In una celebre parabola di Gesù, un padrone affida ai suoi servi delle monete d'oro, dei talenti. Uno di loro prende la sua e la seppellisce, privandosi della possibilità di investirla e di trarne frutto. Così può capitare anche alla memoria del predicatore, se non apprende l'arte di far fruttificare quella moneta, sviluppandola e organizzandola in modo efficace: dal tesoro della sua mente lo scriba del Regno potrà trarre, al posto giusto e al momento opportuno, cose nuove e cose antiche. Questo libro guida, passo dopo passo, nella gestione della memoria propria e altrui prima, durante e dopo la predicazione. Il testo offre schemi, immagini esplicative e appendici di approfondimento.
Concentrandosi sulla sua ampia produzione teologica - escludendo, quindi, gli insegnamenti magisteriali impartiti come Sommo Pontefice - questo agile volume delinea il pensiero di Joseph Ratzinger (1927-2022) sulla Rivelazione e la sua interpretazione. Lo studio ne ripercorre in ordine cronologico il pensiero, a partire dalla Tesi per l'abilitazione del 1955, dedicata al concetto di Rivelazione di san Bonaventura, facendo emergere una chiara comprensione della visione ratzingeriana sulla Scrittura e la Tradizione, sul Magistero e la teologia, come pure sulla fede e la sua trasmissione oggi. Le riflessioni del Teologo bavarese risultano particolarmente interessanti sia in se stesse, sia se applicate al tema, oggi attuale, della sinodalità. Esse lasciano il campo aperto a ulteriori sviluppi, approfondimenti e precisazioni. Il saggio si conclude con una riflessione sullo sviluppo dottrinale, operata a partire dalla teologia della Rivelazione ratzingeriana.
La ricerca storica è fatta, sovente, d'intuizioni. La specializzazione degli studi ha contribuito a complicare la comprensione di fenomeni fortemente interrelati: «riforma ecclesiastica», «crociata» e «comune» riguardano allo stesso modo i secoli XI e XII (e non solo quelli, ovviamente), eppure, quasi mai s'è tentato d'instaurare fra loro qualche relazione. L'obiettivo di questo libro è ricostruire il contesto in cui operò Urbano II ridefinendo il significato stesso di crociata alla luce del suo epistolario. In tal modo ci si propone di comprendere se e in che misura il bando d'una spedizione militare in Oriente - funzionale all'affermazione del primato petrino - abbia avuto un ruolo nel favorire, all'interno del Regnum Italiae, quel moto di progressivo affrancamento delle strutture politiche cittadine dall'assetto ereditato dall'età carolingio-ottoniana che avrebbe dato linfa al fenomeno comunale.
La società postmoderna coltiva il culto dell'autosufficienza e del rifiuto di ogni forma di dipendenza. La prima relazione ad essere messa in crisi da tale mentalità è quella tra genitori e figli; la figura del padre, in particolare, è quasi sottovalutata sia come fonte di norme e comportamenti, sia come punto di riferimento affettivo. In qualunque modo venga intesa una simile tendenza, è ormai evidente la necessità di ripensare l'alleanza tra generazioni, stipulando un rinnovato patto tra padri e figli, per crescere insieme. L'Autore, in queste pagine, offre un'interessante pista di riflessione e possibili soluzioni che attingono sia al pensiero filosofico-teologico, sia all'esperienza di Francesco di Assisi, il quale, grazie alla scoperta dell'Amore gratuito del Padre dei cieli, è giunto a sanare ogni conflitto con il padre terreno e a recuperarne il valore nella vita fraterna.
Queste pagine costituiscono una preziosa ed inedita introduzione alla Regola non bollata, un testo giunto alla sua stesura finale nel 1221. Proprio alla Regola, fra tutti gli scritti di Francesco, viene oggi riconosciuto un ruolo speciale: per gli storici si tratta della narrazione più autentica dell’esperienza di fede del Santo di Assisi e un’opera fondamentale nella storia della spiritualità.
Paolo Raffaele Pugliese commenta in modo vibrante il testo della Regola: da una parte mette in luce le intime certezze dl Francesco, la sua avventura cristiana, la testimonianza dei primi frati; dall’altra, traduce questi valori nel contesto culturale del nostro tempo, riuscendo a parlare a tutti.
L’Autore, attraverso uno stile coinvolgente e scorrevole, si rivolge al lettore con una ferma convinzione: farsi discepoli del Signore Gesù, ieri come oggi, é la piu straordinaria delle sfide umane.
Paolo Raffaele Pugliese, frate cappuccino, e laureato in Scienze Patristiche e tiene corsi di spiritualità patristica all’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum di Roma. Ha vissuto per circa dieci anni in Turchia dove si é dedicato al dialogo interreligioso. E autore di articoli e pubblicazioni, tra cui ricordiamo: L’infinito giardino interiore. La mistica di Giovanni di Dalyatha e di Gregorio di Nissa (Pontificio Istituto Orientale 2020).
Un momento irrinunciabile della conformità e del discernimento è conoscere qual è la Volontà di Dio. Però già questa pretesa sembra molto azzardata. Può l’essere umano conoscere qualcosa della Volontà Divina? Essendo una realtà così fuori portata dall’uomo, non sarà totalmente impossibile conoscere anche qualche aspetto minimo di essa? Allora, in questo ultimo caso, non potendo conoscerla, siamo dunque in balia del caso, del destino, del fatum come per i greci? La stessa riflessione sulla possibilità dell’uomo di conoscere la Volontà di Dio diventa un grande problema, però siamo consapevoli che Dio si è fatto presente, Dio si è rivelato, e addirittura in una Rivelazione personale: il Cristo. Un altro discorso è sapere in cosa consiste questa Volontà, di che tipo sia, fino a che punto la possiamo conoscere, quali sono i limiti, e insieme a queste domande, rimane sempre una incognita: sapere fino quanto è vincolante, cioè, una volta conosciuta la Volontà di Dio, quanto è obbligante. Lungo la storia del Cristianesimo è stato questo lo scopo: cercare di capire cosa vuole Dio dall’uomo, dalla Chiesa e dal mondo. In questa indagine abbiamo cercato autori che hanno affrontato con schiettezza questa tematica. Tra loro, in un modo privilegiato, accompagneremo Santo Tommaso d’Aquino nella sua indagine, facendo tesoro di tutto il bagaglio della Patristica, sempre fondato nella Sacra Scrittura. L’Aquinate cerca di fare una sintesi di tutto il sapere su questo argomento fino quel momento, e lo fa in un modo sistematico e affrontando le obiezioni più complicate. Però, la tematica non si esaurisce con questo autore, nel secolo XIV appare un modo diverso di vedere la Volontà di Dio, principalmente con Guglielmo d’Ockham, che porterà la riflessione teologica in altra direzione.
Alberto Mestre, LC, dottore in teologia, laureato in filosofia nella Pontificia Università Gregoriana, laureato in Bioetica (APRA) e laureato in “Filosofia e scienze dell’Educazione” nella Università di Barcellona, è professore stabile di Teologia Morale presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum; professore di teologia morale fondamentale nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Ha pubblicato: La conformidad de la voluntad humana con la voluntad de Dios desde la perspectiva moral en Santo Tomás de Aquino, Roma (2012); e diversi articoli sull’argomento: El discernimiento espiritual como distinción prudencial vivida teologalmente, Roma (2021); La Legge Nuova e la conformità con la Volontà di Dio, Roma (2020); «Neanch’io ti condanno Gv.8,11»: La coscienza in rapporto con la verità, la giustizia e la misericordia, Roma (2019); Robert Spaemann: ética de la responsabilidad cristiana, Roma (2007), ecc.
Tra gli aspetti più misteriosi e meno dibattuti dell'esperienza di fede, la maledizione ricopre certamente un ruolo singolare, soprattutto per il suo richiamo alla magia, all'occulto e, come esperienza limite, alla morte.
Una potente ricostruzione della vita nella prima comunità cristiana dopo la morte di Gesù, quando le sue parole risuonavano ancora intatte nella loro forza autentica e rivoluzionaria. Volume tradotto in Italia per la prima volta negli anni Trenta, manca sul mercato ormai da molto tempo: l'ultima edizione risale infatti al 1956. Dopo aver pubblicato il celebre "Vita di Gesù", dedicato agli episodi salienti della vita del Nazareno, in quest'opera egli si concentra sulla costruzione della leggenda della resurrezione e sulle modalità di diffusione del credo fondato su di essa. Dalle prime apparizioni ai successivi fenomeni di glossolalia, estasi e profetismo, fino alle missioni evangeliche, l'autore ricostruisce storicamente tutti gli elementi che concorsero al fondamento di quella che, secondo la sua opinione, altro non fu che una potente suggestione. Un'opera eretica e rivoluzionaria che applica per la prima volta alla storia della religione i principi del positivismo comptiano, cercando di svelare le verità celate dalla spessa coltre della leggenda. Renan non manca però di riconoscere gli aspetti positivi e importanti della vita dei primi fedeli: le istituzione comunitarie, il ruolo centrale delle donne, la solidarietà, valori purtroppo destinati a deteriorarsi. Introducendo infatti nel mondo occidentale la novità di una "fede esclusiva, l'idea che una sola sia la religione vera e autentica", il cristianesimo, con i suoi martiri, diede "inizio all'era dell'intolleranza".
Ha senso continuare a parlare di un tema tendenzialmente ostico quale quello dell'ascesi cristiana, nel XXI secolo, e in un contesto sociale che rigurgita di edonismo? Qualora la risposta fosse affermativa, sopra quale fondamento teoretico poggerebbe il discorso, che oggi si preferisce affrontare da una visione prospettica intrisa di spiritualità orientaleggiante, quale ad esempio quella New Age? Partendo da questi interrogativi di fondo, l'autore tenta una rilettura dell'argomento (oggetto di ricerca della tesi di Licenza in Teologia dogmatica) in una luce positiva, culminante nella divinizzazione del battezzato, e in risposta ai quesiti anzidetti, propone un approccio al tema alternativo rispetto ai trattati di ascetica e mistica, contemplante il fondamento immutabile del dogma a sostegno della necessità dell'impegno ascetico, sotto la guida sicura di San Tommaso d'Aquino.
Due capitoli della storia ecclesiale a confronto, vicini e, al tempo stesso, distanti; due importanti protagonisti della cristianità: Martin Lutero e Francesco di Assisi. In queste pagine l'Autore ci guida nella comprensione delle differenze tra la riforma luterana e la "rivoluzione" francescana, di quanto entrambe abbiano inciso nel pensiero occidentale a livello non solo religioso, ma anche sociale, culturale e, addirittura, economico. Alla luce di tale prossimità-distanza, l'Autore fa emergere come Lutero si concentri sull'esclusività del rapporto dell'anima con Dio, senza interferenze mondane, mentre Francesco (e la successiva "scuola" di pensiero) si volga ad abbracciare tutto l'uomo e a fare della pluralità delle sue espressioni un'unica lode al Creatore. L'intento del presente lavoro è offrire un contributo all'attuale riflessione filosofico-teologica, e al contempo si propone come un sentiero nel labirinto delle idee che caratterizza il nostro tempo.
Descrizione
Nella seconda metà del Novecento, il mondo protestante anglosassone vede la teologia e le scienze naturali spingersi oltre le diffidenze reciproche per superare il fossato dei due «magisteri paralleli» e non comunicanti. Grazie all’opera di alcuni scienziati teologi, una serie di studi – fioriti sotto la dicitura Theology and Science – raggiunge una visione del reale capace di avvalersi in modo consonante dei contributi delle diverse discipline sul versante delle «origini». Su quello opposto, invece, gli scenari catastrofici sul futuro dell'universo, prefigurati dalla cosmologia scientifica contemporanea, sembrano porsi in contraddizione diretta con la fede cristiana, che nella risurrezione di Gesù afferma l’inizio della trasformazione di questo mondo nella «nuova creazione». Il fisico e teologo statunitense Robert John Russell affronta tale decisiva questione attraverso l’elaborazione di una metodologia di «interazione mutua e creativa» tra teologia e scienza. Questo volume illustra criticamente il suo tentativo, evidenziandone il contesto storico-culturale e gli aspetti più promettenti in ordine all’esercizio di una relazione tra i saperi capace di innovare profondamente l’interpretazione del dogma.
