Questi pensieri, sotto forma di versi, vogliono essere come un raggio che parte dall'intimo della Trinità. Lì il Padre e il Figlio non cessano mai di conversare. È un gioco di amore che si fa addirittura Persona nello Spirito Santo. Pagine sostanziate di Bibbia, che sanno insieme di semplicità e di cielo. Parole sgorgate dall'intimo del cuore. Cadenzate con la vita. C'è il sapore del quotidiano illuminato da Dio. L'Abbà-Papà ritma lo scorrere dei versi con l'insistenza di una goccia d'acqua che tiene umida e feconda la terra del cuore. Leggendo e meditando questi versi viene voglia di fare la stessa esperienza dell'autore: sentire Papà vicino e parlare con lui. Don Paolo vive di Papà, sta bene con lui, per star bene anche con tutti i fratelli e le sorelle, accolti nel suo nome e all'ombra del suo sguardo.
Siamo in un tempo in cui si saluta di meno. Pochi sono quelli che salutano lungo la strada, sul treno, in negozio... perfino entrando o uscendo da una chiesa. Eppure, come ben dimostra l'autore in questo avvincente volumetto, un gesto ordinario come il saluto racchiude una potenza straordinaria. Il saluto, infatti, è l'offerta preliminare di se stessi, l'ingresso nella vita di un altro. Salutando qualcuno, lo si riconosce un interlocutore degno di essere considerato, ritenendolo interessante, nella speranza di risultare a propria volta interessante ai suoi occhi. Salutare è anche un atto di coraggio: chi saluta per primo di fatto passa alle dipendenze di chi viene salutato. Se leggiamo poi bene la Bibbia, scopriamo come Dio si rivela anche come uno che saluta, e saluta per primo. Anzi, il saluto, come insegna la parabola del "Padre misericordioso" («gli si gettò al collo e lo baciò»), è l'espressione più alta del vero amore. Per cui, sarà mai possibile credere che «Dio è amore» e aspettare sempre dagli altri il primo cenno di saluto?
Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1223, a Greccio, vicino a Rieti, san Francesco mise in scena il primo presepe della storia. Un libro per comprendere e rivivere il senso profondo di quell'evento.
Le stigmate sono episodio centrale della vita di Francesco. Spesso interpretate solo come partecipazione alla sofferenza di Cristo, le stigmate sono anche la possibilità di una nuova relazione tra Dio, i fratelli e il mondo.
La morte di Francesco ci offre un modo per affrontare oggi un tema spesso esorcizzato dalla nostra cultura. Il fine della vita come una sorella a cui affidarsi per realizzare quella nuda povertà nata dall'adesione a Cristo.
La vita di Francesco e Chiara è specchio del Vangelo, ma è anche immagine che continuamente rimanda dall'una all'altro, in una sorta di gioco di riflessi che rivelano la complessità e la grazia provenienti dal seguire Cristo.
Il Cantico delle creature - o Cantico di frate sole - è l'inno che s'innalza dall'orchestra del creato e che trova in Francesco il suo entusiasta direttore. Sono stati centinaia gli studiosi di questa Lauda di san Francesco, soprattutto nel secolo scorso, al punto da averlo fatto diventare oggetto di spiegazioni intricate e analisi filologiche spesso contrastanti. In ogni caso, tutte le esplorazioni condotte ritengono il Cantico uno dei documenti più importanti della nostra tradizione. In questo volume, l'autore ne propone una lettura originale e attualissima, a confronto con le parole di papa Bergoglio sull'ecologia spirituale.
Tra le voci più alte della letteratura del XX secolo e della resistenza alla folle dittatura hitleriana, Dietrich Bonhoeffer ha portato la riflessione sulla fede a una dimensione completamente nuova che, ancora oggi, andrebbe approfondita. Da un lato, nel suo pensiero emerge un rigore assoluto che indica la fedeltà alla parola di Dio come unica possibile chance per l'umano; dall'altro, man mano che egli avanza verso i giorni del sacrificio che culminerà nel suo assassinio, si fa strada in lui la consapevolezza che quella fedeltà, quel rigore vanno predicati necessariamente in un mondo "senza Dio". Questo paradosso, del dire Dio in un mondo in cui Dio non è più contemplato, segna le pagine antologiche che qui ripresentiamo al lettore. Chi conosce il pensiero bonhoefferiano troverà in questo libro un fedele compagno di memorie; chi non lo ha mai affrontato, avrà l'occasione di potersene abbeverare lentamente, come goccia a goccia, in un tempo, quale è il nostro, in cui - se pure viene meno la sete di un Dio troppo spesso confuso con gli idoli - non manca la necessità di ritrovare oasi d'ombra e acqua dove poter sostare per proseguire rinvigoriti nel cammino.
Il 2023 segna gli 800 anni della conferma della Regola di san Francesco. Perché Francesco ha dovuto scrivere una Regola? Senz'altro per dare stabilità e riconoscimento nella Chiesa alla sua Fraternità, che si presentava come una realtà molto innovativa. Questo volume presenta una lettura non statica ma dinamica della Regola di san Francesco, per aiutare chi non la conosce a scoprirla e a gustarne l'ispirazione e il senso più profondo. Un testo sempre in divenire, che propone un rinnovato contatto con il Vangelo e che diventa anche per noi provocazione e profezia per una scelta radicale di vita.
Il legame tra letteratura e spiritualità è fortissimo e tutt'altro che casuale, specie all'interno del cristianesimo. Attraverso i Vangeli, infatti, anche la struttura della preghiera si trasforma, la Parola originaria - il Logos - assume una centralità inedita in virtù dell'Incarnazione di Cristo. Lo stesso Gesù, quando vuole insegnare, racconta e non teorizza, ed è tanto più riconosciuto come maestro quanto più risulta affascinante come narratore. In queste pagine, Alessandro Zaccuri ci presenta esempi tratti dalle letterature antiche e da quelle orientali per arrivare all'epoca moderna e contemporanea. Un percorso da Lucrezio a Eugenio Montale, da sant'Agostino a Dante, da Cervantes passando per Shakespeare fino a Dickens, Hemingway, Carver e al più contemporaneo di tutti, Cormac McCarthy, per rispondere idealmente a quella domanda, formulata nel 2012 sul New York Times, a firma dello scrittore statunitense Paul Elie: «Il romanzo ha perso la fede?». La letteratura, sia chiaro, non è ancora preghiera. Ma di sicuro può aiutare a pregare.
La Chiesa deve diventare sempre più attenta alle necessità della società contemporanea e avviare con umiltà e coraggio un'operazione di aggiornamento del linguaggio per riuscire a farsi comprendere oggi. Poiché il primo gesto comunicativo è costituito dall'ascolto degli altri, è necessario nella predicazione farsi carico del vissuto e delle storie dei membri della comunità a cui è rivolta un'omelia. A questo proposito, lo storytelling può costituire un'ottima risorsa, grazie alla sua capacità di creare una relazione forte con l'interlocutore. Prefazione di Dario E. Viganò.
Pregare perché accada il regno di Dio equivale ad agire perché la sua giustizia ricrei nel mondo condizioni umane di accoglienza, amicizia, fratellanza universale. Pregare è ascendere al cuore stesso di Dio, solo e sempre amore, e da lì guardare giù, nella nostra "valle di lacrime", per vedere la sofferenza degli uomini con gli occhi dell'affetto di Dio. Occhi non soltanto compassionevoli ma profetici, capaci cioè di prefigurare il superamento di tutto quel dolore. Ogni preghiera è immersione nell'amore di Dio e mano tesa a stringere quella dei fratelli: sostegno desiderato e offerto, reciproco aiuto. Se non si salda a questa dimensione concreta, la preghiera appare qualcosa di sterile. Ammonisce infatti Gesù: «Non chiunque mi dice "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». Ecco perché il cristianesimo non può esistere come una "fede senza le opere", se non a rischio di fraintendere in maniera drammatica il significato del dialogo fra i credenti e Dio.
Franz Kafka è uno degli autori più citati, più complessi da circoscrivere e più straordinari del '900. Le sue narrazioni più famose, dalla Metamorfosi al Processo, però non lo racchiudono pienamente. C'è tutto un mondo aforistico, poco noto, che lo propone anche come uno dei filosofi più profondi e meno sistematici che si possano immaginare. Ogni sua parola è, in qualche modo, l'inizio di un percorso e, attraverso le parole, egli ci incita a metterci sulle sue stesse tracce, per sfuggire al labirinto del quale ci sentiamo prigionieri. C'è un minotauro ad attenderci? O c'è Dio stesso, in qualche sua forma, accogliente o terribile? Kafka non può svelarlo, ma sa di potersi e poterci avvicinare alla risoluzione dell'enigma dell'esistenza, là dove ciò che non si vede è però sempre presente. Una raccolta sorprendente, dedicata a tutti quelli che non hanno mai finito di cercare.
Descrivere la preghiera contemplativa non è impresa facile. Tuttavia, qualcosa bisogna pur dire, poiché in essa il Signore comunica le sue grazie in maniera speciale. L'autore di questo volume lo fa attingendo al grande tesoro della Tradizione - dai Padri del deserto fino ai santi contemplativi più recenti - per aiutarci a trovare motivazioni e stimoli che ci dispongano alla dimensione contemplativa della preghiera. Ricorrendo a una metafora efficacissima utilizzata da santa Teresa d'Avila, ci spiega che cosa si intende per contemplazione: nella meditazione ci affatichiamo come quando dobbiamo attingere acqua dal pozzo per irrigare il giardino; nella contemplazione la fatica scompare, perché Dio stesso provvede a irrigare il giardino facendo piovere. In poche parole: quando nella preghiera lo Spirito agisce e noi ci abbandoniamo, allora abbiamo la preghiera contemplativa. Un cristiano contemplativo non è solo uno che prega meglio o di più, ma una persona che vive attendendo l'Invisibile che si rivela passo dopo passo, senza strepito e senza clamore, e che sa gustare la "manna dal cielo" che il Risorto fa cadere dalle sue mani verso la terra.
La preghiera è entrata nei comuni riflessi mentali come esercizio di estraniazione dell'io, pratica di isolamento individuale che incontra il divino nella misura in cui si sottrae all'intero catalogo dei non-io: gli altri, il mondo, la vita. In questo programma di sottrazione vanno perdute molte cose. Si sacrifica anzitutto l'esperienza reale, degradata a distrazione, o peggio a seduzione. Ma si sacrifica altresì la dimensione interpersonale dell'esperienza religiosa, comprensiva del suo tratto tipicamente ecclesiale. E si sacrifica soprattutto l'essenziale riferimento a Gesù senza il quale cristianamente non si dà vera unione con Dio. Quello del corpo, della comunità e di Cristo è il sacrificio congiunto del distacco secolare della preghiera dalla liturgia. È di questo che si parla in questo libro, scritto con il desiderio di essere all'altezza del suo meraviglioso oggetto: la preghiera che insieme ci porta a Dio grazie a Gesù.
San Giuseppe figura nella storia della Bibbia e della Chiesa come "il grande silenzioso". Se possiamo accedere all'intimità della Vergine Maria attraverso le sue poche frasi nei Vangeli, lo stesso non si può dire del suo sposo, Giuseppe. Non una sola sua frase è riportata nei Vangeli. Eppure, questo silenzio non solo non sminuisce la sua santità, ma dà grande spessore alla sua missione. Giuseppe ricevette l'annuncio dell'angelo in sogno. Egli nacque per compiere la missione richiesta da Dio: prendere Maria in sposa e vegliare sul bambino Gesù, che doveva nascere non dalla volontà dell'uomo ma dallo Spirito Santo. Per questo, l'evangelista Matteo lo chiama "giusto". Per noi, la parola giustizia rimanda immediatamente alla giustizia sociale e alle rivendicazioni salariali. Nella Bibbia, la giustizia equivale alla santità. Giuseppe è giusto non solo perché ha lavorato bene nel suo laboratorio, ma perché ha adeguato la sua volontà a quella di Dio. La volontà di Dio conduce il credente alla più alta realizzazione della sua esistenza, nonostante le apparenze. L'esempio di san Giuseppe invita all'azione.
Nelle Scritture bibliche, e in particolare nella serie di quarantasei libri che chiamiamo Antico Testamento, sono presenti varie sensibilità e sottolineature riguardo lo spirito della preghiera. Le situazioni mutevoli della vita fanno emergere l'esigenza di essenzialità, chiarezza o consolazione e la preghiera si modula con esse nella relazione del tutto della persona con il Signore che è Dio nostro. La preghiera è dunque tensione, mai pienamente realizzata, verso quanto il Signore ricerca dall'essere umano: ascolto e alleanza, fonte di amore. Credere e pregare che Dio è l'Uno porta a unificare cuore, anima e forze per andare - trasformati - incontro al prossimo. Le situazioni della vita con le persone che le animano, le gioie e le speranze, i dolori e le angosce, sono nella preghiera presentate al Signore. Egli si pone accanto a ciascuno nella condizione reale in cui si trova e lo invita a fare dei passi insieme a lui. Attraverso l'approfondimento, la preghiera e la prassi si assume gradualmente lo sguardo di Dio, che di racconto in racconto, di esperienza in esperienza, si mostra più profondo e più vasto di quello che l'essere umano pensa.
Pregare con i Salmi è tradizione antichissima, biblica, patristica e monastica, degli ebrei e dei cristiani. Libro della liturgia ufficiale di Israele, i Salmi sono diventati poi i testi della preghiera cristiana, anche liturgica (si pensi al Salmo responsoriale). Il Salterio è un "microcosmo" di molteplici aspetti: letterario, simbolico, teologico, dell'umanità, della preghiera, della storia, della liturgia. Microcosmo dell'Antico Testamento, microcosmo cristiano, poiché, come scrive Ugo di San Vittore, «tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest'unico libro è Cristo». Come l'intera storia di Israele - occasione della fedeltà di Dio al suo alleato - è narrata nei Salmi, così il Salterio contiene il grido, il dolore, la letizia e la tristezza, i timori, i dubbi, le speranze, l'esperienza tutta della vita e della morte umana. Contiene una «anatomia di tutte le parti dell'anima », secondo il famoso aforisma di Calvino. La musica e la poesia della cui materia sono fatti i Salmi è infine capace di rendere i versi di un "io" orante, la voce di tutta l'assemblea, sia quella di Israele che quella della Chiesa.
La preghiera, proprio perché accompagna il cristiano per tutta la vita, dall'infanzia alla morte, cambia forma, anzi implica dei mutamenti a seconda delle età. Ma ciò che è determinante è che non venga mai meno, che non ci si stanchi di pregare, che si preghi sempre e in ogni situazione. Può darsi che il Signore ci faccia la grazia di diventare vecchi e di arrivare a un'intensità spirituale in cui sembra di non pregare più ma che le nostre persone stesse siano diventate preghiera, come avvenne a san Francesco d'Assisi. In ogni caso, che si sia piccoli o anziani, dotti o semplici, per pregare basta semplicemente dire a Dio: «Abba! Papà caro!». E al Figlio: «Gesù Signore, vieni!». Basta questo per dire che lo Spirito prega in noi e che in noi per grazia c'è l'arte della preghiera.
Facciamo spazio alla lettura per intero della preghiera del Padre nostro perché, anche se probabilmente tutti la conosciamo a memoria, ci sarà di aiuto soffermarci sul testo rallentando la lettura e permettendo così alle parole di Gesù di entrarci dentro in una maniera nuova. Gustare è infatti il verbo migliore che descrive la vita spirituale, come canta il Salmista: «Gustate e vedete com'è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia». Le pagine di questo libro saranno un commento a questa preghiera insegnata da Gesù stesso, che lungi dall'essere semplicemente una formula, è invece "forma" per ogni preghiera cristiana. Il Padre nostro è la più grande professione di fede che come cristiani possiamo fare, perché essa non è la semplice recita di parole, ma è un programma che impegna tutta la nostra vita.
Questo è il mistero della preghiera: la varietà di parole, espressioni, posture e silenzi con cui noi e Dio restiamo in un dialogo d'amore fondato sul rispetto della reciproca libertà. Un dialogo tanto misterioso per chi crede di non averne mai fatto esperienza, quanto familiare per chi ha già imparato a immergersi in esso con la spontaneità del cuore. Le pagine di questo libro vogliono essere un umile e utile strumento di iniziazione a un'arte di cui oggi, forse più che in altri tempi, si avverte una profonda nostalgia e un rinnovato interesse. Quando è compresa e vissuta per ciò che deve essere, la preghiera è l'ultima libertà di cui il cuore umano ha desiderio. Fermarci e prendere del tempo per sintonizzarci con il senso più profondo della nostra vita è il gesto più libero e necessario che possiamo compiere. La preghiera è l'unica cosa di cui c'è veramente bisogno, ma non può che essere un'esperienza assolutamente gratuita, libera da qualsiasi costrizione. La parte più bella della vita, a cui nessuno può costringerci, da cui nessuno ci può separare.
Dal Golgota, dove fu crocifisso, Gesù lanciò forse il suo ultimo sguardo "terreno" non solo sulla Città Santa, ma su tutta l'umanità dolente che guardava senza ancora capire. La presente Via Crucis e le meditazioni che seguono nascono proprio percorrendo il selciato che conduceva al luogo del Cranio: la "Via Dolorosa", come tradizionalmente è identificata, nella quale Cristo abbraccia la croce per noi. È con l'auspicio che possano partecipare del clima spirituale in cui il Santo Sepolcro e Gerusalemme tutta sono immersi, che Massimo Tellan dona pagine ispirate e sentite ai suoi lettori, per vivere la Via Crucis non solo come momento di preghiera, ma anche come occasione per fare memoria del dono inesauribile che, lungo quella via dolorosa, si preparava per noi. Un cammino, quello proposto dall'autore, arricchito ulteriormente dai brani degli inni che si cantano ogni pomeriggio con la processione francescana nella Basilica del Santo Sepolcro, qui riportata e adattata per l'oggi. Dal selciato di Gerusalemme, seguendo le orme del Maestro, possiamo imparare a percorrere le tante strade del mondo cui siamo chiamati, le nostre vie dolorose che non comprendiamo; davanti agli occhi però avremo sempre una risposta, mite e potente, che si offre di consolare le nostre paure e i nostri dolori: è Gesù che, anche quando su di noi grava la croce, insegna al cuore come restare in alto, all'anima come volare libera.
Una piccola guida personale, scandita lungo le settimane, per condurre il lettore a curare la propria vita spirituale in vista delle giornate quaresimali e delle feste pasquali. Con uno spazio per scrivere le proprie riflessioni. Un libro da comprare per sé stessi o da regalare ad amici e parenti che vogliono vivere la preparazione al Triduo Santo in maniera originale. Perfetto da leggere la sera, o in viaggio; una compagnia preziosa con le parole di padre Enzo Fortunato, per i giorni in cui vogliamo dare spazio ai grandi temi della Passione, Morte e Resurrezione, per comprendere meglio il mistero della nostra salvezza.
In questo libro Carlo Maria Martini svolge il compito alto e paterno di maestro di vita spirituale e di preghiera. Il primo segno della sua abilità e competenza, nell'assumere questo ruolo, è che egli non dà nulla per scontato: dalla opportuna posizione del corpo alla gestione dei propri pensieri e sentimenti, dalla conoscenza dei diversi tipi di dialogo con Dio all'ascolto della Parola, dal respiro della preghiera adulta e consapevole al vigore della carità operosa che, egli insegna, è l'esito felice di una spiritualità autentica. Per gustare la gioia dell'incontro con Dio e trarne le energie di cui abbiamo bisogno per una vita migliore.
Nel 1980, divenuto da poco arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini scriveva la sua prima lettera pastorale, intitolandola La dimensione contemplativa della vita. Al centro appariva chiara per lui l'importanza di sottolineare una dimensione dell'esistenza che spesso si tende a dimenticare: silenzio, ascolto della Parola, adorazione, riflessione, meditazione... Le pagine raccolte in questo volume, a distanza di anni da quelle, ne riprendono l'invito e lo approfondiscono, offrendosi come una vera e propria guida alla preghiera silenziosa e a quella d'intercessione per gli altri. Troviamo qui un Martini profondo conoscitore della tradizione spirituale d'Occidente, capace di unire originalmente esegesi biblica e talmudica e approfondimento delle figure di mistici della statura di Teresa d'Avila e di Giovanni della Croce. Emerge, lungo le pagine, anche il Martini frequentatore della letteratura alta della modernità, da Dostoevskij a Etty Hillesum.
