I quattro vangeli sono veri e propri capolavori di tecnica narrativa. Luigi Santucci -- che sin dalla prefazione dichiara di aver scelto di accostarsi al «Messia quasi da testimone fisico» -- traduce con vigore poetico il testo evangelico, guardando ai personaggi da angolazioni diverse: ora con suggestivi squarci d'anima, ora con icastica pittura dei fatti, ora con espedienti di genere autobiografico, ora infine con originalissime interpretazioni. Una vita di Cristo viene qui riproposto con un'illuminante premessa di Gianfranco Ravasi sulla teologia narrativa.
Sullo sfondo la Sardegna piena di simboli e ricordi tipica dei romanzi di Grazia Deledda. In primo piano il romanzo delle passioni elementari e comunque radicali: Olì che conosce l'amore e giovanissima si scopre tradita; Anania, il cercatore di tesori inesistenti, inconsapevolmente crudele; il figlio dei due costretto a crescere senza la prospettiva di una normale vita famigliare. I personaggi sono mossi dalle emozioni più forti e contrastanti, da odi e amori irriducibili, ed è la famiglia a rimanere travolta in questo violento turbinio, tanto da uscirne arsa, bruciata fino a rivelare, nell'ultimo residuo, tutto il suo valore.
Sette autori contemporanei si mettono a confronto con sette pagine di Vangelo. L'incontro è sorprendente: Lazzaro, Giuseppe, persino il fico della parabola riprendono vita ed entrano a pieno titolo nell'avventura dell'umanità contemporanea; sì, perché la rilettura che emerge da queste pagine (a volte drammatiche, a volte ironiche, a volte semplicemente curiose) sembra riportare tempi e figure, che sono stati presenti a Cristo nella sua avventura terrena, a una nuova forza narrativa e rivelatrice. In fondo, nei personaggi anche minimi della Parola di Dio siamo un po' tutti simbolizzati; ed essi riescono a restare capaci di provocazione nei confronti della nostra realtà che ha bisogno di una novità e di parole inattese.
Stupore a Roma: Papa Giovanni Battista è scappato! Mentre questa notizia mette sottosopra il Vaticano e tutto il mondo, l'autore ci conduce alla scoperta della storia di questo Papa, così semplice e vicina alle nostre stesse vite. Anche il Santo Padre, d'altronde, incontra battute d'arresto e sembra poter perdere l'equilibrio... In questa favola umoristica di grande finezza, Michel Cool ci lancia un vibrante appello alla conversione, personale ed ecclesiale, e ci invita a riscoprire l'entusiasmo e la parte di noi che deve tornare a essere "come bambini".
Autrice alla prima opera, suor Raffaella Falco è una sorpresa interessantissima: questo suo libro è, infatti, una sorta di contemporaneo "castello interiore", in cui si affrontano vari temi della vita e della spiritualità, ma nella versione "condominio" e con protagonisti dei vari capitoli non le "stanze" (come fu per Teresa d'Avila), ma i temi delle riunioni condominiali e una serie di loro incarnazioni fiabesche. In questo modo, alcuni grandi argomenti che appartengono tradizionalmente alla vita spirituale (come il pericolo del male, la capacità di ricrearsi nelle difficoltà, l'accoglienza dell'altro, la cura di sé, la necessità di restare aperti alla luce) vengono declinati con un linguaggio simpatico, immediato, alla portata di tutti, ma senza perdere di profondità. Non solo: l'autrice svela anche molto di sé, del proprio cammino, del mondo della consacrazione femminile: con la riunione di condominio tra le varie "anime" che ne abitano l'interiorità, suor Raffaella interagisce con i vari personaggi, mettendone in luce le attese più profonde e svelando risposte piene di saggezza. Verso una conclusione che rivela anche il senso profondo del nostro lavoro spirituale, quello di giungere alla "pace", almeno per una sera: «In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare» (Sal 4,9).
È il 1944, anno di guerra e di Resistenza alla dittatura fascista e all'occupazione nazista. Franco Passarella, diciotto anni appena, matura la scelta coraggiosa di partire per la montagna. Vuole unirsi ai partigiani, ai "ribelli per amore-, andare a combattere per la libertà di tutti. Ma poi, misteriosamente, scompare in Val Camonica e dopo la Liberazione non farà ritorno a casa. Cosa spinge un giovane, poco più che adolescente, a rischiare la vita per i propri ideali? Cosa è realmente accaduto lassù, tra quei monti grigi, in quel tempo lontano così carico di odio e di morte? Il libro è un appassionante viaggio alla ricerca di una verità scomoda, sepolta dal silenzio che riemerge lentamente, prepotentemente, a ottant'anni di distanza.
Bruno Piazza, avvocato triestino di origine ebraica, arrivò ad Auschwitz il 3 agosto 1944, dopo essere stato detenuto nella Risiera di San Sabba. Nonostante l'età relativamente avanzata che l'avrebbe dovuto condannare all'immediata esecuzione, riuscì a sopravvivere al Lager e a vergare poi, in uno stile asciutto e perciò vividissimo, uno straordinario memoriale. Perché gli altri dimenticano è un resoconto dettagliato e senza sconti dell'esperienza del campo di sterminio, scritto da un uomo arrivato sulla soglia dalla morte, fin dentro la camera a gas, e quasi per miracolo tornato alla vita. Senza retorica, questo libro nato come eccezionale atto d'accusa, tra i primi memoriali italiani della Shoah, è oggi un documento imprescindibile, dall'assoluto valore. Presentazione di Giuseppe Altamore.
Cosa succede quando in un paese di montagna di poco più di duecento anime, abbandonato dai giovani, ammorbato dalla noia, arriva una donna con un grande telaio per tessere a mano? Lei è Filomena, sarda di origine ma cresciuta nella campagna senese da sempre. Rimasta vedova e con due figli ormai adulti, decide di lasciare la sua terra per seguire il sogno di una vita: tessere, e per farlo sceglie un luogo di montagna, silenzioso e quasi dimenticato da tutti. Il suo arrivo genera nel paese un movimento inatteso, pian piano si diffonderà una nuova energia, risvegliando gli abitanti da una morbosa sonnolenza interiore. Accadranno così avvenimenti che, grazie alla "tessitrice" faranno riemergere, negli uomini e nelle donne, virtù dimenticate e sogni mai realizzati.
Nell'estate del 1630, a Milano, il caldo e le disastrose condizioni igieniche infiammano una violenta epidemia di peste capace di uccidere più di cento persone al giorno. In quel periodo due donne riferiscono di aver notato un uomo aggirarsi sotto la pioggia e ungere le mura delle case con una strana sostanza probabilmente in grado di diffondere il morbo. Da qui parte la storia del processo agli "untori" e la furiosa ricerca di colpevoli da parte dei magistrati, spinti dalla popolazione imbestialita a scelte arbitrarie. La vicenda che Manzoni ripercorre a oltre due secoli di distanza solleva pesanti interrogativi morali sul trattamento degli accusati, sulla pena di morte e sull'interazione tra passioni collettive ed esistenze individuali.
A metà dei tormentati anni Sessanta, un avvocato romano, a causa delle drammatiche esperienze vissute in passato - tra cui il confino in un lager - cade in una profonda sfiducia nella vita. Rischia di trascinare con sé anche le speranze del figlio, universitario alla Sapienza, al quale finisce per sentirsi estraneo e incapace di offrire un vero aiuto nella costruzione della sua personalità. Si può ricominciare a vivere dopo essere stati abbandonati? Enrico e suo figlio Marco lottano per risalire la corrente e riscoprire se stessi e la bellezza della vita. Attraverso amori sognati e infine realizzati, due uomini scoprono che è possibile rinascere. "Un padre conosce mai un figlio? Un figlio conosce mai un padre? Io il mio l'ho frequentato molto poco. L'infanzia e l'adolescenza le ho passate in collegio e l'ingresso nella maturità, per la mia generazione, è stata la guerra. Per me, poi, la prigionia, prima in Germania e alla fine in Polonia. Questi i miei pensieri quasi ogni volta che salgo le scale di casa. E ogni rampa di scale coincide con la durata di un pensiero".
Bernanos accarezzò a lungo l'idea di scrivere una vita di Gesù, ma si decise a intraprendere l'opera solo nei suoi ultimi mesi di vita, quando ormai era gravemente ammalato. Del suo progetto originale abbiamo soltanto il frammento iniziale che esprime chiaramente il suo desiderio di scrivere un testo per le persone semplici e umili: «Vorrei parlare di Gesù Cristo molto semplicemente agli uomini che non lo conoscono più, vorrei parlarne dalla soglia di una chiesa o dietro un pilastro, da povero uomo come gli altri». Questo libro vuole esaudire in qualche modo il desiderio di Bernanos raccogliendo le pagine migliori della produzione narrativa, saggistica e teatrale di Bernanos che si riferiscono alla figura di Gesù o alle sue parole.
Tutto è pronto per la celebrazione di un matrimonio molto atteso: Ava Subert sposa proprio oggi il fidanzato Rocco Archibugi degli Ingegni. Gli invitati convergono verso una antica villa in mattoni rossi, su una collina toscana, dotata di una graziosa chiesetta. Non si prevede nessun intoppo, ma con un matrimonio di mezzo le cose non sono mai così semplici: Ava improvvisamente è colta da un attacco di panico e sparisce. Questa sorpresa apre una finestra temporale di un paio d'ore, dove succede di tutto e c'è modo di far emergere i dubbi, le paure, le speranze, anche inconfessate, degli invitati. Tutti scoprono di dubitare dell'amore, figuriamoci della sua possibile durata eterna. Alla fine, questo matrimonio si farà? Forse, ma solo se prima i protagonisti avranno ritrovato la via di una fiducia molto profonda, ma anche la via del "compromesso": una parola inaspettatamente romantica.
