del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA). Dal 2004 al 2009 ha ricoperto la carica di sindaco del comune di Rivoli (TO). Ha pubblicato articoli e saggi su «Animazione Sociale», «Narcomafie», «Segno nel mondo» e altre testate.
Descrizione dell'opera
In oltre trentacinque anni di partecipazione alla vita ecclesiale con ruoli e prospettive differenti, l'autrice ha potuto verificare - come donna, madre, parrocchiana, studiosa e osservatrice sistematica del mondo ecclesiale - situazioni problematiche e modi meravigliosi di vivere la testimonianza del Vangelo.
Il suo testo, dallo stile scorrevole e vivace, intende contribuire al lavoro di quanti, protagonisti dell'azione ecclesiale, debbono decodificare e accogliere la realtà. E individua tre vocazioni per la pastorale, che costituiscono le sezioni del libro. Punto di partenza dell'azione pastorale sono le "in-vocazioni", ovvero i desideri e le richieste, che la gente si porta dentro. La progettazione pastorale deve quindi porsi in sintonia con le "pro-vocazioni" che emergono dalla realtà circostante. Una pastorale sensibile sa poi individuare le "con-vocazioni" che costruiscono la Chiesa e la rendono segno della presenza di Dio nella storia quotidiana e nel mondo.
Sommario
Introduzione. I. Le invocazioni. 1. Dalla fame di felicità all'attesa di salvezza. 2. Benessere e ben-essere. 3. Non solo speranze, ma speranza. 4. Il bisogno di giustizia, il dono della misericordia. II. Le provocazioni. 1. La sfida dell'ulteriorità. 2. La passione per la verità. 3. La scommessa della santità. 4. Miseria e povertà. 5. La fede come rischio. III. Le convocazioni. 1. Vino nuovo in otri nuovi. 2. Missionari, non dimissionari. 3. Dire Dio, offrire Dio. 4. L'arte di accompagnare. 5. Dal tessuto sfilacciato alla rete. Appendice. Le parole chiave per la pastorale del terzo millennio.
Note sull'autrice
Marianna Pacucci è insegnante di religione da oltre venticinque anni, la maggior parte dei quali presso il liceo scientifico Salvemini di Bari; è sposata e ha due figli. Laureata in Lettere moderne e diplomata in Scienze religiose, ha curato oltre 50 ricerche (con relativa pubblicazione) sulla famiglia, i giovani, il mondo della scuola, le realtà ecclesiali. È stata docente di Sociologia presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bari. Presso le EDB ha pubblicato il Dizionario dell'educazione (2005), Strade e orizzonti. Temi per l'insegnamento della religione cattolica nella scuola superiore (2008) e con V. Orlando La Chiesa come comunità educante. La qualità educativa della comunità cristiana (2008).
Descrizione dell'opera
Si sente spesso affermare che negli ultimi quarant'anni la Chiesa di Francia è divenuta insignificante nella società. E l'osservazione implica una critica. Di fronte a questo giudizio, l'autore risponde dicendo che la sua Chiesa ha individuato una forma di presenza adatta alla contemporaneità: mutata la società, deve cambiare anche il modo in cui la Chiesa si fa presente.
Un vescovo italiano, mons. Giudici, pastore della Chiesa di Pavia, interloquisce col testo di mons. Dagens: è possibile un confronto tra le due Chiese? La situazione francese può insegnare qualcosa alla Chiesa italiana? Quali le differenze e le specificità nei due percorsi ecclesiali?
«Viviamo in una società fragile. Anche la nostra Chiesa è diventata fragile. E in questa società fragile con questa Chiesa fragile siamo tutti sollecitati ad andare in profondità» (mons. C. Dagens).
«Noi partiamo da una condizione di cultura cattolica diffusa, nella quale la stragrande maggioranza dei cattolici si riconosce. Per noi il rischio potrebbe essere quello di pensare che per testimoniare oggi il Vangelo sia sufficiente assicurare questa condizione di cattolicità convenzionale» (mons. G. Giudici).