Etty Hillesum è figura che, lungo gli anni, è andata assumendo un'importanza sempre crescente nell'ambito della cultura sia alta che di massa (e già questo è un merito che le si deve ascrivere). Martire del nazismo, ella pian piano è assurta a vera e propria compagna del lavoro interiore di molte donne e uomini; ma ha anche proposto (per quanto in parte inconsapevolmente), una vera e propria filosofia del quotidiano, capace di provocare le coscienze grazie e a causa del contesto in cui era inserita. È proprio nell'esperienza quotidiana che ella trovò per sé - e ripresenta a noi - la propria strada di "resistenza-, quella più difficile e sfidante: la resistenza all'odio. Resistenza interiore, poiché il vero danno che l'odio altrui e nostro può farci è quello che ha conseguenze devastanti in noi stessi. La sua è un'idea di rifiuto dell'odio, oggi tornata tanto necessaria quanto lo dovette essere ai suoi tempi. Chi accetta di accompagnarsi al cammino che Etty Hillesum propone nei suoi scritti (di cui il lettore trova qui una scelta antologica), accetta di essere messo in gioco con lei nel difficile lavoro interiore che tutti, prima o poi, dobbiamo compiere: quello di affrontare i nostri demoni, per giungere, infine, ad alzare gli occhi verso il cielo.
Questo libro offre integralmente le parole pronunciate da due importanti personaggi del nostro tempo davanti a un pubblico numeroso e attento in una serata speciale. La senatrice Segre e l'Arcivescovo Delpini uniscono memoria, intelligenza e passione per offrire al nostro tempo una risposta all'emergenza educativa che lo segna profondamente. Si rivolgono a tutti: giovani, educatori, genitori, insegnanti, semplici cittadini, istituzioni e associazioni, convinti che l'amore - parola chiave dei loro interventi - possa sempre educare al bene e renderlo possibile.
In questo libro il vescovo Martini dialoga con i suoi preti, ma si rivolge anche ai membri dei consigli pastorali, quindi ai laici, a tutti i credenti e persino a chi non crede. Si pone, infatti, domande urgenti e universali: in tutti gli ambiti della vita personale e sociale ciascuno di noi fa riferimento ai propri valori, alle proprie esperienze e alle proprie aspirazioni. È possibile, tuttavia, si domanda, elaborare un metodo e grazie a questo individuare una serie di scelte che possano orientare il nostro "fare" il meglio per il bene del mondo? Martini è stato un maestro di discernimento pratico: il credente, il biblista, il pastore e il protagonista del suo tempo ci offre con generosità la sua ampiezza di sguardo e la sua capacità di giungere alla concretezza, senza rinunciare alla profondità e alla bellezza della vita spirituale.
In questo libro sono uniti due testi: una riflessione sul valore della Dei Verbum (il documento conciliare sulla Parola di Dio) per la vita del credente e la proposta di una Regola di vita per il cristiano, attuabile nell'oggi. In realtà, questi due testi apparentemente distanti fra loro compongono una sorta di viatico, un vero e proprio dittico di "accompagnamento" per chiunque voglia comprendere il lavoro quotidiano che, da un lato, Martini ha compiuto e proposto in ascolto del testo biblico e, dall'altro, l'attenzione al popolo che gli è stato affidato. La meditazione sulla Dei Verbum, infatti, permette di comprendere "il modo di stare di fronte alla Parola", decisivo per ogni vita di fede; e la Regola di vita offre una guida etica e spirituale per orientarsi nella nostra quotidianità.
Per invitarci a riflettere come comunità cristiana sui tempi di grandi ostilità e di prova che ci troviamo a vivere, Martini riprende alcuni brani del Vangelo di Matteo e li traduce nell'oggi con lucidità di lettore della Parola e, insieme, di ascoltatore dell'umano: pagine come quelle della pecora perduta, del servo spietato, della correzione fraterna rivivono e ci conducono alla consapevolezza per la quale «quanto fa la comunità ha valore soltanto se tocca l'eternità». Nella parte seconda del volume il lettore ritrova una delle meditazioni forse più sentite della vicenda episcopale di Martini a Milano. Potremmo definirla una meditatio commossa e capace di commuovere. Dopo i capitoli sul "fare della Chiesa" e sul "giudizio" di Cristo sul mondo, essa si offre come un vero e proprio testamento spirituale, una confessio del pastore di fronte alla sua Chiesa.
Molti si chiedono: dove trovare spazio e tempo per la preghiera nella vita? Per entrare o rimanere in un sano equilibrio è necessario trascorrere del tempo nella quiete santificata da Dio. Il riposo per il corpo, la mente e l'anima che viene proposto all'orante nella preghiera di quiete lo libera dalle impressioni dolorose che si frappongono sul suo cammino e lo avvicina a Dio. La preghiera di quiete è un concetto che va fatto risalire ai primi monaci cristiani, che cercarono di vivere coerentemente la loro fede nei primi secoli. Ciò che Peter Dyckhoff sintetizza in questo libro rappresenta la somma delle sue esperienze come leader di preghiera e autore nell'ambito della preghiera di quiete: si tratta di un vero e proprio corso per principianti e avanzati, che offre un contrappunto al trambusto di questo nostro tempo: un percorso verso la calma interiore, l'equilibrio, un cammino verso Dio. Soprattutto nell'inquietudine odierna, questa modalità di preghiera - aggiornata alle nostre esigenze - offre un certo cammino verso la pace interiore e una profonda esperienza di fede.
Di cosa ha bisogno un giovane per realizzare se stesso al meglio? Di autostima, di fiducia nel mondo come luogo di opportunità, di educazione dei sentimenti e di autonomia. Queste virtù umane si rafforzano, secondo il cardinale Martini, percorrendo la via tracciata dal Padre di tutti al seguito di Gesù. In questo libro, in dialogo con i giovani e introducendoli alla frequentazione liberante della Parola, l'uomo di Dio rivela a loro e a tutti il segreto della gioia spirituale: quella che nessun "incidente di percorso" può oscurare. Lo fa mostrando le tappe di una progressiva liberazione dalla paura, dalla timidezza, dal sospetto e dall'egoismo, per guadagnare coraggio, franchezza, curiosità e spirito di servizio. È il potere liberante della Lectio divina e del servizio come identificazione con gli stessi sentimenti di Cristo per il bene del mondo.
Quelle ripresentate in queste pagine sono due "serie" delle Scuole della Parola, che furono una delle molte e grandi intuizioni del Martini pastore ed educatore. Esse vanno a comporre un dittico su ciò che lo Spirito muove nei nostri cuori non solo dal punto di vista della vita cristiana, ma della vita tout court, delle virtù umane che, però, alla luce di Dio e della sua Grazia, si trasformano in qualcosa di più alto: «La morale dello Spirito, su cui meditiamo nelle nostre catechesi» dice il Cardinale «non mira semplicemente a una società ordinata, bensì a una società cordiale, calorosa, entusiasmante». A partire dalla lettera di Paolo ai Galati (nella prima parte del volume) e da pagine bibliche che hanno al centro Maria e altre figure femminili (nella seconda parte), Martini ci accompagna in una riflessione sul bene che, riletta a distanza di anni, ancora oggi non lascia indifferenti e, anzi, appare di una contemporaneità sorprendente.
Una piccola guida personale, scandita lungo le quattro settimane di Avvento, per condurre il lettore a curare la propria vita spirituale in vista della festa della Natività. Con uno spazio per scrivere le proprie riflessioni. Un libro da comprare per sé stessi o da regalare ad amici e parenti che vogliono vivere la preparazione al Natale in maniera originale. Perfetto da leggere la sera, o in viaggio; una compagnia preziosa con le parole di padre Enzo Fortunato, per i giorni in cui vogliamo dare spazio ai grandi temi dell'attesa di Dio e dell'Incarnazione del Verbo, che viene a noi incontro come amico per i nostri giorni difficili.
Può succedere che la vita si spenga, che i sogni si frantumino sotto il duro peso della realtà, che le attese e le speranze cedano il posto alla delusione. Accade dentro di noi, ma anche nella realtà che ci circonda: viviamo tempi incerti, segnati dalla stanchezza, dalla sfiducia, dalla paura di guardare avanti. Eppure, quando ci manca il coraggio di "provarci ancora", la fede cristiana ha un messaggio per noi: si può ricominciare sempre. E abbiamo bisogno di "parole buone", quali fiducia, speranza, riconciliazione, trasformazione... che ci ricordino la promessa di Gesù: nella notte dello smarrimento e dell'attesa, mentre le luci dell'alba tardano ad arrivare, Dio ti aspetta sempre sulle rive della vita. Restare svegli è tutto. Infrangere la notte si può. E ricominciare è possibile sempre.
Spesso prendiamo il testo biblico come un libro triste e impegnativo, mentre la storia della Chiesa ci appare piena di tensioni, noiosa, vecchia e stantia. Ma nella Bibbia e nelle vite dei santi ci sono molte pagine di profonda ironia, di capacità di guardare all'esistenza aprendosi alla speranza e al sorriso. Dio ride, dice papa Francesco, ed è vero, più di quanto immaginiamo. Nei racconti di Mocellin, l'avventura del "povero cristiano", per mutuare un'espressione da Silone, si frantuma in una serie di vicende che, apparentemente, non hanno nulla di eroico, ma che nascondono vissuti capaci di sconcertare, provocare, a volte anche sconvolgere un'idea di cristianesimo che è tutt'altro che vecchia e stantia, ma anzi è capace di riproporsi sempre in modo rinnovato a ricordare che senza sale e senza lievito nessuna storia cresce e ha sapore.
La Bibbia racconta molte storie di ritorno alla vita, nell'Antico e nel Nuovo Testamento. Accade talvolta che la morte sia reale, come per gli uomini e le donne resuscitati da Gesù, ma succede anche che la morte sia interiore, uno smarrimento di sé completo e apparentemente definitivo, un buio interiore che si può rischiarare solo guardando a Dio. «Se Cristo è davvero Vita, tornare a vivere significa tornare a farsi irradiare da Lui», spiega Natale Benazzi, che in questo libro compone un itinerario per riprendere o cominciare «a respirare di Lui, a camminare con Lui», un percorso che punta, con semplicità e decisione, a ritrovare la ragione profonda che ci rende credenti.
Recuperare la vista o, più spesso, iniziare a vedere sono temi ricorrenti nei testi evangelici. Sul loro valore spirituale non lascia dubbi il Vangelo di Giovanni, secondo cui Cristo «venne come testimone per dare testimonianza alla luce», e che specifica: «La luce vera, quella che illumina ogni uomo». Serrare gli occhi, essere ciechi, significa restare nelle tenebre, in un buio privo di senso, di direzione e di verità. Aprirli, al contrario, è mettersi in cammino, una scelta che comporta fatica ma aiuta a vedere le cose sotto un aspetto nuovo. In questo libro Natale Benazzi, seguendo passo dopo passo un episodio del quarto Vangelo, invita a rimettere in discussione la nostra "cecità spirituale", perché l'unico cieco davvero insanabile è colui che sceglie di non vedere.
Talvolta le nostre esistenze sembrano arrestarsi, chiudersi entro i propri confini, dare la sensazione che sia tutto come già scritto, già detto. Quando succede, spesso ci accomodiamo, ci adagiamo ed evitiamo con cura tutto ciò che potrebbe sconvolgere la nostra tranquillità. Altre volte proviamo noia, perché il tempo trascorre per noi come un soffio di vento leggero, non lascia nulla e non ci fa crescere. La tradizione ebraico-cristiana nasce da esistenze diverse, nomadi, in continuo movimento, e la Parola di Gesù invita i suoi a una vita in perenne ricerca, senza ripetitività, tesa alla realizzazione piena di ciò per cui siamo fatti. Questo libro, tra riflessioni ed esercizi, vuole essere un pungolo che, come per il paralitico dei Vangeli, ci invita ad alzarci e a rimetterci in cammino.
In un mondo che parla di libertà a ogni piè sospinto, ma che tende a negarla continuamente con un controllo della vita di ciascuno di noi che va ben oltre quello delle dittature, Simone Weil diventa un punto fermo per aiutarci a ripensare la nostra libertà in modo vero, concreto e indipendente. Come scrive la grande autrice francese, e come qualcuno ha ribadito commentando il suo pensiero: "La libertà non è fare quello che si vuole ma piuttosto avere la piena coscienza di volere ciò che si fa".
Tutte le più belle preghiere alla Vergine, della tradizione e della contemporaneità, sono qui raccolte in una sorta di grande "breviario" mariano che potrà accompagnare i tempi liturgici forti e gli altri giorni del nostro anno per una frequentazione assidua con la Vergine Madre di Dio. Nel libro troviamo, tra le altre, le preghiere di sant'Antonio di Padova, di san Bernardo e di don Tonino Bello; possiamo leggere integralmente l'inno Akatistos della tradizione orientale; siamo condotti per mano alla comprensione delle più semplici preghiere, come l'Ave Maria e il Salve Regina, e introdotti alla devozione del Rosario e a Maria che scioglie i nodi. Una raccolta completa delle preghiere mariane sotto la guida sapiente del fondatore di Radio Maria.
Quando le cose non vanno come dovrebbero, quando le trame della nostra vita paiono tessersi lontano da noi, il senso di impotenza può sopraffarci. È ciò che succede, sovente, nei momenti più difficili della nostra esistenza, perché il dolore diventa talmente grande da sembrarci insostenibile. Cosa fare, allora? Se la parola "rassegnazione" ha spesso descritto l'atteggiamento del cristiano - immaginato forse a capo chino, pronto ad accogliere passivamente fortune e sfortune -, più di recente si è preso a parlare di "resilienza", ossia della capacità di resistere e reagire alle avversità. Questo volumetto, partendo dal Libro di Giobbe e concludendo la sua trattazione al fianco di Gesù nell'Orto degli Ulivi, traccia una riflessione tra questi due apparenti opposti, costruendo una traccia che possa aiutare ogni lettore a riprendere in mano la propria vita.
Un libro di esercizi spirituali pensato per mettere ordine nella propria vita. Il testo segue le tappe classiche della tradizione spirituale: la via purificativa, la via illuminativa, la via unitiva, ripensate per l'oggi. Forte presta infatti attenzione al messaggio biblico e alla cultura del nostro tempo. Il simbolo della via purificativa è il profeta Elia, il simbolo della via illuminativa è l'apostolo Giovanni, il simbolo della via unitiva sono le donne del Vangelo di Luca. A conclusione del libro sono proposte alcune piste concrete per l'esame di coscienza e il discernimento della vita.
Poche ricchezze sono preziose quanto la gratitudine. È grazie a lei se possiamo dare il giusto senso a un beneficio ricevuto e, insieme, restituire altrettanto per costruire un legame con il nostro prossimo. Non si tratta di una buona pratica che poggia su una norma sociale: la gratitudine è un sentimento che ci mette in gioco nel profondo, proprio perché si pratica quando non c'è obbligo di farlo. E quando riconosciamo la gratuità con cui l'altro ci è venuto incontro, in noi scaturisce il bisogno di fare altrettanto. O, almeno, così dovrebbe. La gratitudine è come un muscolo: va allenata perché dia il meglio di sé. In questo libro Natale Benazzi, con una riflessione incentrata sull'episodio evangelico dei dieci lebbrosi guariti da Gesù e con una serie di consigli ed esercizi, aiuta a intraprendere questa necessaria "palestra di gratitudine".
La capacità di ascoltare va preservata e accresciuta perché è fondamentale per la vita. L'ascolto di noi stessi è essenziale tanto quanto quello che riserviamo agli altri. Senza, siamo impermeabili a tutto, corpi inerti e insensibili, e possiamo fare del male non dando spazio né alla nostra voce interiore, né a chi, prossimo a noi, sente il bisogno di qualcuno che gli presti orecchio. Papa Francesco l'ha chiamata «sordità del cuore», ed è l'anticamera di ogni cattiva relazione. Ma c'è un altro pericolo. Se lo spirito si nutre dell'ascolto della Parola di Dio, la nostra sordità interiore è tra i peggiori rischi per la donna e per l'uomo di fede: per questo l'ascolto è indispensabile alla ricerca spirituale. Questo libro è una riflessione sull'ascoltare ispirata da Gesù e, in particolare, dagli episodi dei Vangeli in cui le sue parole e le sue azioni sanano chi ha perso la capacità di ascoltare.
Ogni cosa intorno a noi richiede energia. Dobbiamo agire, scegliere, produrre, consumare, e non è una sorpresa se sempre più spesso ci scopriamo come svuotati, incapaci di far fronte alle mille esigenze che la vita propone. Questo libro vuole offrire una risposta meditata alla nostra inesauribile ricerca di energia, e lo fa in modo inaspettato, indirizzando la propria attenzione al tempo del riposo. Riguardo a questo gli insegnamenti di Gesù sono decisi, controcorrente, stimolanti. Ed è proprio dal riposo, dal Sabato, e dal significato che questo può assumere, che scopriremo la possibilità di offrire un senso profondo alla nostra attività, un significato che le donerà, come una fonte copiosa, nuova energia.
Cosa fare della nostra libertà? Come ricercarla, come nutrirla, come liberarla da ciò che la opprime? Questo libro è un percorso meditato e inaspettato, che attinge a piene mani dall'episodio evangelico di Maria Maddalena, donna liberata dalla possessione di sette demoni, e interroga il bisogno di libertà presente in ciascuno di noi. Attraverso riflessioni e semplici esercizi, capaci di interrogare l'esperienza quotidiana di ciascuno, l'autore aiuta a distinguere la libertà "malata" da quella "sana", arrivando a prevenire l'illusione di una libertà assoluta e la paura delle responsabilità che l'essere liberi porta con sé. Una sollecitazione preziosa, perché riappropriarsi della propria libertà significa prendere in mano, davvero, ciò che siamo nel profondo.
"L'uomo vuole essere felice, e non vuole essere altro che felice, e non può non volerlo essere: Ma come ci riuscirà?". Così si interroga Pascal nei suoi pensieri e così ci interroghiamo anche noi oggi che spesso, nel cercare la felicità, la confondiamo col divertimento che è qualcosa di passeggero in quanto soggetto a essere turbato da mille accidenti che rendono inevitabile mestizia e afflizioni. Come scrive il filosofo francese in queste pagine, solo "chi riesce a trovare il segreto di rallegrarsi del bene senza affliggersi del male contrario, ha risolto la difficoltà". Ma dove cercare e come trovare la tanto agognata felicità? Forse la filosofia può diventare una via attraverso cui raggiungerla!
Don Salvatore è un punto di riferimento sul tema del desiderio del sacerdozio; è stato ordinato in anticipo sulla data canonica (il 16 aprile 2015) a causa di una malattia terminale che lo porterà alla morte poco tempo dopo. Alla vigilia della sua ordinazione riceve l'inaspettata telefonata di papa Francesco, che lo chiama per rincuorarlo e chiedergli la sua prima benedizione da presbitero. Cosa che lui fa il giorno stesso in cui diventa ministro di Dio: dopo aver benedetto il Santo Padre afferma: "L'ho fatto con il cuore pieno di gioia perché per noi tutti è un maestro. Non possiamo fare altro che seguirlo e continuare a pregare per lui". L'ultima celebrazione eucaristica che don Salvatore officia ha la data del 26 giugno 2015. Nella sua morte molti hanno intravisto la presenza di qualcosa di speciale, in lui che aveva detto: "Oggi, da presbitero, prendo la consapevolezza che l'aderire ai dolori immensi del Cristo, così come fanno tanti altri miei fratelli, spalanca varchi di luce sul mistero del soffrire". Questo libro raccoglie alcune preziose pagine del suo periodo di formazione seminaristica: da esse emerge tutta la sua forte tensione all'assoluto, esemplare per ogni sacerdote e per chiunque guardi ancora al ministero presbiterale come a un segno della presenza, incarnata, dell'amore di Dio nella nostra storia.
Sant'Agostino aveva il cor inquietum finché non trovò il motivo di esistenza della sua vita. Quel motivo era l'Amore, la Verità che da sempre lo cercava e lo stanò dalla sua vita vagabonda per riportarlo sulla strada dell'amore alla Verità, e per amore della Verità all'amore verso i suoi fratelli. Una volta trovato l'Amore poté dire: «Ama e fa' ciò che vuoi». L'amore è la verità dell'uomo, che incarnato in un corpo, pensa, vuole, si relaziona, lavora, spera, tutto perché si sente attratto da un polo magnetico di valore. E l'attrazione è l'inizio del processo di amore. Tutto si compie perché ci si sente attratti da un motivo di amore. L'uomo può pure soddisfarsi per le mete particolari, ma non potrà mai placarsi in esse, poiché queste non esauriscono tutto. Egli sente che solo l'inesauribile valore dell'amore può placare il suo insaziabile cuore. Solo nell'amore l'uomo trova la risposta alla domanda sulla vita. E nessuna vita è inutile e vuota se è amata, nessun uomo è inutile se può donare amore e si riconosce nel progetto di costruzione, insieme agli altri, dell'umanità dell'amore. Prefazione di Vincenzo Pelvi.