A Sciurcanosta è il momento del pettegolezzo ma anche dell'apprensione: la sindaca sta vivendo una gravidanza a rischio. E non si sa chi sia il padre. Intanto la piccola comunità si sta preparando al matrimonio del decennio fra il Broggi e la Giovanna; i carabinieri indagano sulla "maga" alla quale si sono rivolte per un consulto alcune amiche della sindaca, preoccupate per lei; e Bambina, la mamma di don Giustino, è in ansia per il gatto Teo, inappetente da almeno due settimane. Per aiutare tutti a sollevare lo sguardo e ad affrontare la sfida dell'amore, della paura e del dolore, don Giustino organizza un pellegrinaggio a piedi di dieci giorni lungo la Via Francisca del Lucomagno, che da Costanza in Germania, attraverso la Svizzera, arriva a Pavia presso la tomba di Sant'Agostino. Un pellegrinaggio che sarà anche un percorso di crescita in cui i lettori incontreranno personaggi strampalati, profondi, divertenti e ricchi di brio.
«Io non so che dire, ma a me questa donna sembra semplicemente la cosa più bella del mondo. E mi sento così fortunato di averla incontrata, di starle seduto di fronte e di potermi riempire gli occhi e il cuore di lei: in panne, stanca, dolorante e insanguinata, eppure fradicia di gloria. La gloria dell’amore. Proprio come la carrozza della metro che ci ospita: immobile e bagnata. Forse è questo il segreto nascosto in ogni vita umana, ciò che ha “costretto” Dio a scendere dal cielo per indossare fieramente i nostri panni. Siamo dannatamente belli ai suoi occhi. Non quando ce la facciamo, lì è troppo facile. Siamo belli soprattutto quando, magari senza riuscirci, proviamo a vivere la nostra umanità al meglio delle nostre forze. Infatti, mentre a noi sembra solo di sbagliare e di piangere, stiamo deragliando nel territorio della divinità tutte le volte che, coi pugni stretti e il cuore a pezzi, proviamo a chiederci quale sarà il prossimo passo per diventare ancora noi stessi».
Alla fine delle nostre sofferenze c’è una porta che ci conduce all’amore più grande.
Il parlare di anime, di spiriti, di interiorità non appartiene soltanto a chi medita o a chi vive nel silenzio di un monastero o di un convento: ciascuno di noi porta in sé il desiderio e la consapevolezza che qualcosa, in noi, va oltre la carne, il tempo, lo spazio. La narrazione è una delle forme con cui, da sempre, questa "vita interiore" si è espressa e i poeti e i narratori sono coloro che hanno la vocazione di intuirla e ripresentarla, attraverso storie che valicano i confini personali. Sette narratori di oggi, in questa raccolta, narrano parte della folla di anime che riempiono le nostre esistenze e che possono, a mano a mano, prendere la forma di un piccolo coltello, di una lapide, di una fraterna amicizia, di una rosa... persino di un cumulo di sabbia. Al lettore resta di lasciarsi portare dalle avventure interiori che, nella forma del racconto, aprono a ciascuno gli spazi del non detto, del semplicemente intuito, di speranze possibili. Con racconti di Daniele Mencarelli, Mariapia Veladiano, Alessandro Zaccuri, Melissa Magnani, Davide Brullo, Irene Salvatori ed Emanuele Fant.
Più di quarant'anni fa, il cardinal Biffì lanciava la provocatoria ipotesi che Le avventure di Pinocchio trattassero, sotto le vesti della fiaba, i problemi universali della condizione umana: l'origine dell'uomo, il suo destino, il dramma di una libertà sempre in lotta fra il desiderio di tornare fra le braccia di un padre e la tentazione di un'illusoria soddisfazione a buon mercato. Da giovane insegnante, Franco Nembrini prende sul serio questa intuizione e per quarant'anni la mette alla prova, prima a scuola e poi in mille occasioni in teatri, piazze, sale conferenze di tutta Italia e non solo. Nembrini offre ora a tutti il frutto di questa lunga amicizia col burattino e le sue avventure: una rilettura capitolo per capitolo del testo di Collodi, che accompagna a scoprire in modo semplice e diretto che le avventure di Pinocchio sono le nostre vicende e possono aiutarci a capire e affrontare un po' di più il dramma della vita. Età di lettura: da 8 anni.
Don Miguel Mañara, ricco nobile spagnolo, ha tutte le donne che vuole, ma è insoddisfatto. Nell'incontro con una giovane donna scopre che cosa il suo cuore desidera davvero, la sposa e inizia per lui una nuova vita. Ma poco dopo lei, Girolama, muore, e l'esperienza del dolore costringe Miguel ad andare fino in fondo al suo desiderio. Diventerà frate, e morirà in odore di santità. Come tutte le opere di Franco Nembrini, anche la lettura del Miguel Mañara di Milosz nasce da una lunga frequentazione, che inizia quasi quarant'anni fa, quando Franco usa questo testo per le sue lezioni di religione, e prosegue fino a oggi. Come tutte le sue letture, non è un'analisi estetica o accademica, ma un'introduzione appassionata, tesa a mostrare come le vicende di don Miguel mettano in scena il dramma umano di ciascuno.
Eva non parla. Eva fatica a respirare. Da 17 anni. Eva è aggrappata alla vita con un filo sottile e molti marchingegni. I medici che l'hanno curata fin dall'inizio avevano sentenziato che non sarebbe sopravvissuta che pochi mesi. Ha appena compiuto 17 anni e frequenta a distanza, con un percorso tutto suo, la scuola. C'è in Eva un attaccamento alla vita e una battaglia perenne e imprevedibile. Attorno a lei ruotano altri sette fratelli, oltre al padre e alla madre. Ma sono molti di più quelli che l'hanno incontrata e forse amata. In qualche modo hanno convissuto con Eva e con gli abitanti della sua cittadella: ex prostitute, rom, tossicodipendenti, ex carcerati, senzacasa, depressi. C'è chi torna spesso a trovarla, credenti e miscredenti, sacerdoti o tanti semplici amici. Eppure Eva non parla, non può muoversi dal suo lettino spaziale, è sempre sul limitare tra la vita e la morte. Una storia di accoglienza e rispetto per la vita con protagonista una famiglia pronta ad aprire la porta senza preavviso a chi bussa disperato o semplicemente affamato. Prefazione di Matteo Maria Zuppi.
Una storia vera emersa da un voluminoso carteggio ritrovato dalla famiglia dopo la morte del Capitano Tosti nel 1976: uomini in divisa che nonostante le leggi razziali e i diktat nazisti difesero gli ebrei nel Sud della Francia occupata dalle nostre truppe. Negli 11 mesi in cui la IV Armata italiana rimase sulla Costa Azzurra e a ridosso della Alpi, fino alla linea del fiume Rodano, si creò una zona in cui gli ebrei trovarono un rifugio sicuro grazie a una rete di salvataggio guidata dal banchiere italo-francese Angelo Donati, dal cappuccino padre Pierre-Marie Benoît e dai nostri Carabinieri reali. Tra questi primeggiò il Capitano Massimo Tosti, che si adoperò, spesso rischiando la vita, nel facilitare il passaggio dei rifugiati che, da tutta la Francia, accorrevano nella zona controllata dal nostro esercito che venne per questo chiamata la "piccola Palestina". L'azione del Capitano Tosti proseguì anche dopo il tragico 8 settembre 1943 nella provincia di Imperia, dove continuò la sua opera di salvataggio degli ebrei che questa volta fuggivano dal Sud della Francia invasa dai tedeschi. Nonostante il suo impegno antifascista, a guerra finita il Capitano Tosti rischiò di essere espulso dall'Arma con l'accusa di collaborazionismo. Ma la verità si impose e quest'uomo retto conobbe riconoscimenti e una giusta carriera.
Infiltrarsi nella setta segreta del Presidente dell'Europa e provocare la sua conversione per evitare che diventi l'Anticristo. È questo l'obiettivo impossibile di padre Elia, un frate carmelitano in missione segreta per il Vaticano, ebreo convertito, sopravvissuto ai campi di concentramento nazista, già potente uomo politico del governo israeliano e da vent'anni nascosto in una clausura volontaria nel monastero del Monte di Elia. Il Papa in persona e il Cardinale segretario di Stato lo richiamano fuori dall'oscurità per affidargli un compito urgente e cruciale per la salvezza della cristianità intera, afflitta dalla paura e dallo smarrimento dei suoi uomini migliori.
Don Gilberto Pozzi, con l'aiuto del maresciallo della Guardia di Finanza Luigi Cortile e di Nella Molinari, diede vita a Clivio (VA) a una cellula partigiana che combatté una guerra senza armi, procurando false identità a ebrei, profughi e persone invise ai nazifascisti, permettendogli così di scampare alla deportazione. Fu tra i fondatori della cellula O.S.C.A.R. (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati), che favorì l'espatrio clandestino in Svizzera di ex prigionieri e dissidenti, e collaborò con le "Aquile Randagie", un movimento scout clandestino nato durante il Ventennio fascista. Definito lo "Schindler di Clivio", Pozzi venne imprigionato nel carcere di San Vittore a Milano e liberato grazie all'intervento del cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster; mentre il maresciallo Cortile morì nel campo di Mauthausen-Melk. Don Gilberto proseguì il suo ministero sacerdotale anche dopo la guerra e per la sua attività umanitaria ricevette l'encomio del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano.
Tutti nessuno escluso è un romanzo-verità dei nostri giorni. Il protagonista è Alessandro Gatti, un assistente sociale, con al suo fianco Caterina, la sua tirocinante. Gatti è un professionista che si interroga sul futuro nebuloso che ci attende, con il desiderio di costruire un ponte tra persone, comunità e organizzazioni in grado di fronteggiare le numerose contraddizioni delle scelte di politica sociale del nostro Paese. Nel confronto serrato e appassionato tra professionista e tirocinante si srotolano, commoventi e reali, storie di migrazioni, di persecuzioni religiose, di padri che abbandonano i propri figli, di senza fissa dimora, di preti in crisi, di uomini che si sentono costretti in corpi di donna, di uomini e donne che s'interrogano sul senso della vita quando un proprio caro vive la disabilità, la perdita della memoria, il male di vivere di chi combatte una dipendenza, la depressione, la solitudine Come Alessandro Gatti, ogni assistente sociale incontra tanti Alessio e Maurizio, Akanke, Teresa, Lory, Elena, don Ruggero, Riccardo, Anna, Miriam, Manuelito, Dario, Zlatan. Dalle loro storie emerge il grande rispetto per le vite degli altri, per la dignità di essere umani riconosciuta dentro e oltre le fragilità e le contraddizioni, ma anche l'affresco corale di un'umanità emarginata cui accostarsi con un sentimento di comprensione e benevolenza, poiché la bellezza si cela ovunque, e sta a noi riconoscerla e valorizzarla.