Sommario
Presentazione. Claude Dagens: la mistica dell'ordinario (F. Strazzari). Prefazione. 1. Dall'apostolo Paolo ai vescovi di oggi. 2. Soffrire per la Chiesa e da parte della Chiesa. 3. Dal "civismo cristiano" al sacramento dell'Eucaristia. 4. Difesa di una evangelizzazione ordinaria e profonda. 5. Conversioni necessarie. 6. Ciò che comincia e ciò che avanza. 7. La vita spirituale non è un terreno di riserva. 8. Ore di prove e di rinascita. Preghiera per essere più liberi alla maniera degli apostoli. Varese Milano Pavia: Profilo di mons. Giovanni Giudici (L. Prezzi). Postfazione e discussione. Un contributo interessante alla riflessione sulla pastorale (G. Giudici).
Note sull'autore
Mons. Claude Dagens (Bordeaux 1940), accademico di Francia, dal 1993 è vescovodi Angoulême. Allievo della Scuola normale superiore e membro della Scuola francese di Roma, ha conseguito il dottorato in lettere e in teologia. Ordinato prete nel 1970, ha esercitato il proprio ministero dapprima a Parigi (1970-1972) e poi a Bordeaux (1977-1987), in parrocchia e presso il seminario interdiocesano, ove insegnava storia delle origini cristiane. Vescovo ausiliare di Poitiers dal 1987 al 1993, attualmente è membro della Commissione dottrinale dei vescovi di Francia e presidente del gruppo di lavoro sull'indifferenza religiosa e la visibilità della Chiesa cattolica.
«Il volume non vuole essere la celebrazione di una figura eminente di Caritas Italiana, qual è mons. Giovanni Nervo. Vuole nascere da una ricorrenza significativa, il novantesimo genetliaco del primo presidente di Caritas Italiana, per aiutare l'incontro tra storia e carità, teologia e carità, azione pastorale e carità» (dalla Presentazione).
I vari contributi delineano infatti un percorso per ritornare anche oggi a disegnare una Chiesa della carità fortemente radicata nella Parola e nell'Eucaristia, dentro la storia, educando a una scelta preferenziale dei poveri, ogni giorno, nelle parole e nei fatti. L'insieme costituisce uno strumento di riflessione storica, teologica e culturale per tutta la Chiesa italiana.
Sommario
Presentazione (mons. G. Merisi). Introduzione. Carità, cultura e vita (V. Nozza). Scheda bio-bibliografica (a cura di Centro documentazione Caritas Italiana e Fondazione Zancan). I. Per una storia contemporanea della carità in Italia. 1. Testimone della carità al concilio Vaticano II: madre Suzanne Guillemin fdc (1906-1968) (L. Mezzadri). 2. Alle origini di Caritas Italiana: la costituzione conciliare Gaudium et spes (1965) e l'enciclica Populorum progressio di Paolo VI (1967) (G. Perego). 3. Mons. Guglielmo Motolese, presidente Caritas Italiana (1976-1981) (V. De Marco). 4. Il terremoto in Friuli: una prossimità ecclesiale (R. Rambaldi). 5. I boat people: accoglienza dei profughi e impegno di advocacy (F. M. Carloni - M. T. Tavassi).
II. Per una teologia della carità. 1. La carità alle origini della Chiesa (B. Maggioni). 2. Da Gaudium et spes a Spe salvi. Un annuncio di speranza per l'oggi (F. Scanziani). 3. La gratuità: per una spiritualità laicale (P.Bignardi). 4. L'attenzione al corpo centrale della carità (mons. I. Sanna). 5. Valori e limiti delle opere di carità. «In ogni nostra azione sfavilli la tua gloria...» (A. Fumagalli). III. Dalla carità alla Caritas. 1. Povertà e fragilità: come cambia la prossimità (G. Pasini). 2. Difensori dei diritti umani, pionieri di cittadinanza universale (A. Papisca). 3. La pedagogia dei fatti: per un cammino educativo alla carità (G. Savagnone). 4. I cattolici italiani e l'obiezione di coscienza al servizio militare (D. Cipriani). 5. Lo specifico della Caritas (G. Nervo). Autori.
Note sul curatore
Giancarlo Peregoèdocente di Teologia dogmatica alla LUMSA (Roma), responsabile del Centro documentazione e Archivio storico Caritas Italiana-Migrantes.
Come dire la fede in un preciso contesto sociale e culturale? Nell'oggi, la domanda fondamentale per la teologia pastorale e per la pastorale potrebbe essere così riformulata: come annunciare il messaggio di Gesù Cristo in una realtà sociale e culturale di seconda secolarizzazione e all'interno di una società liquida?
