Dal Natale al rave party, dal 2 giugno ad Halloween. Un'indagine storica e antropologica sulle feste di oggi.
Il fenomeno burocratico è universalmente presente nelle società contemporanee. In ciascuna presenta effetti riprovevoli così vari e molteplici da far dimenticare per quali ragioni storiche e concettuali la burocratizzazione ha costituito l'indispensabile dimensione amministrativa nei processi di modernizzazione e razionalizzazione della società, in contesti sia pubblici che privati. Dopo aver affrontato questo tema nella prima parte, nella seconda l'opera considera varie patologie tipiche della struttura e del funzionamento degli assetti burocratici. Distingue alcune patologie dovute a fenomeni che hanno ritardato e ostacolato la burocratizzazione, rendendola incompleta e difettosa, da quelle più massicce e visibili che essa produce quando invece viene realizzata in misura eccessiva. Fenomeni di questo secondo tipo sono stati identificati e lamentati molto diffusamente nella letteratura e nel discorso pubblico contemporaneo, specie quello d'ispirazione neo-liberale. Per questo la terza parte sottopone a una disamina critica gli argomenti in questione, riaffermando la necessità e legittimità della gestione consapevole, politicamente ispirata, di alcuni aspetti della vita sociale che altri vorrebbero invece affidare esclusivamente al mercato.
Credere in Dio al tempo della rete: il ritorno al politeismo, la religiosità diffusa nei mondi virtuali, la nuova dimensione del reale che modifica le nostre ansie, i nuovi messianismi elettronici, i rischi e le opportunità per le fedi tradizionali.
Internet è molto più di un semplice mezzo comunicativo. È una nuova dimensione del reale che influenza e modifica le nostre ansie, le nostre domande di senso, le nostre rappresentazioni simboliche, i nostri comportamenti rituali, ossia tutto ciò che concorre a definire quel fenomeno che chiamiamo religione. A loro volta, le comunità religiose, anche dei grandi culti monoteisti, utilizzano gli strumenti delle nuove tecnologie per fare proselitismo o per accogliere le nuove generazioni che difficilmente fanno a meno di una connessione al mondo virtuale.
La Chiesa cattolica in un documento ufficiale parla della rete come «un mezzo di comunicazione sociale», da intendersi, al pari di radio e televisione, come un «dono di Dio» che illumina il «lungo viaggio dell’umanità». Attingere, dunque, alla nuova realtà digitale si configura come un’esigenza culturale, spirituale e rituale che accentua il legame fra religione e capacità immaginativa umana. Sommando in sé l’incomprensibilità del cosmo e il senso del limite dell’uomo, Internet diviene per alcuni il nuovo luogo della trascendenza. Tuttavia, quella che s’incontra nella rete è una trascendenza vicina, con cui è possibile entrare in contatto, persino ‘armeggiare’: basta picchiettare su di una tastiera, forgiarsi identità effimere e rinnovabili, condurre vite alternative per sperimentare un oltre altrimenti inaccessibile.
Fabrizio Vecoli fornisce al lettore una presentazione chiara delle questioni aperte, degli interrogativi posti dalla realtà virtuale, delle riflessioni che il nuovo intreccio tra Internet e religione ha suscitato. Come misurare, ad esempio, l’impatto del cambiamento sulle religioni tradizionali? Come coglierne l’influenza sui nuovi culti? Come comprenderne le conseguenze sul modo di concepire e vivere quel che, malgrado tutto, si dovrà ancora chiamare con il nome di religione?.
Spesso non ci raccontiamo la verità. Spesso ci raccontiamo una storia dai risvolti più desiderabili. Nonostante l'evidenza dei fatti, nonostante la realtà parli da sola. Perché? Ecco qua, in sintesi, il fenomeno dell'autoinganno.
