I quattro vangeli sono veri e propri capolavori di tecnica narrativa. Luigi Santucci -- che sin dalla prefazione dichiara di aver scelto di accostarsi al «Messia quasi da testimone fisico» -- traduce con vigore poetico il testo evangelico, guardando ai personaggi da angolazioni diverse: ora con suggestivi squarci d'anima, ora con icastica pittura dei fatti, ora con espedienti di genere autobiografico, ora infine con originalissime interpretazioni. Una vita di Cristo viene qui riproposto con un'illuminante premessa di Gianfranco Ravasi sulla teologia narrativa.
Sullo sfondo la Sardegna piena di simboli e ricordi tipica dei romanzi di Grazia Deledda. In primo piano il romanzo delle passioni elementari e comunque radicali: Olì che conosce l'amore e giovanissima si scopre tradita; Anania, il cercatore di tesori inesistenti, inconsapevolmente crudele; il figlio dei due costretto a crescere senza la prospettiva di una normale vita famigliare. I personaggi sono mossi dalle emozioni più forti e contrastanti, da odi e amori irriducibili, ed è la famiglia a rimanere travolta in questo violento turbinio, tanto da uscirne arsa, bruciata fino a rivelare, nell'ultimo residuo, tutto il suo valore.
Sette autori contemporanei si mettono a confronto con sette pagine di Vangelo. L'incontro è sorprendente: Lazzaro, Giuseppe, persino il fico della parabola riprendono vita ed entrano a pieno titolo nell'avventura dell'umanità contemporanea; sì, perché la rilettura che emerge da queste pagine (a volte drammatiche, a volte ironiche, a volte semplicemente curiose) sembra riportare tempi e figure, che sono stati presenti a Cristo nella sua avventura terrena, a una nuova forza narrativa e rivelatrice. In fondo, nei personaggi anche minimi della Parola di Dio siamo un po' tutti simbolizzati; ed essi riescono a restare capaci di provocazione nei confronti della nostra realtà che ha bisogno di una novità e di parole inattese.
Stupore a Roma: Papa Giovanni Battista è scappato! Mentre questa notizia mette sottosopra il Vaticano e tutto il mondo, l'autore ci conduce alla scoperta della storia di questo Papa, così semplice e vicina alle nostre stesse vite. Anche il Santo Padre, d'altronde, incontra battute d'arresto e sembra poter perdere l'equilibrio... In questa favola umoristica di grande finezza, Michel Cool ci lancia un vibrante appello alla conversione, personale ed ecclesiale, e ci invita a riscoprire l'entusiasmo e la parte di noi che deve tornare a essere "come bambini".
Autrice alla prima opera, suor Raffaella Falco è una sorpresa interessantissima: questo suo libro è, infatti, una sorta di contemporaneo "castello interiore", in cui si affrontano vari temi della vita e della spiritualità, ma nella versione "condominio" e con protagonisti dei vari capitoli non le "stanze" (come fu per Teresa d'Avila), ma i temi delle riunioni condominiali e una serie di loro incarnazioni fiabesche. In questo modo, alcuni grandi argomenti che appartengono tradizionalmente alla vita spirituale (come il pericolo del male, la capacità di ricrearsi nelle difficoltà, l'accoglienza dell'altro, la cura di sé, la necessità di restare aperti alla luce) vengono declinati con un linguaggio simpatico, immediato, alla portata di tutti, ma senza perdere di profondità. Non solo: l'autrice svela anche molto di sé, del proprio cammino, del mondo della consacrazione femminile: con la riunione di condominio tra le varie "anime" che ne abitano l'interiorità, suor Raffaella interagisce con i vari personaggi, mettendone in luce le attese più profonde e svelando risposte piene di saggezza. Verso una conclusione che rivela anche il senso profondo del nostro lavoro spirituale, quello di giungere alla "pace", almeno per una sera: «In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare» (Sal 4,9).
È il 1944, anno di guerra e di Resistenza alla dittatura fascista e all'occupazione nazista. Franco Passarella, diciotto anni appena, matura la scelta coraggiosa di partire per la montagna. Vuole unirsi ai partigiani, ai "ribelli per amore-, andare a combattere per la libertà di tutti. Ma poi, misteriosamente, scompare in Val Camonica e dopo la Liberazione non farà ritorno a casa. Cosa spinge un giovane, poco più che adolescente, a rischiare la vita per i propri ideali? Cosa è realmente accaduto lassù, tra quei monti grigi, in quel tempo lontano così carico di odio e di morte? Il libro è un appassionante viaggio alla ricerca di una verità scomoda, sepolta dal silenzio che riemerge lentamente, prepotentemente, a ottant'anni di distanza.
Bruno Piazza, avvocato triestino di origine ebraica, arrivò ad Auschwitz il 3 agosto 1944, dopo essere stato detenuto nella Risiera di San Sabba. Nonostante l'età relativamente avanzata che l'avrebbe dovuto condannare all'immediata esecuzione, riuscì a sopravvivere al Lager e a vergare poi, in uno stile asciutto e perciò vividissimo, uno straordinario memoriale. Perché gli altri dimenticano è un resoconto dettagliato e senza sconti dell'esperienza del campo di sterminio, scritto da un uomo arrivato sulla soglia dalla morte, fin dentro la camera a gas, e quasi per miracolo tornato alla vita. Senza retorica, questo libro nato come eccezionale atto d'accusa, tra i primi memoriali italiani della Shoah, è oggi un documento imprescindibile, dall'assoluto valore. Presentazione di Giuseppe Altamore.
Cosa succede quando in un paese di montagna di poco più di duecento anime, abbandonato dai giovani, ammorbato dalla noia, arriva una donna con un grande telaio per tessere a mano? Lei è Filomena, sarda di origine ma cresciuta nella campagna senese da sempre. Rimasta vedova e con due figli ormai adulti, decide di lasciare la sua terra per seguire il sogno di una vita: tessere, e per farlo sceglie un luogo di montagna, silenzioso e quasi dimenticato da tutti. Il suo arrivo genera nel paese un movimento inatteso, pian piano si diffonderà una nuova energia, risvegliando gli abitanti da una morbosa sonnolenza interiore. Accadranno così avvenimenti che, grazie alla "tessitrice" faranno riemergere, negli uomini e nelle donne, virtù dimenticate e sogni mai realizzati.
Nell'estate del 1630, a Milano, il caldo e le disastrose condizioni igieniche infiammano una violenta epidemia di peste capace di uccidere più di cento persone al giorno. In quel periodo due donne riferiscono di aver notato un uomo aggirarsi sotto la pioggia e ungere le mura delle case con una strana sostanza probabilmente in grado di diffondere il morbo. Da qui parte la storia del processo agli "untori" e la furiosa ricerca di colpevoli da parte dei magistrati, spinti dalla popolazione imbestialita a scelte arbitrarie. La vicenda che Manzoni ripercorre a oltre due secoli di distanza solleva pesanti interrogativi morali sul trattamento degli accusati, sulla pena di morte e sull'interazione tra passioni collettive ed esistenze individuali.
A metà dei tormentati anni Sessanta, un avvocato romano, a causa delle drammatiche esperienze vissute in passato - tra cui il confino in un lager - cade in una profonda sfiducia nella vita. Rischia di trascinare con sé anche le speranze del figlio, universitario alla Sapienza, al quale finisce per sentirsi estraneo e incapace di offrire un vero aiuto nella costruzione della sua personalità. Si può ricominciare a vivere dopo essere stati abbandonati? Enrico e suo figlio Marco lottano per risalire la corrente e riscoprire se stessi e la bellezza della vita. Attraverso amori sognati e infine realizzati, due uomini scoprono che è possibile rinascere. "Un padre conosce mai un figlio? Un figlio conosce mai un padre? Io il mio l'ho frequentato molto poco. L'infanzia e l'adolescenza le ho passate in collegio e l'ingresso nella maturità, per la mia generazione, è stata la guerra. Per me, poi, la prigionia, prima in Germania e alla fine in Polonia. Questi i miei pensieri quasi ogni volta che salgo le scale di casa. E ogni rampa di scale coincide con la durata di un pensiero".
Bernanos accarezzò a lungo l'idea di scrivere una vita di Gesù, ma si decise a intraprendere l'opera solo nei suoi ultimi mesi di vita, quando ormai era gravemente ammalato. Del suo progetto originale abbiamo soltanto il frammento iniziale che esprime chiaramente il suo desiderio di scrivere un testo per le persone semplici e umili: «Vorrei parlare di Gesù Cristo molto semplicemente agli uomini che non lo conoscono più, vorrei parlarne dalla soglia di una chiesa o dietro un pilastro, da povero uomo come gli altri». Questo libro vuole esaudire in qualche modo il desiderio di Bernanos raccogliendo le pagine migliori della produzione narrativa, saggistica e teatrale di Bernanos che si riferiscono alla figura di Gesù o alle sue parole.
Tutto è pronto per la celebrazione di un matrimonio molto atteso: Ava Subert sposa proprio oggi il fidanzato Rocco Archibugi degli Ingegni. Gli invitati convergono verso una antica villa in mattoni rossi, su una collina toscana, dotata di una graziosa chiesetta. Non si prevede nessun intoppo, ma con un matrimonio di mezzo le cose non sono mai così semplici: Ava improvvisamente è colta da un attacco di panico e sparisce. Questa sorpresa apre una finestra temporale di un paio d'ore, dove succede di tutto e c'è modo di far emergere i dubbi, le paure, le speranze, anche inconfessate, degli invitati. Tutti scoprono di dubitare dell'amore, figuriamoci della sua possibile durata eterna. Alla fine, questo matrimonio si farà? Forse, ma solo se prima i protagonisti avranno ritrovato la via di una fiducia molto profonda, ma anche la via del "compromesso": una parola inaspettatamente romantica.
A Sciurcanosta è il momento del pettegolezzo ma anche dell'apprensione: la sindaca sta vivendo una gravidanza a rischio. E non si sa chi sia il padre. Intanto la piccola comunità si sta preparando al matrimonio del decennio fra il Broggi e la Giovanna; i carabinieri indagano sulla "maga" alla quale si sono rivolte per un consulto alcune amiche della sindaca, preoccupate per lei; e Bambina, la mamma di don Giustino, è in ansia per il gatto Teo, inappetente da almeno due settimane. Per aiutare tutti a sollevare lo sguardo e ad affrontare la sfida dell'amore, della paura e del dolore, don Giustino organizza un pellegrinaggio a piedi di dieci giorni lungo la Via Francisca del Lucomagno, che da Costanza in Germania, attraverso la Svizzera, arriva a Pavia presso la tomba di Sant'Agostino. Un pellegrinaggio che sarà anche un percorso di crescita in cui i lettori incontreranno personaggi strampalati, profondi, divertenti e ricchi di brio.
«Io non so che dire, ma a me questa donna sembra semplicemente la cosa più bella del mondo. E mi sento così fortunato di averla incontrata, di starle seduto di fronte e di potermi riempire gli occhi e il cuore di lei: in panne, stanca, dolorante e insanguinata, eppure fradicia di gloria. La gloria dell’amore. Proprio come la carrozza della metro che ci ospita: immobile e bagnata. Forse è questo il segreto nascosto in ogni vita umana, ciò che ha “costretto” Dio a scendere dal cielo per indossare fieramente i nostri panni. Siamo dannatamente belli ai suoi occhi. Non quando ce la facciamo, lì è troppo facile. Siamo belli soprattutto quando, magari senza riuscirci, proviamo a vivere la nostra umanità al meglio delle nostre forze. Infatti, mentre a noi sembra solo di sbagliare e di piangere, stiamo deragliando nel territorio della divinità tutte le volte che, coi pugni stretti e il cuore a pezzi, proviamo a chiederci quale sarà il prossimo passo per diventare ancora noi stessi».
Alla fine delle nostre sofferenze c’è una porta che ci conduce all’amore più grande.
Il parlare di anime, di spiriti, di interiorità non appartiene soltanto a chi medita o a chi vive nel silenzio di un monastero o di un convento: ciascuno di noi porta in sé il desiderio e la consapevolezza che qualcosa, in noi, va oltre la carne, il tempo, lo spazio. La narrazione è una delle forme con cui, da sempre, questa "vita interiore" si è espressa e i poeti e i narratori sono coloro che hanno la vocazione di intuirla e ripresentarla, attraverso storie che valicano i confini personali. Sette narratori di oggi, in questa raccolta, narrano parte della folla di anime che riempiono le nostre esistenze e che possono, a mano a mano, prendere la forma di un piccolo coltello, di una lapide, di una fraterna amicizia, di una rosa... persino di un cumulo di sabbia. Al lettore resta di lasciarsi portare dalle avventure interiori che, nella forma del racconto, aprono a ciascuno gli spazi del non detto, del semplicemente intuito, di speranze possibili. Con racconti di Daniele Mencarelli, Mariapia Veladiano, Alessandro Zaccuri, Melissa Magnani, Davide Brullo, Irene Salvatori ed Emanuele Fant.
Più di quarant'anni fa, il cardinal Biffì lanciava la provocatoria ipotesi che Le avventure di Pinocchio trattassero, sotto le vesti della fiaba, i problemi universali della condizione umana: l'origine dell'uomo, il suo destino, il dramma di una libertà sempre in lotta fra il desiderio di tornare fra le braccia di un padre e la tentazione di un'illusoria soddisfazione a buon mercato. Da giovane insegnante, Franco Nembrini prende sul serio questa intuizione e per quarant'anni la mette alla prova, prima a scuola e poi in mille occasioni in teatri, piazze, sale conferenze di tutta Italia e non solo. Nembrini offre ora a tutti il frutto di questa lunga amicizia col burattino e le sue avventure: una rilettura capitolo per capitolo del testo di Collodi, che accompagna a scoprire in modo semplice e diretto che le avventure di Pinocchio sono le nostre vicende e possono aiutarci a capire e affrontare un po' di più il dramma della vita. Età di lettura: da 8 anni.
Don Miguel Mañara, ricco nobile spagnolo, ha tutte le donne che vuole, ma è insoddisfatto. Nell'incontro con una giovane donna scopre che cosa il suo cuore desidera davvero, la sposa e inizia per lui una nuova vita. Ma poco dopo lei, Girolama, muore, e l'esperienza del dolore costringe Miguel ad andare fino in fondo al suo desiderio. Diventerà frate, e morirà in odore di santità. Come tutte le opere di Franco Nembrini, anche la lettura del Miguel Mañara di Milosz nasce da una lunga frequentazione, che inizia quasi quarant'anni fa, quando Franco usa questo testo per le sue lezioni di religione, e prosegue fino a oggi. Come tutte le sue letture, non è un'analisi estetica o accademica, ma un'introduzione appassionata, tesa a mostrare come le vicende di don Miguel mettano in scena il dramma umano di ciascuno.
Eva non parla. Eva fatica a respirare. Da 17 anni. Eva è aggrappata alla vita con un filo sottile e molti marchingegni. I medici che l'hanno curata fin dall'inizio avevano sentenziato che non sarebbe sopravvissuta che pochi mesi. Ha appena compiuto 17 anni e frequenta a distanza, con un percorso tutto suo, la scuola. C'è in Eva un attaccamento alla vita e una battaglia perenne e imprevedibile. Attorno a lei ruotano altri sette fratelli, oltre al padre e alla madre. Ma sono molti di più quelli che l'hanno incontrata e forse amata. In qualche modo hanno convissuto con Eva e con gli abitanti della sua cittadella: ex prostitute, rom, tossicodipendenti, ex carcerati, senzacasa, depressi. C'è chi torna spesso a trovarla, credenti e miscredenti, sacerdoti o tanti semplici amici. Eppure Eva non parla, non può muoversi dal suo lettino spaziale, è sempre sul limitare tra la vita e la morte. Una storia di accoglienza e rispetto per la vita con protagonista una famiglia pronta ad aprire la porta senza preavviso a chi bussa disperato o semplicemente affamato. Prefazione di Matteo Maria Zuppi.
Una storia vera emersa da un voluminoso carteggio ritrovato dalla famiglia dopo la morte del Capitano Tosti nel 1976: uomini in divisa che nonostante le leggi razziali e i diktat nazisti difesero gli ebrei nel Sud della Francia occupata dalle nostre truppe. Negli 11 mesi in cui la IV Armata italiana rimase sulla Costa Azzurra e a ridosso della Alpi, fino alla linea del fiume Rodano, si creò una zona in cui gli ebrei trovarono un rifugio sicuro grazie a una rete di salvataggio guidata dal banchiere italo-francese Angelo Donati, dal cappuccino padre Pierre-Marie Benoît e dai nostri Carabinieri reali. Tra questi primeggiò il Capitano Massimo Tosti, che si adoperò, spesso rischiando la vita, nel facilitare il passaggio dei rifugiati che, da tutta la Francia, accorrevano nella zona controllata dal nostro esercito che venne per questo chiamata la "piccola Palestina". L'azione del Capitano Tosti proseguì anche dopo il tragico 8 settembre 1943 nella provincia di Imperia, dove continuò la sua opera di salvataggio degli ebrei che questa volta fuggivano dal Sud della Francia invasa dai tedeschi. Nonostante il suo impegno antifascista, a guerra finita il Capitano Tosti rischiò di essere espulso dall'Arma con l'accusa di collaborazionismo. Ma la verità si impose e quest'uomo retto conobbe riconoscimenti e una giusta carriera.
Infiltrarsi nella setta segreta del Presidente dell'Europa e provocare la sua conversione per evitare che diventi l'Anticristo. È questo l'obiettivo impossibile di padre Elia, un frate carmelitano in missione segreta per il Vaticano, ebreo convertito, sopravvissuto ai campi di concentramento nazista, già potente uomo politico del governo israeliano e da vent'anni nascosto in una clausura volontaria nel monastero del Monte di Elia. Il Papa in persona e il Cardinale segretario di Stato lo richiamano fuori dall'oscurità per affidargli un compito urgente e cruciale per la salvezza della cristianità intera, afflitta dalla paura e dallo smarrimento dei suoi uomini migliori.
Don Gilberto Pozzi, con l'aiuto del maresciallo della Guardia di Finanza Luigi Cortile e di Nella Molinari, diede vita a Clivio (VA) a una cellula partigiana che combatté una guerra senza armi, procurando false identità a ebrei, profughi e persone invise ai nazifascisti, permettendogli così di scampare alla deportazione. Fu tra i fondatori della cellula O.S.C.A.R. (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati), che favorì l'espatrio clandestino in Svizzera di ex prigionieri e dissidenti, e collaborò con le "Aquile Randagie", un movimento scout clandestino nato durante il Ventennio fascista. Definito lo "Schindler di Clivio", Pozzi venne imprigionato nel carcere di San Vittore a Milano e liberato grazie all'intervento del cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster; mentre il maresciallo Cortile morì nel campo di Mauthausen-Melk. Don Gilberto proseguì il suo ministero sacerdotale anche dopo la guerra e per la sua attività umanitaria ricevette l'encomio del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano.
Tutti nessuno escluso è un romanzo-verità dei nostri giorni. Il protagonista è Alessandro Gatti, un assistente sociale, con al suo fianco Caterina, la sua tirocinante. Gatti è un professionista che si interroga sul futuro nebuloso che ci attende, con il desiderio di costruire un ponte tra persone, comunità e organizzazioni in grado di fronteggiare le numerose contraddizioni delle scelte di politica sociale del nostro Paese. Nel confronto serrato e appassionato tra professionista e tirocinante si srotolano, commoventi e reali, storie di migrazioni, di persecuzioni religiose, di padri che abbandonano i propri figli, di senza fissa dimora, di preti in crisi, di uomini che si sentono costretti in corpi di donna, di uomini e donne che s'interrogano sul senso della vita quando un proprio caro vive la disabilità, la perdita della memoria, il male di vivere di chi combatte una dipendenza, la depressione, la solitudine Come Alessandro Gatti, ogni assistente sociale incontra tanti Alessio e Maurizio, Akanke, Teresa, Lory, Elena, don Ruggero, Riccardo, Anna, Miriam, Manuelito, Dario, Zlatan. Dalle loro storie emerge il grande rispetto per le vite degli altri, per la dignità di essere umani riconosciuta dentro e oltre le fragilità e le contraddizioni, ma anche l'affresco corale di un'umanità emarginata cui accostarsi con un sentimento di comprensione e benevolenza, poiché la bellezza si cela ovunque, e sta a noi riconoscerla e valorizzarla.
«Questo è il racconto di come si svolse questo capitolo della storia dell'ebraismo italiano che io ho vissuto giorno per giorno...» Alfredo Sarano Custodito per oltre settant'anni in un cassetto dalle figlie Matilde, Vittoria e Miriam, il diario di Alfredo Sarano riemerge oggi dal passato aggiungendo nuove, preziose pagine di storia al libro del genocidio del popolo ebraico. Fogli ormai ingialliti dal tempo si affiancano così alle opere di Anna Frank ed Etty Hillesum, scritte proprio per vincere il silenzio e testimoniare l'orrore delle persecuzioni. Questo volume è frutto delle ricerche di Roberto Mazzoli, che ha riportato alla luce il diario di Alfredo Sarano inquadrandolo nel contesto storico dell'epoca e riportando le testimonianze dei sopravvissuti. Un libro che riporta alla luce l'eroismo di Alfredo Sarano, l'uomo che mise in salvo migliaia di vite nascondendo gli elenchi della comunità ebraica milanese.
Un uomo alla fine dei suoi giorni, chiuso nel suo corpo, chiede di essere portato a trascorrere il tempo che gli resta davanti alla montagna a cui è legato. Cosa cerca l'uomo? E cosa rappresenta la montagna? Una storia che si dipana in dodici giorni (più uno), un viaggio interiore alla ricerca di se stessi. Non una fuga dalla realtà, ma un ritorno a casa. Restare, non scappare. E la montagna è un'occasione per parlare della madre, del padre, di Dio, della fede, dell'amore, della formazione dei figli, del desiderio, del rapporto con la natura, del cammino nella vita... Un romanzo costruito attorno agli elementi - acqua, aria, fuoco, pietra, legno, erba - che caratterizzano la montagna e diventano, di volta in volta, strumento per costruire un'appartenenza o momento di preghiera, si fanno memoria o carne.
È la narrazione di un dolore che provoca, che non lascia in pace, che mette in discussione certezze e convinzioni, che chiede di abbandonare ogni comoda neutralità; è il dolore degli innocenti, ma anche di chi si è reso responsabile di morti e violenza e vive tormentato da sensi di colpa. Marcello Cozzi racconta anni di percorsi, incontri e colloqui con chi si porta sulla pelle le cicatrici e le ferite ancora aperte della violenza subita ma anche di quella di cui si è stati artefici: dal caso Elisa Claps, la ragazza sedicenne ritrovata cadavere nel sottotetto di una chiesa a Potenza, alle confidenze di Giovanni Brusca, l'autore della strage di Capaci; da Andrea, Sara e Angelina, vittime della criminalità mafiosa, a Rahama, Becky e tanti e tante che come loro sono vittime della tratta degli esseri umani. Un racconto fatto "con il vangelo in mano" che permette di comprendere meglio che il Dio dell'umanità sofferente è fragile e inerme, ma che non teme di lasciare la sacralità dei propri spazi pur di sporcarsi le mani con il dolore e la fatica degli uomini.
Undici donne che non ci sono più. Undici voci di donne ricostruite con gli atti processuali e con testimonianze dirette. Undici donne che si tolgono il velo della violenza subita e ci raccontano la loro versione della storia. Le voci di queste undici vite spezzate ci aprono gli occhi e rispondono a domande che non possiamo evitare: Cosa pensavano queste donne della loro vita, dei loro uomini, del loro essere mogli e madri? Come hanno lottato per riacquistare una vita libera dalla violenza maschile? Chi poteva e doveva aiutarle? Cosa ha fatto per loro lo Stato di cui erano cittadine? Cosa deve cambiare nella nostra cultura e nel rapporto tra uomini e donne? E cosa può fare ciascuno e ciascuna di noi per cambiarlo? "Offesa credo sia il termine che meglio descrive la mia prima reazione emotiva alla lettura, o meglio all'ascolto, di queste voci di donne private della vita, e prima ancora, da vive, del diritto di parola. D'altronde io sono donna, con l'aggravante di essere madre di una di queste vittime di femminicidio: parte offesa a pieno titolo... (dalla postfazione di Giovanna Ferrari). "Dare voce alle donne è una parte fondamentale di questo cambiamento, a quelle accolte nei centri antiviolenza, ma anche a tutte quelle che sono state uccise da uomini che con lucida determinazione hanno voluto ridurle al silenzio" (dalla prefazione di Nadia Somma).
Don Luigi Orione, canonizzato nel 2004 da papa Giovanni Paolo II, ha fondato la Piccola opera della Divina Provvidenza, che ancora oggi continua il suo servizio di carità e umanità. Nel 2022 si celebrano i 150 anni dalla nascita e la famiglia da lui creata intende dare all'evento il giusto risalto. Per presentare in modo originale al pubblico la figura di questo santo della carità, l'autrice racconta qui la collaborazione tra don Orione e un medico, laico e sposato, che seppe comprendere l'alto valore dell'azione del sacerdote e gli fu esperto aiuto nelle sue più importanti realizzazioni. Si tratta del dottor Domenico Isola, splendida figura di uomo di fede, oltre che di dottore e scienziato.
Questo libro è stato scritto da due genitori che, rifiutando l'aborto, si sono lasciati sorprendere dal dono della Vita, anche se imperfetta o con la data di scadenza. È la storia del loro figlio Michele, al quale, nel grembo, sono state diagnosticate patologie molto probabilmente incompatibili con la sopravvivenza. Insieme alla loro famiglia, hanno deciso di accompagnarlo con gioia per tutto il tempo loro donato, fino a riconsegnarlo nelle braccia del Padre, 5 ore e 13 minuti dopo la sua nascita. Michele ha potuto essere parte viva della sua famiglia e il vero dono si è rivelato essere la sua presenza, che ha diffuso intorno a sé una grande luce. In principio si trattava di un diario, tenuto dalla mamma per il piccolo appena formato nella pancia. Alcune pagine sono state, quindi, testimoni fedeli dell'evoluzione della gravidanza e delle settimane successive al parto. In un secondo momento, è stata aggiunta dal papà una parte più narrativa e introspettiva, nata dal bisogno di raccontare e di testimoniare quanto il loro sì alla vita si sia rivelato l'inizio di un'esperienza d'incontro profondo con la Grazia di Dio. Infine sono state intrecciate insieme le parti, per creare una storia che è un frammento di vita, ma che, da quei nove mesi, porta in sé molto di più.
Caterina è una giovane donna di poco più di trent'anni, con una vita ricca e piena. È laureata in medicina e innamorata del suo Jonata, con la quale ha una figlia. Pochi giorni dopo il matrimonio scopre di essere nuovamente incinta, ma giunge anche come un macigno il risultato delle analisi sul nodulo al seno: una forma tumorale estesa e molto aggressiva. Le viene proposto di interrompere la gravidanza per sottoporsi a cicli di chemio e radio terapia, ma Cate rifiuta, non vuole perdere il suo bambino e si affida alle cure e ad una prima operazione dello IEO (Istituto Europeo Oncologico) di Milano. Il 12 Febbraio 2013 nasce Giacomo e poco dopo Cate viene dichiarata guarita. Dopo qualche anno il tumore si ripresenta in forma più aggressiva. Jonata e Cate organizzano molti pellegrinaggi a Lourdes e a Medjugorje coinvolgendo altri ammalati e le loro famiglie. La sua forza diviene per tutti un esempio su come affrontare la malattia, con letizia e certezza di un bene grande: l'Amore di Dio. L'8 febbraio 2019 Caterina abbandona questa terra. Il giorno del suo funerale, la Basilica della Santissima Annunziata di Firenze è gremita di familiari, amici, conoscenti. La sua figura, continua a vivere nell'associazione nata suo nome ed è un punto di riferimento per migliaia di persone in tutta Italia e non solo.
Chi dice la gente che io sia? racconta la storia del Messia attraverso gli occhi e le emozioni di quanti vissero la straordinaria esperienza dell'incontro con Gesù di Nazaret. Pur rimanendo fedele al testo sacro, l'autore dà un volto e una storia ai personaggi emblematici della narrazione evangelica che, tra dubbi e certezze, riconobbero nel Maestro di Galilea il volto di quel Dio che il Cristo, uomo tra gli uomini, chiamava Abbà, Papà. Il vecchio sacerdote Zaccaria, Giovanni il Battista, Natanaele, Giacomino il servo, Nicodemo, Giuditta la samaritana, Tullio il funzionario del re, Tobia il paralitico, Levi e Zaccheo, Lea l'adultera, Beniamino il cieco nato, Lazzaro, Maria di Betania, Giuda l'Iscariota, Simone il Cireneo, Giovanni l'evangelista, Lucio il centurione, Caifa, Giuseppe di Arimatea, Maria di Màgdala, i discepoli di Emmaus, Tommaso, Pietro: sono i capitoli di un racconto personale e corale insieme.