A partire da una visione profondamente radicata nella tradizione e nel magistero, e insieme attenta a intercettare i segni dello Spirito, il contributo dell'autore tratta di un agire pastorale della Chiesa con obiettivi ambiziosi: confrontarsi quotidianamente con la Parola di Dio e le necessità della gente, essere pensoso, progettuale e cooperativo, attento agli adulti e alla famiglia, aperto alle nuove domande di formazione cristiana, missionario e vigile a non lasciarsi dirottare su derive spiritualiste e solidariste.
La sua trama si articola attorno a quattro riferimenti: la Parola di Dio come fonte e metro di misura della vita del credente e della Chiesa; il mistero dell'Incarnazione come guida della prassi pastorale; la Chiesa, segno e strumento di Cristo per attuare il Regno di Dio nel mondo; la spiritualità di comunione missionaria, che sta alla radice della scelta della pastorale integrata e d'insieme.
Chi svolge una delle professioni cosiddette di aiuto sa bene cosa significa burnout: è il rischio a cui è soggetto ogni operatore sociale di «bruciarsi», ovvero esaurire le energie fisiche e intellettuali, non reggere psicologicamente al peso emotivo di condizioni spesso disperate del paziente che ha in cura o della persona che sta aiutando e che possono metterne a dura prova l'equilibrio e il benessere psico-fisico.
Secondo l'imperativo evangelico «Ama il prossimo tuo come te stesso», l'amore verso se stessi è condizione indispensabile per amare gli altri, e già gli antichi greci ammonivano l'uomo sull'importanza della conoscenza di sé.
Il volume, di facile lettura e ricco di utili suggerimenti e spunti per riflettere, propone un percorso coinvolgente e accurato sul difficile tema della compassione verso il prossimo, con un taglio non solo psicologico. Attraverso un efficace excursus si indaga l'humus storico e biblico e l'evoluzione etico-filosofica dell'approccio alla cura di sé e degli altri, con un affresco sulla figura del medico nell'antichità e sulla portata rivoluzionaria del farsi prossimo come lo intende Gesù, fondamento di ogni relazione di amore.
«Questo libro, scritto a più mani, vuol essere un invito a prendersi cura di sé e ad amarsi, essenziale per star bene noi e far star bene coloro che, per vari motivi, vogliamo aiutare» (dall'Introduzione).
Descrizione dell'opera
In questo inizio millennio gli autori individuano due emergenze di notevole portata per la Chiesa italiana: una relativa all’educazione, ovvero alla capacità da parte degli adulti di accompagnare il processo di crescita delle nuove generazioni; l’altra relativa alla pastorale, cioè alla capacità della comunità ecclesiale di sostenere il cammino di maturazione dei propri membri nella fede.
Il volume è un percorso di riflessione e di strategia attuativa che pone in relazione educazione e pastorale, nell’intento di verificarne la reciproca utilità, nonché la possibilità di essere l’una per l’altra stimolo di autentica realizzazione. E lo fa utilizzando ampiamente i suggerimenti che emergono dai contributi presentati al Convegno ecclesiale nazionale di Verona.
Evangelizzare educando potrebbe essere lo slogan che declina l’impegno della nuova evangelizzazione: annunciare la Buona novella privilegiando un’azione educativa che promuova a un tempo l’umanità e l’identità cristiana. Elemento centrale della riflessione è la parrocchia, chiamata a realizzare un «laboratorio educativo» a cui tutti possano ricorrere per un aiuto e insieme contribuire per offrire un servizio educativo che ricalchi l’azione pedagogica di Dio.
Sommario
Introduzione: la pastorale come «arte» della comunità educante. 1. Rampa di lancio: la pedagogia di Dio. 2. Una ricognizione delle esperienze attuali e dell’identità educativa delle comunità ecclesiali. 3. La comunità ecclesiale è comunità educante se... 4. Il «qui e ora» dell’animazione educativa. 5. La parrocchia soggetto comunitario di una pastorale incentrata sull’educazione. 6. Le attenzioni e le scelte educative della pastorale parrocchiale. 7. Gli orientamenti operativi: alcune proposte concrete. 8. Gli educatori ecclesiali: vocazione e ministerialità educativa nella comunità locale. Conclusione. Bibliografia.