Nel corso del Cinquecento, accanto alla Riforma magisteriale di Lutero, Zwingli, Calvino, si è sviluppato il fenomeno complesso e meno noto cosiddetto della Riforma radicale. Solo in pochi casi essa ha portato alla nascita di istituzioni, tradizioni di pensiero, comunità organizzate (tra queste i mennoniti e gli unitariani, oggi presenti soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, ultimi eredi degli anabattisti e dei sociniani). Più spesso quelle idee non conformiste hanno seguito itinerari sotterranei: la diffusione di un libro, la predicazione di singoli personaggi, i flussi migratori in altri paesi. Quando si sono create comunità di fedeli, questi sono stati perseguitati e costretti alla dissimulazione. Lo spiritualismo, l'anabattismo e inizialmente anche l'antitrinitarismo non si sono fissati in nessuna ortodossia, ma hanno partecipato intensamente al dibattito religioso e culturale, difendendo spesso valori che hanno contribuito in maniera decisiva alla nascita del mondo moderno: il razionalismo, la rispettabilità dell'ateismo, la dignità dell'uomo al di fuori del suo credo. Il volume ricostruisce la storia e i protagonisti di questi movimenti, evidenzia principalmente il loro fondamentale contributo alla rottura e al superamento dei paradigmi culturali tradizionali e offre un'ampia introduzione storica e storiografica al problema, articolata in cinque capitoli relativi alle principali tematiche della Riforma radicale.
È ancora molto diffusa l'abitudine di liquidare lo scetticismo con qualche battuta, normalmente sottolineando quali indesiderate conseguenze pratiche seguirebbero dall'abbracciare questa posizione. Eppure questo antico punto di vista è tornato prepotentemente alla ribalta nell'ambito della riflessione filosofica contemporanea. Il principale elemento di novità è che oggi non viene più proposto come una posizione filosofica abbracciata da qualcuno e sbrigativamente accantonabile a causa della sua invivibilità, ma come un inquietante paradosso, che mostra in che modo non abbiamo nessuna delle conoscenze che normalmente riteniamo di avere riguardo agli oggetti fisici intorno a noi. Porre il problema dello scetticismo sotto forma di paradosso ha il merito di mettere in evidenza le reali ragioni per cui lo scetticismo è interessante da un punto di vista filosofico, pur ammettendo che risulti poco concreto sia sul piano pratico generale sia su quello delle nostre prassi teoriche ordinarie. In questo volume si ripercorrono le due correnti filosofiche principali che fanno riferimento allo scetticismo: quella sostenuta da Cartesio e quella teorizzata da Hume. In entrambi i casi, il paradosso scettico solleva questioni cruciali che attengono alla comprensione di aspetti fondamentali della nostra vita cognitiva.
Il libro è diviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo sono illustrati il fenomeno della vaghezza e i suoi rompicapo e sono formulate quattro domande centrali per capire la natura e la logica della vaghezza. Le risposte che le teorie della vaghezza danno a queste quattro domande consentono di esprimere un giudizio sulla loro adeguatezza. Nel capitoli successivi vengono esaminate in maniera essenziale le teorie della vaghezza più importanti in base a una griglia concettuale che consente di suddividerle in tre grandi famiglie. La griglia elaborata è un utile strumento per individuare le comunanze e le differenze tra le teorie in modo da avere una visione sinottica del dibattito sulla vaghezza
«Il mio mestiere è l'architettura. Mi sembra più esatto dire così che non ‘faccio l'architetto', perché l'architettura è una cosa difficile da avvicinare e io ho tentato di farlo con vari mezzi: progettare edifici, disegnare piani regolatori, collaborare alla redazione di leggi, scrivere libri o articoli di giornale, insegnare la storia dell'architettura. Non ho potuto ancora scegliere di fare una sola di queste cose, perché lo scopo che questa disciplina si pone, vale a dire migliorare anche solo di poco l'ambiente fisico in cui vive la gente, è troppo importante e difficile per tentare di raggiungerlo in un unico modo. Qualche volta è possibile costruire un piccolo pezzo di questo ambiente in un contesto accettabile; qualche volta bisogna tentare di correggere questo contesto, cioè aiutare l'amministrazione pubblica a fare i piani urbanistici; qualche volta invece si scopre che occorre prima rifare le leggi; e qualche volta ancora che non si può fare nessuna di queste cose e dunque non resta che riflettere e scrivere.»
