
Varcare il confine vicino a Metz, attraversare il Württemberg e la Baviera, raggiungere in treno Vienna e Budapest, proseguire a cavallo per la steppa russa, superare gli Urali e la Siberia, costeggiare il lago Bajkal e ridiscendere il fiume Amur fino all'Oceano. Poi, fermarsi a Sabirk ad aspettare ... una nave di contrabbandieri olandesi. È così che nel 1861 Hervé Joncour, che compra e vende bachi da seta, arriva in Giappone. È così che arriva al suo destino, che ha il volto di una ragazzina.
"Che uomini erano quelli. Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede. Con l'efficacia di una formula semplicissima, ora et labora. Lo fecero nel momento peggiore, negli anni di violenza e anarchia che seguirono la caduta dell'Impero romano, quando le invasioni erano una cosa ... seria, non una migrazione di diseredati. Ondate violente, spietate, pagane. Unni, Vandali, Visigoti, Longobardi, Slavi e i ferocissimi Ungari. Li cristianizzarono e li resero europei con la sola forza dell'esempio. Salvarono una cultura millenaria, rimisero in ordine un territorio devastato e in preda all'abbandono. Costruirono, con i monasteri, dei formidabili presidi di resistenza alla dissoluzione. Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d'Europa. Li ho cercati nelle loro abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio. Luoghi più forti delle invasioni e delle guerre. Gli uomini che le abitano vivono secondo una 'regola' più che mai valida oggi, in un momento in cui i seminatori di zizzania cercano di fare a pezzi l'utopia dei loro padri: quelle nere tonache monacali ci dicono che l'Europa è, prima di tutto, uno spazio millenario di migrazioni. Una terra 'lavorata', dove - a differenza dell'Asia o dell'Africa - è quasi impossibile distinguere fra l'opera della natura e quella dell'uomo. Un paradiso che è insensato blindare con reticolati. Da dove se non dall'Appennino, un mondo duro, abituato da millenni a risorgere dopo ogni terremoto, poteva venire questa formidabile spinta alla ricostruzione dell'Europa? Quanto è conscia l'Italia di questa sua centralità se, per la prima volta dopo secoli, lascia in macerie le terre pastorali da dove venne il segno della rinascita di un intero continente? Quanto c'è ancora di autenticamente cristiano in un Occidente travolto dal materialismo? Sapremo risollevarci senza bisogno di altre guerre e catastrofi?" All'urgenza di questi interrogativi Paolo Rumiz cerca una risposta nei fortini dove resistono i valori perduti, in un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore. I guardiani dell'arca costituisce, insieme al canto epico Evropa (che uscirà per Feltrinelli nel 2020 in Italia, e simultaneamente in molti altri paesi europei), un dittico dedicato all'Europa, alle sue origini, al suo futuro.
La donna è sola, inquieta, in fuga: non vuole più restare dove non c'è amore. Ha lasciato la città, nella quale tutto è frenetico e in vendita, ed è tornata nella vecchia baita dell'infanzia, sul Monte. Qui vive senza passato, aspetta che la neve seppellisca i ricordi e segue il ritmo della ... natura. C'è un inverno da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine da farsi amica. Ci sono i rumori e le creature del bosco, una volpe curiosa e un gufo reale che bubola sotto un pergolato. E c'è l'uomo dal giaccone rosso, che arriva e che va, come il vento. A valle lo chiamano lo Straniero: vuole risistemare il rifugio e piantare abeti sul versante nord della montagna, per aiutarla a resistere e a tornare fertile. Una notte terribile riporta la paura, ma la donna si accorge che ci sono persone che vegliano su di lei: la Guaritrice, muta dalla nascita, che comprende il linguaggio delle piante e fa nascere i bambini; la Rossa, che gestisce la locanda del paese; la Benefattrice, che la nutre di cibo e premure. Donne che sanno dare riparo alle anime rotte, e che come lei cercano di vivere pienamente nel loro angolo di mondo. Mentre la montagna si prepara al disgelo e a rifiorire, anche la donna si rimette in cammino. Arriverà un altro inverno, ma ora il Monte la chiama.
Il Virginian era un piroscafo. Negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginian si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica ... mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perché. Questo racconto, nato come monologo teatrale, è uscito per la prima volta nel 1994. Nel 1998 Giuseppe Tornatore ne ha tratto il film "La leggenda del pianista sull'oceano".
"Questo Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore all'interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto... ... Prenda il lettore le pagine che seguono come sfida e invito. Faccia il proprio viaggio secondo un proprio progetto, presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati, accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d'uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio." Una "guida" anomala che va oltre la geografia di un paese amato, per addentrarsi nella psicologia di un popolo. Un invito a perdersi, più che a trovare la strada.
"L'eccezionale romanzo di Andrea Bajani – eccentrico e appassionato, spiazzante e destabilizzante, torna di continuo a visitarmi, lasciandomi ogni volta leggermente scosso, ma anche consapevole dell'importanza cruciale dei romanzi nel gettare maggiore chiarezza sulla nostra esistenza. Davvero ... straordinario" – Richard Ford
Un giovane uomo e una madre persa da tempo. A riunirli, infine, la morte di lei, avvenuta lontano, nella Romania che l'aveva allontanata da casa e dall'affetto del figlio per inseguire un sogno di ricchezza, lo stesso di molti italiani partiti alla conquista dell'Est dopo il crollo del blocco comunista. «Mi avevi disegnato il mondo sopra un foglio, la sera prima, e mi avevi fatto vedere dove andavi. Noi siamo qui, avevi detto, e domani io sarò in questo punto quaggiù. Avevi tracciato una riga con un pennarello rosso che partiva da casa e arrivava fin lì. È un ponte, dicevi, è come passare dall'altra parte del fiume.» Ripercorrendo il tragitto che l'ha portata via, osservando i medesimi panorami, occupando i luoghi in cui lei stessa ha vissuto il tempo della loro separazione, Lorenzo cerca di immaginare i pensieri e le emozioni di una donna il cui ritratto elusivo è diventato negli anni
«La lampadina del proiettore è saltata in pieno Fellini. Minne e io stavamo guardando Amarcord a letto. "Oh, no, cazzo!" Ho piazzato una sedia sopra un tavolo e sono andato all'assalto di quell'arnese per cambiare la lampadina fulminata. Un gran botto, la casa si è spenta, sono franato giù con ... tutta la mia impalcatura e non mi sono più rialzato. Mia moglie mi ha visto morto ai piedi del letto coniugale. Nel frattempo io rivivevo la mia vita. Pare succeda spesso. Ma non si svolgeva esattamente come l'avevo vissuta.» (D.P.)
Il 15 aprile 1987, Federico Caffè esce di casa all'alba. Di lui non si saprà più nulla, nonostante le minuziose ricerche di parenti, allievi e amici. Suicidio o ritiro in convento? Ma chi era Federico Caffè? Economista "disubbidiente"; teorico scontroso e problematico di un welfare state senza ... cedimenti a compromessi e clientele; "seduttore intellettuale" tutto dedito all'insegnamento e alla formazione dei propri allievi, fu il creatore di un laboratorio teorico da cui uscirono uomini capaci di pensare l'economia non come aggressività di un mercato senza controlli, ma come sistema razionale in grado di garantire anche i più deboli. Ma il 15 aprile 1987 Federico Caffè era soprattutto un uomo solo. Ermanno Rea offre un romanzo-ritratto che ricostruisce con immediatezza e verità il contesto di una vicenda personale avvolta nel mistero, ma anche un pezzo della storia italiana in cui l'economia ha provato a pensare a un paese diverso.
"Il signor Pirandello è desiderato al telefono". Cascais, 1935. Un attore che interpreta Pessoa (o Pessoa stesso?) telefona a Piran-dello, perché ha l'anima in pena e "a lui interessano le anime in pena". Un dialogo a una sola voce, un gioco del rovescio costruito su continue rifrazioni che ... danno l'illusione di una poetica polifonia. "Il tempo stringe" è un duello mancato. Enrico usa le parole come fendenti, contro un avversario che si è già sottratto allo scontro, poiché giace morto su un letto di ospedale. Tra il disperato e il grottesco, una surreale resa dei conti tra un uomo e un fantasma, simbolo della novecentesca solitudine dell'Io. "I dialoghi mancati" di Tabucchi sono a ben vedere due monologhi, perché si articolano con interlocutori che non possono rispondere. È l'Umano portato sulla scena attraverso il personaggio, maschera cava costruita per far risuonare l'anima dell'attore: la sua voce. "Marconi, se ben mi ricordo". Radio Londra, 1935. Lo speaker guida in una vivacissima trasmissione un gruppo eterogeneo di ospiti, tra cui un professore patriottico, Orwell, la sua chiromante, un anarchico italiano e Madame Liberté. Con una tipica capriola tabucchiana, si finisce per commemorare non tanto Marconi, quanto gli anarchici "scacciati senza colpa" da Lugano proprio nel 1895. In un radiodramma polifonico, scritto per i cento anni della radio, Tabucchi tesse un inno alla libertà e scaglia un duro monito a non dimenticare la Storia, oggi valido più che mai.
L'adolescenza di Miriam/Maria smette da un'ora all'altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo. Qui c'è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa. L'amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt'altro. Miriam/Maria, ebrea di Galilea, ... travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo. La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille. L'enorme mistero della maternità. Una lettura della storia di Maria che restituisce alla madre di Gesù la meravigliosa semplicità di una femminilità coraggiosa, la grazia umana di un destino che la comprende e la supera. De Luca al vertice della sua sapienza narrativa.
Agosto 1938. Un momento tragico della storia d'Europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di Pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. Chi raccoglie la testimonianza di Pereira, redatta ... con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: Sostiene Pereira? Questo non è detto, ma Pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "Lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe. Introduzione di Andrea Bajani.
Sigillano silenzi, sanciscono alleanze, impartiscono assoluzioni e infliggono condanne, i baci feroci. Baci impressi a stampo sulle labbra per legare anima con anima, il destino tuo è il mio, e per tutti il destino è la legge del mare, dove cacciare è soltanto il momento che precede l'essere ... preda. La paranza dei Bambini ha conquistato il potere, controlla le piazze di spaccio a Forcella, ma da sola non può comandare. Per scalzare le vecchie famiglie di Camorra e tenersi il centro storico, Nicolas 'o Maraja deve creare una confederazione con 'o White e la paranza dei Capelloni. Per non trasformarsi da predatori in prede, i bambini devono restare uniti. Ed è tutt'altro che facile. Ogni paranzino, infatti, insegue la sua missione: Nicolas vuole diventare il re della città, ma ha anche un fratello da vendicare; Drago' porta un cognome potente, difficile da onorare; Dentino, pazzo di dolore, è uscito dal gruppo di fuoco e ora vuole eliminare 'o Maraja; Biscottino ha un segreto da custodire per salvarsi la vita; Stavodicendo non è scappato abbastanza lontano; Drone, Pesce Moscio, Tucano, Briato' e Lollipop sono fedeli a Nicolas, però sognano una paranza tutta loro... Fra contrattazioni, tradimenti, vendette e ritorsioni, le vecchie famiglie li appoggiano per sopravvivere o tentano di ostacolarli, seminando discordia direttamente in seno alle paranze. Una nuova guerra sta per scoppiare? Prosegue il ciclo della Paranza dei bambini e Roberto Saviano torna a raccontare i ragazzi dei nostri giorni feroci, nati in una terra di assassini e assassinati, disillusi dalle promesse di un mondo che non concede niente, tantomeno a loro. Forti di fame. Forti di rabbia. Pronti a dare e ricevere baci che lasciano un sapore di sangue.
Agli anni di piombo, la metafora usata per raccontare in modo negativo gli anni settanta, Erri De Luca contrappone la visione degli anni di rame. Perché il rame? Perché questo metallo permette come nessun altro la conduzione, la connessione e dunque la possibilità dello scambio, della comunicazione ... e della parola. Gli anni settanta, quindi, come anni di grande comunicazione e di vibratile connessione tra gli esseri umani. Una fase straordinaria della nostra storia. Un decennio di grande felicità e di libertà. È da quell'humus vitale, da quel respiro collettivo, da quel sentire concreta la possibilità di un altro mondo, che Erri De Luca trae ancora ispirazione. Perché sono desideri, quelli provati in quegli anni, che si sono inscritti nel profondo nell'animo degli uomini e delle donne che hanno attraversato in modo protagonista quella stagione. In questo libro sono raccolti diversi testi di Erri De Luca, inequivocabilmente politici, in cui accanto alle considerazioni sulla questione della No Tav appaiono anche le sue emozioni politiche oggi, in una fase in cui la sinistra sembra aver perduto ogni legittimità politica nel nostro Paese. I quattro testi raccolti in questo libro sono i due inediti "A processo in corso" e "Sentimenti politici di un cittadino" (nuova prefazione a "Senza sapere invece"), oltre ai già pubblicati "Senza sapere invece" e "La parola contraria".
Brooklyn, ai giorni nostri. Durante una tempesta di neve, Richard Bowmaster, professore universitario spigoloso e riservato, tampona la macchina di Evelyn Ortega, una giovane donna emigrata illegalmente dal Guatemala. Quello che sembra solo un banale incidente prende tutt'altra piega quando ... Evelyn si presenta a casa del professore per chiedere aiuto. Smarrito, Richard si rivolge alla vicina, che conosce a malapena, Lucia Maraz, una matura donna cilena con una vita complicata alle spalle. Lucia, Evelyn e Richard, tre persone molto diverse tra loro, si ritrovano coinvolte in un thriller dalle conseguenze imprevedibili. Tre destini che Isabel Allende incrocia per dare vita a un romanzo molto attuale sull'emigrazione e l'identità americana, le seconde opportunità e la speranza che, oltre l'inverno, ci aspetti sempre un'invincibile estate.
Nel pomeriggio di un 29 febbraio, in uno scalcinato luna park, Lidia e Lorenzo si incontrano. Raro come il giorno che li ha fatti conoscere e fuori dal tempo come quel luna park, un sentimento li lega fin da subito, anche se all'apparenza non potrebbero essere più diversi: Lidia, conduttrice ... radiofonica di "Sentimentalisti Anonimi", è fin troppo abituata a guardare in faccia il suo dolore, Lorenzo, scrittore narcisista e inafferrabile, riesce a sopportare la vita solo ingannando se stesso e gli altri. Eppure il bisogno di essere amata di lei permette a lui di entrare in contatto con la sua zona cieca, quella parte di noi dove ognuno è sconosciuto a se stesso. E la paura di amare di Lorenzo permette a Lidia di fare altrettanto. Proprio per questo, se cercarsi è per tutti e due naturale e necessario, stare insieme sembra impossibile e più Lorenzo mente, più Lidia si fa ossessiva, più Lidia chiede, più Lorenzo elude, illude e tradisce. Fino a che, in un crescendo che fatalmente diventa tragico e comico allo stesso tempo, cominciano ad arrivare le lettere di Brian, un improbabile ex musicista che, per la prima volta, regala a Lorenzo la sensazione di potere ascoltare e a Lidia quella di venire ascoltata... Con una Postfazione di Walter Siti.
Una notte in una casa nel bosco, un gatto fantasma affida a Prendiluna, una vecchia maestra in pensione, una Missione da cui dipendono le sorti dell'umanità. I Diecimici devono essere consegnati a dieci Giusti. È vero o è un'allucinazione? A partire da questo momento non saprete mai dove vi ... trovate, se in un mondo onirico farsesco e imprevedibile, in un sogno Matrioska in un Trisogno profetico, se state vivendo nel delirio di un pazzo o nella crudele realtà dei nostri tempi. Incontrerete personaggi magici, comici, crudeli. Dolcino l'Eretico e Michele l'Arcangelo - forse creature celesti, forse soltanto due matti scappati da una clinica, che vogliono punire Dio per il dolore che dà al mondo. Un enigmatico killer-diavolo, misteriosamente legato a Michele. Il dio Chiomadoro e la setta degli Annibaliani, con i loro orribili segreti e il loro disegno di potere. E altri vecchi allievi di Prendiluna: Enrico il Bello, Clotilde la regina del sex shop, Fiordaliso la geniale matematica. E il dolce fantasma di Margherita, amore di Dolcino, uccisa dalla setta di Chiomadoro. E conosceremo Aiace l'odiatore cibernetico e lo scienziato Cervo Lucano che insegna agli insetti come ereditare la terra. Viaggeremo attraverso il triste rettilario del mondo televisivo, e la gioia dei bambini che sanno giocare al Pallone Invisibile, periferie desolate e tunnel dove si nascondono i dannati della città. Conosceremo i Diecimici - come Sylvia la gatta poetessa, Jorge il gatto telepatico, Prufrock dalle nove vite - e poi Hamlet il pianista stregone, il commissario Garbuglio che vorrebbe diventare un divo dello schermo, e l'ultracentenaria suor Scolastica, strega malvagia e insonne in preda ai rimorsi. Fino all'Università Maxonia, dove il sogno diventerà una tragica mortale battaglia e ognuno incontrerà il proprio destino. E ci sveglieremo alla fine sulla luna, o in riva al mare, o nella dilaniata realtà del nostro presente.
A fronte della crisi del concetto stesso di famiglia e di atroci episodi di cronaca, Eva Cantarella è venuta interrogandosi - forte dei suoi strumenti di studiosa del diritto e della cultura antica - sulla storia di quel rapporto che, insieme alla dinamica degli affetti, porta inevitabilmente ... con sé tensioni, conflitti e, molto spesso, violenza. Questa conflittualità affonda le sue radici lontano: nei miti teogonici, nella famiglia patriarcale, nelle storie, spesso sanguinose, che la letteratura testimonia con straordinaria evidenza; nella mitologia, nei poemi omerici e nella tragedia classica, dove il tema della famiglia diventa il teatro pieno d'ombre della ferocia, della vendetta, della ribellione. Un teatro che, se a tutta prima parrebbe non implicare uno scontro generazionale, in realtà lo contiene, lo nutre, lo agita. Una volta di più Eva Cantarella si rivela evocatrice di personaggi e di storie, da Crono, signore dei Titani, divoratore dei suoi stessi figli, a Teseo, il parricida che uccide il proprio figlio; da Telemaco l'obbediente a Ettore il saggio, sia come padre sia come figlio; dai ribelli Antigone e Oreste a Medea, madre assassina.
Storie viste dal marciapiede, dal basso di chi nei luoghi sta. Cartoline, brevi lettere, trenta racconti scritti come si fa quando si parte per davvero e si racconta una storia a qualcuno che si ama. Con lo stesso titolo era già uscito un altro libro di Erri De Luca, alla fine degli anni Novanta. ... In quell'edizione c'erano le storie dei suoi viaggi nella Bosnia in guerra, nel pieno della Guerra civile jugoslava. In questo altro "Pianoterra" quelle storie non ci sono quasi più. Resta però identica la prospettiva di chi guarda. Perché questo libro è un "atto di residenza": racconta luoghi, avventure, impressioni, uniti da un esclusivo punto di vista, quello del "pianoterra". "Tra due esseri umani è infinito il grado di premure che possono offrirsi incontrandosi al pianoterra di un marciapiede [...]. Dall'angolo stretto di chi sta in una folla proviene la scrittura di queste pagine." Cosa è la virilità, come cambia e cosa diventa. L'idea di patria. La pentola sul fuoco e nonna Emma e decine di altre storie di residenza.
Un nuovo Barnum. Una nuova visita guidata alle cose del mondo, e agli uomini che lo rendono abitabile, o semplicemente più riconoscibile. Baricco insegue il mondo, e induce i suoi lettori a partecipare la curiosità con cui va a stanare notizie, episodi, insistenze, personaggi, dibattiti, immagini. ... Stanando dice e dicendo mostra, con una varietà di accenti e di esposizione che, per citare una sua antica generosa ossessione, fa pensare al circo, al Barnum delle meraviglie. Ecco dunque un nuovo Barnum che si aggiunge ai due pubblicati negli anni novanta. Qui facciamo i conti con la riforma dello spettacolo, con la scuola come videogame, con la priorità delle storie, con il cantiere della Morgan Library di Renzo Piano, con la Cinquecento Miglia di Indianapolis, con le immagini di Vivian Maier, con le provocazioni di Houellebecq e l'eredità di Gabriel García Márquez. Una grande occasione per farsi sedurre, sorprendere, interrogare.
«La mia sorellina minore Verdun è nata che già urlava ne "La fata carabina", mio nipote È Un Angelo è nato orfano ne "La prosivendola", mio figlio Signor Malaussène è nato da due madri nel romanzo che porta il suo nome e mia nipote Maracuja è nata da due padri ne "La passione secondo Thérèse". ... E ora li ritroviamo adulti in un mondo che più esplosivo non si può, dove si mitraglia a tutto andare, dove qualcuno rapisce l'uomo d'affari Georges Lapietà, dove Polizia e Giustizia procedono mano nella mano senza perdere un'occasione per farsi lo sgambetto, dove la Regina Zabo, editrice accorta, regna sul suo gregge di scrittori fissati con la verità vera proprio quando tutti mentono a tutti. Tutti tranne me, ovviamente. Io, tanto per cambiare, mi becco le solite mazzate» (Benjamin Malaussène).
Lo scandalo Wapshot è il seguito di Cronache della famiglia Wapshot. Secondo romanzo di Cheever, ma anche il suo libro più tormentato, diario di faticose notti insonni con i sensi annebbiati dall'alcol, poi premiato con la William Dean Howells Medal nel 1965. Lo scandalo al quale il titolo fa ... riferimento riguarda la moglie di uno dei componenti della famiglia Wapshot, che fugge con un garzone diciottenne della locale drogheria e si rifà una vita con lui in Italia. Nella seconda metà del libro Cheever viviseziona lo strisciante razzismo della società americana: tutto ciò che è straniero, specie se in qualche modo "meridionale", genera quantomeno diffidenza, quando non aperta avversione. E il libro mette in campo proprio l'ossessione-repulsione per tutto ciò che è italiano nella società americana.
«Mi riconosci» è la storia di un'amicizia. Uno scrittore maturo e uno scrittore giovane hanno camminato in equilibrio sul filo di un'intesa trasognata e terrena. L'hanno fatto senza rete, tenendosi d'occhio. Insieme sono riusciti a guardare dentro il mistero delle parole. Per un tempo più o ... meno lungo sono stati amici, come possono esserlo uno scrittore maturo che ama l'impertinenza dei giovani e uno scrittore giovane più incline a proteggere che a essere protetto. Poi un giorno arriva la malattia, e la corda su cui camminavano comincia a tremare. È in quel momento, quando il filo lascia cadere il più vecchio, che il giovane comincia a raccontare. Perché solo raccontando dell'altro, del suo funambolismo, e della sua caduta, può sperare di non perdere l'equilibrio. «Mi riconosci» è un ballo intorno all'abisso delle parole, del nonsenso, del sogno. È la storia della nostalgia di essere vivi che i due scrittori hanno condiviso, e che ora è colmata di gesti, di oggetti che prendono vita, di case che fanno i dispetti, di bambini che sanno scombinare le carte, di sorrisi irriverenti, sardonici, pieni di luce. «Mi riconosci» è l'omaggio, commovente e stupefatto, di Andrea Bajani alla memoria di Antonio Tabucchi.
"Un mattino di settembre presi il sacco e uscii di casa senza voltarmi indietro. La mia meta stava a sud, un sud così perfettamente astronomico che sarebbe bastata la bussola a raggiungerlo. Era la punta meridionale dell'Istria, un promontorio magnifico sui mari ruggenti di Bora, regina dei ... venti d'inverno, e di Maestrale, che è il più glorioso dei venti d'estate. Una scogliera talmente ideale che è stata battezzata 'Capo Promontore' (Premantura in lingua croata). Un luogo che tutti i lupi di mare sanno riconoscere traversando l'Adriatico." Sette giorni per arrivare da Trieste a Promontore raccontati ai giovani lettori letteralmente passo dopo passo da un camminatore d'eccezione: Paolo Rumiz. Una narrazione che apre finestre su molti temi: le frontiere da attraversare, i confini che cambiano, la guerra dei Balcani, gli animali selvatici che si incontrano, l'orientamento con le stelle, le mappe. Ma soprattutto una riflessione sull'importanza di camminare: esercizio che abbiamo dimenticato, sostituendo sempre più spesso i viaggi virtuali a quelli reali. Una guida precisa da seguire, una lettura che diventa occasione di approfondimento e un testo che può ispirare altri viaggi e altri itinerari. Età di lettura: da 11 anni.
Che cosa sono i manager? Una casta di privilegiati, irresponsabili, strapagati, che sacrificano la loro vita per il lavoro e alla fine del mese aprono estratto conto e busta paga e fanno di conto? Quali competenze hanno? Sanno tutto di sistemi informativi, ma poco di comunicazione umana. Si ... sono specializzati in tutto senza capire più l'uomo. Come recuperare nelle aziende rapporti che siano innanzitutto umani prima che efficaci? Serve un vocabolario nuovo. Servono responsabilità, rispetto, coscienza e orientamento al futuro. Le aziende non sono soggetti economici con una responsabilità sociale, ma soggetti sociali con una responsabilità economica. Servono visioni, molto coraggio e il tempo per realizzarle.
In una cittadina del Sudafrica - linde case coloniali di stile vittoriano, club, eleganti viali alberati; e intorno la foresta vergine, la campagna assolata - Martha si trova a gestire il proprio matrimonio, avvenuto da pochi giorni. Martha ha lasciato la vita libera della fattoria per vivere ... l'elettrizzante esperienza della "città", e qui si è sposata, a diciannove anni, senza troppo interrogarsi sui suoi desideri e sul suo futuro. Presto, tuttavia, il ménage familiare e la vita sociale diventano molto più complicati di quanto non avesse supposto: il marito, unitamente agli altri giovani della colonia, si fa catturare dall'avventura della guerra e parte per un campo d'addestramento mentre nella cittadina cominciano a costituirsi dei gruppi di ispirazione socialista. Martha, rimasta sola, si trova così ad affrontare un periodo di meditazioni e di tentazioni, che la porteranno a mettere in discussione anche quel "matrimonio per bene", che solo poco tempo prima le era sembrato l'unica scelta di vita desiderabile. Storia di una crisi femminile, questo romanzo, minutamente analitico al principio, assume verso la fine un ritmo rapido e altamente drammatico. Raccontato con insolita spregiudicatezza e senza compiacimenti, cattura l'attenzione del lettore, senza lasciargli tregua.