Adele ha sedici anni e un bel caratterino: ribelle e irrequieta, odia lo studio e le regole e passa il tempo in giro con gli amici, o con uno dei suoi tre o quattro fidanzati. L'esatto opposto della sua gemella Arianna, studentessa modello e amante della tranquillità, scontrosa e totalmente asociale. Le due ragazze vivono per lo più ignorandosi, quando non litigano fino a picchiarsi. Eppure - pensa un giorno la madre Chiara - da bambine erano sempre pronte a fare scherzi a tutti giocando con la loro somiglianza... E così, con un diabolico ricatto a base di cellulari sequestrati ed altre micidiali privazioni, Chiara propone alle figlie un vero e proprio scambio di identità, per una settimana. Solo trovandosi nei panni l'una dell'altra, le due sorelle potranno capirsi davvero. E sanno bene che, quando la mamma si mette in testa una cosa, non c'è modo di farle cambiare idea. Le due ragazze accettano: dopotutto, è solo per sette giorni. E chissà che la mamma, finita questa settimana, non inizi a pensare ai problemi veri. Perché in casa un problema c'è...
La lotta dello Stato contro la 'ndrangheta non si interrompe mai. Si è da poco aperto il secondo grande maxiprocesso della storia d'Italia: a Lamezia Terme si giudicano 300 imputati accusati a diverso titolo di appartenere a questa organizzazione. Ma c'è un lato umano di questa tragedia che non deve essere ignorato. Cosa "promette la più potente associazione criminale del mondo a chi entra a farvi parte e a chi collabora con i suoi traffici? Com'è la vita di una persona che si lega a questa realtà? E soprattutto: è possibile interrompere la schiavitù e uscire da questo "inferno dorato? Un testimone d'eccezione racconta il suo percorso dentro la 'ndrangheta attiva a Milano, la "capitale morale del Paese. Dove ci sono i soldi, dove c'è la finanza, dove si continuano a fare guadagni con la droga e il controllo di molteplici attività economiche legali. Il protagonista percorre la sua "carriera, poi viene arrestato nell'ambito della più importante operazione contro la 'ndrangheta al Nord, processato e condannato a sedici anni di prigione per gravissimi reati (che ha scontato interamente). Oggi racconta il prezzo da pagare per essere un criminale; l'atroce pena rappresentata dal carcere e cosa significa cambiare vita.
Un papà con gli alamari non è una biografia ma un toccante viaggio fra i sentimenti, le emozioni, i luoghi, i valori del Generale e Prefetto Italiano Carlo Alberto dalla Chiesa. Un viaggio di famiglia, guidato dai suoi figli Rita, Nando e Simona, i quali, aprendo le stanze dei ricordi, ci regalano il ritratto privato di un papà e, insieme, di un eroe. «Vi voglio bene, tanto, e in questo momento vi chiedo di essermi vicini; così come nei mesi e negli anni che verranno. Vogliatevi soprattutto e sempre il bene di ora! Quanto vi ho scritto, l'ho fatto a 7-8000 metri di altezza, in cielo, mentre l'aereo mi portava veloce verso Palermo. Vi abbraccio forte forte, il vostro papà» (Carlo Alberto dalla Chiesa, Aprile 1982).
Quando Samuel Favre, giornalista ateo e in cerca di scandali da portare direttamente sul giornale locale, decide di indagare sulla parrocchia di Sant'Ugo, non immagina certo di incappare in un microcosmo così variegato... e così diviso, fragile, ferito. Don Luc Le Goff, il giovane parroco, vorrebbe lavorare a un grande piano di riforma missionaria, sull'onda delle indicazioni di papa Francesco, ma nulla va come previsto: il tran tran quotidiano rischia di avere la meglio su ogni velleità di evangelizzazione. Ma proprio mentre tutto sembra dar ragione alle mediocrità intravista da Sam Favre, ecco che avviene qualcosa di inatteso. Anne Kurian, giovane narratrice francese e voce freschissima nella ricca letteratura cristiana contemporanea, ci offre un romanzo intelligente, divertente e mai cattivo, fine e profondamente spirituale. Chiunque non si riconoscerà nei parrocchiani di Sant'Ugo getti loro la prima pietra!
E se un medico diagnosticasse a vostro figlio la Sindrome di Down? Se le sue parole stravolgessero la vostra esistenza, i vostri desideri, le vostre aspettative, i vostri sogni? Se da quella scoperta dolorosa i dubbi e le incertezze prendessero il sopravvento? Se ogni decisione nella coppia lasciasse spazio a una discussione, a un contrasto, a un disaccordo? Se l'amore s'incrinasse? Se nulla fosse più come prima, prima di un figlio... La prima volta che ho visto le stelle è un palpitante racconto a più voci sull'urgenza di una madre e di un padre di provare a stare in equilibrio dopo la perturbazione di una nascita. È una storia potente e toccante sulla disabilità, sull'accettazione di una verità immutabile e tormentosa. È un viaggio affascinante e imprevedibile nel mondo dei bambini. È una piccola grande storia che mostra e testimonia il cammino che gli adulti possono compiere per imparare a guardare il mondo attraverso gli occhi dei bambini, alla loro altezza, con la stessa stupefacente meraviglia. Gianfranco Mattera ci apre alla conoscenza di una paternità e maternità vere, andando oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.
Firenze 1957. Hans-Joachim Staude è un pittore che da molti anni vive con la famiglia in una bella villa ai margini della città. Un giorno riceve una visita inaspettata: si tratta di Vero Besso, l'erede degli Einstein che, dopo la morte di Albert, sta inventariando le proprietà del fisico e di sua sorella Maja. Staude ha ricevuto in custodia, alla partenza di Maja per sfuggire alle persecuzioni razziali, poco prima dello scoppio della guerra, l'amato pianoforte Blüthner, dono del fratello per il suo cinquantesimo compleanno, e Besso è giunto a chiederne conto. Nell'accogliere l'ospite, Staude gli narra sin dal principio la storia di quell'incredibile strumento, che è al contempo la storia di un'epoca, della famiglia Einstein e anche la sua, di un giovane artista inquieto e insoddisfatto alla ricerca della propria identità. Ispirato a vicende vere, con personaggi reali, il romanzo si ammanta di fantasia trascinando il lettore nelle meraviglie di una Firenze che resiste all'orrore grazie alle note indimenticabili di immortali melodie.
Unico parlamentare della Repubblica ucciso dalla mafia mentre era ancora in carica, Pio La Torre è ancora oggi ricordato come un esempio da seguire. In queste pagine i suoi due figli, Franco e Filippo, raccontano l'eccezionale normalità di un eroe che non ha mai voluto diventare un eroe, l'umanità di un uomo e di un padre ancora scomodo, che interroga ciascuno di noi, chiedendoci fino a dove siamo disposti a metterci in gioco per vivere davvero le nostre battaglie. «Il motivo per cui nostro padre poté fare quello che fece sta proprio in questa identificazione totale e piena con le sue battaglie. Oggi come allora queste parole possono sembrare retoriche eppure non lo sono. Pochi hanno avuto e hanno la credibilità per pronunciarle, pochi possono davvero dire "Io sono la mia battaglia". Con la Prefazione di Giuseppe Tornatore.
"Ho sempre accettato, più che il rischio, quali sono le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto, ad un certo punto della mia vita, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall'inizio che dovevo correre questi pericoli. La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi, come viene ritenuto, in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla sensazione o financo, vorrei dire, dalla certezza che tutto questo può costarci caro-. Paolo Borsellino, luglio 1992 La vita di Paolo Borsellino raccontata attraverso le parole di chi lo ha conosciuto.
In un tempo da poco post pandemico, don Giustino (il Gigi Riva dei preti) riceve una chiamata di soccorso da un vecchio amico parroco e "prete del Festival-: è malato e non potrà svolgere il suo incarico di padre spirituale alla kermesse sanremese che quest'anno riapre i battenti al pubblico. Don Giustino, animato dalla sua solita passione per l'uomo in difficoltà (oltre che da quella per Dio), non può dire di no e si mette in moto per raggiungere l'amico e il Festival nazional popolare per eccellenza. Accompagnato da un gesuita che ha vissuto per anni nel lontano Oriente, il prete di Sciurcanosta sta per fare il suo ingresso in un mondo di lustrini e paillettes, di invidie a stento celate, ma anche di intensi affetti e di ricchissima umanità, che riserverà al lettore non poche sorprese... canore e non solo. E nella sua parrocchia? Finalmente, lontano il parroco, laici di destra e di sinistra saranno obbligati a lavorare insieme per far sì che non si perda una tradizione faticosamente conquistata. Un romanzo leggero (ma non troppo), che farà molto ridere e un poco anche commuovere (il che non guasta).
Giovanni Falcone non era un eroe, ma un uomo vero, retto, sorridente, coraggioso e prudente. Spesso sfiancato dalla responsabilità e dall'incomprensione, disposto però a offrire sempre tutto di sé, per un ideale. A venticinque anni dalla strage di Capaci, la sorella Maria con Monica Mondo rilegge l'album dei ricordi: l'infanzia con i fratelli, la famiglia e gli insegnamenti, la Palermo in cui sono cresciuti, gli incontri e le amicizie, le gioie e i dolori. Il ricordo non appartiene solo al passato, è lo strumento per capire il presente, per trasformare il timore in ricerca di giustizia, per non ridurre un uomo al ruolo di sola icona, piuttosto per ribadirne legami, affetti, ideali e passioni. Il corpo fa l'uomo mortale, le idee lo consegnano alla storia. Gli ideali di Giovanni Falcone restano, bandiera delle quotidiane lotte per lo stato di diritto.
Oscuro stregone o geniale scienziato, artista illuminato da Dio o eretico miscredente? Tra la Firenze di Savonarola e Machiavelli e la Roma dei rivali Michelangelo e Raffaello, nella vita di Leonardo da Vinci si ritrovano tutta la magnificenza e le contraddizioni del Rinascimento: un'età dell'oro per le arti, con l'umanesimo e la scoperta dell'America, ma anche un'epoca di fanatismo religioso e caccia alle streghe, con l'Inquisizione e i roghi di libri. Nel 1901 Merekovskij non pubblicò solo un romanzo storico, ma anche la più penetrante delle biografie di Leonardo: un uomo semplice e tormentato che viveva il mondo come un'eterna scoperta, curioso come un bambino; capace di studiare per settimane il volo di una mosca "con la stessa matita e lo stesso amore con cui poco prima aveva disegnato il divino sorriso della Vergine". Un precursore che diede tutto se stesso nel tentativo di donare le ali all'umanità, ma che era destinato a rimanere incompreso fra i suoi contemporanei, come un "uomo che si sveglia nel buio, troppo presto, mentre tutti gli altri dormono ancora".
Merezkovskij Dmitrij S. (San Pietroburgo, 1865 - Parigi, 1941) Scrittore, poeta e critico, è annoverato tra i padri del simbolismo russo. Spirito libero poco incline ai compromessi, combatté sia l'autocrazia zarista sia la rivoluzione bolscevica, e nel 1917 fu costretto a emigrare a Parigi. Dopo aver ricoperto per oltre cinquant'anni un ruolo predominante nella cultura russa ed europea, dalla fine degli anni Trenta è stato progressivamente dimenticato, per essere riscoperto solo negli ultimi decenni. Nel 2013 Castelvecchi ha pubblicato il suo romanzo La morte degli dèi, sull'Imperatore Giuliano l'Apostata.
Spinto dal soffio dello Spirito, Salvatore Zuppardo si immerge senza esitazioni nelle meraviglie di Dio. Intuisce la ricchezza della vita come totale felicità. Giovane poeta, trascorre il suo tempo sperimentando una Resurrezione presente, interiore, eterna. Secondo lui, ogni uomo, in ogni condizione, conserva, nel suo lieve camminare e strada facendo, la luce di questa sacralità.
Il 30 novembre 1998, all’età di 24 anni, Salvatore è andato all’abbraccio con Dio. A 18 anni, dopo aver conosciuto la Comunità delle Beatitudini, è nato in lui il desiderio di viaggiare in Francia alla volta di Lisieux. In seguito a questa esperienza si è innamorato di Santa Teresa di Gesù Bambino e ha poi approfondito la conoscenza di San Luigi Maria Grignion de Montfort. L’incontro con frère Efraïm, fondatore della Comunità delle Beatitudini, lo ha spinto a entrare nella Casa comunitaria di Pettineo (Messina) e in seguito a dare inizio, con alcuni altri amici, a una Comunità delle Beatitudini nella sua città natale.
In un periodo in cui l'efficacia delle organizzazioni caritative è stata messa in dubbio in seguito a gravi scandali, GIVE ci accompagna in un viaggio epico, volto a riscoprire la bellezza e la forza trasformatrice della carità autentica. Magnus MacFarlane-Barrow, fondatore dell'organizzazione umanitaria Mary's Meals e autore di La straordinaria storia di Mary's Meals, citato nell'elenco dei libri più venduti del Sunday Times, esplora, attraverso i numerosi, incredibili gesti caritativi a cui ha assistito nel mondo, il significato della carità e il suo potere di trasformare e arricchire la nostra vita. La carità, se vissuta in pienezza, ci aiuta a conoscerci più a fondo. Scopriremo strada facendo che non sono solo i poveri ad averne bisogno, ma anche noi. In noi, infatti, potremo scoprire «zone di carestia» (bisogni di amore non soddisfatti) o «zone d'ombra» in cui non ci siamo mai avventurati. Il modo in cui pratichiamo la carità può essere la chiave per aprire stanze chiuse da tempo, dove sono conservati i nostri tesori più grandi, perle come la gioia, la pace interiore e un più profondo scopo della vita, che risplendono nell'oscurità
Il giorno del suo ventiquattresimo compleanno, Federica viene colpita da una meningite fulminante e rimane in coma farmacologico per due mesi. Quando si risveglia, scopre di aver subito l'amputazione di entrambe le gambe a partire dal ginocchio. Questa sconvolgente esperienza la coglie nel mezzo dei suoi studi di medicina e dei suoi progetti giovanili. E allora Federica riprende in mano la sua vita da capo: si laurea, si specializza in oncologia, coltiva relazioni di amicizia e d'affetto e si assume le grandi responsabilità professionali. Oggi esercita sia come medico "occidentale" sia come medico agopuntore. In questo libro racconta la sua vita straordinaria, non solo di atleta tenace e capace di raggiungere obiettivi ambiziosi a livello internazionale, ma anche di donna a tutto campo: nel lavoro, nei sentimenti, nel desiderio di maternità. «È come un romanzo, nel quale capita di seguire la protagonista attraverso le avventure narrate e prendere le sue parti, sperare che i capitoli più tormentati finiscano presto e altri se ne aprano, in cui lei andrà alla riscossa e verrà a capo dei problemi, e delle sue disavventure. Federica narra qui una vicenda che a tutti gli effetti somiglia a un duello. Ho fatto il tifo, pagina su pagina, esultando per i risultati ottenuti, per i combattimenti vinti e per tutte le mattine in cui ha aperto gli occhi e ha potuto dire alla malattia: Hai portato via una parte di me, solo perché sei una ladra, ma come assassina ti ho sconfitto». Dalla Prefazione di Adriano Panatta.
Anno 724: Liutprando, re dei longobardi, decide di dare gloria al proprio regno promettendo ai suoi sudditi cristiani che farà trasportare il corpo di sant'Agostino da Cagliari a Pavia (dove oggi si trova, nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro). In Sardegna, infatti, la venerabile reliquia è esposta agli attacchi dei pirati saraceni provenienti dall'Africa. Inoltre, il santo non deve cadere nelle mani dei nemici bizantini, rivali dei longobardi in Italia. Accanto a veri personaggi storici (Liutprando e il duca di Cividale Pemmone), nel romanzo agiscono gli uomini di fiducia del re, incaricati della traslazione: tre soldati longobardi provenienti dal Friuli (Herfemar, Droctulf, Alakis) e un monaco benedettino dell'abbazia di Bobbio (Anastasio). Insieme i quattro affrontano un viaggio avventuroso - attraverso monasteri, città abbandonate, taverne, tempeste di mare - e ricco di personaggi (briganti, ufficiali bizantini, marinai, pellegrini, mercanti): uomini e donne che affrontano con forza il loro destino.
Il diario di un padre, ma anche un insieme di istantanee che raccontano il prima, il durante e il dopo di un viaggio di ritorno alle origini della sua figlia maggiore, diciassettenne in cerca di risposte sulla propria storia. Un'avventura di famiglia alla volta di San Pietroburgo, con momenti ora lievi ed esilaranti ora duri e commoventi, che diventa un viaggio nell'anima di portata universale. Una testimonianza preziosa, fatta di immagini ed emozioni, tenuti insieme dalla voce dell'autore, un padre che vuole esserci ma sa fare spazio al cammino dei suoi figli. «Questa è la storia audace e tenera di un uomo che si mette totalmente in gioco, insieme alla sua compagna, per restituire una briciola di passato alla sua figliola, la sua "ragazza dell'Est". Un uomo che cuce insieme a filo doppio i quattro componenti del suo nucleo famigliare, che cuce col fil di ferro della tenacia e dell'amore ostinato. Un padre capace di proteggere, di farsi carico, che guarda avanti ma che non ha paura di tornare indietro. Leggete, leggete. Su queste pagine si viaggia fuori e si viaggia dentro». (Dalla prefazione di Antonio Ferrara)
Pubblicato a puntate nel 1887 e in volume nel 1888, "Il cappello del prete" è stato il romanzo più famoso di Emilio De Marchi, subito tradotto anche all'estero. Ambientato a Napoli, narra le vicende del nobile squattrinato Carlo Coriolano, barone di Santafusca che, ridotto alla rovina dai debiti di gioco e da una vita oziosa e dissipata, uccide il ricco prete usuraio don Cirillo per impossessarsi dei suoi soldi. Ma al suo "delitto perfetto" manca un dettaglio chiave: l'occultamento del cappello del prete. Diventato un indizio pericoloso, il tricorno tormenterà il barone come una sorta di allucinazione ricorrente, fino ad arrivare, dopo una serie di peripezie, davanti al banco del tribunale per inchiodarlo alla sua colpa. Romanzo originale, definibile un "giallo psicologico", "Il cappello del prete" resta ancora oggi un esempio di letteratura d'intrattenimento di alto livello, in cui De Marchi riprende la lezione della grande narrativa europea - da Dostoevskij a Poe, da Manzoni al verismo - alternando con maestria il tono leggero del bozzetto ottocentesco con il registro cupo del romanzo gotico.
Il signor Clergerie, «nato per una carriera e non per una vita», ha lasciato temporaneamente Parigi per trascorrere l'estate nella regione dell'Artois, da dove intende tessere la sua tela e guadagnare un seggio all'Accademia. Lo accompagna l'anziana madre, che sembra aver perso la ragione e si muove per la grande casa e i suoi giardini, mentre la figlia, Chantal, semplice, pura e allegra, ha raggiunto ormai l'età per scegliere cosa fare della sua vita. O almeno, sostiene il padre, così dovrebbe. Ma la ragazza, pur radiosa, è un'anima ben più complessa di quanto appaia; Georges Bernanos è un maestro nel delineare con profondità e potenza come in Chantal si mescolino e combattano con furore gioia e sofferenza, in un'anima inquieta aperta alle esperienze spirituali più profonde e inesplicabili.
Ecco i racconti di vita di presbiteri animati da spirito di servizio e di donazione al prossimo che suscitano una grande ammirazione. Essi hanno dimostrato di essere "pastori con l'odore delle pecore", vivendo il loro servizio in mezzo al popolo di Dio loro affidato. (Dalla prefazione del card. Angelo De Donatis) Il sacerdote, scriveva don Primo Mazzolari, «è il viator non soltanto per l'inquietudine dell'eterno, che possiede in comune con ogni uomo, ma per vocazione e offerta. Si deve tutto a tutti, e lui non si può mai abbandonare interamente a nessuna creatura. È un pane di comunione che tutti possono mangiare, ma di cui nessuno ha l'esclusiva». Sono parole che ho trovato incarnate nei 206 preti diocesani morti in Italia, dal 1° marzo al 30 novembre 2020, di cui questo libro racconta il vissuto umano e pastorale. (Dalla presentazione del card. Gualtiero Bassetti) 206 volte "Don Matteo"... I sacerdoti italiani nella pandemia, nei mille luoghi della vita reale.
Il cadavere dello storico francese Paul Déméter è stato rinvenuto sull'Isola di Patmos, non lontano dalla grotta che la tradizione indica come quella in cui l'evangelista Giovanni ebbe le visioni da cui trasse il libro dell'Apocalisse, il più inquietante e misterioso scritto del Nuovo Testamento. Il commissario della polizia parigina Di Pasquale riceve l'incarico di guidare le indagini riguardanti l'omicidio del suo conterraneo. La sua ricerca dell' assassino lo condurrà su strade inattese e sconvolgenti, in cui si intrecciano i grandi temi della violenza dell'uomo contro l'uomo e dell'eterna e inesauribile ricerca di Dio.
15 dicembre 1824, nei pressi di Graz, Stiria. Un amore folle e impossibile si accende tra il conte Janos e Denise, figlia dell'anziano marchese di Saint-Fleury, sfuggito agli orrori della Rivoluzione Francese, volterriano acceso, stanco della Chiesa, chiuso alla Grazia e ripiegato su un passato perduto per sempre. Denise si è votata a Dio per la salvezza del padre. Janos, venuto a conoscenza di quella ''decisione folle'', tenta dapprima di far recedere la fanciulla dai suoi propositi; poi, di fronte alla fermezza di lei, decide di assecondarla e di andarsene per sempre. Ed è proprio allora che la vicenda assume i toni più tragici e sfolgoranti. Romanzo d'esordio di Italo Alighiero Chiusano, La prova dei sentimenti è stato definito ''il vero capolavoro assoluto dello scrittore biellese...Una storia davvero inaudita e di sorprendente perfezione formale'' (Guido Sommavilla).
Uomovivo è uno dei più complessi e affascinanti romanzi della letteratura inglese. Scritto da Gilbert Keith Chesterton nel 1912, narra la storia del fantastico Innocent Smith, il debordante e incredibile protagonista che in un caldo pomeriggio estivo irrompe nel giardino di casa Beacon, sospinto da un vento turbinoso. Annunciato da un panama bianco e da un ombrello verde sospinti con le foglie nel giardino della pensione della taciturna signora Duke, Innocent plana col suo vestito verde da vacanziere al cospetto di tre giovani uomini, il dr. Warner, l'irlandese Michael Moon e Artur Inglewood, impegnati in una discussione su un bizzarro e delirante telegramma. L'omone esordisce e persevera in comportamenti inconsueti, irrazionali e incomprensibili, che lo trasformano agli occhi dei villeggianti in un pericoloso individuo. Subirà quindi un bizzarro "processo casalingo-, dove le orribili accuse che gli verranno pregiudizialmente mosse, sono quelle di tentato omicidio, omicidio, furto con scasso e bigamia. Nelle vesti di mite imputato, Innocent si lascia docilmente processare. Alla fine, l'avvocato difensore smonterà tutte le accuse, svelando ai presenti il senso stesso del nome del suo straordinario cliente: Uomovivo.
Caterina Bellandi, ovvero zia Caterina, è la famosa tassista di Firenze conosciuta in Italia e nel mondo per la sua opera di assistenza ai bambini malati di tumore che lei accompagna con allegria e leggerezza nel proprio taxi colorato e pieno di peluche all'ospedale Meyer di Firenze. Salita sul magico taxi, l'autrice ha avuto modo di vedere zia Caterina all'opera in mezzo ai bambini, che lei chiama Supereroi, seguiti, coccolati e anche disegnati sulla carrozzeria. Zia Caterina racconta la sua storia partendo dall'inizio della sua avventura, quando Stefano, il suo grande amore scomparso troppo presto, le lasciò in eredità il proprio strumento di lavoro: il Taxi Milano25. Tra gli episodi salienti l'incontro con Padre Bernardo di San Miniato al Monte di Firenze, il Clown dottore Patch Adams che l'ha voluta con sé in Russia e il viaggio da poco concluso in Thailandia, dove ha conosciuto la vita e i problemi della realtà infantile del mondo asiatico. Con la Prefazione di Simone Cristicchi.
Joy aveva 23 anni quando a Benin City, dove era nata e viveva con tante speranze, è stata convinta da un’amica di fiducia a partire per l’Italia con la promessa di un lavoro con il quale avrebbe potuto mandare denaro alla sua famiglia in gravi difficoltà e proseguire gli studi.
Poche ore di viaggio per rendersi conto che era stata ingannata ed era precipitata in un girone infernale: la drammatica attraversata del deserto, i campi di detenzione libici, lager di violenze crudeli e di orrori indescrivibili, il barcone alla deriva nel Mediterraneo.
Salvata miracolosamente dal naufragio, scopre al suo arrivo in Italia che il lavoro promesso era “la strada”, dove la madam, madre dell’amica nigeriana che l’aveva indotta a partire, l’obbliga a prostituirsi con il ricatto del woodoo e di un debito di 35.000 euro.
A Castel Volturno, in Campania, diventa una schiava alla quale i suoi aguzzini rubano e distruggono il corpo, la dignità, lo stesso nome. Jessica, non più Joy, è soltanto una merce da usare e da buttare, in vendita a clienti violenti e mai sazi, pericolosi.
Una seconda Libia. Ogni giorno può essere l’ultimo.
Ma a Joy non è venuta mai meno, anche nei momenti più drammatici, la fiducia in quel Dio che, sin da bambina, sentiva Amico, abitare in lei; la forza atavica e il coraggio delle donne della sua terra che l’hanno sorretta anche quanto tutto pareva perso.
Mariapia Bonanate vive a Torino. Scrittrice e giornalista, ha firmato réportage da diverse parti del mondo, dall’America all’Asia, all’Africa. Ha svolto importanti inchieste sul mondo dei giovani, della donna e su fenomeni come la droga e l’alcolismo, la malattia mentale. Ha pubblicato numerosi libri fra cui Perché il dolore nel mondo? Suore, Donne che cambiano il mondo e I bambini della notte.
Al centro del libro, la vicenda di Guglielmo, studente dell’ultimo anno di liceo che, pur intraprendente e capace, non si adatta al mondo della scuola. Proprio, lui, tuttavia, attraverso il racconto dell’amico Ferdinando, appassionato di storia, sembra essere proiettato nella vicenda di un frate, Padre Massimiliano Kolbe, che nel buco nero dell’Europa salva la vita a un compagno di prigionia accettando la morte per fame e sete. La narrazione si concentra sulla volontà di Guglielmo di non tirarsi indietro e scrutare l’oscuro. In questo esercizio dello sguardo, Guglielmo vede la misericordia del frate nei confronti del capo, artefice di una morte tanto ignobile; vede Anita, la moglie del capo, sempre più insofferente al sistema in cui il marito è immerso.
Il romanzo sta fra questi due piani basculanti, fra il passato e il presente, e nel finale saranno i compagni di classe di Guglielmo ad accettare di colmare il divario temporale e di mettere in scena la morte di una persona che avuto il coraggio di dare la vita per gli amici, svelando a tutti coloro che vogliono andare oltre lo schermo dell’evidenza la forza del Bene inesauribile.
Graziella Bonansea è storica e scrittrice, membro della Società Italiana delle Storiche, titolare di corsi di Storia delle donne presso l’Università del Piemonte Orientale di Vercelli, Researche Associate dal 2013 al 2018 all’European University Institute di Firenze in cui ha lavorato a una ricerca su nuove memorie d’Europa nelle culture giovanili.
Siamo nel 1942 quando ha inizio l'Operazione Anton, il cui scopo è l'invasione, da parte delle truppe tedesche e italiane, della Repubblica di Vichy. Negli 11 mesi in cui la IV Armata italiana occupa i territori della Costa Azzurra e a ridosso della Alpi, fino alla linea del fiume Rodano, uomini coraggiosi riescono a creare una via di fuga sicura per gli ebrei. Si tratta di un rete di salvataggio guidata dal banchiere italo-francese Angelo Donati, dal benedettino padre Pierre- Marie Benoît e da Massimo Tosti, capitano dei Carabinieri Reali. Quest'ultimo rischia in prima persona la vita per facilitare il passaggio dei rifugiati che, da tutta la Francia, accorrevano nella zona controllata dal nostro esercito e che per questo venne chiamata "piccola Palestina". Dopo il tragico 8 settembre 1943, Tosti aderisce alla Repubblica di Salò, allo scopo di portare avanti la sua opera di salvataggio degli ebrei e aiuta numerosi partigiani che riescono a sfuggire alla cattura o alla deportazione nei lager nazisti. Nonostante, il suo impegno antifascista, a guerra finita il Capitano Tosti rischiò di essere espulso dall'Arma con l'accusa di collaborazionismo.
L'Italia conta 14 città metropolitane. Sono le realtà urbane più grandi del nostro paese, dove la presenza dei senza fissa dimora, specialmente nelle stazioni ferroviarie, è maggiormente avvertita. Ma 14 sono anche le stazioni della via Lucis, ossia quella preghiera che medita i momenti della vita di Gesù a partire dalla Sua Resurrezione fino al giorno di Pentecoste.