Che ruolo hanno i rabbini nella vita istituzionale delle odierne comunità ebraiche? E che funzioni hanno ricoperto nel passato, nella diaspora europea, e ancora più indietro nel tempo all'epoca del Tempio di Gerusalemme? Chi li nomina? Quali funzioni vengono loro attribuite dalle comunità ebraiche? Per rispondere a queste domande, che già si poneva in modo esplicito e provocatorio Napoleone nel 1806 e che ritornano con una certa frequenza ancora oggi, Gadi Luzzatto Voghera disegna le caratteristiche di una classe di dotti che nei secoli ha saputo sintetizzare competenze giuridiche, pensiero filosofico, sapere scientifico, inventiva letteraria, ricerca storica, per approdare, in epoca di emancipazione, a occuparsi con maggior continuità di culto, educazione, rappresentanza e custodia della tradizione. Questioni complesse che ritornano spesso e che presuppongono l'idea non proponibile di una storia omogenea e immobile della civiltà ebraica, ma piuttosto la necessità di comprendere a fondo le dinamiche che hanno portato alla nascita e poi alle successive trasformazioni del rabbinato, attraverso un percorso storico affascinante eppure non lineare, imprescindibile secondo Luzzatto Voghera per capire la millenaria vicenda della storia ebraica e di una delle grandi religioni monoteiste.
Che cosa ci permette di riconoscere in un oggetto un’opera d’arte? L’arte si può definire? Che intendiamo dire quando diciamo che qualcosa è bello, grazioso, sublime, terrificante, patetico? I sentimenti che proviamo quando leggiamo un romanzo o guardiamo un film sono veri o finti? Ecco alcune delle domande alle quali questo libro cerca di dare una risposta. Lo fa tenendo assieme questioni classiche dell’estetica (è possibile una classificazione delle arti? L’arte è un’esperienza conoscitiva o emotiva?) e problemi vivi nel dibattito degli ultimi anni (Che rapporto c’è tra etica ed estetica? L’arte è un prodotto esclusivamente umano?), e facendo dialogare tra di loro la tradizione analitica angloamericana con l’estetica filosofica “continentale”. Una introduzione, dunque, che si rivolge a chiunque si interessi di arte, anche se privo di una preparazione filosofica. Ma anche un libro che non rinuncia ad andare contro molti luoghi comuni e a contestare posizioni oggi largamente accettate: contro la riduzione dell’estetica a una teoria della sensibilità, la proposta di un’estetica come filosofia dell’esperienza; l’attacco alla nozione di bellezza contro le sue celebrazioni ricorrenti; la critica alla neuroestetica e alla riduzione dell’opera d’arte a cosa, prevalente nell’ontologia contemporanea. Con una convinzione di fondo: che parlare di arte in modo puramente classificatorio e asettico non è possibile, se l’esperienza estetica è sempre esperienza di una scelta e implica comunque una valutazione che ci mette in gioco.
Dall'infanzia alla conquista di Mecca e fino alla morte, la vita di Muhammad, profeta dell'Islam, Messaggero di Dio e Suggello dei Profeti, uomo reso 'perfetto' dalla grazia divina.
Benessere, capacità, diritti, pluralismo e giustizia globale. Una guida alla filosofia politica contemporanea, in questa edizione con un nuovo approfondimento sulla legittimità e l'autorità delle istituzioni internazionali.
Cosa significa far finta? Esistono davvero Anna Karenina e Gatto Silvestro? Una guida alla finzione, come concetto e come pratica. Un'indagine sul far finta e i suoi oggetti e su chi fa finta per piacere o per mestiere.
Le libertà liberali e i diritti politici democratici sono imprescindibili perché tutti siano considerati membri alla pari nella comunità politica in quanto condividono la condizione morale di essere persone.
«Perché ci dovrebbe importare che le nostre libertà siano eguali, quando magari qualcuno non ne fa uso e le baratterebbe volentieri con più benessere, se non il fatto che il disconoscimento di un eguale spazio di libertà per tutti implicherebbe una minor considerazione e rispetto per alcuni? E perché dovremmo tenere all’eguale partecipazione alla vita politica, quando sappiamo che il nostro voto non fa la differenza, se non il fatto che la mancanza dei diritti politici per qualche gruppo ne afferma implicitamente la condizione di minorità e disparità, in una parola di sottomissione? La ragione per cui le libertà liberali e i diritti politici democratici siano imprescindibili, al di là delle effettive opportunità di vita offerte ai singoli, sta proprio nel loro essere segno che tutti e chiunque sono trattati e considerati membri alla pari nella comunità politica».