Immediatamente, fin dalle prime frasi del romanzo, veniamo catturati dall'incessante lavorio di una mente sconvolta. È la mente di un uomo che si presenta con queste parole: "Non sono morto nel mio cinquantesimo anno. E ora poche persone, tra quelle che mi conoscono, ritengono che questa non ... sia stata una tragedia". Ed è quest'uomo, il protagonista, a narrarci la propria storia. La sua vita, dipanatasi su una superficie levigata - ha svolto una brillante carriera politica, ha sposato una donna intelligente e bella con la quale ha messo al mondo un figlio pieno di talento e una figlia dolcissima - è stata però costruita su un vuoto di passioni. È stato un "abile dissimulatore" che con facilità ha saputo svolgere il ruolo di figlio, marito, padre, politico, sempre con ottimi risultati. Fino a quando incontra una donna - strana, misteriosa e segnata dal proprio passato - che subito esercita su di lui un pericoloso potere. Un dominio sessuale e psicologico di fronte al quale egli soccombe senza riserve, nonostante lei l'abbia messo in guardia contro se stessa e lui sappia che rappresenta una minaccia per tutto il suo mondo poiché è la donna che il figlio intende sposare... Il libro da cui Louis Malle ha tratto il film omonimo.
Felice Lasco torna a Napoli, nel Rione Sanità, dopo quarantacinque anni trascorsi fra Medio Oriente e Africa. La madre sta morendo e lui la accudisce fino all'ultimo con tardiva ma amorosa pazienza. Poi, invece di tornare al Cairo dove lo aspetta l'amata compagna, Felice sembra obbedire al richiamo ... delle radici e di un destino, e resta. Resta perché in attesa dell'incontro fatale con Oreste, noto ormai come delinquente incallito. Felice racconta a un medico dell'ospedale San Gennaro dei Poveri e a don Luigi Rega, prete combattivo e maieuta, la sua storia. Un'opera nella quale Ermanno Rea intreccia la lucidità del reale e la sensibilità drammatica della tragedia sociale. Un omaggio alla Napoli malavitosa e ribelle del Rione Sanità, ai suoi eroi, alle sue vittime.
Nella riserva degli indiani ojibwe, le famiglie di due sorelle si preparano ai festeggiamenti natalizi, quando una tragedia si abbatte su di loro: un giorno, andando a caccia di un cervo di cui ha seguito le tracce per tutta l'estate, il cognato di Peter, Landreaux, vede finalmente sbucare da ... un bosco la sua preda, spara, ma quando si avvicina scopre di aver ucciso non l'animale ma Dusty, suo nipote. L'uccisione del bambino getta nella disperazione i genitori e pone l'altra coppia davanti a un dilemma: secondo le antiche tradizioni indiane, chi priva una famiglia di un figlio può riparare affidandole un ragazzo equivalente. Chi meglio del figlio dell'assassino potrà alleviare in qualche modo il dolore di Peter e Nola? LaRose viene quindi "ceduto" agli zii, nella speranza che questo valga anche a placare ogni sentimento di vendetta...
Non c'è barman al mondo che non abbia guardato a questo libro di Jerry Thomas come alla "Bibbia" dei drink. La maggior parte delle ricette sono rimaste invariate, e comunque a queste si ispirano le successive, modificate in ragione dei tempi, degli ingredienti, della creatività. Ma soprattutto ... è vivo lo spirito di Thomas: "Un drink eccellente lo si cava solo da materiali eccellenti". Nessun risparmio, dunque. Con la competenza del chimico, del farmacista e del produttore di alcolici, lo svizzero Christian Schultz aggiunge poi altre ricette per la confezione di liquori, cordiali e sciroppi e due postfazioni: Roberto Mussapi ci mette la letteratura o, per meglio dire, la poesia. Allan Bay, la riflessione storica sulla "Bibbia" di Thomas."
La rubrica "Taccuino di un vecchio sporcaccione" debutta sulle riviste underground statunitensi nel maggio del 1967. Cronista di eccezione è Charles Bukowski, che in questa raccolta - estrapolata dalle sue migliori pagine - ci accompagna con la consueta lucidità dissacrante dai rivoluzionari ... anni sessanta ai disincantati anni ottanta. Gli scenari cambiano ma Bukowski rimane sempre fedele e leale a se stesso. È Bukowski, bellezza! Bukowski! E non ci si può fare niente, se non amarlo e continuare a leggerlo.
Per tutta la vita Yukiko ha convissuto con un terribile segreto: la mattina del 9 agosto del 1945, prima che su Nagasaki fosse lanciata la bomba, ha ucciso il padre. In una lettera lasciata alla figlia dopo la morte confessa il suo crimine e rivela di avere un fratellastro. Ben presto si scoprirà ... che non è solo Yukiko a custodire segreti inconfessabili. I racconti personali si intrecciano con le vicende storiche: la seconda guerra mondiale in Giappone, i conflitti con la Corea, il terremoto del 1923. Le generazioni si susseguono ed emerge un ritratto lucido di una società, quella nipponica, piena di contraddizioni. Sullo sfondo, la natura, presenza costante e discreta, delicata ed elegante.
“Un doloroso e frantumato itinerario nel cuore di una donna incompiuta” il venerdì di Repubblica
Parigi. È qui che la passione per la danza ha condotto Alice, acrobata di un’esistenza precaria come la maggior parte dei suoi coetanei: la generazione senza futuro, quella immersa in un ... eterno presente che si sente derubata da chi l’ha preceduta. Il suo vivere fuori squadra e senza radici è in parte anche una sfida alla madre – insigne grecista, con alle spalle brucianti passioni politiche e un presente di dolenti disillusioni –, da sempre convinta che l’unico antidoto al caos e alle brutture del mondo sia la bellezza. Dopo uno scontro feroce, la madre si accascia. A Napoli, dove la riportano in coma, quel corpo diventa per Alice uno scrigno di memoria e un enigma. Il ritorno a Napoli coincide per lei con il ritorno nella casa della sua infanzia, dove è costretta a una difficile convivenza con il padre, chiuso in una scontrosa solitudine. In quel grande appartamento, la vita torna comunque a sussurrare parole: c’è da scoprire chi è stata veramente quella donna così passionale che ora “dorme”, c’è da preparare una dipartita che chiama sulla scena fantasmi d’amore.
Iaia Caputo scava nel cuore di una figlia per arrivare al grande cuore di sua madre, per ripercorrere la catena dei giorni e dell’accadere, perché capita che infine sia il dolore a insegnare l’arte di vivere.
Con questa raccolta di racconti, George Saunders è stato consacrato uno dei migliori autori di short stories degli Stati Uniti di oggi. Per il suo talento comico e visionario è stato paragonato di volta in volta a Vonnegut, Pynchon, Twain, ma la sua è anche una scrittura profondamente critica ... rispetto alla società contemporanea. Il mondo di Saunders si configura così come una versione "alterata" del nostro, in cui il consumismo, la potenza dei media e dei messaggi pubblicitari, la cultura dello spettacolo vengono elevati all'ennesima potenza e condotti alle loro più estreme, e tragicomiche, conseguenze. Il risultato è una realtà deformata in cui le normali esperienze umane, dal portare il nipotino a teatro al cuocersi una bistecca (per non parlare dell'innamorarsi, fare un figlio e crescerlo), diventano piccoli incubi nell'universo della burocrazia e del mercato globale, e viceversa personaggi da soap opera, sacchetti di patatine e scimpanzé da laboratorio acquistano una vita autonoma tutta loro. Al centro di questo originalissimo e scatenato teatro dell'assurdo c'è quindi l'esigenza di riaffermare l'importanza del libero pensiero e dei rapporti autentici fra le persone. "Nel paese della persuasione" è una lettura esilarante ma anche un invito alla riflessione e al cambiamento politico.
Sudafrica. In un ipotetico futuro scoppiano disordini di tale entità da costringere i bianchi alla fuga. Bam e Maureen Smales con i loro tre figli, alla disperata ricerca di una via di fuga, accettano il suggerimento del loro servitore nero, Luglio, e si rifugiano nel suo villaggio. Separati ... all'improvviso da tutto ciò a cui erano abituati, capovolti integralmente i rapporti di forza, per cui sono gli Smales a dipendere integralmente da Luglio, si vedono costretti a prendere di nuovo le misure del mondo, a rapportarsi in modo completamente inaspettato con se stessi e con gli altri.
“Avere dei genitori come i miei fu l’inizio della mia fortuna. Tuttavia, pur essendo loro figlio, ero anche un loro collega”
Figlio di attori di vaudeville, Joseph Francis Keaton, detto Buster, fece il suo esordio ufficiale a quattro anni, nel 1899. “Una delle prime cose che notai fu che ... ogni volta che sorridevo o facevo capire al pubblico che mi divertivo, loro sembravano ridere meno”. Impara presto a fingersi “infelice, umiliato, perseguitato, tormentato, vessato, stupito e confuso”. Ma ci tiene a chiarire di essersi “sempre considerato un uomo favolosamente fortunato… Ho avuto ben pochi momenti di noia, e non troppi momenti tristi e sfiduciati”. Le memorie a rotta di collo sono divertenti, scoppiettanti, fanno rivivere il sapore della Hollywood degli anni Venti, e non solo. “A volte mi chiedo se il mondo sembrerà ancora un posto così eccitante e spensierato come sembrò a noi a Hollywood all’inizio degli anni Venti. Eravamo tutti giovani, l’aria della California sembrava vino”. E a complemento ci sono le cadute rovinose, i matrimoni falliti, le risalite, l’amore del pubblico, la precisa consapevolezza dei meccanismi più delicati della comicità. Toccanti e dolorose le sue ultime apparizioni, come quella straziante in Viale del tramonto di Billy Wilder. Collaborò con Beckett in Francia, e anche con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in Italia. La sua consacrazione avvenne postuma, collocandolo finalmente tra i grandissimi del cinema di ogni tempo.
“Ci consegna un ritratto di Philip Roth tra i migliori che abbia mai letto” Dave Eggers
“Ti proibisco di scrivere di me,” intima Philip Roth. Per Livia Manera Sambuy dovrebbe suonare come un divieto, ma è di fatto un’istigazione ad abbattere la barriera che divide l’intesa umana e ... l’invenzione letteraria, è uno stimolo ad attivare la memoria di sé e la memoria lasciata dalle tante letture e dalle parole chiave che hanno aperto la porta su un territorio in cui vita e letteratura si mescolano. Livia Manera racconta storie di incontri con i “suoi” scrittori americani, storie di complicità, amicizia, consuetudine, amore. Racconta la New York degli intellettuali che vi sono rimasti, la Parigi di quelli che se ne sono andati, i colori del Maine e il respiro del Midwest. Con il garbo di una scrittura che fa dell’io narrante la sonda e lo specchio, il mondo della letteratura americana diventa la scena di un’esistenza che continua a cercare nelle domande e nei dubbi una strategia di saggezza. È così che ci vengono incontro le figure di Philip Roth, Richard Ford, Paula Fox, Judith Thurman, David Foster Wallace, Joseph Mitchell, Mavis Gallant, James Purdy, ma anche, in controluce, quelle di Raymond Carver, Mordecai Richler e Karen Blixen. Sono figure illuminate dalla fama, costruttori di saggezza e demolitori di luoghi comuni, anime che Livia Manera sorprende sempre in un gesto significativo, in una confidenza appassionata, o addirittura nella maestà del silenzio.
“Scrive in un modo libero, sensuale e impetuoso” Alessandro Piperno
Iris – quarantacinque anni, sposata, con due figli – pensa di essersi lasciata alle spalle i due grandi traumi della sua vita: l’abbandono da parte del primo amore, Eitan, che l’aveva indotta giovanissima a desiderare ... la morte e, anni dopo, l’attentato di cui è stata vittima, che l’aveva portata tra la vita e la morte. A distanza di dieci anni da quell’attentato, Iris non si aspetta certo il riaffiorare del dolore fisico, di quei ricordi terribili, ma soprattutto non si aspetta di reincontrare per caso Eitan. Se a questo si aggiungono il sospetto che il marito Michi abbia un’amante e la preoccupazione per la figlia, plagiata da un uomo molto più grande di lei, la vita di Iris sembra andare di nuovo in frantumi e la situazione appare ingestibile.
Solo una grande scrittrice come Zeruya Shalev, con la sua scrittura sensuale e fluente, poteva dar voce alla profonda complessità della vita e delle relazioni, e tirare con pazienza i fili della storia fino a comporre una trama impeccabile e portarci in un toccante viaggio catartico attraverso il dolore e il suo contrario.
L'inverno è alle porte, Kaede e Kataoka sono ritornati in Giappone e Shizukuishi ritrova il calore del tempo trascorso insieme e si sente finalmente un po' più a casa. A breve, tuttavia, dovrà spostarsi di nuovo: ha deciso di andare a vivere con Shin'chiro, e così si mettono alla ricerca di ... un posto dove abitare, tra appartamenti improbabili e agenti immobiliari dalle dubbie capacità. Le persone, però, non sempre sono ciò che sembrano, e questo vale anche per Shin'chiro. Basterà un viaggio nel passato per rompere tutti gli equilibri e gettare Shizukuishi nella disperazione consentendole al contempo di crescere. Un serpente di giada, una donna prorompente, un giardino fuori dal mondo: questi e altri gli ingredienti di una storia di dolore e speranza in puro stile Yoshimoto.
“Una satira graffiante dello stato delle cose, un libro arrabbiato ed esuberante” The Sunday Times
L’undicesimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato britannico che aveva rivelato le bugie di Tony Blair sulla guerra in Iraq, ... agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi.
È un romanzo su quell’infinità di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come queste connessioni finiscano per toccarci, tutti.
È un romanzo sui lasciti della guerra e sulla fine dell’innocenza.
È un romanzo su come spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione, e su come alla fine probabilmente sia lo spettacolo ad avere la meglio.
È un romanzo su come 140 caratteri possano fare di tutti noi degli zimbelli.
È un romanzo su cosa significhi vivere in una città dove i banchieri hanno bisogno di cinema nelle loro cantine e altri di banche del cibo all’angolo della strada.
È un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosità, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.
Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Quindicenni dai soprannomi innocui - Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone -, scarpe firmate, famiglie normali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. ... Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l'unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Sanno che "i soldi li ha chi se li prende". E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli, i soldi, ma soprattutto il potere. "La paranza dei bambini" narra la controversa ascesa di una paranza - un gruppo di fuoco legato alla Camorra - e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. Appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino. Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze "ingannate dalla luce", e di morti che producono morti.
Cile, anni ottanta, sotto la dittatura del generale Pinochet. Un giovane sovversivo, Miguel Flores, sospettato di svolgere attività rivoluzionarie, viene mandato al confino in un paese nei pressi di una grande tenuta, La Novena, di proprietà di una ricca latifondista, Amelia. Tra i due, dopo ... un'iniziale diffidenza, nasce un profondo legame, arricchito dal gusto per la lettura. Amelia è una signora avanti negli anni, vedova con figli, molto colta, che ha molto viaggiato ed è stata traduttrice. La sua mentore è stata una cugina, Sybil, che abita a Londra e lavora in una grande casa editrice. La vita scorre tranquilla, Amelia e Miguel conversano, meditano sul loro presente, sulla vita, sui libri; il legame si fa sempre più stretto, lui va a vivere da lei, finché una notte arrivano i militari a dargli la caccia perché sono state scoperte delle armi sepolte nella tenuta. Miguel riesce a fuggire, Amelia invece viene catturata, torturata e solo quando è riconosciuta estranea ai fatti viene rilasciata. Molti anni dopo Miguel, malgrado si sia rifatto una vita in Europa, rimane ossessionato dai ricordi e tramite Sybil viene a sapere cosa è successo ad Amelia dopo la sua fuga. Gettato nel più totale sconforto, capisce che l'unica chiave per superare i suoi sensi di colpa è tornare in Cile e affrontare il proprio passato.
“Ma poi, cosa è Auschwitz? Per me, prima di tutto Auschwitz è un cimitero. Il mio cimitero di famiglia”
Cos’è la memoria? Cos’è il passato? Cosa resta delle vite e delle morti di chi abbiamo amato, di chi ci ha preceduto? Riflessioni universali, che diventano lancinanti quando si applicano ... al passato di un ebreo, polacco e comunista, cresciuto nel dopoguerra in una patria che l’ha poi rinnegato.
Wlodek Goldkorn è da molti anni una voce conosciuta della cultura italiana, ha intervistato grandi scrittori, premi Nobel, e raccontato molte storie – mai la sua personale. Quella di un bambino nato da genitori scampati agli orrori della seconda guerra mondiale, che abitava in una casa abbandonata dai tedeschi in fuga, ancora piena di piatti e mobili adornati di svastiche, cresciuto nel vuoto di una memoria familiare impossibile da raccontare e da dimenticare, impossibile da vivere. “Poi, capita che nascano i nipotini. E arriva il momento in cui ci si pone la domanda: come dire loro l’indicibile? Come trasmettere la memoria?” Ecco allora un viaggio di ritorno: a Cracovia, a Varsavia, ad Auschwitz, a Sobibór, a Treblinka. E un viaggio nella memoria, da ricostruire, da inventare, da proiettare nel futuro. Un viaggio che non ha paura di spingersi nel buio più profondo del Novecento, senza perdere la chiarezza dello sguardo, il disincanto di chi sa che ogni ricordo è anche fantasia, che essere figlio dell’Olocausto non significa immedesimarsi nelle vittime ma deve portare alla rivolta.
Un uomo di molti mestieri è incaricato di un delicato restauro. La statua del crocifisso contiene segreti che si rivelano solo al tatto. Bisogna risalire a diverse nudità per eseguire. C'entra una città di mare e un villaggio di confine, un amore d'azzardo e una volontà di imitazione.
Stefano Benni e il teatro: una felice consuetudine che dura da quasi quarant'anni, una miscela di fantasia, comicità corrosiva e invenzioni, tutte pensate per la scena e molto spesso dedicate agli amici attori, attrici e registi che ne sono interpreti e realizzatori. Benni è uno scrittore poliedrico ... ed è sempre più innamorato del teatro. La sua è una continua ricerca sul tema dell'Immaginazione e la sperimentazione di nuovi linguaggi, nell'ibridarli, in una ricerca continua di nuove sensibilità e tonalità espressive. Questo terzo volume del teatro di Benni raccoglie dieci sceneggiature in forma di racconti. Tra queste «La Gilda furiosa», la prima volta di Stefano Benni nel ruolo di librettista, mentre inventa una galleria di personaggi surreali; «Il poeta e Mary», un atto unico comico-musicale dove i protagonisti recitano, cantano e suonano in un continuo scambio di ruoli e invenzioni; «Effimera», il monologo di una farfallina ribelle che vuole vivere con gioia il poco tempo che le è riservato; «Nerone», in cui la voce narrante racconta la vita breve dell'imperatore, più poetastro cialtrone che tenebroso dittatore. Quindi «Profius»: in un ambiente claustrofobico, una corte di aiutanti/faccendieri si muove intorno al vecchio poeta e letterato Profius alla ricerca di un manoscritto, forse un misterioso capolavoro. E per finire, nientemeno che un testo in latino ispirato al «Niels Klim» scandinavo.
“La riverenza e la deferenza sono virtù perverse che facilmente possono convertirsi in soggezione e umiliazione”
Per le furibonde polemiche suscitate dalla pubblicazione del suo libro Il Vangelo secondo Gesù Cristo apparso nel 1991, José Saramago decise di trasferirsi, in una sorta ... di autoesilio, dal Portogallo a Lanzarote, nelle Canarie. Qui il grande scrittore lusitano comincia a tenere negli anni tra il 1993 e il 1997 una sorta di diario quotidiano, che andrà a confluire nei Quaderni di Lanzarote. Lettere indirizzate alla moglie Pilar, agli amici più stretti e agli scrittori incontrati nel corso di una vita letteraria, che hanno la forza di disegnare un vero e proprio universo sentimentale, dove traspare la sua vena più personale e riservata. Sono anni importanti nella sua evoluzione perché precedono di pochissimo l’attribuzione al suo lavoro del Premio Nobel (che avverrà nel 1998). Accanto alla presenza della moglie Pilar, trovano quindi spazio molte riflessioni sulla scrittura, senza certo dimenticare la bellezza del paesaggio, dell’isola di Lanzarote e delle Canarie. Una magica cornice per uno dei più grandi scrittori del secondo dopoguerra.
Emma De Tessent. Eterna stagista, trentenne, carina, di buona famiglia, brillante negli studi, salda nei valori (quasi sempre). Residenza: Roma. Per il momento - ma solo per il momento - insieme alla madre. Sogni proibiti: il villino con il glicine dove si rifugia quando si sente giù. Un uomo ... che probabilmente esiste solo nei romanzi regency di cui va matta. Un contratto a tempo indeterminato. A salvarla dallo stereotipo dell'odierna zitella, solo l'allergia ai gatti. Il giorno in cui la società di produzione cinematografica per cui lavora non le rinnova il contratto, Emma si sente davvero come una delle eroine romantiche dei suoi romanzi: sola, a lottare contro la sorte avversa e la fine del mondo. Avvilita e depressa, dopo una serie di colloqui di lavoro fallimentari trova rifugio in un negozio di vestiti per bambini, dove viene presa come assistente. E così tutto cambia. Ma proprio quando si convince che la tempesta si sia finalmente allontanata, il passato torna a bussare alla sua porta: il mondo del cinema rivuole lei, la tenace stagista. Deve tornare a inseguire il suo sogno oppure restare dov'è? E perché il famoso scrittore che Emma aveva a lungo cercato di convincere a cederle i diritti di trasposizione cinematografica del suo romanzo si è infine deciso a farlo? E cosa vuole da lei quell'affascinante produttore che continua a ronzare intorno al negozio dove lavora?
Seconda metà dell'Ottocento, Veracruz. John Riley, accanto all'amata Consuelo, torna con la memoria agli anni in cui si è battuto a fianco dei messicani contro l'esercito degli Stati Uniti e le milizie volontarie del Texas, i terribili ranger. In circa due anni di sanguinose battaglie, il paese ... a sud del Rio Bravo perde, oltre al Texas, buona parte del suo territorio. E si registra un fenomeno singolare: molti degli irlandesi arruolatisi nelle file statunitensi disertano per unirsi ai messicani. Tra questi, anche il tenente di artiglieria John Riley che, a capo del Batallón San Patricio, diventa l'incubo degli invasori: abili artiglieri e temibili fanti d'assalto, riescono spesso a compensare l'enorme disparità di armamenti. Dopo l'ultimo scontro nei sobborghi di Città del Messico, i vincitori si accaniscono con inaudita ferocia sui pochi superstiti del San Patricio: li impiccano tutti, tranne uno, il tenente Riley, perché era passato con i messicani prima che la guerra fosse formalmente dichiarata. Ma anche per lui la punizione dev'essere esemplare: flagellazione e marchiatura a fuoco sul volto. E dopo le battaglie torna l'onda della memoria: la povertà, la fame, la fuga dall'Irlanda e, insieme all'orrore delle stragi, il ricordo della conflittuale amicizia con il capitano Aaron Cohen, ufficiale di West Point di origini ebraiche. Cohen e Riley sono le due facce di una stessa medaglia...
Dell'anima è stato detto di tutto: che è mortale o immortale, che può salvarsi o dannarsi, conoscere la verità o cadere nell'errore, che eleva e nobilita tutto ciò che nell'uomo è poco nobile, cosicché anche il desiderio non è solo dei corpi. Due secoli fa si pensò che potesse ammalarsi, proprio ... come il corpo, e richiedere medici dell'anima: nacquero la psichiatria, la psicoanalisi, la psicologia, che tolsero all'anima la sua aureola e contribuirono a disperderne la verità nei vari saperi. Ma per Umberto Galimberti è necessario andare al di là del linguaggio della razionalità e delle scienze psicologiche. Bisogna recuperare l'irrazionale che abita la profondità dell'anima e ci fa accedere alla radice da cui si dipartono sia la ragione sia la follia, giungere al fondamento non storico della storia. Oggi non conosciamo più l'anima universale che gli antichi descrivevano ai limiti dei due mondi, dello spirito e della materia: ci sono solo anime individuali rese asfittiche dall'incapacità di correlare la loro sofferenza quotidiana con il dolore del mondo. Ogni indagine sull'anima implica quindi per Galimberti un esplicito riconoscimento della sua dipendenza da ambiti culturali più vasti, un dialogo ininterrotto con tutte le forme di cultura e gli scenari storico-culturali che possono dare modelli interpretativi, e il recupero della visione degli antichi che avevano dato un'anima sia all'uomo sia al mondo, e nell'armonia delle due anime vedevano la bellezza.
Esiste un momento nella vita di ognuno di noi dopo il quale niente sarà più come prima: quel momento è adesso. Arriva quando ci innamoriamo, come si innamorano Lidia e Pietro. Sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui: si incontrano. Rinunciando a ogni certezza, ... si fermano, anche se affidarsi alla vita ha già tradito entrambi, ma chissà, forse proprio per questo, finalmente, adesso... E allora Lidia che ne farà della sua ansia di fuga? E di Lorenzo, il suo "amoreterno", a cui la lega ancora qualcosa di ostinato? Pietro come potrà accedere allo stupore, se non affronterà un trauma che, anno dopo anno, si è abituato a dimenticare? Chiara Gamberale stavolta raccoglie la scommessa più alta: raccontare l'innamoramento dall'interno. Cercare parole per l'attrazione, per il sesso, per la battaglia continua tra le nostre ferite e le nostre speranze, fino a interrogarsi sul mistero a cui tutto questo ci chiama. Grazie a una voce a tratti sognante e a tratti chirurgica, ci troviamo a tu per tu con gli slanci, le resistenze, gli errori di Lidia e Pietro e con i nostri, per poi calarci in quel punto "sotto le costole, all'altezza della pancia" dove è possibile accada quello a cui tutti aspiriamo ma che tutti spaventa: cambiare. Mentre attorno ai due protagonisti una giostra di personaggi tragicomici mette in scena l'affanno di chi invece, anziché fermarsi, continua a rincorrere gli altri per fuggire da se stesso...
La vicenda, scandita in tre momenti, si svolge ai giorni nostri, tra il Cile e il Guatemala. Le protagoniste sono due amiche di infanzia, Josefa e Violeta. Nella prima parte Josefa crede che Violeta si sia suicidata e disperata, cerca una spiegazione nei diari dell'amica che svelano le tappe ... e i personaggi chiave della sua vita. La seconda parte rivela che Violeta non è morta, ma ha ucciso, per legittima difesa, Edoardo, uno scrittore arrivista e brutale con cui aveva un legame. Sarà Andrés, il marito di Josefa, ad assumere la sua difesa e farla assolvere. Violeta partirà per Antigua, dove si rifarà una vita insieme a Bob. Nella terza parte Josefa, abbandonata da Andrés, raggiunge Violeta ad Antigua e ritrova la giusta dimensione della sua vita.