Questa "combinazione numerica" h suscitato nell'autore il desiderio di incontrare i più poveri che vivono in questi luoghi, portando loro, di stazione in stazione, il vangelo di Gesù.
Il libro racconta questo cammino di 4.000 chilometri percorso in 14 giorni subito dopo la Pasqua del 2019. Con quanti, amici o conoscenti, ogni sera erano presenti in stazione per il momento di preghiera e di servizio, l'autore ha proposto anche giovani figure di santità: "testimoni della porta accanto" che hanno vissuto o sono passati per quella città, a significare che il cammino di santità diventa concreto e percorribile allorquando si traduce in gioioso e autentico servizio verso i nostri fratelli.
Tre donne... un amore è un racconto a due voci: quella di Federica, il datore di lavoro, quella di Myrna, la badante della madre, ad alternarsi nella testimonianza asciutta e dolorosa della malattia. Grazia, la Mamma di Federica soffre della malattia di Alzeheimer da 15 anni e sua figlia riuscirà a superare il dolore e la progressiva e inesorabile privazione della madre proprio grazie a Myrna, una filippina, che renderà accettabile quello che altrimenti non lo sarebbe. Non un romanzo sull'Alzeheimer, ma sulle persone e sulla loro capacità di stare nella vita. Su Myrna, che da domestica e poi badante, nel tempo cresce fino a diventare "medico". Su Federica che grazie a Myrna avrà la possibilità di accettare un lungo elenco di sottrazioni. Su Grazia, che perderà sé stessa con la generosa grazia che le è propria. Intorno a loro tre e alla malattia, ruotano fatti e persone che tolgono o aggiungono, ma in ogni caso realizzano un'esperienza che diventa dono, il dono appunto di trasformare il dolore in una storia.
Maria si trova all’ultima sera della sua vita, prima che il Figlio torni a prenderla con sé come le aveva promesso. In questa ultima notte, vissuta nella casa di Giovanni, che l’aveva accolta con sé, la Madre di Gesù racconta la sua vita a coloro che le sono stati accanto negli ultimi anni.
Pian piano la scena del racconto si arricchisce di figure che vengono a rendere l’ultimo omaggio. Ogni pagina è una scena di quel dramma che ha composto la vita della donna più importante nella storia umana, la Madre di Dio.
Prendendo spunto dai Vangeli canonici e dai Vangeli apocrifi, Benazzi dà vita a un romanzo intenso, capace di toccare le corde dello spirito dei lettori.
NATALE BENAZZI lavora da anni nell’editoria. Responsabile del settore di spiritualità presso le Edizioni San Paolo, è scrittore e saggista. Tra le sue pubblicazioni più significative spiccano alcune ricostruzioni storiche dal
tono rigoroso e narrativo, che contano anche varie traduzioni all’estero. Tra i suoi volumi ricordiamo: Il libro nero dell’inquisizione (Piemme, 1998), Il caso del monastero indemoniato (Piemme, 2000), Il Terzo Cantico (San Paolo, 2012), Storia della Chiesa in 100 vite (Newton&Compton, 2016), Maria Maddalena. Storia di un vero amore e di una straordinaria confusione (San Paolo, 2019).
I tre fratelli Gambi, proprietari di una bottega antiquaria di libri e oggetti, hanno abdicato ai loro impegni e alla loro responsabilità lasciandosi andare a un placido autodistruttivismo edonistico e regressivo. Vivono alla giornata, continuamente minacciati dalla bancarotta, fino a quando il fallimento economico li travolge senza alcuno sconto. Il capolavoro di Tozzi, ispirato da una storia vera, si dipana sullo sfondo di una città aspra di inizio Novecento, Siena, ed è caratterizzato da uno stile aderente alla realtà e da una lingua schietta e regionale, che emerge con forza in dialoghi mirabilmente espressivi.
Terra degli è il romanzo che valse a Antoine de Saint-Exupéry la fama mondiale. Nel raccontare avvenimenti e ricordi, grazie a una tecnica narrativa innovativa, l'autore affronta il rapporto tra l'individuo, il rischio e il sacrificio, ma evita sapientemente le corde di una qualsiasi retorica dell'eroicità. Le sue pagine riportano il lettore a un tempo perduto, animato da fragili aeroplani, imprese esaltanti, avventure e compagni di volo; un tempo tutto compreso tra lo stupore di un'inedita prospettiva sul mondo sorvolato e il ritorno di valori e desideri che da sempre caratterizzano l'esistenza umana. Ed è in questa chiave originale e coinvolgente che nelle parole di Terra degli uomini risuona la ricerca di quel "umanesimo integrale", la vera cifra che caratterizzò le opere di numerosi scrittori di quella generazione.
"Sogno o vivo?". Per due anni, fin dalla morte della madre, l'esistenza di Augusto Pérez si trascina in uno stato di apatia; una densa "nebbia spirituale" lo avvolge e ne culla l'ozio senza prospettive, denso di fantasiose elucubrazioni. Lo sguardo di una giovane pianista incrociata per strada lo scuote; è il fugace incontro grazia ala quale Augusto decide di conquistare la ragazza e abbandonare la sua "noia incosciente". Ma non è semplice passare dal sogno alla vita, è forse neppure è possibile. Sarà l'autore del romanzo, Miguel de Unamuno, a farsi personaggio per mettere fine alla tragicomica esistenza del suo protagonista, lasciandosi però contagiare dagli interrogativi di Augusto: non è forse Unamuno stesso il sogno di un Dio? E allora non valgono anche per lui le regole che segnano la vita del suo personaggio? Dove sono, insomma, i confini tra il sogno e la vita?
Miguel de Unamuno (1864-1936), spagnolo, fu professore di Letteratura greca e rettore dell'Università di Salamanca. Scrittore, poeta e pensatore, identificò il ruolo della hispanidad nell'Europa del suo tempo con la conservazione del "senso tragico della vita", cioè con l'immergersi nelle contraddizioni fondamentali (ragione e fede, vita e intelletto), che il razionalismo non avrebbe potuto risolvere. I temi dell'ansia di eternità e del rapporto fra Dio e l'uomo sono quindi al centro della sua vasta produzione. Tra le sue opere ricordiamo: Vita di Don Chisciotte e Sancho (1905); Del sentimento tragico della vita (1913); Agonia del cristianesimo (1925). Oltre a Nebbia (1914) scrisse i romanzi Pace nella guerra (1897); Abel Sanchez (1917) e San Manuel Bueno, martire (1933).
Lui è bello, intelligente ed è il classico bravo ragazzo, ma ha un talento innato per non farsi mai coinvolgere dai sentimenti. Lei se ne innamora al primo sguardo e la seconda volta che si parlano gli assicura che lo sposerà. È così che comincia la storia di Paolo e Barbara, un uomo e una donna che si riveleranno decisamente fuori dal comune e che faranno scelte fuori dal comune: come quella, nel 2008, di diventare missionari in estremo oriente, partendo dall'Italia con due figlie e una terza in arrivo. Che cosa può aver spinto due persone con un'esistenza tranquilla, agiata, e un discreto equilibrio mentale, a lasciare tutto per trasferirsi all'altro capo del mondo? Solo un grande desiderio può dare il coraggio o l'incoscienza di abbandonare le proprie sicurezze per accogliere qualcosa di totalmente ignoto, come la vita in un paese straniero. E sarà proprio questo che Paolo e Barbara scopriranno: che quel desiderio che li ha portati lontano è lo stesso che li aveva spinti a scegliersi e ad amarsi. E che la prima terra di missione, quella più importante da salvare, non è nient'altro che una: la loro stessa vita.
"Chi pensa che la storia di Margherita, racconta con dedizione e sincerità in questo libro, sia una storia di dolore e oblio ha sbagliato tutto. Perché Margherita, e questo libro, è un fascio di luce che buca ogni previsione, più forte della malattia, del dolore. Un fascio di luce composto di gratitudine purissima, verso la sua famiglia, i suoi amici. Verso Dio. Che Margherita intercetta attraverso la sua offerta continua e instancabile, attraverso il gesto concreto dell'amore. Margherita vive nell'amore che ha dato senza sosta, e che la vita le sta restituendo moltiplicato all'infinito. Questo accade agli uomini amici di Dio." (Dalla prefazione di Daniele Mencarelli)
Che fine hanno fatto i nostri sogni? È la domanda di un sacerdote, don Paolo, a cui il tempo e le “intemperie” della vita hanno progressivamente prosciugato sogni e aspettative che viveva da giovane. Una lenta e stanca discesa verso la disfatta, dominata dal cinismo e da una sorda e inascoltata tristezza. Don Paolo ha bisogno di un motivo per ravvivare le ultime tenui braci di un’esistenza logorata dalle cose tutte uguali della vita del prete di parrocchia. La scossa arriva dove meno se lo aspetta: una donna si rifà viva, inaspettata e trasfigurata rispetto a ricordi faticosi. Don Paolo entra così a contatto con uomini e donne che non possono avere accesso ai sacramenti e che però vivono un attaccamento e un’intensità di fede che lui ha perso da anni. Il fascino che questa contraddizione fa brillare è irresistibile. E diventa immediatamente la formula pragmatica della sua rinascita.
La storia, raccontata in prima persona come se fosse un romanzo, di una donna calabrese che dopo l'uccisione dei suoi due fratelli decise di denunciare la 'ndrangheta. Siamo in Calabria, all'inizio anni '90, dove i clan comandano con ferocia mentre lo Stato sembra quasi inesistente. Marianna, giovane laureata, lascia un lavoro promettente e i suoi sogni e decide di testimoniare perché crede nella giustizia. Ma da allora, con i suoi famigliari, inizia il calvario della vita sotto protezione fatto di promesse mai mantenute e di una burocrazia ottusa e spietata che fa di tutto per negarle diritti elementari. Ancora oggi, dopo 25 anni, vive in un limbo, con la paura ogni giorno di una vendetta da parte di gente che non dimentica mai. Eppure, aiutata anche dalla sua grande fede, continua la sua battaglia, comune a tante altre persone come lei, affinché lo Stato le restituisca una vita dignitosa.
In un villaggio prossimo alla città costiera di Putian, nella Cina meridionale, all'inizio del XX secolo, Yong Sheng è figlio di un cesellatore e carpentiere che fabbrica fischietti per colombe addomesticate. Gli abitanti adorano questi fischietti che, legati alle penne degli uccelli, fanno sentire meravigliose sinfonie girando sopra le case. Andato a pensione presso un pastore americano, il giovane Yong Sheng, che segue gli insegnamenti di sua figlia Mary, istitutrice della scuola cristiana, ritiene di essere a sua volta chiamato a una vocazione di pastore. È così che, pur continuando a svolgere il proprio lavoro di costruttore di fischietti, Yong Sheng diviene il primo pastore cinese della città. Dopo gli studi di teologia e varie peripezie, torna a svolgere il proprio ministero nella sua città natale. Ma tutto crolla con l'avvento della Repubblica popolare, con la quale comincia per lui e per tanti altri Cinesi un'epoca di tormenti, che culmineranno con la Rivoluzione culturale. Grazie al suo meraviglioso talento di narratore, Dai Sijie riscrive la sorprendente storia di suo nonno, uno dei primi pastori cristiani in Cina.
«L'autismo non è un errore da correggere, ma una diversità che si può capire e apprezzare»: ecco perché è necessario farsi un'idea di cosa percepisca, quali emozioni provi, quali siano le difficoltà e le speranze di una persona autistica immersa in una realtà ostile, quella che per altri è semplice vita quotidiana. Federico De Rosa si immerge nelle profondità della sua "mente diversa" dipingendone con cura le caratteristiche, anche le più minute, e regalandoci una descrizione insolita e affascinante. Anche grazie al contributo della neuropsichiatra Flavia Capozzi, si tenta così di «aprire uno spiraglio di luce nell'oscura e silenziosa prigione dell'autismo», una gabbia da scardinare pezzo dopo pezzo ma che spesso alimentiamo con le nostre paure. Solo in questo modo si potrà iniziare il lungo percorso che dall'essere diversamente abile conduce al «diventare diversamente felice».
Giacomo e Sara sono marito e moglie, ma prima di tutto, sono un padre e una madre. Due genitori che hanno impiegato anni per avere in dono il loro adorato bambino e solo pochi mesi per scoprire di aspettarne un altro. Stavolta, però, si tratta di una creatura diversa, speciale: una bambina con la sindrome di down. La diagnosi pre-natale scatena forti contrasti famigliari e un unico, grande dubbio: far nascere questa bambina o interrompere la gravidanza? I due decidono per l’aborto e intraprendono un viaggio in Francia. Solo ad un passo dalla fine i protagonisti, grazie all'amore che li lega, ritroveranno l’unità e la forza di andare avanti verso il traguardo finale. Un punto di arrivo che diventare quello di partenza, per accogliere una vita nuova e sconosciuta.
Durante il processo per la canonizzazione di Tommaso d’Aquino, giunge da lontano un testimone misterioso e inatteso. È frate Carlo, carico di anni, ormai alla fine della sua vita terrena. Una vita che rischiava di essere sprecata, fino a quando non avvenne un incontro straordinario. Il giovane Carlo conobbe Tommaso d’Aquino che lo prese con sé e ne fece un suo scrivano. E così, tra visioni, sogni rivelatori e viaggi al fianco di Tommaso e Reginaldo da Piperno, suo fedele confratello, il ragazzo compì un cammino di purificazione.
Carlo, un semplice uomo plasmato nel fango, coi suoi dubbi e le sue stanchezze, viene trasformato dall’incontro con Tommaso che gli fa toccare con mano una vera e immensa santità, di fronte alla quale non è rimasto indifferente. E il miracolo della trasformazione e conversione del giovane frate colpirà il tribunale riunito per decidere della canonizzazione di Tommaso al quale – tra i tanti miracoli operati – verrà attribuito anche quello della conversione di fra Carlo.
Non ci sono scuole per diventare delle brave mamme. Non ci sono insegnanti che preparano all’avventura irripetibile di crescere un figlio. A volte non si è pronti. A volte si è troppo fragili e schiacciati dalle proprie difficoltà per prendersi cura di un figlio. A volte si ha bisogno d’aiuto e non si è capaci di chiederlo, o di accettarlo. Solo un figlio può far nascere una mamma. Perché la domanda più complessa non è come cresce un figlio, ma come cresce una mamma.L’affidamento familiare visto da dentro, nella sua complessità. Non una storia di burocrazia, ma una duplice storia d’amore.
Tra tutti i libri di Alojz Rebula che hanno per protagonista un uomo di Chiesa, il romanzo Notturno sull'Isonzo occupa un posto speciale. Ispirandosi alla vita di un sacerdote realmente esistito, ovvero don Filip Tercelj (di cui Florijan Burnik è l'alter ego letterario), Rebula descrive il tragico destino che investì tanti preti sloveni, vittime dei totalitarismi del secolo scorso: il protagonista del romanzo è dapprima incalzato dai fascisti in casa propria, poi confinato ed esiliato in Italia; rinchiuso in un campo di concentramento dai nazisti; infine, nel dopoguerra, assassinato brutalmente dai comunisti senza tanti complimenti. Questo romanzo è un singolare monumento eretto alla memoria di tutti i sacerdoti sloveni della cosiddetta Primorska che, accettando la persecuzione e mettendo a repentaglio la loro vita, furono sempre pronti a difendere la dignità umana nonché il diritto fondamentale spettante a ciascun uomo di onorare Dio nella sua lingua madre e di conservare la propria identità nazionale.
Nel 1940 la Francia subisce l'umiliazione della sconfitta, l'invasione delle truppe di Hitler, la divisione del Paese in due parti, l'imposizione delle leggi e dei provvedimenti razzisti concepiti a Berlino. Jean Khaieté è un giovane ebreo francese, figlio di una famiglia di emigrati sfuggiti ai pogrom della Russia zarista. Egli decide di rischiare la vita per unirsi, fuori dai confini del Paese, alle forze della "Francia Libera", il movimento di resistenza e riscatto ideato e guidato dal generale De Gaulle. L'iniziativa del giovane perseguitato lo porterà a una fuga spericolata in Spagna, che gli salverà la vita e gli permetterà di dare il suo contributo alla vittoria contro il nazifascismo. Una storia che deve essere raccontata soprattutto perché smentisce uno dei più odiosi stereotipi contro gli ebrei: l'accusa secolare di non avere alcun senso di vera appartenenza a una "patria", sentendosi piuttosto parte di una non meglio definita comunità internazionale... per di più sospettabile di chissà quali complotti ai danni dell'umanità. Uno degli ultimi testimoni viventi di quell'epoca di decisioni definitive ci accompagna nel cuore della reazione civile e nobile a ogni forma di antisemitismo e di razzismo.
"Aveva sognato Trotty? Le sue gioie e i suoi dolori, assieme ai personaggi che vi hanno preso parte, sono soltanto un sogno? O forse era un sogno lui stesso, e chi narra questo racconto è uno che ha sognato e che si sta svegliando solo adesso?"
A dodici anni Gesù scappò da Giuseppe e Maria e trascorse tre giorni da solo a Gerusalemme. Di questa fuga sappiamo poco, ma fu indubbiamente di fondamentale importanza per la sua formazione. Cosa accadde in quei giorni? Chi incontrò? Cosa maturò in quel ragazzino fragile e sensibile, disgustato dalla miseria e dall'ingiustizia? Cosa lo trasformò in quel giovane calmo e risoluto, dallo sguardo carico di ardore e il cuore dolce, che avrebbe trasmesso al mondo un messaggio di speranza? Stéphane Arfi - basandosi sui testi di Hillel il Vecchio, grande rabbino ebreo - racconta cosa avvenne in quei giorni e come Gesù scopri che il vero segreto della felicità non era l'amore, ma un altro valore, più sottile: il bene, "hessed". Un valore che Gesù non ha cessato di trasmettere nel corso della sua vita, ma nei secoli il suo insegnamento è stato accolto solo in parte, perché così potente da cambiare il mondo. Ecco la storia di un episodio poco noto della vita di Gesù e quella di una parola - bene - che risolve il più grande enigma umano: come essere veramente felici?
Raramente un protagonista delle scene e chi ne narra la vicenda trovano un'intesa creativa e profonda come è capitato nella stesura di questo libro a Simone Cristicchi e a Massimo Orlandi: quest'ultimo ha raccolto confidenze, interpretato suggestioni e riportato dialoghi, rielaborando e riproponendo a sua volta, con personalissima creatività, la ricchezza di un percorso già originale. Personaggio che avrebbe potuto adagiarsi su una carriera che la sua genialità artistica gli permetteva in vari ambiti (dal disegno, alla musica, al teatro), il vincitore del Festival di Sanremo 2009 si è rimesso invece continuamente in gioco, sia nella vita che sul palco: spesso a fianco degli ultimi (siano essi i "matti" presso i quali ha anche prestato servizio, siano i minatori che riunisce in un coro costruendo una performance che gira l'Italia con un successo inatteso, siano i profeti incompresi come David Lazzaretti), Cristicchi rimane un uomo inquieto, in ricerca. Il suo approdo presso la Fraternità di Romena e altre realtà spirituali lo fa riflettere anche sulla questione più intima, e riannoda il suo percorso spirituale di cui la canzone presentata a Sanremo 2019 (che dà il titolo a questo libro) offre una sintesi formidabile. Questo libro racconta, emoziona, dibatte, provoca, e invita i lettori e i fan dell'autore di "Ti regalerò una rosa" a non dare nulla per scontato e a continuare a camminare: poiché «la vita è fragile» e siamo «in equilibrio sulla parola "insieme"». Un cammino umano e spirituale alla ricerca dell'essenziale da condividere nel terribile e meraviglioso quotidiano della vita.
Ferruccio Ulivi regala in queste pagine uno sguardo su una vita interiore, quella di Francesco d'Assisi, consumata dapprima in un mediocre ambiente domestico, poi rivoluzionata da una sconvolgente vocazione, nell'ansia di un ideale perseguito come ricerca eroica. Intorno al protagonista si muovono le figure dei discepoli, ora ferventi, ora tormentati; di Chiara, enigmaticamente appassionata; dei familiari, considerati nella sofferente pochezza; dei rappresentanti della Chiesa del tempo; del sultano d'Egitto. Quel che emerge, sullo sfondo dell'antico paese italiano o dell'oltremare, è un grande quadro di cui si ravvisano le affinità con ogni epoca di crisi, minata nelle esigenze fondamentali dell'uomo.
Manuela Ulivi, che da quasi trent'anni collabora con la Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano, racconta le storie di donne vittime di maltrattamenti e i percorsi di rinascita di molte di loro, sfatando i tanti stereotipi legati al tema e mettendo in evidenza gli aspetti poco conosciuti e ignorati delle violenze in famiglia, un universo che nasconde le contraddizioni di una società moderna, che su questo tema tanto moderna non è... La Casa delle donne maltrattate di Milano, primo centro antiviolenza italiano, incontra, ascolta e ospita le donne vittime di violenza adottando la metodologia dell'accoglienza, un orientamento fondato sulla pratica della relazione tra donne e sull'accompagnamento senza giudizio e direttività.
In un mondo in cui tutto si vende, Peter Schlemihl, povero e disoccupato, vende l'ombra al diavolo e, in cambio, guadagna un'infinita ricchezza. In fondo cos'è un'ombra? A cosa serve? Eppure da questo scambio il povero Peter ricava solitudine, angoscia e sradicamento, e non potrà fare a meno, attraverso mille avventure, di tentare disperatamente di riappropriarsi di ciò che era suo. Un racconto favolistico e metaforico, buffo e drammatico insieme, che da oltre duecento anni accompagna, diverte e fa riflettere i lettori di tutto il mondo.
Il Dio dei viventi racconta le vicende della famiglia Barcai, in un intrico di personaggi che seduce il lettore mentre sullo sfondo respira una Sardegna contadina, cupa e indimenticabile. Basilio muore improvvisamente, lasciando un'amante mai sposata, Lia, e il loro giovane figlio illegittimo. Suo fratello minore, Zebedeo, ne eredita beni e denari, ma è ossessionato dalle voci di un testamento a favore della donna, che sarebbe svanito nel nulla, e dalla stregoneria che, si dice, Lia eserciterebbe. Roso dal dubbio, dalla paura, preso in un dilemma che si svela a poco a poco in tutte le sue profondità, Zebedeo scoprirà presto che «il nemico è dentro di te mentre lo credi dietro la siepe; e tutto questo perché ti sei dimenticato che Dio vuole si viva giorno per giorno come gli uccelli dell'aria e gli steli dei campi».
Un giovane israeliano, un giovane palestinese e una ragazza libanese; una giovane armena e un ragazzo originario dell'Azerbaigian. Giovani di oggi, la cui storia è chiamata a fare i conti con un'eredità di guerra e ostilità. Come potranno superare l'odio reciproco che ne ha segnato l'infanzia e l'adolescenza, che ha abitato le rispettive famiglie, che si è diffuso nei loro popoli di appartenenza? Sembra una sfida impossibile al cospetto di conflitti che durano da generazioni. Eppure... Questi giovani hanno scelto di incontrarsi a Rondine e di provare a cambiare l'eredità della guerra. «Scoprire la persona nel proprio nemico» è infatti la scommessa dell'Associazione Rondine Cittadella della Pace. Il suo obiettivo è quello di contribuire a un pianeta privo di scontri armati, diffondendo la propria metodologia affinché ogni persona abbia gli strumenti, in ogni contesto, per gestire i conflitti in modo positivo. Rondine parte proprio da chi la storia sembra aver condannato a essere nemici, li chiama a convivere due anni, impegnandosi in un percorso che assume il conflitto per trasformarlo creativamente. In questo libro Ibrahim, Noam, Sarah, Maria e Agha si raccontano, condividendo le loro storie, svelando se stessi e spiegando come a Rondine queste storie si siano incontrate. Qui, da nemici che erano, sono diventati uomini e donne impegnati insieme per la pace nel mondo, a cominciare dalle loro stesse società. Dall'intreccio di fatti e riflessioni, scopriamo così cos'è il "Metodo Rondine", sorto per abbandonare la categoria culturale del "nemico" e rigenerare l'umano.
Mendel Singer - il Giobbe moderno che Joseph Roth mette a protagonista di questo romanzo - è un semplice padre di famiglia, un maestro che insegna la Bibbia ai bambini di una cittadina della Volinia russa e che si affida con sicurezza alle tradizioni del suo popolo. La sua esistenza viene sconvolta dalla nascita del quarto figlio, Menuchim, affetto da una misteriosa malattia. Presto anche gli altri figli e la moglie dovranno affrontare difficili prove, e Mendel si troverà ad abbandonare la sua terra per emigrare a New York e misurarsi con un mondo che gli è del tutto estraneo. Costretto a vedersela con la guerra, la morte, la pazzia, la solitudine e la povertà, Mendel scoprirà proprio nel legame con il figlio menomato la forza per ricostruire intorno a sé, in forma nuova, quanto sembrava perso per sempre.
Un modesto e timido funzionario di mezza età e una graziosa fanciulla, orfana e malata, si scrivono, si raccontano le loro piccole vicende, le loro disavventure, i loro sogni. Sullo sfondo di questo romanzo epistolare c’è la San Pietroburgo della miseria, con i disperati tentativi di chi la anima di sfuggire l’estrema povertà e l’umiliante degradazione. In una narrazione piana e misurata, eppure eccezionale, ogni pagina ispira pietà e commozione tracciando, nella distanza tra realtà e aspirazioni, la divaricazione tra i grandi e semplici afflati ideali dei personaggi e le sciagurate e schiaccianti preoccupazioni del loro quotidiano. Povera gente è il primo romanzo di Dostoevskij, pubblicato quando l’autore aveva soltanto 24 anni, ed è uno dei più formidabili esordi della letteratura, capace sbalordire i contemporanei e introdurre ai motivi fondamentali di quella che sarà l’opera matura del suo autore.
Il giovane prete di Ambricourt, nel nord della Francia, del tutto disarmato di fronte alla noia, al disamore, all'aridità dei compaesani, affronta la sua missione di parroco spinto da una vocazione semplice e umile, che lo porterà a spendere tutto se stesso nel tentativo di avvicinare una comunità che si ostina a restargli lontana e ostile. Protagonista di questo vero classico della letteratura cristiana è «l'uomo che ha accettato una volta per sempre la terribile presenza del divino nella sua povera vita», come lo definirà lo stesso Bernanos, coinvolto in una tragica e impari lotta contro il male che dà al libro, fin dalle prime battute, una tensione drammatica destinata a crescere pagina dopo pagina.
Una mattina come tante altre, la gente in parrocchia si accorge che don Giustino è improvvisamente cupo, prima della messa. Di fatto, egli sale all’altare e fa un’omelia durissima, accusatoria...
Le voci si diffondono, la gente comincia a discutere, si scatena una “caccia” senza tregua, che coinvolgerà, in un crescendo di pathos e ironia, tutto il paese e non solo.
Un libro che, partendo da un’occasione dai toni di commedia, diviene una riflessione sul tema dell’accoglienza, delle parrocchie e della condivisione secondo il Vangelo. Non manca nessuno: dalla sindaca leghista al vescovo preoccupato di non finire sui giornali, da un europeo di calcio all’intrattenimento televisivo, dal pettegolezzo di paese alla globalità della “rete”. Ma soprattutto non manca un piccolo animale che diventa la vera cartina di tornasole di tante chiacchiere vane e di tanti discorsi che val la pena affrontare.
Partendo dall’esperienza di Don Zappolini, portavoce della campagna contro il gioco d’azzardo “Mettiamoci in gioco”, il libro affronta un fenomeno sociale molto diffuso, del quale non si ha ancora una percezione profonda, sintomo di una società malata, all’interno della quale molta gente ha bisogno di inseguire l’aleatorietà e la fortuna, il “pacco giusto” per cambiare la propria vita, e che mette in moto dinamiche non lontane dalle vite di ognuno. Il filo narrativo è rappresentato dalle testimonianze di giocatori patologici alle prese con un percorso di recupero. Alle loro storie s’intrecciano le voci di operatori, attivisti e collaboratori fondamentali della campagna “Mettiamoci in gioco”. Un osservatorio privilegiato sui temi del gioco d’azzardo: i costi economici e sociali, i rischi sanitari e sociali, le facce di una dipendenza “senza sostanza”, difficile da intercettare e da prevenire, il limite tra il gioco legale e il gioco illegale.