Il principio politico dell’eguale rispetto afferma che gli appartenenti alla comunità politica devono essere considerati e trattati da pari perché condividono la condizione – morale – di essere persone, degne in quanto tali di essere rispettate. Un concetto che, da una parte, ha un ruolo fondante nei confronti della legittimità liberaldemocratica e, dall’altra, comporta oneri precisi relativi alle scelte e alle azioni politiche che regolano la vita e la convivenza delle democrazie contemporanee.
Indice
Ringraziamenti - Introduzione - I. L’eguaglianza di rispetto e i fondamenti dell’ordine liberaldemocratico - II. Il rispetto come riconoscimento - III. La politica del rispetto - Conclusioni. L’irrinunciabilità del rispetto eguale per le persone - Cos’altro leggere - Bibliografia - L’autrice
In breve
Cosa distingue una società moderna? Come avviene il processo di modernizzazione? Esiste un solo modello o è possibile parlare di modernità multiple?
Il concetto di modernizzazione è tra i più usati nel linguaggio politico e giornalistico, tuttavia non è sempre approfonditamente chiarito nei suoi diversi significati. Attraverso la riflessione critica sulle teorie e sui problemi pratici dei paesi che ne sono coinvolti (come, ad esempio, la crescita urbana, lo sviluppo sostenibile, l’estensione del diritto di voto), Alberto Martinelli ha tracciato in questo volume una sintesi complessiva di cosa sia la ‘modernizzazione’. In questa nuova edizione, l’autore interroga anche il rapporto tra globalizzazione e modernità, a partire dalla tesi che esistano ‘modernità multiple’ all’interno di un processo oramai divenuto globale. Uno scenario in cui entrano di prepotenza nuovi protagonisti, a partire dai grandi paesi emergenti come Cina e India, e nuovi nodi da sciogliere, anche a causa della attuale crisi economica e finanziaria.
Indice
Prefazione alla presente edizione – Premessa - Il concetto di modernizzazione; La teoria classica della modernizzazione: la modernizzazione delle società tradizionali del ‘Terzo mondo'; Le critiche alla teoria classica della modernizzazione e gli approcci alternativi; La modernità e i futuri possibili; Modernità e globalizzazione; Bibliografia; L'autore; Indice dei nomiS
Dalla fine del secondo conflitto mondiale al crollo dell'Urss. Un ordine mondiale imperfetto, una pluralità di soggetti e l'egemonia di due superpotenze nel contempo rivali e complementari. Bruno Bongiovanni insegna Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Torino.
Le strutture, gli obiettivi e le strategie dell'Inquisizione romana nei circa 250 anni lungo i quali una rete di tribunali speciali preposti alla tutela dell'ortodossia ha presidiato l'Italia, cambiandone radicalmente la mentalità.
Uomini, idee e fortuna storica, in Francia e in Europa, del più famoso club rivoluzionario dell'89 e del paradigma politico che tanta parte ha avuto nella storia mondiale degli ultimi due secoli.
I fattori economici e sociali e le concezioni politiche e costituzionali che portarono alla nascita della nazione americana.
Esaltata e ricercata per le sue qualità religiose e intellettuali; temuta per la sua intraprendenza; accusata di tramare per la conquista del mondo, la Compagnia di Gesù è tra le espressioni più importanti di quel rinnovamento della Chiesa cattolica che nel Cinquecento seguì la crisi provocata dalla riforma protestante e che portò alla nascita di numerosi ordini religiosi. Espressione della forte personalità di Ignazio di Loyola, seppe interpretare al meglio le esigenze della società di antico regime impegnandosi nei campi più disparati, da quello educativo a quello missionario a quello spirituale, mantenendo d'altra parte uno stretto legame con il potere politico.
In breve
Le origini, il consolidamento e il declino della schiavitù fra l’Africa, le Americhe e l’Europa. Una storia drammatica, che ha segnato l’Occidente.