Al centro delle riflessioni di mons. Forte vi è il profondo rapporto che per il credente cristiano esiste tra legge e grazia, che in Matteo emerge in particolare proprio dal discorso della Montagna. Da una parte, le beatitudini rappresentano la biografia del Figlio di Dio venuto nella carne, perché soltanto in Lui ognuna di esse trova la sua piena realizzazione; dall'altra, proponendo Gesù come il modello cui guardare, esse descrivono le caratteristiche del discepolo che segue il suo Signore lasciandosi abitare e guidare da Lui. L'"imitazione di Cristo" è infatti il farsi presente del Risorto in noi: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato sé stesso per me» (Gal 2,19s). Il discepolo è invitato, pertanto, ad avvicinarsi alle beatitudini per imparare da esse a divenire nuova creatura con la grazia che gli viene dal Signore Gesù: in esse riconosce il progetto e il percorso della santità secondo il Vangelo, perché il santo è chi vive la vita nuova in Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria di Dio Padre.
È possibile leggere la liturgia nella vita di ogni giorno? Possiamo, come cristiani, fare in modo che essa ci parli anche fuori dalla ritualità? Percorrendo il capitolo 16 del Vangelo di Marco e le riflessioni che papa Francesco ha espresso nella lettera apostolica Desiderio Desideravi, Alessandro Deho' muove dallo smarrimento più grande - di fronte al vuoto del sepolcro - per delineare una liturgia della vita, fertile e infiammata di fede, che si nutra soprattutto di carità. Occorre mettersi in ascolto, essere pronti a cogliere e accogliere i segni del Risorto in ogni incontro, finanche nella fatica che viene naturalmente dall'iniziale rifiuto dell'annuncio di resurrezione.
Una piccola guida personale, scandita lungo quattro settimane, in modo da condurre il lettore a curare la propria vita spirituale in vista della solennità della Pasqua. Con uno spazio per scrivere le proprie rifl essioni. Un libro da comprare per sé stessi o da regalare ad amici e parenti che vogliono vivere la preparazione al Triduo pasquale in maniera ricca di spunti e di esercizi per il proprio spirito. Perfetto da leggere la sera, o in viaggio; una compagnia preziosa con le parole di padre Livio, per i giorni in cui vogliamo dare uno spazio maggiore al nostro rapporto con Maria, la Parola e con il Signore che patisce per noi e per noi risorge.
«Il libro che avete tra le mani è scritto con la carne e con il sangue. Trasuda l'esperienza di un prete innamorato di Cristo, che oggi il Signore ha chiamato all'episcopato e che non ha perduto la capacità di stupirsi e di commuoversi. Parla di storie vissute, di preti fragili e umani e non di "santini" con il volto angelico. Soprattutto parla a loro, ai preti: perché pur dentro cadute e fallimenti non perdano il coraggio di ritornare sempre alla sorgente e la gioia di abbracciare nuovamente il Vangelo. E perché il Signore, come scriveva l'amato e rimpianto vescovo Tonino Bello, gonfi sempre il cuore dei suoi preti di passione, riempia di amicizie discrete la loro solitudine, li conforti con la gratitudine della gente e con l'olio della comunione fraterna, li ristori da ogni stanchezza. E, soprattutto, li liberi da ogni paura» (dalla Prefazione di don Francesco Cosentino).
Un libro prezioso, un piccolo diario dell'anima da tenere sul comodino e leggere giorno dopo giorno in tempo di Avvento. Padre Livio Fanzaga accompagna i lettori verso il santo Natale con la saggezza e la profondità delle sue parole; un libro frutto di anni di meditazioni e di condivisione con tutti gli ascoltatori di Radio Maria. Con un linguaggio allo stesso tempo semplice e ricco di sapienza, queste pagine guidano il lettore nel suo percorso di preparazione al Natale.
«La sinodalità non è tanto il diritto di parlare, ma il dovere di ascoltare: ascoltare lo Spirito; ascoltare i fratelli; ascoltare lo Spirito ascoltando i fratelli». Così il cardinal Mario Grech, nella sua Prefazione, a ricordare come solo dall'ascolto possa venire un dialogo profondo, sincero e non scontato, quello stesso cui invitano gli autori di questo pamphlet in forma di "novena". «Le novene» - ci dicono - «nella tradizione popolare sono sempre state una forma di preghiera comunitaria semplice e profonda, che sosteneva la speranza, segnava non solo il senso di un'attesa, di un auspicio o di un ringraziamento, ma anche il ritmo comune, il passo del pellegrinaggio nel tempo ed era un concreto aiuto a stare esistenzialmente concentrati. E la preghiera è l'unica possibilità che abbiamo per inoltrarci in questo percorso di Chiesa, per mantenere la direzione e sostenerci lungo il cammino». Come usare questo libro, perché non vada perduto? «Sarebbe bello che oltre alla lettura, alla riflessione e alla preghiera personale, qualche sua pagina venisse letta e pregata in un gruppo, in una comunità, in una piccola o grande assemblea e favorisse una condivisione di pensieri, di speranza, di propositi in un percorso di "conversione" comunitaria». Prefazione di Mario Grech.
L'umanità di cui gli autori parlano in questo vero e proprio pamphlet provocatorio e stimolante è inevitabilmente collegata alla fede, intesa non come vaga spiritualità, né come vuota religiosità; è un modo di esistere che «fa della vita un dono per sé e per gli altri, perché quando la luce sorge non c'è più posto per le tenebre e anche i coni d'ombra delle istintività si attenuano. È uno stile di vita aperto, per nulla bigotto, perché l'amore dilata il cuore, non lo costringe in aride piccolezze. È libertà di vivere indistintamente spirito e corpo, non separandoli, ma fondendoli nell'unicità del proprio "essere umani". Non carica pesi sulle spalle degli altri, ma li porta in prima persona e aiuta a portarli. Il suo ruolo nel mondo non è nello sfruttamento, ma nella cura, in favore della bellezza, dell'armonia e dell'utilità di ognuno, perché solo in questo modo partecipa all'azione creatrice di Dio: quel Dio che fin dal primo momento ha scelto per se stesso di "vivere l'essere umano" e di agire attraverso ogni donna e uomo che riconoscono la sua presenza viva nelle loro stesse sembianze, fatte a sua immagine e somiglianza».
Questo libro raccoglie sette omelie tenute nel 1975 da Carlo Maria Martini, allora Rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma. Si tratta di commenti esposti durante le celebrazioni liturgiche all'interno di un corso di esercizi spirituali e fino a oggi mai pubblicati. Martini aveva, all'epoca, 48 anni e non era ancora noto al grande pubblico. La sua frequentazione con la parola di Dio, però, lo rendeva già uno dei predicatori più ricercati, per la sua capacità di coniugare le domande interiori della spiritualità, personale e comunitaria, con le pretese del testo biblico. Il lettore scoprirà, in queste pagine, la voce di un Martini a tratti sorprendente, forse anche inusuale, certamente acerbo in qualche spunto, dove però si intravede già la struttura solida di chi non teme di farsi provocare dalla Bibbia e dalle sue pagine anche difficili, come nel caso del commento alla storia di Iefte o alle invettive di Gesù nei confronti dei farisei, che l'autore riconduce all'oggi di un clero e di una Chiesa che non possono "fingere di essere ciò che non sono". Sette omelie inedite, dunque, che aprono uno scorcio originale per meditare e conoscere meglio l'amato gesuita e indimenticato pastore della Chiesa milanese.
Lo Spirito Santo resta, tra le persone della Trinità, quella meno compresa e meno pregata nell'ambito del cristianesimo, soprattutto di tradizione occidentale. Eppure è figura fondamentale del credere cristiano. Gianni Carozza, in questo libro, intende condurre per mano il lettore, passo dopo passo, a un'esperienza viva dello Spirito Santo, attraverso la meditazione attenta delle Scritture, passando dalla contemplazione della Sua opera nella creazione e nella Chiesa, fino a quella compiuta nel cuore del credente. Un itinerario, più che speculativo, interiore, che vuole introdurre a una familiarità con la Persona, tra le Tre, che più sfugge ai tentativi di definizione, e che, tuttavia, è oggi più che mai importante riscoprire per poter vivere un'autentica esperienza di vita cristiana. Per questo, l'opera in questione può costituire un ottimo strumento per la catechesi nelle comunità parrocchiali e per la preparazione degli adulti al Sacramento della Confermazione. È inoltre un utile sussidio personale per un itinerario verso la Pentecoste.
Amo ripetere a me stesso questa frase. Se non parli con l'uomo e la donna di oggi, ma ti ostini a parlare all'uomo e alla donna di ieri, stai diventando muto. Le tue parole sono logore. Chi ripete, non è fedele alla tradizione. Perché la tradizione si è continuamente incarnata, rinnovata, ricreata. Una Chiesa che non parla alle nuove generazioni è una Chiesa che non parla a nessuno. Chi non ascolta il grido che emerge dalla tragedia della pandemia non è fedele alla storia e non è un fedele al Dio della storia. Con questo piccolo libro, a partire dalla mia esperienza di malato di Covid e dalla mia vicinanza alla morte, ma soprattutto dalla voglia di rinascere, provo a offrirti alcuni spunti per guardare nuovamente con fiducia il futuro. Alla luce di quanto diceva Madeleine Delbrêl: "L'importante è nascere per bene in ogni morire". Prefazione di Matteo Zuppi.
È necessario togliere dal dialogo con Dio ogni presunzione, tutto ciò che crediamo di aver imparato e di possedere. Dobbiamo entrare nella preghiera come poveri, non come possidenti. Ogni volta che ci presentiamo davanti a Dio, ci presentiamo come assolutamente poveri; credo che, tutte le volte che non lo facciamo, la nostra preghiera ne soffra, diventi più pesante, sia carica di cose che la disturbano. È necessario entrare davanti a Dio veramente in stato di povertà, di spogliazione, di assenza di pretese: Signore, non sono capace di pregare e se tu permetterai che io stia davanti a te in uno stato di aridità, di attesa, ebbene benedirò questa attesa, perché tu sei troppo grande perché io ti possa comprendere. Tu sei l'Immenso, l'Infinito, l'Eterno: come posso io parlare con te? (Carlo Maria Martini)
Spesso ci capita di rintracciare piccoli semi della presenza del Vangelo in opere laiche, che, da molto, si sono fatte a noi fraterne, stimolando in vari modi la nostra immaginazione. Tra tutte, quelle uscite dalla penna dell'autore francese Antoine de Saint-Exupéry hanno certamente un posto privilegiato; e tra esse, Il piccolo principe si ritaglia uno spazio ancora più significativo. I temi dell'attesa, della speranza, dello sguardo bambino sulla realtà, dell'innocenza, dell'amicizia, del ritrovamento del potere dello spirito su quello delle cose... sono qui tutti presenti. Quando il mistero è troppo impressionante non si osa disobbedire (Saint-Exupéry). Età di lettura: da 6 anni.
Il presente libro raccoglie tre testi nati come predicazione al Papa e alla Curia nel 2021, durante la pandemia, e si offre come un vero e proprio accompagnamento alla comprensione della figura di Cristo, cui sono dedicati in maniera speculare e poi complementare i tre capitoli che lo compongono. In essi Cristo è presentato come vero uomo, vero Dio in una persona. Questi tre elementi, attorno ai quali ruotano tutta la cristologia e tutta la riflessione sulla salvezza cristiana, sono i perni delle meditazioni di padre Raniero e ci spingono a ricomprendere il vero punto essenziale della nostra fede che, a volte, tendiamo a dimenticare: in Gesù, sia l'uomo che Dio trovano un volto. Ed è, questo, un volto che ci interpella oggi, che pone una domanda fondamentale alla nostra esistenza. Il testo di padre Cantalamessa offre una luce di speranza cristiana dentro un tempo che è stato difficile, ricordandoci che l'unica salvezza possibile è quella offerta da Colui che "pur essendo di natura divina-, "si è fatto carne per la nostra salvezza".
Dall'8 dicembre 2020 all'8 dicembre 2021 si celebra, come voluto da papa Francesco, un anno particolare dedicato a san Giuseppe, in occasione del 150° anniversario dalla sua proclamazione a patrono della Chiesa cattolica. Quest'anno offre l'occasione per ciascuno di fare memoria su una delle figure più importanti nell'avvenimento della redenzione: figura di cui i Vangeli dicono pochissime ma estremamente significative cose, ricordandolo come lo sposo che accoglie Maria e il figlio, che a loro provvede, che tiene sempre il cuore aperto a ogni parola che gli viene dall'Alto. In questo senso, san Giuseppe è figura di credente a cui fare riferimento per ciascuno, proprio nelle grandi e fondamentali scelte della vita. Per entrare nel mistero di questo uomo, il presente libro offre diverse strade: quella della meditazione quotidiana, scandita dalle riflessioni di don Luigi Maria Epicoco; quella dell'approfondimento del pensiero di papa Francesco, secondo il testo della lettera Patris corde, offerta integralmente; quella di una voce originalissima come fu don Tonino Bello, che su san Giuseppe ci ha lasciato una pagina di altissimo lirismo e profondità.
Trenta piccole meditazioni e un "quaderno" per la riflessione personale: un percorso di preparazione alla Pasqua.
Il volume raccoglie le omelie di padre Balducci sui temi di Avvento e Natale. A quasi trent'anni dalla scomparsa dell'autore, la forza delle sue parole resta intatta e permette una lettura potente e toccante del tema della nascita di Cristo, con una ricchissima serie di osservazioni mirate a far riflettere l'uomo comune su come il tempo liturgico e il suo linguaggio, la sua ritualità possano essere un terreno fertile per insegnamenti preziosi nella vita di ogni giorno. Questo rapporto è sempre stato il valore portante dell'esperienza di vita, religiosa e politica, di Padre Balducci, sin dai tempi della sua Firenze negli anni del dopoguerra e del miracolo economico. Tutte queste riflessioni inoltre acquisiscono una rinnovata risonanza e un valore radicato nella contemporaneità nell'Avvento di un anno complesso come il 2020.
Gianfranco Ravasi accompagna il lettore verso il santo Natale con la saggezza e la profondità delle sue parole. Sette brevissime meditazioni per 4 settimane, con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali, così da offrire al lettore e devoto un piccolo diario dell'anima con cui pregare e meditare.
Questo libro mira ad essere un ausilio a quanti si trovano ad affrontare vissuti luttuosi e a quanti desiderano consolare amici o vicini che sono nel cordoglio. I temi trattati sono la consolazione nella malattia e nell'avvicinamento della morte. Il testo si snoda lungo quattro percorsi principali: nel primo si analizza il variegato paesaggio delle perdite umane, privilegiando l'attenzione al cordoglio anticipatorio, sperimentato in particolare dagli anziani e dai morenti. La seconda parte esplora il complesso mondo dei distacchi luttuosi focalizzando l'attenzione su quattro eventi concernenti: l'aborto procurato, il suicidio, l'omicidio e la perdita di un figlio. La terza parte esplora il modo di affrontare le perdite e si sofferma sull'importanza degli atteggiamenti, sui diversi linguaggi per canalizzare il cordoglio e sugli itinerari e le opzioni che agevolano l'elaborazione del lutto. La quarta parte esamina le forme di aiuto che si possono offrire a chi è in lutto partendo dalle istituzioni, evitando il rischio di essere "consolatori molesti" educandosi all'arte della consolazione.
Nelle parole di Julián Carrón un contributo alla giornata mondiale del 14 maggio 2020 voluta da papa Francesco e che avrà come tema “ricostruire il patto educativo globale”. «l’educazione è dare il senso della vita, non è una parola, è un’esperienza. Il problema dell’educazione riguarda innanzitutto noi adulti, perché da noi dipende la possibilità che i giovani, i nostri giovani, possano incontrare una strada per il loro cammino. E una strada umana, non è un insieme di discorsi e di parole, di istruzioni per l’uso, ma una vita che si comunica con ragioni adeguate… educa non chi fa propaganda, ma chi si impegna a suscitare qualcosa che è nei ragazzi e ne mette in moto la libertà».
Tratte dal libro di commenti al Vangelo Éclats d'Évangile, queste pagine accompagnano i testi biblici (citati rigorosamente in apertura di ogni lirica) fornendo un commento poetico a ciascuno di essi. È una poesia-preghiera quella di Muller-Colard, che nasce da "illuminazioni folgoranti" di fronte alla Parola meditata. Ma si tratta, come sa chi ben conosce l'autrice francese, di una preghiera spesso "laica", provocata dalla Bibbia e provocante nel quotidiano. La tradizione della poesia mistica vanta grandi nomi del passato, da Giovanni della Croce a Teresa di Lisieux; Marion Muller-Colard prova una strada nuova, originale, consapevole anche delle voci dei poeti più recenti. In un tempo in cui la poesia sembra ritrovare spazio anche sui banchi delle librerie, questo volumetto offre una chance a chi vuole meditare la parola di Dio in maniera originale, grazie alla voce non scontata di una delle più significative autrici spirituali di oggi.
Dopo aver presentato ai suoi fedeli e lettori gli esercizi spirituali a partire dai quattro Vangeli, monsignor Bruno Forte ci offre, con la medesima profondità e ricchezza, un percorso analogo a partire da cinque grandi nuclei del racconto degli Atti degli Apostoli, il libro di Luca che tratta la fondazione della Chiesa dopo la Pentecoste.
I primi tre, attorno ai quali si organizza la riflessione dell'autore, sono capitoli dedicati alla fondazione e alla missione: La vita in comunione (At 2,42-47); L'essere dei primi credenti "un cuor solo e un'anima sola" (At 4,32-35; 5,12-16); Lo slancio missionario della Chiesa nascente (At 13,14.43-52); gli ultimi due capitoli, invece, ci introducono alle figure di Pietro e di Paolo, presentate come le due grandi immagini della predicazione evangelica: l'uno rivolto al governo interno della Chiesa e l'altro come l'apostolo di una Chiesa in uscita.
La prima comunità credente ci viene così ripresentata, secondo il racconto e la meditazione di monsignor Forte.
La scena biblica dell’incontro tra Davide e Golia, raccontato nel Primo Libro di Samuele (17,32-50), prima ancora di svelare il suo messaggio spirituale, rivela un tratto della vita concreta che ognuno di noi, prima o poi, sperimenta. Davide e Golia, richiamano quelle esperienze nelle quali ci rendiamo conto della nostra fragilità e del nostro limite nei confronti di una situazione che assume i contorni di una minaccia. . Il gigante Golia, con tutta la sua armatura, impersona l’arroganza del male che avanza con l’unico scopo di umiliare e uccidere. Una presenza che semina terrore, scopre la tua fragilità e deride la tua inesperienza. Ma la lotta tra il giovane Davide e il minaccioso Golia richiama anche un’altra lotta, quella che trasforma il nostro cuore in un campo di battaglia dove a guerreggiarsi sono il bene e il male. Il giovane Davide ci guida in questo cammino che possiamo accettare come una sfida. Il cammino della fede, per chi si sforza di prenderlo sul serio, si presenta come una continua lotta dove in gioco sono la nostra vita, le nostre scelte e i nostri desideri. Il racconto del duello tra Davide e Golia offre immagini che vale la pena raccogliere perché si rivelano utili per il nostro itinerario di fede. Saranno in particolare quei cinque ciottoli che Davide raccoglie per la sua fionda a scandire il nostro percorso. Ognuno di essi, alla luce dei versetti che compongono il racconto, assumono un nome e un obiettivo.
Nel 2010, visto il perdurare, da un lato, delle tensioni tra il vescovato di Mostar e i francescani che reggevano la parrocchia e, dall'altro, il rinnovato bisogno pastorale dei fedeli, sempre più numerosi sul luogo delle apparizioni, papa Benedetto XVI ritenne opportuno affidare l'esame del caso Medjugorje a una Commissione internazionale, che avrebbe lavorato in stretto contatto con la Congregazione per la Dottrina della Fede. La Relazione, che in questi anni molti hanno citato, ma che è finora rimasta inedita nella sua integralità, viene finalmente proposta in maniera completa in questo volume. Il commento di Saverio Gaeta, uno dei massimi studiosi delle apparizioni medjugorjane, libera il lettore da una serie di dubbi, rendendo fruibile quello che è il frutto della Commissione internazionale di inchiesta su Medjugorje, riguardo alla quale, al termine di quattro anni di lavori, parlò per la prima volta ufficialmente Francesco il 6 giugno 2015, in una conferenza stampa durante il volo di ritorno dalla visita pastorale a Sarajevo. Un documento esclusivo, la cui lettura e comprensione è ormai necessaria per chi voglia rendersi conto della reale posizione della Chiesa nei confronti degli eventi che da quasi quarant'anni riguardano il luogo divenuto il più famoso della Bosnia Erzegovina.