Camila, cilena di nascita e rifugiata da anni negli Stati Uniti, ha appena perso il figlio. È disperata, in crisi con il marito e incapace di accettare l'aiuto della madre perché nutre nei suoi confronti un devastante senso d'inferiorità. Malgrado il suo malessere, Camila accetta di fare un ... reportage in Messico. Giunge a San Cristóbal de las Casas, una sperduta cittadina i cui abitanti sostengono il mitico subcomandante Marcos. Qui incontra Reina Barcelona che, inconsapevolmente, riapre in lei antiche ferite. Reina aveva infatti conosciuto sua madre nelle prigioni di Pinochet. Camila aveva cercato una precaria sicurezza nell'esilio, nel matrimonio e nella maternità; la madre invece aveva voluto restare in Cile a battersi contro il regime. Anche Reina è a fianco dei ribelli messicani. La vicenda di queste due donne coraggiose suscita in Camila una profonda riflessione e, dopo alcune titubanze, si lascia coinvolgere nella lotta politica, anche per fare i conti con il passato e le proprie origini.
Yoel è un uomo del servizio segreto israeliano. Ha imparato la sottile arte dell'ascoltare, del guardare e dello scoprire. Dopo la morte della moglie in un incidente, si ritrova solo di fronte a una realtà ben altrimenti misteriosa: chi era veramente sua moglie Ivria, su quali segrete complicità ... si basava il loro rapporto? E ancora: di che pasta è fatta sua figlia, come provare a capirla e venirle incontro? Dopo le dimissioni dai servizi segreti Yoel crede per un attimo di poter applicare alla propria esistenza modi e metodi appresi nei lunghi anni di esercizio: appostamenti, confidenze rubate, induzione e deduzione. Eppure c'è qualcosa che continua a resistergli. È come se i suoi occhi dovessero trovare una diversa, difficile, dolorosa messa a fuoco. Cominciando a lasciarsi contaminare dai piccoli eventi della quotidianità, nonché dai molti diversi personaggi che la abitano, dietro il mistero Yoel scopre una totale spaesante assenza di mistero.
Maycomb, Alabama. La ventiseienne Jean Louise Finch "Scout" torna a casa da New York per visitare l'anziano padre, Atticus. Ambientato sullo sfondo delle tensioni per i diritti civili e il trambusto politico che negli anni cinquanta stanno trasformando il Sud degli Stati Uniti, il ritorno di ... Jean Louise prende un sapore agrodolce quando viene a sapere verità inquietanti sulla sua famiglia, sulla cittadina e sulle persone che le sono più care. Tornano a galla ricordi dell'infanzia, e i suoi valori e convincimenti sono messi seriamente in discussione. Con il ritorno di molti personaggi emblematici de "Il buio oltre la siepe", "Va', metti una sentinella" cattura perfettamente le sofferenze di una giovane donna e di un mondo costretti ad abbandonare le illusioni del passato, una transizione che può solo essere guidata dalla coscienza di ciascuno. Scritto a metà degli anni cinquanta, "Va', metti una sentinella" permette una comprensione più completa e più ricca di Harper Lee.
Damasco suona magica e favolosa, e continua a suonare così mentre si riempie di violenza e di fantasmi. Nessuno meglio di Suad Amiry poteva raccontare il fulgore del passato per aprire una porta sul presente. Il racconto comincia nel 1926, nel palazzo di Jiddo e Teta - marmi colorati, soffitti ... a cassettoni, fontane che bisbigliano nell'ombra -, comincia quando, dopo trent'anni di matrimonio, Teta torna per la prima volta ad 'Arrabeh, il villaggio da cui era partita poco più che bambina per andare in sposa al ricco e nobile mercante damasceno Jiddo. Il viaggio di Teta - intrapreso nella speranza di poter dare l'ultimo saluto alla madre - imprime una svolta inattesa al suo matrimonio: il sensuale Jiddo la tradisce. Il perfetto equilibrio della casa sembra spezzarsi, ma poi la vita della famiglia riprende: la dolcezza delle consuetudini smussa le asperità, i rituali attenuano e riassorbono i contrasti, gli equilibri si riassestano. Suad Amiry conduce il lettore nei cortili e nelle stanze della famiglia Baroudi, con i fastosi pranzi del venerdì, le rivalità tra i figli maschi pigri e viziati, il vincolo indissolubile tra le figlie femmine. Passano gli anni, ed è ancora una volta l'arrivo di un bambino a sparigliare le carte, a far luce nelle pieghe più nascoste dell'intimità domestica: vengono così a galla segreti inimmaginabili, come quello che lega la tenera Karimeh alla sorella maggiore Laila, che con piglio inflessibile ha assunto il ruolo di capofamiglia...
Un libretto di citazioni: le letture preferite del Che. Avventurosamente ritrovato, il materiale di questo volume fa parte dei taccuini sui quali Ernesto Che Guevara veniva annotando i passi più significativi delle sue letture. Le parole di Rosa Luxemburg, Lenin, Trockij, Stalin, Mao Zedong, ... Lukàcs, Hegel, Engels, Castro si rincorrono tra loro. Ma vi è anche la trascrizione di tre bellissime poesie di Ruben Dario. Compilate con la pazienza e la disciplina di uno studioso severo - un'attitudine che si avverte nella stessa grafia, nell'ordine dei paragrafi, nella precisione dei riferimenti bibliografici - queste note di lettura del Che sono accompagnate dalle fotografie dei quaderni, dei documenti, dei reperti. "Prima di morire" non è solo uno straordinario inedito, è anche la testimonianza di una passione intellettuale e di una coscienza politica che volentieri si intrecciano a fantasia e poesia.
Kate Cold, il nipote Alex e l'amica Nadia ricevono dal "National Geographic" l'incarico di preparare un reportage sui safari che si svolgono a dorso d'elefante. A Nairobi Alex e Nadia incontrano un'indovina che li avverte di un pericolo imminente: saranno costretti ad affrontare un mostro a ... tre teste e solo se resteranno uniti riusciranno ad avere la meglio. Quando incontrano Fratel Fernando, un missionario alla ricerca di due confratelli, decidono di aiutarlo. Si ritroveranno nel cuore della giungla dove verranno in contatto con una tribù di pigmei caduti in disgrazia da quando la sacerdotessa Nana-Asante è stata sconfitta e il loro villaggio è diventato feudo di tre personaggi: il re Kosongo, il militare Mbembelé e lo stregone Sembo...
Arthur Friedland è un aspirante scrittore disoccupato che decide di riempire il pomeriggio portando i tre figli a una performance del grande Lindemann, Maestro dell'ipnosi. Arthur si dichiara con sprezzo immune e scettico a riguardo di qualsiasi magia. Ma il grande Lindemann sa il fatto suo ... e quando invita Arthur sul palco, lo porta a confessare in pubblico i suoi segreti più reconditi, intimandolo a trasformarli in realtà. Così, quello stesso giorno, dopo aver abbandonato i tre figli sulla soglia di casa, Arthur svuota il conto in banca della famiglia, prende il passaporto e svanisce per diventare uno scrittore famoso in tutto il mondo. E i ragazzi? Martin, dolorosamente timido, crescendo diventa un prete cattolico. Eric diventa un consulente finanziario di successo. E Ivan sembra destinato alla gloria come pittore. Kehlmann racconta tre fratelli (e un padre assente), tre impostori, ognuno a suo modo, che hanno saputo crearsi un'esistenza quasi normale. Ma quando scoppia l'estate della crisi finanziaria del 2008, gli incubi diventano reali e si spalanca l'abisso pronto a inghiottirli.
Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala - che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della ... dote - e, in maniera meno evidente, all'amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di fratello maggiore. Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i viaggi, il gioco d'azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, Maria scopre un senso più ampio dell'esistenza, una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. Attraverso l'eros, a cui Pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei la conoscenza di sé e dei propri desideri, nonché l'apertura al bello e a un personalissimo sentimento della giustizia. Durante una vacanza a Tripoli, complice il deserto, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l'ha legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d'amore che copre più di vent'anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.
Tiziano Fratus è riuscito nella mirabile impresa di rendere la sua passione per gli alberi un vero e proprio - seppur bizzarro - lavoro. Ma cosa significa essere cercatore d'alberi? Cosa significa "parlare con gli alberi"? Secondo l'autore "ascoltare gli alberi vuol dire capire, vuol dire conoscere, ... vuol dire approfondire, vuol dire abbellirsi e arricchirsi, vuol dire espandere la capacità di sentirsi una creatura di Dio - o della natura - nel mezzo di un pianeta che vive e pulsa e respira, a ogni suo battito". Questa non è solo una guida per chi vuole allevare il suo cercatore di alberi interiore, ma anche - se non soprattutto - una fonte di ispirazione filosofica e contemplativa. Per chiunque ami ricavarsi del tempo per passeggiare in mezzo al verde o nell'alveo di una riserva naturale, piuttosto che nella Milano dell'Expo o della Roma immobilizzata dal traffico. Un libro per imparare e riflettere: un viaggio nella natura, sempre e necessariamente con il naso all'insù, oggi arricchito da nuovi testi e quarantotto spettacolari fotografie.
In un normale weekend di Pasqua, Frank Bascombe - un uomo ancora giovane che ha rinunciato al mestiere di scrittore per diventare giornalista sportivo incontra la sua ex moglie sulla tomba del loro primogenito, Ralph, come in occasione del suo compleanno usano fare da quando è morto. Bascombe, ... prima della tragedia e del conseguente divorzio, si era sistemato, aveva preso moglie e si era trasferito in una grande casa nella piccola città di Haddam, in New Jersey. Desiderava una vita piacevole, tranquilla nelle sue ripetitive abitudini, in un mondo provinciale al sicuro da scosse e preoccupazioni, come tanti altri americani middle class. Gli eventi però lo obbligano ad affrontare nuove e impreviste, talora drammatiche, situazioni.
È ancora possibile, in un paese dove tutto viene manomesso e abbandonato alla speculazione immobiliare e ambientale, ritrovarne un frammento incontaminato? Sì, ci dice Rea, ed è l'argine maestro del Po. Una strada che all'inizio degli anni novanta l'autore sceglie per un viaggio straordinario: ... dopo aver inseguito le tracce del Po di Goro, Rea accompagna il grande Fiume in tutte le sue anse e in tutte le sue divagazioni. Per poi sempre riprendere la strada principale, l'argine maestro, il corridoio che percorre placido la Pianura Padana: dal Delta a Ferrara, da Mantova alla Food Valley italiana, e poi di corsa verso l'Oltrepò e infine il Piemonte, il Monviso. Un viaggio di 650 chilometri intrapreso alla scoperta di grandi scenari naturali, insospettabili in un'area così densamente popolata, che infine si trasforma in itinerario culturale, alla ricerca degli uomini e delle loro attività, dell'arte e anche del cibo. Perché alla fine gli abitanti conoscono solo il loro tratto d'argine, e in pochi si rendono conto di quanto il Fiume nel tagliare il Nord Italia attraversi un'infinita varietà di paesaggi e ambienti. E tanto meglio se questo controcanto proviene da un uomo del Sud. Perché, come dice Rea, "sono un 'Napoli', pensate voi, innamorato del Po".
Agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del Mar Nero, c'è un paese selvaggio e poco abitato, Tomi (l'odierna Costanza), il luogo della relegatio di Publio Ovidio Nasone, che lì visse per una decina d'anni e che vi fu sepolto il 17 o il 18 d.C. In una totale trasmutazione ... di tempi, in completo anacronismo, giunge a Tomi un amico di Ovidio, Cotta, determinato a trovare tracce del poeta e del suo capolavoro incompiuto, le Metamorfosi. La singolarità di "Il Mondo Estremo" fa sì che il lettore sia coinvolto nella ricerca di Cotta e ritrovi, attraverso di lui, un mondo siamo ai giorni nostri - in cui il mito si trasfigura in realtà. Ecco allora che il contesto diviene minutamente realistico e, per esempio, alla sera, nella desolata piazza della ferrigna Tomi, giunge Cypari, un "proiezionista" ambulante, che mostra un film d'amore disperato in cui la bella Alcione viene trasformata, assieme al compianto sposo, in un uccello marino. Cotta troverà presso Tomi, a Trachila, in montagna, la casa di Ovidio. Lo aiuterà Pitagora di Samo, ridotto a servo di Ovidio, e, nel folto dei boschi cupi e terribili, sotto una coltre di lumache striscianti, appariranno delle pietre con i versi incisi dal poeta. E ancora, in una memorabile alba, mentre si consumano i riti del carnevale, apparirà un corteo di pazzi, travestiti chi da dio Sole, chi da Medea, chi da Orfeo... Recitano strani versi di un'opera distrutta dall'autore, ma non scomparsa: le Metamorfosi.
"Lo squalificato" (1948), narra la storia di un uomo, Yozo, che, sentendosi rifiutato dalla società nella quale vive, deve affrontare una condizione esistenziale di estrema solitudine. Ciò che rende intensamente suggestive le "pagliacciate" escogitate da Yozo per sopravvivere tra i suoi simili, ... patetici i suoi tentativi di dedicarsi alla politica e tormentosi i suoi rapporti con le donne, è il senso di insuperabile ambiguità che domina l'intera esperienza da lui vissuta in bilico tra il piacere di infrangere il codice sociale e il sentimento di colpa per non sapersi adeguare a esso. La "squalifica" alla quale è condannato Yozo (nel cui problematico ritratto certamente si riflettono vicende di cui fu vittima lo stesso Dazai) acquista un senso diverso solo dopo la sua morte, quando l'autore sposta bruscamente e sapientemente il punto di vista narrativo fuori della coscienza del protagonista.
Dopo vent'anni, una donna torna da dove era scappata in seguito a una terribile disgrazia. Ma quella che torna è una donna diversa. La sua figura, gli occhi, persino la voce sono diversi. Neanche il suo nome è più lo stesso. La riconoscerà chi la amava all'epoca? Lui la riconoscerà? Mary Lohan, ... Marilé Lauría o María Elena Pujol - quella che è, quella che era, quella che è stata a volte - torna nei sobborghi di Buenos Aires dove vent'anni prima aveva una famiglia, fino a quando non decise di scappare. Ancora non capisce perché ha accettato di tornare a quel passato che si era riproposta di lasciarsi per sempre alle spalle. Però, mentre lo capisce, fra incontri attesi e rivelazioni inaspettate, comprenderà anche che a volte la vita non è né destino né casualità e che forse il suo ritorno non è altro che un piccolo colpo di fortuna.
Due fratelli crescono in un mondo che suona loro incomprensibile a loro che sono bambini e intollerabile agli adulti: la cittadina di Liuzhen è sconvolta dalla Rivoluzione culturale. La follia non ha limiti, ha un colore, però, il rosso delle bandiere, delle spillette di Mao e del sangue. Yu ... Hua racconta una storia palpitante che sgretola l'idea grigia di collettività come una massa indistinta, inscenando una commedia tutta cinese e una tragedia umana disarmante. Brothers è un mondo che travolge e risucchia, dove l'orrore più osceno si stempera nella risata più liberatoria e le passioni che fanno grandi gli uomini coesistono con le loro piccolezze. Il ruggito grandioso dell'oceano di notte, il trionfo incontenibile della primavera, un uomo e una donna che si amano teneramente. Una pazza che corre nuda nella campagna, un professore ucciso a bastonate e un disgraziato che spia il didietro delle donne. E due bambini, di fronte a questo mondo indecifrabile, stanno a guardare con il moccio al naso.
Continua il dialogo tra Miriàm e Iosèf. Continua con il loro esilio in Egitto, il bambino carico di doni e di pericoli. Oro, incenso, mirra e scannatori di Erode, il Nilo e il Giordano, la falegnameria e la croce: la famiglia più raffigurata del mondo affronta lo sbaraglio prestabilito. In ogni ... nuova creatura si cercano somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto. Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta. Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole.
Si incontrano una sera di ottobre, davanti a un teatro. Lui, rientrato da Londra, insegna recitazione a un gruppo di anziani. Lei lavora in un'agenzia di viaggi. Dal fascino indecifrabile di Teresa Nino è confuso e turbato. Starle accanto lo costringe a pensare, a farsi e a fare domande, che ... via via acquisiscono altezza e spessore. Al di là dell'attrazione fisica, coglie in lei un enorme mistero, portato con semplicità e scioltezza. L'uno guarda l'altra come in uno specchio, che di entrambi riflette e scompone le scelte, le ambizioni, le inquietudini. Tanto Nino è figlio del suo tempo (molte passioni spente, nessuna tensione ideologica), tanto Teresa, con il suo segreto, sembra andare oltre. Ostaggi di un mondo invecchiato, si lanciano insieme verso un sentimento nuovo, come si trattasse di un patto, di una scommessa. Accade sotto lo sguardo lungo e partecipe di Grazia, zia di Teresa e insegnante di teatro di Nino, attore giovane allo sbando. Proprio mentre crescono l'attesa e il desiderio, Grazia esce di scena, creando una sorta di "dopo" che rilegge l'intera vicenda di Nino e Teresa, il loro cercarsi là dove sono più profondamente diversi.
Manaka, ventitré anni, è cresciuta in una casa circondata da un grande giardino, a pochi passi dalla casa di Hiroshi che, dopo essere stato il compagno di giochi dell'infanzia e l'amico intimo dell'adolescenza, è diventato suo marito. La loro vita sembra procedere senza scosse fino alla morte ... del nonno di Hiroshi con cui il ragazzo ha sempre vissuto, dopo essere stato lasciato da entrambi i genitori che avevano deciso di far parte di una setta religiosa in America. Nel mettere a posto la casa del nonno, emergono particolari che gettano una luce sinistra sullo spirito della setta e che spiegano le angosce da cui Hiroshi è talvolta sovrastato.
Sei racconti intorno al tempo, alla guarigione, al destino, al fato, immersi in una Tokyo sfolgorante di luci notturne e pulsante di vita. I protagonisti sono accomunati dalla stessa sorte: tutti in qualche modo feriti si sono chiusi in un guscio che li protegge, ma contemporaneamente li separa ... dal mondo, impedendo loro di agire e di interagire con gli altri. Ma sensazioni dimenticate si affacciano alla memoria, la vita, prima paralizzata, ricomincia a scorrere rivelando la catartica necessità di entrare finalmente in azione e di fare i conti con il passato. È alle soglie di questa trasformazione che lo sguardo di Banana Yoshimoto si posa sui suoi enigmatici personaggi per raccontarne il disagio, l'angoscia, la liberazione.
Da un materiale di migliaia di pagine e di oltre cento conversazioni, è stata ricavata una scelta, distribuita tematicamente in varie sezioni: le origini di Kapuscinski, le ragioni che lo hanno portato a scegliere la professione di reporter, il suo approccio alla materia, la sua visione del ... mestiere, il modo di scrivere, gli stili adottati, le tematiche dei singoli libri, la profonda trasformazione del mestiere di reporter rispetto all'epoca in cui non imperversavano i media. Questo libro è un'occasione per comprendere i ferri del mestiere di un grande reporter e il modo di adoperarli sia dal punto di vista tecnico che morale. Per conoscere la profonda etica umana e ontologica di un uomo cresciuto nella miseria più nera che nel suo lavoro mette al primo posto la comprensione e il rispetto per le sofferenze degli altri. Dietro alla professionalità di Kapuscinski sta infatti qualcosa di molto speciale, di mite e nello stesso tempo durissimo: la vocazione.
«Perché avete usurpato il ruolo degli dèi che in altri tempi guidarono la condotta degli uomini, senza arrecare conforti soprannaturali, ma soltanto la terapia dell'irrazionale. Perché il vostro centravanti vi fa gestire vittorie e sconfitte dalla comoda poltrona di cesari minori: il centravanti ... verrà ucciso all'imbrunire». Per tutelare l'incolumità della star calcistica dal delirio di un folle, il presidente della società chiama in suo aiuto Pepe Carvalho, che si vede così costretto in una nuova avventura barcellonese, in una città sconvolta dai lavori e dalle speculazioni per i Giochi Olimpici del 1992.
La vita è una roulette russa e a volte fa davvero schifo. Lo sa bene Jack Laidlaw, detective della polizia di Glasgow. Nella sua carriera ne ha viste tante, ma nessuno è mai pronto quando la cattiva sorte gli si accanisce contro. Proprio mentre il lavoro vacilla, il matrimonio è ormai finito ... e lui ha più che mai paura di affondare, un uomo muore. Una morte immeritata, ingiusta e senza senso come tante altre, ma stavolta ancora più difficile da accettare. Perché Laidlaw conosce bene l'uomo in questione: è Scott, suo fratello. La morte viene classificata dalla polizia come un incidente: Scott è stato investito da un'auto in maniera apparentemente fortuita, ma Laidlaw ritiene che il suo precario stato mentale ? di recente aveva avuto problemi di alcol ed era molto tormentato ? possa aver giocato un ruolo rilevante. Si immerge cosi nella vita del fratello, lungo una scia di indizi che lo rimandano continuamente a un misterioso "uomo in giacca verde" e a vecchi episodi di violenza. Ben presto il viaggio si trasforma in un tuffo senza paracadute dentro il passato, dove Laidlaw scoprirà sconvolgenti verità anche su di sé.
Diciottenne appena uscito dal liceo, Karl Ove Knausgård va a vivere in un piccolo villaggio di pescatori nell'estremo Nord della Norvegia, sul Circolo polare artico. Lo attende il suo primo lavoro da insegnante, anche se Karl Ove non mostra grande interesse per la professione. Il suo obiettivo ... e mettere da parte i soldi per viaggiare e trovare spazio e tempo per dare avvio alla sua carriera di scrittore. All'inizio tutto sembra andare bene: nascono i primi racconti, la bizzarra gente del posto è interessante e riceve lusinghiere attenzioni da diverse ragazze. Ma quando le lunghe notti polari cominciano a oscurare il meraviglioso paesaggio, la vita di Karl Ove prende un'altra piega. Le storie che scrive tendono a ripetersi, beve sempre di più e i suoi tentativi di perdere la verginità finiscono in umiliazione e vergogna, fino all'attrazione proibita per una giovanissima allieva. E lungo la strada riemergono gli anni del liceo e le radici dei suoi problemi. Tutto, sempre, all'ombra del padre.
Nei due estremi e intensissimi anni della sua vita (1955-1957) Giuseppe Tomasi di Lampedusa mise insieme non solo le otto parti del Gattopardo, ma anche tre racconti e uno scritto di carattere autobiografico. Solo di recente, però, in seguito al ritrovamento di alcuni manoscritti originali, ... è stato possibile sottoporre i testi brevi a una rigorosa verifica filologica e, in particolare, è stato possibile ricostruire nella loro interezza i "Ricordi d'infanzia", che ora acquistano una maggiore corposità. Il presente volume si apre appunto con i "Ricordi d'infanzia", scritti nell'estate del 1955, che come spiega Gioacchino Lanza Tomasi nella prefazione "ci schiudono il laboratorio dello scrittore al tempo del suo capolavoro". Segue "La gioia e la legge", un breve apologo. Ma il racconto più celebre della raccolta è "La sirena" (precedentemente con il titolo "Lighea"), scritto dopo una gita lungo la costa meridionale della Sicilia. Al centro della favola, al limite tra il reale e il surreale, spicca il vecchio professor La Ciura, che da giovane conobbe l'amore della Sirena e non potè più gustarne altro. Chiude il libro "I gattini ciechi", dei tre racconti il più vicino come materia al "Gattopardo", sebbene fosse nato come capitolo iniziale di un nuovo romanzo del quale ha mantenuto il titolo.
C'è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte: è la frontiera che separa e insieme unisce il Nord del mondo, democratico e civilizzato, e il Sud, morso dalla guerra, arretrato e antidemocratico. È sul ... margine di questa frontiera che si gioca il Grande gioco del mondo contemporaneo. Leogrande ci porta a bordo delle navi dell'operazione Mare nostrum e pesca le parole dai fondali marini in cui stanno incastrate e nascoste. Ci porta a conoscere trafficanti e baby-scafisti, insieme alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa; ricostruisce la vicenda degli eritrei, popolo tra i popoli forzati alla migrazione da una feroce dittatura; ci racconta l'altra frontiera, quella greca, quella di Alba dorata e di Patrasso, e poi l'altra ancora, quella dei Balcani; ci introduce in una Libia esplosa e devastata, ci fa entrare dentro i Cie italiani, nella violenza della periferia romana e in quella nascosta nelle nostre anime: così si dà parola all'innominabile buco nero in cui ogni giorno sprofondano il diritto comunitario e le nostre coscienze. Quanta sofferenza. Quanta indifferenza. Da qualche parte nel futuro, i nostri discendenti si chiederanno come abbiamo potuto lasciare che tutto ciò accadesse.
A Prantixedda Inferru, nel cuore dell'Ogliastra, è un'estate da quarantacinque gradi all'ombra (ma senza l'ombra) quando Raffaele, Giuseppe e Sandro arrivano nel paesino con una missione molto improbabile: far rinascere la locale squadra di calcio e vincere la Coppa Sarda. Problema numero uno: ... il sindaco corrotto del paese e un milionario senza scrupoli remano contro, e con grande energia. Problema numero due: uno degli amici forse sta giocando contro la sua stessa squadra. Problema numero tre: quale sarà mai la prima regola degli Shardana? In una trama ricca di colpi di scena, Giovanni Floris sorprende tutti con una nuova declinazione della commedia all'italiana: la commedia alla sarda. Al centro, quattro personaggi: Giuseppe, il giornalista stanco di intervistare politici e che sogna il riscatto calcistico; Raffaele, imprenditore che ha vissuto un'unica stagione da leone e sogna la riscossa; Sandro, il buffone senza macchia e senza paura che sogna di diventare come Dario Fo; Michela, la ragazza dagli occhi verdi decisa a salvare gli amici da se stessi - mentre sogna Raffaele. E sullo sfondo di una Sardegna al di là di ogni luogo comune: un Presidente per caso, un Cavaliere furente, un amore contrastato, una squadra arcobaleno, uno scontro tra mafiosi rom e spacciatori genovesi, un campione del mondo in vacanza, uno zoppo sulla fascia destra... E l'amicizia. Quella che lotta per tenere insieme la vita, in campo e fuori.