Note sugli autori
Vito Orlando, sacerdote salesiano, ha lavorato per vent’anni a Bari, nel Centro pedagogico salesiano meridionale, di cui è stato per dieci anni direttore. Nel lungo servizio alle strutture salesiane e alle Chiese del Sud Italia ha realizzato, insieme con Marianna Pacucci, numerosi studi e indagini per conto di istituzioni civili e religiose, accompagnandole nella loro missione educativa e pastorale. Dal 2000 insegna alla Facoltà di scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana, ove attualmente è ordinario di pedagogia sociale, direttore dell’Istituto di metodologia pedagogica e coordinatore del corso di laurea di pedagogia sociale.
Marianna Pacucci ha collaborato con la cattedra di sociologia presso l’Università di Bari e con il Centro pedagogico salesiano meridionale di Bari. Si è occupata di famiglia, giovani, scuola, parrocchie e diocesi, con ricerche confluite in una trentina di pubblicazioni.
Insieme, i due autori hanno pubblicato alcuni importanti contributi e sintesi per individuare prospettive educative e pastorali nella Chiesa italiana e in particolare nella realtà meridionale.
Descrizione dell'opera
L’obiettivo del libro è quello di aiutare il lettore a innestare il messaggio proposto dalla fede evangelica sul vissuto del nostro tempo, di favorire il passaggio dal tempo alla grazia. Trasformare cioè il tempo quotidiano in un tempo che sia un dono, finalizzato ad arricchire l’esistenza umana attraverso l’incontro con l’Altro.
L’autore utilizza sia l’approccio della teologia pastorale che quello delle scienze umane, in un continuo intreccio ragionato. La prima parte del volume è caratterizzata da una prospettiva ‘ascendente’: dall’antropologia sociale e culturale alla problematica teologica; la seconda parte segue invece un movimento ‘discendente’: dall’approccio teologico pastorale alla realtà sociale.
Il testo nasce da un corso su L’inculturazione della fede in una società post-moderna e pluriculturale. In un’epoca assai complessa, costituisce un aiuto per quanti vogliano coniugare l’utopia del messaggio evangelico con il ‘realismo’ delle proposte mondane.
Sommario
Presentazione. I. La rete dei problemi complessi. 1. Le provocazioni della società alla comunità cristiana. 2. I cristiani e le «attese» del terzo millennio. 3. Dal multiculturalismo alla scoperta dell’altro. 4. Le variabili convergenti del disarmo culturale. 5. La fatica di farsi uguali nella differenza. 6. La vasta fenomenologia della diversità. 7. Vivere la diversità significa scoprire la prossimità. 8. La sfida educativa dell’interculturalità. II. La rete dell’opzione evangelica. 9. Storicità, fede evangelica e salvezza. 10. La fede nel Dio silenzioso e la nostalgia del sacro. 11. Ripensare la comunicazione della fede. 12. Ripensare la testimonianza della carità. 13. Ripensare la dinamica della speranza. 14. Essere «adulti» nella fede, oggi. 15. Evangelizzazione e inculturazione della fede, come? 16. Costruire l’Europa, con quale anima?
Note sull'autore
Claudio Bucciarelli, sacerdote della diocesi di Modena, ha compiuto gli studi di teologia, filosofia e catechetica alla Gregoriana, a Urbino e a Parigi. È stato assistente centrale degli adolescenti-giovani della GIAC dal 1955 al 1970; ha insegnato alla Facoltà di scienze dell’educazione dell’UPS dal 1970 al 1980; ha lavorato al Censis dal 1980 al 1995 e ora insegna catechetica fondamentale al Seraphicum.
Descrizione dell'opera
Tutto il cammino biblico è un racconto della storia dell’uomo con il suo Dio. L’autore ritiene particolarmente urgente che anche le strutture ecclesiali recuperino la capacità e l’arte del narrare, facendole diventare un percorso pedagogico: «Purtroppo tale arte è stata dimenticata proprio in quei luoghi dove poteva diventare occasione di crescita e di apprendimento. Oggi la comunità cristiana è stata spesso trasformata in un’azienda dove si producono dei servizi partendo solo da idee e non dalle persone e dai loro vissuti».
Recuperare l’arte narrativa significa prima di tutto ripartire dalla storia della salvezza e dalle situazioni esistenziali delle persone che ne fanno parte per metterle in relazione e arricchirle con la storia della Tradizione, che è poi la pedagogia di Dio nei confronti del suo popolo, come testimonia la Bibbia.