«Questo è il racconto di come si svolse questo capitolo della storia dell'ebraismo italiano che io ho vissuto giorno per giorno...» Alfredo Sarano Custodito per oltre settant'anni in un cassetto dalle figlie Matilde, Vittoria e Miriam, il diario di Alfredo Sarano riemerge oggi dal passato aggiungendo nuove, preziose pagine di storia al libro del genocidio del popolo ebraico. Fogli ormai ingialliti dal tempo si affiancano così alle opere di Anna Frank ed Etty Hillesum, scritte proprio per vincere il silenzio e testimoniare l'orrore delle persecuzioni. Questo volume è frutto delle ricerche di Roberto Mazzoli, che ha riportato alla luce il diario di Alfredo Sarano inquadrandolo nel contesto storico dell'epoca e riportando le testimonianze dei sopravvissuti. Un libro che riporta alla luce l'eroismo di Alfredo Sarano, l'uomo che mise in salvo migliaia di vite nascondendo gli elenchi della comunità ebraica milanese.
Un uomo alla fine dei suoi giorni, chiuso nel suo corpo, chiede di essere portato a trascorrere il tempo che gli resta davanti alla montagna a cui è legato. Cosa cerca l'uomo? E cosa rappresenta la montagna? Una storia che si dipana in dodici giorni (più uno), un viaggio interiore alla ricerca di se stessi. Non una fuga dalla realtà, ma un ritorno a casa. Restare, non scappare. E la montagna è un'occasione per parlare della madre, del padre, di Dio, della fede, dell'amore, della formazione dei figli, del desiderio, del rapporto con la natura, del cammino nella vita... Un romanzo costruito attorno agli elementi - acqua, aria, fuoco, pietra, legno, erba - che caratterizzano la montagna e diventano, di volta in volta, strumento per costruire un'appartenenza o momento di preghiera, si fanno memoria o carne.
È la narrazione di un dolore che provoca, che non lascia in pace, che mette in discussione certezze e convinzioni, che chiede di abbandonare ogni comoda neutralità; è il dolore degli innocenti, ma anche di chi si è reso responsabile di morti e violenza e vive tormentato da sensi di colpa. Marcello Cozzi racconta anni di percorsi, incontri e colloqui con chi si porta sulla pelle le cicatrici e le ferite ancora aperte della violenza subita ma anche di quella di cui si è stati artefici: dal caso Elisa Claps, la ragazza sedicenne ritrovata cadavere nel sottotetto di una chiesa a Potenza, alle confidenze di Giovanni Brusca, l'autore della strage di Capaci; da Andrea, Sara e Angelina, vittime della criminalità mafiosa, a Rahama, Becky e tanti e tante che come loro sono vittime della tratta degli esseri umani. Un racconto fatto "con il vangelo in mano" che permette di comprendere meglio che il Dio dell'umanità sofferente è fragile e inerme, ma che non teme di lasciare la sacralità dei propri spazi pur di sporcarsi le mani con il dolore e la fatica degli uomini.
Undici donne che non ci sono più. Undici voci di donne ricostruite con gli atti processuali e con testimonianze dirette. Undici donne che si tolgono il velo della violenza subita e ci raccontano la loro versione della storia. Le voci di queste undici vite spezzate ci aprono gli occhi e rispondono a domande che non possiamo evitare: Cosa pensavano queste donne della loro vita, dei loro uomini, del loro essere mogli e madri? Come hanno lottato per riacquistare una vita libera dalla violenza maschile? Chi poteva e doveva aiutarle? Cosa ha fatto per loro lo Stato di cui erano cittadine? Cosa deve cambiare nella nostra cultura e nel rapporto tra uomini e donne? E cosa può fare ciascuno e ciascuna di noi per cambiarlo? "Offesa credo sia il termine che meglio descrive la mia prima reazione emotiva alla lettura, o meglio all'ascolto, di queste voci di donne private della vita, e prima ancora, da vive, del diritto di parola. D'altronde io sono donna, con l'aggravante di essere madre di una di queste vittime di femminicidio: parte offesa a pieno titolo... (dalla postfazione di Giovanna Ferrari). "Dare voce alle donne è una parte fondamentale di questo cambiamento, a quelle accolte nei centri antiviolenza, ma anche a tutte quelle che sono state uccise da uomini che con lucida determinazione hanno voluto ridurle al silenzio" (dalla prefazione di Nadia Somma).
Don Luigi Orione, canonizzato nel 2004 da papa Giovanni Paolo II, ha fondato la Piccola opera della Divina Provvidenza, che ancora oggi continua il suo servizio di carità e umanità. Nel 2022 si celebrano i 150 anni dalla nascita e la famiglia da lui creata intende dare all'evento il giusto risalto. Per presentare in modo originale al pubblico la figura di questo santo della carità, l'autrice racconta qui la collaborazione tra don Orione e un medico, laico e sposato, che seppe comprendere l'alto valore dell'azione del sacerdote e gli fu esperto aiuto nelle sue più importanti realizzazioni. Si tratta del dottor Domenico Isola, splendida figura di uomo di fede, oltre che di dottore e scienziato.
Questo libro è stato scritto da due genitori che, rifiutando l'aborto, si sono lasciati sorprendere dal dono della Vita, anche se imperfetta o con la data di scadenza. È la storia del loro figlio Michele, al quale, nel grembo, sono state diagnosticate patologie molto probabilmente incompatibili con la sopravvivenza. Insieme alla loro famiglia, hanno deciso di accompagnarlo con gioia per tutto il tempo loro donato, fino a riconsegnarlo nelle braccia del Padre, 5 ore e 13 minuti dopo la sua nascita. Michele ha potuto essere parte viva della sua famiglia e il vero dono si è rivelato essere la sua presenza, che ha diffuso intorno a sé una grande luce. In principio si trattava di un diario, tenuto dalla mamma per il piccolo appena formato nella pancia. Alcune pagine sono state, quindi, testimoni fedeli dell'evoluzione della gravidanza e delle settimane successive al parto. In un secondo momento, è stata aggiunta dal papà una parte più narrativa e introspettiva, nata dal bisogno di raccontare e di testimoniare quanto il loro sì alla vita si sia rivelato l'inizio di un'esperienza d'incontro profondo con la Grazia di Dio. Infine sono state intrecciate insieme le parti, per creare una storia che è un frammento di vita, ma che, da quei nove mesi, porta in sé molto di più.
Caterina è una giovane donna di poco più di trent'anni, con una vita ricca e piena. È laureata in medicina e innamorata del suo Jonata, con la quale ha una figlia. Pochi giorni dopo il matrimonio scopre di essere nuovamente incinta, ma giunge anche come un macigno il risultato delle analisi sul nodulo al seno: una forma tumorale estesa e molto aggressiva. Le viene proposto di interrompere la gravidanza per sottoporsi a cicli di chemio e radio terapia, ma Cate rifiuta, non vuole perdere il suo bambino e si affida alle cure e ad una prima operazione dello IEO (Istituto Europeo Oncologico) di Milano. Il 12 Febbraio 2013 nasce Giacomo e poco dopo Cate viene dichiarata guarita. Dopo qualche anno il tumore si ripresenta in forma più aggressiva. Jonata e Cate organizzano molti pellegrinaggi a Lourdes e a Medjugorje coinvolgendo altri ammalati e le loro famiglie. La sua forza diviene per tutti un esempio su come affrontare la malattia, con letizia e certezza di un bene grande: l'Amore di Dio. L'8 febbraio 2019 Caterina abbandona questa terra. Il giorno del suo funerale, la Basilica della Santissima Annunziata di Firenze è gremita di familiari, amici, conoscenti. La sua figura, continua a vivere nell'associazione nata suo nome ed è un punto di riferimento per migliaia di persone in tutta Italia e non solo.
Chi dice la gente che io sia? racconta la storia del Messia attraverso gli occhi e le emozioni di quanti vissero la straordinaria esperienza dell'incontro con Gesù di Nazaret. Pur rimanendo fedele al testo sacro, l'autore dà un volto e una storia ai personaggi emblematici della narrazione evangelica che, tra dubbi e certezze, riconobbero nel Maestro di Galilea il volto di quel Dio che il Cristo, uomo tra gli uomini, chiamava Abbà, Papà. Il vecchio sacerdote Zaccaria, Giovanni il Battista, Natanaele, Giacomino il servo, Nicodemo, Giuditta la samaritana, Tullio il funzionario del re, Tobia il paralitico, Levi e Zaccheo, Lea l'adultera, Beniamino il cieco nato, Lazzaro, Maria di Betania, Giuda l'Iscariota, Simone il Cireneo, Giovanni l'evangelista, Lucio il centurione, Caifa, Giuseppe di Arimatea, Maria di Màgdala, i discepoli di Emmaus, Tommaso, Pietro: sono i capitoli di un racconto personale e corale insieme.
Adele ha sedici anni e un bel caratterino: ribelle e irrequieta, odia lo studio e le regole e passa il tempo in giro con gli amici, o con uno dei suoi tre o quattro fidanzati. L'esatto opposto della sua gemella Arianna, studentessa modello e amante della tranquillità, scontrosa e totalmente asociale. Le due ragazze vivono per lo più ignorandosi, quando non litigano fino a picchiarsi. Eppure - pensa un giorno la madre Chiara - da bambine erano sempre pronte a fare scherzi a tutti giocando con la loro somiglianza... E così, con un diabolico ricatto a base di cellulari sequestrati ed altre micidiali privazioni, Chiara propone alle figlie un vero e proprio scambio di identità, per una settimana. Solo trovandosi nei panni l'una dell'altra, le due sorelle potranno capirsi davvero. E sanno bene che, quando la mamma si mette in testa una cosa, non c'è modo di farle cambiare idea. Le due ragazze accettano: dopotutto, è solo per sette giorni. E chissà che la mamma, finita questa settimana, non inizi a pensare ai problemi veri. Perché in casa un problema c'è...