Andrea detto Osso, Martina detta Pupetta, Marco detto Gaga, tre trentenni senza grazia di Dio, funzionano così: non sopportano le minchiate. Le minchiate e i pidocchi. E Lortica, il piccolo paese siciliano dove sono cresciuti e da cui sono andati via per inseguire studi, lavori e amori, a Roma, ... Berlino e Praga, ne è infestata. Il sindaco racconta minchiate, ma anche il comandante dei carabinieri, persino un ministro della Repubblica. Alla minchiata più grossa, una menzogna sui fratelli Bonanno, che a Lortica volevano aprire un negozio di fiori e per questo sono stati ammazzati dai pidocchi, i tre amici decidono di tornare in paese con un piano: istituire una squadra di sabotatori delle minchiate e mettere tutto a soqquadro assieme all'aiuto di Mario detto Mario, quarantenne scorbutico e idealista. Tra discoteche scalcagnate, musica elettronica rock e tarantelle, pupi, cannoli e templi greci, il mare d'agosto e le campagne riarse, Montalbano e "Il Gattopardo", attentati all'ordine pubblico e scazzottate indimenticabili, questa brigata di antieroi riesce a far esplodere molti luoghi comuni sulla Sicilia e sull'Italia. Fino a una rocambolesca sfida finale e una risposta tutta loro alla domanda: come li scacciamo questi pidocchi?
I primi quattro racconti di questa raccolta sono percorsi da una vena di ironica malinconia per le occasioni mancate e per il passaggio inesorabile del tempo. In "Nona e Tredicesima" un musicista di piano-bar sogna ciò che avrebbe potuto essere; in "V.O. Versione originale" un regista della ... giuria di un festival dell'horror e del fantasy tentenna fra due rapporti possibili per ripiombare nell'inconcludenza di una vita mediocre; in "Ai ferri corti" una coppia di pensionati vive nella solitudine rassegnata di una casa sul mare alla quale non sono riusciti a dare un nome, neppure dopo anni di lunghe discussioni; in "Leida" una donna spiega la nostalgia a un giovane ammiratore. I successivi tre racconti sono storie compiute e allo stesso tempo - come dice l'autore nella nota introduttiva - schizzi e frammenti per un'opera di più ampio respiro intitolata "Unrest", che traccia la storia di una famiglia borghese nella seconda metà del Ventesimo secolo. In "Ivy e le sue sciocchezze" l'io narrante è il figlio più piccolo, che a dieci anni, mentre la famiglia allargata è riunita per Natale, vede il fantasma di un uomo assassinato dalla moglie. In "Pentatonica" assistiamo alla prima frattura di un matrimonio che rivela la fondamentale diversità nel sentire dei coniugi, durante il saggio a scuola della figlia. E in "Rotary Park" una donna scompare proprio alla vigilia di Natale nell'impossibilità di porre rimedio al senso di inquietudine che domina il suo matrimonio. Infine, "Billy Wilder. Diario di un'ossessione", il racconto che chiude la raccolta, evoca la vera ossessione dell'autore per un film amato di Billy Wilder, "La vita di Sherlock Holmes", e in particolare per la colonna sonora.
Alice adora mangiare cioccolata e dormire fino a tardi la domenica mattina. Ha ventinove anni, un marito e un figlio in arrivo. Ed e sfacciatamente felice, pur avendo le stesse preoccupazioni di tutti. Per lei l'amore ha il profumo di lavanda, la pianta che ha fatto crescere davanti a casa. ... La felicità è la risata gorgogliante di un bambino, oppure è galleggiare tra le onde a braccia aperte, sentendo il sole sulla faccia. La vita è semplice e meravigliosa, per Alice. C'è solo un problema: tutto ciò è successo dieci anni fa. Alice è inciampata durante una lezione di aerobica, è caduta e ha battuto la testa. Un incidente di nessun conto se non fosse che, quando ha ripreso conoscenza dopo pochi minuti, ha scoperto di essersi dimenticata in un lampo di un'intera fase della sua esistenza. In realtà, ha trentanove anni. Ha mille impegni ed è fissata con la linea e l'organizzazione, lei che non aveva mai posseduto neppure un'agenda. Ovviamente non è più incinta, e chi diavolo sono quei tre minimarziani che la chiamano mamma? È fredda e distaccata, sua sorella non le rivolge quasi più la parola e, quel che è peggio, sta per divorziare. Cosa è successo? Ora che Alice ha l'occasione di vedersi sotto una nuova luce, non si piace più. Come fare per ritrovare la ragazza spensierata di un tempo? Man mano che i ricordi emergono dal passato come bolle di sapone colorate, salterà fuori che dimenticare è la cosa più memorabile che sia mai successa ad Alice. E che forse, ogni tanto, per rimetterci in carreggiata e riscoprire ciò che di bello abbiamo perso per strada, abbiamo tutti bisogno di una piccola botta in testa...
Afghanistan, anni novanta. Ali è un ragazzino che trascorre le giornate tirando calci a un pallone con il suo amico Ahmed, in una Kabul devastata dalla lotta tra fazioni, ma non ancora in mano ai talebani. La città non è sempre stata così, gli racconta suo padre: un tempo c'erano cinema, teatri ... e divertimenti, ma ad Ali, che non ha mai visto altro, la guerra fa comunque meno paura delle sgridate del maestro o dei rimproveri della madre. Il giorno in cui, di ritorno da scuola, Ali trova un mucchio di macerie al posto della sua casa, quella fragile bolla di felicità si spezza per sempre. Convinto inizialmente di aver solo sbagliato strada, si siede su un muretto e aspetta il fratello maggiore Mohammed, a cui tocca il compito di spiegargli che la casa è stata colpita da un razzo e che i genitori sono morti. Non c'è più niente per loro in Afghanistan, nessun futuro e nessun affetto, ma "noi siamo come uccelli (...) e voleremo lontano", gli dice Mohammed, che lo convince a scappare. E in quello stesso istante, l'istante in cui inizia il loro grande viaggio, nascosti in mezzo ai bagagli sul portapacchi di un furgone lanciato verso il Pakistan, Mohammed diventa per Ali un padre, il miglior amico e, infine, un eroe disposto a tutto pur di non venire meno alla promessa fattagli alla partenza: Ali tornerà a essere libero e a guardare le stelle, come faceva da bambino quando il padre gli spiegava le costellazioni sul tetto di casa nelle sere d'estate. Dal Pakistan all'Iran, e poi dall'Iran alla Turchia, alla Grecia e infine all'Italia, quella di Ali e Mohammed è un'epopea tragica, ma anche una storia di coraggio, determinazione e ottimismo.
Paolo Rumiz ha percorso a piedi, con un manipolo di amici, la prima grande via europea, l'Appia, e ce ne riconsegna l'itinerario perduto, da Roma fino a Brindisi, "più per dovere civile che per letteratura". Come un pifferaio magico, ci chiama a seguirlo con le gambe e l'immaginazione lungo ... la via del nostro giubileo, la nostra Santiago di Compostela, della quale viene restituito l'itinerario dopo un secolare abbandono. Da Orazio ad Antonio Cederna (appassionato difensore dell'Appia dalle speculazioni edilizie), da Spartaco a Federico II, prende corpo una galleria di personaggi memorabili e, mentre si costeggiano agrumeti e mandorleti, si incontrano le tracce di arabi e normanni. Intanto le donne vestite di nero, i muretti a secco, la musicalità della lingua anticipano l'ingresso nell'Oriente. Per conquistarsi le meraviglie di un'Italia autentica e segreta è necessario però sobbarcarsi anche del lavoro sporco - svincoli da aggirare, guardrail, sentieri invasi dai canneti, cementificazioni, talvolta montagne intere svendute alle multinazionali dell'acqua e del vento - e affrontare la verità dei luoghi pestando la terra col "piede libero". Al racconto fanno da contrappunto le mappe disegnate da Riccardo Carnovalini, che ha trovato il percorso sulle carte, nelle foto aeree e sul terreno, e che ha descritto l'itinerario nel libro: un contributo prezioso e uno strumento utilissimo - considerata l'assenza di segnaletica - per chi volesse seguire le orme di questa marcia d'avanscoperta.
Frank Bascombe ha vissuto una vita non più avventurosa di quella di tanti altri americani. Giornalista sportivo, agente immobiliare, due matrimoni, due figli grandi che vivono lontano, molti traslochi. A sessantotto anni, Frank si e ritirato a vita privata, ha venduto la casa sull'oceano dove ... si era trasferito con la seconda moglie ed è tornato a Haddam, la città che forse racchiude il segreto di tutti i suoi dispiaceri. L'uragano che un giorno d'autunno si abbatte sulla costa del New Jersey distruggendo la ridente stazione balneare dove Frank aveva creduto di poter esorcizzare i suoi fantasmi ne diventa in un lampo il principale evocatore. Il passato ritorna e parla con la voce di amici falsi, traditori o moribondi. Se la vita è davvero, come riflette Frank, "una questione di sottrazione graduale", che altro ti resta quando una catastrofe naturale ti ha sottratto tutto, compresa la casa dove hai trascorso i migliori anni della tua esistenza?
"Da dove venite? A chi appartenete? Cosa andate cercando?" Così si chiede al viandante-narratore nelle terre dei padri. Il viandante procede con il passo dell'iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice ... di destino, che hanno il compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro "stortinomi", immobili e mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l'ignoto. Scatozza "domatore di camion". Mandarino "pascitore di uomini", la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Testadiuccello, Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una verità che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. Il viandante deve misurarsi, insieme al lettore, con un patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella luce del meriggio, accompagnati dall'abbaiare dei cani. E poi ci sono la musica e i musicanti. La musica da sposalizio, da canto a sonetto, la musica per uccidere il porco, la musica da ballo per cadere "sponzati come baccalà", la musica da serenata, il lamento funebre, la musica rurale, da resa dei conti.
Nel novembre 2007 va in scena all'Auditorium Parco della Musica di Roma Moby Dick. Il reading. Il progetto diventa in seguito un libro in cui Alessandro Baricco traduce e commenta alcune scene significative del capolavoro di Herman Melville disvelandone l'architettura. Baricco individua una ... nuova possibile struttura del romanzo, che restituisce al lettore il privilegio di leggere, ascoltare, gustare insieme scene, eventi e dialoghi lontani tra loro. Ecco quindi che l'ingaggio di Ishmael - pagine ricche di ironia che virano spesso verso la commedia - viene accostato alla partenza del Pequod: il lento allontanarsi dalla sicurezza del porto che segna l'inizio del cambio di registro, portale d'ingresso nella tragedia. La celebre scena del doblone, quella in cui l'oscuro capitano Ahab convince l'intera ciurma a perseguire una sua ossessione privata - scovare e sconfiggere la Balena Bianca - viene qui rivisitata e riletta in chiave teatrale. Baricco in questo caso amplifica la difformità stilistica del romanzo. L'immediatezza scenica, i dialoghi secchi in cui le battute sono precedute dal solo nome del personaggio, le poche descrizioni che potrebbero far pensare a scarne didascalie ci introducono in un universo che non è più quello del romanzo, ma quello di una poesia "travestita".
Il più e il meno sono segni della contabilità, della partita doppia dare/avere. Qui riguardano lo scorrere del tempo. Il Più è già arrivato, era un vento di corsa alle spalle spingendo innanzi, sparecchiando tavole, sfrattando inquilini, stringendo appigli e libri. Il Più è stato giovane e indurito ... come un callo. Il Meno governa il presente e mantiene quello che dice. Il Meno è sobrio, risoluto perché deve condurre fino in fondo.
La tenerissima storia dell'improbabile amicizia tra un grande e possente orso e un'impertinente topina pittrice. Due personaggi bizzarri e dolcissimi, le situazioni comiche, il generale sovvertimento delle regole e la forza di un sentimento che sconfigge ogni pregiudizio... Età di lettura: da ... 7 anni.
A Mezudat Ram, un kibbutz isolato nel Nord del paese, circondato da nemici e sormontato dall'ombra di cupe montagne, si svolge la vita di una comunità di coloni, dediti all'agricoltura e all'allevamento, allo sport, alla musica, al dibattito, ma soprattutto alla purificazione. A trent'anni dalla ... fondazione del kibbutz, infatti, sono essenzialmente gli ideali di miglioramento personale e collettivo che sostengono i kibbutzim e il miglioramento si attua anche grazie al pettegolezzo. Questo spiega la voce narrante di un colono che guida il lettore - non senza malizia e ironia - alla scoperta degli abitanti del kibbutz, concentrandosi soprattutto sulla famiglia di Ruben Harish. Questi è tra i più convinti sostenitori di una vita pacifica e collettiva, l'instancabile cantore delle virtù di un'esistenza semplice e illuminata, il poeta del kibbutz. La moglie Eva lo ha abbandonato per fuggire con un cugino in visita a Mezudat Ram come turista. Si è sposata, vive in Germania e aiuta il nuovo marito a gestire un night-club. Ruben lo ha accettato senza lamentarsi, sprofondando in una tristezza nobilitata dai doveri di maestro, guida turistica e poeta. È rimasto solo col figlio Gai e la figlia Noga e, per consolarsi, ha iniziato una blanda relazione con un'amica, Bronka, un'insegnante sposata, madre di due figli. Ma Noga, che ha sedici anni, sembra aver ereditato la grazia e l'irrequietezza della madre; Ezra, il marito di Bronka, un camionista appassionato di Bibbia che cita frasi sagge, diversamente da Ruben sa vivere le proprie emozioni. E quando dalla Germania arriva Zachariah, il fratello di Ezra, un personaggio misterioso e conturbante, le cui mire e comportamenti nessuno comprende, la comunità è gettata nello scompiglio.
"Uscito nel 1971, 'Una teoria della giustizia' di John Rawls può essere ormai considerato un classico della filosofia morale e politica contemporanea, da decenni al centro della discussione e della critica. Portando a un alto grado di generalizzazione e astrazione la tradizionale teoria del ... contratto sociale, Rawls propone una teoria della giustizia come equità che ha per oggetto i principi che modellano l'assetto fondamentale delle istituzioni della società. I principi di giustizia sono quelli che persone razionali sceglierebbero in una posizione iniziale di eguaglianza. In questa situazione ipotetica, nessuno conosce la propria posizione nella società, la propria sorte nella distribuzione, naturale e sociale, di doti e capacità. Deliberando dietro un 'velo di ignoranza', gli individui determinano i loro diritti e doveri, accordandosi sullo schema equo (giustificabile per tutte le parti) di distribuzione dei costi e dei benefici della cooperazione sociale." (Salvatore Veca)
In un unico cofanetto, tutti i libri dedicati da Daniel Pennac al più famoso "capro espiatorio" per professione della storia della letteratura: Benjamin Malaussène. Scoprite la sua pazza famiglia senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una zia maschio protettrice di vecchietti, ... ladri e travestiti brasiliani, una zia femmina supersexy, una misteriosa guardia notturna serba e un cane epilettico...
Don Lorenzo Milani è stato una delle figure che nel Novecento italiano hanno lasciato più tracce di sé, sia dal punto di vista dell'esperienza pedagogica e spirituale consumata in vita, sia dal punto di vista dell'eredità lasciata attraverso gli scritti e il vigore di un esempio a cui la distanza ... temporale restituisce complessità e profondità. Molti hanno scritto della scuola di Barbiana e di don Milani. Adele Corradi, che ha lavorato con lui nella sua scuola, non racconta la storia di don Milani. Come lei stessa dice in una breve nota, "chi la volesse conoscere dovrà rivolgersi altrove". In questo piccolo libro insegue piuttosto le tracce di un rapporto tanto coinvolgente quanto problematico e lo fa attraverso accensioni progressive di memoria. Don Lorenzo è sì il personaggio carismatico, sensibile, non di rado urtante (qualche volta persino antipatico), delle biografie, ma qui ci appare in una luce tutta affatto nuova. Adele si lascia visitare dai ricordi con amore ma senza reverenza, con il fervore di chi è ben consapevole dell'eccezionalità di un'anima così vasta ma anche con la scioltezza, la leggerezza e lo humour di una grande narratrice.
Lucia è una giovane donna di origini borghesi, figlia di un sottosegretario della Repubblica di Salò, che è vissuta in Francia e ha alimentato, attraverso la lontananza, i miti del fascismo dentro i quali è cresciuta. Non solo, ora è convinta che fra le menzogne sul nazifascismo ci siano anche ... le crudeltà dei campi di lavoro. Decide di verificare in prima persona e si reca, come volontaria, nei Lager, sicura di poter smentire quelle che ritiene calunnie sulle modalità di trattamento dei "lavoratori" da parte del grande Reich di Hitler. È allora che comincia una discesa agli inferi, complessa, violenta, che legge l'orrore, lo assume in sé e sembra addirittura "scontarlo". Luce d'Eramo ripercorre con Lucia un tracciato di formazione che è stato il suo, un tracciato che tuttora, soprattutto ora (accecati da ogni sorta di revisionismo), suona come avventura della coscienza, testimonianza e grido di allarme. Deviazione è una storia che guarda in faccia il Male e l'orrore, e che disegna, attraverso una struttura e una lingua saldamente governate, un destino non ancora concluso, tutto ancora confitto nella violenza liberatoria di ogni possibile "deviazione".
Nello scenario apocalittico di un'Europa sconvolta da un conflitto che non ha precedenti (si allude, senza nominarla mai, alla Seconda guerra mondiale), le potenze vincitrici condannano le popolazioni responsabili della catastrofe a uno stato di eterno abbandono e miseria. In questo interminabile ... "anno zero", in cui lo sviluppo è bloccato allo stadio di una civiltà agricola arretrata, nel paese austriaco di Moor, una volta fiorente centro turistico, vi sono ora rovine e desolazione: trionfano il mercato nero e la violenza delle bande armate. Nelle isolate "zone di ricostruzione" la storia va avanti e il progresso fa conoscere alle truppe d'occupazione la civiltà dei consumi, con i suoi eccessi. In questo clima da dopo catastrofe si intrecciano le vicende dei tre protagonisti: Bering, Ambras e Lily. Bering, figlio di un reduce di guerra, è un genio autodidatta che fa rivivere i vecchi rottami, ossessionato dalla tecnica, ma inevitabilmente preda dell'eredità della violenza; Ambras, cui Bering fa da autista, meccanico e guardia del corpo, è stato vittima delle atrocità del sistema durante la guerra: ora amministra la cava di pietra che era stata il suo campo di concentramento; Lily, figlia di un criminale di guerra e regina del mercato nero, è affetta dal misterioso morbo di Kitahara. È la storia di tre destini emblematici, raccontata con una "padronanza linguistica che non ha eguali nella letteratura contemporanea", cui si uniscono solidità della trama narrativa e capacità di evocare atmosfere e situazioni estreme.
Al disordine apparente della natura, Claudio Fratta vorrebbe sostituire l'ordine rassicurante dei giardini che progetta e costruisce. Ma da buon giardiniere conosce il valore dell'attesa, ha imparato ad aspettare il ritorno delle stagioni perché le sue creature prendano forma e perché le storie ... si compiano. Una sera, però, nel posteggio deserto di un supermercato, Claudio assiste a un omicidio. Una donna, Elisabetta Renal, entra nella sua vita e lo spinge ad affrontare i fantasmi del passato: il fallimento del padre e la morte del fratello minore. Inseguire il mistero di questa donna, lasciare che lei lo attragga e lo disorienti, amarla e perderla, in fondo è un modo per ripartire.
Pragmatico, concreto, amante dei piaceri della carne ben più che dello spirito, Pepe Carvalho è suo malgrado coinvolto in una serie di indagini su casi misteriosi, storie, per l'appunto di fantasmi. Giovani donne che appaiono e scompaiono, navi fantasma e personaggi che sembrano essere quello ... che non sono verranno però smascherati dal popolare detective. Il cinico e disincantato Pepe Carvalho, che non crede ai fantasmi, per non smentire la sua indole materialista, ne proverà l'esistenza.
Amal nasce su un'isola in cui è guerra tra Esercito Regolare e Neri, soldati che in una mano impugnano il fucile e nell'altra il libro sacro. Amal è l'ultimo, servo figlio di servi pescatori e migliore amico di Ahmed, figlio del signore del villaggio. Da piccolo, una mina lo sventra in petto ... e ora Amal, che in arabo significa speranza, porta un cuore non suo. Amal e Ahmed si promettono imperitura amicizia, si perdono con i loro sogni in mezzo al mare, fanno progetti e dividono le attenzioni della affezionata Karima. Vivono un'atmosfera sospesa, quasi fiabesca, che si rompe quando le tensioni che pesano sul villaggio dividono le loro strade. In questo nuovo clima di conflitti e di morte anche Hassim, il padre di Amal, lascia il villaggio, portando con sé un segreto inconfessabile. Rimasto solo, Amal chiede ancora una volta il conforto e la saggezza del mare e il mare gli dice che deve raggiungere l'imam della Grande Moschea del Deserto, riempire il vuoto con un'educazione religiosa. Amal diventa preghiera, puro Islam, e resiste alla pressione dei reclutamenti. Resiste finché un'ombra misteriosa e derelitta riapre in lui una ferita profonda che lo strappa all'isolamento. Allora si lascia arruolare: la religione si colma di azione. L'educazione militare lo fa guerriero, lo fa uomo. Lo prepara a trovare una sposa per generare un figlio. Ma è proprio questo l'unico destino consentito? Qual è il bene promesso? L'avventura di vivere finisce davvero con la strage del nemico?
La prima raccolta dei tre testi in prosa del poeta Mahmud Darwish. Dice Elias Sanbar: "Darwish non era ambasciatore del suo paese ma un poeta slegato dalla nazionalità e dal passaporto. Certamente la Palestina era il suo humus, la terra dove affondava le radici: la sua flora e la sua fauna, ... la sua musica e le sue nuvole, ma tutto questo non doveva essere il suo limite. Se parla di terra, quella terra è proprio la sua terra. Non si è mai impantanato nelle chiavi di lettura che davano della sua opera". "Diario di ordinaria tristezza" (1973) ripercorre il tempo che precede la scelta dell'esilio, gli arresti domiciliari, gli interrogatori degli ufficiali israeliani, il carcere, e chiude la fase più drasticamente militante del poeta. "Memoria per l'oblio" (1987) evoca l'invasione israeliana di Beirut nell'agosto del 1982. "In presenza d'assenza" (2006) è una riflessione sull'esperienza poetica e sulla lingua. Una sorta di testamento, che coincide con l'addio dello struggente poema "Il giocatore d'azzardo" (2009), che chiude questo volume.
Il correttore di bozze Raimundo Silva si trova a revisionare la "Storia dell'assedio di Lisbona" del 1147, un libro che ricostruisce il tentativo del re Alfonso Henriques di riconquistare i territori portoghesi sottratti dai mori più di trecento anni prima, per dar vita così al futuro regno ... del Portogallo. Durante l'assedio passano da Lisbona i crociati, provenienti dal Nord e diretti in Terrasanta. Re Alfonso chiede loro aiuto nella conquista della città. Raimundo Silva, cedendo a un improvviso quanto inspiegabile impulso, aggiunge un "non" al testo originale. I crociati "non" aiuteranno i portoghesi; mutando così di segno la storia ufficiale del Portogallo con un semplice tratto di penna. Convocato dalla direzione, Raimundo si trova di fronte non solo il direttore editoriale ma anche una funzionaria mai vista prima, la dottoressa Maria Sara, colpita e affascinata dal suo gesto temerario. Anziché licenziarlo, lei lo incoraggia a scrivere una sua "Storia dell'assedio", sfidandolo di fatto a tenere fede al "non" da lui aggiunto con tanta audacia. Dopo un primo momento di comprensibile smarrimento, il revisore accetta la sfida...
Chi è "l'uomo della Città Vecchia"? È il papa, Giovanni Paolo II, che nella primavera del 2000 compie una storica visita a Gerusalemme, deciso a rappacificare le tre fedi monoteiste e a chiedere perdono agli ebrei per venti secoli di antisemitismo? È padre Pietro Marulli, il frate domenicano ... dal passato turbolento che ufficialmente dirige la École Biblique della Città Santa ma in realtà si occupa di ben altro per conto del Vaticano? È il giornalista Paolo Farneti, inviato a raccontare il viaggio del pontefice ma venuto a Gerusalemme soprattutto per saldare un vecchio debito e riparare, se è ancora possibile, un tradimento di gioventù? Oppure è il corpo imbalsamato ritrovato in una cantina del quartiere cristiano dalla Pattuglia della Decenza, gruppo clandestino di haredim, gli ebrei ultraortodossi, deciso a sabotare la visita del papa e a cambiare la storia del cristianesimo? "Non credo in Dio, ma credo in chi crede," dice Maya Mazin, l'agente dei servizi segreti israeliani coinvolta nell'operazione per sventare il complotto: ma a chi credere, in una ricerca della verità che parte dalle Sacre Scritture? Tra odore di caffè al cardamomo e salmodianti processioni in latino, nel labirinto di vicoli che circondano il Santo Sepolcro, il Muro del Pianto e la Moschea della Roccia, un romanzo sulla fede, sull'amicizia, sull'amore e sulla città da cui si alza questa preghiera al cielo: "Dieci misure di bellezza furono donate al mondo, nove furono date a Gerusalemme e una al resto del mondo".
365 pensieri: tanti quanti sono i giorni dell'anno, per "donne che amano troppo". Un vademecum per le affezionate lettrici (e gli affezionati lettori) di Robin Norwood. L'autrice che parla alle donne attratte da uomini complicati e problematici, disposte per loro a trascurare il proprio benessere, ... i propri interessi e le proprie amicizie, incapaci di sottrarsi a relazioni tormentate per paura di solitudine e senso di vuoto, qui si cimenta nella saggezza pratica dei consigli quotidiani per una vita e un amore più equilibrati.
Al confine tra gli stati messicani di Oaxaca, Puebla e Veracruz, un piccolo aereo precipita nella selva carico di sacchi di polvere bianca. I contadini del luogo pensano sia fertilizzante, ma agli occhi più esperti di un funzionario risulta subito evidente che si tratta di cocaina. Il giovane ... campione della squadra di calcio di San Isidro, fiaccato dalla prima notte d'amore, cade lungo disteso sul campo... L'arrivo dei narcotrafficanti di serie C scatena una sarabanda di eventi.
"Fra tre giorni ci vai da Carmine, a papà?". Una frase, solo una frase, e nel cuore di Pietro ricomincia a pulsare un'attesa carica di angoscia segreta. La sua normale vita di bambino, fatta di caccia alle lucertole assieme all'amico Luigi e viaggi fantasticati sull'antica macchina di papà, ... si interrompe di colpo. La legge del padre si fa pulsante e minacciosa: porta i segni di una violenza in grado di segnare pesantemente il corpo di sua mamma e talvolta anche il suo. Loro devono soltanto obbedire. E così Pietro si trova a dover portare una busta sigillata a Carmine, un amico del padre "dal volto bucato", un poco di buono diremmo noi. Ma Pietro è solo un bambino, sa solo d'istinto che quella persona lì non è una bella persona, ed è una verità che gli sale dalla pancia, ingovernabile. Ma perché suo papà non gliela porta lui direttamente quella busta all'amico? Il mondo dell'infanzia innocente si scontra con un mondo di adulti, governato da una logica di guerra. E Pietro aprirà proprio quella busta...