Sommario
Introduzione. I. Teologia e scienza verso una «mutua interazione creativa». II. La cosmologia scientifica e gli scenari per il futuro dell’universo. III. Escatologia cristiana e cosmologia scientifica. IV. Aperture dialogiche e considerazioni critiche. Bibliografia.
Note sull'autore
Marco Bernardoni, religioso dehoniano, dopo la laurea in Ingegneria delle telecomunicazioni ha perfezionato gli studi teologici con un master universitario sui rapporti tra teologia e pensiero scientifico all’Istituto universitario «Sophia» di Incisa-Figline Valdarno (FI) e una licenza in Teologia dogmatica alla Facoltà teologica dell’Italia centrale di Firenze. Fa parte della redazione delle Edizioni Dehoniane Bologna e della rivista online Settimana News. Per Città Nuova ha curato, con Sergio Rondinara, gli e-book della collana «Parole della scienza»: Teorie e modelli (2015); Continuo e discreto (2016); Forma e materia (2017).
Il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, strumento di repressione politica, fu creato dal fascismo perché, si è sostenuto, non aveva fiducia nella magistratura ordinaria. Ma cosa è stato quest'organo e che ruolo ha avuto nell'assetto istituzionale del regime? In realtà l'obiettivo era una riforma in senso fascista dell'intero sistema della giustizia; il Tribunale speciale voleva essere una specie di prova generale. Alla sua attività contribuirono, insieme ai magistrati militari e ai membri della Milizia, proprio i magistrati ordinari, con le prassi tipiche della magistratura, la loro cultura, ma anche il loro zelo repressivo. Basato su documenti inediti, lo studio indaga il concreto funzionamento del Tribunale e gli esiti, spesso contraddittori, della sua azione, senza trascurare la personalità dei giudici dei quali traccia un penetrante ritratto di gruppo.
La teologia cristiana ha sempre cercato di approfondire la comprensione del mondo tenendo conto delle nuove scoperte scientifiche. Un appassionato ricercatore di Dio nelle fibre del mondo è stato Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955). La sua opera può essere considerata come rivoluzionaria sia dal punto di vista scientifico che teologico, anche se adombrata da incomprensioni che hanno portato ad oscurarne per anni la figura. Negli ultimi decenni il suo pensiero è stato rivalutato all'interno della Chiesa; anche papa Francesco nell'enciclica Laudato si' utilizza dei concetti teologici di matrice teilhardiana. Le intuizioni di questo sorprendente studioso e uomo di fede sono un terreno fertile per indagare il progetto di Dio all'interno dei processi evolutivi dell'universo. Un pioniere che ha lasciato un solco profondo per una ricomprensione della fede cristiana per l'uomo di oggi.
La Chiesa come popolo di Dio è la proposta ecclesiologica del Concilio Vaticano II e riconosce che tutti i battezzati partecipano del sacerdozio comune e del triplice munus profetico, sacerdotale e regale. La proposta viene recepita positivamente dalla Chiesa latinoamericana che, a Medellin nel 1968, aggiorna il proprio cammino ecclesiale a partire dalle intuizioni conciliari. L'opzione preferenziale per i poveri, l'esperienza delle comunità ecclesiali di base, la centralità della Parola di Dio, l'incentivo alla ministerialità dei laici sono tutte scelte segnate dalla svolta conciliare che caratterizzeranno il cammino di un intero continente. Più difficile e problematica è la recezione dell'ecclesiologia del Popolo di Dio in occidente. La contrapposizione tra Chiesa istituzione e Chiesa carismatica e la difficoltà di cogliere il significato positivo del termine «popolo» in un contesto sociale che tende a proporlo in una dimensione politica, conducono alla scelta, avanzata nel Sinodo straordinario dei vescovi del 1985, di sostituire l'accezione conciliare della Chiesa come popolo di Dio con quello di Chiesa come comunione. Secondo l'autore, solo ripercorrendo le tappe della proposta conciliare si possono comprendere le scelte pastorali di papa Francesco della Chiesa e l'indicazione di una Chiesa inclusiva che sa accompagnare, discernere e integrare tutti.
«Dopo aver ripercorso il tracciato argomentativo elaborato da Parisi in tre densi capitoli, non si può non ammettere che Moltmann ha ancora molto da dire e da insegnare a quanti vogliono giustificare l'esistenza del mondo come creazione divina. Il guadagno più proficuo che se ne ricava, innanzitutto sotto il profilo metodologico, è quello di riconoscere che il discorso va elaborato per cerchi concentrici, dove il centro è il Dio Crocifisso, e, a partire da qui, si estende poi verso il mistero trinitario di Dio e, infine, verso la creazione, intesa come unità inscindibile di mondo e umanità e come "abitazione" di Dio. Ma il discorso procede anche sulla falsariga tracciata dai diversi orientamenti che attraversano il pensiero teologico di Moltmann e ne attestano la vitalità e la duttilità, propria di chi si è lasciato interrogare dalle istanze critiche e soteriologiche della cultura contemporanea. Gli orientamenti portano il nome, e l'identità, della teologia della croce, della teologia politica, della teologia della speranza, della teologia agapica, dove la teoria è comunque al servizio della prassi.» (dalla Presentazione)
«Oggi, come Giuliano Savina sottolinea in modo convincente, il compito di introdurre alla conoscenza e alla comprensione della fede cristiana ci pone davanti a un nuovo genere di sfide. Il Concilio Vaticano II ha introdotto la Chiesa cattolica a una più nitida consapevolezza di sé, rendendola nuovamente cosciente della sua cattolicità: rispetto alla comprensione angusta di una cattolicità confessionalmente chiusa, si è di nuovo recuperata l'originaria comprensione di una cattolicità capace di abbracciare la totalità universale. L'apertura ecumenica e l'adozione del dialogo con il giudaismo dopo la catastrofe della Shoah ci hanno mostrato che nella trasmissione catechetica della fede cristiana non possiamo più accontentarci della catechesi, fin qui usuale, proposta nei limiti ristretti della confessionalità. Giuliano Savina non si limita ad analizzare la nuova situazione, ma tenta altresì di approfondirla e renderla perspicace dal punto di vista teologico. Apre una discussione importante e necessaria.» (dalla Prefazione del Card. Walter Kasper).
«È significativo che un laico affronti l'argomento delle virtù. Vuol dire forse che si avverte il bisogno di dire certe cose che probabilmente non sono sufficientemente considerate da chi si occupa della cura pastorale. Il tema delle virtù è un tema trasversale a tutta la Chiesa, cui nessuno si può sottrarre. In ogni caso già il fatto che il libro, curato con competenza, stia qui, merita una sincera stretta di mano a Lucchini. Pure il titolo scelto per questo testo è indicativo. È solo il battesimo che ci innesta nella vita di Dio, ci fa figli nel Figlio e ci abilita a vivere una vita nuova, da redenti, liberati da ogni timore». (Dalla Presentazione di Marko Ivan Rupnik)
«Nel 150° anniversario del Concilio Vaticano I si offre questo studio storico-teologico sulla ricezione della dottrina, sul primato e l’episcopato nella teologia e nel magistero fra i due concili, e in quale modo essa è stata integrata nel capitolo III della Lumen gentium, grazie agli interventi di teologi romani come Umberto Betti, Michele Maccarrone e Pietro Parente. Questo volume ha il merito di sottolineare il merito di teologi “romani” che “riuscirono a mettere in equilibrio tradizione e rinnovamento”. Nella moltitudine di studi sul Vaticano II pubblicati sino ad oggi, probabilmente non è stato valutato appieno il contributo di alcune figure, presenti nella cosiddetta “minoranza”, rappresentanti di correnti e di scuole di teologia ben definite, il cui apporto non è stato però sufficientemente considerato, oppure, è stato connotato da orientamenti conservatori, o tradizionalisti che hanno oscurato la comprensione oggettiva dei fatti. Titolo non indifferente di merito è il fatto di avere attinto informazioni e utilizzato documenti provenienti dal Fondo del Concilio Vaticano II, conservato presso l’Archivio Segreto Vaticano. Con questi titoli, il presente volume assume certamente un posto di rilievo nel complesso, ormai ingente, di studi sul Vaticano II» (dalla Prefazione di Marcello Semeraro).
Tra la fine dell'estate e l'autunno 1921, Pavel A. Florenskij teneva un corso decisivo per gli studenti dell'Accademia teologica di Mosca. Nei difficili tempi della smobilitazione generale, portava avanti il suo insegnamento di storia della filosofia con un atto di profonda onestà intellettuale e di resistenza. Forse temendo che potessero essere le sue ultime lezioni - siamo all'indomani della Rivoluzione, in pieno processo di nazionalizzazione dei beni religiosi - Florenskij ha tentato di riprendere tutti gli argomenti affrontati in lunghi anni di ricerca filosofica e teologica. Il privilegiato incontro con gli studenti che amava è rimasto indelebile in una serie di appunti: di recente riscoperti in Russia, vengono qui restituiti ai lettori nella traduzione integrale.
"Libertà, libertà, quanti delitti si commettono nel tuo nome", esclamò Madame Roland, salendo sul palco ove sarebbe stata ghigliottinata. Consapevoli di tale possibile pervertimento, i francescani lungo i secoli hanno proposto sul tema una "rinnovata" prospettiva secondo cui Dio è suprema e assoluta libertà, nel senso che ha fatto "ciò" che ha voluto e "come" ha voluto, e ha chiamato all'esistenza l'uomo, rendendolo partecipe della sua stessa libertà. Egli lo ha creato in modo del tutto gratuito, poiché nessuno può avanzare un diritto "ad essere", e lo ha fatto per mostrare che è nella gratuità il segreto di un'esistenza autenticamente umana.
La libertà come dono, dunque, ma per andare dove? Da nessuna parte, perché è essa il punto di partenza e insieme il punto d'approdo di tutti i percorsi; e lo splendore dell'uomo in cammino, creativo e insieme oblativo, come Francesco d'Assisi. Un itinerario suggestivo da riprensare in compagnia di Bonaventura, di Duns Scoto e di Guglielmo d'Occam.
Orlando Todisco, frate minore conventuale, docente di filosofia francescana al Seraphicum di Roma, è autore di una serie di saggi sulla fecondità del "pensare francescano". Tra i più recenti, segnaliamo: Nella libertà la verita. Lettura francescana della filosofia occidentale (Messaggero 2O14); La solidarietà nella libertà. Motivi francescani per una nuova democrazia (Cittadella 2Ol5); Liberare la verità. Percorsi della Scuola Francescana (Cittadella 2016); Stare bene al mondo" L'arte di essere felici secondo san Bonaventura (Porziuncola 2018).
Un vescovo rimane presbitero? La domanda può sembrare scontata, ma la risposta richiede una puntuale analisi storica, teologica e liturgica – le tre prospettive adottate da questo libro – e conduce a un interrogativo ancora più radicale e non facilmente risolvibile: è pensabile per il futuro una Chiesa senza vescovi?
Il volume mette in luce la problematica che riguarda il riconoscimento di un valore sacramentale all’ordinazione episcopale partendo dal tempo apostolico e patristico, attraversando i concili di Trento e Vaticano I e concludendo con il Vaticano II, che in riferimento all’episcopato ha messo in campo l’affermazione più solenne del suo magistero.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Presentazione (M. Semeraro). Introduzione. I. Il ministero episcopale: dall’età apostolica al periodo medievale. II. La sacramentalità dell’episcopato: una definizione insoluta da Trento al Vaticano I. III. La dottrina del concilio Vaticano II sull’episcopato. IV. I vescovi: segni e strumenti di relazione. Congedo. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Cristiano Calì ha studiato Teologia allo Studio Teologico San Paolo di Catania e ha conseguito il titolo di Baccelliere. Collabora con riviste e periodici occupandosi di Teologia dogmatica, liturgia e scienza della comunicazione applicata all’universo dell’editoria e dei new media.