Questo è un libro di storie e di storia. Racconta uno spaccato dell’Italia conosciuto solo superficialmente: i figli dei boss. Nati e cresciuti in famiglie di Mafia, Camorra, ’ndrangheta e Sacra corona unita, questi “eredi” sono protagonisti consapevoli o inconsapevoli della storia della criminalità organizzata italiana. I “figli” sono considerati boss di diritto, anche se non vogliono; perché portano il cognome di chi negli anni 70, 80 e 90 ha scritto alcune tra le peggiori pagine della cronaca nera nazionale. Il testo si sviluppa in tre sezioni: la prima dedicata ai figli dei boss che hanno cercato e trovato una strada alternativa ai circuiti criminali familiari; la seconda dedicata al progetto “Liberi di scegliere”, rivolto ai minori figli di ’ndrangheta; la terza focalizzata sui figli di Riina e Provenzano: boss “irriducibili” tra i più noti in Italia. L’autore ci porta in questo mondo attraverso ricostruzioni storiche, incontri e interviste con i figli dei boss, i loro amici, i membri della loro famiglia, magistrati, giudici, avvocati e psicologi.
Che cosa pensava Giuseppe, vedendo suo figlio che decideva di non sposarsi? E cosa passò nella mente di Maria, quando a trent’anni compiuti se ne andò? Come prese la moglie di Pietro la scelta del suo giovane sposo di abbandonarla per seguire quello strano profeta? E quali tenebre abitavano la psiche contorta e combattuta di Giuda? E, ancora, perché Tommaso chiese di mettere le dita nelle piaghe, contro quale fantasma combatteva?
La vita di Gesù raccontata da Mercier è un coro di figure che, prendendo spunto dagli episodi e dai protagonisti dei Vangeli, proiettano una luce capace di illuminare quel che siamo ancora oggi.
Dopo averci fatto sorridere e riflettere con Il signor parroco ha dato di matto, qui Mercier alza il tiro, conducendoci dentro una originale prospettiva di lettura e riflessione, godibile per il lettore e utile per la vita pastorale, la catechesi, l’educazione alla conoscenza del Vangelo.
Un adulto attivo da molti anni tra i giovani si racconta e illumina il loro mondo. Insegnante di religione nelle scuole superiori, counselor, professionista, educatore: l'autore deve tutto ad un rapporto quotidiano e appassionato con il mondo dei nostri figli che crescono.
Nella prima parte del libro racconta la sua autobiografia professionale e personale e mostra come il mondo giovanile ci metta tutti alla prova: carenze personali e relazionali pongono in crisi l'educatore fino a costringerlo ad affrontare le sue profondità psicologiche e spirituali. Con indicazioni concrete di come si possono sviluppare le proprie competenze in questo campo.
Nella seconda parte incontriamo casi concreti attraverso il racconto di momenti reali, accaduti a scuola, e incontri nella professione di counselor: adolescenti e giovanissimi diventano reali, non problemi da risolvere, ma persone da amare.
Nel 2011 il secondo figlio dell'autrice nasce con più di tre mesi di anticipo un peso di 830 grammi.
Alcuni anni dopo, Giuliana Arena decide di raccontare, in questo memoire, il lungo difficile percorso nella Terapia Intensiva Neonatale. L'intento è di mettere a fuoco il vissuto di una madre che si trova, inaspettatamente, in un mondo del quale neanche sospettava l'esistenza, a lottare con il suo bambino per la sopravvivenza per una vita dignitosa.
Le emozioni contrastanti, la solidarietà con le altre mamme, la strana normalità che si crea in un luogo di regole diverse lontane da quelle a cui siamo abituati, gli alti e bassi, la gioia per progressi minimi, che assumono lì dentro un valore immenso, la relazione complessa con la vita all'esterno, con l'altro figlio, con il compagno, il rapporto con i medici e gli infermieri, particolare e denso di umanità: tante storie di disperazione, ma soprattutto di speranza, intrecciatesi a quella dell'autrice.
Il racconto si chiude con la fine di quel percorso, che ha portato il piccolo Matteo a casa, lasciando nella sua famiglia la consapevolezza di aver compiuto un viaggio straordinario nel mistero della vita.
"Un giovane ebreo si scopre capace di parole profonde e ispiratrici, tanto che qualcuno arriva a considerarlo il Messia. Egli non crede nella sua stessa grandezza ma sarà pronto a scommettere su di sé fino all’estremo e doloroso sacrificio. Un procuratore romano condanna alla crocifissione un uomo che sa innocente. Il cadavere scompare; nasce una furibonda ricerca che lo costringerà a confrontarsi con ipotesi sempre più sconvolgenti. Eric-Emmanuel Schmitt propone un romanzo a due voci, capace di ripercorrere con profondità e leggerezza le vicende centrali del Nuovo Testamento, mettendo in luce le caratteristiche più umane dei suoi protagonisti e restituendo al lettore la meraviglia per una storia fatta di incertezza e fede. In questa edizione è inserito anche il Diario di un romanzo rubato, il racconto delle vicissitudini che hanno accompagnato la stesura del romanzo."
Giunto in Bolivia nel 1975, all’età di 23 anni, come missionario laico, Pietro Gamba abbraccia la causa dei più poveri. Dopo alcuni anni, e dopo aver visto troppi malati morire (specie bambini), decide di fare qualcosa di concreto. Senza aver fatto studi superiori adeguati alla sfida, comincia a studiare medicina e diventa medico. Tornato in Bolivia da dottore, realizza l’ospedale che ancora oggi cura i campesinos ad Anzaldo, nel distretto di Cochabamba, altrimenti destinati a un futuro precario. Da qui numerose vicende spirituali, umane e sociali: sotto la dittatura militare, a contatto con la povertà estrema, nello sforzo di farsi accettare da gente naturalmente diffidente e timorosa di dover patire delusioni e altro sfruttamento.
Lo straniero un po’ “matto” si rivela un uomo che ama con ostinazione e vede lontano, per il bene di tutti.Una storia vera, la storia di una volontà di bene più forte di ogni ostacolo, raccontata con la grinta dell’avventura e con l’entusiasmo dell’opera di chi porta speranza dove c’è desolazione e miseria, ma anche tanta dignità umana.
Prefazione di Stefano Accorsi.
Sono passati quarant’anni dalla celebre Legge Basaglia, quella che, per tutti, è solo la normativa che ha chiuso i manicomi in Italia. Da allora le strutture presenti sul territorio per ascoltare, sostenere e curare le persone con disagio psichiatrico grave fanno quello che possono: spesso con l’impegno lodevole di tanti professionisti, ma certamente con forti limiti strutturali e senza poter offrire una valida alternativa di vita a chi non riesce più a condurre un’esistenza “normale” e alla sua famiglia.
Era il 2005 quando, nella parrocchia di San Pietro in Sala a Milano, un piccolo gruppo di persone affette da disagio psichiatrico e un gruppo di volontari cominciarono a raccogliersi intorno alla figura di don Domenico Storri. È di questo giovane sacerdote, psicologo e psicoterapeuta, l’intuizione di creare un gruppo di persone in difficoltà all’interno della realtà parrocchiale: luogo di accoglienza e di vita nuova.
Nel marzo 2009 nasce iSemprevivi+onlus, una realtà aperta a tutte le persone e le famiglie che desiderano avere un aiuto. Oggi l’Associazione conta oltre cento persone, tra i venti e i sessant’anni, affette da diversi disturbi psichiatrici, e una cinquantina di volontari, aiutati da un’équipe di psicologi, psichiatri, counselor e educatori professionisti. Nel corso degli anni, sono nati intorno all’Associazione tante attività e iniziative: Il Centro Diurno Adulti, Il Centro di accompagnamento all’adolescenza “Il sorriso di Lollo”, lo Sportello psicologico aperto a tutti e il Progetto Casa…
Prefazione di Nicola Savino.
Settembre 1943. Dopo l’annuncio dell’armistizio, si scatena la furia nazifascista con la caccia all’ebreo. Sulla sponda piemontese del lago Maggiore, i nazisti della 1ª Divisione Panzer SS “Leibstandarte SS Adolf Hitler” catturano, depredano e uccidono uomini, donne e bambini. Alla fine le vittime ebree finite nel lago saranno almeno 57.
Guido Hassan e la sua famiglia sfuggono miracolosamente al rastrellamento. Sfuma la possibilità di fuga nella vicina Svizzera e per salvarsi Guido, la sorella Fiorella e i genitori si nascondono come topi per mesi in una cantina di Crema grazie al buon cuore di un orefice del luogo, Ernesto May. In seguito, in una gelida notte d’inverno, riusciranno a oltrepassare il confine con la Svizzera.
La storia di questa famiglia ebraica, che inizia nella Libia occupata dal regime fascista, è densa di colpi di scena, a partire da un matrimonio che l’allora governatore di Tripoli Italo Balbo cercò di contrastare con tutti i mezzi…
«La vita di Guido Hassan è in se stessa un romanzo» Liliana Segre
Attraverso la storia, il racconto della quotidianità e le riflessioni di una donna che ha fatto della sua professione la sua vita, il libro illustra il ruolo del giudice nella sua realtà: una persona che ogni giorno mette in campo competenza e nello stesso tempo qualità umane e relazionali. Scopriamo così che il giudice affronta travagli personali ed emotivi, che non sono lontani dai casi concreti che tratta, espressione di fenomeni sociali appartenenti a un'intera collettività. Un peso emotivo che, dall'esterno, non si vede o si vede poco. Indossare una "toga" non significa solo applicare leggi e norme, dietro di essa ci sono anche passione e coinvolgimento e il coraggio di affrontare le proprie emozioni e le proprie risonanze emotive, senza negarle. «Il giudice "maturo" non è quello che non ha dubbi, ma è quello che ha capacità empatiche, di accoglienza e di ascolto, e che cerca di arrivare a un equilibrio tra umanità e razionalità normativa che possa garantire alle persone la migliore decisione possibile».
Aprile-settembre 2017: un catamarano appositamente modi cato porta da una costa all’altra dell’Atlantico un equipaggio molto particolare: uomini in sedia a rotelle partecipano attivamente al governo della nave, ai turni di guardia, ai servizi indispensabili. La barca si chiama Lo Spirito di Stella e dal 2009 a oggi ha ospitato oltre 5000 persone con disabilità per far loro scoprire o riscoprire il piacere di uscire per mare e contare qualcosa in un lavoro di squadra molto esigente. Anche Andrea Stella è in carrozzina da molto tempo, a causa di un ferimento da arma da fuoco in una brutta serata americana. Ma navigare è sempre stata la sua passione e, anche se feriti e limitati, alle passioni non si rinuncia.
WOW: espressione di stupore ma anche acronimo di Wheels on Waves (ruote sulle onde), è il nome che Andrea ha dato all’impresa: portare la Convenzione ONU dei diritti dei disabili da New York all’Europa e consegnarla nelle mani di papa Francesco.
14 diversi equipaggi, con persone disabili e non, si susseguono a bordo per un viaggio che rappresenta, non solo simbolicamente, una società ideale in cui tutti partecipano a un’impresa comune.
Mentre Riccardo si tormenta per la precarietà del suo lavoro, che non gli consente di sposare la donna con cui ha una relazione da quasi dieci anni, di acquistare una casa,
una macchina... un ambiguo personaggio fa leva sulla sua ingenuità e inesperienza e gli prospetta la possibilità di dare una svolta alla sua vita. Grazie a questo “aiuto”, vive per due anni l’illusione di aver realizzato il sogno di costruirsi una famiglia. Diventa anche papà.
L’investimento però si rivela una truffa. Quando Riccardo capisce di essere caduto nella mani di un usuraio, è
troppo tardi e teme di non avere via di scampo. Ma nel momento più buio, quando farla nita gli sembra l’unica
via percorribile, accade qualcosa di inaspettato: l’incontro con un’associazione che esiste, su tutto il territorio italiano, proprio per aiutare persone schiave come lui. L’inizio di un cammino di liberazione.
La domanda nasce spontanea: cosa o chi sarà questo "1-? E da lui, cosa comincia? Uno sono tutte le piccole cose che ciascuno di noi può fare per migliorare il mondo. Uno è saper offrire una speranza, uno è saper entrare in sintonia, con semplicità, con il prossimo. Da lì comincia anche Max Laudadio, che non la fa semplice, non nasconde difficoltà e paure, ma che di quell'1 è qui testimone. Si comincia da 1 non è una biografia, non è un romanzo, un diario di viaggio o un noir, e neppure un'inchiesta dell'inviato di Striscia la Notizia. È la storia di persone comuni, libere, di quelle che hanno deciso di crederci. È una storia d'amore che comincia da uno. «Ogni cammino prende il via con un primo, singolo passo. Ed è certo decisivo quel che decidono i governi, le istituzioni nazionali e sovranazionali. Ma è fondamentale anche quel che fanno e possono fare, ogni giorno, i singoli individui, insieme». dalla prefazione di Walter Veltroni «I buoni possono l'impossibile, possono desiderare che finalmente pace e giustizia abitino insieme, cementate dal perdono». dalla postfazione di Ernesto Olivero
Anno dopo anno, il numero di cristiani uccisi per la propria fede aumenta. Ogni mese sono oltre 300 i nuovi martiri, martiri che – come dice papa Francesco – non possiamo dimenticare. Ecco perché Luigi Ginani ha scritto questo reportage in cui vengono raccontati fatti a cui le tv e i giornali non sempre hanno dato il giusto spazio.
Prima tappa di questo viaggio è il Kenia, dove il 2 aprile 2015, a Garissa, 148 studenti vengono uccisi perché cristiani e perché l’università ospita studenti di entrambi i sessi. Della strage di Garissa ascoltiamo la voce di testimoni presenti e miracolosamente scampati e la storia di una vittima, Janet. Lo sguardo si allarga al campo profughi Dadaab Refugee Camp, dove si rifugiano uomini e donne che fuggono dalle persecuzioni in Sud-Sudan e in Somalia. Poi ci si sposta in Medio Oriente, a Mosul, nel pieno dell’ultima guerra, quella contro l’ISIS. Qui i cristiani hanno sofferto insieme agli Yazidi la brutalità del califfato; sono infatti oltre 360.000 i cristiani fuggiti dalla valle di Ninive in condizioni difficilissime.
Il viaggio termina a Gaza, in Palestina. A Betlemme sono pochi i cristiani, ormai disperati. Il contesto è quello di una tensione arabo-israeliana che dura da settant’anni e stritola i cristiani.
Se dovessimo dar credito a “Gomorra”, Scampia sarebbe una terra senza speranza; dominata da spietati boss della camorra e abitata da uomini e donne conniventi e destinati – spesso – a una morte violenta. Ciro Corona racconta però un’altra storia, una storia di riscatto e impegno dal basso, di sogni concreti e di lotte per realizzarli. Corona è la “faccia bella di Scampia”, insieme a quella di tante altre persone pulite e sane che lavorano per il territorio. È anche ideatore dello sportello anticamorra, fondatore dell’associazione (R) esistenza Anticamorra con cui gestisce dei beni confiscati alla camorra; il lavoro di Ciro e dei suoi compagni ha permesso a centinaia di ragazzi di trovare un impiego onesto e di entrare in un circuito economico virtuoso che li ha allontanati dalla strada e dalla delinquenza. Negli anni non sono mancati soprusi e minacce da parte della camorra sia verso Ciro che verso l’associazione: consegna di proiettili, danneggiamenti e attentati, ma il sostegno delle forze dell’ordine, della magistratura e soprattutto dei cittadini di Scampia ha permesso all’associazione di andare avanti, crescere e sperare in un futuro migliore.
Ezio è il papà di Alberto, Ornella la mamma. Aspettano il loro primo glio e come tutti i genitori sono felici e pieni di attese e fantasie. Il glio cresce nella pancia della mamma e già ascolta, percepisce le emozioni, ri ette. Sa di avere un “cromosoma in più”. Questo non toglie nulla alla sua voglia matta di vivere, ma non sarà forse un problema per i suoi genitori? E per il mondo?
Comincia così un commovente e lucido racconto, passo dopo passo, della nascita e della crescita di Alberto, un ragazzo con la sindrome di Down nel mondo di oggi. Seguiamo le tappe dei suoi progressi, insieme all’aumentare della consapevolezza di genitori, parenti e amici. Scopriamo come Alberto si fa strada nel mondo, merita affetto e sostegno e dà tutto quel che ha: amore, amore, amore.
Una storia sconcertante e a tratti divertente, raccontata in prima persona e con la sorpresa nale: oggi Alberto ha vent’anni e un lavoro vero da cuoco in un ristorante di Milano.
Sorprendenti e commoventi, ironiche e appassionate: questa raccolta di storie vere raccontate con piglio letterario presenta le sfide quotidiane di un assistente sociale: un uomo impegnato a fronteggiare le problematiche delle persone comuni che si rivolgono ai servizi di assistenza.
La povertà, l’immigrazione, la malattia psichiatrica, la solitudine, l’handicap, la separazione, l’affidamento familiare. Questi, tra gli altri, i temi di scottante attualità trattati dal punto di vista di chi nei servizi sociali ci lavora. A ciascuno di essi corrisponde un volto, una persona: un’avventura di sofferenza e di coraggio.
Con una scrittura asciutta e incisiva, rinunciando a ogni tentazione di autocelebrazione della professione, Gianfranco Mattera ci apre alla conoscenza di un mondo sconosciuto andando oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.
Il diario inedito di Alfredo Sarano e della famiglia scampati alla Shoah
Custodito per oltre settant’anni in un cassetto dalle figlie Matilde, Vittoria e Miriam, il diario di Alfredo Sarano riemerge oggi dal passato aggiungendo nuove e preziose pagine di storia al libro del genocidio del popolo ebraico. Fogli ormai ingialliti dal tempo si affiancano così alle opere di Anne Frank ed Etty Hillesum, scritte proprio per vincere il silenzio e testimoniare l’orrore delle persecuzioni.
Questo volume è frutto delle ricerche di Roberto Mazzoli, che ha riportato alla luce il diario di Alfredo Sarano inquadrandolo nel contesto storico dell’epoca e riportando le testimonianze dei sopravvissuti.
ROBERTO MAZZOLI (Milano 1971) è giornalista dal 2003 e collabora con diverse testate e agenzie di stampa di ispirazione cattolica. È autore di saggi e pubblicazioni a carattere sociale e storico.
A un giornalista capita di vivere momenti importanti della vita di un Paese. Maria Latella ce li ricorda nei particolari e nel significato profondo, raccontando personaggi e fatti, eventi tragici e mutamenti sociali, la musica, la moda, la pubblicità e lo stile di vita. Il tutto con la leggerezza e la grazia di una cronista abituata a sorridere di se stessa e di chi si prende troppo sul serio. Like a Hurricane cantava Neil Young, e pare colpire nel segno, Latella scrittrice ha il passo e l’ironia di Latella giornalista: se il passato si compone di ricordi newyorkesi e passaggi complicati tra professione e vita familiare, il presente si sintonizza sul registro del cambiamento. Maria Latella registra quel che cambia nel mondo e nella politica, nella sua vita e nella vita dei personaggi che incontra. Solo lo stile non cambia: sorride e intanto “morde”, proprio come quando, nel suo programma tv L’Intervista, pone le domande che il pubblico porrebbe, se fosse al suo posto. Non tutti hanno voglia di rispondere, ma questo non è un problema dell’intervistatrice. La carriera e la vita privata, la storia e le trame di potere che hanno caratterizzato l’Italia negli ultimi decenni sono gli ingredienti di un libro che si legge come un romanzo, nato dallo sguardo ironico di una cronista che non ha paura di dire la sua.
Il selvaggio contemplativo, il sognatore con i piedi nel fango e il costruttore di ponti. Sono le tre anime di Don Armando Zappolini, quelle che, intersecandosi, fanno di lui un uomo, un prete e un prete sociale. Don Armando è parte di quella "Chiesa di strada" di cui tanto parla Papa Francesco: fatta da uomini e donne che vivono il loro impegno accanto alla sofferenza, nelle comunità di accoglienza, vicino alla gente e a tutti coloro che "non si sono mai sentiti a casa". Quella parte della Chiesa dimenticata che, con Papa Francesco, ritorna ad avere voce. «Conosco Armando da anni, eppure leggere queste pagine appassionate, nelle quali ripercorre la sua storia di uomo e di prete, è stata una sorpresa e un piacere. Una sorpresa perché sono venuto a conoscenza di episodi che ignoravo e a cui magari Armando stesso non aveva dato troppo peso, salvo riconoscerne a distanza di tempo il profondo significato». (Don Luigi Ciotti)
"Un papà con gli alamari" non è una biografia ma un toccante viaggio fra i sentimenti, le emozioni, i luoghi, i valori del Generale e Prefetto Italiano Carlo Alberto dalla Chiesa. Un viaggio di famiglia, guidato dai suoi figli Rita, Nando e Simona, i quali, aprendo le stanze dei ricordi, ci regalano il ritratto privato di un papà e, insieme, di un eroe. «Vi voglio bene, tanto, e in questo momento vi chiedo di essermi vicini; così come nei mesi e negli anni che verranno. Vogliatevi soprattutto e sempre il bene di ora! Quanto vi ho scritto, l'ho fatto a 7-8000 metri di altezza, in cielo, mentre l'aereo mi portava veloce verso Palermo. Vi abbraccio forte forte, il vostro papà» (Carlo Alberto dalla Chiesa, Aprile 1982).
In una parrocchia come tante, in cui le cose non funzionano più bene, la gente è poca e gli operatori pastorali litigano per sciocchezze, ecco che il parroco richiama tutti ai valori da conservare, la confessione in primis; proprio mentre fa questo, però, si accorge che alla sua comunità cristiana, di Cristo, della liturgia, dei sacramenti... non importa più nulla. Da qui la sua crisi: per che cosa ha fatto il prete? Per questa gente che litiga sulla posizione dei vasi di fiori davanti all'altare della Madonna e non si accorge del mondo che le sta attorno e tanto meno del vangelo? Don Beniamino decide che ne ha piene le scatole e, semplicemente, se ne va. Senza il parroco, però, per la prima volta da molto tempo, la gente comincia a riflettere e a interrogarsi, prima su di lui (dove è finito? È scappato con una donna? È impazzito? È morto?) e poi sulla propria comunità. Il parroco viene infine rintracciato, tra vere e proprie situazioni umoristiche che fanno pensare inevitabilmente alla saga di don Camillo: qui non c'è il comunismo popolare a fare da contraltare, ma la difficoltà, che è di tutte le comunità contemporanee, a rintracciare il senso della vita cristiana insieme e, contemporaneamente, una profonda riflessione sul ruolo del sacerdote. Un libro in cui i preti ritroveranno molte immagini dei loro parrocchiani, e i parrocchiani molti meccanismi del loro difficile vivere insieme della fatica di dover accogliere i preti. Il tutto senza mai smettere di sorridere e, qualche volta, di ridere davvero. Il finale? Sarà una sorpresa, inattesa quanto capace di aprire una nuova strada sia a don Beniamino, sia alla sua gente, sia a noi.
La mafia è cosa complicata. Endemica e omertosa, radicata e violenta. La mafia è Cosa nostra. Ma è anche la storia di chi la mafia l'ha voluta stanare e combattere, nelle piccole realtà di provincia come nei traffici internazionali di droga, armi e di immensi capitali. La storia di uomini giusti come fu Paolo Borsellino. Non solo il percorso di vita fino all'attentato nel quale rimase vittima il 19 luglio 1992, ma il coro di voci inedite - Diego Cavaliero, Giovanni Paparcuri, il cardiologo Pietro Di Pasquale, Cosimo Scordato, Matteo Frasca e Francesco Ficarrotta, solo per citarne alcune - stretto intorno a una personalità sorprendente nella sua normalità che ci riconsegna un uomo eroico e fragile, ma sempre giusto. "Ho sempre accettato, più che il rischio, quali sono le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto, ad un certo punto della mia vita, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall'inizio che dovevo correre questi pericoli. La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi, come viene ritenuto, in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla sensazione o financo, vorrei dire, dalla certezza che tutto questo può costarci caro". Paolo Borsellino, luglio 1992
Attraverso le storie di tante persone, ma soprattutto attraverso se stessa, Annalisa racconta il dolore e gli errori, l'elaborazione del lutto e la forza. Un successo di tutti e per tutti. Annalisa è in macchina, di ritorno da Lione, dove ha vissuto il suo più grande successo sportivo dopo le olimpiadi. Sta affrontando una crisi, personale e di coppia. Un simbolico viaggio durante il quale comprende la fine del suo matrimonio, non solo nell'esaurirsi del legame emotivo, ma anche nella necessità di staccarsi completamente da quella vita per ricostruirsi e cercare la gioia che si è accorta mancarle totalmente. Da questa immagine, da questo forte dolore, inizia per Annalisa un viaggio, un errare tra le vicende delle persone che incontra lungo il suo cammino professionale e personale. Cinque storie che si intrecciano con la sua personale rinascita, passata necessariamente attraverso le fasi di elaborazione del lutto.
Giovanni Falcone non era un eroe, ma un uomo vero, retto, sorridente, coraggioso e prudente. Spesso sfiancato dalla responsabilità e dall'incomprensione, disposto però a offrire sempre tutto di sé, per un ideale. A venticinque anni dalla strage di Capaci, la sorella Maria con Monica Mondo rilegge l'album dei ricordi: l'infanzia con i fratelli, la famiglia e gli insegnamenti, la Palermo in cui sono cresciuti, gli incontri e le amicizie, le gioie e i dolori. Il ricordo non appartiene solo al passato, è lo strumento per capire il presente, per trasformare il timore in ricerca di giustizia, per non ridurre un uomo al ruolo di sola icona, piuttosto per ribadirne legami, affetti, ideali e passioni. Il corpo fa l'uomo mortale, le idee lo consegnano alla storia. Gli ideali di Giovanni Falcone restano, bandiera delle quotidiane lotte per lo stato di diritto.
Tra i tanti imprevedibili investigatori usciti dalla penna di Gilbert K. Chesterton, forse nessuno eguaglia per eccentricità e gusto del paradosso il protagonista di questo libro. Gabriel Gale, pittore e poeta, ama camminare sulle mani e per sua ammissione è sempre in bilico tra sanità e follia. Lo confessa lui stesso: ha pensieri simili a quelli dei pazzi «perché anche io posso fare i viaggi assurdi di certe menti deliranti, e mi immedesimo, si può dire, nel loro amore per la libertà», ma insieme è diverso «perché, grazie a Dio, di solito riesco a ritrovare la mia strada di casa. Il pazzo è colui che perde la strada e non riesce a ritornare indietro». Gabriel Gale è il grimaldello che fa saltare le regole della logica e della buona società, un eccentrico artista capace di mettere a nudo le follie più nascoste e spesso criminali di chi gli sta di fronte, in questi otto racconti - quasi otto capitoli di un romanzo.
L'uomo che sapeva troppo è stato pubblicato da Chesterton nel 1922 ed è costruito attorno a due uomini agli antipodi che si trovano a indagare insieme su crimini e misteri dell'alta società inglese. Da un lato l'entusiasta giornalista Harold March, «abbastanza giovane da conoscere i politici, e non solo provare a dimenticarseli tutti», dall'altro Horne Fisher, «l'uomo che sapeva troppo», cresciuto a contatto con la classe dirigente, parente di mezzo governo della Corona, un uomo disilluso e annoiato, sempre sul punto di addormentarsi perché nulla sembra interessarlo. Lui, infatti, non si stupisce mai: «Sa già troppo». Tra politica, crimini e spionaggio, però, anche Fisher troverà una scintilla di entusiasmo, la leva che lo porterà a scoprire quel poco che ancora non sa.
Questo libro è la storia di una vita fuori dagli schemi. Anzi, di una vita "sulle ruote". Non quelle di un'auto, o di una bicicletta da corsa. Quelle di una carrozzella. Una carrozzella a motore, per la precisione. Una carrozzella di nome Herbie, come il maggiolino tutto matto, che è uno dei film preferiti di Matteo. Matteo è un ragazzo di vent'anni. Ma è anche la prova vivente che il mondo visto da una sedia a rotelle non è poi tanto diverso da quello di chi sta in piedi. A fare la differenza è l'ironia di Matteo, la sua curiosità, la capacità di scherzare su tutto - perfino sulla disabilità. La sua storia, raccontata in prima persona, sottoforma di viaggio... in ascensore, permette di tuffarsi in questo mondo, tra parenti eccezionali, volontari imprevedibili, amici un po' "normali" e un po' matti, ma anche insegnanti, tutor e allenatori capaci di trasmettere tutta la loro passione nel lavoro che fanno. MP3. Sulle ruote me la rido è l'autobiografia di un ragazzo che, nonostante la sua patologia - tetraparesi spastica, conseguenza di un parto gravemente prematuro - ci dimostra che è possibile vivere una vita normale e specialissima assieme. Una vita che è tutta un susseguirsi di "se" che lasciano il segno. A partire da quello fatidico del 30 aprile 1995: cosa sarebbe successo se mamma e papà non si fossero messi in auto, nel cuore della notte, senza sapere che con loro tra poco ci sarebbe stato anche Matteo?