La lotta dello Stato contro la 'ndrangheta non si interrompe mai. Si è da poco aperto il secondo grande maxiprocesso della storia d'Italia: a Lamezia Terme si giudicano 300 imputati accusati a diverso titolo di appartenere a questa organizzazione. Ma c'è un lato umano di questa tragedia che non deve essere ignorato. Cosa "promette la più potente associazione criminale del mondo a chi entra a farvi parte e a chi collabora con i suoi traffici? Com'è la vita di una persona che si lega a questa realtà? E soprattutto: è possibile interrompere la schiavitù e uscire da questo "inferno dorato? Un testimone d'eccezione racconta il suo percorso dentro la 'ndrangheta attiva a Milano, la "capitale morale del Paese. Dove ci sono i soldi, dove c'è la finanza, dove si continuano a fare guadagni con la droga e il controllo di molteplici attività economiche legali. Il protagonista percorre la sua "carriera, poi viene arrestato nell'ambito della più importante operazione contro la 'ndrangheta al Nord, processato e condannato a sedici anni di prigione per gravissimi reati (che ha scontato interamente). Oggi racconta il prezzo da pagare per essere un criminale; l'atroce pena rappresentata dal carcere e cosa significa cambiare vita.
Un papà con gli alamari non è una biografia ma un toccante viaggio fra i sentimenti, le emozioni, i luoghi, i valori del Generale e Prefetto Italiano Carlo Alberto dalla Chiesa. Un viaggio di famiglia, guidato dai suoi figli Rita, Nando e Simona, i quali, aprendo le stanze dei ricordi, ci regalano il ritratto privato di un papà e, insieme, di un eroe. «Vi voglio bene, tanto, e in questo momento vi chiedo di essermi vicini; così come nei mesi e negli anni che verranno. Vogliatevi soprattutto e sempre il bene di ora! Quanto vi ho scritto, l'ho fatto a 7-8000 metri di altezza, in cielo, mentre l'aereo mi portava veloce verso Palermo. Vi abbraccio forte forte, il vostro papà» (Carlo Alberto dalla Chiesa, Aprile 1982).
Quando Samuel Favre, giornalista ateo e in cerca di scandali da portare direttamente sul giornale locale, decide di indagare sulla parrocchia di Sant'Ugo, non immagina certo di incappare in un microcosmo così variegato... e così diviso, fragile, ferito. Don Luc Le Goff, il giovane parroco, vorrebbe lavorare a un grande piano di riforma missionaria, sull'onda delle indicazioni di papa Francesco, ma nulla va come previsto: il tran tran quotidiano rischia di avere la meglio su ogni velleità di evangelizzazione. Ma proprio mentre tutto sembra dar ragione alle mediocrità intravista da Sam Favre, ecco che avviene qualcosa di inatteso. Anne Kurian, giovane narratrice francese e voce freschissima nella ricca letteratura cristiana contemporanea, ci offre un romanzo intelligente, divertente e mai cattivo, fine e profondamente spirituale. Chiunque non si riconoscerà nei parrocchiani di Sant'Ugo getti loro la prima pietra!
E se un medico diagnosticasse a vostro figlio la Sindrome di Down? Se le sue parole stravolgessero la vostra esistenza, i vostri desideri, le vostre aspettative, i vostri sogni? Se da quella scoperta dolorosa i dubbi e le incertezze prendessero il sopravvento? Se ogni decisione nella coppia lasciasse spazio a una discussione, a un contrasto, a un disaccordo? Se l'amore s'incrinasse? Se nulla fosse più come prima, prima di un figlio... La prima volta che ho visto le stelle è un palpitante racconto a più voci sull'urgenza di una madre e di un padre di provare a stare in equilibrio dopo la perturbazione di una nascita. È una storia potente e toccante sulla disabilità, sull'accettazione di una verità immutabile e tormentosa. È un viaggio affascinante e imprevedibile nel mondo dei bambini. È una piccola grande storia che mostra e testimonia il cammino che gli adulti possono compiere per imparare a guardare il mondo attraverso gli occhi dei bambini, alla loro altezza, con la stessa stupefacente meraviglia. Gianfranco Mattera ci apre alla conoscenza di una paternità e maternità vere, andando oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.
Firenze 1957. Hans-Joachim Staude è un pittore che da molti anni vive con la famiglia in una bella villa ai margini della città. Un giorno riceve una visita inaspettata: si tratta di Vero Besso, l'erede degli Einstein che, dopo la morte di Albert, sta inventariando le proprietà del fisico e di sua sorella Maja. Staude ha ricevuto in custodia, alla partenza di Maja per sfuggire alle persecuzioni razziali, poco prima dello scoppio della guerra, l'amato pianoforte Blüthner, dono del fratello per il suo cinquantesimo compleanno, e Besso è giunto a chiederne conto. Nell'accogliere l'ospite, Staude gli narra sin dal principio la storia di quell'incredibile strumento, che è al contempo la storia di un'epoca, della famiglia Einstein e anche la sua, di un giovane artista inquieto e insoddisfatto alla ricerca della propria identità. Ispirato a vicende vere, con personaggi reali, il romanzo si ammanta di fantasia trascinando il lettore nelle meraviglie di una Firenze che resiste all'orrore grazie alle note indimenticabili di immortali melodie.
Unico parlamentare della Repubblica ucciso dalla mafia mentre era ancora in carica, Pio La Torre è ancora oggi ricordato come un esempio da seguire. In queste pagine i suoi due figli, Franco e Filippo, raccontano l'eccezionale normalità di un eroe che non ha mai voluto diventare un eroe, l'umanità di un uomo e di un padre ancora scomodo, che interroga ciascuno di noi, chiedendoci fino a dove siamo disposti a metterci in gioco per vivere davvero le nostre battaglie. «Il motivo per cui nostro padre poté fare quello che fece sta proprio in questa identificazione totale e piena con le sue battaglie. Oggi come allora queste parole possono sembrare retoriche eppure non lo sono. Pochi hanno avuto e hanno la credibilità per pronunciarle, pochi possono davvero dire "Io sono la mia battaglia". Con la Prefazione di Giuseppe Tornatore.
"Ho sempre accettato, più che il rischio, quali sono le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto, ad un certo punto della mia vita, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall'inizio che dovevo correre questi pericoli. La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi, come viene ritenuto, in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla sensazione o financo, vorrei dire, dalla certezza che tutto questo può costarci caro-. Paolo Borsellino, luglio 1992 La vita di Paolo Borsellino raccontata attraverso le parole di chi lo ha conosciuto.
In un tempo da poco post pandemico, don Giustino (il Gigi Riva dei preti) riceve una chiamata di soccorso da un vecchio amico parroco e "prete del Festival-: è malato e non potrà svolgere il suo incarico di padre spirituale alla kermesse sanremese che quest'anno riapre i battenti al pubblico. Don Giustino, animato dalla sua solita passione per l'uomo in difficoltà (oltre che da quella per Dio), non può dire di no e si mette in moto per raggiungere l'amico e il Festival nazional popolare per eccellenza. Accompagnato da un gesuita che ha vissuto per anni nel lontano Oriente, il prete di Sciurcanosta sta per fare il suo ingresso in un mondo di lustrini e paillettes, di invidie a stento celate, ma anche di intensi affetti e di ricchissima umanità, che riserverà al lettore non poche sorprese... canore e non solo. E nella sua parrocchia? Finalmente, lontano il parroco, laici di destra e di sinistra saranno obbligati a lavorare insieme per far sì che non si perda una tradizione faticosamente conquistata. Un romanzo leggero (ma non troppo), che farà molto ridere e un poco anche commuovere (il che non guasta).
Giovanni Falcone non era un eroe, ma un uomo vero, retto, sorridente, coraggioso e prudente. Spesso sfiancato dalla responsabilità e dall'incomprensione, disposto però a offrire sempre tutto di sé, per un ideale. A venticinque anni dalla strage di Capaci, la sorella Maria con Monica Mondo rilegge l'album dei ricordi: l'infanzia con i fratelli, la famiglia e gli insegnamenti, la Palermo in cui sono cresciuti, gli incontri e le amicizie, le gioie e i dolori. Il ricordo non appartiene solo al passato, è lo strumento per capire il presente, per trasformare il timore in ricerca di giustizia, per non ridurre un uomo al ruolo di sola icona, piuttosto per ribadirne legami, affetti, ideali e passioni. Il corpo fa l'uomo mortale, le idee lo consegnano alla storia. Gli ideali di Giovanni Falcone restano, bandiera delle quotidiane lotte per lo stato di diritto.
Oscuro stregone o geniale scienziato, artista illuminato da Dio o eretico miscredente? Tra la Firenze di Savonarola e Machiavelli e la Roma dei rivali Michelangelo e Raffaello, nella vita di Leonardo da Vinci si ritrovano tutta la magnificenza e le contraddizioni del Rinascimento: un'età dell'oro per le arti, con l'umanesimo e la scoperta dell'America, ma anche un'epoca di fanatismo religioso e caccia alle streghe, con l'Inquisizione e i roghi di libri. Nel 1901 Merekovskij non pubblicò solo un romanzo storico, ma anche la più penetrante delle biografie di Leonardo: un uomo semplice e tormentato che viveva il mondo come un'eterna scoperta, curioso come un bambino; capace di studiare per settimane il volo di una mosca "con la stessa matita e lo stesso amore con cui poco prima aveva disegnato il divino sorriso della Vergine". Un precursore che diede tutto se stesso nel tentativo di donare le ali all'umanità, ma che era destinato a rimanere incompreso fra i suoi contemporanei, come un "uomo che si sveglia nel buio, troppo presto, mentre tutti gli altri dormono ancora".
Merezkovskij Dmitrij S. (San Pietroburgo, 1865 - Parigi, 1941) Scrittore, poeta e critico, è annoverato tra i padri del simbolismo russo. Spirito libero poco incline ai compromessi, combatté sia l'autocrazia zarista sia la rivoluzione bolscevica, e nel 1917 fu costretto a emigrare a Parigi. Dopo aver ricoperto per oltre cinquant'anni un ruolo predominante nella cultura russa ed europea, dalla fine degli anni Trenta è stato progressivamente dimenticato, per essere riscoperto solo negli ultimi decenni. Nel 2013 Castelvecchi ha pubblicato il suo romanzo La morte degli dèi, sull'Imperatore Giuliano l'Apostata.