Marcello Semeraro, vescovo di Albano, è segretario del Consiglio dei cardinali per l’aiuto al papa nel governo della Chiesa e membro della Congregazione delle cause dei santi e della Segreteria per la Comunicazione. È presidente del consiglio d’amministrazione del quotidiano Avvenire. Per EDB ha pubblicato Mistero, comunione e missione. Manuale di ecclesiologia (72016), Accompagnare è generare (con Salvatore Soreca, 2016), Il ministero generativo. Per una pastorale delle relazioni (22017) e L’occhio e la lampada. Il discernimento in Amoris Laetitia (2017).
26 proposte di riflessione per il cammino spirituale quotidiano, arricchite dalla sapienza e dalla parola sempre nuova di papa Francesco.
Per lungo tempo dire “spiritualità cristiana” equivaleva a dire “spiritualità dell’anima”, accettando più o meno inconsciamente che il corpo avesse solo un ruolo marginale. Oggi, invece, ci troviamo di fronte ad opposte opinioni: «o troppo disprezzano il corpo umano o troppo lo esaltano» (GS 41). Che dire di questa situazione apparentemente contraddittoria? È possibile parlare di una disciplina del corpo? In quali termini? Il cristiano può forse prescindere dal significato della corporeità per la crescita nella propria fede? L’Autore – in questo compendio unico nel suo genere, fedele agli insegnamenti del Vaticano II – elabora una riflessione sistematica sulla corporeità, dal punto di vista storico e teologico, intesa come dono dell’azione creatrice di Dio e presupposto di ogni autentica esperienza evangelica. Una riscoperta che, in queste pagine, viene declinata a livello di vissuto e di scelte concrete, quelle che riguardano il nostro essere, la relazione con noi stessi e con gli altri.
Questo libro propone alcune prospettive sistematiche per ripensare il tema della misericordia e indagare un aspetto fondamentale del vissuto credente, il modo in cui Dio è implicato con la sofferenza dell'uomo. In dialogo con le scienze umane e con le posizioni teologiche di Bordoni, Forte, Canobbio e Mancuso, l'autore distingue tra dolore e sofferenza, attribuendo il primo all'uomo, in quanto passività, e la seconda a Dio, in quanto attività. Tale distinzione risulta essere un criterio teologico rispettoso della diversità insopprimibile tra Dio e l'uomo e, allo stesso tempo, adatto a reinterpretare la questione del soffrire di Dio.
Il concilio aperto a Ferrara l'8 gennaio 1438 e trasferito l'anno dopo a Firenze proclama l'unione fra la Chiesa greca e quella latina, un accordo che dura sino alla presa di Costantinopoli, nel 1453, e viene rotto ufficialmente da un concilio della Chiesa greca poco meno di vent'anni dopo. Questo volume si propone di indagare dal punto di vista storico ed ecclesiologico le unioni che si sono verificate dopo il concilio ferrarese-fiorentino. In particolare, la ricerca si sofferma sulla prima grande unione dei ruteni del 1595, conosciuta anche come Unione di Brest, e sull'unione della Chiesa romena ortodossa della Transilvania (1697-1700). Questo avvenimento ha portato alla riscoperta delle radici latine, alla comunione ecclesiastica con la Sede di Pietro e alla nascita di un movimento illuminista che ha suscitato, nel tempo, la nascita di un solo Stato per i romeni delle province di Moldova, Valacchia e Transilvania. Dal punto di vista ecclesiologico il processo di unione della Chiesa ortodossa romena della Transilvania si compie con il Concilio Vaticano II, che con il documento sulle Chiese cattoliche orientali "Orientalium Ecclesiarium" riconosce le comunità cattoliche orientali come vere Chiese.
Che cos'è la giustizia sociale? Quali sono i suoi scopi? Un'equa distribuzione? La promozione dell'eguaglianza e del riconoscimento reciproco? Le risposte a tali interrogativi cruciali si organizzano oggi intorno a due filoni principali. Se per l'approccio socio-relazionale è centrale l'eguaglianza intesa nel senso delle relazioni tra persone, l'egualitarismo della sorte sviluppa una concezione di giustizia sociale come giustizia distributiva, integrando la preoccupazione per l'eguaglianza con la considerazione della responsabilità individuale. Attraverso un'attenta analisi dei due approcci, l'autrice approda a una nuova prospettiva basata sul rispetto, una nozione che - correttamente intesa - può davvero promuovere la giustizia, dandole forma nelle concrete pratiche sociali e istituzionali.
La Corte Suprema degli Stati Uniti e la Corte europea dei diritti dell’uomo rivestono un ruolo centrale nella protezione dei diritti fondamentali negli Stati Uniti e in Europa. Lo svolgimento di tale delicata funzione espone talvolta a critiche entrambe le Corti e le pone al centro di un vivo dibattito relativo alla natura e ai limiti del ruolo contro-maggioritario del potere giudiziario. Il volume approfondisce l’impatto delle due Corti nello sviluppo della giurisprudenza sulla libertà religiosa e sui conflitti di valori, oltre ad esaminare casi «sensibili» riguardanti l’aborto, il matrimonio di coppie dello stesso sesso, il fine vita.
Nel contesto delle guerre di religione cinquecentesche maturò un progetto missionario rivolto ai soldati, con la stesura di catechismi destinati agli uomini in armi e l'introduzione delle prime cappellate stabili a fianco delle truppe. Guardando alla teologia, alla giustizia, al lessico della violenza religiosa e alla tradizione neo-stoica, ma anche al concreto dispiegarsi del modello del «soldato cristiano» negli eserciti cattolici, il volume ricostruisce il profilo dei protagonisti di un progetto disciplinare inedito che accompagnò la lenta formazione degli eserciti professionali dopo la rivoluzione militare della prima età moderna; e, comparando lo sforzo religioso del clero cattolico e dei predicatori protestanti, ripercorre la storia della cura castrense dal XVI secolo fino alla Grande Guerra, quando il morire per la Patria sostituì l'appello a combattere nel nome di Dio.
Tutti desideriamo la felicità. Ma cosa intendiamo con questo termine? Quale lo stato d'animo che qualifichiamo "felice"? Per rispondere a domande così importanti, l'Autore si affida agli scritti di san Bonaventura da Bagnoregio, autorevole rappresentante della Scuola francescana del sec. XIII, per il quale «unicamente in Dio risiede la felicità originaria e vera».
Attraverso un'analisi rigorosa dei testi, l'Autore recupera un percorso di fede e di sapienza, di libertà e autenticità interiore, un vero e proprio itinerario per imparare a stare bene al mondo.
Il libro delinea la storia di Radio Vaticana, dalla sua origine alla fine della seconda guerra mondiale. Seguendo il triplice filone della diplomazia, della propaganda, dell'apostolato, fa emergere così, da una prospettiva inedita, il complesso rapporto che la Santa Sede intrattenne con i totalitarismi e con le democrazie, e il suo atteggiamento nei confronti della Shoah e dell'antisemitismo. Attraverso la ricostruzione dei testi delle trasmissioni nelle diverse lingue, sono approfondite le relazioni dell'emittente con i pontefici e la Curia romana, caratterizzate fra l'altro dagli spazi di autonomia che alcune rilevanti figure di speaker radiofonici seppero conquistarsi.
La dimensione della religione fra gli stranieri è stata finora indagata in relazione soprattutto ai primi migranti e all'Islam. Nell'affrontare il tema dell'appartenenza religiosa di un'ampia (e maggioritaria) quota di immigrati legati, per tradizione, educazione o partecipazione attiva, al cattolicesimo e al cristianesimo in generale - filippini, rumeni, latino-americani, africani - il volume evidenzia come anche tra i figli dell'immigrazione, al pari di quanto succede per i coetanei italiani, siano in atto processi di secolarizzazione e una certa tendenza all'ateismo.
L'economia della pace, che vanta padri illustri quali John Maynard Keynes, Kenneth Arrow e Lawrence Klein, studia le cause e le conseguenze economiche delle guerre e di altre forme di violenza, e analizza la crescita e lo sviluppo di istituzioni volte alla risoluzione di scenari di conflittualità distruttiva. La disciplina ha dimensioni macro e micro. Esiste, infatti, una conflittualità di livello «macro» che coinvolge gli Stati, la loro politica estera e le loro politiche economiche, e una conflittualità «micro» in seno alle società nei rapporti tra Stato, gruppi sociali, formazioni intermedie e cittadini.
Quanto conta la salute per la felicità? Studiare le caratteristiche, il nesso di causalità e le teorie relative alle relazioni tra soddisfazione e benessere fisico e mentale è oggi di estrema attualità. Attraverso un'accurata analisi dei dati raccolti in un'indagine condotta in ambito europeo, il volume contribuisce in modo rigoroso all'individuazione del rapporto tra salute e felicità. Un Indice statistico delle relazioni fra salute, felicità e alcuni fattori fondamentali del ben vivere sociale, quali l'istruzione, il volontariato, la percezione della propria condizione, fa emergere importanti implicazioni e direzioni di policy per lo sviluppo sociale ed economico.
Che la libertà impeccabile di Cristo non sia un ossimoro, è una convinzione di cui parte un'indagine irradi smentite: se Gesù potesse venir meno alla volontà del Padre, non sarebbe impeccabile (e quindi non sarebbe Dio: se peccasse, il Figlio di Dio peccherebbe), ma se è impeccabile e non può che eseguire il progetto salvifico divino, comunque gli sia noto, dove sta il merito nel compiere in obbedienza quel che non ha la scelta di fare? Contemplando la persona del Crocifisso Risorto, la teologia può imparare ancora una volta, come sempre, a sorprendersi del suo Signore.
Il metodo scientifico ha permesso alla teologia di entrare e permanere nelle università. La sapiente attualizzazione della Scrittura, nella semplicità delle forme e nella freschezza dello Spirito, non ha mancato di contraddistinguere l'opera di molti santi che hanno unito la loro teologia alla predicazione universitaria e parrocchiale. Tommaso e Newman hanno saputo mediare efficacemente la parola di Dio attraverso la loro scienza e la loro santità di vita.
Il testo costituisce uno studio sull'insegnamento cristologia di Pietro Lombardo condotto alla luce della teologia del suo contesto. In modo specifico, è analizzato il pensiero di tre importanti autori del XII secolo come: Abelardo, Ugo di San Vittore e Gilberto di Poiters, che assieme al Maestro delle Sentenze daranno l'avvio a quella rivoluzione teologica che porterà alla nascita della scolastica del XIII secolo. La ricerca, in particolare, si sofferma sulla cosiddetta dottrina del "nichilismo cristologia", un'eresia condannata da Alessandro III che ancora oggi viene troppo facilmente attribuita all'insegnamento del Maestro. Divenuto il manuale di base della teologia e commentate per quattro secoli le Sentenze di Pietro Lombardo formeranno la mens teologica dei più grandi pensatori dei secoli successivi tra cui Alberto Magno, Tommaseo, Bonaventura e tanti altri.
L'opera presenta l'attuale apostolato del clero castrense, nelle sue dimensioni di servizio parrocchiale, cura spirituale e pastorale di ambito. Trattandosi di un'azione spesso "nascosta" erto le mura delle caserme e da alcuni forse non compresa, è sembrato utile far conoscere come realmente essa si svolga. Anche per questo, il testo si conclude presentando il "messaggio di pace" offerto, anche recentemente, da questa Chiesa ai fedeli militari.
Da un po'di tempo si è assistito a un ritorno del sacro e della religiosità e grande è il fascino esercitato da nuovi movimenti religiosi, di cui molto si è studiato e scritto. Decisamente minore è stata l'attenzione riservata ai processi di deconversione da queste organizzazioni. A queste "piccole apostasie", è dedicato il volume che focalizza l'attenzione sul congedo da quattro movimenti religiosi, diversi per struttura organizzativa e proposta dottrinaria: Damanhur, Soka Gakkai, Testimoni di Geova e Scientology. Gli autori si soffermano sui processi di ricostruzione identitaria di chi compone nella propria vita due punti di svolta, due scelte controcorrente: l'adesione a un'organizzazione religiosa alternativa e poi l'abbandono del nuovo credo. In questa radicalità si esprime la ragione d'interesse per queste transizioni biografiche, nelle quali diventa possibile cogliere - delineati con tratti più forti le peculiarità di fenomeni sociali che, con incisioni meno nette, si mostrano in altri contesti.