Maurizio Mirilli, pagina dopo pagina, guida il lettore in un percorso di avvicinamento a Dio. Un libro molto personale, in cui don Maurizio mette a nudo le sue debolezze per mostrare come ogni uomo si fragile ma come – allo stesso tempo – possa rialzarsi se sceglie di accogliere Gesù. D’altronde, se da un lato ciascuno sente dentro di sé la voce imperiosa e dolcissima che dice àlzati e lo spinge a mettersi in piedi e a vivere da battezzato, secondo la grazia che ha ricevuto, dall’altro come popolo di Dio riconsideriamo che siamo stati alzàti, cioè risollevati dal nostro peccato, condotti per mano e presi in braccio a seconda delle circostanze, ma comunque sempre sostenuti e amati.
Quaranta lettere aperte a quaranta personaggi che popolano i vangeli dei giorni precedenti e seguenti la Passione di Gesù: da Lazzaro a Caifa, da Giuda a Giovanni e Pietro, tutti questi co-protagonisti che popolano lo scenario della morte e resurrezione di Gesù trovano un volto nuovo e originale nelle brevi, essenziali e icastiche "missive" che l'autore, una delle penne più vivaci del panorama letterario di quella che ormai possiamo chiamare la nouvelle vague della spiritualità italiana, invia loro. Così, Giovanni che giunge per primo al sepolcro diviene il "piè veloce"; Filippo, il primo "influencer" della storia cristiana; Caifa e Anna gli esempi del bullismo e della sordità di fronte alla voce del vero... E poi ci sono Maria di Magdala, la donna sprecona che consuma l'olio per i piedi di Gesù, di contro al taccagno Giuda, chiuso in se stesso. Ci sono i pessimisti e gli speranzosi (come il "cattivo" e il buon ladrone...). Ognuno di questi quadri, poetici e drammatici insieme, ci offre un'immagine di noi stessi: di come siamo e di come potremmo essere, fuori da una lettura polverosa del cristianesimo. Un libro dedicato a credenti e non.
30 pensieri e relativi brevissimi commenti che intendono offrirsi come "compagni di strada" per sostenere e nutrire il cammino verso il Natale e l'Epifania. Le fonti ispiratrici sono due: il tempo proprio dell'Avvento e la preghiera "Il Cristo necessario" di Paolo VI che richiama alla necessità dell'Altro, alla consapevolezza che senza il suo appello, senza la sua parola, la nostra vita non si apre, non diventa cammino, non si umanizza. L'Avvento si offre come un Tempo propizio per riscoprire le verità profonde sulla natura dell'uomo: siamo incontro, siamo tempo, siamo cammino. Il testo si divide in: Tempo dell'ascolto; Tempo del cammino e del desiderio; Tempo dell'attesa; Tempo dell'Evento e Tempo dell'Incontro, della Filialità e della Fraternità.
Nove omelie inedite di don Tonino Bello, che risalgono agli anni in cui era ancora parroco e cominciava la sua grande corsa di pastore. Testi che hanno un duplice valore: testimoniano come i temi che egli avrebbe amato da vescovo già crescevano e si sviluppavano in lui fin dai tempi della sua vita presbiterale, così come l'impegno per i deboli di ogni genere; ma ci rivelano anche un linguaggio appassionato, che la trascrizione dalla viva voce ci restituisce in maniera folgorante. Queste parole, conservate grazie alla cura di una fedele, che le registrò ai tempi in cui furono pronunciate, oggi grazie alla sua disponibilità, oltre che all'attenzione del parroco attuale, e della Fondazione don Tonino Bello, sono restituiti al pubblico, divenendo un perfetto regalo per la meditazione quotidiana.
«Abbattiamo i muri dell'ignoranza», è questo l'appello lanciato dai giornalisti che nel 2017 si sono incontrati ad Assisi per la due giorni d'incontri e dibattiti sulle barriere mediatiche, le periferie dimenticate e la lotta alle mafie, ancora oggi pronte a mettere un bavaglio ai giornalisti scomodi. Più di 200 tra scrittori, teologi, religiosi, associazioni, giornalisti e cittadini a confronto hanno sottoscritto la Carta di Assisi: un decalogo sulle buone pratiche della comunicazione per contrastare la violenza verbale e scritta, soprattutto sui social network. Un manifesto nato in collaborazione tra Articolo 21 e la rivista San Francesco.
La compassione, nel Vangelo, è un gesto divino, non umano: è il turbamento profondo che l'altro produce in me, nel momento in cui vedo le sue sofferenze, ne sono "commosso", mi chino su di lui nella necessità di alleviarle, perché sento di non poter fare altro che "stare presso di lui". Gli esercizi proposti in questo volumetto sono centrati su riflessioni ed esercizi che ci possano aiutare a sperimentare la "riduzione" di noi stessi, per "fare spazio" all'altro.
Come risalire alle sorgenti della vita, la vera meta di ogni viaggio, di ogni "pellegrinaggio", è il cammino stesso. Ma ciò non toglie che ogni cammino abbia necessariamente una meta, per non trasformarsi in un vagare vano, in una erranza senza scopo. Il cammino cristiano, di cui il pellegrinaggio è la forma più completa, non è dunque decisione da prendere alla leggera, è esistenza affrontata con coraggio, è strada che trasforma, è esodo - da se stessi innanzitutto. Questo cercheremo di comprendere volume e ci eserciteremo a fare nelle prossime pagine, meditando sul tema del cammino che nella sua essenza può essere compiuto persino stando nella propria stanza, o in un monastero, prima ancora che attraversando i mari.
La nostra cultura occidentale vive di confini, da secoli; confini nati per garanzia di quel che è nostro e di quel che è altrui; confini che a volte ci stanno stretti, ma guai se stanno stretti ad altri. Eppure, quando il cristiano si volge indietro e guarda alla tradizione di fede e di cultura da cui viene, non può evitare nel profondo di sé un sussulto: la fede di Israele nasce come fede di nomadi; ma non è il fatto di avere o non avere una casa, una proprietà, un confine. Potremmo dire che il vero discrimine tra i figli di Abramo e i figli di Caino non è il nomadismo o la sedentarietà. La differenza la fa il modo con cui stiamo sulla soglia della porta della nostra tenda o della nostra casa. La differenza la fa il nostro modo di stare con gli altri e anche il modo di stare senza di loro.
Dal 6 al 27 ottobre si terrà in Vaticano l'Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica, il cui scopo principale, indicato da papa Francesco il giorno dell'annuncio, sarà quello di «individuare nuove strade per l'evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta» (Angelus, 15 ottobre 2017). Il cardinale Claudio Hummes, nominato da papa Francesco Membro del Consiglio che preparerà questo Sinodo, offre una panoramica dei principali temi che affronterà questa Assemblea speciale dei vescovi. Dalla crisi climatica ed ecologica al volto di una Chiesa sempre più missionaria, dall'opzione preferenziale per i poveri al problema del ridotto numero di sacerdoti, i vescovi si confronteranno sulle questioni più importanti che riguardano il futuro di questa regione, ma soprattutto il futuro di tutta la Chiesa.
La parola ascesi deriva dal greco askesis, e significa semplicemente "esercizio": si riferisce, infatti, in origine, all'allenamento dell'atleta per superare una prova. Di fatto, anche nel suo significato attuale, niente altro è l'ascesi che una serie di attività, di esercizi appunto, tesi ad allenare corpo e spirito (non l'uno senza l'altro) per uno scopo preciso: il governo di sé; in vista di uno scopo altrettanto preciso: il bene. L'ascesi è allenamento, rinuncia, fatica. Ma non senza scopo: essa vuole renderci capaci di governare noi stessi in vista del bene, farci funzionare in vista del bene comune, di un bene più alto.
Il perdono ha un ruolo essenziale nella vita di ogni cristiano, eppure sembra molto distante dalla realtà che viviamo tutti i giorni. Imparare a praticare il perdono può diventare un modo per ritrovare nuove energie e nuovo slancio e affrontare le sfide di ogni giorno. Questo libretto fa ricorso al Vangelo e alla tradizione della spiritualità cristiana e fornisce ai lettori spunti e consigli utili in un percorso di crescita e di miglioramento personale.
La dimensione del silenzio appare sempre più lontana dalla nostra frenetica realtà eppure può diventare un aiuto, uno strumento importante per ritrovare nuove energie e nuovo slancio e affrontare le sfide di ogni giorno. Questo libretto fa ricorso al Vangelo e alla tradizione della spiritualità cristiana e fornisce ai lettori spunti e consigli utili in un percorso di crescita e di miglioramento personale.
«Lei mi guardava e io comprendevo, in una comunicazione che non so descrivere, che quello che vedevo era il volto della pienezza umana, il mio volto, il volto di ogni essere umano, l'umanità realizzata nel compimento delle sue infinite possibilità, il divino nell'umano, la gioia del creatore. Poi lei cominciò a parlare e mi disse: Sono venuta ad insegnarvi la via della felicità sulla terra». Il 4 giugno 1947 avvenne la prima delle ottanta apparizioni che cambiarono la vita di Angela Volpini, allora bambina e oggi donna e guida di molti: in quelle visioni, l'idea classica di un Dio onnipotente che dall'alto distribuisce gioie e dolori agli uomini viene ribaltata. Nell'esperienza di Angela, Maria annuncia che la storia dell'uomo è cambiata: Dio ci ha dato tutto, spetta a noi portare a compimento il dono della vita e dell'amore. In questo libro, il vaticanista di Repubblica Paolo Rodari rivive con Angela Volpini i nove anni delle apparizioni, e riassume il messaggio in sei semplici passi che ognuno può percorrere per essere felice.
Un volume di indicazioni tecniche e consigli di prassi per l’accompagnamento canoro e, più in generale, musicale dei vari momenti e delle preghiere che scandiscono le liturgie domenicali e festive. Alcune brevi indicazioni sono fornite anche in riferimento a celebrazioni particolari quali matrimoni e funerali. L’intenzione dell’autrice di invitare il lettore a concepire la scelta dei canti e delle musiche non come fine a se stesso o a un esclusivo piacere estetico ma finalizzato all’accompagnamento spirituale dell’assemblea di volta in volta presente in Chiesa, favorendo la preghiera e il raccoglimento e sottolineando il valore teologico di ogni momento.
«Quando a una persona, soprattutto se è giovane, non è consentito, per qualsiasi ragione, di lavorare, tra le molte cose splendide che gli vengono negate, gli si riducono i luoghi dove poter incontrare gli angeli e dialogare con l’infi nito. Lavorare è importante anche per questo».
Così Luigino Bruni ci introduce nel suo libro, splendida rifl essione attraverso tutta la Bibbia alla ricerca del “modo in cui Dio” ci spiega il senso dell’operare con le nostre mani, e del “modo divino” di gestire economia e relazioni sociali. Partendo dal concetto che il Dio di Mosè e di Gesù sembra trovarsi poco a suo agio nei templi, mentre ama l’aria aperta, ama condividere la strada con noi, stare con noi nei luoghi della nostra vita concreta, Bruni ripercorre le grandi pagine del lavoro nell’Antico Testamento – dalla costruzione dell’arca di Noè fi no alle profezie di Isaia e Geremia – e nel Nuovo – con una rivisitazione sorprendente delle grandi parabole che toccano il mondo del lavoro: i talenti, l’operaio dell’ultima ora, il fi gliol prodigo, il buon Samaritano... –, alla luce dei più recenti studi di scienza biblica e sociale.
Un libro pieno di rivelazioni inattese sulla nostra vita di operai del quotidiano.
Cosa succede quando una donna e un uomo si separano? E quando hanno un glio? Cosa accade quando trovano un nuovo amore? E quando dal secondo matrimonio nasce un altro glio? Cosa accade, ancora, quando questa seconda coppia decide di adottarne un terzo? E che cosa può o rire la Chiesa in tutta questa situazione, oltre a regole chiarissime ma talvolta anche molto distanti dalla vita? Che cosa succede, soprattutto, alle coscienze credenti di chi, separandosi e risposandosi, non può più accedere ai sacramenti? Marco ed Emanuela, partendo dalla loro esperienza di vita, conducono il lettore in una ri essione profonda, ma anche capace di strappare ora un sorriso, ora una lacrima, per aiutare ciascuno a “scavare sotto il muro”, alla ricerca di una libertà che non rinuncia alla testimonianza della fede. Un libro per sposati, per divorziati risposati, ma soprattutto per tutte le donne e gli uomini cui la vita ha insegnato che anche le “coscienze sgangherate” possono generare il bene.
Prendersi cura della propria anima è altrettanto importante che aiutare il proprio corpo nei momenti decisivi dell’esistenza.
Vi sono centinaia di testi che si occupano del benessere fisico delle donne in dolce attesa e della qualità psicologica della vita delle stesse; ma, in tutto ciò, mancava finora un libro sulla spiritualità del tempo della gestazione, una vera e propria guida per l’accompagnamento spirituale durante la gravidanza.
Queste pagine, scritte da una madre e pensate non solo per le donne ma per le coppie, vengono a occupare questo vuoto: Éline Landon accompagna i nove mesi dell’attesa con meditazioni, preghiere e riflessioni, ciascuna adatta al momento particolare e ai sentimenti che emergono – a volte con forza – nei giorni che precedono la nascita di un figlio.
Un libro da proporre a tutte le donne che aspettano un figlio.
Una raccolta di omelie e riflessioni in preparazione alla Pasqua , in cui siamo invitati a vivere la nostra fede nelle fede nella croce e nella risurrezione di Gesù come strumento di lotta pacifica per una società all'insegna della solidarietà, della legalità e della responsabilità sociale.
Carlo Maria Martini ci accompagna verso la Pasqua con la saggezza e la profondità delle sue parole. Trenta brevissime meditazioni e un quaderno per la riflessione personale, così da offrire al lettore e devoto un piccolo diario dell’anima con cui pregare e meditare.
Servizio deriva da servitium, opera del servo, dello schiavo: è un atto di obbedienza, una risposta a un comando. Proviamo però a non leggerla come azione umiliante e degradante, bensì come mettersi a disposizione di qualcuno, agire per realizzare qualcosa che dia soddisfazione a più persone. La parola servizio sposta l'attenzione sull'altro per non restare chiusi nel proprio individualismo. Per questo è bellissimo utilizzarla come comun denominatore nel nostro linguaggio, anche senza renderci conto della sua portata. È come se, nello sviluppo della nostra lingua, questa parola si fosse inserita caricando di significato il nostro parlare e il nostro agire. Spetta a noi riscoprirne il significato.
La vita cristiana è essenzialmente una lotta per la fede: per cercare, conoscere e interiorizzare la verità e la giustizia di Dio e per viverle e annunciarle con la gioia nel cuore. Ma soprattutto al giorno d’oggi la fede può sbiadire, fino a diventare irrilevante. Allora è necessario compiere una sorta di esame di coscienza della nostra esperienza di fede, soprattutto quando essa mostra maggiormente i segni delle sue debolezze e incoerenze (la “poca fede” di cui parla il vangelo secondo Matteo). Non perché ci si rassegni ad esse, ma per combatterle con l’aiuto della grazia, che ci scuote dalla nostra tiepidezza e spalanca le porte chiuse della nostra anima per farci tornare a essere uomini di fede.
Don Maurizio Mirilli in queste pagine parla di qualcosa che tutti noi cerchiamo: della gioia vera, indicandocene la radice e la fonte, la Misericordia di Dio, che ci colma quando ci liberiamo dai nostri peccati e ritorniamo al Signore, ricongiungendoci a Lui. Parla della gioia piena che appartiene a chi rende protagonisti gli scartati, coloro i quali di norma vengono messi da parte dalla società, alla stessa maniera di Gesù. Ci racconta anche della gioia di farsi sorprendere dal potere liberatorio del perdono di Dio, che ci viene offerto sempre nei momenti difficili, quando ci sembra di aver perso la via.
Con questo libro pieno di felicità e di speranza, don Maurizio esorta il lettore a vivere una vita colma e autentica e ad abbandonare, invece, le soddisfazioni frutto di un mondo che spinge ad accontentarsi di cose momentanee ed effimere.
Con la Prefazione di Papa Francesco.
Tre grandi voci della cultura e della Chiesa italiana a confronto sul tema dell'accoglienza, del dialogo e dell'incontro con l'altro. Il libro, nato in seno dalla Fondazione Ernesto Balducci, è un'occasione unica per riflettere su argomenti di vitale importanza del mondo contemporaneo. La riflessione di fratel Enzo Bianchi è incentrata sul dono: la vita è un dono fatto all'uomo da Dio ed è sempre accompagnato dalla presenza dell'Altro. La vita va quindi intesa come presenza, accoglienza, per l'appunto un dono sempre gratuito. Il cardinal Gianfranco Ravasi si concentra invece sulla necessità del dialogo della reciproca collaborazione nell'ottica di una realtà - come quella europea - interculturale e interetnica. Monsignor Galantino infine dedica la sua riflessione all'accoglienza: essa per il credente è un dovere in quanto il suo esercizio vuol dire "aiutare Dio a realizzare il suo Regno, perché di Dio è il mondo come Dio lo sogna".
Carlo Maria Martini ci accompagna verso il santo Natale con la saggezza e la profondità delle sue parole. Sette brevissime meditazioni per 4 settimane - con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali -, così da offrire al lettore e devoto un piccolo diario dell’anima con cui pregare e meditare.
Crisi è una parola a cui, in questi anni, abbiamo fatto l’abitudine. Una parola usata sempre in accezione negativa ma che, letta nella sua accezione di crinale, può trasformarsi in opportunità. Il senso di incertezza diffusa rende più radicali le domande di chi si affaccia alla vita adulta e, in una società frammentata, dove i saperi diventano sempre più tecnici e specializzati, le nuove generazioni faticano nella ricerca di senso, incapaci – per colpe non loro – di vedere il tutto in una prospettiva ampia e completa. Il rischio è di avere approcci ingenui ed estremi a domande complesse e di considerarsi in balia di un destino già scritto, di essere sopraffatti da un’effimera idea di eccellenza e gettarsi in una competizione violenta e sregolata. Petrosino e Massironi disegnano invece una strada di libertà personale e legami che si nutrono a vicenda, perché la realizzazione di ogni persona passa dalla vita delle comunità, dallo scambio tra pari età e tra generazioni.
Massimo Camisasca rilegge i più significativi incontri di Gesù ricordati nei Vangeli, rendendoli vivi e attuali: il cieco nato, Nicodemo, la Samaritana, Lazzaro, Simon Pietro, il Cireneo, Maria Maddalena, i due ladroni, il centurione, Paolo di Tarso. “L’incontro personale – scrive Camisasca – è stato la strada maestra che Gesù ha scelto per comunicarsi agli uomini. Ha percorso le strade della Palestina per mesi e certamente lo seguivano centinaia, migliaia di persone. Tuttavia egli non si accontentava di parlare alle folle: ha sempre scelto di incontrare volti precisi, nomi, storie. In mezzo alle folle cercava gli sguardi di coloro che lo volevano seguire, di coloro che avevano il cuore aperto. Cercava le persone. In particolar modo cercava quelle segnate dalle necessità e dai bisogni, malati, poveri, uomini o donne schiacciati dal peso delle proprie colpe. Per questi uomini, la condizione di bisogno è diventata la strada che li ha condotti a Gesù. Dio li ha incontrati per le loro domande”.
Un autore originale, dal linguaggio ricco, dalla capacità evocativa profonda, dalla ricchezza di contenuti non banale: quello che Carlo Pizzocaro ci offre in questo suo primo libro è una sosta, meditata, presso le soglie della fedeltà, che il Vangelo (ma anche la nostra stessa esistenza, che a esso si intreccia e da esso si lascia guidare) ci presenta: sono le soglie della vita che nasce, della vocazione quando sorge, dell'attesa, del bisogno che bussa, della morte che si apre alla risurrezione. Tutti siamo davanti a queste porte, a questi ingressi che si aprono e si chiudono, come mendicanti di luce. «Se intorno a te caleranno le tenebre dei dubbi e delle paure, rimarrai fedele alla porta?» chiede l'autore: «Se di fronte a te rimarrà un mistero inesauribile, una domanda di salto senza alcuna assicurazione, rimarrai fedele alla porta? Se non potrai più decidere tu i tempi dell'abitare e del viaggiare, se avrai l'impressione di perdere tutto ciò che è tuo, rimarrai fedele alla porta? Quando il Giudice aprirà, quando il Figlio dell'uomo arriverà alla soglia, ti troverà ancora fedele alla porta? Sì, perché solo la fedeltà apre la porta e spalanca l'Incontro».