Spinto dal soffio dello Spirito, Salvatore Zuppardo si immerge senza esitazioni nelle meraviglie di Dio. Intuisce la ricchezza della vita come totale felicità. Giovane poeta, trascorre il suo tempo sperimentando una Resurrezione presente, interiore, eterna. Secondo lui, ogni uomo, in ogni condizione, conserva, nel suo lieve camminare e strada facendo, la luce di questa sacralità.
Il 30 novembre 1998, all’età di 24 anni, Salvatore è andato all’abbraccio con Dio. A 18 anni, dopo aver conosciuto la Comunità delle Beatitudini, è nato in lui il desiderio di viaggiare in Francia alla volta di Lisieux. In seguito a questa esperienza si è innamorato di Santa Teresa di Gesù Bambino e ha poi approfondito la conoscenza di San Luigi Maria Grignion de Montfort. L’incontro con frère Efraïm, fondatore della Comunità delle Beatitudini, lo ha spinto a entrare nella Casa comunitaria di Pettineo (Messina) e in seguito a dare inizio, con alcuni altri amici, a una Comunità delle Beatitudini nella sua città natale.
In un periodo in cui l'efficacia delle organizzazioni caritative è stata messa in dubbio in seguito a gravi scandali, GIVE ci accompagna in un viaggio epico, volto a riscoprire la bellezza e la forza trasformatrice della carità autentica. Magnus MacFarlane-Barrow, fondatore dell'organizzazione umanitaria Mary's Meals e autore di La straordinaria storia di Mary's Meals, citato nell'elenco dei libri più venduti del Sunday Times, esplora, attraverso i numerosi, incredibili gesti caritativi a cui ha assistito nel mondo, il significato della carità e il suo potere di trasformare e arricchire la nostra vita. La carità, se vissuta in pienezza, ci aiuta a conoscerci più a fondo. Scopriremo strada facendo che non sono solo i poveri ad averne bisogno, ma anche noi. In noi, infatti, potremo scoprire «zone di carestia» (bisogni di amore non soddisfatti) o «zone d'ombra» in cui non ci siamo mai avventurati. Il modo in cui pratichiamo la carità può essere la chiave per aprire stanze chiuse da tempo, dove sono conservati i nostri tesori più grandi, perle come la gioia, la pace interiore e un più profondo scopo della vita, che risplendono nell'oscurità
Il giorno del suo ventiquattresimo compleanno, Federica viene colpita da una meningite fulminante e rimane in coma farmacologico per due mesi. Quando si risveglia, scopre di aver subito l'amputazione di entrambe le gambe a partire dal ginocchio. Questa sconvolgente esperienza la coglie nel mezzo dei suoi studi di medicina e dei suoi progetti giovanili. E allora Federica riprende in mano la sua vita da capo: si laurea, si specializza in oncologia, coltiva relazioni di amicizia e d'affetto e si assume le grandi responsabilità professionali. Oggi esercita sia come medico "occidentale" sia come medico agopuntore. In questo libro racconta la sua vita straordinaria, non solo di atleta tenace e capace di raggiungere obiettivi ambiziosi a livello internazionale, ma anche di donna a tutto campo: nel lavoro, nei sentimenti, nel desiderio di maternità. «È come un romanzo, nel quale capita di seguire la protagonista attraverso le avventure narrate e prendere le sue parti, sperare che i capitoli più tormentati finiscano presto e altri se ne aprano, in cui lei andrà alla riscossa e verrà a capo dei problemi, e delle sue disavventure. Federica narra qui una vicenda che a tutti gli effetti somiglia a un duello. Ho fatto il tifo, pagina su pagina, esultando per i risultati ottenuti, per i combattimenti vinti e per tutte le mattine in cui ha aperto gli occhi e ha potuto dire alla malattia: Hai portato via una parte di me, solo perché sei una ladra, ma come assassina ti ho sconfitto». Dalla Prefazione di Adriano Panatta.
Anno 724: Liutprando, re dei longobardi, decide di dare gloria al proprio regno promettendo ai suoi sudditi cristiani che farà trasportare il corpo di sant'Agostino da Cagliari a Pavia (dove oggi si trova, nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro). In Sardegna, infatti, la venerabile reliquia è esposta agli attacchi dei pirati saraceni provenienti dall'Africa. Inoltre, il santo non deve cadere nelle mani dei nemici bizantini, rivali dei longobardi in Italia. Accanto a veri personaggi storici (Liutprando e il duca di Cividale Pemmone), nel romanzo agiscono gli uomini di fiducia del re, incaricati della traslazione: tre soldati longobardi provenienti dal Friuli (Herfemar, Droctulf, Alakis) e un monaco benedettino dell'abbazia di Bobbio (Anastasio). Insieme i quattro affrontano un viaggio avventuroso - attraverso monasteri, città abbandonate, taverne, tempeste di mare - e ricco di personaggi (briganti, ufficiali bizantini, marinai, pellegrini, mercanti): uomini e donne che affrontano con forza il loro destino.
Il diario di un padre, ma anche un insieme di istantanee che raccontano il prima, il durante e il dopo di un viaggio di ritorno alle origini della sua figlia maggiore, diciassettenne in cerca di risposte sulla propria storia. Un'avventura di famiglia alla volta di San Pietroburgo, con momenti ora lievi ed esilaranti ora duri e commoventi, che diventa un viaggio nell'anima di portata universale. Una testimonianza preziosa, fatta di immagini ed emozioni, tenuti insieme dalla voce dell'autore, un padre che vuole esserci ma sa fare spazio al cammino dei suoi figli. «Questa è la storia audace e tenera di un uomo che si mette totalmente in gioco, insieme alla sua compagna, per restituire una briciola di passato alla sua figliola, la sua "ragazza dell'Est". Un uomo che cuce insieme a filo doppio i quattro componenti del suo nucleo famigliare, che cuce col fil di ferro della tenacia e dell'amore ostinato. Un padre capace di proteggere, di farsi carico, che guarda avanti ma che non ha paura di tornare indietro. Leggete, leggete. Su queste pagine si viaggia fuori e si viaggia dentro». (Dalla prefazione di Antonio Ferrara)
Pubblicato a puntate nel 1887 e in volume nel 1888, "Il cappello del prete" è stato il romanzo più famoso di Emilio De Marchi, subito tradotto anche all'estero. Ambientato a Napoli, narra le vicende del nobile squattrinato Carlo Coriolano, barone di Santafusca che, ridotto alla rovina dai debiti di gioco e da una vita oziosa e dissipata, uccide il ricco prete usuraio don Cirillo per impossessarsi dei suoi soldi. Ma al suo "delitto perfetto" manca un dettaglio chiave: l'occultamento del cappello del prete. Diventato un indizio pericoloso, il tricorno tormenterà il barone come una sorta di allucinazione ricorrente, fino ad arrivare, dopo una serie di peripezie, davanti al banco del tribunale per inchiodarlo alla sua colpa. Romanzo originale, definibile un "giallo psicologico", "Il cappello del prete" resta ancora oggi un esempio di letteratura d'intrattenimento di alto livello, in cui De Marchi riprende la lezione della grande narrativa europea - da Dostoevskij a Poe, da Manzoni al verismo - alternando con maestria il tono leggero del bozzetto ottocentesco con il registro cupo del romanzo gotico.
Il signor Clergerie, «nato per una carriera e non per una vita», ha lasciato temporaneamente Parigi per trascorrere l'estate nella regione dell'Artois, da dove intende tessere la sua tela e guadagnare un seggio all'Accademia. Lo accompagna l'anziana madre, che sembra aver perso la ragione e si muove per la grande casa e i suoi giardini, mentre la figlia, Chantal, semplice, pura e allegra, ha raggiunto ormai l'età per scegliere cosa fare della sua vita. O almeno, sostiene il padre, così dovrebbe. Ma la ragazza, pur radiosa, è un'anima ben più complessa di quanto appaia; Georges Bernanos è un maestro nel delineare con profondità e potenza come in Chantal si mescolino e combattano con furore gioia e sofferenza, in un'anima inquieta aperta alle esperienze spirituali più profonde e inesplicabili.
Ecco i racconti di vita di presbiteri animati da spirito di servizio e di donazione al prossimo che suscitano una grande ammirazione. Essi hanno dimostrato di essere "pastori con l'odore delle pecore", vivendo il loro servizio in mezzo al popolo di Dio loro affidato. (Dalla prefazione del card. Angelo De Donatis) Il sacerdote, scriveva don Primo Mazzolari, «è il viator non soltanto per l'inquietudine dell'eterno, che possiede in comune con ogni uomo, ma per vocazione e offerta. Si deve tutto a tutti, e lui non si può mai abbandonare interamente a nessuna creatura. È un pane di comunione che tutti possono mangiare, ma di cui nessuno ha l'esclusiva». Sono parole che ho trovato incarnate nei 206 preti diocesani morti in Italia, dal 1° marzo al 30 novembre 2020, di cui questo libro racconta il vissuto umano e pastorale. (Dalla presentazione del card. Gualtiero Bassetti) 206 volte "Don Matteo"... I sacerdoti italiani nella pandemia, nei mille luoghi della vita reale.
Il cadavere dello storico francese Paul Déméter è stato rinvenuto sull'Isola di Patmos, non lontano dalla grotta che la tradizione indica come quella in cui l'evangelista Giovanni ebbe le visioni da cui trasse il libro dell'Apocalisse, il più inquietante e misterioso scritto del Nuovo Testamento. Il commissario della polizia parigina Di Pasquale riceve l'incarico di guidare le indagini riguardanti l'omicidio del suo conterraneo. La sua ricerca dell' assassino lo condurrà su strade inattese e sconvolgenti, in cui si intrecciano i grandi temi della violenza dell'uomo contro l'uomo e dell'eterna e inesauribile ricerca di Dio.