Con l'adozione nel 1998 dell'lnternational Religious Freedom Act gli Stati Uniti hanno posto al centro della loro politica estera la protezione e la promozione del diritto di libertà religiosa. Le istituzioni e le politiche che sono seguite hanno permesso agli Stati Uniti di ergersi a modello di iniziativa per la tutela della libertà religiosa nell'arena globale. Lungi dal rimanere un esperimento isolato, l'iniziativa statunitense ha influenzato l'Unione Europea, il Canada, il Regno Unito e l'Italia. Il volume analizza il modello normativo-istituzionale americano e passa in rassegna i sistemi che ad esso si sono ispirati. Ne risulta una libertà religiosa indebolita nella sua concezione universale ed unitaria e minacciata da specifici interessi politici e nazionali.
Le Ammonizioni sono 28 brevi testi di Francesco d'Assisi, ricche di sapienza umana e cristiana: alcune furono dettate dal Santo, altre raccolte durante le sue prediche, altre ancora trascritte dai suoi compagni. Egli stesso - consapevole della straordinaria ricchezza di quelle parole - invita i suoi frati ad accogliere con attenzione", cioè con cuore aperto e disponibile, per poter fare esperienza di vera libertà ed autenticità interiore. "
Alla base dei processi e dei meccanismi della produzione della conoscenza sociale e dell'azione di ognuno di noi, le rappresentazioni sociali non sono solo un costrutto teorico fondamentale, ma anche uno strumento indispensabile per comprendere ed eventualmente modificare i comportamenti collettivi. Questo volume, frutto del contributo dei migliori studiosi ed esperti italiani ed europei, fornisce sia gli ultimi aggiornamenti della teoria sia esempi di applicazione. Vengono così presentante le più recenti scoperte nei vari ambiti della psicologia sociale e le sue declinazioni nel contesto della vita di tutti i giorni: dalla costruzione sociale della relazione tra mente e cervello, all'analisi degli eventi collettivi, dell'influenza sociale, del pregiudizio, all'idea che abbiamo costruito sulla pazzia. Un testo innovativo e aggiornato su un concetto che a tutt'oggi risulta centrale nella cultura della psicologia sociale europea.
Da un Dio etnico e vendicativo a un Dio che si pente del male minacciato: percorso di conversione divina. Il libro del profeta Giona racconta una storia ricca di colpi di scena e accentuazioni emotive. Tutto è "grande": grande la paura, grande il timore, grande la città di Ninive, grande la collera del profeta e naturalmente grande è il pesce. È una narrazione fantastica, ma imbevuta di un messaggio più attuale che mai. La salvezza che Dio opera a favore del "pagano", del "diverso" e del "nemico" si radica nel Dio creatore di ogni essere che vive e respira sotto il sole.
Nel Vangelo di Luca si narra di Lazzaro, un povero mendicante affamato e piagato alla porta di un ricco gaudente. La parabola ebbe grande fortuna nell'Italia e nell'Europa fra tardomedioevo e prima età moderna, grazie ai predicatori che ne fecero il loro cavallo di battaglia. Seguirne le metamorfosi - come fa questa documentata ricerca - significa pertanto approfondire i modi in cui una articolata comunicazione religiosa rappresentava la società del tempo, attraverso una serie di tematiche come le vesti, i segni del lusso, le regole della carità e la sfuggente identità del povero, la tensione fra ricchezza mondana e destino eterno, le strategie per coniugare denaro e salvezza, l'immaginario dell'aldilà.
Nelle relazioni interpersonali e sociali molto spesso le persone non vengono considerate per le caratteristiche di personalità, per i contenuti del proprio pensiero e per il proprio modo di comportarsi. Ciò che viene enfatizzato è piuttosto l'aspetto fisico e l'appartenenza al genere femminile o maschile, trascurando la persona nella sua interezza e complessità. Questo libro approfondisce il fenomeno dell'oggettivazione sessuale e ne chiarisce gli aspetti cognitivi, motivazionali e sociali, illustrandone le conseguenze negative sul benessere psicologico e delineando le possibili strategie atte a contrastarlo.
"Signore, insegnaci a pregare" è la richiesta che gli apostoli un giorno rivolsero a Gesù. "Vorrei imparare a pregare" è il desiderio che nutrono in cuore molti cristiani. A pregare si impara pregando e mettendosi alla scuola di guide esperte. Nella storia della spiritualità cristiana i monaci sono sempre stati considerati "maestri di preghiera" perché hanno fatto della preghiera la loro occupazione principale. "Nihil Operi Dei praeponatur - Non si anteponga nulla alla preghiera" prescrive la Regola di san Benedetto. Questo libro, scritto da un monaco di lungo corso, è un "trattato" sulla preghiera alla scuola della tradizione monastica. Un testo che può essere di grande aiuto per chi desidera imparare i segreti della preghiera cristiana.
Privo di una Carta scritta, il diritto costituzionale inglese per secoli si è sviluppato con modalità peculiari. Quali sono le ragioni storiche, culturali e giuridiche alla base di questa specificità? Perché la Gran Bretagna, pur facendo parte da decenni dell'Unione europea, sembra sempre con un piede dentro e uno fuori dal processo di integrazione comunitaria? Il testo fonde in un racconto unitario i concetti basilari del moderno pensiero politico britannico con l'evoluzione del diritto e delle istituzioni nazionali, concentrandosi sulle modalità di affermazione dei diritti fondamentali nel passaggio dallo stato liberale a quello democratico.
L'opera si presenta come un'analisi del pensiero di Jean-Louis Chrétien, fenomenologo francese che apre nuovi spazi di ricerca intorno alla domanda sull'essere e sull'atto del soggetto. Gli sviluppi che interessano lo studio della corporeità, della parola e dell'arte riguardano anche la rivisitazione del discorso su Dio, legandolo alla risposta dell'uomo e all'appello che lo raggiunge. Si prospetta in tal modo un'antropologia che ha nella libertà la sua chiave effettivamente teologica.
Il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e una grande denominazione cristiana, quella motodista, sbocciata tre secoli fa nel mondo anglosassone, ha prodotto in quasi cinquant'anni pregevoli approfondimenti. Questo libro li valorizza, prospettando come la questione della successione apostolica, che ha giocato un grande ruolo nella contrapposizione tra questi soggetti in dialogo, in un'ottica inclusiva permetta un crescente riconoscimento dell'ecclesialità delle rispettive comunità e dei loro ministri.
Il libro offre un approccio comunicativo alla giornata delle parabole raccontata da Mt 13. Sul mare Gesù rivolge il suo appello alle folle: "chi ha orecchi intenda". In casa raccoglie frutto dal discepolo "doctus in regno caelorum". Senza parabole della comprensione, le parabole del Regno sarebbero prive di effetto e perderebbero di attualità.
Una riflessione pastorale utile a entrare nel mondo della sofferenza senza restarne schiacciati e anzi per trovarvi - malgrado il paradosso che nasconde - motivi di speranza e di risorsa spirituale. La ricerca si sviluppa secondo un percorso trinario in cui, premessa una riflessione generale su "L'uomo e la sofferenza nel contesto odierno" (I parte), si approccia a "La sofferenza umana in prospettiva biblica: Giobbe e Gesù Cristo" (II parte), per concludere trattando de "Il cristiano dinanzi al mistero della sofferenza" (III parte).
All'uscita dalla guerra e con il ritorno dell'Italia nel consesso delle nazioni democratiche entro i nuovi equilibri della guerra fredda, la Democrazia cristiana elaborò una propria visione dell'identità del paese e del suo ruolo internazionale. Questa originale ricerca approfondisce l'intenso lavoro di costruzione di miti politici e ideologie svolto dal gruppo dirigente Dc con l'obiettivo di contribuire a un ordine nazionale e internazionale cristianamente fondato. Partendo dalla tradizionale immagine dell'Italia nazione cattolica e mediterranea erede della civiltà latina, la Dc si spostò in quegli anni sul nascente ideale di una nuova patria europea e sull'appartenenza dell'Italia a una comunità atlantica, dove nell'antagonismo con l'Europa orientale comunista l'accento era posto sulla comune radice "occidentale".
"Se tutto un infinito ha potuto raccogliersi in un Corpo come da un corpo disprigionare non si può l'Immenso?" La possibilità di dire Dio anche dentro le contraddizioni e gli ossimori più stringenti dell'esistenza; il tentativo coraggioso di dare voce dignitosa e ospitale anche alle espressioni più liminari dell'umano: zone di confine che il Verbo ha già abitato e che la teologia - Sua eco fedele - non può esimersi dal frequentare, affinché quel Verbo non resti disarticolato. Questa è la provocazione della poesia - e di quella di Alda Merini in particolare - alla teologia, perché continui ad essere fidata e affidabile compagna di strada. "Un testo che invita con forza la teologia a osare (...) nuove lunghezze d'onda di espressione e di comunicazione. Come potremmo altrimenti rendere giustizia al dramma e alla poesia del Vangelo?." (dalla Prefazione di Michael Paul Gallagher)
Il libro costituisce uno studio al crocevia tra filosofia della natura, filosofia della religione e filosofia del linguaggio, in vista di una possibile spiegazione del problematico - ma affascinante e attuale - rapporto fra l'esistenza di Dio e la natura misteriosa del tempo.
In dialogo con un sociologo, un filosofo e un critico d'arte, per esplorare il misterioso intreccio del sentire e imparare a dipanarne i fili, fino a coglierne l'intima connessione con la verità dell'uomo e del suo rapporto con Dio. Impreziosiscono il volume le vignette di un disegnatore d'eccezione che aiutano a riflettere ancora sui temi affrontati, con un linguaggio diverso, e con un pizzico di ironia.
Il legame di coppia è caratterizzato da un dinamismo affettivo dal quale emerge la fedeltà coniugale come determinazione ad alimentare questa dinamica dello spirito umano. Essa eterna la gioia che ne scaturisce come perfezione della passione del dono, nella quale è adombrata la vita intima di Dio.
Essere fedeli laici oggi rappresenta una sfida più complessa di quanto non lo sia stata cinquant'anni fa, alla fine del Concilio Vaticano II. Un mondo in continuo divenire, e sempre più difficile da interpretare, interpella i credenti quanto alla loro coerenza nella fede, soprattutto nei comportamenti ordinari. Il metodo della dottrina sociale della Chiesa - vedere, giudicare, agire (Giovanni XIII, "Mater et Magistra", 1961) - suggerisce alcuni passi di un discernimento della società contemporanea secondo le indicazioni del magistero. Sta alla comunità ecclesiale accogliere e promuovere il contributo dei suoi fedeli laici alla conoscenza e alla valutazione del mondo di oggi, per un'evangelizzazione efficace, fondata sull'autenticità della testimonianza cristiana.
Nonostante lo scorrere dei secoli, santa Caterina resta assai viva nella coscienza delle nostre comunità e anzi si riscopre, a ogni epoca, come donna dalla parola fendente, con un fascino che trascina, una sovrannaturale bellezza che attira e conquista, uno spirito di permanente attualità, di modernità.
Le riflessioni contenute in questo testo intendono offrire percorsi interpretativi tesi a favorire l'incontro tra uomini e culture diverse avantaggio dell'autentico bene della persona e della collettività.
Come si rapportano tra loro l'annuncio della Resurrezione e il continuo morire dell'uomo? Appoggiandosi all'evento di Cristo, l'uomo può trasformare la morte, che non è l'ultima fase della vita. Questo aspetto colgono in modo sinfonico, ispirati dalla medesima spiritualità di Ignazio di Loyola, Karl Rahner e Hans Urs von Balthasar, anche se vi si approcciano con metodi e atteggiamenti diversi.