Il volume è una riflessione pastorale e catechetica in cui l’arte della narrazione è presentata come percorso pastorale-formativo alla luce dell’esperienza cristiana.
Sommario
Prefazione. I. L’arte della narrazione nelle culture ebraica e cristiana. 1. Il cammino dell’uomo diventa racconto. 2. La narrazione nella Bibbia. 3. La narrazione nella cultura ebraica. 4. La narrazione nella riflessione teologica cristiana. II. L’arte della narrazione come percorso pastorale-formativo alla luce dell’esperienza cristiana. 1. Il fine del processo educativo: «Maestro, dove rimani?». 2. La situazione iniziale. 3. Leggersi, provocati da una domanda. 4. Lasciarsi interpretare dagli occhi del «terzo». 5. Incontrare la «vera presenza». 6. Lasciarsi trasformare dalla «vera presenza». 7. Aprirsi all’arte della vita nuova. 8. Le caratteristiche del cammino pastorale-formativo cristiano. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Emanuele Andreuccetti (1970) è sacerdote della Chiesa di Lucca dal 1996. Svolge il suo servizio pastorale come viceparroco di una comunità alla periferia della città e come direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi.
Descrizione dell'opera
Da trentacinque anni la Caritas Italiana è impegnata nell’accompagnamento delle Chiese locali affinché, nel progettare la pastorale, non perdano di vista l’obiettivo di formare comunità che annunciano, celebrano e testimoniano in modo organico il vangelo della carità. A tale fine diviene sempre più importante la formazione dei presbiteri e dei diaconi permanenti: questi ultimi sono infatti i primi destinatari del volume, il cui contributo originale consiste nel presentare la centralità della carità nella proposta di vita cristiana attraverso una fondazione teologica che fa sintesi del lavoro di ricerca degli ultimi decenni.
I contenuti sono organizzati in tre parti: la prima tratteggia una panoramica della società civile e della Chiesa italiana, al fine di contestualizzare la necessità di ripensare la formazione alla carità dei presbiteri e degli operatori pastorali; la seconda raccoglie una serie di documenti della Chiesa universale e della Chiesa italiana, riletti ed esaminati ricercando gli aspetti educativi e formativi del clero nella prospettiva della carità; l’ultima parte è il cuore dell’opera: partendo dall’ecclesiologia di comunione del Vaticano II, evidenzia gli interrogativi su cui riflettere per dare centralità alla carità nella comunità ecclesiale.
Sommario
Presentazione (V. Nozza). Introduzione. I. Società civile e Chiesa italiana: cambiamenti e prospettive negli ultimi quarant’anni. 1. Una società in rapida evoluzione. 2. L’evento del concilio Vaticano II: verso un nuovo modello ecclesiale. 3. Il cammino della Chiesa in Italia negli anni postconciliari. II. La formazione dei presbiteri alla pastorale della carità nei documenti magisteriali. 4. Il magistero universale dal concilio Vaticano II alla Deus caritas est. 5. I documenti della Chiesa italiana riguardo alla formazione dei presbiteri dal concilio Vaticano II ad oggi. III. Teologia della carità nell’ecclesiologia di comunione. Per una formazione alla pastorale della carità. 6. Ecclesiologia di comunione e carità. 7. Centralità della carità nella proposta di vita cristiana. 8. La Caritas, organismo pastorale per promuovere la testimonianza della carità. 9. Per una più adeguata formazione sacerdotale alla pastorale della carità. Conclusione. Fonti. Postfazione (G. Pasini).
Note sull'autore
Salvatore Ferdinandi, sacerdote della diocesi di Terni-Narni-Amelia, dal 1982 al 2001 è stato direttore della Caritas diocesana, esperienza pastorale riversata poi in Caritas Italiana, ove è responsabile per gli ambiti della formazione e promozione delle Caritas diocesane e parrocchiali, della documentazione e della sussidiazione. Ha conseguito la laurea in teologia morale presso l’Istituto Teologico di Assisi e la specializzazione all’Accademia Alfonsiana di Roma. È docente di dottrina sociale della Chiesa presso la Pontificia Università Urbaniana e teologia pastorale presso il Pontificio Collegio Leonino di Anagni. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Pace a te, Chiesa sorella, Caritas Italiana, Roma 1995 e Per una carità aperta al mondo, EDB, Bologna 2003.