15 dicembre 1824, nei pressi di Graz, Stiria. Un amore folle e impossibile si accende tra il conte Janos e Denise, figlia dell'anziano marchese di Saint-Fleury, sfuggito agli orrori della Rivoluzione Francese, volterriano acceso, stanco della Chiesa, chiuso alla Grazia e ripiegato su un passato perduto per sempre. Denise si è votata a Dio per la salvezza del padre. Janos, venuto a conoscenza di quella ''decisione folle'', tenta dapprima di far recedere la fanciulla dai suoi propositi; poi, di fronte alla fermezza di lei, decide di assecondarla e di andarsene per sempre. Ed è proprio allora che la vicenda assume i toni più tragici e sfolgoranti. Romanzo d'esordio di Italo Alighiero Chiusano, La prova dei sentimenti è stato definito ''il vero capolavoro assoluto dello scrittore biellese...Una storia davvero inaudita e di sorprendente perfezione formale'' (Guido Sommavilla).
Uomovivo è uno dei più complessi e affascinanti romanzi della letteratura inglese. Scritto da Gilbert Keith Chesterton nel 1912, narra la storia del fantastico Innocent Smith, il debordante e incredibile protagonista che in un caldo pomeriggio estivo irrompe nel giardino di casa Beacon, sospinto da un vento turbinoso. Annunciato da un panama bianco e da un ombrello verde sospinti con le foglie nel giardino della pensione della taciturna signora Duke, Innocent plana col suo vestito verde da vacanziere al cospetto di tre giovani uomini, il dr. Warner, l'irlandese Michael Moon e Artur Inglewood, impegnati in una discussione su un bizzarro e delirante telegramma. L'omone esordisce e persevera in comportamenti inconsueti, irrazionali e incomprensibili, che lo trasformano agli occhi dei villeggianti in un pericoloso individuo. Subirà quindi un bizzarro "processo casalingo-, dove le orribili accuse che gli verranno pregiudizialmente mosse, sono quelle di tentato omicidio, omicidio, furto con scasso e bigamia. Nelle vesti di mite imputato, Innocent si lascia docilmente processare. Alla fine, l'avvocato difensore smonterà tutte le accuse, svelando ai presenti il senso stesso del nome del suo straordinario cliente: Uomovivo.
Caterina Bellandi, ovvero zia Caterina, è la famosa tassista di Firenze conosciuta in Italia e nel mondo per la sua opera di assistenza ai bambini malati di tumore che lei accompagna con allegria e leggerezza nel proprio taxi colorato e pieno di peluche all'ospedale Meyer di Firenze. Salita sul magico taxi, l'autrice ha avuto modo di vedere zia Caterina all'opera in mezzo ai bambini, che lei chiama Supereroi, seguiti, coccolati e anche disegnati sulla carrozzeria. Zia Caterina racconta la sua storia partendo dall'inizio della sua avventura, quando Stefano, il suo grande amore scomparso troppo presto, le lasciò in eredità il proprio strumento di lavoro: il Taxi Milano25. Tra gli episodi salienti l'incontro con Padre Bernardo di San Miniato al Monte di Firenze, il Clown dottore Patch Adams che l'ha voluta con sé in Russia e il viaggio da poco concluso in Thailandia, dove ha conosciuto la vita e i problemi della realtà infantile del mondo asiatico. Con la Prefazione di Simone Cristicchi.
Joy aveva 23 anni quando a Benin City, dove era nata e viveva con tante speranze, è stata convinta da un’amica di fiducia a partire per l’Italia con la promessa di un lavoro con il quale avrebbe potuto mandare denaro alla sua famiglia in gravi difficoltà e proseguire gli studi.
Poche ore di viaggio per rendersi conto che era stata ingannata ed era precipitata in un girone infernale: la drammatica attraversata del deserto, i campi di detenzione libici, lager di violenze crudeli e di orrori indescrivibili, il barcone alla deriva nel Mediterraneo.
Salvata miracolosamente dal naufragio, scopre al suo arrivo in Italia che il lavoro promesso era “la strada”, dove la madam, madre dell’amica nigeriana che l’aveva indotta a partire, l’obbliga a prostituirsi con il ricatto del woodoo e di un debito di 35.000 euro.
A Castel Volturno, in Campania, diventa una schiava alla quale i suoi aguzzini rubano e distruggono il corpo, la dignità, lo stesso nome. Jessica, non più Joy, è soltanto una merce da usare e da buttare, in vendita a clienti violenti e mai sazi, pericolosi.
Una seconda Libia. Ogni giorno può essere l’ultimo.
Ma a Joy non è venuta mai meno, anche nei momenti più drammatici, la fiducia in quel Dio che, sin da bambina, sentiva Amico, abitare in lei; la forza atavica e il coraggio delle donne della sua terra che l’hanno sorretta anche quanto tutto pareva perso.
Mariapia Bonanate vive a Torino. Scrittrice e giornalista, ha firmato réportage da diverse parti del mondo, dall’America all’Asia, all’Africa. Ha svolto importanti inchieste sul mondo dei giovani, della donna e su fenomeni come la droga e l’alcolismo, la malattia mentale. Ha pubblicato numerosi libri fra cui Perché il dolore nel mondo? Suore, Donne che cambiano il mondo e I bambini della notte.
Al centro del libro, la vicenda di Guglielmo, studente dell’ultimo anno di liceo che, pur intraprendente e capace, non si adatta al mondo della scuola. Proprio, lui, tuttavia, attraverso il racconto dell’amico Ferdinando, appassionato di storia, sembra essere proiettato nella vicenda di un frate, Padre Massimiliano Kolbe, che nel buco nero dell’Europa salva la vita a un compagno di prigionia accettando la morte per fame e sete. La narrazione si concentra sulla volontà di Guglielmo di non tirarsi indietro e scrutare l’oscuro. In questo esercizio dello sguardo, Guglielmo vede la misericordia del frate nei confronti del capo, artefice di una morte tanto ignobile; vede Anita, la moglie del capo, sempre più insofferente al sistema in cui il marito è immerso.
Il romanzo sta fra questi due piani basculanti, fra il passato e il presente, e nel finale saranno i compagni di classe di Guglielmo ad accettare di colmare il divario temporale e di mettere in scena la morte di una persona che avuto il coraggio di dare la vita per gli amici, svelando a tutti coloro che vogliono andare oltre lo schermo dell’evidenza la forza del Bene inesauribile.
Graziella Bonansea è storica e scrittrice, membro della Società Italiana delle Storiche, titolare di corsi di Storia delle donne presso l’Università del Piemonte Orientale di Vercelli, Researche Associate dal 2013 al 2018 all’European University Institute di Firenze in cui ha lavorato a una ricerca su nuove memorie d’Europa nelle culture giovanili.
Siamo nel 1942 quando ha inizio l'Operazione Anton, il cui scopo è l'invasione, da parte delle truppe tedesche e italiane, della Repubblica di Vichy. Negli 11 mesi in cui la IV Armata italiana occupa i territori della Costa Azzurra e a ridosso della Alpi, fino alla linea del fiume Rodano, uomini coraggiosi riescono a creare una via di fuga sicura per gli ebrei. Si tratta di un rete di salvataggio guidata dal banchiere italo-francese Angelo Donati, dal benedettino padre Pierre- Marie Benoît e da Massimo Tosti, capitano dei Carabinieri Reali. Quest'ultimo rischia in prima persona la vita per facilitare il passaggio dei rifugiati che, da tutta la Francia, accorrevano nella zona controllata dal nostro esercito e che per questo venne chiamata "piccola Palestina". Dopo il tragico 8 settembre 1943, Tosti aderisce alla Repubblica di Salò, allo scopo di portare avanti la sua opera di salvataggio degli ebrei e aiuta numerosi partigiani che riescono a sfuggire alla cattura o alla deportazione nei lager nazisti. Nonostante, il suo impegno antifascista, a guerra finita il Capitano Tosti rischiò di essere espulso dall'Arma con l'accusa di collaborazionismo.
L'Italia conta 14 città metropolitane. Sono le realtà urbane più grandi del nostro paese, dove la presenza dei senza fissa dimora, specialmente nelle stazioni ferroviarie, è maggiormente avvertita. Ma 14 sono anche le stazioni della via Lucis, ossia quella preghiera che medita i momenti della vita di Gesù a partire dalla Sua Resurrezione fino al giorno di Pentecoste.
Questa "combinazione numerica" h suscitato nell'autore il desiderio di incontrare i più poveri che vivono in questi luoghi, portando loro, di stazione in stazione, il vangelo di Gesù.
Il libro racconta questo cammino di 4.000 chilometri percorso in 14 giorni subito dopo la Pasqua del 2019. Con quanti, amici o conoscenti, ogni sera erano presenti in stazione per il momento di preghiera e di servizio, l'autore ha proposto anche giovani figure di santità: "testimoni della porta accanto" che hanno vissuto o sono passati per quella città, a significare che il cammino di santità diventa concreto e percorribile allorquando si traduce in gioioso e autentico servizio verso i nostri fratelli.
Tre donne... un amore è un racconto a due voci: quella di Federica, il datore di lavoro, quella di Myrna, la badante della madre, ad alternarsi nella testimonianza asciutta e dolorosa della malattia. Grazia, la Mamma di Federica soffre della malattia di Alzeheimer da 15 anni e sua figlia riuscirà a superare il dolore e la progressiva e inesorabile privazione della madre proprio grazie a Myrna, una filippina, che renderà accettabile quello che altrimenti non lo sarebbe. Non un romanzo sull'Alzeheimer, ma sulle persone e sulla loro capacità di stare nella vita. Su Myrna, che da domestica e poi badante, nel tempo cresce fino a diventare "medico". Su Federica che grazie a Myrna avrà la possibilità di accettare un lungo elenco di sottrazioni. Su Grazia, che perderà sé stessa con la generosa grazia che le è propria. Intorno a loro tre e alla malattia, ruotano fatti e persone che tolgono o aggiungono, ma in ogni caso realizzano un'esperienza che diventa dono, il dono appunto di trasformare il dolore in una storia.
Maria si trova all’ultima sera della sua vita, prima che il Figlio torni a prenderla con sé come le aveva promesso. In questa ultima notte, vissuta nella casa di Giovanni, che l’aveva accolta con sé, la Madre di Gesù racconta la sua vita a coloro che le sono stati accanto negli ultimi anni.
Pian piano la scena del racconto si arricchisce di figure che vengono a rendere l’ultimo omaggio. Ogni pagina è una scena di quel dramma che ha composto la vita della donna più importante nella storia umana, la Madre di Dio.
Prendendo spunto dai Vangeli canonici e dai Vangeli apocrifi, Benazzi dà vita a un romanzo intenso, capace di toccare le corde dello spirito dei lettori.