Pio La Torre è stato l'unico parlamentare della Repubblica ucciso dalla mafia mentre era ancora in carica. A trentacinque anni dalla sua morte, avvenuta il 30 aprile 1982, i suoi due figli, Franco e Filippo, raccontano l'eccezionale normalità di un eroe che non ha mai voluto diventare un eroe, l'umanità di un uomo e di un padre ancora scomodo, che interroga ciascuno di noi, chiedendoci fino a dove siamo disposti a metterci in gioco per vivere davvero le nostre battaglie. «Il motivo per cui nostro padre poté fare quello che fece sta proprio in questa identificazione totale e piena con le sue battaglie. Oggi come allora queste parole possono sembrare retoriche eppure non lo sono. Pochi hanno avuto e hanno la credibilità per pronunciarle, pochi possono davvero dire "Io sono la mia battaglia"».
"Lo scandalo di padre Brown" è stato pubblicato da Gilbert Keith Chesterton nel 1935 ed è la sua ultima raccolta di racconti gialli sul più famoso prete investigatore della letteratura. Nei nuovi casi dell'eccentrico sacerdote inglese tornano i furti, gli assassini, le maledizioni, i veleni e le imprevedibili macchinazioni che rendono uniche le sue vicende. E torna anche, nell'ultimo racconto, come per un regalo finale, il vecchio e caro amico di padre Brown, quel Flambeau che da ladro è diventato investigatore, e che ancora una volta accompagnerà il sacerdote in una sorprendente avventura. Ma è bene partire dal principio, da quel caso che sollevò un vero scandalo e che mise padre Brown in cattiva luce agli occhi del mondo. Al centro di tutta la vicenda c'era una bellissima donna...
Un prof. Un sogno. Una scatola bianca. Gli studenti, la passione educativa, un diario personale, tanto divertimento. Questi, se ben dosati come in una pozione, possono essere gli ingredienti per fare di un anno scolastico un tempo speciale, persino magico e creativo. Nel pentolone si mescolano sapientemente la vita del prof. e quella degli studenti, il desiderio di far toccare il cielo con un dito attraverso l'affezione allo studio e la fatica quotidiana dello stare sui libri, la consapevolezza di svolgere una delle professioni più belle al mondo e la difficoltà di entrare nel vissuto degli adolescenti. Il tutto con più di un pizzico di Letteratura di ieri e di oggi insieme a una goccia di cinematografia.
Il 2 marzo 2011 veniva ucciso Shahbaz Bhatti, Ministro pakistano per le minoranze religiose, figura fondamentale per il dialogo interreligioso mondiale. Il fratello Paul, che da anni aveva abbandonato il Pakistan e aveva sempre cercato di convincere Shahbaz a cercare una vita più tranquilla e senza pericoli, decide di proseguire la sua missione ritornando in patria. Prendendo il posto di Shahbaz, Paul si ritrova a conoscere aspetti della vita del fratello che prima ignorava: entra emotivamente in quella missione che, precedentemente, non aveva capito fino in fondo e che diventerà anche la sua missione. Le vite di due fratelli raccontate non dal punto di vista pubblico ma privato. La missione sincera di chi ha dato voce ad un ideale di giustizia.
"L'incredulità di padre Brown" segna il grande ritorno dell'acuto e goffo pretino nato dalla penna di G.K. Chesterton. La raccolta viene pubblicata per la prima volta nel 1926, dodici anni dopo la precedente, quando il mondo è cambiato, devastato dalla prima guerra mondiale, e padre Brown si trova a fare i conti con la propria fama diffusasi per colpa di un giornalista intraprendente che ha pubblicato le sue storie su alcune riviste americane. Padre Brown, ormai famoso, in otto racconti sorprendenti dovrà scoprire cosa si nasconde dietro una serie di crimini che - tra miracoli, oracoli, maledizioni e perfino resurrezioni - sembrano poter avere solo una spiegazione soprannaturale. Sarà lui, invece, con la sua "incredulità", a smascherarne l'origine molto, molto umana...
Pubblicata nel 1927, "Il segreto di padre Brown" è la quarta raccolta dei racconti sul famoso prete investigatore di Gilbert K. Chesterton. L'amico Flambeau ha ormai lasciato le scene, sia come criminale sia come investigatore, per ritirarsi al caldo della Spagna e godere di una vita semplice e famigliare. Padre Brown gli fa però visita e, davanti a un buon bicchiere di vino, racconta le sue ultime avventure, tutte ambientate in Inghilterra. Sono otto indagini diverse e sorprendenti, tra misteriosi personaggi orientali e cadenti castelli della Scozia, magistrati assassinati e fantasmi che si affacciano alle finestre. Ma, soprattutto, il prete investigatore spiegherà per la prima volta il suo metodo di indagine, tanto particolare e misterioso da aver fatto sorgere in molti suoi estimatori l'idea che sotto la tonaca nera si nasconda un vero e proprio mago...
La saggezza di padre Brown, pubblicata per la prima volta nel 1914, segna il ritorno del piccolo prete dell'Essex, un goffo omino con la faccia rotonda e l'espressione assente, ancora impegnato a risolvere misteri, spesso con l'aiuto dell'amico ed ex criminale Flambeau. In questa seconda raccolta, padre Brown non limita le sue esperienze all'Inghilterra, ma lo troviamo impegnato in Francia, al centro di in un caso di spionaggio internazionale, in Germania, dove affronterà un enigma di portata storica, e in Italia. Chesterton, che amava molto l'Italia e che nel corso della sua vita vi tornò più volte, mette padre Brown a confronto col più famoso dei briganti del Meridione, capace di attirarlo, insieme a una nutrita comitiva, nel suo covo: il paradiso dei ladri. Come al solito, però, la vicenda finirà in modo del tutto inaspettato...
A Erica viene diagnosticato un tumore: questo l'inizio del libro e di una vicenda che sarebbe come tante, se non si manifestasse sostenuta, quotidianamente, dalla fede. Fede in Dio, innanzitutto, ma anche fiducia nel proprio nucleo familiare, che si stringe attorno alla mamma e moglie e che, con lei, esprime in queste pagine un cammino di speranza e di riflessione. Lungo le pagine che Erica ci consegna, emerge un desiderio profondo e condiviso di continuare a stare nella vita con un sorriso, nonostante la fatica e il dolore, nonostante i momenti difficili. Come in un coro, accanto alla voce dell'autrice di questo piccolo e profondo "diario spirituale", ecco dunque manifestarsi tutte le domande, i dubbi, le angosce e le speranze di lei e dei componenti della sua famiglia (il marito Davide e i tre figli) che sempre, in questi casi, sono i primi a dover condividere il dramma della malattia. La porta gialla - quell'uscio di fronte al quale Erica accoglie il referto medico - diventa allora l'immagine di una soglia che conduce a una vita mutata dal dolore; e che diventa occasione non per disperare, ma per riscoprire una nuova prospettiva personale, familiare, amicale. E, soprattutto, per meditare in modo consapevole sul senso profondo del credere in famiglia. Un piccolo dono fatto a ogni lettore.
Padre Brown è alla sua prima apparizione e, oltre a risolvere alcuni casi che vedono per protagonista Flambeau, il ladro più famoso d?Europa, riesce a convincere quest?ultimo a cambiare vita. Ma anche quando Flambeau diventa investigatore privato, pur potendosi avvalere di una vasta esperienza nel campo del crimine, avrà sempre bisogno dei consigli e dell?astuzia di padre Brown, che ha dalla sua una profonda conoscenza del genere umano, delle sue debolezze e delle sue potenzialità. Ne nascono dodici racconti divertenti e appassionanti, capaci di sorprendere il lettore e di tenerlo incollato alla pagina, in una vera galleria di personaggi indimenticabili, come il sacerdote neo-pagano devoto ad Apollo, il saltimbanco che ha fatto fortuna costruendo maggiordomi meccanici, lo scrittore che vive con un santone indiano in una casa-serra alla periferia di Londra, il principe che si è ritirato in una piccola isola sul Tamigi dopo una vita avventurosa?
Immaginate di approdare in un'isoletta sperduta nell'Oceano della quale non conoscete assolutamente nulla: non la lingua, non le usanze e la geografia. Quale sarebbe la prima cosa che fareste al vostro arrivo se non procurarvi una guida? Quella che avete tra la mani è proprio una guida a un'isoletta sconosciuta ai più, l'Isola di noi, il paese dell'autismo, dove i normotipi non sanno come orientarsi e hanno tutto da imparare. Ma come è fatta quest'isola? Ci sono un attracco per i traghetti, l'ospedale e una clinica per curare quelli che non sono autistici; il grande distretto scolastico; il parlamento; la Tempo Libero Corporation, la più grande azienda dell'isola; il monastero che sta su una montagna alle spalle della città; il "Me La Spasso", un borgo dei divertimenti costruito sotto un bosco; il Parco dei Sospiri d'Amore dove le coppiette si appartano e naturalmente, per spostarsi, c'è la metropolitana. Rovesciando ogni stereotipo, Federico De Rosa firma la prima guida per normodotati a un mondo a misura di autistici.
Quando Ludovico Buonarroti mise il piccolo Michelangelo a balia dalla moglie di uno scalpellino non poteva certo immaginare che il figlio sarebbe diventato uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Un romanzo storico in cui Beatrice Buscaroli fa incontrare al lettore un Michelangelo avanti negli anni che - incoraggiato dal giovane nipote - racconta di Lorenzo il Magnifico e del Giardino di via Larga, di Angelo Poliziano e Girolamo Savonarola. A metà strada tra il romanzo storico e il memoir, la figura di Michelangelo emerge in tutta la sua grandezza e con altrettanta forza sono tratteggiati tutti i personaggi con i quali incrocia la sua esistenza, come Domenico Ghirlandaio il mastro invidioso - o Pietro Torrigiano - il rivale rissoso - che con un pugno deformò irrimediabilmente il naso di Buonarroti.
Chi era davvero Ildegarda di Bingen, esperta di cure con le erbe, mistica, musicista e veemente fustigatrice di vescovi? E cosa c'è nel mistero di un ragazzo scomunicato sepolto in terra consacrata? Con uno stile chiaro e vivace l'autrice ci porta nel cuore del Medioevo e di una donna tra le più autorevoli, amate e discusse della storia. Un romanzo che unisce la forza della ricostruzione di figure e ambienti con la finezza della indagine psicologica. Due sorelle in un mondo convulso di lotte per il potere, di dispute, di pericoli. Un ritratto memorabile di una santa dai tratti antichi e moderni. E che continua a stupire, a inquietare e a interrogare.
"Gli sono stati dati molti anni in dono. Una lunga vita gli era stata predetta da quell'uomo strano, che aveva seguito e aveva imparato a vedere come il Messia. Aveva appoggiato la testa al suo petto. Lo aveva visto gridare sulla croce, aveva avuto in consegna sua madre. E aveva ripiegato i lini dentro al sepolcro vuoto. La figura di Giovanni, il discepolo amato, è qui raccontata senza pudore da una donna dei nostri tempi, in cerca di comprendere il segreto del cristianesimo. Come mai un piccolo evento che ha toccato un pugno di uomini ha attraversato il mondo e la storia, trascinando folle di persone? Cosa scriveva Giovanni a Maria, sua nuova madre? E Dio è padre e anche madre? Cosa ha pensato alla fine della sua lunga vita questo uomo che ha visto decapitare il fratello e finire lontani i suoi amici? La vicenda di uno degli uomini più importanti e misteriosi della storia." (Davide Rondoni)
La sua era una vita tranquilla: lo studio, la ragazza, gli amici, e la tesi di laurea da scrivere senza troppa fatica. Poi la prof. pronuncia un nome strano, mai sentito prima: Padre Michele Piccirillo, un nome che dà il via a un'incredibile avventura sulle tracce di un cercatore di pietre antiche. Un viaggio sorprendente tra figure misteriose, nuovi amici e fantasmi che emergono dal passato. Luca si ritrova a fare i conti con storie millenarie, dubbi, depistaggi, colpi di scena, e con un uomo che ha saputo unire scienza, passione e mistero.
Sarà per disperazione, ma quando viene licenziato Matteo Maggi si lascia attirare da una strana avventura: intraprendere un viaggio che lo porta dalla grande Milano a un piccolo centro dell'Irpinia. La sua missione? Raccontare Teresa Manganiello, una beata vissuta a metà Ottocento e di cui non sa assolutamente nulla. Matteo, sulle tracce di una donna che ha vissuto ai margini, si mette in gioco con tutte le sue debolezze. Cosa può insegnare a lui - e a noi - una povera analfabeta?
Mary amava i cavalli. E sapeva come trattarli. Nessuno sospetta che la santità vada a cercare, come una strana predatrice, una ragazza in una sperduta regione dell'Australia. Che vada in mezzo alla vita dura di una famiglia dove il padre è un ombra lontana e dove c'è bisogno di tutto, eccetto di una che si mette a insegnare ai piccoli senza distinguere tra nativi e emigrati, tra poveri e ricchi. Dicevano che beveva, conobbe la scomunica, ma Mary non fermò i suoi cavalli e le sue suore e, in una terra abbandonata dagli uomini e da Dio, portò avanti la sua missione. Una grande storia ambientata in un mondo lontano, dove più selvaggio sembra il vento e più intenso il sentimento che agita gli uomini. Lei, Mary discussa e fiera, è diventata la prima santa australiana.
Giulia è bella, colta e raffinata e appartiene a un'antica e nobile famiglia francese. Quando il padre, con il benestare di Napoleone, la invita a sposare un nobiluomo poco più grande di lei, Giulia non batte ciglio. Quell'uomo non è un nobile qualsiasi, ma Carlo Tancredi Falletti, marchese di Barolo e ciambellano di corte, di idee illuministe e dalla condotta integerrima. Un matrimonio combinato quindi, ma un matrimonio fra spiriti affini. Dalla loro residenza torinese passano Silvio Pellico, Cavour - amico di infanzia di Giulia -, Vittorio Alfieri ma soprattutto poveri, mendicanti, orfani e ammalati, ed è la stessa Giulia a servire i pasti caldi nella mensa allestita nell'androne del palazzo nobiliare. Ma non è sufficiente, mentre Carlo si occupa di sanità e istruzione, Giulia si prende cura delle "forzate" prostitute, ladre e assassine - rinchiuse in galera e insegna loro a leggere e scrivere e ottiene dal re l'incarico di sovrintendente alle carceri. Una vita, quella di Giulia, spesa interamente per gli ultimi, sorretta dalla fede e dall'amore di Dio, ma non è solo una donna tutto zelo e carità, insieme al marito si dedica anche alla produzione del miglior vino della regione, il Barolo, e introduce innovazioni che permettono l'incremento della produzione del vino e - con i ricavi - finanziano l'Opera Pia Barolo.
Nel 1996 Marina Ricci, all'epoca vaticanista del Tg5, viene mandata a Calcutta mentre Madre Teresa sta affrontando una grave malattia e molti pensano che sia prossima la sua morte. La giornalista, visita le realtà in cui le suore di Madre Teresa aiutano i bambini in difficoltà e conosce Govindo, un bambino gravemente malato che nessuna famiglia intende adottare. Marina sceglie invece di accoglierlo insieme a tutta la sua famiglia: inizia un percorso che cambierà la sua vita, quella di suo marito e dei suoi figli. Gogo, come tutti lo chiamano, soffre di una malattia degenerativa; non cammina e non cresce, ma questo non gli impedisce di amare ed essere amato dalla sua nuova famiglia e di andare oltre lo scetticismo dei medici che gli avevano dato pochi anni di vita. Gogo circondato dagli affetti, riempie di gioia mamma Marina, papà Tommaso e i suoi fratelli e nipoti fino al 5 novembre 2010 quando, a 18 anni appena compiuti, si spegne. Questo libro è una testimonianza del dono prezioso che è stato Govindo per la sua famiglia, e per chi, attraverso genitori fratelli e amici, lo ha conosciuto, magari anche per pochi minuti.
1483. Luigi XI, re di Francia, si ammala. Il suo medico personale si affanna inutilmente, ma le speranze di guarigione sono poche. Alle orecchie del sovrano, però, arriva la notizia di un frate calabrese, un uomo singolare capace di miracoli incredibili: che possa guarire anche il sovrano? Francesco di Paola, il pio uomo, pur riluttante, lascia le sue terre e intraprende un lungo viaggio che, per terra e per mare, lo condurrà alla corte del re. È l'occasione per operare nuovi e meravigliosi miracoli durante tutto il tragitto: il re non può che sperare in una guarigione.
Si ride, ci si commuove, si resta stupiti di fronte al pezzo di storia che qui viene raccontata. Un fatto oscuro, dentro una vicenda di tanta bontà e di tanta luce. Ettore, il fratello dei barboni di Milano, era un uomo che trascinava e non aveva paura di nulla, o almeno così sembrava. Ma ha conosciuto la prova, la fatica, l'incomprensione. Gli uomini buoni passano in mezzo a mille difficoltà, a volte allo scandalo. La loro vita veramente esagerata è chiamata a mischiarsi in faccende imprevedibili. Fant racconta con brio che tiene inchiodato il lettore questa storia di bene, di ferocia, di domande. E ci porta in un mondo dove le cose appaiono diverse, seguendo una bambina, il suo strano padre e uno che non aveva paura di sporcarsi le mani coi meno raccomandabili...
Marietta ci conquista subito. I tratti semplici e vividi con cui Picca ci disegna davanti agli occhi quella famiglia, quella situazione, e anche il fiore nero della tragedia, ci portano in realtà più dentro noi stessi e il nostro presente. Non è il racconto di una Italia esotica, passata, favolistica. È lì, appena si scrosta qualche pailettes, qualche trucco un po' pesante, qualche manifesto o titolo di giornale. È lì con tutta la sua grazia e la sua brutalità. Con tutto il dramma che nei corpi delle ragazzine si manifesta come strano show dell'epoca nostra. Come dramma tra cupidigia, possesso e contemplazione.
Marietta non è ieri. È nei nostri occhi, se sappiamo guardare come lo scrittore ha saputo fare. Rimettendoci davanti a qualcosa di noi. Come sempre, infatti, sono due le cose che ci invitano con più forza a guardare la nostra vita con sguardo nuovo: l'arte e la santità.
Il Cairo all'inizio del Novecento è una città gigantesca, un dedalo di strade e mercati. Fasti antichi e miserie moderne si incrociano. Perché quella giovane donna italiana è finita laggiù a raccogliere bambini morenti e a liberare donne dagli harem? Una storia che nei giorni che stiamo vivendo è tornata di tremenda attualità. C'è un segreto nella vita di Caterina. L'autrice accosta il mistero di questa donna italiana che fu rifugio per tante donne arabe. E scava nel suo segreto e nel segreto di una storia di carità e di violenze, di delicatissime attenzioni e di tentativi di incontro tra culture e fedi. I rubaparadiso, bambini raccolti per farli almeno morire degnamente e le ragazze vendute agli harem, sono i protagonisti di una storia finora sconosciuta e appassionante. Insieme alla vita semplice e segreta di Caterina.
A Siviglia c’è un segreto. Chi era l’uomo che fu don Giovanni? Cosa cercava il collezionista di amori, di baci, di appuntamenti ? È esistita veramente la figura che ha ispirato nei secoli tante opere, da Tirso de Molina a Mozart, a tanti autori recenti? Il protagonista del romanzo – un giovane uomo dei nostri giorni – si mette sulla strada di don Giovanni per comprendere e per vedere cosa ha da dire quella figura misteriosa alla sua vita e al suo amore. È mosso da una ferita, da un trauma e da una domanda. Un viaggio che ci porta nella storia e nei personaggi di quella grande capitale nobile e commerciale dell’immenso Regno di Spagna, in un teatro fastoso e oscuro di amore e morte. Al centro la figura di Miguel Mañara, cavaliere focoso e protagonista di una vicenda speciale, di una vita esagerata. Intorno a lui una scena di personaggi pieni di luce e di ombre, modernissimi e antichi. Una storia ricca di colpi di scena, di una umanità profonda e appassionata, attraversata dal dramma di sempre: cosa è amare?
Cosa arde nel segreto di una ragazza normale? E se i suoi desideri, le contraddizioni, le speranze, si incrociano con il fuoco tremendo della storia? Chi è veramente Etty? E cosa sta cercando? I suoi diari hanno rivelato una personalità inquieta e lucente, le sue parole hanno attraversato l'orrore e hanno toccato milioni di cuori. Ma lei, lei chi è? Come vive, come guarda, come ama?
L'autrice la sorprende mentre cammina, nelle sue scoperte, nei suoi turbamenti, nei rapporti che la segnano. Emergono i tratti e gli eventi minimi ed eccezionali di una ragazza che abita la normalità con una forte domanda di vita intensa. Come se si stesse preparando a un grande destino. E quando il destino arriva lei, ragazza normale, è pronta per rivelarsi la protagonista di una grande storia.
3 agosto 2014: i guerriglieri dell'ISIS attaccano e conquistano Sinjar. Quel giorno Hana, giovane infermiera di religione yazida, si trova in città per fare visita alla sua famiglia. Per lei, come per tutti gli appartenenti alla minoranza yazida, è l'inizio di un incubo: il fratello e la madre di Hana vengono uccisi, lei e Wafa, sua sorella, sono vendute come schiave. Dopo aver subito innumerevoli abusi e sevizie, Hana riesce a sfuggire al suo aguzzino e a rifugiarsi a Duhok dove riprende il suo lavoro di infermiera nel campo profughi di Khanke e cercam faticosamente, di ritrovare uno spiraglio di normalità. Il romanzo di Claudia Ryan nasce del suo soggiorno in Kurdistan e dall'ascolto di tante donne che sono passate attraverso orrori indicibili. La voce di Hana è la loro voce, la sua storia vuol raccontare le loro storie.
«Non sono una madre. Sono un sacerdote. Sono un padre. Padre Maurizio. Ma di madri piangere sui propri figli ne ho viste tante. Troppe». Così scrive don Maurizio Patriciello, sacerdote simbolo della lotta contro la Camorra e i reati ambientali nella Terra dei Fuochi. E proprio insieme alle madri di questa terra bellissima e martoriata da fumi e veleni, don Maurizio ha scritto questo libro che racconta le storie dei bambini e dei ragazzi morti di cancro, o meglio uccisi dai camorristi, «dai colletti bianchi insozzati e dei politici corrotti, collusi, ignavi». Una Spoon River della Terra dei Fuochi per - sottolinea Giuseppe Fiorello nella Prefazione - non «dimenticare il sacrificio di chi avrebbe dovuto avere il diritto di vivere la vita in totale libertà e gioia: i bambini» e fare da monito a quanti perseverano nella loro opera di devastazione e a quanti avrebbero dovuto vigilare e non lo hanno fatto. A raccontare le loro storie in prima persona sono le donne, madri e mogli, che hanno trovato la forza di reagire al dolore e di «cambiare la loro sofferenza in amore, fondando l'associazione onlus Noi genitori di tutti con la quale sono accanto, sia umanamente che materialmente, alle famiglie che cominciano a vivere il loro stesso calvario».
Beppe e Mario sono due ragazzini con la passione per il calcio. Beppe gioca nelle giovanili dell'Alzano Virescit, Mario nella prestigiosa cantera dell'Atalanta. Beppe e Mario sono amici e si sfidano spesso sul rettangolo verde. Passano gli anni e Beppe finisce a giocare nei dilettanti, lascia il calcio e infine la naturale irrequietezza lo porta a laurearsi in filosofia. Mario invece ha dalla sua maggior talento e determinazione nello sfondare; è il capitano della primavera dell'Atalanta e una giovane promessa dalla nazionale, ma a discapito delle apparenze la sua non è una vita facile: in pochi anni ha perso la madre, il padre e il fratello e si è ritrovato da solo a prendersi cura della sorella Maria Carla, affetta da una grave disabilità. Beppe e Mario non si perdono mai veramente di vista, e quando il primo entra in seminario, il secondo va a trovarlo e i due si ritrovano a condividere inquietudini e dubbi, a parlare di fede e del senso della vita. Il 14 aprile 2012 accade l'inaspettato, durante la partita Pescara - Livorno, Mario si accascia al suolo e, nonostante la corsa in ospedale, muore a soli 25 anni. Il dolore di Beppe è enorme, e anche il mondo del calcio è sotto shock. È trascorso qualche anno, Beppe porta sempre il ricordo e l'esempio dell'amico nel cuore. La sua vita è cambiata, il Cammino di Santiago gli ha fatto comprendere che la sua vocazione non è il sacerdozio, gli ha donato Maria Paula e lo ha riportato sui campi da gioco, ad allenare ed educare i ragazzi.
Il Corano: tutti ne parlano, ma chi lo conosce veramente? Questo libro rivela al grande pubblico un Corano misconosciuto, spesso poco conosciuto persino dagli stessi musulmani. Con metodo e con chiarezza, Rachid Benzine mette alla portata di tutti gli strumenti necessari per leggerlo e per capirlo. Come si è prodotta la rivelazione coranica? In quale società è apparso il Corano? A chi si rivolge? Chi era Maometto? Come è successo che la predicazione orale dei primi tempi sia diventata il libro a cui oggi fanno riferimento più di un miliardo di nostri contemporanei? Quali insegnamenti propone il Corano? Quali punti ha in comune con la Bibbia? Per quale motivo ha qualcosa da dirci? Un libro per scoprire come il Corano è diventato, fin da quando è apparso nella storia, una fonte di ispirazione spirituale e di trasformazione sociale.
Il tasso di natalità in Occidente è sempre più basso e l'Italia non fa eccezione, ma d'altra parte, come si fa a metter su famiglia oggi, con tutte le difficoltà economiche e sociali? Senza contare le notti insonni, le pappette, i pannolini... e poi, ne vale davvero le pena? Forse prima di rispondere a queste domande è il caso di fare un salto in casa Leoni: dodici persone in tutto, due genitori e dieci figli. Questo libro racconta la loro storia ed è una terapia d'urto per chi a far famiglia proprio non ci pensa, una bella spintarella per chi è indeciso e un lungo elenco di conferme per chi già ne tiene una. Certo, Luca e Anna Maria sono stati un po' incoscienti, lo riconoscono, ma hanno guardato con fiducia al futuro e a loro piace definirsi "rivoluzionari". Insieme ai loro figli hanno fatto della parola "condivisione" un marchio di fabbrica e, tutti insieme, sono riusciti a superare le infinite difficoltà che negli anni si sono presentate. In queste pagine troverete la loro storia, dal rischio di finire senza una lira a quando sono arrivati in tv insieme a Maradona, tra giorni ordinari e giorni speciali, tra sorelle e fratelli, tra mamma e babbo. Una storia che hanno scritto così come l'hanno vissuta: tutti insieme.
A distanza di un anno dalla sua scomparsa, "Gianluca Firetti, santo della porta" accanto, racconta di come Gian sia entrato nelle vite di tante persone, soprattutto dei più giovani, delle mamme e dei papà e - come infinite e-mail testimoniano - delle meraviglie che il suo esempio genera nei cuori. Gian non è morto disperato, ma affidato. Non se n'è andato sbattendo la porta, ma incamminandosi. Non ha chiuso l'esistenza imprecando per un buio che non si meritava, ma desiderando un incontro con la Luce del mondo, appena contemplata nella gioia del Natale. Quella di Gian, umanamente, è una storia di dolore. Evangelicamente, una storia di grazia e di bellezza. A soli vent'anni ha dimostrato che si può essere abitati da Dio e dagli uomini. È possibile farsi amare e amare. Gian è uno squarcio della vita di Dio. In questo sta la sua santità vera, nell'essere riflesso, rimando, segno eloquente.
Lui è l'ateo, veste alla moda, frequenta le discoteche e non si capisce bene cosa ci faccia, in una comunità religiosa. Lei è la brava ragazza di chiesa, tutta studio, casa e tranquillità. Ma i ruoli non sono quelli di un copione: la storia d'amore di Luigi e Susanna è una storia vera. C'è l'innamoramento, poi il fidanzamento, infine il matrimonio e la nascita di due bambine. Con tutte le difficoltà e le gioie che tali momenti comportano. E vera è anche la malattia di Luigi: un meningioma al cervello che, nonostante i numerosi interventi e le terapie, si ripresenta puntualmente. In questo libro si ride tanto e si piange tanto, ci avvisa la prefazione. E solo a poco a poco ci accorgiamo che i ruoli che credevamo di conoscere stanno cambiando: è Luigi l'ateo, mentre il suo corpo lentamente si spegne, a capire che la sofferenza ha un senso quando è offerta, mentre sua moglie Susanna, brava ragazza di chiesa, scoprirà una fede molto diversa da quella che ha sempre dato per scontata.