Un testo che, al seguito della proposta filosofica di Richard Schaeffler, tenta di ripensare i fondamenti teologico-antropologici della preghiera cristiana intesa come luogo dell'incontro reale tra Dio e l'uomo.
Il volume affronta una doppia domanda storica: la clausura di Chiara è stata un valore da lei scelto fin da subito o una necessità accettata per integrare la sua proposta di vita nella società del tempo? L'autore tenta di dare una risposta a partire dalle fonti storiche.
Il volume vuole offrire un contributo originale per l'anno della fede indetto da Benedetto XVI, presentando una teoria della fede e del rapporto tra esperienza e fede a partire dalla riflessione di alcuni studiosi che, negli ultimi decenni, sono stati maestri della "fede insegnata" e testimoni della "fede vissuta". Passaggio cruciale è la ripresa della riflessione sulla fides Jesu e dell'esperienza del rapporto di Gesù con il Padre come esperienza archetipica, tema che negli ultimi decenni è stato centrale nella riflessione teologica sul tema della fede.
La reciprocità è alla base delle nostre relazioni affettive e dei nostri rapporti interpersonali. Anche all'interno dei contesti familiari di appartenenza, delle comunità religiose o del mondo politico e istituzionale, l'ordine della reciprocità rappresenta quello spazio di relazione, quella trama di socialità che permette gli scambi più importanti della nostra esistenza.
La resurrezione di Cristo, terminus a quo la storia degli uomini non sarà più la stessa, attraverso uno studio che parte dalle riflessioni, sempre attuali e illuminanti, di un grande teologo e santo, San Tommaso d'Aquino. Qual è il significato della resurrezione? Un'analisi precisa e dettagliata dell'opera di San Tommaso d'Aquino che ci aiuta a comprendere il disegno di Dio sull'uomo: il disegno di un Padre che guarda ai suoi figli con amore, offrendo loro l'unica vera via di salvezza, attraverso il sacrificio del Suo unico Figlio.
Esplorando i più recenti sviluppi tecnologici, l'autore accompagna il lettore alla scoperta di questa nuova era in cui cosa vuol dire essere uomini dovrà essere capito come il risultato dell'interazione con una tecnologia sempre più pervasiva del nostro quotidiano. Il testo dona uno sguardo nuovo al mondo della biotecnologia aprendo tutta una serie di urgenti quesiti etici che chiedono di essere affrontati in maniera organica per giungere a una governance efficace del progresso tecnologico.
Maria, Donna, Vergine Sposa Madre, è la chiave per entrare nel mistero di Dio e dell'Umanità.
La storia e le sue contraddizioni, l'azione del demoniaco e la forza dirompente del mistero pasquale, le forme del potere costituito e la testimonianza, fino al martirio, dei credenti, le sconfitte momentanee del presente e la certezza di una vittoria definitiva nel futuro escatologico sono le diverse realtà che si nascondono sotto il velo simbolico dell'Agnello apocalittico. L'analisi esegetico-teologico dei singoli passi rivela il volto del Risorto e della comunità che, soprattutto nella liturgia celebrata e vissuta, comprende la sua vocazione di popolo messianico, inserito nella storia, e di "fidanzata", in cammino verso la pienezza delle "nozze" con l'Agnello nella Gerusalemme nuova.
Giunto sui crinali dell'era planetaria, può l'uomo affidarsi ai messaggi di salvezza che ancora gli giungono dalle grandi religioni del passato, compreso il cristianesimo?
Se Gesù fosse stato a-sessuato, gli sarebbe mancato il fondamento umano della tensione globale verso l'altro e gli altri, la struttura di base che ci permette di sentire in noi stessi la gioia, il timore, la tenerezza... La sessualità non è un ostacolo alla relazione, ma la radice di essa.
Questo libro cerca di fornire un quadro del tema dei poveri e della povertà, partendo dalla Dottrina sociale della Chiesa e da una comparazione con l'attuale situazione e le problematiche a essa connesse. Il servizio ai poveri e la ricerca della povertà, uniti inscindibilmente, formano il tessuto e l'intreccio di questo scritto - che spazia dall'ambito mondiale alle trame della povertà calabrese, nel più ampio contesto meridionale. Le riflessioni degli autori si sviluppano soprattutto nella dimensione etico-politica e tendono a mostrare le responsabilità e le possibili soluzioni a livello personale, comunitario, nazionale e mondiale. L'amore preferenziale per i poveri che promuove la carità e la giustizia - aspetto teologicamente nuovo come elemento intrinseco all'evangelizzazione - reclama quelli che sono i caratteri e le manifestazioni del vero sviluppo di ogni uomo e di ogni ambiente umano.
Perché è così urgente ridare senso a quel modo di vivere della persona che nega l'inevitabilità del male e viene comunemente chiamato "spirito critico"? Il male si diffonde secondo modalità sempre più pervasive ed imprevedibili e mai come in questi tempi l'umano sembra essere razionalmente impreparato ad affrontarlo e drammaticamente capace di tollerarlo e riprodurlo. I modelli teorici proposti da Theodor W. Adorno e Michel Foucault hanno la forza di offrire un'alternativa a questo impoverimento spirituale e di sensibilizzarci verso possibilità inedite legate al valore della dignità.
Nel XX secolo abbiamo assistito ad una grande fioritura teologica che ha posto interrogativi pungenti alla cosiddetta "società secolare"; al medesimo tempo, la distruzione prodotta dai totalitarismi occidentali ha costretto il pensiero a rivedere molte istanze epistemologiche consolidate da secoli. L'esistenzialismo barthiano, il cristianesimo non religioso di Bonhoeffer e la critica del sacrificio in Girard aprono vie ancora inesplorate per guardare noi stessi e la realtà del mondo alla luce dell'evento di Gesù Cristo morto e risorto.
È ancora necessaria una teologia del papato dopo i due concili del Vaticano? Le provocazioni della «Ut unum sint», l'attualità ecumenica e la riflessione in ambito cattolico dimostrano il bisogno di rileggere il ministero del vescovo di Roma e confermano il contributo determinante di Tillard.
Queste pagine presentano un microcosmo" esemplare del rapporto che i laici francescani hanno saputo intessere con le grandi sfide della società: il periodo legato al pontificato di Leone XIII (1878-1903). "
1Cor 2,6-16 è uno dei brani più complessi e interessanti all'interno della prima lettera ai Corinzi. Gli studiosi si sono posti diversi interrogativi sulla funzione di questi undici versetti, giungendo però a conclusioni discordi. Il presente studio è un viaggio che conduce a scoprire in questa pericope la definizione che san Paolo dà del credente: colui che, attraverso il dono dello Spirito, può discernere nel Crocifisso non un segno di scandalo e stoltezza ma la manifestazione della salvezza di Dio, donata gratuitamente all'uomo.
Il volume offre la prima traduzione italiana dell'antropologia filosofica di France Veber, discepolo di A. Meinong che sviluppa i punti nodali della teoria dell'oggetto giungendo a elaborare un'originale antropologia. La traduzione è preceduta da un ampio saggio introduttivo che illustra criticamente l'opera di F. Veber mostrandone la ricchezza e le potenzialità per una riformulazione delle tematiche gnoseologiche, etiche e antropologiche. Egli rileva l'autonoma qualità oggettuale dell'oggetto-dovere, innovando su questo punto la teoria del maestro, e da lì inizia un cammino di riflessione che lo porta ad ampliare lo sguardo filosofico sulla realtà dell'uomo intero, unico essere capace di vissuti eticamente corretti e di cogliere la realtà in quanto tale e non come una mera rappresentazione.
Chi non crede si scandalizza, chi crede dubita. E Matteo, per incoraggiare il lettore, ricostruisce la figura messianica di Gesù.
La figura di Francesco di Assisi ha acquisito nel '900 europeo e in particolare italiano un ruolo di grande rilievo non solo religioso ma anche sociale e perfino politico. L'indagine è stata affrontata su tre ambiti culturali: quello letterario da parte di Sandra Migliore, quello artistico-iconografico per un intervento di Rosa Giorgi e infine quello cinematografico dal regista Tagliabue.
La cultura europea della Restaurazione è caratterizzata dalla necessità di rimediare alla rottura rivoluzionaria dell'Ottantanove e dell'esperienza napoleonica, e di integrarne alcuni principi all'interno dell'ordine politico. Il libro riflette sul problema della democrazia così come fu percepito dal liberalismo francese d'inizio Ottocento e sul tentativo sperimentato in Francia di governare e, anzi, di addomesticare la democrazia, intesa non come forma di governo, ma quale tendenza ineludibile all'uguaglianza e alla desovranizzazione della politica. Sulla scorta delle categorie interpretative fondate da Michel Foucault, l'autore svolge un serrato confronto con il pensiero e gli scritti di Chateaubriand, Ballanche, Guizot e Tocqueville, e ricostruisce la fisionomia nuova e moderna che da questa esperienza derivò ai dispositivi del potere.
Il cuore della vita della Chiesa: parola e ascolto.
Nell’epoca delle masse, «chi decide gli eventi storici non sono gli statisti, i diplomatici e i generali, bensì i martiri». Rievocando questa affermazione di Sören Kierkegaard, Carl Schmitt aggiunge al suo postulato decisionista un’interessante suggestione: al sovrano che decide sullo stato d’eccezione fa da sfondo il martire. La particolare relazione tra potere e patire, oggetto del presente volume, scopre la centralità della vittima reale nella fondazione politica e simbolica, chiamando in causa la teoria sacrificale di matrice girardiana secondo cui all’origine di tutte le culture umane vi è un linciaggio spontaneo, che il mito arcaico riprende e il sacrificio cristiano rivela nella figura di Gesù Cristo e dei primi santi della devozione cristiana. I martiri, scrive Girard, «moltiplicano le rivelazioni della violenza fondatrice».
Nelle dinamiche sacrali che alimentano gli ordini politico-culturali, il martirio recupera, riassume e riscatta il «sacro arcaico» presente sullo sfondo del potere legittimato da Dio, dalla ragione, dal popolo. Il ruolo fondativo del martirio, così inteso, trova conferma su più livelli ermeneutici: architetture, narrazioni, immagini, tra Oriente e Occidente.
Come avviene che una persona trovi la logica necessaria della sua vita, pur in mezzo ad una così grande presenza di casualità nelle vicissitudini umane? E sarà possibile concepire tutto questo in chiave teologica quale evento riflettuto tra la sfera e la mente divina e l'intelligenza e la vita umana? Il presente studio, interloquendo con alcune grandi figure della teologia (da Anselmo d'Aosta a Eberhard Jüngel), rinviene nella dialettica fra necessità e più-che-necessario la metodica imprescindibile del destino umano, del mistero cristiano e del pensiero teologico.
La teologia morale nasce, come materia autonoma, all'inizio del Seicento per istruire i confessori sui singoli casi di coscienza. Nello scontro tra lassisti e rigoristi sulla soluzione dei casi dubbi emerge la figura di Juan Caramuel, passato alla storia come il "principe dei lassisti". Lo scopo di questo lavoro è quello di superare il linguaggio provocatorio di Caramuel per cogliere il suo sforzo di creare una teologia morale che sappia giudicare le nuove situazioni che si erano create nella società del tempo.
L'analisi dell'uso giovanneo del termine logos, inteso come parola rivelata, accolta, interiorizzata e testimoniata, mette in luce nel Quarto Vangelo una precisa dinamica che caratterizza la Rivelazione e che qualifica la vita e la missione della Chiesa. Recepita ed attestata sin dai primi commenti patristici a Giovanni, la dinamica del logos appare particolarmente aderente alla struttura concettuale della recente Esortazione Apostolica "Verbum Domini".
Il tema dell'anima e il suo stretto legame con l'identità e la libertà dell'uomo.
Una possibilità ancora per l'uomo... ritornare ad essere ciò che la creatura non fu mai: essere bambino... Presentazione di Francesco Lambiasi.