NATALE BENAZZI lavora da anni nell’editoria. Responsabile del settore di spiritualità presso le Edizioni San Paolo, è scrittore e saggista. Tra le sue pubblicazioni più significative spiccano alcune ricostruzioni storiche dal
tono rigoroso e narrativo, che contano anche varie traduzioni all’estero. Tra i suoi volumi ricordiamo: Il libro nero dell’inquisizione (Piemme, 1998), Il caso del monastero indemoniato (Piemme, 2000), Il Terzo Cantico (San Paolo, 2012), Storia della Chiesa in 100 vite (Newton&Compton, 2016), Maria Maddalena. Storia di un vero amore e di una straordinaria confusione (San Paolo, 2019).
I tre fratelli Gambi, proprietari di una bottega antiquaria di libri e oggetti, hanno abdicato ai loro impegni e alla loro responsabilità lasciandosi andare a un placido autodistruttivismo edonistico e regressivo. Vivono alla giornata, continuamente minacciati dalla bancarotta, fino a quando il fallimento economico li travolge senza alcuno sconto. Il capolavoro di Tozzi, ispirato da una storia vera, si dipana sullo sfondo di una città aspra di inizio Novecento, Siena, ed è caratterizzato da uno stile aderente alla realtà e da una lingua schietta e regionale, che emerge con forza in dialoghi mirabilmente espressivi.
Terra degli è il romanzo che valse a Antoine de Saint-Exupéry la fama mondiale. Nel raccontare avvenimenti e ricordi, grazie a una tecnica narrativa innovativa, l'autore affronta il rapporto tra l'individuo, il rischio e il sacrificio, ma evita sapientemente le corde di una qualsiasi retorica dell'eroicità. Le sue pagine riportano il lettore a un tempo perduto, animato da fragili aeroplani, imprese esaltanti, avventure e compagni di volo; un tempo tutto compreso tra lo stupore di un'inedita prospettiva sul mondo sorvolato e il ritorno di valori e desideri che da sempre caratterizzano l'esistenza umana. Ed è in questa chiave originale e coinvolgente che nelle parole di Terra degli uomini risuona la ricerca di quel "umanesimo integrale", la vera cifra che caratterizzò le opere di numerosi scrittori di quella generazione.
"Sogno o vivo?". Per due anni, fin dalla morte della madre, l'esistenza di Augusto Pérez si trascina in uno stato di apatia; una densa "nebbia spirituale" lo avvolge e ne culla l'ozio senza prospettive, denso di fantasiose elucubrazioni. Lo sguardo di una giovane pianista incrociata per strada lo scuote; è il fugace incontro grazia ala quale Augusto decide di conquistare la ragazza e abbandonare la sua "noia incosciente". Ma non è semplice passare dal sogno alla vita, è forse neppure è possibile. Sarà l'autore del romanzo, Miguel de Unamuno, a farsi personaggio per mettere fine alla tragicomica esistenza del suo protagonista, lasciandosi però contagiare dagli interrogativi di Augusto: non è forse Unamuno stesso il sogno di un Dio? E allora non valgono anche per lui le regole che segnano la vita del suo personaggio? Dove sono, insomma, i confini tra il sogno e la vita?
Miguel de Unamuno (1864-1936), spagnolo, fu professore di Letteratura greca e rettore dell'Università di Salamanca. Scrittore, poeta e pensatore, identificò il ruolo della hispanidad nell'Europa del suo tempo con la conservazione del "senso tragico della vita", cioè con l'immergersi nelle contraddizioni fondamentali (ragione e fede, vita e intelletto), che il razionalismo non avrebbe potuto risolvere. I temi dell'ansia di eternità e del rapporto fra Dio e l'uomo sono quindi al centro della sua vasta produzione. Tra le sue opere ricordiamo: Vita di Don Chisciotte e Sancho (1905); Del sentimento tragico della vita (1913); Agonia del cristianesimo (1925). Oltre a Nebbia (1914) scrisse i romanzi Pace nella guerra (1897); Abel Sanchez (1917) e San Manuel Bueno, martire (1933).
Lui è bello, intelligente ed è il classico bravo ragazzo, ma ha un talento innato per non farsi mai coinvolgere dai sentimenti. Lei se ne innamora al primo sguardo e la seconda volta che si parlano gli assicura che lo sposerà. È così che comincia la storia di Paolo e Barbara, un uomo e una donna che si riveleranno decisamente fuori dal comune e che faranno scelte fuori dal comune: come quella, nel 2008, di diventare missionari in estremo oriente, partendo dall'Italia con due figlie e una terza in arrivo. Che cosa può aver spinto due persone con un'esistenza tranquilla, agiata, e un discreto equilibrio mentale, a lasciare tutto per trasferirsi all'altro capo del mondo? Solo un grande desiderio può dare il coraggio o l'incoscienza di abbandonare le proprie sicurezze per accogliere qualcosa di totalmente ignoto, come la vita in un paese straniero. E sarà proprio questo che Paolo e Barbara scopriranno: che quel desiderio che li ha portati lontano è lo stesso che li aveva spinti a scegliersi e ad amarsi. E che la prima terra di missione, quella più importante da salvare, non è nient'altro che una: la loro stessa vita.
"Chi pensa che la storia di Margherita, racconta con dedizione e sincerità in questo libro, sia una storia di dolore e oblio ha sbagliato tutto. Perché Margherita, e questo libro, è un fascio di luce che buca ogni previsione, più forte della malattia, del dolore. Un fascio di luce composto di gratitudine purissima, verso la sua famiglia, i suoi amici. Verso Dio. Che Margherita intercetta attraverso la sua offerta continua e instancabile, attraverso il gesto concreto dell'amore. Margherita vive nell'amore che ha dato senza sosta, e che la vita le sta restituendo moltiplicato all'infinito. Questo accade agli uomini amici di Dio." (Dalla prefazione di Daniele Mencarelli)
Che fine hanno fatto i nostri sogni? È la domanda di un sacerdote, don Paolo, a cui il tempo e le “intemperie” della vita hanno progressivamente prosciugato sogni e aspettative che viveva da giovane. Una lenta e stanca discesa verso la disfatta, dominata dal cinismo e da una sorda e inascoltata tristezza. Don Paolo ha bisogno di un motivo per ravvivare le ultime tenui braci di un’esistenza logorata dalle cose tutte uguali della vita del prete di parrocchia. La scossa arriva dove meno se lo aspetta: una donna si rifà viva, inaspettata e trasfigurata rispetto a ricordi faticosi. Don Paolo entra così a contatto con uomini e donne che non possono avere accesso ai sacramenti e che però vivono un attaccamento e un’intensità di fede che lui ha perso da anni. Il fascino che questa contraddizione fa brillare è irresistibile. E diventa immediatamente la formula pragmatica della sua rinascita.
La storia, raccontata in prima persona come se fosse un romanzo, di una donna calabrese che dopo l'uccisione dei suoi due fratelli decise di denunciare la 'ndrangheta. Siamo in Calabria, all'inizio anni '90, dove i clan comandano con ferocia mentre lo Stato sembra quasi inesistente. Marianna, giovane laureata, lascia un lavoro promettente e i suoi sogni e decide di testimoniare perché crede nella giustizia. Ma da allora, con i suoi famigliari, inizia il calvario della vita sotto protezione fatto di promesse mai mantenute e di una burocrazia ottusa e spietata che fa di tutto per negarle diritti elementari. Ancora oggi, dopo 25 anni, vive in un limbo, con la paura ogni giorno di una vendetta da parte di gente che non dimentica mai. Eppure, aiutata anche dalla sua grande fede, continua la sua battaglia, comune a tante altre persone come lei, affinché lo Stato le restituisca una vita dignitosa.
In un villaggio prossimo alla città costiera di Putian, nella Cina meridionale, all'inizio del XX secolo, Yong Sheng è figlio di un cesellatore e carpentiere che fabbrica fischietti per colombe addomesticate. Gli abitanti adorano questi fischietti che, legati alle penne degli uccelli, fanno sentire meravigliose sinfonie girando sopra le case. Andato a pensione presso un pastore americano, il giovane Yong Sheng, che segue gli insegnamenti di sua figlia Mary, istitutrice della scuola cristiana, ritiene di essere a sua volta chiamato a una vocazione di pastore. È così che, pur continuando a svolgere il proprio lavoro di costruttore di fischietti, Yong Sheng diviene il primo pastore cinese della città. Dopo gli studi di teologia e varie peripezie, torna a svolgere il proprio ministero nella sua città natale. Ma tutto crolla con l'avvento della Repubblica popolare, con la quale comincia per lui e per tanti altri Cinesi un'epoca di tormenti, che culmineranno con la Rivoluzione culturale. Grazie al suo meraviglioso talento di narratore, Dai Sijie riscrive la sorprendente storia di suo nonno, uno dei primi pastori cristiani in Cina.
«L'autismo non è un errore da correggere, ma una diversità che si può capire e apprezzare»: ecco perché è necessario farsi un'idea di cosa percepisca, quali emozioni provi, quali siano le difficoltà e le speranze di una persona autistica immersa in una realtà ostile, quella che per altri è semplice vita quotidiana. Federico De Rosa si immerge nelle profondità della sua "mente diversa" dipingendone con cura le caratteristiche, anche le più minute, e regalandoci una descrizione insolita e affascinante. Anche grazie al contributo della neuropsichiatra Flavia Capozzi, si tenta così di «aprire uno spiraglio di luce nell'oscura e silenziosa prigione dell'autismo», una gabbia da scardinare pezzo dopo pezzo ma che spesso alimentiamo con le nostre paure. Solo in questo modo si potrà iniziare il lungo percorso che dall'essere diversamente abile conduce al «diventare diversamente felice».
Giacomo e Sara sono marito e moglie, ma prima di tutto, sono un padre e una madre. Due genitori che hanno impiegato anni per avere in dono il loro adorato bambino e solo pochi mesi per scoprire di aspettarne un altro. Stavolta, però, si tratta di una creatura diversa, speciale: una bambina con la sindrome di down. La diagnosi pre-natale scatena forti contrasti famigliari e un unico, grande dubbio: far nascere questa bambina o interrompere la gravidanza? I due decidono per l’aborto e intraprendono un viaggio in Francia. Solo ad un passo dalla fine i protagonisti, grazie all'amore che li lega, ritroveranno l’unità e la forza di andare avanti verso il traguardo finale. Un punto di arrivo che diventare quello di partenza, per accogliere una vita nuova e sconosciuta.