La tratta di esseri umani è la peggiore schiavitù del XXI secolo e riguarda il mondo intero. In Italia i nuovi schiavi sono le ragazze costrette a prostituirsi in strada o nei centri massaggi, gli uomini obbligati a lavorare nei campi sino a 14 ore per pochi spiccioli, i bambini forzati a mendicare o le madri che cercano di mantenere i figli lasciati a casa accettando lavori in condizioni servili. Allargando un poco lo sguardo, i nuovi schiavi sono i bambini venduti dai terroristi in Medio Oriente; uomini e minori costretti a lavorare in condizioni subumane nelle miniere dell'America Latina o i bambini-soldato dell'Africa. E sono moltissimi altri, sino a raggiungere le nuove frontiere dello sfruttamento, che vanno dalle gravidanze surrogate alle spose-bambine. I nuovi schiavi hanno in comune le situazioni di estrema vulnerabilità da cui provengono: guerre, povertà, diseguaglianze, corruzione, violenze e persecuzioni. Ma anche l'incapacità - o la non volontà - dei governi locali e delle istituzioni internazionali di affrontare il fenomeno. Non si tratta infatti solo di perseguire i criminali, ma anche di agire sulle cause che obbligano milioni di persone a lasciare le loro case, spingendole spesso nelle reti dei trafficanti; e sulla domanda, soprattutto di lavoro servile o di sesso a pagamento, in continua crescita nei Paesi più sviluppati. Un reportage che racconta tutte le verità sulla tratta di esseri umani e le nuove schiavitù del XXI secolo.
Con uno stile che colpisce per la schiettezza e la trasparenza, Mario Melazzini ripercorre la sua personale esperienza nella lotta contro la SLA. Da quando i sintomi della malattia si fanno presenti con i primi segnali, a quando la malattia si trasforma in un'alleata per tutelare quanti ne sono affetti e per provocare riflessioni sul significato della vita, sui concetti di normalità e malattia, sull'impegno dello Stato accanto a chi è indebolito dalla prova. Un percorso che intreccia silenzi imposti e necessari, lotte interiori ed esteriori, relazioni infrante e ritrovate. Il lettore non riesce a chiudere questo libro senza custodire qualche interrogativo nel cuore per crescere insieme all'autore e ai malati di SLA.
«Ho letto che i bambini trisomici, con sindrome di Down, possono essere addestrati. Dopo la reazione di rabbia, ho pensato a quello che tutti i genitori fanno, quando viene confermata loro la diagnosi di trisomia: navigano in internet e bevono come spugne tutto quello che trovano sulla condizione genetica del figlio. A me e a quei genitori dico: non pensare a tuo figlio come un qualcuno da addestrare, ma da educare. Fidati di te stesso, fidati di tuo figlio, fidati di Dio. E sai che mi/
ti dico? Effettivamente qualcuno sarà addestrato: ma sarai tu! Tuo figlio ti stregherà».
Annalisa Sereni, classe 1969, è medico per lavoro e per vocazione. È sposata da ventitré anni con Marco e ha sette figli, di cui l’ultimo con sindrome di Down. Da qualche anno scrive un blog (ciughini.blogspot.it) in cui racconta come la vita riescasempre a sorprenderla positivamente, persino quando le sorprese non sembrano tanto belle. Le piace scrivere ma non cucinare, anche se i suoi figli preferirebbero l’inverso! Questo è il suo primo libro, che non sarebbe nato senza la supervisione di sua sorella Maurizia.
Michele Casella è nato a Caserta nel 1981. È un giovane autore, attore e regista. Laureato in Lettere Classiche presso l’Università Federico II di Napoli, si è formato artisticamente studiando recitazione e regia, approfondendo gli studi di teatro e laboratori per l’infanzia. Nell’ambito musicale è stato referente artistico della compilation per l’Africa Guarda
le mie mani con A. Ruggiero, Nomadi, Ron, A. Minetti, Povia, M. Nava, A. Minghi e altri (Periodici San Paolo, 2010). Ha collaborato, fra gli altri, con Claudia Koll, Marco Frisina, Piero Castellacci. Nel 2009 ha pubblicato Il viaggio del Girasole spettacolo teatrale musicale (Paoline).
È l’ultima domenica di novembre e come vuole la tradizione, il vecchio
zio Peppe, napoletano d’altri tempi, si appresta a fare ’O Presepio. Con l’aiuto di Gennarino, un ragazzino di undici anni, e continuamente interrotto dagli inopportuni e divertenti commenti della moglie Luisella, zio Peppe dà via al rito dello scartocciamento, spiegando al ragazzo il significato di ogni statuina e di ogni elemento del presepe.
Nello stile della migliore commedia napoletana, Gennaro Matino ambienta il racconto in un umile basso di un qualunque quartiere popolare e dà
vita – attraverso il dialogo tra i tre personaggi – ai veri protagonisti: le statuine del presepe che nel corso dei secoli hanno narrato il miracolo della Santa notte, fissandola attraverso le immagini nella storia dell’umanità.
Gennaro Matino (Napoli 1956)
è parroco e docente di teologia pastorale nella sua città. Insegna Storia del cristianesimo presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Editorialista de Il Mattino e collaboratore di Avvenire, ha scritto su varie testate e diverse riviste pastorali. Ha vinto il premio Elsa Morante ragazzi 2007 con Angelo per un giorno (Feltrinelli). Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Economia della crisi. Il bene dell’uomo contro la dittatura dello spread (2012); Come Tommaso. Parabole della fede (2012); Seguimi! Il vangelo dell’amore. Anno C (2012); Tenerezza di Parola. Riflessioni per la vita dai libri dei Proverbi, dei Salmi e della Sapienza (2013); Seguimi! Il Vangelo della gioia. Domeniche e feste. Anno A - Matteo (2013). Con Erri De Luca: Mestieri all’aria aperta (2004); Sottosopra (20072); Almeno 5 (2008). Con Blasco Pisapia: Il pastore della meraviglia a fumetti (2011).
Clelia e Diego. Lei è la maestrina seria e un po' noiosa, lui è l'esperto di marketing che si accompagna a una donna diversa ogni weekend: basta una strana notte e i due si troveranno uniti a fronteggiare l'inaspettato. Inaspettato è quel bambino che cresce nella pancia di Clelia e che lei non vuole; inaspettato è il mondo di Diego che frana come un castello di carte; inaspettati sono i misteri che la gravidanza scoperchia, tra stramberie e problemi di amici e famigliari. Inaspettata è la vita che cambia senza che tu sia pronto, e chissà che alla fine non abbia ragione lei. Con un intreccio di vicende ad alto contenuto emotivo e di situazioni divertenti, l'esordio di Nicola D'Attilio è un romanzo, leggero e profondo a un tempo, sull'amicizia e la famiglia; un manuale su come stare uniti e costruire la perfetta famiglia imperfetta
Chiara è una bambina con paralisi cerebrale infantile di tipo tetraplegico e con una forma di epilessia (sindrome di Lennox-Gastaut). La sua malattia rientra tra quelle definite rare. Non parla, non si muove (un po' sgambetta), non può comunicare come dovrebbe o vorrebbe. Ascolta, ma non parla. Verseggia tanto. Ed è con questi pochi segnali che prova a comunicare. In una lunga notte insonne, il papà di Chiara interroga Dio: "Perché mi hai fatto un regalo rotto?". Il libro racconta questa storia di famiglia attraverso tre voci: la sua, voce di un padre che passa dall'iniziale senso di smarrimento alla determinata volontà di comprendere il modo di comunicare della sua bambina, che per quanto strano e di difficile interpretazione, esiste; le voci degli altri membri della famiglia; la voce di Chiara che racconta le cose con il suo punto di vista. Il risultato è che il regalo rotto resta rotto, ma il miracolo lo compie sulla famiglia: capire che l'unica cosa che conta è fare quello che si può fare, farlo con leggerezza e sorridere sempre. Una storia vera capace di commuovere e far ritrovare la speranza.
Parlare del dolore è difficile e drammatico. Rischia la retorica. E se fosse proprio chi soffre a condurre la riflessione? Allora la prospettiva cambia. Spaccato in due è l'alfabeto di Gianluca, un ragazzo di vent'anni che per due ha combattuto contro un sarcoma osseo, coinvolgendo nella sua lotta amici e compagni di scuola, trasformando, grazie alla fede, la sua e - soprattutto la loro vita. Gianluca è morto il 30 gennaio 2015, pochi giorni prima dell'uscita del suo libro, che ora resta per tutti come un messaggio di speranza.
"Non è vero che chi muore di cancro va all'Inferno... non è vero che la morte è la fine di tutto; e non è vero perché c'è stato in un attimo della mia vita un giardino pieno di camomilla fiorita, una sensazione di gioia e di gratitudine immensa verso chi mi aveva donato la vita e quell'attimo di vita." L'autore, medico milanese dell'Istituto dei tumori, scopre a quarant'anni, sposato con tre figli piccoli, di avere un tumore al rene. Lo svilupparsi della malattia, dopo un primo importante intervento chirurgico, gli garantisce, per usare le sue parole, "dieci anni di vita quasi normale", in una sorta di tregua armata che termina il 4 dicembre 1989, allorché l'ultima operazione svela l'inesorabile recrudescenza del male. "Mi trovo" scrive allora "di fronte a ciò che Leopardi chiama "l'apparir del vero", e che si potrebbe più prosaicamente definire l'esperienza della fragilità della vita". Questi dieci anni di vita quasi normale, e quello successivo, l'ultimo, sono attraversati dalla testimonianza che Antonio ha lasciato in lettere, scritti, appunti e un abbozzo di libro. La loro raccolta e pubblicazione, prima in forma "artigianale", ora in una nuova edizione rivolta al grande pubblico, racconta una reale esperienza di vittoria sulla fragilità della vita e sulla morte. Prefazione del cardinale Angelo Scola, vescovo di Milano.
Federico era un bambino speciale. Nato a Roma in una famiglia numerosa e felice, era bello e vivace, biondissimo, con i capelli ricci. Poi il buio. Federico ha iniziato a chiudersi in se stesso a causa di un forte disturbo che lo ha reso incapace di comprendere il mondo, di costruire relazioni con le persone che gli stavano intorno, di parlare con loro. I medici dicono "autismo", lui la chiama "prigione". Da adolescente, però, uno spiraglio si è aperto. Ha iniziato a scrivere con il suo computer e ha spinto fuori da quel buio parole, frasi, e poi pensieri e sentimenti. Ha scoperto l'amicizia, l'amore, la fede. Ancora oggi Federico non dice nulla, anche se a volte gli sfugge una parola o borbotta tra sé, ma lettera dopo lettera è riuscito a scrivere la sua storia in un libro che impressiona per profondità e lucidità. Oggi è un ragazzo speciale. Continua a vivere a Roma in una famiglia numerosa e felice, i suoi capelli si sono fatti castani e ha un sacco di progetti per il futuro.
Marius Oprea è un archeologo unico nel suo genere. Dissidente all'epoca di Ceaucescu e successivamente fondatore dell'Istituto per la ricerca sui crimini del comunismo, setaccia la Romania alla ricerca di storie mai dimenticate ma da decenni passate sotto silenzio, a testimonianza delle quali oggi resta poco. Restano le ossa di vittime assassinate dalla Securitate, la polizia politica rumena, e sepolte poco lontano dai villaggi come monito. Rimangono i resti dei vescovi e dei sacerdoti greco-ortodossi rinchiusi e martirizzati. Resta una storia della Romania quasi sconosciuta tutta da riscrivere. Dall'incontro di Oprea con Guido Barella sono nate un'amicizia e una stretta frequentazione, ma anche l'occasione per raccontare una storia profonda e avventurosa, che affonda le sue radici nella storia dell'Europa e della follia dei totalitarismi.
Verrebbe spontaneo considerare come "canto della Figlia di Sion" il "Magnificat", se qui non volessimo intendere qualcosa di molto più ampio, vale a dire la rivisitazione, nel cuore e nella mente della Vergine Maria, degli straordinari interventi dell'Altissimo sin dall'inizio dei tempi allorché, pensandola immacolata, la vide Madre del suo Figlio e Madre degli uomini. In concreto, è la riproposta della peregrinazione nella fede dell'"eccelsa Figlia di Sion", secondo la definizione del Concilio Vaticano II, che, sormontate prove, incertezze, sofferenze immani, raggiunse la piena chiarezza quando, il giorno di Pentecoste, anche su di lei si posò la luce dello Spirito Santo. Un libro denso di poesia e spiritualità.
La storia vera di David Reimer, nato maschio con il nome di Bruce, e diventato Brenda all'età di due anni quando, dopo una circoncisione sbagliata, i medici propongono ai genitori di reindirizzarlo verso un'esistenza da femmina, attraverso la chirurgia, i farmaci e l'educazione. Un libro inchiesta sulla tormentata esistenza del ragazzo, il cui caso clinico - presentato per decenni come un successo della scienza - sta alla base delle scelte di "reindirizzamento" di un numero incalcolabile di persone. Brenda, ben lontana dal sentirsi femmina, si ribellerà a questa scelta prendendo il nome di David e morirà suicida nel 2004. Un libro frutto di un'accurata indagine giornalistica, che mette in luce da un lato il dramma umano del protagonista, dall'altro l'assurda superficialità di alcune teorie psichiatriche.
Milano. Elena e Vanni, una coppia di giovani in carriera, portano avanti una storia complicata ma rischiarata da un figlio, Massimo, 8 anni. Quando il bambino comincia ad accusare problemi di salute, la loro vita - compreso il rapporto di coppia - si sgretola rapidamente. Massimo è affetto da una strana malattia di cui anche i medici non sanno cosa fare. È a questo punto che una donna, dolce e silenziosa, fa irruzione nella vita di Elena. Si chiama Maria. Le due diventano amiche, ma Elena non può che domandarsi chi sia Maria. Quella donna misteriosa porta con sé un'influenza positiva su chi incontra. È una strega, una maga, una santa? O forse...? Elena inizia a prendere in considerazione la possibilità che Maria sia quella...
Due ragazze si trasferiscono dall'Ucraina alla placida Novara per iniziare una nuova vita. Vengono accolte da due connazionali che promettono di prendersi cura di loro. Una è appena diciottenne, l'altra di trent'anni; il viaggio della speranza ben presto diventa un incubo: minacce di morte, vendita al miglior offerente, prostituzione a domicilio. Le giovani vengono segregate in una casa nei pressi del Lago Maggiore, di proprietà di un famoso avvocato della zona, e ricevono le "visite" di strani e facoltosi personaggi del luogo. I "clienti" sono pronti a sborsare fino a 300 euro per un incontro. Ma chi sono questi uomini? Cosa sono agli occhi delle due ragazze? Il libro nasce dalla testimonianza delle ragazze - che, tornate in patria, sono coperte da pseudonimo - e si sofferma sulla descrizione dei clienti, evidenziandone, a un tempo, mostruosità e normalità.
Una donna, una moglie, un medico. Una volontaria, una missionaria, una credente. Maria Grazia Proietti è molte identità, molte doti e capacità, e insieme non è quasi nulla senza la sua famiglia, i suoi figli e, in particolare, Matteo.
Maria Grazia e Matteo sono due nomi che si muovono insieme, anche quando lui fa le bizze e le domande strane, anche quando lei si trova ad affrontare la sfida più grande. Non è un rapporto morboso, di quelli che tolgono il respiro, ma è un reciproco aiuto così che lui – segnato da una forma di autismo, la sindrome di Asperger – sarà il principale sostegno della madre chiamata a combattere contro il tumore. E, come in una fiaba, alla principessa basteranno un buon aiutante e un poco di magia per sconfiggere qualsiasi malvagio.
L'AUTRICE
Maria Grazia Proietti è nata 59 anni fa a Terni, dove vive e lavora. Medico, dirige il dipartimento di geriatria dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria. È sposata con Claudio e ha due figli, Michele e Matteo, affetto da sindrome di Asperger. Nel 2003 ha conosciuto la Comunità di Sant’Egidio e da allora presta servizio agli anziani e ha partecipato alle attività dei centri DREAM in Mozambico e Malawi. Nel 2007 ha vinto il premio “Ternano dell’anno” ideato dal Giornale dell’Umbria. Nel 2011 le viene diagnosticato il tumore che sta curando.
Gerd è un ragazzino come nessun altro. Vive nel campo di concentramento, in un sicuro alloggio per il personale, e molti lo considerano un mostro.
Le sue deformazioni lo allontanano dall’ideale della purezza ariana e lui deve la sua vita alla posizione del padre, un medico delle SS abbastanza influente da evitargli l’eliminazione. Nel suo alloggio Gerd conduce un’esistenza tranquilla anche se solo di poco scostata dall’orrore, immersa tra letture, dipinti e canzoni. La sua natura è buona e docile, ma la fine della guerra è alle porte, i russi si avvicinano e il campo diventa una furiosa bolgia di vendetta con cui dovrà confrontarsi. Da solo.
L'AUTORE
Graziano Versace nato a Belmore in Australia nel 1964. Laureato in Lettere Moderne, vive a Sant’Agata di Militello con la moglie e il figlio, dove attualmente insegna materie letterarie al Centro Territoriale Permanente. Finalista due volte al Premio Urania, ha pubblicato Raimondo Mirabile, futurista (Edizioni XII, 2010) e per le edizioni San Paolo Ladri di locandine (2009), Tutto il mondo dentro (2011) e L’angelo spezzato (2012).
Trasportata d’urgenza all’ospedale di Strasburgo per un malore, Angèle Lieby inizia ad avere difficoltà a esprimersi, poi perde conoscenza. Viene posta in coma farmacologico allo scopo di intubarla. Dopo quattro giorni, non si sveglia. Ma Angèle è cosciente e soffre senza poter reagire. Per il personale medico, viene presto considerata morta. Ma ecco che accade un miracolo: una lacrima. Il 25 luglio, giorno dell’anniversario di matrimonio, sua figlia s’accorge che una lacrima le scende dagli occhi. Avverte il personale medico, che le risponde che è impossibile. Poi Angèle muove leggermente il mignolo. Inizia allora un lungo periodo di riabilitazione, che dura quasi un anno. Si tratta di un caso eccezionale per la scienza: la sua malattia è la sindrome di Bickerstaff. Può scatenarsi dopo una comunissima infezione, come ad es. una rinofaringite. Il caso, come già detto eccezionale per la scienza, è stato oggetto di presentazioni in diversi congressi di medicina.
GLI AUTORI
Angèle Lieby, considerata cerebralmente morta a causa di una malattia misteriosa, ha rischiato di vedersi negate le cure che la tenevano in vita mentre, in uno stato di coma apparente, era del tutto consapevole di quanto le stava accadendo.
Hervé de Chalendar tra i suoi libri, oltre a Una lacrima mi ha salvato, ricordiamo Memento mori (Les Soleils bleus éditions, 2010).
Alexander Graham conduce da sempre un’esistenza tranquilla ad Halcyon, una piccola cittadina canadese a nord del lago Ontario. È un uomo convinto che con la prematura scomparsa della moglie la sua vita abbia imboccato
la parabola discendente, ma quando Andrew, il figlio minore, che studia in Inghilterra, scompare senza lasciare traccia, Graham parte alla volta di Oxford deciso a ritrovarlo.
Graham scopre che Andrew ha aderito a una misteriosa setta che ha plagiato la sua mente; per salvare il figlio non gli resta che dare inizio a un lungo inseguimento che lo condurrà agli estremi confini del mondo e lo costringerà ad affrontare la fame e le torture e a incrociare il suo cammino con i Servizi segreti di due superpotenze. Michael O’Brien, autore dei bestseller Il Libraio e Il Nemico, regala ai suoi lettori un thriller ad alta tensione, dove, tra intrighi internazionali e settarismo religioso, un uomo lotta per ritrovare se stesso e proteggere quanto di più caro gli resta.
L'AUTORE
Michael D. O’Brien nasce a Ottawa (Canada) nel 1948 e vive vicino a Combermere, Ontario, con la moglie e i sei figli. Pittore autodidatta e scrittore, lavora come artista professionista dal 1970. Ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla fede e la cultura in periodici internazionali. Ha scritto numerosi libri, soprattutto la serie di romanzi in sei parti Children of the Last Days pubblicata da Ignatius Press (San Francisco). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Il nemico (2008), Il libraio (2008), L’isola del mondo (2009), Theophilos (2010) e L’Attesa.
Da anni la siccità non lascia tregua. Nessuna goccia di pioggia ammorbidisce il terreno secco della mitica Jolof, terra africana densa di racconti e incrocio di popoli. Poco più che ragazzino, Amed si vede affidare una missione importante: dovrà partire per l’Occidente alla ricerca del tamburo magico, capace di invocare la pioggia e interrompere l’arsura. Il cielo non lascia altra speranza, ma Amed non è il primo a partire: un gruppo di giovani ha tentato l’impresa e non ha mai fatto ritorno. Tra Francia e Italia, tra momenti spassosi e altri di intensa drammaticità, questa vicenda si legherà a doppio filo ai problemi della convivenza tra popoli diversi, fino a costituire una vera e propria fiaba di riconciliazione.
Mohamed Ba (1963) è nato a Dakar. Trasferitosi in Europa, prima di arrivare in Italia ha vissuto in Francia, dove ha pubblicato il romanzo Parole de nègre. Autore e interprete per il teatro, ha messo in scena, tra gli altri, “Parole fuori luogo”, “BSogni”, “Negritudine”, “Canto dello spirito”, “Invisibili”
e “Sono incazzato bianco”. Ha collaborato con numerose associazioni impegnandosi nella diffusione, anche nelle scuole, dei valori dell’intercultura
Maurizio vive una vita tranquilla tra macchine di lusso, vacanze in barca e casolari in campagna. Accanto a lui la sua famiglia: un padre autoritario, una madre dolce e comprensiva, due sorelle che non mancano di fargli sapere che lo considerano un fallito, la nonna convinta di curare i suoi mali con uno spruzzo di detergente per superfici, la zia che parla solo per frasi fatte. La sua è un’esistenza privilegiata, fino
al giorno in cui viene a sapere che la madre è affetta da un tumore maligno. Stavo soffrendo ma mi hai interrotto è il romanzo autobiografico di un dolore irripetibile e indicibile, raccontato con un’ironia che sfiora l’umorismo. Dietro a ogni riga, ogni parola – sussurrata
o gridata – c’è il dolore vero, un retrogusto acre e malinconico. E, dietro il sorriso che l’autore prova a offrire al lettore, si trova l’animo di un figlio, di ogni figlio.
L'autore
Maurizio Sbordoni è nato a Roma nell’anno 69 del secolo scorso. Nevicava il giorno della sua nascita. Vive a Roma e in un’altra cinquina di posti, di cui uno porto franco. Dopo la laurea in economia e commercio, sollecitata dal padre e avallata dalla complicità penale della sorella, resosi conto di non essere portato per le questioni fiscali, i numeri, la finanza, l’insegnamento, il marketing, gli origami, la vendita di qualunque cosa e i lavori manuali, capì che avrebbe dovuto vivere con quello che gli riusciva fare meglio: nulla. I genitori e i pochi amici che ha – beato te, che vita stupenda che hai, me li presti diecimila euro? – pur straniati dalla particolarità del suo quotidiano vivere, gli riconoscono un talento particolare nel non prendere posizione su nessuna delle decisioni che la vita gli pone innanzi.
Andrew Jones possiede il Tocco: è il chirurgo dalle mani migliori d’America, forse del mondo intero. Andrew Jones ha anche un altro dono: Faith, la sua futura sposa, la creatura che è stata in grado di regalargli qualcosa di più grande del suo stesso talento: la fede. Quando i due rimarranno vittima di un terribile incidente stradale, Jones non riuscirà a salvarla.
Quel Tocco, che gli dava la sensazione d’essere quasi onnipotente, ora diventa la sua maledizione. Fino al giorno in cui un incontro, inatteso, lo porterà alla resa dei conti col passato e soprattutto con Dio. Una storia d’amore che reca con sé le paure e gli interrogativi del cuore dell’uomo, insieme alla sua inappagabile sete di infinito.
L'autore
Randall Wallace (Jackson, 28 luglio 1949) è sceneggiatore, regista, produttore cinematografico, cantautore e scrittore statunitense. Candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale di Braveheart - Cuore impavido (1995), nel 1998 debutta alla regia cinematografica con La maschera di ferro. Nel 2001 scrive la sceneggiatura di Pearl Harbour di Michael Bay, mentre nel 2002 torna dietro la macchina
da presa per dirigere il film We Were Soldiers, che ha come protagonista ancora Mel Gibson. Dal 1980 a oggi ha scritto sette romanzi ed è stato autore di canzoni per diversi artisti, tra cui Richard Marx.
Quanto le guerre e gli odi nazionalistici possono creare una profonda tana d’odio nel cuore delle persone? Quanto possono cambiare, anche a distanza
di anni, i progetti e le esistenze di chi ne è stato vittima? Giuseppe Vergnani, che un tempo si chiamava Jusuf Samirovic, è un giovane medico adottato da una coppia italiana, dopo essere sopravvissuto alle atrocità delle guerre che portarono alla divisione nella ex Iugoslavia. La sua crescita e la consapevolezza umana, di persona profondamente ferita, passano attraverso la riscoperta delle proprie radici, divenuta, a un certo punto della sua vita, necessaria. Per ritrovare pienamente se stesso, Peppe torna
sui luoghi in cui ha visto, bambino, i genitori massacrati da un odio assurdo quanto violento. La riscoperta di sé e il bisogno di fare verità sugli assassini, lo trascinerà dentro un vortice di passioni in cui amore, odio, tenerezza e vendetta si daranno appuntamento in un unico e fatale luogo. Un romanzo forte, etico, dalle cupe tinte shakespeariane e con un finale che è un inno alla speranza e alla memoria.
L'autore
Giovanni D’Alessandro nasce a Ravenna da famiglia abruzzese nel 1955. Laureato in Legge, vive e lavora a Pescara. Conoscitore profondo della letteratura anglosassone e appassionato d’arte, esordisce nel 1996 con il romanzo Se un Dio pietoso (Donzelli Editore) caso letterario, finalista ai premi Viareggio e Palazzo al Bosco, vincitore dei premi Penne-Mosca e Convegni Maria Cristina, tradotto in diverse lingue straniere. Nel 2004 pubblica I fuochi dei Kelt (Mondadori) con cui vince il premio Scanno, e nel 2006 La puttana del tedesco (Rizzoli) insignito del premio Fenice Europa 2007. Con le Edizioni San Paolo è apparso il suo primo libro di racconti, Il guardiano dei giardini del cielo (2008), premio Maiella, e Sulle rovine di noi (2009).
"Per la prima volta la vittima di un prete pedofilo accetta di confidarsi pubblicamente in una sorta di diario intimo. Ciò permette di comprendere meglio in quale spirale infernale può venire a trovarsi un bambino per molti anni.". Così scrive dom Gabriel Ringlet, sacerdote belga che ha seguito e spronato la pubblicazione di queste "memorie", drammatiche e piene di desiderio di vita, nella sua presentazione dell'opera. Vittima di abusi da parte di un sacerdote pedofilo, Danielle Scherer racconta, senza mai cadere nella trappola del voyeurismo, la sua vicenda in tutta la drammaticità e lo fa per dare voce a "coloro che ne sono rimasti senza". Dom Ringlet presentò questo e altri 36 casi al Parlamento di Bruxelles, invitando a una profonda riflessione sulle tragiche vicende di solitudine, anche interiore, dei malaugurati protagonisti di questo triste capitolo della Chiesa. La sua testimonianza è riportata al termine del volume.
L'abbiamo conosciuto alle prese con l'investimento di una gattara ne "I gatti lo sapranno"; l'abbiamo seguito sulle tracce di un professore scomparso in "Ci saranno altre voci", abbiamo assistito insieme a lui alla piena del Tevere, sbrogliando il mistero di un bimbo abbandonato ne "II silenzio degli occhi". Ora però è agosto e anche per il commissario Ponzetti è arrivato il momento di andare in vacanza. Le valigie sono già pronte e la famiglia lo aspetta per la villeggiatura, ma ecco che l'omicidio di un giovane ghost-writer, collaboratore di vari politici nonché autore dell'autobiografia di un celebre ballerino di tango, trattiene inevitabilmente il commissario tra le strade di Roma. In questa vicenda ingarbugliata in cui ruoli e identità si confondono, niente è come sembra. L'acume e il proverbiale buon senso di Ponzetti, le sue armi migliori, saranno messi a dura prova da questa che si profila come l'indagine più intricata per il nostro commissario, affiancato come sempre dal fido lannotta.
"Iride" è il racconto della vita e del percorso di fede di Annalisa Minetti, finalista di Miss Italia, cantante vincitrice del Festival di Sanremo, moglie, madre e atleta. Annalisa, nonostante la cecità da cui è affetta, è sempre stata una sportiva e il suo talento e la sua costanza le hanno permesso di qualificarsi e vincere la medaglia di bronzo nei 1500 metri ai Giochi Paralimpici di Londra 2012, bronzo che le è valso il record del mondo nella categoria T12 (non vedenti); un risultato straordinario ottenuto grazie anche all'aiuto di Andrea Giocondi, mezzofondista che prese parte alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, insieme al quale si allena e partecipa alle competizioni. Questo libro - composto da un capitolo per ciascun colore dell'arcobaleno non è quindi solo il racconto di una vita, ma soprattutto di un cammino costante di fede, di un affidarsi che permette di superare gli ostacoli che ci si parano dinanzi e di trasformare le difficoltà in opportunità.