L'approfondita ricerca di Caravale mette a fuoco la vicenda biografica e l'itinerario intellettuale del fiorentino Francesco Pucci (1543-1597). Stabilitosi ventenne a Lione per praticare la mercatura, nello stimolante ambiente lionese Pucci maturò la decisione di dedicarsi "allo studio delle cose celesti ed eterne", e da allora visse in Francia, in Inghilterra, in Olanda, in Polonia, a Praga elaborando e discutendo un suo ideale di religione universale che tuttavia non trovò ascolto nei differenti ambienti religiosi protestanti in cui visse. Tornato al cattolicesimo, volle rientrare in Italia per presentare al papa le sue tesi, ma venne imprigionato e condannato a morte per eresia. Lo studio di Caravale, che si avvale anche di lettere inedite, mette in luce in particolare il peso fondamentale della formazione italiana di Pucci, ricostruisce il contesto in cui maturò la sua proposta politica e religiosa e spiega le ragioni del suo fallimento.
Pochi finora sono stati gli studi scientifici che hanno tentato di leggere, in senso teologico, un carisma straordinario e appassionante che ha messo al centro la vita nascosta di "Gesù di Nazaret".
Charles de Foucauld e René Voillaume hanno definitivamente valorizzato Nazaret non come la "parte umana" del mistero dell'Incarnazione, quasi l'involucro meno importante e provvisorio rispetto alla divinità del Figlio.
Nazaret è la dimensione essenziale dell'Incarnazione, Nazaret è la vita di Gesù e non solo la sua prefazione, è missione di redenzione in atto, è forma storica della kenosi del Figlio che si compirà pienamente sul Calvario.
L'analisi sulla visione promossa in Henry o in Marion circa sia il sacramento sia la liturgia sacramentale, è il lavoro al quale Albertino Sacchi si rivolge. è l'occasione perchè egli non solo richiami le nalisi sul sacramento a non ignorarvi il legame all' "essenza del cristianesimo", ma perché sia lui a esemplificarvi su come l'esame sul sacramento possa rinnovarsi sicché le conclusioni non appaiano la semplice riconferma concessa alla visione classica, quella reperibile giù nel manuale barocco.
Sacchi, con passaggi sempre esemplari, ne precisa il percorso per illuminarvi il complesso legame teologia-filosofia e ne sancisce il ruolo per l'analisi sul reale, compreso il fenomeno cristiano. (dalla Presentazione di Sergio Ubbiali)
Il presente lavoro offre una dettagliata analisi esegetica e teologica del Salmo 136, alla ricerca dell'autentico volto di Dio.
Attraverso la trattazione della vessata quesito della genesi della fede pasquale, il volume intende illustrare il modo in cui la resurrezione di Gesù costituisce il luogo della rivelazione salvifica ed escatologica di Dio, dove è possibile intravedere in nuce tutto il contenuto della fede cristiana.
I primi cinque capitoli esaminano le opere degli autori che, all'interno del panorama teologico contemporaneo, sembrano offrire le interpretazione più convincenti e suggestive della resurrezione. Il sesto capitolo propone una comprensione innovativa dell'evento incentrata sulla scoperta della resurrezione di Gesù come evento pasquale.
La costante attenzione che, soprattutto durante gli ultimi decenni, l'antropologia, la sociologia e la filosofia hanno concesso al corpo (fino a considerarlo un possibile paradigma epistemologico) interroga la possibilità di assumere tale prospettiva anche in ambito di esegesi e teologia biblica. Lo studio di Mario Cucca si interroga circa la pertinenza di riconoscere quale assetto proprio della dinamica comunicativa tipica della profezia il corpo del profeta, pensato, nella complessità delle vicende vissute, come "corpo comunicativo".
Il fascino della teologia di Teresa di Lisieux, raccontata con un linguaggio essenziale e appropriato.
Un testo che esprime profonda fiducia nella umana capacità di discernimento senza ignorare la complessità del presente e le distorsioni degli stili di vita dominanti.
Il fecondo quanto inaspettato intreccio tra i percorsi di Pieper e di Bonhoeffer - due interpreti della sapienza della Parola e della ricerca umana di senso - sollecita ad assumere la ricerca del vero e del bene come fecondo lievito operante nella storia, contestando radicalmente qualsiasi rassegnata accettazione dell'esistente.
Sapienza e intersoggettività, autonomia della coscienza ed esercizio del discernimento rendono possibile la realizzazione di un'esistenza autenticamente umana senza rinchiudersi nella logica del privilegio di sè.
"Lo studio dei tre testi 'strategici', fondamentali nello sviluppo di questa Lettera pastorale (Tt 1,1-4; 2,11-14; 3,3-7), rappresenta un'illustrazione ben ragionata degli interessi soteriologici ed escatologici che sottostanno allo scritto. L'autrice mostra che il dinamismo della fede cristiana è compreso tra la grazia dell'incarnazione e la gloria della vita eterna. Questo dinamismo diviene esso stesso epifania divina sotto forma di un'etica "estetica", contrassegnata dalle belle opere, espressione di uno stile di vita che custodisce l'insegnamento apostolico, testimonia ai lontani l'appartenenza alla compagine ecclesiale, e li attrae verso il Signore".
Partendo da una dettagliata analisi delle coordinate principali della cultura della nostra contemporaneità sospesa tra assenza e ricerca di Dio, il volume si propone di individuare il ruolo dialogico e apologetico della riflessione credente maturata nel Sud d'Italia. Vengono presi in esame tre teologi che incarnano bene i caratteri di una teologia nativamente meridionale. Il vescovo napoletano Bruno Forte indica nella speranza cristiana e nell'attenzione al Dio che entra nella storia l'antidoto al relativismo. Il vescovo calabrese Antonio Staglianò offre soluzioni concrete alla questione della verità e al dialogo fede-ragione mediante l'accentuazione della ricerca sul "vissuto". Il teologo laico Carmelo Dotolo assume le istanze del pensiero debole e del nichilismo per rileggere la presenza kenotica del Dio trinitario nel mondo. Un contributo per una rinnovata riflessione teologica.
Ha ancora un futuro il cristianesimo nella storia? Può essere portatore di una notizia in grado di affascinare per la qualità della sua proposta? Sullo sfondo di queste domande, questo studio, invita a mettere a tema l'identità della missione, suggerendo come leit-motiv la metodologia comunicativa del Vangelo che fa del discepolato una condizione indispensabile per la condivisione della fede.
L'argomento si colloca all'interno di una delle questioni che, in ambito teologico, più ha attirato l'attenzione degli studiosi fin dal primo cristianesimo: il rapporto tra l'Antico e il Nuovo Testamento.
Riguardo al libro dell'Apocalisse tale rapporto si presenta come uno degli aspetti più complessi dell'opera, ma allo stesso tempo come quello che più lo caratterizza, visto l'uso che l'Autore ha fatto delle Scritture d'Israele.
Un uso talmente originale e creativo da poter definire l'Apocalisse non solo una “rilettura cristiana di tutto l'AT", ma anche una "riscrittura" di essa alla luce della novità del messaggio evangelico.
Un libro che ripercorre l'affascinante evento conciliare attraverso uno dei suoi protagonisti più autorevoli, giacomo Lercano.
Procedendo in una approfondita analisi degli interventi pronunciati in Concilio dal Cardinale,
Con la restaurazione del diaconato permanente, avvenuta con il Concilio Vaticano II, lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa un dono meraviglioso.
Il diaconato sta conoscendo ora, come già nei primi secoli della Chiesa, una stupenda fioritura, dopo che per tanti secoli era stato quasi dimenticato.
Ma chi è il diacono?
E' il segno-sacramento di Cristo sposo. Nel suo modus operandi il diacono rende tangibile il fine primordiale del Concilio Vaticano II, e cioè manifestare la diaconia salvifica di Cristo sposo nei confronti di ogni uomo, per la gloria del Padre.
Un accurato lavoro che cerca di individuare e districare, nella matassa aggrovigliata della filosofia di Zizek, il filo teologico che sempre di nuovo si aggroviglia. Soltanto un Dio incarnato e fragile può salvare l'esistenza sconnessa e indimenticabile di quel "soggetto scabroso" eppure degno di agape che è l'uomo.
Mentre l'Europa precipita verso la guerra, mentre l'Italia asseconda le avventure del Duce e la Chiesa assiste al trionfo apparente dei totalitarismi, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci) prosegue il suo cammino. Nella fedeltà agli ideali di Montini, in piedi davanti alle burrascose vicende del tempo, essa percorre a testa alta i sentieri impervi della mediazione intellettuale. Grazie ad un'accurata analisi dei numeri di "Azione Fucina" dal 1935 al 1940, il volume racconta con passione narrativa e sapiente spirito critico le illusioni, i sogni e le speranze della giovane generazione cattolica destinata a segnare la storia dell'Italia repubblicana.
Una certa mistica ecclesiastica ha per un certo tempo perso di vista la reale consistenza storica della Chiesa.
Essa si è così sentita posta al di là della storia, sopra la storia, in stato di assedio continuo da parte di una cultura e duna società troppo spesso interpretate come semplicemente ostili.
Gli studi di Acerbi intorno alle tematiche ecclesiologhe del Vaticano II, ordinate con cura e sapienza da questo lavoro, diventano una provocazione molto attuale per chi intende ripensare la Chiesa non solo partendo dal mistero della sua origine, ma anche dal suo cammino storico fatto in compagnia degli uomini.
Due personaggi stanno sullo stesso piano e sono in contrasto mentre un terzo ha il ruolo dell'arbitro. Ecco la figura del triangolo drammatico: un singolare stratagemma narrativo con cui Luca obbliga il lettore a discernere, a diventare interprete delle narrazioni, a rimodellare il proprio punto di vista, ad appropriarsi del punto di vista teologico del Vangelo. Lo studio, condotto con metodo narrativo, prende in considerazione quattro esempi di triangolo drammatico all'interno del ''grande viaggio'' di Luca: la parabola del buon Samaritano (10,25-37), l'episodio di Marta e Maria (10,38-42), la parabola del figlio prodigo (15,11-32), la parabola di Lazzaro e del ricco (16,19-31). MATTEO CRIMELLA, nato nel 1969, dal 1994 è presbitero della Chiesa ambrosiana. Nel 2009 ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso l'École biblique di Gerusalemme. Collabora alla pastorale biblica della diocesi di Milano e insegna Esegesi dei Sinottici a Monza (seminario del P.I.M.E.), a Gerusalemme e in Madagascar.
Guidato da una forte intuizione e mosso dalla tenacia e dalla passione tipiche di un vero ricercatore, Ghye-Young Paolo Ko crede possibile interpretare l'essenza della mistica pratica di Francesco attraverso alcuni criteri ermeneutici desunti dall'orizzonte antropologico metafisico e dogmatico entro cui Karl Rahner ha impostato la sua riflessione sulla mistica cristiana. Il presente lavoro ha aperto una nuova prospettiva, quella dell'identità universale della mistica di Francesco. GHYE-YOUNG PAOLO KO, Frate Minore, membro della Provincia Francescana Coreana dei santi martiri coreani, è nato il 20 maggio 1961 a Città Hwaseong, Corea del Sud. È entrato nel 1989 nell'Ordine dei Franti Minori, ha fatto professione solenne nel 1996. Terminati gli studi filosofici e teologici all'Università Cattolica di Seul, nel 1996 ha ricevuto l'Ordinazione sacerdotale. Nel 2002 si è iscritto alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum a Roma dove ha conseguito la Licenza nel 2005 e il Dottorato nel 2008.
L'immagine del diritto come sistema di norme disposte gerarchicamente, riconducibili tutte a una fonte unica, appare in declino, non solo perché all'attività legislativa statale si affiancano altre fonti subnazionali e sopranazionali, ma anche perché l'attività legislativa stessa procede sotto la spinta di interessi e posizioni ideologiche, senza che sia assicurata la compatibilità delle nuove norme con le leggi vigenti. Di conseguenza, nella legislazione come nell'applicazione delle leggi vi è una presenza sempre più invasiva di considerazioni extragiuridiche che cambia lo stesso ruolo degli operatori: dai magistrati - spesso tentati dall'interpretare le norme in base alle loro convinzioni personali - agli avvocati che cercano, fuori dal processo, soluzioni di tipo arbitrale o, nel processo, patteggiamenti vantaggiosi per l'imputato. Viene quindi da chiedersi se ci stiamo incamminando verso la fine del diritto, o almeno di quel diritto che ha accompagnato in Europa, per quasi un millennio, l'espansione del mercato e dei rapporti economici. Su questi temi, e sulle prospettive future del diritto, riflettono, sollecitati da Pietro Rossi, Luigi Capogrossi Colognesi, Sabino Cassese, Vincenzo Ferrari, Maurizio Fioravanti, Gilberto Lozzi, Pietro Rescigno.