Non ingombrare, non essere ingombranti: è l'unica prospettiva che si possa contare fra quelle positive, efficaci, forse anche moralmente e politicamente buone. Gabriele Romagnoli ha avuto modo di pensarci in Corea, mentre era virtualmente morto, chiuso in una cassa di legno, per un bizzarro ... rito-esperimento. Nel silenzio claustrofobico di quella bara, con addosso solo una vestaglia senza tasche (perché, come si dice a Napoli, "l'ultimo vestito è senza tasche"), arrivano le storie, le riflessioni, i pensieri ossessivi che hanno a che fare con la moderazione. Il bagaglio a mano, per esempio. Un bagaglio che chiede l'indispensabile, e dunque, chiedendo di scegliere, mette in moto una critica del possibile. Un bagaglio che impone di selezionare un vestito multiuso, un accessorio funzionale, persino un colore non invadente. Il bagaglio del grande viaggiatore diventa metafora di un modello di esistenza che vede nel "perdere" una forma di ricchezza, che sollecita l'affrancamento dai bisogni, che non teme la privazione del "senza". Anche di fronte alle più torve minacce del mondo, la leggerezza di sapersi slegato dalla dipendenza tutta occidentale della "pesantezza" del corpo, e da ciò che a essa si accompagna, diventa un'ipotesi di salvezza. Viaggiare leggeri. Essere leggeri. Vivere leggeri. Gabriele Romagnoli centra uno dei temi decisivi della società contemporanea e della sopravvivenza globale e scrive una delle sue opere più saporite, il racconto di una rinascita, di un risveglio.
"A volte viene il desiderio di fermarsi e mettere un po' d'ordine tra le cose che ci siamo lasciati alle spalle. Ma il desiderio non basta, c'è bisogno di un'occasione. Ho approfittato del compleanno di Ex cattedra, il mio primo libro, un diario che raccontava in diretta la scuola del 1985-86, ... per decidermi a rimettere sguardo e mano su quello che di scolastico, negli anni, ho abbandonato qua e là. Moltissima roba l'ho lasciata dov'era, su giornali e riviste, a sbiadire definitivamente. Altre cose, poche, le ho recuperate per metterle di seguito a Ex cattedra come testimonianza di un percorso e di una passione. Il risultato è questo volume, che considero come una teca, la custodia di vecchie pagine nate dal gusto di raccontare e dall'amore per la scuola pubblica, un luogo di esposizione per un'esperienza definitivamente conclusa." (Domenico Starnone)
Un'isola uncinata al cielo con le sue rocce plutoniche, attracco difficile, fuori dai tracciati turistici, dove buca il cielo un faro tuttora decisivo per le rotte che legano Oriente e Occidente. Paolo Rumiz, viandante senza pace, va a dividere lo spazio con l'uomo del faro, con i suoi animali ... domestici: si attiene alle consuetudini di tanta operosa solitudine, spia l'orizzonte, si arrende all'instabilità degli elementi, legge la volta celeste. Gli succede di ascoltare notizie dal mondo, e sono notizie che spogliano l'eremo dei suoi privilegi e fanno del mare, anche di quel mare apparentemente felice, una frontiera, una trincea. Il faro sembra fondersi con il passato mitologico, austero Ciclope si leva col suo unico occhio, veglia nella notte, agita l'intimità della memoria (come non leggere la presenza familiare della Lanterna di Trieste), richiama, sommando in sé il "gesto" comune delle lighthouse che in tutto il mondo hanno continuato a segnare la via, le dinastie dei guardiani e delle loro mogli (il governo dei mari è legato all'anima corsara delle donne), ma soprattutto apre le porte della percezione. Nell'isola del faro si impara a decrittare l'arrivo di una tempesta, ad ascoltare il vento, a convivere con gli uccelli, a discorrere di abissi, a riconoscere le mappe smemoranti del nuovo turismo da crociera e i segni che allarmano dei nuovi migranti, a trovare la fraternità silenziosa di un pasto frugale.
L'epica storia d'amore tra la giovane Alma Belasco e il giardiniere giapponese Ichimei: una vicenda che trascende il tempo e che spazia dalla Polonia della Seconda guerra mondiale alla San Francisco dei nostri giorni.
"Siamo storie, siamo le storie a cui abbiamo appartenuto, siamo le storie che abbiamo ascoltato. E infatti Maggiani ascolta. Ascolta il fiume di voci che si leva nel canto della nazione che avremmo potuto essere e che non siamo, le voci di un popolo rifluito dentro l'immaterialità della memoria. ... Si insinua nelle pieghe della vita apparentemente ordinaria dei suoi personaggi e racconta. Racconta di una madre e di un padre che si spengono portando con sé, prima nella smemoratezza e poi nella morte, un mondo di certezze molto concrete: la cura delle cose, della casa, dei rapporti parentali. Rammenta la fatica giusta (e ingiusta) di procurarsi il pane e di stare appresso a sogni accesi poco più in là, nella lotta politica, nella piana assolata quando arriva la notizia della morte di Togliatti. Racconta, allestendo un maestoso teatro narrativo, della costruzione dell'Arsenale Militare: un cantiere immenso, ribollente, dove accorrono a lavorare ingegneri e manovali, medici e marinai, ergastolani e rivoluzionari, cannonieri e fonditori, inventori e profeti, cuoche e ricamatrici, per spingere avanti destini comuni, avventure comuni, speranze in comune. Racconta di come si diventa grandi e di come si fondano speranze quando le speranze sono finite. Mai si era guardato negli occhi di un padre così a fondo per domandare una sorta di muto perdono, più grande della vita. Nella mitica contea di Maurizio Maggiani ci siamo tutti, a misurare quanto siamo stati, o meno, 'fondatori di nazioni'."
A Cerbère, sui Pirenei Orientali, improvvisamente la terra si spacca, seminando panico e terrore tra gli abitanti. Non si sa per causa di chi o di che cosa, ma ben presto si crea lungo tutto il confine tra Francia e Spagna una frattura così profonda che la Penisola iberica resta disancorata ... dal continente europeo e, trasformatasi in un'enorme zattera di pietra, inizia a vagare nell'Oceano Atlantico, verso altri orizzonti e un ignoto destino. Sulla zattera, che rischia di speronare le Azzorre, i protagonisti sono costretti a fare i conti con la loro favolosa e fatale condizione di naviganti, in un clima di sospesa magia, tra eventi miracolosi e oscuri presagi. Le antiche rivali, Spagna e Portogallo, da sempre tenute ai margini dell'Europa, ora che non sono più vincolate a essa potrebbero dirigersi verso l'Africa e le Americhe, cui le lega un antico patrimonio comune di lingua e cultura. "La zattera di pietra" è la storia di questa incredibile e avventurosa navigazione, scritta con divertita fantasia e con una straordinaria invenzione di grandi e piccoli prodigi. In più, nella metafora delle due nazioni alla deriva, si può leggere in filigrana anche la riflessione sul mancato processo di integrazione europea, cui si contrappone un possibile nuovo mondo, il frutto di un'inedita solidarietà atlantica e di una nuova identità dei popoli iberici sganciati finalmente dai vincoli del Vecchio Mondo.
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è ... cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.
Ferite d'oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità ... può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta.
Si parte dal gigantesco estuario del fiume Congo, come i colonizzatori, i missionari, i bianchi hanno sempre fatto. Un getto possente di detriti, terra, alberi che trasforma l'oceano in un brodo torbido per centinaia di chilometri: "Le immagini del satellite lo mostrano chiaramente: una macchia ... brunastra che, durante il picco della stagione dei monsoni, si estende verso ovest per ottocento chilometri. Quando ho visto per la prima volta delle fotografie aeree mi è venuta in mente una persona che si era tagliata i polsi e li teneva sotto l'acqua, ma per sempre. Così, quindi, comincia un paese: diluito in una grande quantità di acqua di oceano". E poi, attraverso centinaia di interviste con congolesi di tutte le età e le etnie, attraverso lo studio della storia, dell'archeologia, della geografia e della climatologia, attraverso una scrittura tersa e coinvolgente, si va alla scoperta di un paese, di un popolo, di un continente. Dai primi insediamenti preistorici agli orrori della dominazione coloniale belga, dall'indipendenza alle guerre civili, attraverso giungle e città, montagne di ghiacciai perenni e pianure rigogliose, miniere di ogni minerale prezioso e una natura ricchissima e incontaminata, un libro che davvero restituisce un mondo.
Una famiglia di quattro - madre, padre e i due figli - si trasferisce sull'isola di Tromoya, al largo della costa meridionale della Norvegia, in una casa nuova. Sono i primi anni settanta, i bambini sono piccoli, i genitori giovani e il futuro aperto. Dagli immensi boschi carichi di promesse ... e misteri, meta prediletta delle scorribande del piccolo Karl Ove, descritto con ossessiva meticolosità, si apre l'appassionato racconto delle sue esperienze e scoperte. La felicità della scuola e lo sforzo per trovarvi un proprio posto; le gratificazioni e le frizioni dell'amicizia; l'eccitazione della vita all'aria aperta con le sue avventure; l'incontro con l'amore, le sue gioie, le sue amarezze; i vestiti, la lettura, la musica, lo sport; e, soprattutto, la famiglia, con le sue due figure antagoniste, l'una più sfumata, l'altra onnipresente: confortevole e serena la madre, autoritario e terrificante il padre, sempre vigile, sempre pronto a esaminare e sanzionare con violenza qualsiasi scivolata.
L'ambiente è quello descritto così bene da Louise Erdrich ne "La casa tonda" e nei suoi romanzi precedenti: le riserve indiane degli stati settentrionali americani, quelli al confine con il Canada, in questo caso il North Dakota. Qui il romanzo si apre, all'inizio del Novecento, con la breve ... descrizione di una strage. Qualcuno ha sterminato una famiglia, lasciando viva, aggrappata alle sbarre del lettino, solo una bambina. Questo delitto, mai risolto nel corso degli anni, sarà soltanto la prima di una lunga serie di vicende, drammatiche e comiche in giusta proporzione, che ci verranno raccontate di volta in volta da Evelina Harp, controfigura dell'autrice tra infanzia e adolescenza; da suo nonno, il vecchissimo Mooshum, grande affabulatore di aneddoti e "tall stories" nella tradizione pellerossa; e dal giudice Antone Bazil Coutts, un sanguemisto che dopo aver diretto per anni un cimitero occupa lo scranno di magistrato delegato a dirimere piccole controversie secondo le leggi tribali in vigore.
Verso la fine della seconda guerra mondiale Vonnegut, americano di origine tedesca, accorse con tanti altri emigranti in Europa per liberarla dal flagello del nazismo. Fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda dall'interno di ... una grotta scavata nella roccia sotto un mattatoio, adibita e deposito di carni. Da questa dura e incancellabile esperienza nacque "Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini", storia semiseria di Billy Pilgrim, americano medio affetto da un disturbo singolare ("ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere") e in possesso di un segreto inconfessabile: la conoscenza della vera natura del tempo.
Perché la parola "io" è diventata un'ossessione? Perché fare spettacolo di ogni istante del proprio vivacchiare? Giulio non lo sopporta, e soprattutto non lo capisce. Si sente fuori posto e fuori tempo. Ma di questa sua estraneità non si compiace: sospetta di essere un "rompiballe stabile", ... come lo definisce la fidanzata Agnese. In un'imprecisata pianura che fu industriale e non è quasi più niente, Giulio si aggira in attesa che qualcosa accada. Per esempio che qualcuno gli spieghi a cosa servono, se non a perdersi meglio, le rotonde stradali; o che qualcuno compri il capannone di suo padre, che fu un grande ebanista. Una bottega un tempo florida e adesso silenziosa e immobile, come un grande orologio fermo. Scritto quasi solo al presente, come se passato e futuro fossero temporaneamente sospesi, "Ognuno potrebbe" è il rimuginare sconsolato e comico di un vero e proprio eroe dell'insofferenza. Un viaggio senza partenza e senza arrivo che tocca molte delle stazioni di una società in piena crisi. Nella quale la morte del lavoro e della sua potenza materiale ha lasciato una voragine che il narcisismo digitale non basta a riempire.
Una donna: Adele. Una passione prorompente, insopprimibile, quasi gesto d'obbedienza a un comando biologico: i libri, la lettura, i fantasmi che popolano l'universo della grande invenzione letteraria universale, Emma Bovary, Madame Chauchat, il principe Myskin, il capitano Achab, Henry Esmond, ... don Giovanni. Siamo negli opachi, anzi rischiosi, anni settanta, in una cittadina dell'entroterra campano dove tutto sembra fermo e addormentato. E invece... Adele ha soltanto quattordici anni quando si innamora di Fausto, lettore accanito a sua volta nonché fervido militante del Partito comunista. Amori e divergenze bruciano la loro giovinezza. Finché Adele, inquieta e delusa, abbandona la sua "Macondo" per Napoli, dove si fa "maestra di strada" in uno dei quartieri più degradati della città. I libri insomma continuano a essere la sua ossessione. La sua ragione di vita. A scandire, come un tempo le speranze, adesso le delusioni. Tra cui la più grande di tutte: l'irrimediabile perdita dell'uomo amato. Ora Adele vive isolata nell'appartamento ereditato dalla nonna, trasformato in una vera e propria biblioteca pubblica, tra migliaia di libri rari, pregiati, antichi e moderni, una sorta di sacrario all'interno del quale si muove come una vestale e si intrattiene con gli interlocutori di sempre: caro don Chisciotte, caro Renzo, caro don Giovanni... Adele brucia sino alla fine, ma il suo amore per la letteratura non ha nulla di cerebrale, anzi in esso si consuma la sua irresistibile sensualità.
Parigi è sempre una buona idea, si sa. Innamorati o no, vale sempre la pena di fare una passeggiata per le vie della Ville Lumière. Lì, in rue du Dragon, ci si può imbattere in un piccolo negozio con una vecchia insegna di legno, un campanello d'argento démodé sulla porta e, dentro, mensole ... straripanti di carta da lettere e cartoline illustrate: la papeterie di Rosalie Laurent. Talentuosa illustratrice, Rosalie è famosa per i biglietti d'auguri personalizzati che realizza a mano. Ed è un'accanita sostenitrice dei rituali: il café crème la mattina, una fetta di torte au citron nelle giornate storte, un buon bicchiere di vino rosso dopo la chiusura della papeterie. I rituali aiutano a fare ordine nel caos della vita, ed è per questo che ogni anno, per il suo compleanno, Rosalie fa sempre la stessa cosa: sale i 704 gradini della Tour Eiffel fino al secondo piano e lancia in aria un biglietto su cui ha scritto un desiderio. Ma finora nessuno è mai stato esaudito. Tutto cambia il giorno in cui un anziano signore entra nella papeterie. Si tratta del famoso scrittore per bambini Max Marchais, che le chiede di illustrare il suo nuovo libro. Rosalie accetta e ben presto i due diventano amici, La tigre azzurra ottiene premi e riconoscimenti e si aggiudica il posto d'onore in vetrina. Quando, poco tempo dopo, un affascinante professore americano, attratto dal libro, entra in negozio, Rosalie pensa che il destino stia per farle un altro regalo. Ma prima ancora che si possa innamorare, ha un'amara sorpresa.
Alla festa dei sessant'anni di Solange, che coincide con il suo pensionamento, c'è quasi tutto il piccolo paese della campagna francese, ci sono amici e soprattutto fratelli e cugini. Una comunità grigia, un po' conformista, brave persone, appena un po' grette. E in questo scenario che irrompe ... Bernard, o Fuoco di legna, com'è soprannominato da tutti, fratello di Solange, pecora nera della famiglia, da subito circonfuso da un alone di sventura, che pare materializzarsi fin nel cattivo odore di legna bruciata che emanano inesorabilmente i suoi abiti pur tirati a lucido alla bell'e meglio per l'occasione. Non invitato, si presenta però con un regalo per Solange, un regalo prezioso, una spilla d'oro, che subito suscita lo sgomento, poi lo scandalo degli altri fratelli, persuasi, nemmeno troppo segretamente, che Bernard abbia derubato la vecchia madre, dopo aver per anni approfittato anche dell'aiuto economico dei fratelli. Cacciato dalla festa, Fuoco di legna si ubriaca al bar di fronte e quando rientra nella sala, alterato dall'alcol, si rivolge con parole insultanti a Chefraroui, vecchio collega di Solange di origine araba. È proprio questo episodio, e poi la presunta aggressione ai familiari di Chefraroui da parte di un Fuoco di legna sempre più alterato, a gettare scompiglio nella piccola comunità. E lentamente, nella lunga notte che precede la probabile denuncia, il narratore dipana la trama del passato di Fuoco di legna. L'orizzonte si dilata, si sposta, riandiamo indietro nel 1961.
Il libro, in un'edizione aggiornata con nuovi spunti, vuole essere un contributo al dibattito sulla scuola secondaria e sulla riforma del ministro Berlinguer. Le questioni che, secondo l'autore, sono irrisolte all'interno della riforma sono i contenuti dell'insegnamento e la direzione che la ... scuola dovrà seguire nel prossimo futuro. La scuola odierna è caratterizzata da un progressivo abbandono dei capisaldi dell'istruzione superiore e dall'omologazione verso un'istruzione mediocre e approssimativa. Questa nuova "scuola per consumatori" è la scuola che ha rinunciato al suo ruolo di formazione, che ha posto tra i suoi obiettivi l'interscambiabilità delle discipline, che non forma più al suo interno l'élite intellettuale del paese.
Alla periferia di Buenos Aires, dietro alti muri perimetrali, al di là di cancelli rinforzati e affiancati dalle garitte della vigilanza, si trova il complesso residenziale di lusso Altos de la Cascada. Fuori, la strada, la baraccopoli di Santa Maria de los Tigrecitos, l'autostrada, la città, ... il resto del mondo. Ad Altos de la Cascada vivono famiglie facoltose che hanno lo stesso stile di vita e che vogliono mantenerlo, costi quel che costi. In quest'oasi dorata di pace e tranquillità, un gruppo di amici si riunisce una volta alla settimana lontano dalla vista dei figli, delle donne di servizio e soprattutto delle mogli che, escluse da questi incontri virili, si autonominano, ironicamente, "le vedove del giovedì". Ma una notte la routine si spezza rivelando il lato oscuro di una vita "perfetta".
Solitario come un'autobiografia e corale come una saga familiare, questo vigoroso e insieme delicato romanzo intreccia le storie di una comunità e i destini dei suoi componenti attraverso lo sguardo di una donna che, per scongiurare la follia sprigionata dal dolore, si affida al potere rasserenante ... della memoria. Riemergono allora, in un accorato fluire di ricordi, la madre Anita, il padre Francesco, la zia Peppina, il cugino Saverio... Sullo sfondo di un Sud tanto avvolgente e aspro quanto vitale e dolce, Chiara guida, da una vecchiaia vissuta fuori dal tempo nel turbinare dei suoi fantasmi, lungogl aspri sentieri della sua esistenza.
Stefano Benni sfida il racconto di genere e apre la porta dell'orrore. Lo fa con ironia, lo fa attingendo al grottesco, lo fa tuffandosi nel comico, lo fa tastando l'angoscia, lo fa, in omaggio ai suoi maestri, rammentandoci di cosa è fatta la paura. E finisce con il consegnarci una galleria ... di memorabili mostri. E allora ecco gli adolescenti senza prospettiva o speranza, ecco il Wenge, una creatura misteriosa che semina panico e morte, ecco il plutocrate russo che vuole sbarazzarsi di un albero secolare, ecco una Madonna che invece di piangere ride, dolcemente sfrontata, ecco il manager che vuole ridimensionare un museo egizio sfidando una mummia vendicativa. Stefano Benni scende negli anfratti del Male per mettere disordine e promettere il brivido più cupo e la risata liberatoria. E in entrambi i casi per accendere l'immaginazione intorno ai mostri che sono i nostri falsi amici, i nostri veleni, le nostre menzogne.
Siamo all'inizio del secolo scorso. La promessa sposa è giovane, arriva da lontano, e la famiglia la accoglie, quasi distrattamente, nella elegante residenza fuori città. Il figlio non c'è, è lontano, a curare gli affari della prospera azienda tessile. Manda doni ingombranti. E la sposa lo attende ... dentro le intatte e rituali abitudini della casa, soprattutto le ricche colazioni senza fine. C'è in queste ore diurne un'eccitazione, una gioia, un brio direttamente proporzionale all'ansia, allo spasimo delle ore notturne, che, così vuole la leggenda, sono quelle in cui, nel corso di più generazioni, uomini e donne della famiglia hanno continuato a morire. Il maggiordomo Modesto si aggira, esatto, a garantire i ritmi della comunità. Lo zio agisce e delibera dietro il velo di un sonno che non lo abbandona neppure durante le partite di tennis. Il padre, mite e fermo, scende in città tutti i giovedì. La figlia combatte contro l'incubo della notte. La madre vive nell'aura della sua bellezza mitologica. Tutto sembra convergere intorno all'attesa del figlio. E in quell'attesa tutti i personaggi cercano di salvarsi.
Autore di genio, scrittore e traduttore, B. si uccide improvvisamente. Keserü, il suo editore e amico, si sente obbligato a compiere una ricerca volta da un lato a scoprire i motivi del suicidio e dall'altro a trovare l'ultimo romanzo di B., all'interno del quale è convinto di trovare spiegazione ... non solo del gesto dell'amico ma, più radicalmente, dell'esistenza e del senso del dolore. Giocato su diversi registri narrativi (lettere, testi teatrali, racconti), metafora di una realtà instabile e sempre in movimento, il romanzo del premio Nobel ungherese racconta la frammentazione e la perdita dei punti di riferimento, lo smantellamento di un mondo, la "liquidazione" di una casa editrice, del regime comunista, della vita di un uomo.
James Graham Ballard è stato forse lo scrittore britannico più innovativo, per temi e suggestioni, del secondo dopoguerra. Innova il campo della fantascienza, anche dal punto di vista teorico, con la pubblicazione di un saggio, nel 1962, in cui accende per la prima volta l'interesse verso lo ... spazio interiore, verso la dimensione psichica del tempo, che già nei primi romanzi sarà al centro della sua narrativa. In questi anni scrive difatti la sua tetralogia sulle catastrofi, che lo imporrà fin da subito come uno dei più importanti scrittori del genere a livello mondiale. Sono del 1964 "Terra bruciata" e del 1966 "Foresta di cristallo". È questo un periodo particolarmente fertile per la creatività dello scrittore inglese. In particolare, nei trentadue racconti che compongono questa raccolta, molti dei temi che sfoceranno nei suoi libri maggiori vengono per la prima volta esplorati narrativamente. Per esempio ne "L'uomo luminoso", prima bozza di "Foresta di cristallo". O nei due racconti "La spiaggia terminale" e "Perché voglio fottermi Ronald Reagan" che confluiranno nello scandaloso, e proibito negli Usa, "La mostra delle atrocità". Ma sono da segnalare altre straordinarie, piccole perle come "Il gigante annegato": il cadavere di un gigante, forse una creatura degli abissi, una divinità, che si arena su una spiaggia e di cui seguiamo la progressiva decomposizione del corpo.
L'amico Kaede ha lasciato il Giappone per l'Italia e Yoshie si ritrova di nuovo da sola. Stavolta, però, la vita in città sembra farle meno paura. Il quartiere le è amico, e le giornate scorrono nella continua scoperta di piccoli motivi di felicità. La giovane impara a leggere nel cuore delle ... persone, a scorgerne l'anima fragile oltre la maschera di durezza che indossano nella loro quotidianità troppo indaffarata. Riuscirà a lasciare anche qui una traccia lieve, a trovare le parole giuste per portare conforto agli abitanti soli e affaticati della città? E che ne sarà della sua storia con Shin'ichiro? Saprà resistere alla nostalgia di Kaede e della nonna? La storia di Yoshie continua, alla ricerca di una città diversa, in cui vivere ogni giorno l'incantesimo dell'amicizia e dell'amore.
Per Hemda Horowitz è tempo di bilanci. Cos'è stato tutto? Qual era la cosa giusta da fare? Come sarà il resto della vita? Da un letto di ospedale, circondata dai due figli a cui ha dato un amore diseguale, la donna ripercorre i ricordi della propria esistenza, ma è il rapporto dell'anziana madre ... con Dina e Avner il vero cuore del romanzo: se con la figlia ha un legame faticoso e conflittuale, per il figlio prova una sorta di adorazione. Avner è un avvocato che combatte per i diritti delle minoranze, un uomo angosciato, frustrato sul lavoro, tormentato dalla propria inettitudine sentimentale. Dina cerca di essere una madre opposta a quella che ha avuto. Sposata con un fotografo schivo e di poche parole, ha messo da parte la carriera per stare accanto alla figlia adolescente Nitzan. Ma quando quest'ultima si allontana, in Dina si spalanca un vuoto che riempie con il desiderio di accogliere un bambino abbandonato, desiderio che incontra la netta contrarietà della famiglia. Zeruya Shalev non ha paura dei grandi temi, la solitudine, l'amore, la paura, la morte, e con "Quel che resta della vita" ha scritto il suo romanzo più maturo, una toccante esplorazione della vecchiaia, dei difficili rapporti tra genitori e figli, tra fratelli, tra partner, e ci lascia un messaggio potente di speranza, sul potere catartico dell'amore e sulla possibilità di lasciarsi dietro i fantasmi del passato e vivere fino in fondo quel che resta della nostra vita.
Carla Pampaloni Scotti ha cinquant'anni, una netta somiglianza con Ave Ninchi, è professoressa di Chimica alla Statale di Milano, è sposata con un fisico geniale, ha un figlio quindicenne purissimo nerd. La sua collega e amica della vita è Paola Ottolina: bassa, grassa, occhialuta, irrimediabilmente ... brutta e sola, con le sue fattezze da can-bulldog. O almeno così sostiene il vecchio Alfredo Pampaloni, padre di Carla, ex industriale. Un ottuagenario che guida la sua Jaguar come Manuel Fangio, che prepara i Martini migliori del mondo, che indossa sempre giacca blu, pantaloni bianchi e mocassini senza calze, come un playboy anni sessanta. Agosto 2012: Alfredo Pampaloni convoca tutti a Solària. Nella futuribile villa di famiglia arriva Carla con suo figlio e l'Ottolina, e da Londra arriva Edo, con i suoi gemelli biondi e una moglie maleducata. E allora subito: il vecchio Pampaloni porta i figli da un notaio per cedere loro la casa di Solària e quella di Milano; Edo chiede conto dei milioni di euro da ereditare che sembrano svaniti; la villa e i suoi occupanti sono vittime di aggressioni incomprensibili, un'accetta conficcata nella centralina elettrica, scritte ingiuriose sui muri, palle di fuoco che scendono dal crinale. Ed è da qui che parte un intrigo che mescola il misterioso passato del capofamiglia con un presente minaccioso, affrontato con l'aiuto del vice ispettore Erica Daldosso, rughe e capelli d'argento. Il passato si sgroviglia. Ed è quasi tutto da ridere.