Se lo schiavo può essere definito un individuo privo della libertà individuale, ossia proprietà altrui, dal punto di vista storico la schiavitù ha assunto molteplici forme nel tempo. Questo volume ricostruisce la storia della schiavitù atlantica, legata cioè alla tratta che si organizzò tra le coste africane e quelle americane, e copre i circa quattro secoli della sua durata, scavalcando i limiti convenzionali della storia moderna: muove infatti dall’inizio del Cinquecento, quando la pratica fu avviata e si stabilizzò nelle Americhe, e giunge al secondo Ottocento, epoca in cui, in tempi diversi e nei vari contesti, se ne decretò la formale abolizione, senza però estirpare un uso che sotto mutate spoglie continuò a lungo attraverso i percorsi dell’illegalità. L’obiettivo è quello di delinearne le origini, il consolidamento e il declino, facendo emergere i tratti specifici di questo tipo di schiavitù moderna rispetto sia alle forme antiche sia alle cosiddette nuove schiavitù contemporanee (restrizioni della libertà personale, quali il lavoro forzato o lo sfruttamento sessuale). Due questioni rimangono aperte: quanto la schiavitù abbia caratterizzato per secoli l’Occidente e come le modalità con cui si realizzò l’abolizionismo abbiano, fin da subito, aperto la strada a nuove tipologie di dipendenza personale.
Indice
Introduzione - I. Dalla schiavitù antica alla schiavitù moderna - II. L’era dei negrieri - III. Il dibattito intellettuale - IV. Verso l’emancipazione ottocentesca - Conclusioni Nuove forme di dipendenza personale - Cronologia - Bibliografia - L’autrice - Indice dei nomi e dei luoghi
In breve
L’affascinante percorso politico di un re capace di modulare guerra e diplomazia, di compattare il frammentato mondo greco, di preparare al figlio Alessandro Magno la strada per la conquista dell’impero persiano.
«Se fosse un servo o un figlio bastardo a sperperare e a dilapidare le sostanze che non gli spettano, quanto più grave e irritante, per Eracle, potrebbe essere definito da tutti il suo comportamento! Ma su Filippo e su quello che egli fa attualmente, non si esprime un giudizio di questo genere: eppure non solo egli non è un Greco e non ha nessuna affinità con i Greci, ma non è neppure un barbaro originario di una regione che è onorevole menzionare, è una peste di Macedone, di un paese dal quale prima non era nemmeno possibile acquistare uno schiavo di valore.» [Demostene, Terza filippica]. Disprezzato dall’ateniese Demostene, poco studiato nelle accademie e schiacciato nell’immaginario collettivo dalla figura del figlio Alessandro Magno, poco si sa in realtà della personalità di Filippo II di Macedonia, che preparò la strada alla diffusione della cultura greca fino alle sponde dell’Indo. In questa agile biografia, Squillace stila un ritratto affascinante del re, svelandone capacità e risorse inaspettate: Filippo seppe abilmente adattare i suoi comportamenti alle circostanze e modellare le sue scelte politiche alle situazioni contingenti; impose direttamente il suo potere su taluni popoli e altri li tenne sotto controllo sfruttando le istituzioni preesistenti; rese stabile e sicura la monarchia macedone e compattò il traballante mondo greco. Aveva un progetto ambizioso: unire Grecia e Macedonia per sfidare l’impero persiano. Venne assassinato prima di poter realizzare il suo obiettivo, ma l’impresa non andò perduta e fu compiuta dal figlio Alessandro Magno.