Durante il processo per la canonizzazione di Tommaso d’Aquino, giunge da lontano un testimone misterioso e inatteso. È frate Carlo, carico di anni, ormai alla fine della sua vita terrena. Una vita che rischiava di essere sprecata, fino a quando non avvenne un incontro straordinario. Il giovane Carlo conobbe Tommaso d’Aquino che lo prese con sé e ne fece un suo scrivano. E così, tra visioni, sogni rivelatori e viaggi al fianco di Tommaso e Reginaldo da Piperno, suo fedele confratello, il ragazzo compì un cammino di purificazione.
Carlo, un semplice uomo plasmato nel fango, coi suoi dubbi e le sue stanchezze, viene trasformato dall’incontro con Tommaso che gli fa toccare con mano una vera e immensa santità, di fronte alla quale non è rimasto indifferente. E il miracolo della trasformazione e conversione del giovane frate colpirà il tribunale riunito per decidere della canonizzazione di Tommaso al quale – tra i tanti miracoli operati – verrà attribuito anche quello della conversione di fra Carlo.
Non ci sono scuole per diventare delle brave mamme. Non ci sono insegnanti che preparano all’avventura irripetibile di crescere un figlio. A volte non si è pronti. A volte si è troppo fragili e schiacciati dalle proprie difficoltà per prendersi cura di un figlio. A volte si ha bisogno d’aiuto e non si è capaci di chiederlo, o di accettarlo. Solo un figlio può far nascere una mamma. Perché la domanda più complessa non è come cresce un figlio, ma come cresce una mamma.L’affidamento familiare visto da dentro, nella sua complessità. Non una storia di burocrazia, ma una duplice storia d’amore.
Tra tutti i libri di Alojz Rebula che hanno per protagonista un uomo di Chiesa, il romanzo Notturno sull'Isonzo occupa un posto speciale. Ispirandosi alla vita di un sacerdote realmente esistito, ovvero don Filip Tercelj (di cui Florijan Burnik è l'alter ego letterario), Rebula descrive il tragico destino che investì tanti preti sloveni, vittime dei totalitarismi del secolo scorso: il protagonista del romanzo è dapprima incalzato dai fascisti in casa propria, poi confinato ed esiliato in Italia; rinchiuso in un campo di concentramento dai nazisti; infine, nel dopoguerra, assassinato brutalmente dai comunisti senza tanti complimenti. Questo romanzo è un singolare monumento eretto alla memoria di tutti i sacerdoti sloveni della cosiddetta Primorska che, accettando la persecuzione e mettendo a repentaglio la loro vita, furono sempre pronti a difendere la dignità umana nonché il diritto fondamentale spettante a ciascun uomo di onorare Dio nella sua lingua madre e di conservare la propria identità nazionale.
Nel 1940 la Francia subisce l'umiliazione della sconfitta, l'invasione delle truppe di Hitler, la divisione del Paese in due parti, l'imposizione delle leggi e dei provvedimenti razzisti concepiti a Berlino. Jean Khaieté è un giovane ebreo francese, figlio di una famiglia di emigrati sfuggiti ai pogrom della Russia zarista. Egli decide di rischiare la vita per unirsi, fuori dai confini del Paese, alle forze della "Francia Libera", il movimento di resistenza e riscatto ideato e guidato dal generale De Gaulle. L'iniziativa del giovane perseguitato lo porterà a una fuga spericolata in Spagna, che gli salverà la vita e gli permetterà di dare il suo contributo alla vittoria contro il nazifascismo. Una storia che deve essere raccontata soprattutto perché smentisce uno dei più odiosi stereotipi contro gli ebrei: l'accusa secolare di non avere alcun senso di vera appartenenza a una "patria", sentendosi piuttosto parte di una non meglio definita comunità internazionale... per di più sospettabile di chissà quali complotti ai danni dell'umanità. Uno degli ultimi testimoni viventi di quell'epoca di decisioni definitive ci accompagna nel cuore della reazione civile e nobile a ogni forma di antisemitismo e di razzismo.
"Aveva sognato Trotty? Le sue gioie e i suoi dolori, assieme ai personaggi che vi hanno preso parte, sono soltanto un sogno? O forse era un sogno lui stesso, e chi narra questo racconto è uno che ha sognato e che si sta svegliando solo adesso?"
A dodici anni Gesù scappò da Giuseppe e Maria e trascorse tre giorni da solo a Gerusalemme. Di questa fuga sappiamo poco, ma fu indubbiamente di fondamentale importanza per la sua formazione. Cosa accadde in quei giorni? Chi incontrò? Cosa maturò in quel ragazzino fragile e sensibile, disgustato dalla miseria e dall'ingiustizia? Cosa lo trasformò in quel giovane calmo e risoluto, dallo sguardo carico di ardore e il cuore dolce, che avrebbe trasmesso al mondo un messaggio di speranza? Stéphane Arfi - basandosi sui testi di Hillel il Vecchio, grande rabbino ebreo - racconta cosa avvenne in quei giorni e come Gesù scopri che il vero segreto della felicità non era l'amore, ma un altro valore, più sottile: il bene, "hessed". Un valore che Gesù non ha cessato di trasmettere nel corso della sua vita, ma nei secoli il suo insegnamento è stato accolto solo in parte, perché così potente da cambiare il mondo. Ecco la storia di un episodio poco noto della vita di Gesù e quella di una parola - bene - che risolve il più grande enigma umano: come essere veramente felici?
Raramente un protagonista delle scene e chi ne narra la vicenda trovano un'intesa creativa e profonda come è capitato nella stesura di questo libro a Simone Cristicchi e a Massimo Orlandi: quest'ultimo ha raccolto confidenze, interpretato suggestioni e riportato dialoghi, rielaborando e riproponendo a sua volta, con personalissima creatività, la ricchezza di un percorso già originale. Personaggio che avrebbe potuto adagiarsi su una carriera che la sua genialità artistica gli permetteva in vari ambiti (dal disegno, alla musica, al teatro), il vincitore del Festival di Sanremo 2009 si è rimesso invece continuamente in gioco, sia nella vita che sul palco: spesso a fianco degli ultimi (siano essi i "matti" presso i quali ha anche prestato servizio, siano i minatori che riunisce in un coro costruendo una performance che gira l'Italia con un successo inatteso, siano i profeti incompresi come David Lazzaretti), Cristicchi rimane un uomo inquieto, in ricerca. Il suo approdo presso la Fraternità di Romena e altre realtà spirituali lo fa riflettere anche sulla questione più intima, e riannoda il suo percorso spirituale di cui la canzone presentata a Sanremo 2019 (che dà il titolo a questo libro) offre una sintesi formidabile. Questo libro racconta, emoziona, dibatte, provoca, e invita i lettori e i fan dell'autore di "Ti regalerò una rosa" a non dare nulla per scontato e a continuare a camminare: poiché «la vita è fragile» e siamo «in equilibrio sulla parola "insieme"». Un cammino umano e spirituale alla ricerca dell'essenziale da condividere nel terribile e meraviglioso quotidiano della vita.
Ferruccio Ulivi regala in queste pagine uno sguardo su una vita interiore, quella di Francesco d'Assisi, consumata dapprima in un mediocre ambiente domestico, poi rivoluzionata da una sconvolgente vocazione, nell'ansia di un ideale perseguito come ricerca eroica. Intorno al protagonista si muovono le figure dei discepoli, ora ferventi, ora tormentati; di Chiara, enigmaticamente appassionata; dei familiari, considerati nella sofferente pochezza; dei rappresentanti della Chiesa del tempo; del sultano d'Egitto. Quel che emerge, sullo sfondo dell'antico paese italiano o dell'oltremare, è un grande quadro di cui si ravvisano le affinità con ogni epoca di crisi, minata nelle esigenze fondamentali dell'uomo.
Manuela Ulivi, che da quasi trent'anni collabora con la Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano, racconta le storie di donne vittime di maltrattamenti e i percorsi di rinascita di molte di loro, sfatando i tanti stereotipi legati al tema e mettendo in evidenza gli aspetti poco conosciuti e ignorati delle violenze in famiglia, un universo che nasconde le contraddizioni di una società moderna, che su questo tema tanto moderna non è... La Casa delle donne maltrattate di Milano, primo centro antiviolenza italiano, incontra, ascolta e ospita le donne vittime di violenza adottando la metodologia dell'accoglienza, un orientamento fondato sulla pratica della relazione tra donne e sull'accompagnamento senza giudizio e direttività.
In un mondo in cui tutto si vende, Peter Schlemihl, povero e disoccupato, vende l'ombra al diavolo e, in cambio, guadagna un'infinita ricchezza. In fondo cos'è un'ombra? A cosa serve? Eppure da questo scambio il povero Peter ricava solitudine, angoscia e sradicamento, e non potrà fare a meno, attraverso mille avventure, di tentare disperatamente di riappropriarsi di ciò che era suo. Un racconto favolistico e metaforico, buffo e drammatico insieme, che da oltre duecento anni accompagna, diverte e fa riflettere i lettori di tutto il mondo.
Il Dio dei viventi racconta le vicende della famiglia Barcai, in un intrico di personaggi che seduce il lettore mentre sullo sfondo respira una Sardegna contadina, cupa e indimenticabile. Basilio muore improvvisamente, lasciando un'amante mai sposata, Lia, e il loro giovane figlio illegittimo. Suo fratello minore, Zebedeo, ne eredita beni e denari, ma è ossessionato dalle voci di un testamento a favore della donna, che sarebbe svanito nel nulla, e dalla stregoneria che, si dice, Lia eserciterebbe. Roso dal dubbio, dalla paura, preso in un dilemma che si svela a poco a poco in tutte le sue profondità, Zebedeo scoprirà presto che «il nemico è dentro di te mentre lo credi dietro la siepe; e tutto questo perché ti sei dimenticato che Dio vuole si viva giorno per giorno come gli uccelli dell'aria e gli steli dei campi».