L'immaginazione e la memoria storica di Pino Cacucci sono affollate di ribelli. Non sono necessariamente eroi a tutto tondo. Non hanno necessariamente il rigore ideologico di una dottrina o il vigore di una fede politica. Non sono necessariamente entrati nella fama che si trasforma in leggenda. ... Hanno però una caratteristica comune: incarnano in un gesto o in una vita intera l'insofferenza profonda per il conformismo e l'ingiustizia. Quelli di Pino Cacucci sono ribelli contro la loro stessa volontà e corrono incontro al destino con innamorata leggerezza. In questo libro si racconta di Horst Fantazzini, rapinatore gentiluomo, protagonista di tentate evasioni disastrose. Si racconta della bellissima e sfrontata Edera De Giovanni, che sfida il gerarca fascista, finisce in carcere, ne esce, prende contatti con i dirigenti della lotta di liberazione, viene catturata, torturata e fucilata a Bologna. Si racconta di Antonieta Rivas Mercado, pioniera appassionata di cultura nel Messico degli anni venti, travagliata da amori infelici e suicida a Parigi. Si racconta di Clément Duval, teorico della rivolta e dell'esproprio, condannato ai lavori forzati alle Isole della Salute, che provò a fuggire via mare almeno una ventina di volte. Di Sylvia Ageloff, strumento ignaro nelle mani di Ramón Mercader per entrare nell'entourage di Trockij e assassinarlo. E del bandito Sante Pollastro, cantato anche da De Gregori.
Scritto tra Capri e Sorrento nel 1938, "Il colpo di grazia" evoca un episodio di guerra civile avvenuto in Curlandia all'epoca dei putsch tedeschi contro il regime bolscevico, intorno al 1919-21. È una vicenda autentica, riferita all'autrice da un intimo amico del protagonista maschile. Romanzo ... di sottile, sconcertante ambiguità, "Il colpo di grazia" chiama il lettore a collaborare per sottrarre gli avvenimenti narrati da Eric von Lhomond, e specialmente l'immagine che egli propone di sé, a una deformazione che s'inscrive interamente nei rapporti complicati dell'amore e dell'odio. Eric è un aristocratico che patisce la sconfitta della Germania come il crollo del mondo materiale e ideologico in cui si è formato: non gli resta che difendere il castello in cui vive con un amico, Conrad de Reval, e la sorella di questi, Sophie. Il dramma che si svolge fra i tre personaggi, e che si concluderà con un evento tragico dovuto alla ferocia delle guerre partigiane, ricalca l'aneddoto della donna che si offre e dell'uomo che si nega per attaccamento all'amico. Ma il tema centrale del libro è la solidarietà di destino tra esseri sottoposti alle stesse privazioni e agli stessi pericoli, un'intimità e somiglianza più forti dei conflitti della passione carnale o della fedeltà politiche, più forti persino dei rancori del desiderio frustrato o della vanità ferita.
Le ultime ore di vita impegnano Virgilio, ormai anziano e di ritorno in Italia, in filosofiche meditazioni. Attraverso strade rumorose e affollate il poeta va dalla nave al palazzo dell'imperatore Augusto a Brindisi, e qui decide che l'Eneide va distrutta. Ma Ottaviano lo convince a salvare ... l'opera e Virgilio va incontro alla morte. Prefazione di Ladislao Mittner.
Nelle Fiandre del 1939 Louis Seynaeve è un ragazzino di dieci anni il cui principale interesse è la società segreta, chiamata gli Apostoli, fondata con dei compagni di scuola. Quando i nazisti invadono le Fiandre, Louis è costretto a lasciare il collegio e a tornare a casa, dove scopre che il ... padre sostiene con entusiasmo l'occupazione e la madre collabora con i tedeschi. Così, gli anni della fanciullezza di Louis vengono oscurati dalla sensazione di tradimento e dalla confusione, fino a quando il ragazzo non si iscrive al Movimento giovanile hitleriano. Ma ben presto, esposto agli orrori della guerra e alle ipocrisie dei suoi parenti e vicini di casa, si distacca dal mondo nel quale vive, e comincia a osservarlo con un certo umorismo.
"Il romanzo di Max Frisch, 'Il mio nome sia Gantenbein', inizia con la morte, accidentale, di Felix Enderlin, che risulterà poi l'alter ego del protagonista principale, Theo Gantenbein. Lo si immagina cieco, ma potrebbe essere una sua astuzia per sorvegliare la moglie Lilla, con la quale ha ... un rapporto difficile. Intorno a Lilla si muove anche Svoboda, il primo marito; mentre Gantenbein frequenta volentieri Camilla, una manicure servizievole, alla quale racconta storie sempre diverse, fino all'ultima, macabra, di un cadavere ripescato nella Limmat." (Roberto Fertonani)
Ora con tenerezza, ora con sensualità, nostalgia, rimpianto, struggimento, rancore, ferocia o delirio, diciassette personaggi maschili attraverso diciassette lettere ad altrettante figure femminili, tessono i fili di una trama narrativa fatta di cerchi concentrici che paiono allargarsi nel nulla, ... povere voci monologanti forse avide di una risposta che non potrà mai venire. Ad esse risponde infine, raccogliendo le diverse vicende in un romanzo epistolare polifonico, una voce femminile distante, implacabile e allo stesso tempo colma di pena per loro. L'insieme è un percorso tra le passioni umane dove l'amore è l'illusorio punto centrale, in realtà punto di fuga che conduce verso le zone più oscure dell'animo.
Nell'arco di pochi giorni Karl Ove Knausgård decide di dare un taglio netto alla propria vita in Norvegia e lascia il paese e la moglie Tonje per trasferirsi a Stoccolma. Lì stringe profonda amicizia con un altro esiliato norvegese, un intellettuale appassionato di boxe di nome Geir, e va dietro ... a Linda, una bella poetessa che l'aveva incantato anni prima a un workshop per scrittori. "Un uomo innamorato", il secondo volume di sei del ciclo "La mia battaglia", vede Knausgård raccontare di relazioni tempestose, delle sfide della paternità e dell'urgenza di scrivere. Come ne "La morte del padre", noi leggiamo mentre la sua vita si svolge.
Vi siete mai chiesti che cosa succede ai vostri cibi nel microonde? Perché la carne rossa è rossa (non dipende dal sangue)? Se le pentole a pressione sono veramente a prova di esplosione? Come cavarsela con crostacei e ostriche vive? Perché l'acqua bolle? Leggere questo libro e le ricette che ... lo accompagnano sarà come mettersi ai fornelli con uno scienziato al vostro fianco, pronto a spiegare divertito tutti i fenomeni chimici e fisici nascosti nei vostri gesti e nei vostri piatti. Einstein probabilmente non ne parlava al suo cuoco, ma se avesse dovuto spiegargli la scienza che sta dietro ai cibi e alla loro preparazione avrebbe fatto così.
La storia degli anni d'oro della casa editrice Einaudi attraverso il racconto di uno dei suoi più prestigiosi collaboratori. Una sequenza di ritratti di figure come Natalia Ginzburg, Cesare Pavese, Italo Calvino, Davide Lajolo, Carlo Emilio Gadda, Leonardo Sciascia, Primo Levi, Gianfranco Contini, ... Delio Cantimori, Carlo Dionisotti. Le speranze, le ambizioni, le passioni di un editore. "I migliori anni della nostra vita" è a suo modo un libro epico, e come tutti gli epos si porta appresso un valore di esemplarità cui le nuove generazioni hanno diritto di accedere. Ferrero, saggista e scrittore, è stato direttore editoriale di Einaudi e Garzanti, e direttore letterario di Mondadori. Dal 1998 è direttore della Fiera del Libro di Torino.
Nel novembre del 1970 Yukio Mishima, dopo aver occupato gli uffici del generale Mashita e aver pronunciato un duro discorso contro la costituzione pacifista giapponese del 1947 davanti a un migliaio di soldati, si suicida. Si toglie la vita tramite il seppuku, il suicidio rituale dell'antica ... tradizione dei samurai. Una morte sconvolgente, preparata con meticolosità e infine celebrata come un rituale spettacolarmente tragico. Di questo martirio, in cui un'etica eroica da antico samurai convive singolarmente con un estetismo quasi dandy, Miller evita di dare un giudizio. Ma al contempo l'attrazione che sente per la figura di Mishima è profonda. Gioventù, bellezza e morte sono i temi che lo scrittore americano rintraccia nel suo omologo giapponese. Di Mishima, Miller ammirava il coraggio, lo stoicismo, la genialità e il sogno vano di restaurare la virtù e la spiritualità proprie della tradizione giapponese. "Mishima fu un patriota nel senso più autentico del termine. Amava la sua terra al punto di esser pronto a sacrificare ogni cosa per salvarla." Anche la vita.
Questa raccolta di racconti ("Lidia Mantovani", "La passeggiata prima di cena", "Una lapide in via Mazzini", "Gli ultimi anni di Clelia Trotti" e "Una notte del '43") valse a Giorgio Bassani il premio Strega 1956. In comune le cinque storie hanno una sorta di dolente consapevolezza e l'ambientazione: ... Ferrara, cittadina di provincia che qui assurge a simbolo di un'intera nazione, avvolta dal pesante panneggio scuro del fascismo. Bassani ci porta nell'animo di questa "gente, per il resto, quasi sempre per bene": la ragazza madre Lidia Mantovani; il dottor Elia Corcos in perenne scontro con la moglie; il sopravvissuto al lager Geo Josz; la vecchia socialista Clelia Trotti, lasciata morire in carcere. Storie diverse eppure vicine, accomunate dalla difficoltà con la quale i protagonisti si adattano a una provincia italiana che da un lato consola, dall'altro respinge qualunque cosa non le sia propria. Persone comprese.
Sulla caviglia dello stivale Italia, là dove sta l'osso pezzillo, nasce il nostro eroe, Isidoro Sifflotin. Nella casetta di Mattinella, che sta su da trecento anni e "non crollerà mai", il prodigioso guagliunciello Isidoro affina una dote miracolosa, ricevuta non si sa come da Quirino, il padre ... strabico, poetico e comunista, e da Stella, la mamma pastaia. Qual è questa dote? La più semplice: Isidoro sa fischiare, e fischia in modo prodigioso. Con il suo inseparabile merlo indiano Alì dagli sbaffi gialli, e l'aiuto di una combriccola stralunata, crea una lingua nuova, con tanto di Fischiabolario, e un messaggio rivoluzionario comincia magicamente a diffondersi. Proprio quando il progetto di un'umanità felice e libera dal bisogno sta per prendere forma, succede qualcosa che mette sottosopra l'esistenza di Isidoro. "Tutto quello che cresce si separa": con addosso questo insegnamento di mamma Stella, Isidoro, ormai ragazzo, scopre Napoli e si imbatte, senza neanche rendersene davvero conto, in un altro linguaggio prodigioso e muto: quello dell'amore.
Maggio 1963: il deputato di sinistra Grigoris Lambrakis viene ucciso in pieno centro a Salonicco per mano di un estremista di destra, Spyros Gotzamanis, grazie alla complicità e alla copertura dalla polizia e dei settori oltranzisti delle forze armate greche. Il suo assassinio assurge a valore ... simbolico duraturo nella storia greca, in modo simile a quanto è accaduto nel nostro paese con la morte di Matteotti. Se per certi versi quel delitto ha dimostrato la forza del neofascismo greco, che di lì a poco avrebbe preso il potere con il colpo di stato dei "colonnelli", l'eco fece scendere in piazza anche tutta la Grecia democratica, che seguì silenziosamente in massa il feretro del deputato pacifista Lambrakis. Il libro di Vassilikos svela i meccanismi "sociali" di quel delitto e della forza aggregativa dell'estrema destra greca. Da questo libro Costa-Gavras nel 1969 trasse diretta ispirazione per girare il suo film "Z. L'orgia del potere", con Yves Montand, Irene Papas e Jean-Louis Trintignant e le musiche indimenticabili di Mikis Theodorakis.
È sera e Cesare è nella sua baita, quando si accorge che manca l'acqua. Va a controllare. Ma al torrente lo attende una macabra sorpresa: riverso, a tappare la condotta, giace il corpo del suo amico Fausto. La notizia si diffonde in un battibaleno ma la gente si cuce la bocca. Tutti, polizia ... compresa, ritengono che il delitto sia legato al traffico di clandestini. Quindi, sicuramente un regolamento di conti. Alla ricerca della verità si muove anche il commissario, una donna bella ed estranea al mondo della valle, convinta che Cesare sia stato una figura chiave di quel traffico. Ma la verità alla fine emergerà proprio grazie a Cesare che, indagando da solo sulla morte dell'amico, capirà che la ragione è da ricercarsi in tutt'altra direzione.
I bambini, solo conoscendo il senso delle cose, riescono a spiegarsele. E per capire chiedono, instancabili, sempre. Quando si regge lo stillicidio dei loro perché e ci si sforza di dargli le risposte che meritano, si arriva sempre al cuore delle questioni. La voglia di raccontare la storia ... già molto conosciuta, ma non ancora da tanti digerita, di Franco Basaglia, del manicomio liberato e del suo superamento, nasce proprio dalle domande dei più piccoli e dal tentativo di provare a ripercorrere fatti già noti con gli occhi e il cuore di una di loro, per darne una lettura inedita, unica e spudorata, quella cioè di chi non ha ancora sovrastrutture imposte da regole sociali. In questo lavoro hanno preso forma le parole per cercare di rispondere a quei tanti perché e per raccontare scampoli di vita della bambina che è stata dentro a quella rivoluzione. Bambina che nel frattempo è cresciuta e che spontaneamente ha fatto di quella esperienza la base per costruire la sua professione.
Il Sud, e in particolare la Capitanata, è diventato da diversi anni meta di decine di migliaia di immigrati che accorrono per la stagione della raccolta del pomodoro. Raccogliere l'"oro rosso" è un lavoro durissimo che spezza la schiena e le braccia, ma viene pagato pochissimo. Sono lavoratori ... inquadrati in situazioni di vita e di lavoro addirittura precapitalistiche: alloggiati in ruderi fatiscenti, sono anche sottoposti alle vessazioni, spesso sadiche, dei "caporali", che offrono il loro lavoro a un mondo delle imprese che se ne serve per comprimere i costi. Talvolta, questi nuovi "cafoni", così diversi dai "cafoni" di ieri, hanno anche difficoltà ad avere pagato quel poco che era stato pattuito. E alle proteste non di rado ci scappa il morto. Una situazione barbarica che flagella come un tumore sociale vaste aree dell'Italia, dove sembra essere del tutto assente lo stato di diritto, e dove vale la sola legge dell'esercizio della violenza bruta. Questo romanzo-inchiesta, un vero e proprio viaggio agli inferi, svela le vite, i destini personali e le dinamiche più profonde della faccia più "nera" del nostro Paese.
Il romanzo si apre con la voce narrante di Khaled, bambino di dieci anni la cui morte è vicina. Prima di entrare definitivamente nel blu, lo spazio-tempo degli spiriti, racconta la sua storia e quella delle donne della sua famiglia. Una storia che ha inizio settant'anni prima, a Beit Daras, ... sulla via che dalla Palestina conduce verso Il Cairo. Lì vivono Umm Mamduh con le figlie Nazmiyeh e Mariam e il figlio Mamduh. Umm Mamduh è tristemente nota per non avere un marito e temuta perché comunica con il mondo degli spiriti. Poi il disastro: nel 1948, l'anno della Nakba, la famiglia è costretta dai bombardamenti israeliani a lasciare il paesino, Mariam viene uccisa, Nazmiyeh stuprata e Mamduh ferito gravemente a una gamba. Umm Mamduh scatena il ginn Sulayman contro gli invasori, uccidendone molti prima di soccombere a sua volta. Per i sopravvissuti comincia la dura vita da profughi: Mamduh si trasferisce con la moglie negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Ha un figlio che morirà giovane, dopo aver rinnegato le sue origini arabe, e che gli lascerà un'amatissima nipotina, Nur. Nazmiyeh scopre di essere incinta e sa che il figlio è frutto dello stupro: con il sostegno del marito decide di tenerlo. Nascerà Mazen, che diventerà un leader della lotta palestinese, incarcerato e torturato per oltre vent'anni. Arriveranno altri dodici figli, tra cui l'unica femmina, Alwan, la sola della famiglia ad aver ereditato il potere di interagire con il mondo degli spiriti...
Nella città impossibile di Coca, in un immaginario West contemporaneo, sulla sponda del fiume, ai margini della giungla e della storia, tutto può cominciare a muoversi e a pulsare, tutto può cambiare per l'arrivo del ponte e di coloro che lo faranno nascere. Come un potente magnete, il ponte ... attira a sé i destini incrociati di uomini e donne, visti fotograficamente in campo lungo, come massa eroica al centro di una storia corale, o zoomati fino al primissimo piano, nel dettaglio puntuale delle vite più diverse, nella geometria - lucida come un teorema - delle passioni. Ma la vera protagonista di queste pagine, insieme al ponte, è l'incredibile lingua che lo plasma. Lingua "poietica", lingua necessaria e senza sbavature. Lingua capace, nel flusso inesausto delle parole, di nominare e scoprire le cose. In un tour de force inaudito, Maylis de Kerangal intona un canto epico, teso come i cavi che reggono quell'audace struttura.
Tre adolescenti di ritorno da una sessione di surf su un furgoncino tappezzato di sticker, tre big wave rider, esausti, stralunati ma felici, vanno incontro a un destino che sarà fatale per uno di loro. Incidente stradale, trauma cranico, coma irreversibile, e Simon Limbres entra nel limbo macabramente ... preannunciato nel suo cognome. Da quel momento, una macchina inesorabile si mette in moto: bisogna salvare almeno il cuore. La scelta disperata del trapianto, straziante e inevitabile, è rimessa nelle mani dei genitori. Intorno a loro, come in un coro greco, si muovono le vite degli addetti ai lavori che faranno sì che il cuore di Simon continui a battere in un altro corpo. Tra accelerazioni e pause, ventiquattro ore di suspense, popolate dalle voci e le azioni delle persone che ruotano attorno a Simon, genitori, dottori, infermiere, équipe mediche, fidanzata, tutti protagonisti dell'avventura, privatissima e al tempo stesso collettiva, di salvare un cuore, non solo organo, ma sede e simbolo della vita.
Nell'agosto del 1914, più di centomila trentini e giuliani vanno a combattere per l'Impero austroungarico, di cui sono ancora sudditi. Muovono verso il fronte russo quando ancora ci si illude che "prima che le foglie cadano" il conflitto sarà finito. Invece non finisce. E quando come un'epidemia ... si propaga in tutta Europa, il fronte orientale scivola nell'oblio, schiacciato dall'epopea di Verdun e del Piave. Ma soprattutto sembra essere cassato, censurato dal presente e dal centenario della guerra mondiale, come se a quel fronte e a quei soldati fosse negato lo spessore monumentale della memoria. Paolo Rumiz comincia da lì, da quella rimozione e da un nonno in montura austroungarica. E da lì continua in forma di viaggio verso la Galizia, la terra di Bruno Schulz e Joseph Roth, mitica frontiera dell'Impero austroungarico, oggi compresa fra Polonia e Ucraina. Alla celebrazione Rumiz contrappone l'evocazione di quelle figure ancestrali, in un'omerica discesa nell'Ade, con un rito che consuma libagioni e accende di piccole luci prati e foreste, e attende risposta e respira pietà - la compassione che lega finalmente in una sola voce il silenzio di Redipuglia ai bisbigli dei cimiteri galiziani coperti di mirtilli. L'Europa è lì, sembra suggerire l'autore, in quella riconciliazione con i morti che sono i veri vivi, gli unici depositari di senso di un'unione che già allora poteva nascere e oggi forse non è ancora cominciata.
Una valle severa. In mezzo, il lento andare del fiume. Un uomo tira pietre piatte sull'acqua. Il figlio lo trova assorto, febbricitante, dentro quel paesaggio. è lì che ha cominciato a dipingere, per fare di ogni tela un possibile riscatto, e lì è ritornato ora che il male lo consuma. Ma il ... male è cominciato molto tempo prima, negli anni settanta, quando il padre-pittore ha abbandonato la sua valle ed è sceso in pianura verso una città estranea, dentro una stanza-cubicolo per dormire, dentro un reparto annebbiato dall'amianto. Fuori dai cancelli della fabbrica si lotta per i turni, per il salario, per ritmi più umani, ma nessuno è ancora veramente consapevole di come il corpo dell'operaio sia esposto alla malattia e alla morte. Lì il padre-pittore ha cominciato a morire. Il figlio ha ereditato un panico che lo inchioda al chiuso, in casa, e dai confini non protetti di quell'esilio spia, a ritroso, il tempo della fabbrica, i sogni che bruciano, l'immaginazione che affonda, il corpo subdolamente offeso di chi ha chiamato "lavoro" quell'inferno. Ci vuole l'incontro con Cesare, operaio e sindacalista, per uscire dalla paura e cominciare a ripercorrere la storia del padre-pittore e di tutti i lavoratori morti di tumore ai polmoni. È allora che il ricordo diventa implacabile e cerca colori, amore, un nuovo destino.
All'improvviso bussano alla porta e uno scrittore si ritrova ostaggio di un gruppo di persone che, con la minaccia delle armi, gli intima di raccontare una storia. In difficoltà, lo scrittore cerca di cavarsela in una situazione che "ad Amos Oz e David Grossman non capiterebbe mai". In "Cheesus ... Christ" un uomo viene pugnalato a morte in un fast food dopo aver ordinato un hamburger senza formaggio. La vicenda ha conseguenze imprevedibili e apocalittiche che riflettono ironicamente il caos e la casualità dell'esistenza. Una delle trentotto storie brevi contenute in questo volume si dichiara esplicitamente e senza pudore come "il racconto migliore del libro". Promette al lettore una Mazda Lantis grigia metallizzata in premio se lo legge in maniera corretta, e comunque un modello più economico se non lo legge in maniera corretta, perché è un racconto che vuol far sentire bene il lettore, che non vuole creargli complessi di inferiorità. Questi sono solo alcuni dei racconti che compongono la raccolta di Etgar Keret, un libro spassoso che ha conquistato i lettori.
Negli ultimi sette anni, Etgar Keret ha avuto molte ragioni per stare in pensiero. Suo figlio Lev è nato nel bel mezzo di un attentato terroristico a Tel Aviv. Suo padre si è ammalato. Tremende visioni del presidente iraniano Ahmadinejad che lancia invettive antisemite lo perseguitano. E Devora, ... l'implacabile venditrice di un call center, sembra determinata a seguirlo anche all'altro mondo. Con un'ironia fulminante e la sua speciale capacità di cogliere del buono dove meno te l'aspetti, Keret si muove con disinvoltura tra il personale e il politico, il faceto e il terribilmente serio, per raccontare i suoi ultimi sette anni a Tel Aviv: un condensato di vita, humour ed emozione.
Artur Paz Semedo, impiegato di una storica fabbrica d'armi, le Produzioni Bellona SA., e intenditore di film bellici, viene profondamente colpito da alcune commoventi immagini de "L'Espoir", di André Malraux, cui assiste casualmente. La successiva lettura del libro, che pare già provocare un'impercettibile ... incrinatura nelle sue certezze di amante appassionato delle armi da fuoco, e, poco dopo, il suggerimento della ex moglie Felicia, una pacifista convinta, di investigare negli archivi dell'azienda per scoprire se le Produzioni Bellona SA. abbiano mai venduto armamenti ai fascisti lo avviano verso un'avventura che purtroppo non sapremo, pur potendolo immaginare da fedeli lettori di José Saramago, fin dove lo avrebbe condotto. Con uno scritto di Roberto Saviano e un'illustrazione di Günter Grass.
"La mia unica opera di getto": così Sibilla Aleramo definì questo romanzo epistolare, pubblicato nel 1927. Sono quarantatré appassionate lettere all'amante lontano, scritte per divenire, al suo ritorno, il "loro libro". Protagonisti Sibilla e Luciano, enigmatico e bellissimo giovane che si sottrae ... al suo amore per un ritiro spirituale iniziatico. Luciano fu nella realtà Giulio Parise, fascinoso mago del cenacolo di Julius Evola, amato dalla scrittrice fra il 1924 e il 1926. Un romanzo quindi autobiografico, che conserva tuttora la sua vivacità e sincerità e ricchezza, e mette a fuoco le perverse atmosfere della buona società romana del periodo fascista. Come sempre, anche in queste lettere mai spedite, l'autrice si abbandona ai ricordi, soprattutto amorosi, e alla confessione delle più impercettibili sensazioni fisiche e psicologiche. Il libro, che anticipa la scrittura degli ultimi "Diari", dà valore letterario alla quotidianità ed evoca i fantasmi della solitudine, della miseria, dell'isolamento nel panorama culturale dei tempi. Sibilla Aleramo vi rivendica il diritto all'identità di donna e scrittrice in un mondo maschile e maschilista, mostrando la contraddittorietà insita nell'essere artefice e vittima della propria immagine pubblica.
Tre storie magiche che intendono stimolare il lettore a trasformare la propria vita. Basate su un linguaggio poetico e favolistico, su personaggi che vivono alla confluenza tra la realtà e altre dimensioni, sono tre parabole di alcune delle principali intuizioni di Alejandro Jodorowsky venute ... alla luce durante le sue ricerche nel mondo della spiritualità.
Parigi, una sera al Théâtre du Renard, l'orchestra suona "It's Now or Never". Una ragazza misteriosa e sfuggevole si aggira, lui la nota, cerca in ogni modo di avvicinarla e, quando ormai tutto sembra impossibile, si trovano faccia a faccia e si baciano. Un bacio minuscolo, il più breve mai ... registrato, e lei scompare. Invisibile, si allontana. Un mistero anche per un inventore come lui che, seppur di indole tendenzialmente depressa, è determinato a rivedere l'eterea e vulnerabile creatura che lo ha ammaliato. Inizia così una ricerca serrata in cui sarà affiancato da due bizzarri personaggi: un detective in pensione, che ha tutto l'aspetto di un orso polare, e il suo stravagante pappagallo. Le invenzioni si susseguono e qualcosa di molto goloso e originale aiuterà il protagonista nel suo scopo. Ormai è chiaro, fra i due è scoccata una scintilla, si è prodotto un cortocircuito. Ma in amore gli artifici non bastano, servono coraggio e temerarietà, doti che entrambi dovranno conquistare se vorranno trovarsi e abbandonarsi l'uno all'altra. Riusciranno i due a superare ostacoli e paure e a vivere il loro amore?