In questo volume, che viene proposto al grande pubblico dopo un'edizione locale del 2008, sono raccolte 31 riflessioni che sintetizzano perfettamente il pensiero di don Tonino sul tema missionario, tanto importante per la Chiesa e sempre più centrale nelle indicazioni di papa Francesco che, nei mesi scorsi, ha anche reso omaggio ai luoghi della vita del sacerdote di Alessano. Don Tonino sapeva che le missioni non sono riducibili, per il cristiano, a un luogo dove mandare offerte, ma devono sempre più diventare spazi di riflessione globale, richiami ad aprirsi a una coscienza planetaria, territori e popoli grazie ai quali riflettere sul futuro delle relazioni umane, luoghi ove impegnarsi per trasformare la terra e accelerare la venuta del Regno. Ogni meditazione raccolta in questo volumetto - una per ogni giorno del mese -, aprendosi con un ideale "buongiorno!", può diventare la perfetta compagna di viaggio per chi si mette sulle strade del mondo, al mattino, con Cristo.
Nato come predicazione di Padre Cantalamessa alla Casa Pontificia nel 2003, quando papa Giovanni Paolo II era già molto malato, questo libro si offre come un vero e proprio accompagnamento alla conoscenza del mistero della sofferenza spirituale che Madre Teresa visse lungo tutta la sua vita, e che è stato portato a conoscenza del grande pubblico negli ultimi anni. La santa di Calcutta visse, infatti, in prima persona l'esperienza della "notte dello spirito", inserendosi così tra le grandi fi gure della mistica cristiana di ogni tempo. Molte persone, oggi, si trovano ad affrontare tempi di tenebra personale sia riguardo alla fede (atei), sia nel quotidiano relazionarsi a un compagno, a una compagna di vita (persone sposate in difficoltà): l'amore, insegna Madre Teresa nella sua esperienza della "notte spirituale", è un percorso difficile, perché implica di doversi calare nell'esigente presenza/assenza di un Tu che non è "a nostra disposizione". Attraverso riflessioni sulla fatica del credere da parte di Madre Teresa, padre Raniero Cantalamessa conduce il lettore a una profonda analisi della dedizione nella fatica, della resilienza nell'amore e, infine, della comprensione del mistero del credere contro ogni evidenza. Un piccolo libro che sarà di grande consolazione per chi è in difficoltà.
Alla vita teologale di fede, speranza e amore – considerata anche in rapporto alla sfida educativa a essa connessa – sono consacrati i testi raccolti in questo volume: si tratta di sette lettere pastorali scritte da Bruno Forte ai fedeli della diocesi di cui è pastore, e ora messe a disposizione «di chiunque voglia meditare sullo specifico dell’esistenza resa partecipe della comunione trinitaria nella Chiesa voluta dal Signore».
Il legame tra doni divini e accoglienza umana esprime perfettamente il raccordo evangelico con la vita concreta, quotidiana e redenta. E, come dice l’autore, «l’impegno che continuamente va vissuto nel proporre e accogliere questo dono può ben a ragione essere indicato come “sfida educativa”, su cui si gioca la vita tutta della Chiesa e la missione dei discepoli, chiamata a portare con la parola e con le opere l’annuncio della buona novella fino alla fine del tempo e agli estremi confini della terra».
In questi giorni in cui la riscoperta del valore educativo è al centro del dibattito non solo ecclesiale, queste pagine si offrono come una riflessione originale e feconda.
Tutti siamo inquieti: fin dalla nascita che ci espone a un mondo completamente nuovo, duro, che non ci siamo scelti. Cosa possiamo fare? Molti lottano contro questo mondo, ma si scontrano con la durissima legge della realtà. Ogni parziale vittoria ci pone di nuovo di fronte al tema: chi ci libererà dalla nostra irrequietezza? Marion Muller-Colard propone un cammino dentro le nostre irrequietezze quotidiane, per svelarne l’unica possibile risposta: dobbiamo accettare quel che siamo e permettere che l’inquietudine che rischia di minarci la vita diventi, invece, la nostra chance di libertà e di realizzazione perché “la miglior pianta del nostro giardino è quella che non abbiamo seminato noi”.
In uno scambio amichevole con un gruppo di giovani, papa Francesco ha risposto alla domanda di uno di loro sul coraggio e le paure nelle scelte della vita, invitandolo a saper rischiare, perché, ha affermato: «Chi non rischia non cammina». Ecco da dove nasce il titolo del presente volume, indirizzato alle guide spirituali e ai formatori che accompagnano i giovani nella loro maturazione umana e cristiana. Sostenere i giovani nell'itinerario di crescita della fede è un ministero di aiuto che richiede un'indispensabile attenzione alla dinamica del discernimento vocazionale, tema che verrà trattato dalla Chiesa nel prossimo Sinodo sui giovani. Aiutare a discernere la peculiare vocazione di ogni persona è il compito della guida spirituale, il motivo (a volte non evidente) per cui un giovane chiede aiuto e, non da ultimo, lo scopo di questo contributo, del quale l'autore offre una serie di riflessioni sul tema della vocazione, della scelta dello stato di vita, della direzione spirituale e del discernimento vocazionale.
«Impara l'arte del cammino: non è in tuo potere evitare la fine, puoi solo fare che essa sia il compimento, il raggiungimento del fine... L'unica cosa decente che possiamo fare in questi più o meno numerosi giorni che compongono la nostra vita è fare in modo che il loro scorrere vada verso un compimento dell'esistenza». Da questo asserto don Manuel Belli, che più volte ha compiuto il Cammino di Santiago, invita i suoi lettori, tutti noi, a riflettere sul senso di un percorso che non è solo una strada, ma un progetto di vita e ci offre un manuale interiore, spirituale, utile per i camminatori, ma anche per chi ancora progetta il Cammino. Ne viene un libro che non dice quello che le solite guide indicano come necessario, ma che va a colmare un vuoto che, spesso, le guide lasciano: insegnare non la strada, ma il motivo per cui la si percorre. Un libro sorprendente, che non spiega come fare il Cammino, ma che insegna come amarne ogni passo e come scoprire chi è il pellegrino, mentre lo compie.
Questa piccola opera raccoglie alcune riflessioni che don Julian Carron – attualmente alla guida del movimento di Comunione e Liberazione – ha rivolto ai giovani, in particolare a coloro che, avendo terminato le scuole superiori, si apprestano a compiere scelte importanti come quella dell’università e della professione e più avanti, in prospettiva, la scelta di uno stato di vita: la famiglia o, per alcuni, la strada della vita consacrata. Al fondo di ogni scelta, sta il desiderio profondo di realizzazione di sé. Quindi la decisione sulla strada da intraprendere – afferma Carron – non può prescindere da un serio confronto con le domande fondamentali sull’esistenza: Ma io perché sono al mondo? A che vale la pena vivere? Fino alla scoperta che la vita è vocazione, cioè la chiamata alla realizzazione del regno di Dio sulla terra.
"Per Semeraro, il battesimo è la fonte del servizio dei sacerdoti: dall’essere battezzati viene il “servizio” alla comunità e non il “potere” su di essa. Questo è il punto di partenza della riflessione sul presbiterio, oggi più che mai nell’occhio del ciclone. Per anni la Chiesa cattolica è stata scossa dagli scandali legati alla vita affettiva dei sacerdoti. Ora è necessario passare dall’indignazione alla conversione. In realtà, non è sufficiente essere indignati, è necessario mettere in discussione profondamente i motivi degli scandali e degli abusi. All’interno della comunità dei discepoli, dobbiamo essere consapevoli che siamo peccatori perdonati. Ogni ambito della vita della Chiesa, e in particolare quello dei sacerdoti ordinati, è chiamato a confrontarsi in modo radicale con la propria fragilità. Continuiamo a immaginare che il sacerdote non abbia una vita emotiva e sessuale come tutti gli altri; ma al contrario, egli deve affrontare questa dimensione per tutta la sua vita. Quindi l’affettività deve essere affrontata non solo nella confessione sacramentale, ma anche nella guida spirituale e in uno scambio fraterno e amichevole. A questo proposito l’autore affronta i temi dell’omosessualità, della devianza sessuale e del celibato di “facciata”, al fin di alimentare una discussione senza timore o imbarazzo. In gioco c’è “solo” il significato di essere cristiani."
Zibal rma una ri essione sulla fatica di pregare le formule tradizionali e spiega come si è riappropriato della preghiera, coniugando tradizione e domande personali e interiori.
Un piccolo breviario personale che insegna a “ricostruire” la propria preghiera e a ritrovarne il gusto in maniera creativa, oltre a offrire un “metodo” sperimentato per compiere questo lavoro interiore.
I sette giorni della settimana sono così accompagnati da preghiere riformulate secondo le aspirazioni del proprio cuore.
Secoli di vita cristiana hanno prodotto preghiere e devozioni di ogni genere: da quelle popolari a quelle colte, da quelle centrate sulla gura di Cristo e della Trinità, a quelle più immediate per i santi che il popolo di Dio ha sempre sentito prossimi alla sua esistenza.
Non è un caso, dunque, che i Pastori di questo popolo si siano trovati, lungo i secoli, a produrre preghiere da recitare con coloro che erano loro af dati. In questo solco di pastori che pregano con il popolo si inserisce monsignor Bruno Forte con questo libro, che raccoglie «i testi di alcune ri essioni e preghiere composte per lo più su richiesta di sacerdoti e fedeli [...], in occasione di celebrazioni e feste care alla comunità cristiana, o spinto dal desiderio di aiutare quanti più possibile a scoprire il dono della preghiera. La raccolta è pertanto una testimonianza di come il nostro popolo ci chieda di aiutarlo a pregare, stimolando chi lo serve nella fede ad aprire sempre più il cuore e la vita al Dio vivente, del cui amore abbiamo tutti immenso bisogno». Più di settanta preghiere: alla Trinità, a Cristo, a Maria e ai santi più amati, con una breve lettera sulla preghiera: un piccolo breviario moderno, da af ancare al grande libro di preghiere della Chiesa.
L’uomo contemporaneo galleggia in mezzo al mare, in una notte senza stelle.
Se Dante, all’inizio della Divina Commedia, descriveva la sua condizione di smarrimento spirituale come una selva oscura dalla quale, in qualche modo, poteva trovare un via d’uscita, l’uomo moderno versa in uno stato di malessere e instabilità, come un naufrago tra i flutti, che sale e scende in balia delle onde. Si è persi nella perdizione, si erra nell’erranza.
Padre Lepori, monaco e pastore, propone una via antica ma sempre efficace, ispirata al Vangelo e alla Regola di san Benedetto, per prendersi cura di chi è ferito e indicare il cammino a chi vaga senza direzione.
Brevi meditazioni da compiere soli o in compagnia che il cardinale Angelo Comastri offre al lettore, un piccolo diario dell’anima per accompagnare il tempo quaresimale e avvicinarsi al mistero della Pasqua.
Le parole di Comastri sono – come sempre – semplici, immediate e allo stesso tempo capaci di una grande profondità.
Gli esercizi spirituali di monsignor Bruno Forte dedicati ai momenti centrali dei quattro Vangeli: l’annuncio del Figlio in Marco, il rapporto legge/grazia in Matteo, il cammino di Gesù verso Gerusalemme e la passione – che è il fulcro del racconto di Luca – e la questione dell’amore di Dio, fino al dono totale, in Giovanni.
Una profonda occasione per riflettere sui Vangeli, supportati da un’ampia introduzione alle grandi tematiche cristiane che ne sono il nucleo e che permettono, con un solo sguardo, di cogliere l’insieme del cammino cristiano nei suoi elementi fondamentali. Una piccola summa della meditazione orante del vescovo di Chieti-Vasto sulla Parola del Signore.
BRUNO FORTE (Napoli, 1-8-1949) è sacerdote dal 1973 e dottore in teologia e in filosofia. Dal 2004 è Arcivescovo di Chieti-Vasto. È membro, tra l’altro, del Pontificio Consiglio per la Cultura, di quello per l’Unità dei Cristiani e di quello per la Nuova Evangelizzazione.
Un agile libricino con 30 piccole meditazioni e un “quaderno” per la riflessione personale per il tempo di Avvento e Natale con brani tratti dalle pagine di don Tonino Bello, che sul Natale e sulla Sacra Famiglia scrisse parole meravigliose. Parole per vivere un Natale in piena sintonia con gli ultimi del mondo, ultimi ai quali Gesù, Giuseppe e Maria appartennero pienamente.
ANTONIO BELLO (18 marzo 1935 - 20 aprile 1993), meglio conosciuto come don Tonino, fu vescovo delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo. La Congregazione per le Cause dei Santi ne ha avviato il processo di beatificazione.
«Non amo la morte come fine, ma la amo come inizio. Non come morte ma come lasciapassare alla Vita, quella che non ha scadenze di tempo, la amo non per ciò che toglie, ma per ciò che dona». Con queste parole suor Lina Farronato introduce le pagine di speranza e di meditazione che il lettore si trova davanti. Di fronte alla morte, infatti, tutti ci sentiamo indifesi, si tratti della nostra oppure di quella di qualche nostro caro: come pregare, come riflettere mantenendo i cuori aperti alla luce e alla speranza? Dalla meditazione biblica sul morire e sul dopo la vita, attraverso la preghiera dei Padri della Chiesa e delle figure spirituali a noi contemporanee, suor Lina ci conduce in una riflessione dettata da grandi anime, che fa di questo libro un piccolo breviario che mette sempre e continuamente al centro la vita pensata come eterna, aperta a un futuro che non verrà meno.
Corrado Lorefice, Arcivescovo Metropolita di Palermo, firma con questa Lettera pastorale, un documento di grande profondità che spiega chiaramente la via che egli ha intrapreso nel suo cammino di pastore. L'essenza della pastorale è prendersi cura del proprio gregge così come Dio che ci ha salvati e raccolti in Cristo, tutti, e tutti insieme noi «camminiamo con le donne e con gli uomini del nostro tempo per creare una civiltà della giustizia e della misericordia. Inoltriamoci insieme su questa via dietro a Gesù, al suo Evangelo, alle Scritture».
Che cosa chiede Gesù ai suoi discepoli e a tutti coloro che, lungo la loro vita, vogliono nei vari modi a Lui accostarsi? Questo il tema del Vangelo di Matteo, testo "ecclesiale" per eccellenza, in cui viene presentato il "Regno" che viene in mezzo agli uomini, realizzato in Cristo e in coloro che si pongono alla sua sequela. Questo anche il tema delle meditazioni che monsignor Bruno Forte offre in queste pagine, a partire da quattro grandi testi matteani: la genealogia di Gesù; il brano delle Beatitudini e due altri pericopi tratte dal Discorso della montagna, vero e proprio punto di non ritorno della catechesi di Gesù stesso. Attraverso una meditazione che muove da una profonda analisi dei testi, l'Arcivescovo di Chieti-Vasto conduce il lettore a una riflessione sul senso della scelta cristiana e sulla radicalità possibile della stessa, che conduce al "cuore" della fede cristiana e a una conversione del nostro stesso "cuore", cui è richiesto di essere a immagine dell'Amore di Dio: «Non sarà mai troppo ciò che faremo per vivere la custodia del cuore» è il messaggio che questo libro offre a chi si prenderà del tempo per vivere, attraverso la lettura, i propri esercizi spirituali.
«Potrà mai esistere un peccatore tanto grande da non aver diritto dalla misericordia, quando chiede l'aiuto di Dio e il nostro?». La domanda, che fa da filo rosso a questo pamphlet, non riguarda un "peccatore qualunque", ma quel peccatore che è il prete. Nel tempo della misericordia invocata da papa Francesco su tutti, si rischia di dimenticare che anche i preti, i parroci, i vicari parrocchiali vivono in situazioni che, talvolta, li espongono al male o a una gravosa solitudine: in questi casi, il rischio è quello del giudizio, spesso spietato, anche da parte dei confratelli e dell'abbandono a se stessi. Il vescovo emerito di Nanterre - senza nascondere che nella vita sacerdotale possono annidarsi i pericoli dell'alcolismo, della depressione, oltre a quello della dipendenza dal sesso o persino della pedofilia, e senza mai "scusare" superficialmente nessun atteggiamento - invita i credenti a riflettere sulla persona umana del prete in difficoltà che, spesso, è un peccatore che si trova anche a essere abbandonato dai suoi stessi "figli". Un libro che sarà di grande aiuto per la riflessione dei preti in difficoltà, dei loro confratelli, ma anche dei fedeli che hanno un cuore aperto alla misericordia verso i loro pastori feriti.
Un libro per i lettori "in cerca", chiunque essi siano, credenti o meno: per coloro che non hanno smesso di interrogarsi sul senso della propria esistenza; e per coloro che la vita ha obbligato a riflettere sul destino dei propri cari perduti, magari drammaticamente. L'autore, partendo proprio da una personale esperienza di dolore e di perdita, con un linguaggio semplice ma mai banale, e con ricchi esempi tratti dalla propria vita, dai testi di pensatori anche laici e dalla testimonianza dei grandi mistici, ci conduce nel complesso cammino della riflessione su ciò che attende l'uomo alla fine della sua vita, senza evitare le domande più estreme e non rinunciando alla presentazione della dottrina cristiana tradizionale. Un percorso in cui, partendo dall'inesauribile attesa del bene che ciascuno di noi vuole per sé e per i propri cari, conduce il lettore alla comprensione del mistero della vita eterna, così come è pensata da Dio per noi: vita in Cristo, da risorti. Un libro che regala speranza e ci invita a non aver paura del morire, poiché la morte è, per l'uomo "che cerca", non fine di ogni cosa, ma atrio alla vita eterna.
Un libro da leggere e da scrivere; da tenere nello zaino o sul comodino; da prendere in mano quando si voglie pregare in famiglia prima dei pasti, al mattino, alla sera; ma anche da tenere a portata di mano per quei minuti delle nostre vacanze che vorremmo trattenere per la nostra intimità con Dio e con noi stessi. Un libro da cui trarre spunti per una chiacchierata serale tra amici, non dimenticando che nello stare insieme possono esserci anche occasioni per parlare della nostra ricerca interiore (di cui parliamo così poco). Un libro piccolo ma ricco della secolare tradizione spirituale della Chiesa e non solo. Un libro di esercizi e di preghiera. Un piccolo libro per lo spirito (che non va mai) in vacanza.
Monsignor Bruno Forte raccoglie in questo testo alcune riflessioni su medicina, etica e spiritualità nel loro reciproco rapporto, alla luce della fede cristiana. Sono riflessioni originate dal tentativo di rispondere alla domanda: quali conseguenze ha sull'esercizio della professione medica la fede in Cristo di chi la esercita? Si tratta, almeno in partenza, di un contributo per la riflessione dei credenti che, per vocazione e missione, fanno il medico, l'infermiere o l'operatore sanitario, affinché la loro fede non sia irrilevante rispetto al servizio da rendere, ma ne ispiri le scelte etiche di fondo e ne nutra la carica spirituale. La medesima riflessione, però, si amplia man mano che procede, fino a toccare temi che riguardano ciascuno: i malati, i loro parenti, tutti coloro che - lungo la vita - si trovano a dover fare i conti con un mondo quale quello della salute, che non è mai facile incontrare e dal quale si può ottenere consolazione o senso di abbandono, a seconda di come ci si metta in gioco e di chi si abbia la sorte di incontrare. Così, la domanda sulla medicina e la sua etica diviene la grande richiesta di ogni donna e uomo nella storia: esiste una spiritualità possibile nel tempo del dolore? Un libro che mancava nel nostro panorama editoriale, e che può trovare ampio riscontro nel mondo della sanità attenta all'uomo, una sanità olistica e integrale, con una particolare attenzione ai temi della salute e spiritualità in famiglia e nel mondo dello sport.
Che cosa è il protestantesimo? Chi lo ha inventato? Perché? Che conseguenze ha avuto? È vero che cattolici e protestanti sono "avversari"? E che Lutero ce l'aveva con il Papa? E che ha fatto la guerra ai contadini? E che non celebrava l'Eucaristia e il sacramento della Confessione? Un racconto attento e fresco, che coglie i temi centrali della vicenda del protestantesimo nelle sue origini e che accompagna il lettore in un viaggio lungo i quarant'anni che videro cambiare completamente la fede in Occidente e nel cristianesimo. Un libro giocato con tono spigliato e linguaggio immediato, per introdurre anche i meno addentro alla storia e alla teologia su un tema che oggi è significativo, quello del dialogo ecumenico e del rapporto che papa Francesco sottolinea molto con il mondo protestante.
"Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò". Da queste brevi righe tratte dal Vangelo di Matteo [11,28], Kierkegaard fa partire il proprio "esercizio di cristianesimo", polemico nei confronti di chi suppone che si possa giungere a Dio senza un impegno diretto, personale, interiore, radicale. Poiché l'attesa di Dio, dice il pensatore danese, ci deve condurre a una scelta decisiva, aut aut, pro o contro, che ci riguarda nel profondo e che resta insuperabile. Il cristiano deve sapere che non vi è altra possibilità di conciliazione e di pace in se stesso, se non "andando a Dio", muovendo verso quel Dio che, unico, ha il potere di consolare, di ristorare. Chi cerca salvezza in se stesso e nelle proprie azioni, non troverà altro che angoscia. I grandi temi del pensiero di Kierkegaard sono tutti riassunti in queste pagine altissime, che non smettono di provocare il lettore e di invitare il credente a una conversione continua.
Sette brevi meditazioni per 4 settimane, con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali, che offrono al lettore un piccolo diario dell'anima sul tema mariano. I testi sono estratti dalle pagine più belle di padre Gabriele Amorth che - prima ancora di essere un esorcista - fu mariologo e uomo di fede molto devoto alla Vergine Maria.
"Solo l'uomo spirituale, che accoglie la Parola, comprenderà a fondo e sarà guidato all'unica conoscenza possibile di Dio". Questo il tema del presente volume, che offre al lettore - in una versione commentata, così da facilitare il primo approccio all'opera del riformatore ginevrino - i primi dodici capitoli dell'Istituzione della religione cristiana. L'attualità dell'opera di Calvino è evidente fin dal titolo: come conoscere Dio è, infatti, la grande domanda di ogni credente e di ogni persona in cerca. Calvino si chiede come possa l'uomo pensare di incontrare il divino nella propria esistenza e nel cosmo, a partire dalla scoperta della propria fragilità; e giunge a definire come unica certezza dell'incontro possa essere la Sacra Scrittura che ci è donata. A partire dall'accoglienza della Parola di Dio, infatti, noi possiamo anche comprendere tutto il resto che ci appartiene, la nostra stessa vita, il nostro peccato e gli atti di provvidenza di Dio nel mondo.
Uno dei testi principali della tradizione protestante, tratto dal commento di Lutero alla lettera ai Romani di san Paolo. Un'esortazione - ancora oggi di grande attualità - al popolo cristiano che deve seguire radicalmente il Vangelo. Sono pagine da cui il grande tema luterano della grazia di Dio che salva l'uomo si coniuga con l'invito all'uomo di ogni tempo affinché cambi vita e risponda alla grazia con il cambiamento della propria esistenza. Noi siamo donne e uomini nuovi, annuncia Lutero, grazie al Vangelo di Cristo che ci è stato dato: comportiamoci di conseguenza, mutando le nostre relazioni all'interno della Chiesa e come testimonianza per il mondo.
L'amore attraversa ogni cosa, ogni realtà umana e divina; questa è la sua specificità, questa la sua forza, che lo rende - come afferma il Cantico dei Cantici - forte alla stregua della morte stessa. L'amore è la cosa più umana e insieme la più divina; è la caratteristica che attraversa ogni vicenda terrena e celeste. A partire da questo assunto indiscutibile, Bruno Forte veleggia nei recessi più profondi dell'amore e della carità, che ne è la pienezza: amore fraterno, filiale, matrimoniale; amore di Dio per i suoi figli e ricerca di amore dei figli che alzano gli occhi al cielo... Un breve libro che declina le note di questo sentimento che abbraccia tutte le nostre passioni - dalla sofferenza all'estasi - e, nello stesso modo, tutte le passioni di Dio.
Il libro di preghiere della Bibbia è l’ultima opera pubblicata da Dietrich Bonhoeffer prima che il regime nazista gli imponesse il silenzio. Dato alle stampe nel 1940, si tratta del libro dei Salmi commentato da Bonhoeffer con uno scopo preciso: offrire ai giovani un’iniziazione alla preghiera. Un volume che nasce dall’esigenza, sempre più sentita in quegli anni drammatici, di un servizio da rendere alla comunità,
e in cui emerge l’anima più profonda del grande teologo, preoccupato non tanto e non solo di una conoscenza scientifica del testo biblico del salterio, ma piuttosto teso a comunicare l’esigenza della radicalità cristiana, come affermazione della più autentica pienezza umana.
A 75 anni dalla sua prima pubblicazione, questo testo mantiene la sua forza originaria e rimane un perfetto viatico per chiunque voglia avvicinare il mistero della preghiera nel testo biblico.
Charles de Foucauld vive la virtù del nascondimento, a Nazaret prima e poi a Tamanrasset. La sua dedizione alle piccole cose, il desiderio di mettersi in gioco e di scoprirsi come “fratello universale”, la sua tensione al martirio e la realizzazione di questo stesso non emergono che lentamente, dal quotidiano stare all’ultimo posto, amando Dio e amando tutto ciò che Dio gli pone dinnanzi. Le meditazioni raccolte in questo libro, sulle pagine dei vangeli di Matteo, Marco e Luca, risalgono al biennio 1897-1898: anni in cui fratel Charles si pone davanti alla Parola di Dio in ricerca del senso delle tre virtù teologali: fede, speranza, carità. Qui l’attenzione è posta sulla carità, nel suo duplice manifestarsi, quale misericordia di risposta a Dio e misericordia verso l’uomo e tutte le creature. Ne viene una lettura illuminante, in cui quotidianamente, anche noi con fratel Charles, possiamo avvicinarci al mistero dell’amore di Dio e del prossimo.
Il tema del viaggio e del cammino è dominante nell'opera di Luca: in tal senso è significativo che il terzo Vangelo sia collegato agli Atti degli Apostoli da un disegno unitario, che va dal viaggio di Gesù verso Gerusalemme al cammino che da lì i discepoli intraprendono fino ai confini della terra per portare a tutti i popoli la buona novella del Risorto e trasmettere il dono della salvezza offerta in Lui a chiunque l'accolga nel cuore e nella vita. In questo volume l'arcivescovo Bruno Forte raccoglie tre meditazioni sul tema del viaggio nel vangelo di Luca: la visita di Maria a Elisabetta dopo l'annunciazione, la grande inserzione lucana del cammino verso Gerusalemme e l'incontro con i due discepoli diretti verso Emmaus.
Oggi più che mai, le due opere che danno il titolo a questa nostra riflessione sono necessarie. Insegnamento e consiglio sono i primi due passi verso la sapienza interiore: quella che guarda alla realtà non con la sola emozione, ma con quella che è stata ben definita l'intelligenza delle emozioni; che sa considerare gli istinti del momento, le passioni che ci muovono, per trovare direzioni percorribili nel tempo e indicazioni che possano, quelle stesse emozioni, portarle a compimento, realizzarle, appunto; che sa offrire scelte che siano durature e che riconosce, quando esse non dovessero durare, i motivi dei fallimenti senza timore alcuno, per condurre le nostre vite a nuovi progetti, a nuove realizzazioni, con consapevolezza.
Il mistero del perdono, ben lungi dall'essere un atto che va in una sola direzione ha questo di peculiare: si tratta di un percorso da compiere insieme, da parte dei due antagonisti; è una strada che può essere anche lunga, ma che è senza alcun dubbio inevitabile quando non si voglia permettere al male di scavare solchi insuperabili sia dentro noi stessi, che tra noi e gli altri. Il mistero del perdono, proprio per questo, non significa in nessun modo perdita della memoria dei fatti: chi ha compiuto il male ne sarà comunque segnato per sempre, per quanto io possa concedergli il mio perdono; e la vittima dal male non si potrà liberare con un colpo di spugna, quasi dimenticando di averlo subito. Poiché il male, sia che lo compiamo, sia che lo subiamo, lascia tracce indelebili in ciascuno di noi. La possibilità che a noi viene offerta dal perdono è di portare le nostre relazioni a un livello più alto; in modo tale che, pur essendo consapevoli di ciò che ci è successo, nonostante ciò che ci è successo, non reagiamo col male, non male-diciamo, ma offriamo la chance di una mano tesa.
L'opera di misericordia che ci invita a prenderci cura dei nostri cari defunti è quella che forse più ancora delle altre può condurci a comprendere il mistero della vita eterna; non la vita prolungata con artifici, ma quella promessa da Dio a coloro che lo amano e che si amano. La vita eterna, che è vita di comunione già germogliante nell'oggi; e che, proprio in quanto comunione, è vita che si eterna. Questo volume affronta anche un tema quasi scomparso dai nostri orizzonti, anche catechistici: i cosiddetti "novissimi": morte, giudizio, inferno e paradiso. La seconda parte del testo è dedicata alle rivelazioni di santa Faustina Kowalska sul paradiso, il purgatorio e l'inferno. La mistica polacca spicca, infatti, nel racconto delle sue visioni, per la profonda capacità di unire il tema della morte e dell'aldilà con quello della Misericordia, centro della sua vita spirituale e delle sue rivelazioni.
Il problema del dolore, di quello innocente in particolar modo, era sentito in maniera acuta da don Carlo Gnocchi. Il "padre dei mutilatini" dedicò l'intera vita a combatterlo scientificamente, a lenirlo concretamente e a sublimarlo spiritualmente. Come per Giobbe, per i grandi tragici dell'antichità e per i pensatori di ogni tempo lo scandalo del dolore innocente non ha cessato di inquietare don Carlo fino alla fine. In questo ultimo suo scritto, le cui bozze sono state completate sul letto di morte, il dolore suscita due contrastanti interpretazioni: enigma per il non credente, mistero per chi si affida a Dio. La sofferenza dei bambini diventa per don Gnocchi l'icona stessa del dolore innocente, quello che in alcun modo può essere correlato alla colpa, e si pone come il "caso limite", la chiave per comprendere ogni dolore umano, così che "chi riesce a sublimare la sofferenza degli innocenti è in grado di consolare la pena di ogni uomo umiliato dal dolore".
La vicenda umana e cristiana di Luigi Maria Grignion è quella di una passione assoluta; talmente assoluta da sembrare, a tratti, persino esasperata ed esasperante. Ma questa totalità, questa dedizione insuperabile, è il tratto di molte figure che consumano la propria vita per il mistero, assediate esse stesse dal timore che, del "dire Dio", non ce ne sia mai abbastanza. Così, la figura di Luigi Maria, che nel 1947 è stato proclamato santo e del quale è aperta la causa per la proclamazione a dottore della Chiesa, diviene anche per l'oggi una provocazione, diremmo, necessaria: quel suo linguaggio netto, quell'esistenza assolutamente dedicata, quella davvero unica sintesi di "amore di Dio e amore del povero", che lo condusse a vivere senza possedere nulla e a offrire il proprio corpo come tramite visibile del Vangelo, è una domanda lanciata come una pietra sul cristianesimo di oggi, in attesa di una risposta.
Questo volumetto - il primo di una serie dedicata alla misericordia raccoglie riflessioni, storie e preghiere legate alle prime due "Opere di misericordia corporale". Attraverso la lettura di due brani della Bibbia e la narrazione di un tratto della vita di san Vincenzo de' Paoli, questo volume cerca di penetrare il ricco e profondo significato del richiamo evangelico delle due "Opere di misericordia", richiamo che pone il credente di fronte a un vero e proprio aut aut della carità: o si nutre e si disseta il fratello/volto di Cristo o si viene maledetti e cacciati lontano da Cristo stesso.
Questo volume è dedicato a due Opere di Misericordia corporali: Vestire gli ignudi e Alloggiare i forestieri. La tradizione cristiana è ricca di episodi in cui un ospite misterioso, accolto per pura carità, si rivela essere un angelo in cammino sulle strade del mondo. E se pane e acqua, argomenti centrali delle prime due opere di misericordia corporale, toccano immediatamente il tema della sopravvivenza dell'uomo e dell'umano, il vestire e l'ospitare riguardano un passaggio ulteriore, che è quello, potremmo dire, della stabilità della relazione con chi è nel bisogno. Dar da mangiare e da bere si può fare anche senza "farsi carico" del corpo altrui: vestire e ospitare, invece, presuppone un'accoglienza più intima e, quindi, più impegnativa. Nel nutrire il povero si può anche mantenere una distanza da lui; si può dar da bere senza "toccare" la carne. Vestire e ospitare presuppongono un venire a contatto che ci impegna ulteriormente e ci rivela qualcosa in più di noi stessi, della nostra società, della nostra cultura. E anche delle nostre paure, di fronte alle esigenze della carità e della misericordia.
Visitare gli infermi e consolare gli afflitti. Questo volumetto unisce una delle Opere di Misericordia corporali con una di Misericordia spirituale; l’afflizione del cuore e l’infermità del corpo sono infatti due condizioni spesso prossime l’una all’altra; ma sono anche due situazioni quasi intercambiabili: vi sono, infatti, infermità del corpo e dello spirito, dell’animo, della mente.
Quando si pensa alla visita agli infermi, ci si sofferma soprattutto sulle condizioni di malattia del corpo, e meno su quelle delle malattie interiori, che il tema dell’afflizione invece esprime compiutamente. Oggi, soprattutto, la malattia “spirituale”, interiore, la depressione, le forme di bipolarismo, di infermità mentale, sono estremamente presenti, particolarmente significative, anche perché colpiscono sia i singoli che i loro nuclei familiari. E, se ci è difficile già far visita agli infermi nel corpo, ci sembra ancora più complesso stare accanto a chi ha ferite interiori, meno quantificabili, più sfuggenti. Riflettere sulle due Opere di Misericordia cui è dedicato questo volumetto, unendole in una sola meditazione e preghiera, diventa, dunque davvero importante.
Il tema della "carcerazione" è, per il cristiano, legato a quello del "peccato". E le opere di misericordia che danno il titolo a questo volumetto aiutano a comprendere una dialettica che resta centrale nel messaggio di Gesù e della Chiesa: se la giustizia umana impone infatti una punizione per la colpa personale, il giudizio evangelico - pur non negandola - la affronta manifestando un orientamento misericordioso per il quale ci chiede di venire in soccorso del colpevole non "punendolo", ma "educandolo" e "visitandolo". Così, per il cristiano, l'ammonizione del peccatore non è separabile dallo stare presso di lui; il rimprovero - indicatore della colpevolezza - non è distinguibile dalla "visita" e dall'accompagnamento - che segnala, piuttosto, la vicinanza: noi non possiamo occuparci del male senza stare accanto a colui che lo compie, o che lo ha compiuto. Il motivo? Semplice: anche noi, ciascuno di noi, "non siamo senza peccato"; perciò non ci è dato di "scagliare la prima pietra". La novità della presenza di Gesù nel mondo è esattamente questa: il Figlio di Dio è venuto "per i peccatori", non per i giusti; è venuto alla ricerca della pecora perduta, non per starsene tranquillo con le 99 al riparo nell'ovile.
La figura esile di dom Hélder Câmara contrasta a prima vista con la grandezza del suo pensiero e della sua opera. Questo libro vuol riportare - a pochi mesi dall'apertura del processo di beatificazione - la giusta attenzione su una figura anticipatrice della Chiesa bergogliana, divenuta simbolo di tante battaglie per la giustizia, la pace e il riscatto dei più poveri. Si tratta di un'antologia di brani, soprattutto poetici, che permettono al lettore di cogliere il cuore del pensiero dell'arcivescovo di Recife, che di se stesso soleva dire "sono una creatura umana che si considera fratello nella debolezza e nel peccato con tutti gli uomini di tutte le razze e di tutte le regioni del mondo, un cristiano che si rivolge a cristiani, ma col cuore aperto, ecumenicamente, verso gli uomini di ogni credo e di ogni ideologia, un vescovo della Chiesa cattolica che, a imitazione di Cristo, non viene per essere servito, ma per servire".
L'esperienza dello Spirito - che Karl Rahner cerca di rendere possibile nelle tre meditazioni proposte in questo testo - non è l'esperienza di pochi eletti, di fronte ai quali il cristiano "ordinario" può soltanto inchinarsi pieno di rispetto. L'esperienza dello Spirito si verifica anche là dove conduciamo una vita normale e sono numerose le esperienze concrete che possiamo farne, lo sappiamo o no. L'autore, in poche pagine, ci invita ad affinare l'orecchio per percepire questa esperienza e vivere così da uomini dello Spirito, consapevoli che il significato della vita non si esaurisce nella felicità di questo mondo, ma lo si trova soltanto quando cerchiamo Dio e ci abbandoniamo alla sua volontà.
Bruno Forte riflette sull'amore divino a partire dal Vangelo di Giovanni. Il Vangelo di Giovanni viene riletto da Bruno Forte come un'introduzione all'amore che Cristo è venuto a portare agli uomini. La riflessione di Forte è scandita in tre tappe: la prima mostra l'amore di Gesù verso il suo discepolo che diviene simbolo di ogni altro discepolo; la seconda approfondisce il tema dell'amore del Signore attraverso l'esame di tre dialoghi; la terza e ultima è dedicata alle donne, presentate dall'Evangelista come modello dell'accoglienza del dono di Dio.
Come si evince dal titolo, la tesi centrale del libro di Bernhard Häring è che la confessione sia fonte di gioia. Una gioia capace di abbattere il muro del peccato che oscura lo splendore del mistero del battesimo. "Quando sentiamo nominare il sacramento della riconciliazione il nostro cuore deve battere più forte": attraverso Cristo, che ci offre la possibilità del ritorno al Padre celeste, Dio manifesta il suo amore e "purifica nuovamente la nostra anima". L'uomo veramente riconciliato si trasforma in messaggero di pace.. "La riconciliazione e la pace vanno viste anzitutto come dono gratuito meritatoci da Cristo nostro salvatore. Ma, in quanto dono, postulano un accoglimento riconoscente. Dove non vi è riconoscenza, il dono si vanifica". Nell'Anno della Misericordia, un testo che mette al centro il Sacramento della misericordia proponendo innumerevoli spunti per la riflessione personale e comunitaria.
"Passare sconosciuto sulla terra, come un viaggiatore nella notte, poveramente, laboriosamente, umilmente?": in queste parole del Diario, scritte nel maggio 1904, si può riassumere tutta l'esistenza di Charles de Foucauld. All'epoca della morte, il 1 dicembre 1916, Fratel Charles è un perfetto sconosciuto. Muore ucciso da razziatori in un paese lontano dalla sua patria; non ha ottenuto nemmeno una conversione; nemmeno un discepolo lo ha seguito, nonostante i suoi progetti di fondare una congregazione. Nessuna delle migliaia di pagine da lui scritte "ai piedi di Gesù", davanti all'Eucaristia, è stata pubblicata. Tuttavia, vent'anni dopo la sua morte, le sue intuizioni sono raccolte da René Voillaume e da Madeleine Hutin, fondatori rispettivamente dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle di Gesù. Poco alla volta, come un piccolo chicco di senape, la spiritualità di Fratel Charles, "uomo del deserto", cresce sino a diventare una delle fonti spirituali più feconde del nostro tempo. Questo volume raccoglie alcune delle sue pagine più belle.
Nella domanda Che significa amare Gesù? pulsa il cuore della fede cristiana. Ciò che la fede professa come sua realtà più intima, va incessantemente esaminato e fatto oggetto di riflessione se vogliamo sperimentare in maniera sempre più viva la sua incommensurabile profondità.
Questa meditazione teologica dimostra ancora una volta l’arte di Karl Rahner nel porre domande feconde, le quali fanno vedere come in ciò che appare la cosa più ovvia si celi la realtà più misteriosa: domande esistenziali,
che incalzano ogni cristiano. Come si invera propriamente, nei confronti di Gesù, quella vicinanza che ogni amore ricerca? Com’è possibile che Dio, in Gesù, mi abbia promesso se stesso in maniera definitiva e insuperabile?
La riflessione di Rahner si trasforma così in un incessante tentativo di ascolto di quanto Dio stesso dice, in Gesù, a ciascuno di noi.
L’AUTORE
Karl Rahner (1904-1984) fu filosofo
e teologo gesuita. Comunemente considerato tra i maggiori teologi cattolici del sec. XX, partecipò come perito al concilio Vaticano II. La sua amplissima e varia produzione teologica (più di 30 volumi e, complessivamente, circa 1.600 pubblicazioni) costituisce un autentico patrimonio per la riflessione credente del nostro tempo.
È banale dire che il sacramento della riconciliazione oggi come oggi è in crisi. Le ragioni sono diverse e vanno dalla perdita del senso del peccato alla mancanza di fiducia nella misericordia di Dio, dall’ignoranza sul ruolo del sacerdote e sul significato del sacramento alla mancanza di entusiasmo e di disponibilità da parte degli stessi confessori...
Questa piccola guida si propone come uno strumento pratico da consultare prima di confessarsi. Non ha altro scopo se non quello di “rasserenare il penitente”. Questi non deve pensare prima di tutto alle “modalità d’uso” della confessione, ma piuttosto alla misericordia di Dio che va celebrata nella gioia.