Pietro Rossi è professore emerito dell'Università di Torino, dove ha insegnato dapprima Storia della filosofia e poi Filosofia della storia. E' socio dell'"Accademia Europea", dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze di Torino. Ha diretto la "Rivista di filosofia". Ha condiretto, insieme a Carlo A. Viano, la "Storia della filosofia" (Laterza 1993-1999). Con il Mulino ha pubblicato "L'identità dell'Europa" (2007) e "Avventure e disavventure della filosofia" (2009).
Il sistema amministrativo italiano è una galassia popolata da oltre 10.000 istituzioni e tre milioni e mezzo di lavoratori. Un tempo al servizio innanzitutto del corpo politico, la burocrazia deve oggi ascoltare direttamente la società e il contesto in cui opera è divenuto un contesto globale. A 25 anni di distanza dall'ultimo studio organico in materia - curato per il Mulino da Sabino Cassese - il volume esamina ogni singolo elemento di questo articolato sistema: dalle basi costituzionali alla dimensione europea e globale, dai poteri regionali e locali agli strumenti di controllo, dall'organizzazione ai procedimenti, al personale e alla finanza, ai tentativi e progetti di riforma. Ricco di dati statistici, il testo offre un quadro informativo completo e aggiornato delle pubbliche amministrazioni in Italia anche in prospettiva comparata - e fornisce schemi interpretativi nuovi sulle tendenze in atto e sugli sviluppi possibili.
Per imparare a discernere non c'è altra strada che imparare una relazione: la relazione con Dio.
Nel tempo postmoderno della ''morte di Dio'', le domande che il volume si pone sono le seguenti: in quale Dio non crede l'ateo postmoderno? È possibile che il suo ateismo abbia origine da un'immagine di Dio negativa e distorta che non nutre la sua immaginazione e le sue speranze più nascoste? E dinanzi ad un simile ateismo è ancora adeguata l'apologetica classica con la sua forte impronta razionale e il ricorso alle prove argomentative sull'esistenza di Dio? DALL'INDICE - Dire Dio nell'era della postmodernità: la ''morte di Dio'' come cifra del presente e come domanda - Alle origini della postmodernità: Nietzsche e la ''morte di Dio'' - Il cristianesimo e Nietzsche: il pensiero cristiano dinanzi alla ''morte di Dio'' e le istanze di rinnovamento - Cristianesimo, immaginazione e immagini di Dio. Oltre la ''morte di Dio'' FRANCESCO COSENTINO ha conseguito il dottorato in Teologia Fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana presso la quale è Assistente.
Il merito del libro di Giovanna Furlani consiste nel mettere in evidenza la centralità della dimensione relazionale della persona, evocata dal corpo. L'Autrice ci conduce non solo al centro del pensiero di Paolo ma al centro stesso della relazione tra Cristo e la Chiesa, il credente, l'umanità intera. Tale centro è il corpo. Il lavoro nasce da uno studio attento, paziente e ragionato delle fonti, svolto con precisione esegetica e accuratezza della ricerca, unitamente alla passione per la Parola di Dio, nella convinzione di trovare in essa il senso profondo del nostro esistere (dalla Postfazione di Mauro Meruzzi). GIOVANNA FURLANI ha frequentato il Seminario Teologico Diocesano di Trento e ha conseguito il diploma in Scienze Religiose presso l'Istituto Euromediterraneo Superiore di Scienze Religiose di Tempio Pausania (OT).
La cornice letteraria del Vangelo di Marco .
Una suggestiva ipotesi sul Vangelo dell'Infanzia di Luca. Contaminazioni con la tradizione greca profana.
Dalla dissoluzione della Democrazia cristiana sono nate alcune formazioni politiche - Partito popolare (Ppi), Centro cristiano democratico (Ccd), Cristiani democratici uniti (Cdu) - che nel 2002 hanno dato vita da un lato all'Unione dei democratici cristiani e di centro (Udc), dall'altro alla Margherita. Che cosa si sa, oggi, su queste due componenti decisive degli schieramenti politici che si confrontano in Italia? Nel volume si mostra come i post-democristiani abbiano fatto proprio il "partito di correnti" che fu tipico della Dc, incentrato sulle reti di potere personale facenti capo ai notabili locali. Questa tradizione, però, è stata innovata attraverso il modello del "partito in franchising": i leader nazionali si occupano di pubblicizzare e vendere ai potenziali elettori-acquirenti il "marchio" del partito sui mass media, mentre dirigenti, parlamentari e amministratori locali hanno una notevole autonomia nel gestire la "rete commerciale" sul territorio (sezioni, circoli, comitati provinciali e regionali ecc.). In questo scenario, quali prospettive si aprono per l'Udc dopo l'uscita di Marco Follini e lo "sganciamento" dalla tutela di Berlusconi voluto da Casini? E, sull'altro versante, quali saranno gli effetti che il modello di partito della Margherita potrà avere sulla nascita e sul consolidamento del Partito democratico?
Tutti i grandi pensatori dell'Ottocento - da Durkheim a Weber, da Marx a Freud - ritenevano che l'avvento della società industriale avrebbe gradualmente sottratto importanza e significato sociale alla religione. Questa teoria della secolarizzazione è stata accolta da gran parte degli scienziati sociali per tutto il secolo scorso, finché di recente è stata messa radicalmente in discussione. Oggi possiamo verificare che la religione non è affatto scomparsa, né è probabile che ciò avvenga in futuro. D'altra parte, però, il concetto di secolarizzazione spiega molti fenomeni cui si sta assistendo. Questo volume propone una nuova lettura della secolarizzazione e la sottopone a verifica con dati provenienti da quasi 80 società di ogni parte del mondo.
La necessita' di intendere l'esperienza a partire dal costituirsi di una tensione relazionale tra spirito e assoluto. Un'interpretazione dell'esperienza che muove da una presa di posizione nei confronti della problematica religiosa dell'esistenza. La ricerca si articola attorno a due questioni: a) se sia possibile accertare la presenza di un Dio nella sensibilita', se cioe' la relazione fra spirito e assoluto vada intesa nel senso di un'immanenza ontologica di Dio che sia riconosciuta come tale dallo spirito; b) in connessione con tale questione, se la dottrina dell'analogia entis possa essere difesa. Il lavoro e' caratterizzato da un forte impegno speculativo che si concretizza come confronto critico con l'orientamento dell'immaterialismo.
Un'approfondita ricerca che interpreta il pensiero ecclesiologico di Reginald Pole e la sua figura poliedrica e complessa. Prefazione di Marcello Semeraro. La vicenda e soprattutto il pensiero di Reginald Pole (1500-1558), uomo di Chiesa, teologo non di professione ma dalla capacita' non comune di entrare nel vivo delle questioni e delle discussioni che hanno agitato la sua epoca, non e' stata mai studiata con tale ampiezza e profondita', almeno dal punto di vista teologico. Questo studio presenta invece organicamente la sua vita, le sue opere, il suo pensiero, nel quadro di un contesto ben descritto. Ne emerge una linea di pensiero soprattutto ecclesiologico, dove i testi, di carattere episodico e contestuale, se ben letti, offrono una prospettiva organica della Chiesa a carattere prevalentemente spirituale-misterico. La ricerca costituisce un'interessante e necessaria integrazione alla storia dell'ecclesiologia.
Tra il 1993 e il 2005 si è compiuta in Italia un'imponente riforma delle amministrazioni pubbliche statali. Nel tracciarne un bilancio questo volume adotta un approccio innovativo: non sono considerate solo le strategie di cambiamento enunciate negli atti normativi, ma sopratutto la misura in cui esse hanno trovato concreta realizzazione. L'indagine si concentra sul modo con cui le riforme sono state attuate, evidenzia la rilevanza di questo elemento sugli esiti del processo ed esamina le trasformazioni subite dalle riforme stesse nel periodo considerato (ripensamento degli obiettivi, cambiamento delle modalità d'azione). Questo tipo di analisi consente da un lato di valutare una fase già chiusa, dall'altro di riflettere sui fattori decisivi che, in prospettiva, possono rendere efficaci le riforme approvate sulla carta. Un libro destinato tanto agli osservatori quanto ai protagonisti del cambiamento all'interno della pubblica amministrazione.
Se potessimo ripartire da zero con il sistema previdenziale, senza i vincoli che sono oggi imposti dai versamenti già effettuati, dalle aspettative e dalle promesse del passato, lo rifaremmo identico a quello attuale? Lo copieremmo da qualche paese vicino? Lo aboliremmo del tutto? O, smaliziati dalla conoscenza delle difficoltà, cercheremmo di prevenirle, costruendo un sistema potenzialmente impermeabile a (quasi) tutti gli sviluppi economici e demografici? Il volume privilegia questa strada, e mostra come la questione previdenziale possa essere ricondotta a poche variabili essenziali, di cui si esplicitano le interconnessioni. Emergono allora con chiarezza la natura e le potenzialità, ma anche i limiti, di un sistema che non crea ma semplicemente trasferisce risorse tra generazioni. Una ricerca informata e originale che porta un contributo prezioso alla riflessione sul problema previdenziale, che in Italia e negli altri paesi sviluppati è ancora lungi dall'aver trovato soluzione.
In Italia le riforme istituzionali sono state al centro dell'agenda politica e del dibattito scientifico fin dalla promulgazione della Costituzione. Questo volume mostra come nel corso degli anni si è venuta a creare una crescente discrepanza tra le riforme annunciate ed auspicate e quelle effettivamente realizzate. Dopo aver messo in evidenza le peculiarità del caso italiano in prospettiva comparata, l'autore ricostruisce le politiche istituzionali dall'Unità d'Italia ad oggi, con particolare attenzione agli ultimi decenni. Infine, prendendo in esame i tentativi di riforma, tanto ambiziosi quanto fallimentari, delle commissioni bicamerali, propone un approccio di tipo pragmatico alle politiche istituzionali in fase non costituente.
In questo volume, risultato delle ricerche condotte nell'ambito dell'Osservatorio nazionale sulle famiglie e le politiche locali di sostegno alle responsabilità familiari, gli autori offrono una descrizione ed una spiegazione assai diverse dei mutamenti del sistema di formazione delle nuove famiglie avvenuti nel nostro paese. La ritardata uscita di casa, i comportamenti sessuali prudenti, la rarefazione dei matrimoni, la difficile diffusione delle convivenze giovanili, le scelte dei rituali matrimoniali, le decisioni sulla residenza dopo le nozze e la bassa fecondità sono ricondotti a quello che, da molti secoli, è un tratto specifico della società italiana: un forte legame fra genitori e figli.
Le trasformazioni verificatesi nel nostro paese a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia degli eventi futuri: nella cultura come nella politica, nell'economia, nella demografia; nel governo della vita pubblica, nell'organizzazione delle città e nell'assetto del territorio, nella famiglia. Decentramento urbano e allargamento della partecipazione dei cittadini si affacciarono allora come possibili soluzioni alle rivendicazioni e alle tensioni che minacciavano il tessuto della convivenza civile. In questo periodo don Luigi Di Liegro ebbe un ruolo importante e cruciale, dapprima come responsabile dell'Ufficio pastorale del Vicariato poi come artefice e direttore della Caritas diocesana.
Nell'acceso dibattito sulle trasformazioni del sistema politico italiano, si è spesso polemizzato, fra maggioranza e opposizione, intorno all'abuso di decreti-legge, deleghe legislative, regolamenti di delegificazione. Il volume ripercorre le trasformazioni verificatesi nell'ultimo decennio relative agli atti normativi del Governo. Particolare attenzione è posta sui regolamenti: fonti del diritto 'secondarie', in quanto subordinate alla legge. Parte del libro è dedicata anche alle riforme Bassanini che hanno comportato un massiccio spostamento della disciplina delle pubbliche amministrazioni dalla fonte legislativa a quella regolamentare, con un ampio impiego della delegificazione.