Ci sono fili capaci di unire i mondi interiori delle donne: a volte saranno la forza delle risate, il valore dell'amicizia, l'amore o il sesso; altre, le paure di fronte a un matrimonio inaridito, l'ipocrisia, la solitudine o il timore dell'abbandono. Laura è contro il femminismo, Manuela cuce ... e sogna, Magdalena si sente sempre più chiusa, Anabella e Marilyn aspettano la felicità, Maria Bonita ha perso il nemico di una vita, Eloìsa cerca di dimenticare, Irma si sfila finalmente l'anello, Dulcinea racconta la sua versione della storia. Dai Balcani fino a Santiago del Cile, passando per la Mancia del Don Chisciotte, piccoli incidenti rivelatori che cambiano la vita, donne che smettono di uscire di casa, donne che si lasciano ingannare dalle apparenze, altre che si riappropriano della loro esistenza, e altre ancora che si ritrovano ad affrontare drammi inattesi. Ancora una volta, Marcela Serrano dimostra il suo talento nel penetrare anima e psicologia femminili con venti racconti potenti, abitati da donne fragili, forti, avventurose e timorose, casalinghe o intellettuali, le cui voci e storie si imprimono a fuoco nella memoria dei lettori.
Nell'itinerario narrativo di Nagib Mahfuz, "Il ladro e i cani" segna l'affrancamento da alcune proposizioni del realismo e la ricerca di uno stile in cui confluiscano quotidianità e trascendenza, come segni esemplari del mondo concreto e del mondo fantastico. Nelle vicende di un ladro che, attraverso ... la vendetta, insegue un'improbabile giustizia per il tradimento degli ideali giovanili, si celebra infatti la rappresentazione allegorica di una concezione tragicamente catartica dell'esistenza. Le pagine del romanzo si affollano allora di personaggi identificanti le trascorse esperienze del protagonista e il rispecchiamento di questi in una mutevole realtà che sempre lo relega in quella dimensione dove verità e menzogna coincidono annullando sia i miti del passato sia le speranze nel futuro. Il saggio, il poliziotto, l'amico importante, la prostituta, l'oste, la moglie, il rivale e la figlia che lo rifiuta, costituiscono per Sadi Mahran un travagliato presente ossessivamente segnato dall'imperativo della rivalsa: un mondo fitto di viuzze, palmizi, taverne, periferie desolate, contrafforti sabbiosi e cimiteri prospicienti il deserto, in cui solamente il ricordo può guidarlo, dopo un cammino scandito da morti innocenti, all'appuntamento con il proprio destino. Infine il pensiero di Sadi Mahran si aggruma intorno all'idea di un'entità superiore, di cui la morte personifica l'araldo...
Senza mai chetarsi, ora infuriata ora implacabile, la voce delle onde ci accompagna durante tutta la lettura di questo romanzo. Si tratta di una storia d'amore che sulla sponda del mare nasce e si sviluppa, raggiungendo apici di toccante e poetica spontaneità e semplicità. La vita, fatta di ... coraggio e di sacrificio, di un povero villaggio di pescatori giapponesi è lo sfondo per le uscite sul mare in tempesta, la pesca delle perle e i convegni d'amore di due giovani protagonisti, Shinji e Hatsue, su al tempio di Yashiro, che dall'alto del monte domina l'Isola del canto - Uta-jima - come armoniosamente la chiamano i suoi abitanti.
Quando si pensa a Piero Gobetti si pensa soprattutto all'uomo politico, all'oppositore del fascismo. Morto a Parigi prima di compiere venticinque anni, Gobetti fu uno straordinario poligrafo. Fondatore di riviste, animatore editoriale (pubblicò la prima edizione di "Ossi di seppia" di Montale), ... studioso, toccò con una scrittura duttile ed efficace i generi più diversi. L'abbozzo autobiografico e il diario, la critica teatrale (spesso ferocissima), la riflessione letteraria (da Dante ad Alfieri a Leopardi, da Verga a Marinetti), la ricerca sull'arte, con affascinanti studi su alcuni pittori tra Quattro e Seicento, il ritratto umano (Eleonora Duse, Giacomo Matteotti, il Mussolini delle origini), la scrittura di viaggio, il pamphlet politico, le lettere di lavoro, d'amicizia, d'amore. Paolo Di Paolo, che a Gobetti ha dedicato il romanzo "Mandami tanta vita", raccoglie in questo volume una scelta delle "scritture" di Gobetti con l'intento di avvicinarlo a nuovi lettori. E di far riscoprire a chi lo conosce la vivacità dello stile, l'intensità della prosa di un ventenne di genio.
L'uomo è condannato alla solitudine? Leggendo Ford sembra proprio di sì, con tutte le mogli e i mariti separati che si incontrano nei suoi libri. I più saggi sembrano essere spesso i ragazzi, i figli di queste coppie, adolescenti malinconici che, abbandonati a se stessi, cercano di tenere in ... piedi la baracca e osservano i disastri degli adulti con uno sguardo freddo e crudele. Gli "infiniti peccati" sono generati dalla nostra incapacità di essere fedeli, affettuosi, sinceri, pazienti, onesti, appassionati, di essere veramente attenti e vicini alle persone che amiamo. Dieci racconti e un unico tema: l'amore e i drammi, piccoli e grandi, provocati dalla nostra inettitudine ad aver cura di questo sentimento.
Le ragazze vestono Onyx, o qualunque sia l'ultima marca in fatto di body, parlano di Avant, di Marsan e delle mode dell'ultimo minuto. I ragazzi invece girano con la Bmw lunga, magari fregata al papà. Le ragazze si preparano a incontrare il ragazzo della loro vita. I ragazzi si sfidano in prove ... di resistenza fisica, di velocità, di rischio. Fino all'ultimo respiro. Sullo sfondo di una frenetica vita di banda, Step e Babi si incontrano. Babi è un'ottima studentessa, Step è un violento, un picchiatore, uno che passa i pomeriggi in piazza davanti al bar con gli amici o in palestra e la sera sulla moto o nella bisca dove si gioca a biliardo. Appartengono a due mondi diversi, ma finiscono per innamorarsi. Non è un rapporto facile perché nessuno dei due cede facilmente. Eppure si trasformano. Babi sembra irriconoscibile agli occhi dei genitori. Step rivela aspetti che ben poco collimano con la sua immagine faticosamente costruita - di superduro. E in effetti muscoli palestra e violenza nascondono un trauma, un nodo irrisolto che getta un'ombra scura sulla vita familiare di Step e sulla tormentata love story con Babi. Una grande storia d'amore. Da una parte i giovani, la vita di gruppo, le moto, le sfide, dall'altra i vuoti e i silenzi di famiglie infelici. Un microcosmo di vite arrabbiate che cerca di staccarsi da terra.
Alla fine degli anni quaranta, sotto le pale dei ventilatori del Cairo Automobile Club, l'Egitto dei pascià e dei monarchi amoreggia con aristocratici e diplomatici d'ogni sorta, basta che siano europei. Regolarmente Sua Maestà il re onora con la sua eminente presenza il tavolo del poker. Stravaganza, ... magnificenza e decadenza che non escono dalle porte dei saloni pavimentati a parquet. Negli spazi comuni, un esercito di servitori e impiegati venuti dall'Alto Egitto e dalla Nubia si affanna a soddisfare le esigenze dell'inflessibile Kao, camerlengo del re. Il servitore del monarca è anche il capo supremo dei dipendenti di tutti i palazzi reali, che spadroneggia nei minimi dettagli sulla loro misera esistenza e si diletta a professare l'arte della sottomissione. Tra i "sudditi" c'è Abdelaziz Hamam, erede di una ricca famiglia in rovina, arrivato al Cairo nella speranza di assicurare un'istruzione ai figli. Seguendo i cammini contrastanti che prendono i suoi ragazzi, scopriamo gli ultimi sussulti dell'Egitto pre-nasseriano: l'arroganza delle classi dominanti, la miseria dei reietti, il risveglio del sentimento nazionalistico. L'edificio si crepa ovunque, e nel microcosmo dell'Automobile Club, dove il volto nero come il carbone di un domestico aggiunge un tocco di eleganza all'ambiente, fremono i tempi e l'esplosione rivoluzionaria che infiammerà il paese.
Il Messico è il paese dei contrasti estremi. E all'estremo di tutto, c'è Mahahual: dove finisce la penisola dello Yucatán, sorge questo paesino di mille abitanti, a pochi chilometri dalla frontiera con il Belize. Angolo di paradiso tra palme e mangrovie, di fronte ha la barriera corallina seconda ... al mondo per estensione, il Mar dei Caraibi e lo scorrere lento del tempo: siamo nello stato del Quintana Roo, che a nord vanta la celebre Cancún, mentre qui c'è l'opposto assoluto, non solo geografico, perché a Mahahual il cemento non ha ancora invaso la vista, tra casupole, palafitte e hotel con il tetto di palme. Ma un'insidia minaccia costantemente questi litorali: per un capriccio delle correnti oceaniche, la plastica vi arriva da tre continenti, e ogni mattina all'alba, una miriade di volenterosi la raccoglie dalle spiagge, rendendole splendidamente bianche e pulite per un altro giorno, in un incessante "mito di Sisifo". Mari e terre ricchi di storia e leggende, dove i corsari ingaggiarono sfide mortali con i dominatori spagnoli, e i fieri maya non si lasciarono assoggettare da nessuno dei contendenti stranieri. Qui si narra di Gonzalo Guerrero che si schierò con gli indios, di Diego Grillo, il Mulatto, che si unì a Francis Drake per odio contro chi lo fece nascere schiavo, di Elvia Carrillo Puerto, indomita ribelle, che non attese la Revolución per affermare la propria libertà individuale e gli ideali di emancipazione collettiva.
Gerusalemme, l'inverno tra la fine del 1959 e l'inizio del 1960. Shemuel Asch decide di rinunciare agli studi universitari, e in particolare alla sua ricerca intitolata Gesù visto dagli ebrei, a causa dell'improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono ... da parte della sua ragazza, Yardena. Shemuel è sul punto di lasciare Gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell'università. Vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. Quando si reca all'indirizzo riportato nell'annuncio, Shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, Gershom Wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, Atalia Abrabanel. Si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di Gershom Wald. Chi è veramente Atalia? Cosa la lega a Gershom? Di chi è la casa dove vivono? Quali storie sono racchiuse tra quelle mura? Shemuel Asch troverà la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensì ancorato all'idea che si ritrova nei Vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di Giuda, aver consegnato Gesù alle autorità e a Ponzio Pilato, non fu altro che l'esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno.
La vicenda è incentrata su un'onesta famiglia di poveri artigiani composta da Cipriano Algor, vasaio, la figlia Marta, e il genero Marçal, guardiano in prova presso il Centro, un luogo misterioso, fulcro di ogni attività economica e amministrativa. La vita procede normalmente, con il vasaio ... che consegna a scadenze regolari le sue stoviglie al magazzino del Centro, finché un giorno, inaspettatamente e senza alcuna avvisaglia che potesse far presagire qualcosa, il Centro annulla il suo ordine per le ceramiche di Cipriano, gettandolo nell'angoscia di un futuro improvvisamente fosco. A quel punto Cipriano e la figlia decidono di cimentarsi in un nuovo progetto da sottoporre al Centro: statuette d'argilla raffiguranti diversi personaggi. Contro ogni previsione, il Centro accetta, ordinandone mille e duecento...
Nives Meroi è un'alpinista che ha cominciato una gara appassionante: in competizione con una spagnola, vorrebbe diventare la prima donna a conquistare tutti e quattordici gli Ottomila del mondo. Adesso è a quota dodici. Nives scala con suo marito e con un giovane fotografo, senza portatori d'alta ... quota, senza usare ossigeno. Il loro rapporto con la montagna è di assoluta purezza. Erri De Luca, anch'egli arrampicatore appassionato, è amico di Nives e la segue da tempo nelle sue imprese. Fin dove può. Sotto la tenda, durante una tempesta, Erri e Nives parlano. Della montagna, della sfida, della fatica, della vita.
Quando la nonna guaritrice decide di lasciare il Giappone, Shizukuishi si ritrova improvvisamente sola e deve abituarsi in fretta alla vita in città: uno spazio nuovo, incomprensibile e persino minaccioso. Porta sempre dentro di sé il ricordo della vita tra le sue amate montagne, in comunione ... perfetta con piante e animali, ripensa alle notti stellate e al verde brillante, alle mille manifestazioni della natura, agli sguardi delle persone che si avventuravano per quei sentieri impervi serbando nel cuore la speranza di una guarigione. Lontana dal suo ambiente, Shizukuishi cercherà una nuova famiglia, una casa in cui tornare, qualcuno da amare, una dimensione in cui poter essere se stessa. E un giardino pieno di cactus. Una storia di solidarietà e amicizia, di rispetto per la natura e per gli esseri umani. Piccoli gesti, percezioni sottili, silenziosi linguaggi: un romanzo che invita a sospendere per qualche ora l'incredulità e a tornare alla gioia tranquilla delle cose semplici.
Sull'Appennino tosco-emiliano, non lontano dall'Abetone, c'è una valle stretta e tortuosa, e in fondo una casa, una piccola casa con il tetto coperto di plastica colorata e due comignoli che buttano fumo sempre, estate e inverno. Un industriale della seta torna ai boschi dove un tempo andava ... a far funghi e la vede, quella casa. Malgrado il fuoco acceso sembra disabitata. È incuriosito. Entra. E lì comincia la sua avventura, che lo strappa alla mesta quotidianità del danaro e del potere per precipitarlo dentro un vertiginoso delirio, che è prova e passaggio, alla scoperta di sé. Mauro Corona scrive una piccola grande storia che suona come un apologo ed è allegoria della condizione umana quando perde di vista la semplicità dei valori cardine.
Nella vita da uomo qualunque dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una "canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l'apparenza di irreprensibile professionista ... e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
Tom Smith e Jerry Wesson si incontrano davanti alle cascate del Niagara nel 1902. Nei loro nomi e nei loro cognomi c'è il destino di un'impresa da vivere. E l'impresa arriva insieme a Rachel, una giovanissima giornalista che vuole una storia memorabile, e che, quella storia, sa di poterla scrivere. ... Ha bisogno di una prodezza da raccontare, e prima di raccontarla è pronta a viverla. Per questo ci vogliono Smith e Wesson, la coppia più sgangherata di truffatori e di falliti che Rachel può legare al suo carro di immaginazione e di avventura. Ci vuole anche una botte, una botte per la birra, in cui entrare e poi farsi trascinare dalla corrente. Nessuno lo ha mai fatto. Nessuno è sceso giù dalle cascate del Niagara dentro una botte di birra. È il 21 giugno 1902. Nessuno potrà mai più dimenticare il nome di Rachel Green? E sarà veramente lei a raccontarla quella storia?
Romanzo ambizioso e potente, Anni di cani fa i conti con le contraddizioni della coscienza tedesca. Lo fa montando una storia a tre strati, fittissima di eventi, di memoria, di figure umane e animali. Due i personaggi centrali: Eduard Amsel, il ragazzo mezzo ebreo, grassoccio, goffo, materasso ... della ragazzaglia, figlio di mercante, dotatissimo nella costruzione di spaventapasseri, più tardi pittore, poi coreografo e infine proprietario di una miniera; e Walter Matern, il robusto rampollo di una dinastia di mitici mugnai, l'amico d'infanzia e il fratello di sangue di Amsel, lo sbandato, l'ubriacone, l'ex comunista, l'attore, il milite SA, il nazista, il disertore, il cattolico, l'heideggeriano, l'antifascista che, accompagnato dal cane di Hitler, percorre la Germania del dopoguerra alla ricerca dei colpevoli... Intorno a queste due vite parallele, un brulichio di personaggi: gli arcaici abitanti dell'estuario della Vistola, come il mugnaio Matern, che predice il futuro ascoltando i vermi della farina, come i paesani del Werder, i professori, le SA, le nonne e, specialmente, la ragazzetta Tulla, sinistra, attraente, misteriosa, perduta.
Tredici "pezzi", suonati o cantati con la voce dell'emozione, tredici brani il cui tema conduttore è l'amore. L'amore che si fa, che sfa, che strugge e che distrugge. L'amore coniugale, quello che dura e quello che non dura, l'amore detto, cantato, raccontato. Di episodio in episodio viene modellandosi ... un mondo interiore compromesso dall'amore, dall'assenza dell'amore, dalla meraviglia dell'amore. E su ogni piccolo evento passano le note di una canzone.
Rumiz compie un viaggio attraverso le mentalità, le tradizioni e i simboli del Nord (i fiumi, i campanili, i ponti ...) per ritrovare il senso della parola perduta e l'origine del successo della Lega. Scopre che tra noi è cresciuta silenziosamente una nuova figura, quella dello "spaesato", dell'uomo ... uscito dalla cultura di paese ma non ancora entrato in quella "globale", dell'uomo che non chiede risposte razionali ma simboli per radicarsi in uno spazio vitale. A questa vaga domanda di identità ha cercato di dare risposta il movimento di Bossi, che occupa un luogo immaginario, mitico, metaforico e simbolico prima che politico.
Nel 1972 il giovane diplomatico Enrico Calamai viene inviato dal Ministero degli affari esteri in Argentina con la carica di viceconsole. A Buenos Aires sembra di stare in Occidente, in Italia o in Spagna, e in effetti metà della popolazione è di origine spagnola e l'altra metà italiana. Sono ... tanti gli argentini con doppio passaporto, figli di emigrati che hanno la cittadinanza italiana. La comunità italoargentina è forte, variegata e ben integrata. Ci sono una miriade di associazioni italiane e non mancano quelle legate alla destra fascista, alla Dc, alla Cgil e al Pci. La situazione economica non è rosea, il clima politico è teso e sono molti i giovani impegnati. I militari aspettano e Isabelita Peron è sempre meno credibile. Nel 1974, poco dopo il golpe cileno, Calamai viene spedito a Santiago del Cile: l'ambasciata si è riempita di rifugiati di origine italiana (450 persone) che chiedono un asilo politico che il governo italiano non vuole concedere per non pestare i piedi all'esercito cileno e agli americani. Calamai, invece, aiuta i rifugiati: mette a punto una strategia che consente loro di scappare in Italia. Il periodo cileno è un'esperienza fondamentale per il giovane diplomatico. Nel 1976, quando i generali argentini prendono il potere, il governo italiano (siamo nel periodo non solo della guerra fredda ma anche della p2) è stato avvisato in tempo e l'ambasciata ha rafforzato i suoi dispositivi di sicurezza per impedire agli italoargentini in cerca d'asilo di entrare. La repressione argentina è più dura e subdola di quella cilena, ma Calamai riesce comunque ad aiutare molte persone, in maniera discreta, con una rete di soccorso e informazione che comprende l'inviato del ?Corriere della Sera”, il rappresentante della Cgil a Buenos Aires, un frate coraggioso, alcuni volontari dell'ambasciata e suo fratello, che lavora a ?Rinascita”. Ne salva tanti e cerca di avere notizie anche dei desaparecidos, fino a quando viene richiamato a Roma nel 1977.
Prosegue la biografia in versi di Charles Bukowski. Dopo le intemperanze della prima giovinezza, Buk ci conduce per mano in stanze d'hotel, alle corse dei cavalli, davanti ai quadri erotici di un pittore francese, ai primi reading di poesia. Entrano nel suo universo amici insinuanti, profili ... di donne, voci che danno forma a improvvisi dialoghi esistenziali, che risalgono il fiume del passato, che sono a volte pruriti comici a volte insulti a volte parole di pietà. Ancora una volta emerge il Buk dilapidatore di tempo, di sesso, di scrittura, come se nel ritmo insaziabile della poesia egli continuasse a ritrovare tanti ganci che lo strappano e insieme lo tengono legato alla realtà.
Franco e Andrea Antonello sono stati i protagonisti di una storia che sembra una favola: il romanzo che raccontava il loro viaggio on the road, "Se ti abbraccio non aver paura", ha avuto un enorme successo. In questo nuovo libro, Franco e Andrea raccontano la vera storia della loro vita, iniziando ... dalla vita di Franco prima di Andrea: dove nasce, com'è la sua famiglia, quali strade ha percorso e quali scelte ha compiuto prima di diventare un felicissimo papà di un bambino bellissimo. E continuando con quello che è successo dopo che Andrea, quel bellissimo bambino, ha iniziato a sfuggirgli di mano, sempre più intrappolato in un misterioso vortice che solo dopo anni si capirà essere l'autismo. E se nella vita professionale Franco miete successi uno dopo l'altro, nella lotta contro quel terribile nemico non pare esserci speranza: medici e ciarlatani, guaritori africani e maghi brasiliani, nessuno sembra poter fare niente. Ma quella non è la fine per Franco e Andrea: è solo l'inizio. Insieme scopriranno che non si deve rinunciare ai sogni e alla vita, e che le difficoltà, anche quelle più tremende, possono essere affrontate, cercando di rispondere alla richiesta di Andrea di avere intorno persone allegre, che guardano al lato positivo della vita: "Sono graditi visi sorridenti". Oggi Franco ha creato una fondazione, I Bambini delle Fate, che lavora per promuovere progetti di assistenza ai bambini autistici e alle loro famiglie. E Andrea ha appena dato l'esame di maturità.
Il Po, anzi Po senza articolo, è il grande fiume, il fiume per eccellenza. Sembra facile collocarlo, leggerlo sulle carte, menzionarne la storia. Invece no. Forse ne sappiamo pochissimo, e conoscerlo significa lasciarlo apparire là dove muore un mondo perché un altro nasca. Paolo Rumiz ci racconta ... che quando gli argonauti, lui e il suo equipaggio, hanno cominciato a solcarne le acque è andata proprio così: Po visto dal Po è un Dio Serpente, una voce sempre più femminile irruente e umile, arrendevole e solenne, silente fra le sue rive deserte. Paolo Rumiz sa fare del Po un vero protagonista, per la prima volta tutto narrato a fior d'acqua, in un abbandono dei sensi inedito, coinvolgente, che reinterpreta i colori delle terre e dei fondali, i cibi, i vini, i dialetti, gli occhi che lo interrogano, lo sfiorano, lo scrutano. E poi ci sono gli incontri con il "popolo" del fiume, ma anche con personalità legate dall'amore per il fiume come la cacciatrice di luoghi Valentina Scaglia, il raffinato corsaro Paolo Lodigiani, il traghettatore dantesco Angelo Bosio, il collezionista di immagini Alessandro Scillitani, l'amico dei venti Fabio Fiori, l'esploratore Pierluigi Bellavite, lo scrittore Valerio Varesi e l'amico Francesco Guccini. Cominciata come reportage e documentario, l'avventura sul Po è diventata un romanzo, un viaggio interiore, un'avventura scavata nell'immaginazione, carezzata da fantasmi, a due passi dall'anima.
Un'ultima notte da leoni con gli amici di sempre, una soltanto. Cosa può esserci di male? E invece il notaio Ranò, facoltoso borghese romano, si ritrova in cella, e poi davanti a un magistrato. E la verità viene fuori. Non solo il racconto della folle serata in cui è naufragata la reunion, ma, ... come un fiume in piena, la confessione di una vita, delle avventure di un ragazzo e del suo eterogeneo drappello di compagni. Con al centro di tutto lui, il grande amico che ce l'ha fatta, Marco Bonetti, famoso regista finito con lui in carcere... Nella "confessione" di Ranò si dipana così un percorso di formazione illuminato da una grande amicizia maschile, tra catastrofi sentimentali e bravate al limite del decoro, vacanze sbagliate e meravigliose, giri in motorino nel gelo di una Roma vissuta e amata. Come abbiamo perso di vista i sogni di quando eravamo giovani? Qual è il confine tra adolescenza e vita adulta, tra possibilità e rimpianto, tra successo e tradimento? E quando è troppo tardi per capirlo? La storia del notaio Ranò e del regista Bonetti è anche la storia di una generazione, i ragazzi degli anni ottanta: quelli del riflusso, della televisione commerciale, del pentapartito, del crollo delle ideologie mondiali. Ma anche quelli, forse gli ultimi, che hanno vissuto l'adolescenza come un periodo magico e pieno di possibilità, con l'idea di potercela fare, contando solo sulle proprie forze.
Parigi. La neve cade dolcemente sulla città, ammantando di bianco la Tour Eiffel, Notre-Dame e il Panthéon, come in una cartolina. Un uomo passeggia lungo la Senna diretto verso casa, un elegante palazzo sull'Île Saint-Louis. È Frédéric Solis, avvocato di successo con la passione per i quadri ... impressionisti. Affascinante, ricco e talentuoso, Frédéric sembra avere tutto quello che si può desiderare dalla vita. Gli manca una famiglia, ma dopo essere stato abbandonato dal padre molti anni prima, ha preferito circondarsi di oggetti lussuosi e belle donne piuttosto che mettere ancora in gioco il suo cuore ferito. Fino a quando, un giorno, scopre di aver ricevuto una strana eredità, che consiste in una manciata di misteriosi biglietti e in un disegno che ha tutta l'aria di essere una mappa. Cosa nasconderanno quegli indizi? Convinto di essere sulle tracce di un quadro dimenticato di Monet, Frédéric decide di tentare di decifrare la mappa. Grazie all'aiuto della giovane e stralunata assistente Pétronille, inizia così un viaggio lungo i paesaggi innevati del Nord della Francia, tra i luoghi prediletti dai suoi amati impressionisti: Éragny, Vétheuil, il giardino di Monet, con una tappa d'obbligo al Musée d'Orsay. Di incontro in incontro, di sorpresa in sorpresa, torneranno a galla ricordi che Frédéric credeva di aver dimenticato, e un tesoro ben più prezioso di qualsiasi ricchezza.
Un elefante di nome Salomone attraversa a piedi mezza Europa, da Lisbona alla Spagna e poi da Genova fino a Vienna, come regalo di nozze di Joao III, re del Portogallo, all'arciduca austriaco Massimiliano II. L'episodio storico del XVI secolo fornisce lo straordinario innesco narrativo per José ... Saramago per creare una grande avventura in cui sono percorse le strade del continente al seguito di Salomone: eserciti bislacchi, prepotenti figure di sangue blu, sacerdoti che a seconda delle circostanze esorcizzano l'elefante oppure ne supplicano il miracolo, in un'età che passerà alla storia come quella della Controriforma, ma anche cavalli, buoi e contadini. Su tutti si staglia la figura di Subhro, il conducente oltre che amico dell'elefante, che con il suo straordinario acume riesce a cavarsela sempre per il meglio, deridendo ogni volta le inutili arroganze del potente di turno. Favola raffinatissima ma anche grande metafora della vita: qui Saramago ha buon gioco nell'esercitare il suo migliore umorismo e la sua ironia graffiante verso la burocrazia e la corruzione intrinseca di tutti gli uomini.