Guillaume Sarrauste de Menthière
(Poitiers 1964) è parroco e professore di teologia cattolica. È autore di numerose opere.
Dodici meditazioni che rivelano in modo impareggiabile il fondamento più intimo della teologia di Karl Rahner: la sua esperienza spirituale, l’impegno pastorale da cui egli è animato e la sua attenzione agli uomini del nostro tempo. Il volume raccoglie quattro meditazioni sull’Avvento, cinque sul Natale (una delle quali su santo Stefano) e tre sull’inizio del nuovo anno. Alla luce dell’esperienza umana, ogni pagina riporta in primo piano una parte del mistero nascosto in queste festività, il tutto presentato talvolta sotto una forma semplice, altre volte in maniera più speculativa e complessa, ma sempre con grande lucidità e precisione.
Karl Rahner (1904-1984) fu filosofo e teologo gesuita. Comunemente considerato tra i maggiori teologi cattolici del sec. XX, partecipò come perito al concilio Vaticano II. La sua amplissima e varia produzione teologica (più di 30 volumi e, complessivamente, circa 1.600 pubblicazioni) costituisce un autentico patrimonio per la riflessione credente del nostro tempo.
Da una grande guida spirituale come madre Cànopi, un percorso con Maria e attraverso Maria, per ritrovare le radici della dignità della donna, come fu pensata nel cuore stesso di Dio, come deve essere anche oggi nella Chiesa e nel mondo.
Pensato come un cammino in sei tappe, il libro è arricchito da un capitolo conclusivo che raccoglie preghiere e poesie in lode alla Vergine.
Anna Maria Cànopi
Abbadessa dell’abbazia benedettina «Mater Ecclesiae», sull’Isola di San Giulio (Novara), madre Cànopi è stimata autrice di numerose pubblicazioni di spiritualità biblica, liturgica e monastica. Tra i suoi lavori, spicca la collaborazione all’edizione della Bibbia CEI e alle edizioni ufficiali del Messale e dei Lezionari liturgici. Per San Paolo ha pubblicato: Sospinti dall’Amore (2013), Lettera a Edith Stein (2014) e Voglio cercare l’amato del mio cuore. Spunti meditativi sul Cantico dei Cantici (2014).
Le pagine che compongono questo vero e proprio "pamphlet" sulla libertà e la responsabilità in tempi difficili, furono offerte da Bonhoeffer ad alcuni amici, in occasione del Natale 1942. Il teologo protestante era già in carcere e non ne sarebbe mai più uscito, per aver preso posizione contro il regime nazista. Oggi, a distanza di settant'anni, queste pagine appaiono di una modernità che stordisce, capaci di interpretare le domande che sono ancora fondamentali e che possiamo riassumere in questa: che donne e uomini vogliamo essere? O, ancora: che cristiani vogliamo essere? La vita responsabile è un dovere a cui fare ritorno, perché ciò che accade ai nostri giorni e quotidianamente ci provoca non accada invano. Un "pamphlet" sulla libertà e la responsabilità in tempi difficili.
"In Maria vediamo l'immagine vivente dell'uomo e della donna che credono, guardando a lei possiamo capire come stare di fronte a Gesù, come vivere con lui, come seguirlo". "In questo piccolo libro ho voluto raccogliere alcune mie riflessioni sui misteri più importanti della vita di Maria e il commento alle principali preghiere e antifone mariane. In questo modo, desidero aiutare i miei lettori a percorrere con Maria il cammino stesso di Gesù, il cammino della fede, della carità e della speranza". (M. Camisasca) Una riflessione sui misteri della vita di Maria e un commento alle principali preghiere e antifone mariane.
Quando parliamo di pace, siamo portati a pensare quasi sempre a una pace orizzontale: tra i popoli, le razze, le classi sociali, le religioni. La parola di Dio ci insegna che la prima e più essenziale pace è invece quella verticale, tra cielo e terra, tra Dio e l'umanità. Da essa dipendono tutte le altre forme di pace. Un tema di dolorosa attualità, al centro della predicazione delle meditazioni di padre Cantalamessa alla Casa Pontificia, in presenza di papa Francesco, ora finalmente disponibili per tutti. Un volume in tre parti, che affronta il tema della Pace come dono di Dio in Cristo; come compito di ogni credente; come frutto dello Spirito. Tre aspetti cari a papa Francesco e un ricco percorso di meditazione per ciascuno di noi.
"In questo nostro mondo, dove tutto è mercato e dove si sopprimono gli spazi del gratuito, la vita cristiana, ma soprattutto quella religiosa, rappresenta la rivolta del gratuito. Vivere non per accumulare, ma per donare gratuitamente, mostrando che c'è più gioia nel dare che nel ricevere: questo è il contrario dell'adattamento allo spirito del tempo."
Credere è imparare i sentimenti, i pensieri di Gesù, il Suo modo di fare; leggendo il Vangelo noi li conosciamo, sentiamo con Lui, li facciamo nostri, diventiamo Suoi discepoli. Il Suo Spirito ci dà la possibilità di vivere come Egli ha vissuto: prediligendo i poveri, gli emarginati, i più piccoli; lottando per la giustizia, spendendo nella libertà la nostra vita per loro. Lo Spirito ci dona la capacità di adorare, di pregare, di guardare alla nostra società piena di contraddizioni e di violenze con ottimismo. Dio ha tanto amato il mondo da mandarvi il Suo Figlio (Giovanni 3,16) e continua ad amarlo e dona a noi la possibilità di riconoscere al suo interno i segni della salvezza che lo Spirito continua a suscitare.
La vita spirituale assume a volte la forma di una vera e propria "lotta" per tenere in vita la luce della fede. Quattro comuni situazioni negative condizionano spesso la dimensione spirituale: lo scoraggiamento, il disamore, la perdita della fede, la solitudine. Nato dall'esperienza personale e dalla riflessione dell'autore, questo libro è un vademecun da tenere sempre sul comodino, un aiuto necessario, in cui quanti lo leggeranno potranno riconoscersi e rispecchiarsi, e così risolvere i problemi della vita interiore.
In una piccola ma ricchissima "grammatica delle emozioni di Dio", Gianfranco Ravasi compie un viaggio all'interno delle Scritture e dell'animo umano: un vero e proprio album di emozioni spesso tra loro opposte. Si tratta di uno spettro cromatico emotivo che procede dal violetto gelido dell'angoscia o paura e approda al rosso caloroso della gioia o della tenerezza. Testimonianza di come la Bibbia non abbia paura di scandagliare il mondo dei desideri senza separare il conoscere intellettivo da quello affettivo. Un "ritratto" di Dio che spazia dalla sua "gelosa tenerezza" all'angoscia di Gesù. Un testo e capace di sorprendere il lettore che si troverà specchiato nei mille fili emotivi che attraversano la Scrittura.
Perché Francesco d'Assisi ha lasciato una così profonda impronta nel cuore di tante donne e uomini di ogni latitudine e cultura? Per comprenderlo, bisogna chiedersi chi era all'origine e da dove è partito il futuro discepolo di Gesù Cristo, per amore del quale volle farsi sposo di Madonna Povertà. Questo volume di meditazione spirituale, dopo aver percorso quella che potrebbe dirsi la "via della purificazione" di Francesco, corrispondente al cammino della sua conversione, descrive la fase "illuminativa", cioè in quegli eventi ed esperienze in cui la luce di Cristo crocefisso venne a risplendere sempre più profondamente in lui. Infine, la stagione della vita di Francesco, che corrisponde alla tappa cosiddetta "unitiva", porterà a considerare come egli abbia completato ciò che mancava nella sua carne alla passione di Cristo, a vantaggio del Suo corpo, la Chiesa, per il bene di tutta la famiglia umana.
Capita di venire sorpresi dall'irrompere di fatti o persone - che non ci aspettavamo né ci auguravamo - dentro la nostra vita. Quando ce ne accorgiamo, ci troviamo ormai coinvolti e ce li dobbiamo sorbire! Una situazione del genere si verifica - particolarmente - quando viene a farci visita la signora Tribolazione. È maleducata fin dalla nascita, arriva senza chiedere permesso e nel momento meno opportuno; né pare accorgersi del disturbo che ci dà, anche se ne mostriamo evidenti i segni. Che fare, in questi casi? Non ho la pretesa di insegnarti un trucco magico per farla scomparire, né scrivo per offrirti cose che fa piacere sentire. Vorrei invece parlarti di quello che è necessario ascoltare. Ecco: dovremo imparare a trasformare questi tempi non desiderabili in occasione di crescita personale e di maturazione nella fede, di risveglio della speranza, di maggiore sensibilità alla presenza di Dio che guida la nostra vita. Come affrontare le prove della vita, secondo la dignità umana e la fede cristiana.
La fame e la sete di giustizia sono esigenze umane richiamate nelle Beatitudini, forse connaturate nell'essenza delle persone ma che spesso rimangono insoddisfatte. Se gli uomini si sono dati codici e leggi per appagare questa necessità, quantomeno nella loro vita terrena, l'esercizio della giustizia è sempre doloroso e legato al potere di punire, reprimere e rieducare: "La giustizia senza forza è inerme, la forza senza giustizia è tirannia", scriveva Blaise Pascal. Non solo le leggi sono fondamentali, quindi, ma è delicato anche il ruolo di chi le applica, dovendosi dimostrare sia attento all'oggettività dei codici, sia fedele a un'esigenza di umanità: la pratica del giudizio è infatti intimamente legata a quella dell'educazione a un vivere civile accettabile, in un processo aperto e disponibile all'ascolto.
Esiste una ricchezza altra dal denaro, dalla proprietà, dalla merce di scambio. Una ricchezza di enorme potenziale composta di virtù e relazioni che nascono e si muovono all'interno di comunità coese, società caratterizzate da un alto livello di comunione. Beni che non si sottraggono o comprano, ma si moltiplicano e intrecciano. Relazioni e rapporti alla base della buona vita di ogni cittadino, e perfino alla base di un fecondo mercato. Ma cosa significa, in questa prospettiva, essere ricchi?
Si pensi al tostapane, alla lavatrice, al pollice opponibile e... alla scrittura! Nel corso della storia sono sempre emersi oggetti, macchine e innovazioni, destinati a divenire protagonisti di un certo modo di rimodellare gli spazi e i tempi. Strumenti su cui si sono proiettati i giudizi relativi a ciò che li ha resi utili ma che, nel bene e nel male, hanno continuato a esercitare la loro funzione sociale e culturale plasmando il nostro modo di pensare. Di fronte all'emergere di altri mezzi "rivoluzionari", quali per esempio Internet, l'invito è ad avere fiducia nel cambiamento, tenendo presente che ogni nuova macchina è un coacervo di opportunità e rischi: non è possibile usufruire delle une senza affrontare gli altri.
Si è spesso portati a considerare la religione come elemento intimo nella vita degli individui, legato all'interiorità di ciascuno. Tuttavia, se a titolo di esempio ricordiamo qui le parole di Albert Schweitzer, "ciò che il cristianesimo ha creato come religione dell'amore è considerato annullato dal fatto che esso non sia stato abbastanza forte da educare le nazioni alla pace", diviene evidente come una religione solo interiore o individuale finisca per non essere fedele al messaggio evangelico e per "annullarne" l'anima. La riflessione sulla religione - sulla religione davvero aperta al futuro, "beata" come la definisce Silvano Petrosino - non può quindi prescindere da questo compito collettivo, dallo "stare nel mondo" di oggi e di domani. È una religione che deve incidere su spiritualità e socialità, costruendo un nuovo rapporto con paura e potere e portando felicità per gli uomini perché, secondo le parole di papa Francesco, "il bene tende sempre a comunicarsi".
"Quanti sacrifici umani si offrono al Moloch del pregiudizio", lamentava Mary Wollstonecraft a proposito del ruolo della donna nella società del suo tempo. Oggi molto è cambiato, e certamente in meglio, ma quel Moloch non è stato del tutto sconfitto. Il pregiudizio colpisce ancora uomini e donne a prescindere da ceto sociale e levatura culturale. Hanno fatto scalpore, di recente, alcune dichiarazioni di David Gilmour, docente di letteratura all'Università di Toronto e tra i più importanti scrittori del suo Paese: "Non intendo parlare di libri scritti dalle donne. Quando mi fu affidato questo lavoro dissi che avrei insegnato solo di quegli scrittori che mi piacciono davvero. Sfortunatamente nessuno di loro è cinese o donna. Insegno solo la letteratura maschile. Uomini decisamente eterosessuali come Scott Fitzgerald, Cechov, Tolstoj. Dei veri uomini-uomini". Spesso viviamo ancora in una logica di contrapposizione, tra maschile e femminile, e questo ci porta a perdere la ricchezza della diversità e il valore della reciprocità.
Affrontare il futuro significa anche confrontarsi con chi sarà protagonista del secolo che è appena iniziato. Gli adolescenti di oggi - i nostri figli e nipoti - dovranno raccogliere le sfide del domani, facendosi carico anche dei nostri errori e di un'eredità non sempre agevole e positiva. Per questo gli interrogativi che riguardano la loro educazione, inaspriti da una società in continua evoluzione e da un'estrema difficoltà di comunicazione intergenerazionale, sono ineludibili ma stimolanti. Anche perché loro, come diceva il giovane Holden Caulfield, faticano a vedersi in questa prospettiva futura: "Un sacco di gente, soprattutto quello psicanalista che c'è qui, continua a chiedermi se quando tornerò a scuola a settembre mi metterò a studiare. È una domanda così stupida, secondo me. Voglio dire, come fate a sapere quello che farete, finché non lo fate? La risposta è che non lo sapete". Entrare nel loro mondo, superare la difficoltà dell'approccio, mostrar loro la vita in un orizzonte che guarda oltre il presente: questi sono alcuni dei nostri compiti. Il problema è trovare il modo di portarli a termine.
"Avere a cuore oggi il creato è una delle questioni dirimenti del nostro periodo storico, forse la più importante, forse la meno avvertita dalla politica e senza dubbio la meno sentita da un'umanità troppo ripiegata su se stessa. Non si pensa all'ingiustizia generazionale che stiamo perpetrando ogni volta che non siamo soggetti attivi nel difendere l'ambiente, la biodiversità, e ogni volta che mostriamo disinteresse nei confronti dell'ingiustizia sociale. E ambiente e giustizia subiscono violenti affronti anche a causa del sistema alimentare che oggi ci governa, che è del tutto iniquo, corrotto e ingiusto. Il sistema alimentare è infatti responsabile di un disastro ambientale di proporzioni impressionanti e, allo stesso tempo, non affronta in nessun modo un problema che resta presente e sotto gli occhi di tutti: oggi, nel momento della storia dell'uomo in cui stiamo vivendo, esiste ancora la morte per fame. La morte per fame è la cosa più grave che un'umanità possa tollerare. Noi attraverseremo questo nostro passaggio sulla Terra senza aver risolto questo problema che, invece, può e deve essere risolto. Difendere l'ambiente e, insieme, l'uomo: ecco a cosa serve costruire una cultura di rispetto per il nostro pianeta." (Carlo Petrini)
La via della preghiera è la via maestra per cambiare, per affrontare i problemi, finanche per contestare. La preghiera può tutto. In questo volume don Andrea Gasparino, guida spirituale di migliaia di giovani, offre un itinerario semplice e possibile a tutti per sperimentare la forza della preghiera e dare così luce alla propria vita. Quando preghiamo noi cambiamo; se preghiamo realmente, abbiamo più luce sui nostri problemi e si rafforza la nostra volontà. La preghiera è la nostra "onnipotenza". È l'onnipotenza di Dio messa a disposizione della nostra debolezza. Gesù ha detto: "In verità, in verità vi dico: qualsiasi cosa chiediate al Padre nel nome mio, egli ve la darà" (Gv 16,23). Siete peccatori? Nella preghiera c'è la certezza della vostra ripresa. Vi sentite un niente? Nella preghiera c'è l'onnipotenza per fare tutto!
"Il giornalista seleziona, comprende cause ed effetti, inquadra i fatti nel flusso della storia, fornisce al lettore o al navigatore una chiave interpretativa, una classifica di senso. Ci mette le sue conoscenze e anche il suo cuore, i suoi sentimenti, i suoi dubbi. Dirà anche la sua opinione, ma non farà mai in modo - almeno questa è la mia visione del giornalista - che quello che lui pensa alteri l'oggettività dei fatti che è chiamato a descrivere al suo pubblico. Se il cronista si limita ad essere il veicolo di una rivelazione si degrada a terminale passivo. Se il suo io è ipertrofico e tracimante si trasforma in un diaframma che rende deformata e oscura la realtà al suo lettore". Attraverso gli occhi e la penna di 10 protagonisti della cultura contemporanea, una rilettura delle beatitudini evangeliche.
"Se la politica è l'arte del possibile, il compromesso è la sottile abilità della democrazia. D'altra parte respingere a priori ogni tipo di compromesso in nome della purezza politica costituisce la migliore garanzia della conservazione dello stato delle cose esistenti. La purezza politica non è certamente disdicevole, ma è in genere accompagnata dalla pericolosa convinzione di essere detentori di tutta la verità ed è perciò una caratteristica propria dei partiti, degli stati d'animo e dei regimi totalitari. Superare le fratture, comunicare fiducia, ricostruire una comunità nazionale è un dovere inderogabile per le classi dirigenti."
L'asina di Balaam, il cane di Tobia, il pesce di Giona... sono solo alcuni degli animali biblici che raccontano in prima persona, con umorismo e saggezza, la loro storia. Trenta brevi racconti screziati di garbata ironia, che aiutano a leggere da un punto di vista inusuale alcuni dei più bei passaggi della Scrittura.
La felicità non è un dono ricevuto alla nascita, ma esiste un cammino da compiere per conquistarla. Si tratta di un'impresa non impossibile perché il Signore ci ha fornito le indicazioni per raggiungere questa meta: si tratta delle parole contenute nel brano di Vangelo delle beatitudini. Per iniziare un cammino verso la felicità, dovremo eliminare tutti gli interessi che funzionano come il giocattolo scartato dal bambino, cioè quelli ai quali ci sentiamo legati solo per egoismo, solo se qualcuno vuole prenderne parte. Attraverso gli occhi e la penna di 10 protagonisti della cultura contemporanea, una rilettura delle beatitudini evangeliche.
A settant'anni dalla morte, una breve antologia dei testi più importanti di Etty Hillesum, una delle maggiori autrici spirituali del Novecento. Una selezione curata che invita a leggere la notevole opera della Hillesum con un approccio semplice, immediato. I brani sono perfetti per semplici e profonde meditazioni sui grandi temi. Il volume, curato da Lorenzo Gobbi, premio Catullo 2012, ci offre una traduzione nuova, fresca e aderente all'originale che ci permette davvero di dire che siamo di fronte alla Hillesum come non l'abbiamo mai letta.
Una benedettina di oggi scrive a una grande figura del monachesimo carmelitano del passato recente, alla ricerca di una radice comune e della comprensione del "mistero del male e dell'iniquità nei nostri giorni". Come dice monsignor Corti nell'Introduzione, si tratta di pagine nate da una lunga frequentazione, quasi fraterna, da leggere con calma e nel silenzio orante: "Chi prende in mano queste pagine indirizzate a Edith Stein non deve avere fretta nel leggerle. Non solo perché nascono dal silenzio e dalla veglia notturna, ma anche perché sono suggerite da una lunga amicizia e da una sintonia spirituale che rende veramente sorelle due monache, anche se non si sono fisicamente incontrate". E ancora: "Questa lettera è un grande atto di amore per il popolo ebraico: "Se anche tutte le parole fossero da cancellare, ecco, vorrei che ne rimanesse almeno una, ed è questa: che nel cuore di Gesù Cristo e della Chiesa sento di amare immensamente, a nome di tutti i cristiani e di tutti gli uomini, il popolo che Dio ha scelto come suo primogenito, così come tu, Edith, lo hai amato appassionatamente, fino all'olocausto". Un amore ispirato certamente dai dolori patiti dal popolo ebraico, ma anche dall'esperienza di conversione di Edith al Cristianesimo".
La scelta di condivisione chiesta da Gesù come la prima delle vie alla beatitudine non è più eludibile. L'economia delle relazioni di dono e della giustizia verso i diritti umani e anche verso il creato intero deve trovare nell'azione dei cristiani una forza essenziale. Un simile impegno nel servizio alla giustizia, più grande di ogni criterio di interesse, di merito e di colpa, non può che essere una benedizione per tutta l'umanità. Solo in questo caso parole come fede, libertà e amore - e persino la parola resurrezione perdono ogni risonanza retorica, per assumere invece la forza di comunicare a chiunque un senso di luce e di respiro nel cammino della vita.