Indice
Introduzione – 1. Filippo II re dei Macedoni – 2. Vendetta e giustizia – 3. Custode della pace – 4. Tra guerra e pace, tra libertà e tirannide – 5. Benefattore, vendicatore, liberatore dei Greci - Conclusione - Bibliografia - Cronologia - Glossario - I personaggi - I testimoni - L’autore - Indice dei nomi, dei luoghi e delle cose notevoli
I filosofi spesso si meravigliano di cose che la maggior parte delle persone non nota neppure: Socrate trovava sorprendente il fatto che qualcuno potesse apparire più piccolo in lontananza senza rimpicciolire davvero e Kant si chiedeva come accade che gli specchi invertano la destra e la sinistra, ma non l'alto e il basso. Quello che vediamo, tocchiamo o sentiamo pone quotidianamente alla nostra attenzione problemi e stranezze di difficile soluzione. Per esempio, come mai l'immagine retinica è piatta ma noi vediamo gli oggetti tridimensionali? E perché al variare dell'illuminazione non cambia la nostra percezione del colore di un oggetto? I filosofi della percezione cercano di rispondere a questi e altri quesiti partendo dalla domanda fondamentale: cos'è la percezione? cosa significa "vedere" e "sentire" qualcosa? Questo volume è un'introduzione accessibile ai temi e ai problemi della filosofia della percezione.
Cos'hanno in comune il parlamentare conservatore che si oppone all'allargamento dell'istituzione del matrimonio alle coppie non eterosessuali, il militante no global che contesta la diffusione degli organismi geneticamente modificati e il gay che difende la legittimità del suo orientamento sessuale? Con buona probabilità tutti e tre argomentano la bontà delle proprie idee facendo ricorso a una qualche nozione di natura. Questo volume offre al lettore gli strumenti concettuali per orientarsi criticamente fra le principali tipologie di appello alla natura esistenti e fra le loro implicite contraddizioni: il buon selvaggio, la natura come normalità'o come ordine saggio da rispettare (pena nefaste conseguenze per gli uomini) e la teoria della legge naturale iscritta nel magistero della Chiesa cattolica.
Publio Clodio Pulcro (93-52 a.C.) nasce da una famiglia di antichissima nobiltà. Fratello della spregiudicata Clodia, la lesbia cantata da Catullo, sin dagli inizi della carriera politica si rende protagonista di gravi scandali, uscendone miracolosamente indenne. Nel 60 a.C. abiura le proprie origini patrizie divenendo plebeo; due anni dopo si fa eleggere tribuno e inizia una folgorante ascesa politica sorretto dal favore del popolo. Spregiudicato e audace, gestisce un potere inedito e lo fa in modo particolarmente radicale e violento: combatte i suoi nemici con le bande armate di piazza, si assicura l'impunità grazie alla connivenza dei triumviri Cesare, Pompeo e Grasso, blinda il proprio successo popolare a colpi di demagogia. Muore per mano dell'avversario Milone, a pochi giorni dalle elezioni alla carica di pretore.
Nel Cinquecento l'affermarsi della Riforma protestante in Europa apre una stagione di aspre lotte fra i seguaci dell'antica fede e coloro che seguono le dottrine di Lutero o di Calvino. Francia, Spagna, Inghilterra e Paesi Bassi sono incendiati dalle guerre civili, strumentalizzate da complesse trame politiche e lotte di potere internazionali. In Francia, a partire dal 1560, gli eccessi e fanatismo provocano massacri e distruzioni e insanguinano il regno fino al 1598, quando l'Editto di Nantes, concedendo ai riformati parità di diritti e libertà di culto, seda il conflitto. La Spagna, maggiore potenza cattolica dell'epoca, interviene pesantemente in appoggio delle forze cattoliche francesi. I riformati francesi appoggiano invece gli indipendentisti dei Paesi Bassi che, guidati da Guglielmo d'Orange, si battono contro gli spagnoli rivendicando la libertà di culto e l'indipendenza politica saltuariamente aiutati anche dall'Inghilterra. Agli albori del Seicento, dopo un lungo secolo di lotte intestine l'Europa si presenterà assai diversa da ciò che era stata mezzo secolo prima.
Dal ragionamento deduttivo, tradizionale oggetto di studio della logica, a tipi di inferenza come il ragionamento induttivo, quello probabilistico e la fuzzy logic; dall'analisi degli errori di ragionamento individuati dagli psicologi ai modelli elaborati in intelligenza artificiale.
In questo libro le donne, protagoniste e soggetti del dialogo filosofico, discutono di ragione, identità, conoscenza, scardinando i percorsi consolidati dalla tradizione.