Come annunciare il Dio cristiano in una società in cui l'Islam cresce, la new age affascina molti e le religioni orientali esercitano un forte richiamo? Come può un clero sempre meno numeroso e sempre più anziano proporre ai giovani i valori dello spirito? L'impegno nel campo della carità e nel volontariato non rischia di confinare la Chiesa nel ruolo di infermiera della storia? La parrocchia è davvero una formula ormai superata? Questi ed altri interrogativi sono stati rivolti a un campione rappresentativo di preti impegnati nell'azione religiosa di base, a contatto quotidiano con i bisogni e le domande della gente. Uno spaccato della società e della Chiesa italiana all'inizio del nuovo secolo.
Le elezioni del 2001 sono state particolarmente importanti perché hanno prodotto una vera alternanza al governo. Sono state caratterizzate dalla competizione fra due schieramenti e hanno creato le condizioni per il rafforzamento del bipolarismo. Gli autori dei contributi al volume si interrogano su come e perché l'ingegneria delle coalizioni e l'immagine di Berlusconi abbiano fatto vincere la Casa delle libertà. A partire da un'accurata analisi dell'esito numerico e politico del voto, vengono soppesati il funzionamento del sistema elettorale, l'effetto leadership e l'influenza della comunicazione politica nelle decisioni di voto. Infine, sono descritti il nuovo parlamento e le modalità di formazione del governo Berlusconi.
Anche in Italia, come già a livello internazionale, acquista sempre più rilievo il ruolo del settore non profit, il cosiddetto "privato sociale". Una multiforme costellazione di organizzazioni private senza fini di lucro riversa il proprio contributo nei campi della sanità, servizi sociali, culturali, ricreativi, ambiente, tutela dei diritti civili, individuali e collettivi. Un fenomeno di ampiezza tale da suscitare forte interesse nell'opinione pubblica e tra gli studiosi. Questo volume riflette sull'attuale situazione complessiva e sulle linee di tendenza, tenendo presente anche le esperienze straniere.
Il volume affronta la complessa questione del ruolo della Banca mondiale attreverso un'analisi delle strategie di crescita e di cooperazione allo sviluppo perseguite fin dalla sua nascita, in termini di promozione e sostegno ai processi di crescita, valorizzazione delle risorse locali e riduzione delle disparità. In particolare, gli autori concentrano l'attenzione sugli interventi della Banca mondiale in Italia del dopoguerra e nelle fasi successive di sviluppo. L'ultima parte del libro è dedicata alla partnership tra la Banca mondiale e il nostro paese per un intervento efficace nei confronti delle economie in via di sviluppo per la lotta della povertà.
Che cosa accade durante la lettura? Che ruolo svolge la soggettività del lettore? Come si manifestano in lui emozioni come il piacere, l'interesse, la suspense, l'empatia? Che cosa innesca il processo di identificazione, la condivisione dello stato emotivo dei personaggi, la comprensione dei loro pensieri, sentimenti e desideri, la partecipazione ai loro conflitti? Di ciò si occupa questo volume, esaminando i processi psicologici elementari che fanno della lettura da una parte un atto di comprensione, dall'altra un'esperienza emotiva tra le più universali e stimolanti.
Che cosa davvero è cambiato nell'Italia di questi anni? A volte abbiamo la sensazione di essere risucchiati in un gorgo di trasformazioni tumultuose, a volte quella di tenere i piedi ancora affondati in una paludea stagnante. Mutamenti, anche radicali, vi sono indubbiamente stati, ma è tuttora problematico interpretarli. Abbiamo assistito a una rivoluzione "dal basso" (una società che cerca di uscire dal guscio di istituzioni invecchiate) o "dall'alto" (le forche caudine dell'euro)? Il volume esamina i cambiamenti intervenuti in alcune istituzioni e politiche cruciali nell'Italia dell'ultimo decennio
Il XX secolo ci ha lasciato un'eredità impegnativa: il progetto di una giustizia sociale democratica che garantisca al cittadino una vita dignitosa e che si ponga come ideale in base al quale regolare la vita sociale e legittimare l'ordine politico. Di fronte alle sfide del nuovo secolo si avverte con particolare urgenza la problematicità di questo ideale e l'esigenza di capire se esso trovi spazio nella vita collettiva, in particolare presso le nuove generazioni nelle quali è riposto il futuro delle nostre società.
Nella fase dell'adolescenza una quota assai significativa di ragazzi mette in atto comportamenti devianti (cioè contrari alle leggi o comunque alle norme sociali). La psicologia ha fornito un'interpretazione individualistica del fenomeno in termini di disturbi psicopatologici del deviante. La sociologia sceglie di fare riferimento alla posizione sociale dell'individuo (classe, genere, gruppo etnico, provenienza geografica). Emler e Reicher propongono una nuova ipotesi di lavoro basata sulla nozione di "gestione della reputazione". In questa prospettiva, la devianza non è l'esito di un processo di sviluppo incompleto o distorto, ma l'approdo di scelte consapevoli compiute da individui non diversi da quelli che scelgono di essere onesti.
UN LIBRO CHE OFFRE PROPOSTE E SUGGERIMENTI SU INIZIATIVE PROGRAMMATICHE E FORME DI ATTIVITA TERAPEUTICHE COLLATERALI PER MEGLIO COMPRENDERE ED AIUTARE I PAZIENTI. Questo libro ha le sue radici nel lavoro di supervisione svolto dall'autore presso alcuni presidi di salute mentale su situazioni cliniche spesso complesse e coinvolgenti che rappresentano per tutti gli operatori uno stimolo continuo alla comprenione e alla ricerca di nuove soluzioni. L'es perienza e la conoscenza psicoanalitiche sono state messe al servizio dello studio di quegli aspetti della sofferenza mentale non ancora esprimibile a parole dal paziente, che gli operatori hanno il compito di individuare e indagare. Obbiettivo primario, in questi casi, e`che l'operatore acquisisca la capacita di creare un contesto affettivo ed elaborativo che consenta al paziente di ritrovare un suo equilibrio e riprendere lo sviluppo personale
I disegni infantili suscitano nell'adulto curiosità, divertimento, tenerezza, piacere estetico, interrogativi: perché il bambino piccolo disegna, così come faceva l'uomo preistorico? Gli scarabocchi indecifrabili di un bambino sono un modo efficace di rappresentare la realtà? Perché alcuni disegni sono ritenuti "artistici" e altri no? Come mai quel cielo è verde? Perché quella casa è più piccola dell'automobile che le sta accanto? Le ricerche suggeriscono che queste apparenti incongruenze non sono errori casuali, ma piuttosto il frutto di un tentativo spesso coerente di espressione pittorica. Questo volume presenta lo studio del disegno infantile in rapporto alle teorie psicologiche sullo sviluppo cognitivo ed emozionale del bambino.
Da tempo la società civile si sta interrogando sulla questione criminale, su quale sia la risposta "giusta" alla violazione delle leggi penali compiuta dai suoi membri. Ciò ha innescato un'ampia riflessione riguardo alla riforma del modello basato sulla "sanzione penale" e alla necessità di nuove strategie razionali e rispettose della persona umana. Questo non può lasciare indifferente la cultura teologica, dal momento che nel corso della storia si sono determinati complessi rapporti tra asserzioni teologiche e giustificazione delle modalità punitive statuali, specie con riferimento all'idea della pena come "retribuzione" della colpa. L'intento di questo libro è verificare quale sia l'apporto della teologia alla soluzione di tale problema. Esso non si propone di ricercare la migliore giustificazione teorica della pena, così come questa si è tradizionalmente configurata, né di fondare una teoria cristiana della pena, ma di chiarire quali esigenze il messaggio cristiano ponga in evidenza per la progettazione di un intervento giuridico-sociale che sia eticamente valido e socialmente efficace.
Negli anni del thatcherismo e del reaganismo trionfanti, il "modello" olandese è stato l'esperimento economico e sociale che con maggior successo rispetto ad altri è riuscito a combinare crescita, lavoro ed equità. Il "miracolo olandese" consiste nell'uso della concertazione tra le parti sociali per contrattare la flessibilità del lavoro in funzione della crescita dell'occupazione. Attraverso una più ampia offerta di lavoro a "part time" è stata drasticamente ridotta la disoccupazione, senza incidere sul reddito complessivo delle famiglie e sui livelli di protezione sociale.
Il volume presenta un quadro panoramico sulle dimensioni e la struttura del Terzo settore nei paesi ad economia avanzata, con particolare attenzione all'Italia, alla Germania, alla Francia, alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti. Di particolare interesse i dati relativi all'impatto occupazionale che il Terzo settore determina. La ricerca esamina la posizione dei sindacati, dall'ostilità all'indifferenza, dall'interesse al coinvolgimento, di fronte allo sviluppo del Terzo settore e fornisce numerose informazioni sulle molte opinioni all'interno del movimento sindacale internazionale e su esperienze concrete di coinvolgimento delle forze sociali.
Il volume prende le mosse dalla considerazione che, nelle mutate condizioni dei mercati mondiali, la partecipazione dei lavoratori al processo produttivo è la condizione più importante perché l'impresa riesca ad essere competitiva. Si tratta di condividere i fini dell'impresa, di trarre gratificazione dai buoni risultati del proprio lavoro, senza naturalmente eliminare le asimmetrie di potere nell'organizzazione. Gli autori partono dalle esperienze maturate in altri paesi europei per formulare la proposta di un Istituto per il lavoro con il compito di studiare le condizioni di partecipazione, di sperimentare le istituzioni e le regole che la favoriscono, e di sostenere e diffonderne i valori, in linea con le più avanzate ipotesi strategiche.
L’evangelizzazione, la catechesi, ma anche il colonialismo, la conquista degli indios: sono gli elementi di questo libro. L’autrice racconta la missione in terre lontane in modo diretto ed efficace restituendoci una cronaca di fede appassionata.
Una delle principali novità che si sono osservate nel nostro ordinamento è data dal progressivo moltiplicarsi di autorità indipendenti, esemplificate dalla più nota di esse, l'autorità antitrust, garante della conoscenza e del mercato. Quali sono le caratteristiche di questi organismi? In primo luogo, essi non fanno pienamente parte dell'esecutivo, essendo sottratti agli indirizzi del governo. Inoltre non sono collocati in ordine gerarchico, e sono generalmente connesse a organi stranieri o sovranazionali equivalenti, superando così i limiti territoriali dello Stato al quale appartengono. Le autorità indipendenti pongono quindi in dubbio molti principi degli attuali assetti costituzionali.
L'espressione "federalismo fiscale" è divenuta, nel linguaggio corrente di questi anni, una sorta di bandiera. Si tratta però di analizzarne i contenuti concreti. Questi infatti possono essere i più diversi a seconda di come viene definito il ruolo dello Stato centrale rispetto a quello degli enti decentrati. Il volume di Giarda tenta di fare chiarezza su questo punto. Per capire l'importanza del problema basti un solo dato: le regioni italiane gestiscono, con vari gradi di responsabilità, più di 120.000 miliardi di lire, pari a circa un quinto del totale delle spese del settore pubblico. L'autore fornisce anche alcune simulazioni, per il breve e medio periodo, sui possibili effetti della riforma.
Nella prima parte del volume, dopo una rassegna della letteratura internazionale, sono analizzati alcuni aspetti concettuali relativi alla definizione di "Welfare State" e dei termini chiave di assistenza, assicurazione e sicurezza sociale. La seconda parte risponde alla domanda "chi è protetto?" e "perché?" e descrive due modelli di solidarietà: quello universalistico che copre indistintamente tutti i cittadini, e quello occupazionale che tocca separatamente una gamma più o meno vasta di categorie. Sono individuate le ragioni della loro genesi storica e analizzate le loro forme miste. Al caso italiano è dedicata la terza parte.