Potrebbe rivelarsi altamente pericoloso cercare di entrare in relazione con Dio dimenticando gli altri e se stessi. Ritenere che, nella propria vita di fede, l’importante sia unicamente il rapporto che si stabilisce con il Signore, e non anche quello che
si ha con il prossimo, non è per nulla cristiano. Dio, io, il prossimo non possono mai essere disgiunti nella dimensione cristiana: dimenticare o trascurare uno dei tre elementi ci porterebbe a costruire un proprio vissuto di fede, magari bello e gratificante, ma non una corretta e proficua spiritualità cristiana. Le frasi evangeliche raccolte in questo volume dovrebbero portarci a chiederci se l’idea di Dio che portiamo dentro di noi l’abbiamo creata a nostra immagine e somiglianza, oppure se emerge da una lettura attenta e approfondita della Bibbia. Dalle frasi del Vangelo proposte, possiamo riscoprire il vero volto di Dio, di Colui che non è mai contro di noi, ma fa’ di tutto per farci sperimentare quanto ci ama immensamente, rendendoci così pienamente felici.
L'autore
Don Pierluigi Plata è nato a Iseo (BS). È stato parroco nella sua Diocesi bresciana e, mentre esercitava il ministero pastorale, ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Sacra Teologia. Ora è cappellano militare a Roma, dove è anche direttore spirituale del Seminario Maggiore dell’Ordinariato militare in Italia. Nel suo ministero sacerdotale ha sempre armonizzato concretezza pastorale, rigore teologico del Magistero e dimensione spirituale. Ha pubblicato L’ultima decisione dell’uomo. La proposta della Endentscheidungshypothese in Ladislaus Boros (Assisi 2005) e Pensieri durante un funerale (Milano 2009). Suoi contributi sono presenti in L’uomo e la parola. Pensiero dialogico e filosofia contemporanea (Trapani 2007); La parola giusta. Comunicazione tra etica ed ermeneutica (Trapani 2008) e Il Volto nel pensiero contemporaneo (Trapani 2010).
È possibile imparare a credere? O la fede è un dono che può essere solo invocato e accolto in totale umiltà? Certamente la fede è grazia da invocare. L'invocazione, tuttavia, è già una scelta, un aprire il proprio cuore a Colui che dice: "Ecco: io sto alla porta e busso. Se uno, udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20). In questi esercizi spirituali per tutti Bruno Forte mostra ai lettori come alcuni grandi testimoni biblici della fede - Abramo, Maria, Pietro - abbiano aperto la porta del cuore al dono di Dio. Sul loro esempio e con il loro aiuto tutti i cristiani devono provare ad aprire di più e meglio quella porta, affinché entri il divino Amato e per crescere nell'amore che purifica e trasforma.
Dopo la Bibbia, L’Imitazione di Cristo è il testo religioso più diffuso della letteratura cristiana occidentale. L’opera è anonima, ma vari studi hanno indicato in Tommaso da Kempis o in Jean Gerson il possibile autore. Ai suoi insegnamenti si sono formate figure come Teresa di Lisieux, Jacques-Bénigne Bossuet (che lo definì “il quinto Vangelo”), Giovanni XXIII e Benedetto Giuseppe Labre. Questo classico della spiritualità cristiana è ora riproposto in una nuova traduzione dal latino particolarmente scorrevole e moderna.
Inoltre, questa versione si distingue dalle altre per un lavoro attento di traduzione dei testi originali latini in una forma italiana moderna e priva di tecnicismi.
Cyril John ci spiega in modo semplice cos’è la preghiera di intercessione. Questo libro sarà di aiuto a tutti coloro che sono all’inizio nel campo della preghiera d’intercessione: il suo insegnamento è chiaro e illustrato con numerosi e appropriati esempi e testimonianze. Sarà utile anche a chi ha già dimestichezza con l’argomento: contiene dei richiami alla preghiera per crescere nella santità e sottolinea il legame intrinseco dell’intercessione con l’evangelizzazione e la missione.
Cyril John è nato nel Kerala, in India, nel 1957. Dal 2004 fa parte del Consiglio dell’International Catholic Charismatic Renewal Services (ICCRS) in Vaticano e ne è vicepresidente dal 2007. Lavora come direttore nella Camera bassa del Parlamento indiano e vive a New Delhi con la moglie Elsamma e i quattro figli.
Una raccolta di frasi tratte del Vangelo che ci aiutano a riflettere e a scovare che cosa risiede nel profondo nel nostro cuore. Lo sforzo di entrare in continuo contatto con gli altri, con le conseguenti gioie e delusioni, ci porta a revisionare continuamente la nostra identità, il nostro modo di prendere coscienza di noi stessi. Troppe volte siamo condizionati, in bene e in male, da quello che gli altri pensano e dicono di noi e, purtroppo, rischiamo di comportarci secondo l'etichetta che ci è stata incollata addosso e che dobbiamo per forza mantenere. Questo libro, attraverso la spiegazione del significato di alcune espressioni mutuate dal Vangelo, si propone di aiutare i lettori a compiere una profonda verifica su se stessi
Questo volume, frutto dell’intervento di Silvano Petrosino al Festival Biblico di Vicenza, evidenzia i due nuclei essenziali attorno ai quali le Sacre Scritture parlano della libertà. All’interno della Bibbia la libertà non è originariamente riferita alla scelta dell’uomo tra il bene e il male; prima di una simile eventualità, infatti, essa ha a che fare con la posizione della “creatura”. “Libertà”, prima ancora di intrecciarsi con la “responsabilità” a cui è chiamata solo quella creatura particolare che è l’uomo, dunque prima ancora di essere una questione umana, è un sinonimo di “creatura”. Nelle Sacre Scritture dire “libertà” significa quindi dire “creazione”; di conseguenza per tentare di comprendere il senso biblico della prima è necessario tentare di comprendere il senso biblico della seconda.
Silvano Petrosino insegna Teorie della comunicazione e Filosofia morale presso l’Università Cattolica di Milano e di Piacenza. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: La scena umana. Grazie a Derrida e Lévinas (Jaca Book 2010); Visione e desiderio. Sull’essenza dell’invidia (Jaca Book 20102); Abitare l’arte. Heidegger, la Bibbia, Rothko (Interlinea 2011); Soggettività e denaro. Logica di un inganno (Jaca Book 2012); Lo stupore (Interlinea 20122).
In ognuno di noi vi sono delle parole, delle frasi che sono talmente sedimentate dentro la nostra mente e che fanno parte del nostro patrimonio culturale fino al punto da condizionare, spesso inconsapevolmente, il nostro modo di pensare, di parlare, di interpretare la realtà e tutto quanto ci succede. Tra queste espressioni, molte più di quante pensiamo sono tratte dal Vangelo. In questo testo sono state selezionate e analizzate quelle che solitamente si utilizzano nel rapporto con gli altri, così che finalmente si possa acquisire una maggiore consapevolezza del loro profondo e originario contenuto. Lo scopo finale non vuole essere solo saperle utilizzarle più oculatamente, ma farlo perché, illuminati dall’autentico significato, si riscontra che non è poi così difficile metterle in pratica nella vita quotidiana.
L'autore
Don Pierluigi Plata è nato a Iseo (BS). È stato parroco nella sua Diocesi bresciana e, mentre esercitava il ministero pastorale, ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Sacra Teologia. Ora è cappellano militare a Roma, dove è anche direttore spirituale del Seminario Maggiore dell’Ordinariato militare in Italia. Nel suo ministero sacerdotale ha sempre armonizzato concretezza pastorale, rigore teologico del Magistero e dimensione spirituale. Ha pubblicato L’ultima decisione dell’uomo. La proposta della Endentscheidungshypothese in Ladislaus Boros (Assisi 2005) e Pensieri durante un funerale (Milano 2009). Suoi contributi sono presenti in L’uomo e la parola. Pensiero dialogico e filosofia contemporanea (Trapani 2007); La parola giusta. Comunicazione tra etica ed ermeneutica (Trapani 2008) e Il Volto nel pensiero contemporaneo (Trapani 2010).
Il libro propone sei temi che trattano di relazioni. La prima relazione è con se stessi, è la relazione dell’armonia che nasce da una sana autostima (cap. I). La seconda è con gli altri: l’uomo nasce dalla relazione e per la relazione (cap. II). Espressione speciale di queste relazioni è l’amicizia (cap. III). La relazione ha luogo poi nel libero gioco delle singole libertà (cap. IV). Le tensioni che nascono dalle relazioni trovano la loro medicina nel perdono (cap. V). Possiamo vivere, così, in pienezza le nostre giornate, le nostre ore, il momento presente (cap. VI).
A far da sottotraccia a tutto il volume la relazione con Dio, presente – come linfa vitale – nei sei argomenti affrontati.
L'autore
Vito Spagnolo, nato a Cattolica Eraclea nel 1957, è sacerdote della Società San Paolo. Ha compiuto gli studi di teologia in Irlanda, dove ha vissuto alcuni anni, e ulteriori studi sulla Formazione e sulla Spiritualità. Ha lavorato nel campo vocazionale. Dal 2005 segue le Annunziatine (Istituto Maria Santissima Annunziata), laiche consacrate appartenenti alla Famiglia Paolina fondata dal beato Giacomo Alberione.
“Chi è Satana? Come agisce? Come possiamo riconoscerlo e combatterlo? Cos’è un esorcismo?’’ Dal più famoso esorcista italiano una guida semplice e chiara per combattere il Maligno. Il libro affronta tutti i temi più importanti legati alla possessione satanica e alla preghiera per tenere lontano il male.
Un libro che aiuterà chi vuole capire la misteriosa presenza del Male nella nostra vita. Un libro cristianamente fondato nella parola di Dio: “Mai
la Bibbia ci dice di aver paura del demonio, perché ci assicura che possiamo e dobbiamo resistergli forti nella fede. La Bibbia ci dice piuttosto che dobbiamo temere il peccato; ma tutti i santi hanno combattuto il peccato e combattendo il peccato si combatte il demonio”.
Con una raccolta di preghiere per combattere il Demonio.
L'autore
Gabriele Amorth, nato a Modena nel 1925, dopo la laurea in Giurisprudenza, è entrato a far parte della Società San Paolo dove è stato ordinato sacerdote nel 1954. Noto esorcista ed esperto in mariologia, è membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale e Presidente onorario dell’Associazione Internazionale degli esorcisti. Tra i suoi libri ricordiamo Memorie di un esorcista con Marco Tosatti (Piemme, 2012) e L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana con Paolo Rodari (Piemme, 2012) per le Edizioni San Paolo Il Vangelo di Maria (20082, 2012) e Più forti del male (20114) con Roberto Italo Zanini.
Un percorso biblico che, partendo dalla nascita della paura ("ho avuto paura perché sono nudo" Gen 3,10), ripercorre figure e strategie di speranza nella Bibbia, fino a Gesù e al suo annuncio di libertà e di futuro nuovo. La riflessione sui temi biblici è proposta quasi come una lectio divina a due voci, maschile e femminile, da Ermes Ronchi, frate dei Servi di Maria, e Marina Marcolini, docente universitaria di letteratura italiana, perché la Sacra Scrittura parli parole di vita piena, perché la Parola risuoni più ampia e profonda, più ricca di tonalità e colori diversi, liberata da ogni sequestro maschile o ecclesiastico, e riprenda a scorrere dentro il torrente della vita.
La scoperta di essere amato è l’esperienza più importante della vita. Ed è quella che ci rende capaci di amare. Quando si vive la gioia di essere accolti, si diventa capaci di accogliere. È questo il messaggio di questo agile volume in cui Massimo Camisasca parla per la prima volta direttamente alle famiglie che accolgono ragazzi in affido. Il libro contiene anche alcuni estratti di lettere scambiate con queste famiglie e costituisce, più in generale, una riflessione sul tema dell’accoglienza. “Nel nostro tempo in cui tanto si dibatte attorno alla convivenza fra uomini e donne di diverse culture, etnie, lingue e religioni, queste pagine vogliono offrire un itinerario semplice di accoglienza dell’altro. Qualunque persona è altro da me, ed è un segno del mistero che mi chiama, un segno di Dio nella mia vita.”
L'autore
Massimo Camisasca, nato a Milano nel 1946, è stato ordinato prete nel 1975. Conobbe don Luigi Giussani al liceo e divenne responsabile prima di Gioventù Studentesca e poi di Comunione e Liberazione. È stato presidente diocesano dei giovani di Azione Cattolica di Milano. Insegnante di filosofia nei licei, all’Università Cattolica di Milano, alla Pontificia Università del Laterano a Roma, dal 1993 al 1996 è stato vicepreside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sul Matrimonio e la Famiglia. Ha fondato la Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, di cui è stato superiore generale. Dal 2012 è vescovo di Reggio Emilia - Guastalla. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato Comunione e Liberazione, una storia del movimento in tre volumi (2007), e inoltre Il tempo che non muore (2001), La sfida della paternità. Riflessioni sul sacerdozio (2003), Questa mia casa che Dio abita. Riflessionisulla vita comune (2004), Passione per l’uomo. I passi della missione cristiana (2005), Sentieri d’Asia illuminati. Lettere ai missionari (2006), Il nuovo Occidente. Lettere ai missionari (2008); Don Giussani. La sua esperienza dell’uomo e di Dio (2009); Padre. Ci saranno ancora sacerdoti nel futuro della Chiesa? (2010), La casa, la terra, gli amici. La Chiesa nel terzo millennio (2011), Scuola di preghiera. L’esperienza della liturgia (2013).
Sullo stile di un’autrice già molto apprezzata dai lettori, una serie di piccole riflessioni sul senso della speranza: noi siamo immagine di Dio, dice Chiara, anche e soprattutto quando la nostra esistenza sembra annunciarci il contrario. Se è vero che guardandoci, talvolta, vediamo come delle righe storte, dobbiamo sempre ricordare che su queste righe Dio sa scrivere dritto. Tutto sta alla nostra disponibilità.
«La speranza è un filo sottilissimo che ti rimane tra le dita, che tieni con estrema cautela per paura che possa spezzarsi.
Si capisce solo dopo che quel filo è, per quanto sottilissimo, resistente più dell’acciaio».
L'autrice
Chiara M. è una ex infermiera di Trento che poco prima dei vent’anni è stata assalita da una malattia rara e incurabile che l’ha costretta su una sedia a rotelle. Da allora i dolori non l’hanno più lasciata. Ma questa sua condizione l’ha portata non alla disperazione ma ad una sempre più intensa e alta vita di fede. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato Crudele dolcissimo amore (20097), Oscura luminosissima notte (2010, 2008 con DVD) e La perla (20104); di quest’ultima piccola opera esiste anche l’edizione per ragazzi illustrata da Marta Carraro (2013).
“Chi è Satana? Come agisce? Come possiamo riconoscerlo e combatterlo? Cos’è un esorcismo?’’ Dal più famoso esorcista italiano una guida semplice e chiara per combattere il Maligno. Il libro affronta tutti i temi più importanti legati alla possessione satanica e alla preghiera per tenere lontano il male.
Il CD allegato presenta gli stessi contenuti dalla voce di padre Amorth. Un libro che aiuterà chi vuole capire la misteriosa presenza del Male nella nostra vita. Un libro cristianamente fondato nella parola di Dio: “Mai la Bibbia ci dice di aver paura del demonio, perché ci assicura che possiamo e dobbiamo resistergli forti nella fede. La Bibbia ci dice piuttosto che dobbiamo temere il peccato; ma tutti i santi hanno combattuto il peccato e combattendo il peccato si combatte il demonio”.
Con una raccolta di preghiere per combattere il Demonio. Libro + CD audio
Gabriele Amorth, nato a Modena nel 1925, dopo la laurea in Giurisprudenza, è entrato a far parte della Società San Paolo dove è stato ordinato sacerdote nel 1954. Noto esorcista ed esperto in mariologia, è membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale e Presidente onorario dell’Associazione Internazionale degli esorcisti. Tra i suoi libri ricordiamo Memorie di un esorcista con Marco Tosatti (Piemme, 2012) e L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana con Paolo Rodari (Piemme, 2012) per le Edizioni San Paolo Il Vangelo di Maria (20082, 2012) e Più forti del male (20114) con Roberto Italo Zanini.
Una raccolta di aneddoti di Karol Wojtyla laico, sacerdote, vescovo e papa. Testimonianze di coloro che lo hanno incontrato o che gli sono vissuti accanto e che tratteggiano la sua figura umana e la sua anima di pastore nella Chiesa.
La Chiesa è nata come forte elemento di comunione, ma nel tempo ha perso questo suo ruolo diventando momento e struttura di conservazione. È come se si fosse addormentata e, al suo risveglio, il mondo per il quale era stata creata fosse scomparso. Come fare dunque per ritrovare la giusta via? Che cosa bisogna fare perché la parrocchia sia «comunione di comunità» o «comunità per la comunione»?
La parrocchia, per don Tonino, deve riscoprire la sua essenziale natura missionaria, superando ogni forma di frammentazione e di autarchia, e deve accogliere la ricchezza dei doni spirituali presenti nei gruppi, nelle associazioni e nei movimenti.
don Tonino nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Costruttore infaticabile di pace e di dialogo, dal 1985 presidente nazionale del movimento Pax Christi, fu pastore mite e difensore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi che ospitò anche a casa sua. Colpito da un male incurabile, visse il suo calvario facendone un “luminoso poema”. Morì il 20 aprile 1993. Scrittore ispirato e profeta della speranza, si è imposto all’attenzione del pubblico per la profondità del suo messaggio e la freschezza del suo stile. La pubblicazione delle sue opere è stata possibile grazie all’accurato lavoro della Fondazione Don Tonino Bello in collaborazione con le Edizioni San Paolo.
Comprendere in maniera profonda e intelligente questi canti non è facile; anzi, proprio perché essi contengono in realtà «la parola della croce» (1Cor 1,18), possono anche scandalizzarci e indurire il nostro cuore, attraverso il loro messaggio che pare inaudito, irricevibile (cf. Is 53,1).
Leggendo i Canti del Servo si medita in profondità sulla vita di Gesù: ciò che il profeta ha scritto alla metà delVI secolo a.C.si è realizzato pienamente nella vicenda di Gesù Cristo, Messia crocifisso, «vincitore perché vittima». Gesù deve aver pensato la propria vocazione più profonda alla luce di questi canti, assumendoli come forma della sua vita, fino a interpretare attraverso di essi la propria fine.
Enzo Bianchi (1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. È autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora con «La Stampa», «Avvenire», e, in Francia, con «La Croix», «Panorama» e «La Vie». Autore di diversi libri come Il pane di ieri (Einaudi, 2008), Ogni cosa alla sua stagione (Einaudi, 2011), per le Edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri: Il Padre nostro. Compendio di tutto il Vangelo (20082), L’amore vince la morte (20082), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare (2009), Il Padre Nostro spiegato da Enzo Bianchi (2010), Una lotta per la vita. Conoscere e combattere i peccati capitali (20112) e Le tentazioni di Gesù Cristo (2012).
di Massimo Camisasca
“Gli apostoli hanno detto a Gesù: Insegnaci a pregare (Lc 11,1). Anche noi possiamo metterci alla sua scuola. In questo libro i lettori troveranno alcune delle esperienze che ho vissuto alla scuola di Gesù, autentico maestro della preghiera a Dio”.
Massimo Camisasca introduce i lettori all’esperienza della preghiera e della liturgia in un testo che parte dalla sua esperienza personale. La preghiera è patrimonio di tutte le religioni, questo libro mette al centro il volto specifico della preghiera cristiana e della liturgia della Chiesa. Molti uomini e donne oggi cercano le strade della preghiera, ma non sanno trovarle o, tutt’al più, individuano sentieri interrotti che fanno scendere nella propria interiorità senza però poter rivelare Chi la abita, senza frutto di pace e di salvezza. In questo testo Massimo Camisasca propone un itinerario completo, progressivo e accessibile a tutti, articolato in tre parti: la preghiera, la liturgia, la messa.
L'autore
Massimo Camisasca, ordinato prete nel 1975, ha fondato la «Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo», di cui è superiore generale. Il 29 settembre 2012 è stato nominato dal Santo Padre vescovo di Reggio Emilia - Guastalla. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri, La sfida della paternità. Riflessioni sul sacerdozio (2003), Questa mia casa che Dio abita. Riflessioni sulla vita comune (2004), Passione per l’uomo. I passi della missione cristiana (2005), Sentieri d’Asia illuminati. Lettere ai missionari (2006), Il nuovo Occidente. Lettere ai missionari (2008) Don Giussani (2009), Padre. Ci saranno ancora sacerdoti nel futuro della Chiesa? (2010).