I caratteri del clero cattolico, suoi legami con la società e la cultura europee, gli intrecci tra istituzioni ecclesiastiche e poteri politici, lungo un arco che va dal Concilio di Trento alla Rivoluzione francese. Mario Rosa insegna Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Una lettura del fenomeno del multiculturalismo per indagare uno dei termini oggi cruciali nel dibattito pubblico in Occidente e per comprendere le trasformazioni del nostro vivere politico. Maria Laura Lanzillo, laureata in Filosofia a Bologna, ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia politica presso l'Università di Pisa. Autrice di numerosi saggi di storia del pensiero politico, è responsabile del coordinamento redazionale di "Filosofia politica".
La riflessione sui concetti fondamentali del pensiero religioso, tradizionale coronamento della metafisica e dell'etica, è tornata oggi al centro della discussione filosofica. Una introduzione chiara e rigorosa, nella prospettiva analitica contemporanea.
L'evoluzione del concetto di uguaglianza nell'analisi filosofica sulla natura degli Stati sovrani, a partire dalle teorie seicentesche fino alle moderne formulazioni del welfare State. Eugenio Somaini è professore ordinario di Politica economica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Parma.
Dalla Triplice Alleanza alla Nato, all'Unione Europea: il cammino dell'Italia fra i grandi del mondo, il suo ruolo negli schieramenti internazionali di ieri e di oggi. L'autore Liliana Saiu è professore straordinario di Storia delle relazioni internazionali presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Cagliari.
Giulio Cesare è una figura chiave della storia di Roma: la sua vicenda mise fine alla Repubblica, la sua violenta scomparsa aprì la via al principato. In ogni caso il suo passaggio travolse e modificò profondamente le strutture politiche, sociali e culturali dell'antica Roma. In questo agile profilo Fraschetti, autore del fortunato "Augusto", ripercorre la vita e le imprese dell'ultimo grande condottiero della Roma repubblicana.
Che cosa esiste? A questa domanda, uno dei più antichi e irrisolti problemi filosofici, risponde quel ramo della filosofia nota come ontologia. In questo libro Achille Varzi, docente al Dipartimento di Filosofia della Columbia University di New York, illustra la discussione filosofica attualmente dedicata all'ontologia.
Il Corano è il libro sacro dell'Islam, anzi nella cultura islamica è, per antonomasia, "il libro". Campanini sviluppa in queste pagine un percorso di conoscenza e comprensione del Corano, ricostruendone le vicende della composizione, la struttura, i temi portanti e, soprattutto, l'interpretazione, indispensabile chiave d'accesso al messaggio divino. Dall'esegesi medievale a quella contemporanea, sono ripercorse le vie che hanno portato il testo a confrontarsi con la modernità, con una attenzione particolare all'ottica con cui i musulmani lo leggono.
Un saggio che definisce il concetto di "comunità", ne ricostruisce la storia e ne valuta l'incidenza nella discussione filosofica e politica dell'ultimo decennio. Le grandi correnti ideologiche a partire dalla Rivoluzione francese, comunismo e conservatorismo, cattolicesimo e socialismo, sono tutte multiformi manifestazioni di una concezione "comunitarista" del mondo. L'aspirazione a conservare o a creare strutture comunitarie attraversa la storia del pensiero politico e sociologico, accomunando in epoche diverse rivoluzionari e conservatori, nazionalisti e anarchici, marxisti e cattolici. Spaziando dai romantici tedeschi agli slavofili, da Proudhon a Marx al nazismo, questo testo espone le molteplici e contradditorie radici teoriche del comunitarismo.
"La santità è un tema da anni al centro degli studi sulla vita religiosa in età moderna in quanto il fenomeno non ha interessato soltanto la spiritualità, la liturgia e i modi di credere dei fedeli, ma anche la cultura letteraria, la vita artistica, la storia della medicina, il diritto, la teologia, le istituzioni, la politica e la società del periodo. L'arco temporale di questo libro è teso dal 1498 al 1758, ossia dal rogo del frate domenicano Girolamo Savonarola alla fine del pontificato di Benedetto XIV Lambertini. Come contesto geografico abbiamo scelto la penisola italiana perché sarebbe stato complesso, nei limiti di una sintesi storica come questa, ampliare la ricerca all'Europa, in particolare alla Francia e alla Spagna." (dalla Premessa)
"Questo breve studio ha lo scopo di chiarire ed esporre la problematica relativa ai rapporti esistenti tra Greci e Italici durante la loro lunga convivenza nei territori della Magna Grecia, ossia, dell'Italia meridionale peninsulare. Tale convivenza si protrasse per oltre cinque secoli, cioè dalle prime fondazioni greche intorno alla metà dell'VIII secolo alla totale e salda conquista romana della fine del III." (dall'Introduzione) Ettore M. De Juliis è professore ordinario di Archeologia classica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari.