Siamo a pochi giorni dalla vigilia di Natale. L’angioletto di gesso appartenuto alla nonna è caduto a terra e si è rotto. Matteo, che sa quanto la madre è affezionata alla statuina, prova a farla riparare, ma senza successo, in un negozietto dove incontra Miriana, per la quale prende la sua prima cotta.
Fallito il tentativo di aggiustare la statuina, l’unica speranza è farsene regalare una identica dalla vecchia marchesa che aveva donato l’angioletto alla nonna molti anni prima. Purtroppo la nobildonna si è trasferita in un’altra città e sembra non esserci più nulla da fare. In aiuto di Matteo giunge però lo zi’ Giovanni, un anziano e gentile signore che nasconde il dolore per la perdita del figlio dedicandosi agli altri e pregando per loro. Tra i due nasce un profondo legame e Matteo, orfano di padre, trova in lui un amico vero. Sarà proprio lo zi’ Giovanni a trovare una copia dell’angioletto di gesso e a far scoprire a Matteo l’importanza della preghiera.
L'Autore
Graziano Versace nato a Belmore in Australia nel 1964. Laureato in Lettere Moderne, vive a Sant’Agata di Militello con la moglie e il figlio, dove attualmente insegna materie letterarie al Centro Territoriale Permanente. Finalista due volte al Premio Urania, ha pubblicato Raimondo Mirabile, futurista (Edizioni XII, 2010) e per le edizioni San Paolo Ladri di locandine (2009) e Tutto il mondo dentro (2011).
Descrizione
Il cadavere dello storico francese Paul Déméter è stato rinvenuto sull’Isola di Patmos, non lontano dalla grotta che la tradizione indica come quella in cui l’evangelista Giovanni ebbe le visioni da cui trasse il libro dell’Apocalisse, il più inquietante e misterioso scritto del Nuovo Testamento. Il commissario della polizia parigina Di Pasquale riceve l’incarico di guidare le indagini riguardanti l’omicidio del suo conterraneo. La sua ricerca dell’assassino lo condurrà su strade inattese e sconvolgenti, in cui si intrecciano i grandi temi della violenza dell’uomo contro l’uomo e dell’eterna e inesauribile ricerca di Dio. Max Gallo conduce il lettore dentro un avvincente thriller teologico, alla ricerca del senso del male: Caino non è lontano come vorremmo. E Abele è ancora una vittima, l’eterno agnello lasciato a sanguinare (e a perdonare) lungo i drammatici meandri della storia.
DESTINATARI
• Ampio pubblico.
L’AUTORE
Max Gallo (Nizza, 7 gennaio 1932) storico, giornalista e scrittore francese, è stato editorialista de «L’Express» e direttore de «Le Matin de Paris». Membro del Parlamento Europeo e del Parlamento Francese, il 31 maggio 2007 è stato eletto al seggio 24 dell’Académie Française. Tra i suoi volumi di maggior successo ricordiamo le biografie: Napoleon (Mondadori, 1999), Caesar (Mondadori, 2005); Re Sole (Mondadori, 2009), Garibaldi. La forza di un destino (Bompiani, 2010). Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Era Dio (2012).
Francia, 1212, un giovane sacerdote di nome Rolando viene inviato dal vescovo di Orléans ad indagare e verificare i rischi di un’eresia presso l’accampamento dove si sono radunati migliaia di bambini che hanno ascoltato la chiamata di Stefano, il fanciullo di Dio.
Rolando, conquistato dal carisma del fanciullo di Dio, da spia e inquisitore ne diviene il confessore, confidente, consigliere e amico. Il fanciullo ha ricevuto dal Signore un singolare incarico: raccogliere una crociata composta da soli bambini, e recarsi con essi presso il Santo Sepolcro per convertire i seguaci dell’Islam con la predicazione e l’esempio.
Il fanciullo di Dio riuscirà nell’impresa di salpare per la Terra Santa, portando con sé sulle navi mille bambini. Ma sofferenze indicibili, inganni crudeli, prove atroci e ancor più atroci dubbi riguardo alla sua missione, attendono lui, il suo consigliere spirituale Rolando e la schiera degli innocenti bambini. La mano della Provvidenza traccerà infine un lungo itinerario che sarà innanzitutto una conversione verso la vera fede.
La vicenda è narrata in prima persona da Rolando che, dopo quindici anni trascorsi nelle terre degli infedeli, tra le corti dei più ricchi principi e le torture più umilianti e crudeli, ritorna dagli anziani genitori del fanciullo di Dio, raccontando loro gli esiti della insolita e tragica crociata, e soprattutto rivelando che l’annuncio del Vangelo diventa più efficace se viene vissuto dal bambino che è nel cuore di ogni uomo...
Walter Sibelius è saggista e scrittore. È autore di numerosi romanzi, alcuni di carattere storico. Il fanciullo di Dio è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.
Come sono nati gli dèi? Perché sono oggetto di culto? Che cos'è l'Olimpo? Che importanza rivestono le divinità di sesso femminile? Pauline Schmitt Pantei soddisfa tutte queste domande e altre ancora. Accanto alle figure mitologiche più conosciute, delinea il ritratto di divinità meno note ma che ebbero un'influenza fondamentale sulla civiltà greca, offrendoci una serie di "istantanee" su un mondo solo apparentemente lontano. Un libro per tutti coloro che desiderano rendere più attuali le proprie conoscenze nel campo della mitologia greca o scoprire per la prima volta le avventure di dèi ed eroi e, al contempo, un'occasione per apprezzare un sistema aperto e tollerante che ha consentito alla civiltà greca di espandere la sua influenza culturale senza combattere "guerre di religione", ma semplicemente assimilando e facendo propri i valori dei popoli con cui entrava in contatto.
Dale lavora a Wall Street: guadagna molto, ricopre un ruolo di potere e prestigio e la sua vita appare come il perfetto sogno americano, ma c’è una voce che gli sussurra all’orecchio che qualcosa deve cambiare. Una voce che si alza al di sopra del frastuono della sua vita frenetica, la voce di Gesù. Da quel giorno la sua esistenza compie una svolta imprevedibile; Dale decide di seguire la chiamata, di vendere tutto ciò che possiede e seguire la voce di Cristo fin nei corridoi del braccio della morte.
Con il talento di un grande narratore, Dale Recinella racconta il suo viaggio da ricco e celebrato avvocato a umile cappellano laico e ci ricorda che, quando viviamo secondo le parole di Gesù, quello a cui rinunciamo è nulla in confronto a ciò che riceviamo in cambio.
Autore
Dale S. Recinella ha lavorato a lungo nel settore della finanza pubblica e privata a Wall Street; è tutt’ora iscritto all’albo degli avvocati della Florida e ha insegnato diritto internazionale ed etica degli affari. Per vent’anni ha prestato servizio come assistente spirituale e cappellano laico cattolico nelle prigioni della Florida. Nel 1998 ha iniziato l’assistenza di cella in cella per i circa quattrocento uomini del braccio della morte e i circa duemila in isolamento detentivo a lungo termine della Florida. Insieme alla moglie Susan presta assistenza spirituale durante le esecuzioni: Dale si prende cura del condannato e Susan della sua famiglia e dei suoi cari. Entrambi assistono anche i familiari delle vittime degli omicidi. Nel 1997 è stato nominato dalla Notre Dame University Cittadino e credente esemplare e nel 2000 Cittadino volontario dell’anno dai cappellani della Union Correctional Institution a Raiford (Forida). Spesso par- la alla radio e con la moglie ha percorso Stati Uniti ed Europa tenendo conferenze riguardo al tema della pena di morte e della fede. Con la moglie Susan ha cresciuto cinque figli e vive a Macclenny in Florida.
Genuflessa De Benedictis è morta. Al suo funerale partecipano tutte le persone "per bene", quelle che più contano nel borghesissimo quartiere romano dei Parioli, dove la donna ha sempre vissuto. Immobili tra la folla ci sono il marito e i tre figli - Stefano, Aldo e Franco -, chiusi in un silenzio che cela, insieme al dolore, una sconcertante verità: dietro l'apparenza di madre totalmente dedita alla famiglia, Genuflessa è stata una donna tirannica ed egocentrica, capace di annientare le loro personalità. Solo il terzogenito, Franco, ha osato sfidarla sottraendosi alla sua ansia di controllo e sposando Marta, una ragazza di colore immigrata dal Brasile, alla quale la suocera ha dichiarato fin da subito una guerra senza quartiere. Scandito in capitoli che si richiamano nel titolo a un comandamento, "Nessun requiem per mia madre" è il monologo ossessivo e delirante di Genuflessa al quale si contrappone la coraggiosa difesa di Franco e Marta del diritto ad avere una propria vita. Ma è anche la crudele metafora di un paese che, dietro la retorica dell'integrazione e della scuola multietnica, nasconde gli egoismi di chi non paga le tasse, il razzismo di chi dice "negro", il materialismo di chi si prostituisce per fare carriera, continuando ad alimentare un'immagine placida e consolante di sé. Proprio come, fin dalla sua infanzia, fa Genuflessa, artefice e vittima di una rappresentazione falsa e intoccabile della sua vita, per difendere la quale ogni mezzo è lecito.
Ning Xuan lavora in un'azienda creata con capitale straniero nel Sud della Cina. Il suo impiego le permette una vita borghese in un ambiente di lusso, ma la lascia insoddisfatta e la lettura è il suo unico vero svago. Un giorno si imbatte in un libro di Tingsheng che la coinvolge e la commuove profondamente; decide allora di scrivere una lettera all'autore. Il romanzo ha inizio proprio con questa lettera, dalla quale nasce una relazione di amicizia prima e di amore coronato dal matrimonio poi. Romanzo autobiografico costruito su lettere e brani di diario dei due protagonisti, "Il Monte degli Aromi" (il titolo è tratto da una citazione del "Cantico dei Cantici") è il viaggio di due giovani cinesi alla ricerca appassionata del vero amore, della verità e del significato della vita; al tempo stesso diventa - attraverso i loro occhi - un affresco della Cina d'oggi e una critica senza sconti al suo sistema politico, che nega la libertà, i diritti umani e la possibilità di parlare apertamente.
Ryan Knighton aveva solo diciotto anni quando gli venne diagnosticata la retinite pigmentosa, una malattia congenita che provoca la progressiva degenerazione della retina e porta alla cecità totale. Ryan però non si è perso di coraggio e ha organizzato la sua vita in modo da poterla vivere in pienezza. In questo libro, che si muove tra l'autobiografia e la riflessione, Knighton racconta la storia con leggerezza e ironia, senza autocommiserazione e sentimentalismo, con una scrittura in grado di emozionare e far sorridere. La sua forza di volontà e la sua gioia di vivere gli hanno permesso di crearsi una famiglia, di avere una splendida figlia e di realizzare il suo sogno diventando uno scrittore di successo.
Ai piedi della croce che si innalza sul Golgota, Flavio, il centurione romano incaricato di condurre a termine il supplizio, guarda Gesù di Nazaret che agonizza in silenzio. Attorno, grida di odio, mescolate a preghiere e lacrime. E quando il condannato muore e il tuono violento scuote il cielo, nasce in Flavio una domanda lancinante: e se davvero quest’uomo fosse Dio, il figlio di Dio?
Incaricato da Pilato di sorvegliare gli apostoli – “quegli undici pazzi e le donne” – il centurione scopre un mondo completamente nuovo: quello in cui visse Gesù nei trentatré anni della sua esistenza terrena.
Destinatari
Il libro si rivolge a tutti i lettori, credenti e non credenti.
Autore
Max Gallo (Nizza, 7 gennaio 1932) storico, giornalista e scrittore francese, è stato editorialista de «L’Express» e direttore de «Le Matin de Paris». Membro del Parlamento Europeo e del Parlamento Francese,il 31 maggio 2007 è stato eletto al seggio 24 dell’Académie Française. Tra i suoi volumi di maggior successo ricordiamo le biografie: Napoleon (Mondadori, 1999), Caesar (Mondadori, 2005); Re Sole (Mondadori, 2009), Garibaldi. La forza di un destino (Bompiani, 2010)
Nello sperduto Monastero abruzzese di Monte Monaco, una coppia di giovani ricercatori si ritrova a studiare gli enigmatici affreschi di uno sconosciuto pittore medioevale (detti della Madonna triste). Per una serie di sfortunate coincidenze, il custode, a stagione turistica ormai terminata, li chiude dentro, credendo che se ne siano già andati. Da quel momento inizia il loro calvario, fatto di fame e di sete, fino a quando, dopo una settimana di prigionia, vengono ritrovati in fin di vita. Ricoverati in ospedale, Luca e Manuela sono perseguitati da strani sogni, che persistono anche dopo la loro completa guarigione. I due scoprono di avere rivissuto, ciascuno con un’angolazione diversa, la stessa tragica vicenda di orrori e violenze occorsa alla piccola comunità che viveva a Monte Monaco negli anni in cui furono realizzati gli affreschi.
Destinatari
Un romanzo destinato al grande pubblico.
Autore
Giovanni D’Alessandro nasce a Ravenna da famiglia abruzzese nel 1955. Laureato in Legge, vive e lavora a Pescara. Conoscitore profondo della letteratura anglosassone e appassionato d’arte, esordisce nel 1996 con il romanzo Se un Dio pietoso (Donzelli Editore) caso letterario, finalista ai premi Viareggio e Palazzo al Bosco, vincitore dei premi Penne-Mosca e Convegni Maria Cristina, tradotto in diverse lingue straniere. Nel 2004 pubblica I fuochi dei Kelt (Mondadori) con cui vince il premio Scanno, e nel 2006 La puttana del tedesco (Rizzoli) insignito del premio Fenice Europa 2007. Con le Edizioni San Paolo è apparso il suo primo libro di racconti, Il guardiano dei giardini del cielo (2008), premio Maiella e Sulle rovine di noi (2009).
Punti forti
Il ritorno al romanzo di un autore già noto, che si contraddistingue per un ritmo veloce e una lingua scorrevole.
Temi di forte impatto sul pubblico: la vita di
coppia; il conflitto tra generazioni e la baronia universitaria; la violenza che il potere scatena sugli uomini calpestando ogni sentimento e rispetto; la pietà e il perdono come possibilità di sottrarsi alla logica della storia; il misterioso e magico rapporto tra arte e memoria.
Tra tutti i libri di Alojz Rebula che hanno per protagonista un uomo di Chiesa, il romanzo Notturno sull’Isonzo occupa un posto speciale. Ispirandosi alla vita di un sacerdote realmente esistito, ovvero don Filip Tercelj (di cui Florijan Burnik è l’alter ego letterario), Rebula descrive il tragico destino che investì tanti preti sloveni, vittime dei totalitarismi del secolo scorso: il protagonista del romanzo è dapprima incalzato dai fascisti in casa propria, poi confinato ed esiliato in Italia; rinchiuso in un campo di concentramento dai nazisti; infine, nel dopoguerra, assassinato brutalmente dai comunisti senza tanti complimenti. Questo romanzo è un singolare monumento eretto alla memoria di tutti i sacerdoti sloveni della cosiddetta Primorska che, accettando la persecuzione e mettendo a repentaglio la loro vita, furono sempre pronti a difendere la dignità umana nonché il diritto fondamentale spettante a ciascun uomo di onorare Dio nella sua lingua madre e di conservare la propria identità nazionale.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Il triestino Alojz Rebula (1924), insegnante di lettere classiche ed esponente della minoranza slovena in Italia, è uno dei maggiori scrittori e intellettuali sloveni contemporanei. Al suo attivo ha più di quaranta volumi di opere letterarie, diversi saggi e traduzioni. I suoi campi di interesse spaziano dalla poesia alla saggistica, dai romanzi ai racconti, dai diari alle biografie, dai trattati di filosofia e teologia ai testi teatrali, dalle traduzioni dall’italiano, dal latino e dal greco in sloveno a quelle dallo sloveno in italiano. Ricordiamo alcuni titoli di maggior successo: La vigna dell’imperatrice romana, Il richiamo al Mediterraneo, Il ballo delle ombre, Nel vento della Sibilla, Jakob Ukmar e La peonia del Carso. Notturno sull’Isonzo è stato pubblicato nel 2004 con il titolo Nokturno za Primorsko e ha vinto nel 2005 il prestigioso “Premio Kresnik” per il miglior romanzo sloveno dell’anno.
Punti forti
Rebula è uno dei più grandi scrittori di lingua slovena viventi, nonché forse il più influente intellettuale cattolico di aerea slava. Notturno sull’Isonzo si è aggiudicato nel 2005 il prestigioso premio Kresnik per il miglior romanzo sloveno dell’anno.
La Torah è composta dai primi cinque libri della Bibbia - per gli ebrei la parte più importante. Ma che cos'è la Torah? Cos'è il rotolo che contiene questi cinque libri? Che posto occupa nell'insieme della Bibbia? Come la si legge? Cosa significa per gli ebrei lo studio della Torah? Chi l'ha scritta? Dove e quando? Come e perché la Torah mescola racconti e leggi? E se dovessimo conservare un unico versetto, quale sarebbe? C'è un rapporto tra Dio, la Torah e la geometria? Con la profondità e lo humour che gli sono propri, Marc-Alain Ouaknin propone un'introduzione alla Torah totalmente inedita, ma veramente istruttiva. Prefazione di Gad Lerner.
Giovanni Buscemi, detto u magu, è uno psicoterapeuta tornato da poco a Cittanova, in Calabria, da dove era fuggito ancora ragazzo per inseguire i suoi sogni. In paese incontra Livia Antonietta, il suo amore di gioventù. La donna le chiede di aiutare Maria, una diciassettenne che la madre crede posseduta dal demonio.
Giovanni comincia la terapia e, con la forza della parola, inizia a scavare nel passato della ragazza, orfana di padre e cresciuta in un ambiente repressivo. Cosa tormenta Maria e la rende preda di crisi convulsive così terribili da farla sembrare indemoniata? Nonostante la cura sembri funzionare, c’è ancora qualcosa nascosto nel cuore della ragazza. Nel frattempo a Cittanuova le malelingue dicono che tra medico e paziente ci sia in realtà una relazione, e Maria viene aggredita verbalmente e fisicamente da alcune donne del paese. Sarà Giovanni – che ha riallacciato i rapporti sentimentali con Livia – a sal- varla dalle megere e a riuscire, con pazienza e intuito, a liberare la ragazza dai suoi dèmoni.
Dell’autore, colpito da una fatwa per essersi convertito al cristianesimo dall’Islam, non conosciamo il vero nome. Sulla sua strada, come per san Paolo a Damasco, l’incontro con la fede cristiana diviene un ostacolo drammatico e insormontabile, che lo consegna a una vita concitata, di uomo in fuga con la sua famiglia, per salvare la propria vita e dare un senso alla nuova fede.
La storia comincia a Bassora, in Iraq, nel 1987. Mohammed Moussaoui, questo il suo pseudonimo, narra in prima persona il suo avvicinarsi alla religione cristiana e la conversione. Braccato, aggredito dai suoi stessi fratelli, che giungono a minacciarlo di morte con una pistola puntata alla fronte, decide di fuggire e si rifugia in Francia, dove vive ancora oggi, nascosto.
Destinatari
Un libro-testimonianza destinato al grande pubblico.
Autore
Joseph Fadelle è lo pseudonimo sotto il quale si nasconde l’autore del libro, costretto a usare un falso nome anche nella vita reale per sfuggire alla fatwa.
Punti forti
Una storia vera e particolarmente attuale. Una scrittura appassionante. Un grande successo in Francia.
Hadrien, è un clochard, che nessun disastro famigliare, nessun fallimento sul lavoro, né l’alcool o le droghe, hanno spinto sulla strada, ma un attacco di claustrofobia, l’improvvisa impossibilità di rimanere più a lungo impigliato nella rete dei doveri, delle convenzioni, dei ricatti che la società moderna impone ai suoi abitanti, condannati a una felicità senza scampo, in cui non solo il denaro e il benessere, ma anche una fitta rete di legami personali in gran parte basati su regole tanto immotivate quanto inviolabili, li condanna all’obbedienza assoluta.
Come una novella illuminista, Pia Petersen mette in scena un moderno selvaggio, un uomo estraneo alle norme, per gettare uno sguardo disincantato su quanto ci appare come del tutto ovvio, dalla mania del telefonino, al traffico che emana veleni e rumori, dalla calca grottesca nei metro alla irosa difesa della proprietà, con i suoi guardiani feroci, i suoi soprusi mascherati dall’asettica e impersonale esigenza della legge.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Pia Petersen, danese trapiantata in Francia, vive e lavora tra Parigi e Marsiglia, città nella quale gestisce un caffè letterario. I suoi romanzi, tutti pubblicati da Actes Sud, sono Le jeu de la facilité (2000), Une fenêtre au hasard (2005), Passer le pont (2007), Iouri (2009), Une livre de chair (2010). Con gli occhi bassi (titolo originale Parfois il discutait avec Dieu) ha venduto oltre 100.000 copie in Francia.
Punti forti
Oltre 100.000 copie vendute in Francia.
Un romanzo dall’alto valore letterario.
Una delle voci più importanti nella letteratura francese contemporanea.
Uno sguardo fresco e penetrante sul mondo moderno.
Sara Scazzi, il caso Cogne, Erika e Omar, Simonetta Cesaroni, Marta Russo... Dalla penna di uno dei maggiori criminologi italiani, un’analisi reale e spietata dei meccanismi con cui la cronaca nera ci racconta «delitti che vogliamo sentirci raccontare», e ci aiuta a nascondere «la nostra complice superficialità».
«La cronaca nera ha, negli ultimi anni, subito così tante modifiche da risultare irriconoscibile. Basta pigiare su un qualsiasi tasto del telecomando per accorgersene.Tra esperti mescolati a uomini e donne dello spettacolo, politici che non sanno rinunciare alla visibilità mediatica, inquisiti che si scannano per un’inquadratura, avvocati che fanno la loro arringa in video, si è consolidato ormai un genere che mescola audacemente talk show e reality. È cambiata l’Italia e con essa i mezzi d’informazione, si è modificato il delitto e il modo di narrarlo».
Destinatari
Un ampio pubblico
Autore
Luca Steffenoni è criminologo e saggista. Partecipa a ricerche della Comunità Europea nel campo della prevenzione, della vittimologia e dei flussi migratori. È stato direttore del “Centro di ricerca e counseling Psicologia e Benessere”. Nel 2009 ha pubblicato Presunto colpevole, per i tipi di Chiarelettere.
Punti forti
L’autore è un esperto della materia spesso presente in televisione.
Un tema che cattura l’attenzione dei lettori, aggiornato alla più recente attualità.
Sullo sfondo l’unità d’Italia e i suoi protagonisti, più o meno volontari, Pio IX e Vittorio Emanuele, il cardinale Antonelli e i Cadorna. In primo piano una storia che si dipana dal 4 ottobre 1870, alle porte di Roma, giorno in cui si svolge un colloquio teso, pungente, tra la contessa Matilde Orsini ed Egidio Ferrari, del Ministero dei Lavori Pubblici del neonato Regno d’Italia. È lo scontro tra due mondi: quello papalino, impersonato dalla giovane contessa e quello Italiano, incarnato in un membro del governo; ma è anche l’incontro tra una donna e un uomo che ormai sono e continueranno a essere italiani, con le loro virtù e i loro difetti. Uno splendido affresco storico degli anni in cui nacque la nostra nazione si incrocia con la storia di una passione ‘all’italiana’.
Destinatari
Per tutti.
Autori
Luca Crippa e Maurizio Onnis firmano insieme, da anni, romanzi pubblicati da Piemme con pseudonimi diversi: Il maestro del tè e Il samurai bianco (di Carlos Leon Monteverde), La setta di Lazzaro, Il violinista di Praga e La profezia dell’arca (di Michael Crane) e Il sogno del bambino stregone (di Luca Castellitto. Uscito a settembre 2010: Io ti aspetto, con lo stesso pseudonimo). Sono autori anche di testi scolastici (storia per le medie e per le scuole superiori) e di saggistica religiosa.
Punti forti
Due autori in grado di raccontare storie di grande impatto. I 150 anni dell’Unità d’Italia. La vicenda permette di presentare, con tutta la precisione dei documenti storici, le vicende della presa di Porta Pia e della conquista della capitale del neonato Stato italiano.
Nella maratona, il trentesino è il chilometro che piega i corridori e per Radek è giunto il momento di affrontarlo. Una storia di sudore e fatica, nella corsa e nella vita.
Senza lavoro e lasciato dalla fidanzata dopo la proposta di matrimonio, un giovane medico polacco entra in crisi. Per dimenticare i guai, un amico lo convince a iscriversi a una maratona. Le vicende di Radek vengono filtrate attraverso la preparazione della gara; tre mesi di allenamento che diventano riscoperta di se stesso ed educazione alla vita. Lentamente i tasselli della sua esistenza iniziano a trovare il giusto collegamento: l’amore per la musica, il rapporto di amicizia con Robert, le sedute dallo psicologo, e poi finalmente la maratona. Radek riesce a vincere la sfida e a concludere la corsa e qualche giorno dopo la competizione Ania si rifà viva, ma ormai si tratta di un capitolo chiuso. Un’intervista a un volontario di Medici senza frontiere fa comprendere a Radek che è il momento di fare delle scelte, di superare il chilometro trenta nella corsa della vita, e lo spinge a diventare medico nelle favelas brasiliane.
Destinatari
Un romanzo per tutti.
L’autore
Stefano Redaelli ha vinto nel 2001 il premio speciale della giuria del Premio internazionale di poesia Orient-Express sezione giovani, ha conseguito il Master “l’Arte di scrivere” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena. Attualmente è ricercatore di Letteratura Italiana presso l’Università di Varsavia. È traduttore di autori contemporanei in lingua polacca e insegna lingua Italiana e scrittura creativa nell’Istituto di Ricerche Interdisciplinari dell’Università di Varsavia.Tra le sue pubblicazioni di Poesia e Narrativa, Spirabole – Racconti (Città Nuova, 2008); Per nome – Storie di testimoni (Città Nuova, 2008); Su questa strada – Passi di vocazione (Città Nuova, 2006); Arrivano in tempo Storie di angeli custodi (Città Nuova, 2005, 20062); Sull’autobus Poema a fermate per le vie di Varsavia (Edizioni Orient-Express, 2002).
Argomenti di vendita
Una scrittura avvincente per una storia in cui è possibile immedesimarsi.
Paolo Milesi, un ex brigatista uscito dal carcere dopo aver scontato trent’anni anni per omicidio, prova a rimettere insieme i cocci della sua esistenza. Tornato a vivere in Veneto Paolo incontra Lina, ricca gallerista che si innamora di lui e del suo passato, ma è proprio con quel passato che lui vuol chiudere i conti. Tra dubbi e tentennamenti, l’ex brigatista decide di perseverare nel suo cammino e cerca – senza successo – di incontrare il figlio dell’uomo che ha ucciso per chiedergli perdono.Anche il suo vecchio capocellula – ormai un politico di successo – e il sacerdote che lo aveva involontariamente portato a sceglierà la via della lotta armata non vogliono avere più nulla a che fare con lui. Paolo riesce però a incontrare in Spagna Viola, la donna che ha amato da ragazzo e che partecipò con lui all’omicidio di Giraldi, e scopre di essere padre.
Nuovamente in Italia, Paolo viene ingiustamente arrestato per l’omicidio di Marina. Il figlio di Giraldi si offre inaspettatamente di aiutarlo nel processo, ma sarà Don Lorenzo – un sacerdote conosciuto qualche mese prima – a prendere in mano le redini della vicenda e decidere il destino di Milesi.
Destinatari
Un libro per il grande pubblico.
Punti forti
Il tema sempre attuale degli anni di piombo.
L’autore
Franco Davanzo, nato a San Donà di Piave nel 1961, è sposato e ha due figli. Laureato in architettura, oltre la famiglia ha due grandi passioni: la letteratura e i viaggi. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Il padre dei sogni (Iacobelli, 2009).
Theophilos, greco e agnostico, è preoccupato per il figlio Loukas, seguace del Cristo e, deciso a riportarlo a casa, si imbarca per un lungo viaggio. Medico, profondamente legato alla ragione come criterio guida della sua vita,Theophilos lascia Creta, in cui vive, per andare a verificare di persona cosa si dice del Cristo, delle sue teorie e di quello che sta succedendo. Nonostante le indagini, non viene a capo di nulla: convinto che Loukas si sia lasciato irretire da una nuova religione, torna a Creta per rendersi conto che in realtà è lui a essere prigioniero, prigioniero della “ragione”.
Attraverso conflitti tra nazioni, mito e verità, bene e male,Theophilos compie un percorso interiore in una dimensione spirituale che non immaginava di possedere. Il lettore, catapultato tra antiche civiltà romana, giudaica e greca incontra, insieme al protagonista, i primi cristiani, uomini che hanno creduto da subito che Cristo fosse il Messia. Sebbene Theophilos sia un uomo del suo tempo, non è difficile immedesimarsi in lui, in questa storia che parla del misterioso rapporto tra fede e ragione e del potere dell’amore sopra la morte.
Destinatari
Per un libro per tutti.