Nel suo significato moderno, la sovranità indica la pienezza del potere dello Stato e comporta l'affermazione dei seguenti principi: l'autonomia del politico, come luogo della decisione in ultima istanza; la sua egemonia sulle alte sfere della vita sociale ed economica; il dominio del destino di un popolo; l'esistenza della legittimità democratica in relazione alla nozione di sovranità popolare. La crisi odierna dello Stato-nazione, nella sua dimensione interna come nella nuova realtà delle relazioni mondiali, mette oggi in discussione il concetto stesso di sovranità.
Nel corso degli ultimi anni la filosofia della scienza ha spostato la sua attenzione dalla caratteristiche generali della prassi scientifica ai concetti, i problemi e gli enigmi delle varie discipline scientifiche. La filosofia della psicologia è uno dei risultati di questa crescente specializzazione. In questo volume, Massimo Marraffa si occupa della psicologia cognitiva o cognitivismo, che studia i processi di elaborazione di informazioni negli organismi complessi.
Autrice di numerosi saggi e volumi sulla teoria della conoscenza, Nicla Vassallo affronta anche in questo saggio il tema gnoseologico. L'aspirazione a conoscere è radicata infatti nella natura umana e capire che cos'è la conoscenza significa acquisire consapevolezza della propria identità.
Ricercatore presso il Dipartimento di studi sociali della Facoltà di scienze dell'educazione di Firenze, Stefano Beccucci analizza insieme a Monica Massari, sociologa, il rapporto tra globalizzazione, criminalità e mercati di sfruttamento delle persone in Italia e all'estero.
Docente di Storia contemporanea all'Università di Torino, Paola Corti ripercorre la storia delle migrazioni internazionali, dalla mobilità territoriale dell'ancien régime e le migrazioni coatte del colonialismo fino alla "grande emigrazione" e alle più recenti diaspore della società globale, analizzando i ruoli che in tempi diversi hanno svolto i protagonisti dell'esodo.
Professore ordinario di Storia del cristianesimo antico e medievale nella Facoltà di lettere dell'Università di Catania e accademico dei Lincei, Salvatore Pricoco si occupa in questo libro prevalentemente di monachesimo cristiano e, all'interno di esso, di monachesimo occidentale, in una prospettiva di tipo comparativo. Nella fenomenologia monastica, infatti, colpiscono continuamente somiglianze e coincidenze macroscopiche, che spingono storici e sociologi non solo a confrontare i vari monachesimi, a rilevare gli influssi e le contaminazioni di uno sull'altro, ma a chiedersi anche se esistano radici comuni tra il monachesimo cristiano e quello non cristiano.
Dalle prime esperienze politiche a Roma fino alla tragedia di Azio e al suicidio in Egitto, passando per le terre e i campi di battaglia di Gallia, Siria e Armenia, il percorso di un giovane ambizioso giunto ai massimi gradi del potere, la cui morte segnò la fine di un'epoca.
L'evoluzione del pensiero federalista da teoria dell'autogoverno regionale e del pluralismo politico a veicolo della pace tra le nazioni.
Conosciamo tutti il ruolo delle lobbies? Quali interessi rappresentano oltre ai poteri forti a cui sono associate? Hanno un ruolo in democrazia o vanno considerate, come lo sono state a lungo, causa di pervertimento della volontà popolare? Il dibattito corrrente non aiuta molto: tende a chiudere il discorso con condanne che impediscono di vedere molti lati del problema. Nelle pagine che seguono non c'è partito preso né a favore né contro.