Autore
Michael d. o’Brien nasce a Ottawa (Canada) nel 1948. Pittore autodidatta e scrittore, ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla fede e la cultura in periodici internazionali. Ha scritto numerosi libri, soprattutto la serie di romanzi in sei parti Children of the Last Days pubblicata da Ignatius Press (San Francisco). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato nel 2008 Il nemico, Il libraio e nel 2009 L’isola del mondo. Il suo sito web è raggiungibile all’indirizzo sito web www.studiobrien.com.
John Mumford è un nero che vive nei sobborghi di NY. Quando al calar della sera viene ucciso con lui ci sono due ragazzini, che restano feriti dai colpi di fucile. Qualche giorno dopo, a pochi chilometri di distanza dal luogo del delitto, Elena Molinari – una giornalista italiana – sta per diventare cittadina americana. Uno strano caso del destino porterà Elena a presiedere alla giuria del caso Mumford e cercare di fare luce sull’omicidio: Kaseem Camel, membro della gang dei Blood, è davvero l’autore del delitto? Un viaggio all’interno del sistema giudiziario americano, un legal thriller all’altezza del miglior John Grisham, una storia vera.
Un libro che si rivolge al grande pubblico.
Autore
Elena Molinari Snel è giornalista professionista, dal 1999 vive a New York, e lavora come corrispondente del quotidiano «Avvenire» e di Radio Vaticana, collabora con Panorama e cura consulenze sulla politica americana per la televisione via satellite Sat 2000. Ha seguito due campagne presidenziali, è stata la prima giornalista italiana a intervistare Barack Obama, ha viaggiato con George W. Bush sull’Air Force One. Sposata con un giornalista americano dal quale ha avuto due figli, nel 1998 ha vinto il Premio giornalistico Smau. Nel febbraio 2008 ha pubblicato per le edizioni Ancora del Mediterraneo il libro Potere Rosa: Donne al comando del mondo, ed è coautrice del volume Il lavoro in affitto edito da Il Sole 24 Ore.
La storia si dipana a partire dalla prima apparizione a Bernadette dell’11 febbraio 1958 attraverso il diffondersi delle voci in paese, il crescere del clamore, l’intervento delle autorità e i primi miracoli, per terminare con l’ultima apparizione, quella del 16 luglio. Una narrazione in cui numerosi personaggi concorrono a raccontare in prima persona la vicenda della piccola quattordicenne della Bigorre: Bernadette, i famigliari, la gente del villaggio... un coro di diverse voci contribuiscono a formare un racconto che fluisce ininterrotto.
Perché il divino si rivela agli ultimi, ai più piccoli e ai più umili, a «una miserabile come ce ne sono tante»? È questa la domanda di fondo a cui cerca di rispondere l’Autrice.
destinatari
Un ampio pubblico
l’autore
Catherine rihoit è nata a Caen nel 1950. Dopo gli studi di lingua inglese, ha lavorato alla Sorbona come assistente. Ha esordito come autrice con Gallimard e ha pubblicato numerosi romanzi, saggi e biografie su svariati argomenti – religione, arte, cinema, spettacolo, storia – presso editori come Presses de la Renaissance, Éditions du Rocher e Plon. Ha vinto il Prix des Deux-Magots nel 1983 con La Favorite, il suo romanzo più conosciuto. L’unico titolo finora pubblicato in Italia è La piccola principessa di Dio (Paoline, 19943), una biografia di Teresa di Lisieux. È anche autrice di sceneggiature cinematografiche e televisive.
Du, Diego, Joao Baptista, Constanza, Vanderley e Cleverson si muovono sul fondale, mosso e colorato, del Brasile odierno: ai confini estremi della periferia di Rio, un ragazzo nero aspira a diventare l'amante della bella Elza ma l'arrivo dell'ex poliziotto e gorilla Majò rovinerà l'incanto del loro primo incontro; nell'ufficio di Brasilia, un importante uomo politico all'opposizione progetta di sovvertire il risultato delle ultime elezioni con l'aiuto e il supporto del gruppo di storici sostenitori; nel frattempo, un barbone spinge il suo carretto sulla Avenida Niemayer, paziente e ancora ignaro che quella sarà per lui una giornata memorabile; due cognati invece, uno mite, l'altro più spaccone e presuntuoso, vivranno un pomeriggio a dir poco eccitante in una fattoria non lontana dalla città.
Dalla bandella di Paolo Virzì: Nella bolgia sensuale e infernale di Rio de Janeiro, s’intrecciano vicende fulminanti, feroci ed esilaranti, che attraversano ambienti sociali diversi, miseria e ricchezza, splendore e degrado. Dall’audace avventura di Du, lo spavaldo ragazzino di favela che s’infila nel letto della bella amante del pericoloso delinquente Majò, pagandone poi le conseguenze in modo tragico e grottesco, all’ultimo giorno di vita di Diego, discusso politico e uomo d’affari candidato in pectore alla presidenza del Brasile; da Costanza, la sua giovane ed elegante moglie in cerca di erba da fumare, costretta a sfuggire all’arresto volando giù da una finestra, al barbone Joao Baptista dos Santos da Silva che la raccoglie sul suo carretto di cartoni e la scambia per una divinità; e poi Vanderley e Cleverson, i due becchini del cimitero di Botafogo in cerca di sordide avventure, ed il tenente Ricardo Machado, poliziotto integerrimo folgorato da un innamoramento sconveniente. “Brace” è un romanzo sorprendente, che cattura fin dalle prime pagine, fino a comporre, un capitolo dopo l’altro, l’affresco visionario e realistico, comico e crudele, del brulicare di esistenze di una megalopoli gioiosa e spietata, ritratta in quello che sembra l’ultimo apocalittico giorno dell’umanità. Il fatto che questo libro appassionante lo abbia scritto il mio vecchio amico fiorentino Attilio Caselli, valente scenografo ed abile sceneggiatore scappato dall’Italia per amore, è per me una bella e commovente notizia sul suo stato di grazia e d’ispirazione, e per la narrativa italiana un’inconsueta testimonianza di curiosità e di vitalità.
Ossessionato dall’eterno conflitto tra il Bene e il Male – che ritiene fisicamente presenti nel mondo – e dalla paura del fallimento della sua missione, l’abate Donissan è un uomo tutt’altro che sereno: un povero prete di campagna, un vicario di modesta cultura, all’apparenza goffo e persino ridicolo, ma toccato dalla Grazia di Dio che opera in maniera imperscrutabile Quando incontra Mouchette Marothy, giovane prostituta divenuta un’assassina, decide di redimerla, senza tenere conto delle difficoltà che gli si parano davanti, fedele solo alla sua ricerca del Bene supremo.
Destinatari
Un romanzo destinato al grande pubblico.
L’autore
Georges Bernanos (1888 – 1948) è uno dei più celebri autori della letteratura francese del Novecento. Personaggio e romanziere di difficile definizione – tanto da rendere complesso inquadrarlo in un preciso contesto letterario – , fervente cattolico, ha posto al centro della sua opera l’antagonismo tra il Bene e il Male. Sotto il sole di Satana (1926) è il suo primo romanzo, al quale hanno fatto seguito, tra gli altri, Diario di un curato di campagna (1936) e Monsieur Ouine (1943).
1988. Liang Haoyuan e Xie Zhiqiang sono due diciottenni cinesi che vivono in un'area rurale della Cina. L'uno introverso e sognatore, l'altro deciso e pragmatico, sono uniti da una sincera amicizia e dall'amore per la poesia e la libertà: li attende tuttavia una vita senza sorprese, simile a quella dei loro padri. Quando tuttavia, contro ogni aspettativa, i due ragazzi riescono a essere ammessi in un'importante università, ha inizio per loro una nuova vita: il campus, i nuovi compagni, le appassionanti lezioni di poesia del giovane professor Kan. Giungono intanto le prime notizie dei cortei e dei sit-in a Pechino: partecipare, schierarsi, diviene per entrambi una necessità. Il viaggio verso la capitale diventa così un vero e proprio rito di passaggio; piazza Tian'an men è già piena di studenti e di lavoratori che scandiscono slogan, discutono, stabiliscono nuove alleanze. Ogni cosa appare magnifica e irreale mentre dilaga, ingenuamente, l'illusione di una rivoluzione pacifica. Poi, il massacro. È la fine di un sogno, concepito prima ancora di aver compreso fino in fondo il reale disegno di quanto si sarebbe voluto sovvertire; e l'inizio di una vita di esilio, di assenza da sé e dagli altri, oltre che di un non sopito desiderio di riscossa. "Un mattino oltre il tempo narra di una profonda, inossidabile amicizia tra due adolescenti troppo presto diventati adulti. Ma è anche la cronaca, vivida e chiara, di una delle pagine più tragiche della storia di una grande nazione.
Una Napoli soffocata dalla spazzatura, ma che ancora riluce della sua antica bellezza, accoglie il corpo di Filippo Ghirelli, morto durante una manifestazione di protesta contro la costruzione di una discarica al Fomicoso, in provincia di Avellino.
È questa la vicenda di apertura di Una terra spaccata, che vede protagonista la geologa Gregoriana De Felice, chiamata a riconoscere il cadavere dell’amico, eccentrico proprietario di un elegante albergo napoletano. Come in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio della propria memoria, la donna rivive le fasi dell’incontro con l’uomo che le ha cambiato la vita, dal riconoscimento di intime affinità alla condivisione di un atteggiamento di netto rifiuto verso la costruzione della discarica.
Incaricata di effettuare i saggi del terreno a essa destinata, poi blandita infine minacciata dall’azienda per cui lavora, al fine di redigere una relazione che testimoni la idoneità del terreno alla costruzione della discarica, Gregoriana impara la ribellione amando Filippo e la sua malinconica ricerca di un luogo in cui vivere, di una casa dell’anima.
Destinatari
Un romanzo per un ampio pubblico di lettori.
L’autore
Emilia Bersabea Cirillo, architetto, vive e lavora ad Avellino. Nelle sue storie racconta la bellezza dell’Irpinia. È stata finalista al Premio Chiara 2002 con il romanzo Fuori Misura (Diabasis, 2002) e al Premio Domenico Rea 2005 con L’ordine dell’addio (Diabasis, 2005). Un suo racconto è stato inserito nell’antologia After the War.A Collection of Short Fiction by PostWar Italian Woman (Italica Press, 2004).
“Sette anni di lavoro sono appena scomparsi fra le mani degli svaligiatori. L’allarme è riecheggiato per strada, senza allertare né far muovere nessuno. È il 4 gennaio del 2000 e mi è stato strappato tutto in pochi secondi”.
Così scrive Schmitt nel Diario di un romanzo rubato, testo inedito che arricchisce la nuova edizione italiana del Vangelo secondo Pilato e racconta le vicissitudini che hanno accompagnato la stesura di un romanzo che rischiava di andar perduto.
Destinatari
Da un grande autore, un libro per tutti.
Autore
Éric-Emmanuel schmitt è nato nel 1960 a Sainte-Foy-lès-Lyon. Scrittore, drammaturgo e regista, le sue pièces teatrali sono rappresentate in tutto il mondo: nel 1993 con la commedia Il Visitatore ha vinto ben tre premi Molière. Laureato in Filosofia si è inizialmente dedicato all’insegnamento per poi dedicarsi interamente alla scrittura,dando alle stampe capolavori come Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Milarepa, Piccoli crimini coniugali e Odette Toulemonde che ne fanno lo scrittore francese vivente più tradotto all’estero. Da tre sue opere sono stati tratti gli omonimi film: Le libertin (2000) di Gabriel Aghion, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (2003) di François Dupeyron, Lezioni di felicità, diretto dallo stesso Schmitt.
Lettere ai Bambini.
Il magico mondo di Narnia nella corrispondenza coi giovani lettori
di C.s. lewis
Le Cronache di Narnia di C.S. Lewis (1898-1963), furono – ben prima di Harry Potter e accanto a Il Signore degli Anelli dell’amico J.R.R. Tolkien – il fenomeno editoriale fantasy degli anni Cinquanta. La saga, infatti, affascinò milioni di persone e rimane tuttora uno dei libri più letti dal pubblico di lingua inglese.
Il fascino esercitato da queste opere spinse molti piccoli lettori ad inviare all’autore una serie di quesiti, cui questi volle rispondere, in molti casi, personalmente. Lettere da Narnia raccoglie le lettere che Lewis scrisse in risposta a quelle inviate ai suoi numerosi fans; a loro Lewis volle svelare il significato della “Grande Storia” narrata nei suoi romanzi, e comunicare le emozioni di una vita da studioso e scrittore.
La biografia e le appendici (inclusa una sezione sulla pressoché sconosciuta serie televisiva e sui nuovi film, con indicazione dei principali siti Internet), oltre a una serie di note al testo, fanno di questo libro anche uno strumento di consultazione per chi si trovasse “suo malgrado” a dover trattare il tema: giornalisti, insegnanti, studenti – ma anche... semplici curiosi. Si potrà ad esempio scoprire qual è il reale rapporto tra l’Italia e Narnia, da dove arriva Aslan, come scriveva e persino... come faceva il bagno C.S. Lewis.
destinatari
Un libro per un pubblico molto ampio che interesserà i moltissimi cultori di Lewis.
autore
C.S. Lewis (Belfast, 29 novembre 1898 – Oxford, 22 novembre 1963), è stato uno scrittore cristiano e filologo irlandese. Fu docente di lingua e letteratura inglese all’università di Oxford, dove divenne amico di J. R. R.Tolkien col quale insieme anche a Charles Williams ed altri fondò il circolo informale letterario degli Inklings. È noto al grande pubblico soprattutto come autore del ciclo di romanzi Le cronache di Narnia.
Daniele Gerace e Cesco Deleo sono due ragazzi di dodici anni che vivono a Taurianova in provincia di Reggio Calabria. Daniele è arrivato da poco dall’Australia; Cesco ha sempre vissuto a Taurianova. Tra i due nasce subito una grande amicizia,avvalorata dalla passione comune per il cinema che presto si traduce in una serie di sottrazioni più o meno indebite di locandine cinematografiche. L’arrivo di un nuovo proiezionista, Pepé Mandraffì, li costringe però a essere più prudenti. Mandraffì si rivela inoltre un fine intenditore di film. Conosce tutto sul mondo dorato del cinema, e Cesco e Daniele rimangono letteralmente affascinati dai racconti dell’uomo,chissà se veri o immaginari. Ma l’amicizia tra Cesco e Daniele viene messa a dura prova dalla recrudescenza di una faida ormai decennale nella quale è implicata anche la famiglia di Cesco. Suo padre viene ucciso in un agguato e per il ragazzo comincia un periodo difficile,dal quale riesce a uscirne solo grazie a Daniele.
SULLO SFONDO DI UNA CALABRIA FERITA DALLE FAIDE, UN’AMICIZIA INCROLLABILE NATA ATTORNO ALLA PASSIONE PER IL CINEMA.
UN ROMANZO EVO-CATIVO ED EMOZIONANTE CHE FA PENSARE ALLE ATMOSFERE DI NUOVO CINEMA PARADISO E DI IO NON HO PAURA.
DESTINATARI
L’ampio pubblico dei lettori di narrativa
AUTORE Graziano Versace nato a Belmore in Australia nel 1964. Laureato in Lettere Moderne, vive a Sant’Agata di Militello, con la moglie e il figlio, dove attualmente insegna materie letterarie al Centro Territoriale Permanente.
Josip Lasta è un bambino capace di intuire il mistero del mondo – contemplando l’azzurro del mar Adriatico – e di parlare il linguaggio del cuore,silenzioso e profondo. Nato in un piccolo villaggio sui monti della Croazia ove regnano l’armonia, la solidarietà e il gusto delle cose semplici, Josip viene educato alla fede e alla vita da un padre amorevole e una mamma generosa. Nel caos politico precedente l’affermazione al potere di Tito,la violenza sconvolge la vita del piccolo paese, da cui Josip fugge – unico superstite del massacro. Inizia così il pellegrinaggio di una vita intera,misurata sulle numerose perdite di affetti e sicurezza,sugli attacchi incessanti del Male e sull’esperienza del dolore – ma anche sulla poesia,l’amore fedele,l’amicizia accogliente e la redenzione ad opera di un Cristo bambino,con le mani piagate. Il miglior romanzo in assoluto di M.D. O’ Brien (E.Rialti)
DESTINATARI Chi ha amato Il nemico e Il libraio non potrà non emozionarsi per questo nuovo romanzo.
AUTORE Michael D. O’Brien nasce a Ottawa (Canada) nel 1948.Pittore autodidatta e scrittore,ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla fede e la cultura in periodici internazionali. Ha scritto numerosi libri, soprattutto la serie di romanzi in sei parti Children of the Last Days pubblicata da Ignatius Press (San Francisco). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato nel 2008 Il nemico e Il libraio.
"Tempo fa mi è capitato tra le mani questo libro. Con cosa avessi a che fare l'ho capito dopo un po', man mano che ogni pagina mi strappava il sorriso, e alla fine, quando mi sono scoperto commosso nonostante i dialoghi irresistibili e le risate. Il protagonista della storia è un buffo ragazzo, tenero e insopportabile insieme. Uno convinto di picchiare duro, ma che finisce steso in due secondi nel cortile della scuola; che straparla e non piange mai, nascondendo sogni e fragilità dietro un'irriducibile arroganza, pur continuando a buscarle ogni giorno dalla vita, e perfino da Chiara, la ragazza bella e inaccessibile di cui s'innamora. Uno così o lo ami o lo odi, e io l'ho amato, questo sedicenne protagonista di un romanzo in cui ho ritrovato tutta la gloriosa tradizione dei perdenti di talento, dal "Giovane Golden" ai personaggi di John Fante, col loro immancabile campionario di lividi. Ecco dunque che c'è un padre - "il Capo" - quasi alcolista; e c'è la "Foca Monaca", ubbidiente e grigiastra sorella timorata di Dio. Quanto alla madre, è scappata col tizio della stazione di servizio. La periferia torinese di fine anni Ottanta e il Muro di Berlino che crolla, insieme a un gioco di rimandi pop e cinematografici e a una scrittura esilarante quanto aggressiva nel suo realismo, fanno da sfondo a questo esordio: la prova che la narrativa italiana si muove, in direzioni nuove, inaspettate e potenti." (Giuseppe Genna)
Il romanzo scritto in modo asciutto e delicato, apre larghi squarci sulla condizione contadina nel sud d’Italia durante la seconda guerra mondiale, dove superstizioni (il titolo allude alla credenza che la Pasqua bassa porti sfortuna) e religiosità si intrecciano nella rievocazione storica e al tempo stesso nella nostalgia di un tempo che fu. Pinuccio, figlio di Peppino e di Caterina, soldato sbandato dopo l'otto Settembre è a pochi chilometri da casa quando viene falciato da una raffica di mitra da un battaglione di tedeschi. Peppino intuisce il fatto da quanto gli racconta un soldato che è riuscito a salvarsi e va verso il mare, a dieci chilometri da casa, a cercare il figlio: lo trova riverso su un mucchio di sassi. A poca distanza dalle acque del mare Adriatico. Con la morte del figlio comincia l'agonia del padre e la tragedia di una famiglia contadina unita dalla povertà e dalla solidarietà. Sopra a tutto aleggia minacciosa la credenza popolare che la “Pasqua bassa” sia foriera di sciagure.
AUTORE
Antonio Del Giudice, 60 anni, è pugliese di Andria. Ha lavorato per quasi 40 anni nei giornali con incarichi vari, da cronista a notista a direttore. Ha vissuto a Bari, a Roma, a Milano, a Palermo, a Mantova e a Pescara. Sposato con Lucilla. Ha due figli, Marta e Pietro. Da due anni è tornato a vivere a Roma, dove si occupa di comunicazione. Questo è il suo primo romanzo, elaborato da appunti di storie vere, accumulate nel cassetto in più di mezzo secolo. Oltre agli innumerevoli articoli ha pubblicato: un libro intervista con Alex Zanotelli nel 1987 La morte promessa. Armi, droga e fame nel Terzo Mondo; e una selezione dei suoi editoriali apparsi per 10 anni sul Centro, quotidiano d'Abruzzo,dal titolo Buona domenica.
“Quell'esperienza sul fondo della piscina ebbe un profondo effetto su di me. Avevo sempre creduto a quello che gli adulti mi avevano raccontato sull'esistenza del paradiso, ma da quel momento in poi io sapevo che era tutto vero” Paolo Graffigna,genovese,apprezzato autore di una serie di romanzi e racconti gialli che hanno come protagonista l'investigatore Rick Master, erede diretto di Sherlock Holmes,sorprende il pubblico della narrativa italiana con romanzo anomalo, ispirato da un fatto di cronaca avvenuto negli Stati Uniti negli anni Cinquanta.E’ la storia di una giovane,Rita,che,dopo aver rischiato da bambina di annegare in una piscina,decide di farsi suora.Giovane,piena di vitalità, capace di affrontare con umiltà e testardaggine le incomprensioni di qualche superiora,mossa da una fede purissima ed entusiasta del lavoro d'insegnante che le viene affidato,un brutto giorno scopre di essere ammalata.La sclerosi a placche le toglie giorno dopo giorno ogni forza,e pur continuando a lottare senza alcun cedimento, gli stessi superiori la convincono che è meglio per lei lasciare l'ordine.Durante una apparente remissione della malattia,si sposa e ha dei figli,riprende il suo lavoro con entusiasmo,si costruisce un'altra vita,sempre generosa,sempre pronta a sopportare tutto quello che il destino le manda.Purtroppo la malattia torna a farsi viva,e questa volta in modo devastante.Lottando contro tutto e tutti,anche le piccole viltà di chi la circonda,non si arrende e,in forma inattesa e sconvolgente,arriva la grazia di un miracolo che la restituisce alla famiglia e alla vita.
AUTORE Paolo Graffigna è nato a Genova nel 1957.Attualmente insegna geografia.Ha pubblicatodiversi romanzi della serie Le inchieste di Rick Master.Ha vinto quattro premi letterari:il Premio G.Gronchi di Pontedera,il Premio Artistico Letterario Internazionale Città di Cava de' Tirreni,il Premio Omaggio a Manzoni.In libreria:Le inchieste di Rick Master(1999),Tre inchieste di Rick Master(Firenze, 2000),Nekrhosyj Il Barone vampiro(Genova, 2002),Sette inchieste di Rick Master(Firenze, 2002).
Toscana, estate 1953. Una bambina sembra non dover nascere: i medici sconsigliano una gravidanza pericolosa per la vita della madre. Ma nonostante tutto e tutti lei nasce. Attraverso i suoi occhi prendono forma, quasi fantastica e favolistica, i personaggi che la circondano e l'evoluzione cui il suo piccolo paese va incontro dopo la sua nascita. Sono gli anni delle prime televisioni, delle riunioni familiari nei circoli Arci per i varietà del sabato sera; sono gli anni dei primi elettrodomestici, dei bagni finalmente dentro le case; gli anni delle prime automobili. La bambina vive questo mondo filtrandolo attraverso la sua ipersensibilità, avvolta in un silenzio quasi irreale, sviluppando con la natura e le cose che la circondano un rapporto quasi mistico-religioso. Sono sempre i suoi occhi a restituirci le immagini di familiari e parenti, gli occhi di chi sente troppo su di sé il dolore altrui e per questo è incline a ritirarsi in se stessa. La sorella, alla quale è morbosamente legata; la madre, della quale subisce il penoso alternarsi della ciclotimia, che renderà Nada una bambina sensibile e con un estremo bisogno d'amore; la zia, rifiutata in gioventù dal grande amore della sua vita, che vive ora a servizio di un prete; la nonna Mora, dai modi burberi con gli altri, ma sempre protettiva verso la nipote: l'unica capace di far apparire il suo soffio al cuore come il funzionamento di un normale cuore umano; sullo sfondo familiare un padre taciturno e apparentemente assente.
Il racconto inizia a Qumran dove l’autore riceve una storia non scritta, tramandata oralmente dai beduini, in cui s’intrecciano avvenimenti reali e leggenda.E’ la storia di Samir principe del corallo,l’ultimo dei Magi venuti da Oriente. In un gioco di attesa e di luce vengono scelti tre Magi i cui sogni evocano le gesta di Mosè, Davide e Elia, che rimandano simbolicamente al martirio della guida, alla regalità e alla profezia. I tre Magi, Gaspar, Melchior e Baldassar, vengono scelti da Pureo, discepolo di Zaratrusta, dopo che ha interpretato i loro sogni. In cerca di un dono da portare al Bambino,i tre Magi faranno un percorso che li riporterà alle loro origini fino ad incrociare il loro destini con gli avvenimenti del racconto evangelico,ma non senza novità.Il ruolo di Maria e Giuseppe nel ricevere i doni, le difficoltà dei Magi con Erode e i potenti della terra rendono nuova e accattivante una storia nota e al tempo stesso sconosciuta.
AUTORE Gennaro Matino(Napoli 1956) è parroco e docente di teologia pastorale nella sua città.Da sempre impegnato nella ricerca del dialogo con la differenza,sostiene un rinnovamento ecclesiale che passi attraverso linguaggi religiosi nuovi comprensibili all’uomo di oggi.Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Parrocchia e preghiera(1990);Abbà, Padre (1992);Aspettando Pasqua(1993);Le strutture pastorali della Chiesa locale(1996);Anno 2000, Giubileo e conversione(1997);Una parrocchia tra memoria e profezia(2000);Abelardo: l’intuizione della coscienza(2000);Nostalgia di cielo (2003);La tenerezza di un Dio diverso(20043); La parrocchia: una fontana senza più acqua? (2004);Aspettando Natale(20042);con Erri de Luca,Mestieri all’aria aperta(2004);Avverbi in preghiera(2005),Per San Paolo ha pubblicato: Un padre scandalosamente nostro(2005); Raccontami di lui (2007),Il pastore della meraviglia(2007).
Varsavia, 1942. Un giovane ebreo fugge dal ghetto, inseguito dai tedeschi. A salvarlo da morte sicura è un anonimo libraio,solitario ed ombroso,che gli offre riparo nella sua casa e bottega. Entrambi gli uomini sono destinati ad alti incarichi nel piano salvifico di Dio: il fanciullo diverrà il monaco sapiente e fedele che sfiderà il Nemico;l’anziano sarà chiamato al sacrificio per proteggere la vita del giovane eletto.Prologo de Il Nemico,un romanzo appassionante e bellissimo,che racconta come è possibile opporre all’attacco del Male un unico ma inesorabile gesto di amore, tale da riscattare una vita di dolore e ignavia e da far fiorire la speranza nel mondo.
“Michael O'Brien è l’Andréi Tarkovski della letteratura” ( Guglielmo Spirito )
“Questo libro si muove come un thriller, un dramma dell’umanità, ma è un vero romanzo delle idee”
(Michael Potemra,National Review)
"Entro i confini dell'universo non può esistere alcun esilio, perché nulla di ciò che si trova nell'universo è estraneo all'uomo." La consolazione che Seneca indirizzò alla madre Elvia, rientra in un genere letterario assai sviluppato nell'antichità, ossia gli scritti consolatori, la cui funzione era confortare chi aveva subito qualche sventura.
Franz Krauspenhaar, al suo quarto libro, racconta la storia di suo padre, un tedesco nato in Italia negli anni Venti, combattente della Wehrmacht, l'armata di Hitler, durante la seconda guerra mondiale. Narrando i ricordi di episodi vissuti personalmente e sentiti soltanto raccontare, Krauspenhaar va alla ricerca del padre perduto. Per far questo, come un rabdomante, cerca a occhi chiusi le vene d'acqua di una storia di vita interessante e piena di colpi di scena, intervallandola con la storia in presa diretta di come il libro viene concepito e scritto, in un'afosa estate. La storia di un padre che manca ma che si deve finalmente seppellire, di un figlio scrittore che lotta contro questa figura pur amandola sempre molto, e che vive la sua vita piuttosto solitaria frammezzata da telefonate di amici, da incontri galanti, da rabbie, paranoie, abbandoni quasi violenti alla tenerezza.
Il guardiano dei giardini del cielo rappresenta in modo illuminante la cifra dello scrittore. Il racconto è, per D'Alessandro il luogo interiore dove nasce il suo prototipo che, in quanto tale, contiene l'ideazione narrativa nella sua forma primigenia e più pura. È la secentesca camera ottica del pittore, dove dall'oscuro si genera l'esperimento dell'immagine e del colore. L'umanità, la pietas come dimensione anarchica dell'anima e rivelatrice della sua essenza più misteriosa, la contemplazione di un orizzonte ultraterreno sono i temi di fondo, distinguibili oltre la molteplicità dei soggetti. Lo stile dei racconti privilegia la chiarezza rispetto alla sperimentazione, rinvenibile invece nei suoi romanzi. D'Alessandro professa il culto della pagina nitida, tersa, sorretta da dialoghi veloci. L'obiettivo perseguito è commuovere il lettore, sensibilizzarlo poeticamente a una realtà superiore a ogni parola, farlo innamorare di ciò che legge.