Palestina, metà degli anni cinquanta. Mentre il conflitto arabo-israeliano infiamma, Ichmad, dodici anni, un talento non comune per la matematica e un'ammirazione sconfinata per Albert Einstein, scopre per la prima volta cosa siano la violenza e la paura. La sua famiglia viene costretta dall'esercito ... israeliano a trasferirsi in un misero fazzoletto di terra rallegrato soltanto da una pianta di mandorlo, unica fonte di sostentamento e ristoro. Ma i problemi non sono finiti: quando il padre di Ichmad viene imprigionato con l'accusa di aver nascosto delle armi, spetta al primogenito prendersi cura della madre e dei fratelli. Ichmad deve trovare un lavoro, e in fretta. Suo unico conforto, il mandorlo in fondo al giardino. Anno dopo anno, ingiustizia dopo ingiustizia, i suoi fratelli soccombono all'odio verso Israele, invece Ichmad lotta per dare un senso a ciò che lo circonda e, grazie alla sua intelligenza matematica, vince una borsa di studio per l'università. Intanto il mandorlo resta lì, in fondo al giardino d'infanzia. Mentre la Storia fa il suo corso. Mentre Ichmad, ormai adulto, riesce a emigrare negli Stati Uniti nonostante l'opposizione della famiglia. Mentre capisce cosa siano l'amore e il lutto, la rabbia e il perdono. E, riappropriandosi delle proprie radici, finalmente ricomincia a sognare.
"Quando si sa troppo poco, è come se questo poco non esistesse, ma anche quando si sa troppo, è come se questo troppo non ci fosse. Scrivere significa portare alla luce l'esistente facendolo emergere dalle ombre di ciò che sappiamo. La scrittura è questo. Non quello che vi succede, non gli avvenimenti ... che vi si svolgono, ma lì, in se stessa. Lì, risiede il luogo e l'obiettivo dello scrivere. Ma come si arriva a questo lì? Era questa la domanda che mi ponevo mentre seduto su una panchina di quel quartiere di Stoccolma bevevo caffè e i muscoli si stavano rattrappendo dal freddo e il fumo della sigaretta si dissolveva in quell'enorme spazio fatto d'aria che mi sovrastava. Per molti anni avevo cercato di scrivere di mio padre, ma senza riuscirci, sicuramente perché tutto questo era troppo vicino alla mia vita e quindi non era facile costringerlo in un'altra forma, che invece costituisce il presupposto base della letteratura. È la sua unica legge: tutto deve piegarsi alla forma. Ecco perché gli scrittori che posseggono uno stile marcato scrivono spesso libri deboli. Ecco perché quegli autori che si occupano di argomenti e temi forti scrivono libri deboli. La potenza insita nel tema e nello stile deve essere spezzata affinché possa nascere la letteratura. È questa demolizione che viene definita 'scrivere'. Lo scrivere riguarda più il distruggere che il creare."
Caracas ha cinquantacinque anni, è nato in Venezuela ed è il re della zona della stazione. Ha il cranio rasato e le idee razziste di un naziskin, si sta convertendo all'Islam, detesta i ricchi, gli americani e i comunisti, ma appena può aiuta gli sconfitti, i senzaniente. L'io narrante è un ... giornalista quasi ottantenne, tornato a Napoli dopo moltissimi anni. Conosce Caracas, insieme al quale percorre il cuore più inospitale della città. I loro giri notturni sono un viaggio a ritroso nel tempo, gli anni Quaranta e Cinquanta, ma anche l'epoca dei nonni e bisnonni, e l'occasione per raccontarsi. Caracas rivive la sua disperata storia d'amore con Rosa La Rosa, irreparabilmente inquinata dall'eroina. Il narratore ripensa all'epoca in cui grandi giornalisti e scrittori avevano tentato di salvare l'anima di Napoli. Finché una rivelazione li separa per sempre.
Come definire una storia come questa? A prima vista potrebbe sembrare un romanzo fantastico, ma forse sfugge a ogni possibile definizione. Tabucchi l'ha sottotitolato "Un mandala", ma a ben vedere, con criteri tutti occidentali, si tratta in fin dei conti di un'inchiesta, una ricerca che sembra ... condotta da un Philip Marlowe metafisico. Ma con la metafisica, in questa ricerca spasmodica e pellegrina, si sposa un concetto tutto terrestre della vita: sapori, odori, luoghi, città, fotografie che sono legati al nostro immaginario, ai nostri sogni, ma anche alla nostra quotidiana esperienza. E allora? Nella sua nota Tabucchi suggerisce di pensare a un monaco vestito di rosso, a Hölderlin e a una canzone napoletana. Potranno forse sembrare degli ingredienti incongrui. Ma forse è meglio non cercare la congruenza in uno dei più stravaganti, visionari e insieme struggenti romanzi che la letteratura italiana ci abbia mai regalato.
Il re dei camosci è un animale ormai stanco. Solitario e orgoglioso, da anni ha imposto al branco la sua supremazia. Forse è giunto il tempo che le sue corna si arrendano a quelle di un figlio più deciso. E novembre, tempo di duelli: è il tempo delle femmine. Dalla valle sale l'odore dell'uomo, ... dell'assassino di sua madre. Anche l'uomo, quell'uomo, era in là negli anni, e gran parte della sua vita era passata a cacciare di frodo le bestie in montagna. E anche quell'uomo porta, impropriamente, il nome di "re dei camosci" - per quanti ne aveva uccisi. Ha una Trecento magnum e una pallottola da undici grammi: non lasciava mai la bestia ferita, l'abbatteva con un solo colpo. Erri De Luca spia l'imminenza dello scontro, di un duello che sembra contenere tutti i duelli. Lo fa entrando in due solitudini diverse: quella del grande camoscio fermo sotto l'immensa e protettiva volta del cielo e quella del cacciatore, del ladro di bestiame, che non ha mai avuto una vera storia da raccontare per rapire l'attenzione delle donne, per vincere la sua battaglia con gli altri uomini. "In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove," dice De Luca. E qui si racconta, per l'appunto, di questi due animali che si fronteggiano da una distanza sempre meno sensibile, fino alla pietà di un abbraccio mortale.
Tom Cloudman sogna di volare, la volta celeste è per lui un richiamo irresistibile, gli uccelli lo ipnotizzano. Per questo, diventa il peggior acrobata del mondo. Con le sue peripezie involontariamente comiche, a bordo di uno strabiliante marchingegno, si lancia da altezze vertiginose, attirando ... folle di curiosi. Ferite e contusioni non lo spaventano né lo frenano. Un giorno, all'ennesimo incidente, Tom finisce in ospedale, dove gli scoprono un male incurabile. Tutto sembra irrimediabilmente compromesso, quando, all'improvviso, a illuminare questa nuova vita appare un'affascinante creatura: metà donna metà uccello, intrigante e seducente, gli proporrà un patto. Se Tom si unirà a lei, abbandonandosi a un'estrema metamorfosi in riva al cielo, potrà salvarsi. Piume lievi ed evanescenti, magiche ascensioni nelle notti stellate e una macchina capace di catturare i sogni muovono un universo fiabesco in cui l'amicizia e soprattutto l'amore possono sconfiggere anche le situazioni più tragiche.
James Graham Ballard è stato forse lo scrittore britannico più innovativo, per temi e suggestioni, del secondo dopoguerra. Dopo essere stato internato con la famiglia in Cina in un campo di prigionia giapponese, alla fine della guerra si trasferisce in Inghilterra per studiare medicina. Ma, ... folgorato dalla lettura dell'"Ulisse" di Joyce, si dedica alla scrittura e manifesta il suo forte interesse verso il mondo della pittura di derivazione surrealista. Il suo primo racconto pubblicato è del 1956. Mentre sulla rivista di fantascienza inglese "New Worlds", nel 1962, Ballard pubblica un vero e proprio manifesto teorico in cui getta le basi per il superamento della fantascienza classica. In questo scritto accende per la prima volta l'interesse verso lo spazio interiore, verso la dimensione psichica del tempo, che già a partire dai primi romanzi sarà al centro della sua narrativa. I racconti qui raccolti si situano proprio nel breve periodo che precede la scrittura del manifesto apparso su "New Worlds". Sono racconti in cui le visioni, le prime sperimentazioni narrative sui temi che contrassegneranno in seguito la scrittura di Ballard hanno modo di trovare la luce e di dispiegarsi per la prima volta compiutamente. è questa la fucina che farà da ostetrica alla sua visionarietà letteraria. Prefazione di Antonio Caronia.
È un romanzo della realtà scritto con il ritmo dello stile giornalistico. Banchetti nei villaggi di montagna della Thailandia, tra le tribù che coltivano oppio, con menù fisso a base di polpette di cane o cene vietnamite con il cobra presentato vivo e ucciso in diretta, per bere il sangue ancora ... caldo. Un viaggio tra la Thailandia e il Vietnam in cui il lusso turistico di Bangkok contrasta con la povertà e la poesia del Vietnam di oggi, in cui le ragazze della guerriglia, uccise combattendo, vestite nel loro nero costume tradizionale, hanno messo le ali e sono diventate le farfalle multicolori del Mekong.
Un'estate torrida in una vecchia casa in Toscana. Qui Tristano vive la sua lunga agonia: una cancrena gli divora la gamba, i dolori sono lancinanti e la malattia si estende a tutto il corpo. Lo assiste la vecchia Frau, la stessa che da bambino gli raccontava fiabe e poesie in tedesco, affinché ... imparasse la lingua. In uno stato allucinatorio, Tristano vecchio e incattivito, racconta di sé ad uno scrittore perché sia testimone della sua agonia e dei ricordi di una vita. Fantasmi di donne amate si sovrappongono nel delirio e poi la guerra, combattuta in Grecia, la scelta della libertà e della Resistenza. Alla fine della vita tutto appare uguale a se stesso, un incubo che tutto sovrasta e tutto circonda.
Lo incontriamo da ragazzino mentre "scarpagna" verso le Bisacconi (le scuole elementari del paese). Sono gli anni '50 e mentre ruba in una vigna un grappolo di schizzozibibbo, Lupetto, così lo chiamano, vede un uomo alto, con una barba immensa e un vecchio cane. È una divinità pagana, sporca ... come un letamaio, che gli regala una facoltà meravigliosa: un orologio interno, un orobilogio, che gli consentirà di correre avanti nel tempo. Così Lupetto diviene Saltatempo, cresce bislacco e distratto, mentre il paese dove vive si sta trasformando e l'orobilogio con i suoi giri improvvisi e vorticosi prospetta il tempo che verrà.
"Abbiamo tutti sedici, diciassette anni, ma senza saperlo veramente, è l'unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato".
Nel culto ebraico, il kaddish è una breve preghiera composta da piccole formule di lode a Dio in lingua aramaica. Ricorre spesso durante le orazioni giornaliere e viene recitata anche in suffragio dell'anima di un parente. La prima parola del libro è "No!". È così che il narratore, uno scrittore ... ebreo ungherese di mezz'età, György Köves, risponde a un conoscente che gli chiede se ha un figlio. È la stessa risposta data alla moglie (ora ex moglie) quando, anni prima, lei aveva espresso un desiderio di maternità. Mentre il narratore si rivolge al bambino che non si è sentito di mettere al mondo, introduce il lettore nei labirinti della sua coscienza, drammatizzando i paradossi che accompagnano la sopravvivenza alla catastrofe di Auschwitz.
"Queste tre storie, dice Banana Yoshimoto, raccontano la notte di alcuni personaggi che si trovano in una situazione di blocco, in una fase in cui il flusso regolare del tempo si è interrotto". In questa sospensione, emergono i temi a lei più cari, i percorsi del suicidio, la decadenza dell'istituzione ... familiare, il ruolo della sessualità, ritratti questa volta in noir, per suscitare una forte emozione.
Ad accomunare le vite del narratore, James Ballard, e dello scienziato televisivo e psicopatico Robert Vaughan è la passione morbosa per gli incidenti stradali con il loro strascico di morte, deformazione e mutilazione dei corpi, commistione di tecnologia e carne, lamiere e sesso. Entrambi sono ... reduci da scontri che hanno modificato la loro percezione di cose e persone. Attorno a loro si muovono le figure di Catherine, la moglie di James, con la sua attrazione omoerotica per Karen, la dottoressa Helen Remington, il cui marito è morto nello schianto con l'automobile di James, e altri individui a loro volta presi nelle spire del fascino perverso della tecnologia e del suo impatto sulla vita umana. Il tutto descritto con algido, clinico distacco. Si spiana così la strada, come ha detto lo scrittore, "a tutti i nostri piaceri più concreti e delicati - quelli delle delizie del dolore e della mutilazione; del sesso come arena perfetta, come brodo di coltura di sterile pus, per tutte le veroniche delle nostre perversioni; della libertà morale di attendere alla nostra psicopatologia come a un gioco; dell'apparente illimitatezza delle nostre capacità di concettualizzazione. Ciò che i nostri figli hanno da temere realmente non sono le autostrade del domani, bensì il nostro sottile piacere nel calcolare i più eleganti parametri delle loro morti".
Yumiko e Shoichi sono due cugini, figli di sorelle gemelle. Pur essendo stati molto legati da bambini, per anni non si sono più frequentati. Si ritrovano quando Shoichi, eseguendo le ultime volontà della madre, va a trovare Yumiko, rimasta orfana di entrambi i genitori, per prendersi cura di ... lei. La donna soffre di gravi amnesie che le impediscono di ricordare il passato. La sua vita trascorre in solitudine, sospesa in una specie di limbo separato dalla realtà. Shoichi, con affetto e pazienza, riesce gradualmente a risvegliare i suoi ricordi, compresi quelli legati ad alcuni drammatici eventi. Yumiko rivive infatti un terribile trauma subito da bambina, fino a quel momento rimosso: un efferato omicidio compiuto dalla madre. Ecco allora che la nebbia si dirada e il passato le appare per la prima volta chiaro. Ma la discesa agli inferi della memoria non è ancora finita: un'altra rivelazione, ancora più sconvolgente, attende Yumiko.
Una scrittura sensibile e delicata che racconta i suoni del vento e dell'acqua, materializza il greto argilloso del fiume e le tinte di una campagna disseminata di olivi. E poi restituisce i sogni e i colori della vita quotidiana di un ragazzino nel Portogallo degli anni trenta, e le prime esperienze ... sessuali dell'adolescenza tra piccole proibizioni ed episodi gustosi. Ecco i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza di Saramago, ma anche del suo cognome, bizzarramente affibbiatogli da un impiegato dell'anagrafe ubriaco. Il grande scrittore portoghese rievoca con mano sempre felice quei luoghi ormai spariti, non solo per l'inevitabile e corrosivo oblio del tempo, ma soprattutto per l'azione distruttrice degli uomini. Dal paese natio di Azinhaga, nel Ribatejo, fino ai primi anni nei quartieri popolari di Lisbona, è un Saramago intimo e personalissimo quello che appare in queste pagine. Tutte storie familiari, talvolta allegre ora commoventi, sui primi quindici anni di vita dello scrittore, vera e propria matrice sentimentale di tutti i suoi futuri romanzi.
"Prima di tutto parlerò della rapina commessa dai nostri genitori. Poi degli omicidi, che avvennero più tardi." Ai nostri giorni, a distanza di mezzo secolo dai fatti, il professor Dell Parsons, americano trapiantato in Canada e alla vigilia della pensione, ricorda i due avvenimenti che hanno ... impresso una svolta decisiva alla sua vita e a quella di Berner, la sua gemella. Nel 1960, l'anno dei fatti criminosi, Dell e Berner hanno quindici anni e i Parsons sono una famiglia americana assolutamente normale, da cui sarebbe stato assurdo aspettarsi cose simili. Ma, come scrive Richard Ford, "il preludio a cose molto brutte può essere ridicolo, ma può anche essere casuale e insignificante. Cosa che merita di essere riconosciuta perché indica il punto da cui possono originarsi eventi disastrosi: a un pelo dalla vita di tutti i giorni".
Un giorno si presentano nell'ufficio di Pepe Carvalho tre individui che lo incaricano di ritrovare Luis Roldán, ex capo della Guardia Civil e delegato del governo in Navarra del PSOE. I tre dichiarano di essere di Saragozza, di essere appassionati cacciatori e di avere affidato a Roldán i loro ... averi, accumulati in modo non propriamente legale, per acquistare una tenuta di caccia in Kenya. Affiancato dal fido Biscuter, Carvalho cercherà il fuggiasco fin nelle viscere della città, in quel fiume sotterraneo e putrido che alimenta politica ed economia.
La figura di Kiyoaki, personaggio ultrasensibile a causa di una raffinata quanto ingannevole educazione, si staglia in primo piano; Honda, l'amico, è invece sordo al richiamo dei sentimenti e proteso esclusivamente verso la vita attiva. Della nevrotica incertezza di Kiyoaki è vittima l'enigmatica ... e splendida Satoko, che spegnerà il suo amore disperato chiudendosi in clausura. altri personaggi complementari sono indispensabili per comprendere un Giappone dove retaggio storico, valore morale della tradizione, riti secolari, primato religioso svolgono una funzione determinante sulla sorte esistenziale del singolo non meno che della comunità.
Un illuminante e coraggioso vademecum del pianeta Cina, articolato in dieci parole chiave - alcune storiche come "popolo" e "rivoluzione", altre di recente creazione, come "taroccato" e "huyou", fregatura - in cui Yu Hua coglie i punti nevralgici di una società malata e svela cosa si nasconda ... dietro i numeri trionfali di uno sviluppo tanto rapido quanto sbilanciato. Le nostre interpretazioni eurocentriche vanno in frantumi e la Cina diventa, così, leggibile. "La Cina in dieci parole" non è un'invettiva che strizza l'occhio al lettore, ma un canto appassionato delle sofferenze di un popolo, della meschinità degli esseri umani e della loro grandezza. È coraggioso perché racconta lo svuotamento di senso della parola "popolo" del dopo Tian'anmen, l'insospettabile fallimento delle Olimpiadi di Pechino, la tragedia di orde di venditori abusivi, l'orrore delle demolizioni forzate e un paese dove non esistono più leader. Soprattutto, Yu Hua ama raccontare storie, tenere, comiche, esilaranti, terribili, commoventi: migliaia di bambini in un villaggio remoto che ignorano il gioco del calcio, Obama che campeggia sorridente sui cartelloni pubblicitari di un'imitazione del Blackberry, gente che si accalca sulla strada per stringere la mano alla sosia in gonnella di Mao, una coppia di disoccupati che si suicida perché non può comprare una banana al figlio, un bambino che chiede alla polizia di rilasciare i suoi rapitori perché sono troppo poveri...
"Tatuaggio" è il primo romanzo poliziesco della serie di Pepe Carvalho e va considerato una specie di presentazione del curioso detective galiziano, della sua bizzarra filosofia e del suo mondo. Pepe viene ingaggiato dal signor Ramon per scoprire l'identità di un cadavere senza volto ripescato ... in mare a pochi chilometri da Barcellona. Unico indizio: un inquietante tatuaggio ... "Sono nato per rivoluzionare l'inferno".
John Cheever era un uomo pieno di contraddizioni: amava la moglie e i figli, ma si sentiva profondamente solo; amava le donne, ma amava anche gli uomini; si odiava perché aveva il vizio di bere, ma per gran parte della vita non riuscì a smettere; era un grande scrittore, ma la sua sensibilità ... era così pronunciata da limitarlo come persona. In queste pagine ci è data la possibilità di seguirlo in un dialogo serrato con se stesso, di starlo ad ascoltare mentre cerca di capire e registrare le infinite variazioni della luce e del suo intimo sentire. Qui la scrittura di Cheever è totalmente libera, folgorante, una fonte di infinita poesia e struggenti considerazioni sulla natura dell'amore, del sesso, del desiderio e della vita.
Amore e tenebra sono due delle forze che agiscono in questo libro, un'autobiografia in forma di romanzo, un'opera letteraria che comprende le origini della famiglia di Oz, la storia della sua infanzia e giovinezza a Gerusalemme e poi nel kibbutz di Hulda, l'esistenza tragica dei suoi genitori, ... e una descrizione epica della Gerusalemme di quegli anni, di Tel Aviv che ne è il contrasto, della vita in kibbutz, negli anni trenta, quaranta e cinquanta. La narrazione si muove avanti e indietro nel tempo, ricostruendo in 120 anni di storia familiare una saga che vede protagonisti quattro generazioni di sognatori, uomini d'affari falliti e poeti egocentrici, riformatori del mondo, impenitenti donnaioli e pecore nere.
Via XX Settembre si trova poco lontano dal teatro Politeama, nel cuore di Palermo: è qui che nel 1958, lasciata Agrigento, viene a vivere la famiglia Agnello. Simonetta ha tredici anni, sta per entrare al ginnasio - il trasferimento è stato deciso per offrire a lei e alla sorella Chiara una ... vita più stimolante. A Palermo si instaura un nuovo equilibrio familiare - il padre è spesso assente per seguire la campagna, ritmi e abitudini sono dettati con ferrea dolcezza dalla madre. A ribadire la continuità col passato, il piccolo mondo fatto di zii, cugini, persone di casa, amici, parenti. Sullo sfondo, ma in realtà protagonista, una città in cui alle ferite della guerra si stanno aggiungendo quelle, persino più devastanti, della speculazione edilizia. Fastosa e miserabile, Palermo seduce Simonetta: la stordisce di bellezza e di profumi, la ingolosisce con le fisionomie impassibili dei pupi di zucchero e l'oro croccante delle panelle. Nondimeno si insinua la percezione di un degrado sempre più evidente. La città le si rivela mentre lei si rivela a se stessa, attraverso un mondo muliebre vivissimo, attraverso l'amore per i libri, attraverso i primi barlumi di una coscienza civica e politica. Imboccata via XX Settembre, la formazione si consuma dentro un taglio prospettico che va oltre Palermo e la Sicilia: l'incombere del distacco che porta Simonetta in Inghilterra lascia intravedere una nuova maturità, una nuova esistenza.
Un piccolo e paradisiaco paese, il Regno Proibito, incastonato tra le montagne dell'Himalaya, che vive in uno splendido e pacifico isolamento da milleottocento anni; un monaco buddista che si sta occupando della formazione spirituale del giovane erede al trono; un prezioso oracolo in grado di ... predire il futuro in una lingua sconosciuta, quella anticamente usata dagli yeti. Questi sono gli ingredienti della nuova avventura di Nadia e Alexander, già protagonisti di "La città delle bestie", ora alle prese con una pericolosa setta di sanguinari banditi indiani assoldati da un'organizzazione criminale internazionale per trafugare la preziosa statua dai poteri divinatori e per rapire il re che sa come interpellarla.
È il primo vero romanzo di Testori, ambientato in un palazzo popolare della periferia milanese degli anni cinquanta, il Fabbricone. Protagoniste sono le voci delle persone che lo abitano, che di continuo dalle finestre si rimandano l'un l'altra. Costruito su tante storie plurali, il libro si ... dipana anche intorno a una trama centrale: la storia d'amore tra la Rina e il Carlo. Come novelli Romeo e Giulietta, i due devono superare le ostilità delle famiglie, i Villa e gli Oliva, schierate su opposte sponde politiche. I Villa sono comunisti: il padre accoglie i figli la sera mentre legge in poltrona "Rinascita" e rimprovera il figlio Antonio, che cerca una propria strada nella boxe, di non frequentare più la sezione del partito. Completano il nucleo familiare la madre, la figlia Liberata, militante convinta, e Carlo, innamorato di Rina. Speculare ai Villa, la famiglia di lei, gli Oliva, cattolici ferventi e democristiani fino al midollo, a partire dal nonno, pugnace combattente in ogni situazione. È il libro decisivo per Testori: il popolo diventa "la classe sociale con la maggiore vitalità, tanto da essere in grado di ritrovare da sola i grandi temi tragici", una necessità che spingerà Testori nella sua ricerca artistica degli anni successivi.
Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte ... la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l'esistenza per sempre. Rimanere lì, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
La vita di Gioachino Rossini è più avventurosa di quella dei quattro moschettieri messi assieme, è un romanzo. Da ragazzino povero a uomo ricco e infelice, da giovane di "sinistra" a vecchio di destra però sempre pronto a sfottere imperatori e impostori. Ci sono più di mille donne nel catalogo ... di Gioachino, una lista che avrebbe imbarazzato Leporello. Dopo i primi successi è talmente popolare che le ragazzine lo rincorrono per la strada tagliandogli pezzi di vestito da dosso, come succederà con i Beatles, e, se possibile, qualche ciocca di capelli. Lo scrive Lord Byron, furibondo che qualcuno fosse diventato ancora più famoso di lui. Delle opere di Rossini tutti conoscono Il barbiere di Siviglia (del quale quest'anno ricorre il bicentenario, fu composto nel 1815), ma, con la rinnovata percezione del grande compositore, si vanno riscoprendo le opere "serie" e in particolare la sua ultima, il Guillaume Tell, che spalanca le porte al Romanticismo. C'è totale follia ne L'Italiana in Algeri, e Il Turco in Italia è surreale, ante litteram. Ma il vero fulcro tematico del libro è perché Rossini abbia smesso di comporre all'ancora verde età di trentasette anni. La risposta che dà Gaia Servadio si basa sull'analisi critica di un epistolario trovato solo di recente. Oltre 250 lettere che esprimono bene lo humour feroce del Maestro, le sue passioni nascoste ma anche il male e il bene di vivere. La pazzia e il genio sono fratelli gemelli, non solo in Mozart, ma anche in Rossini.
L'Accademia dei Tre Principi è una sala da biliardo. È un sotterraneo, un antro favoloso, dove sotto lo sguardo cieco del saggio Borges incrociano le stecche giocatori leggendari come il Puzzone, Elvis, Tremal-Naik, la Mummia, il Professore e Tamarindo. Si svuotano portacenere e si tiene il ... conto delle battaglie. In quel mondo di soli maschi un giorno fa il suo ingresso Pantera, "snella, flessuosa, pallida", e la leggenda varca i confini. Quando i migliori cadono, come in un poema cavalleresco i campioni cominciano ad arrivare da lontano. Uscita dal suo racconto, Pantera porge il testimone ad Aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una nuova sfida inondata di luce e di mistero.
Le "Lezioni di Harvard" furono redatte intorno al 1943 negli Stati Uniti, dove Salvemini aveva trovato stabile asilo sin dal 1933 e dove ricoprì presso la Harvard University la cattedra di Storia della civiltà italiana. Destinate a un pubblico di studenti americani, esse risentono naturalmente ... nella loro impostazione di uno sforzo per chiarificare il più possibile e rendere più facilmente comprensibili, a chi non abbia esperienza diretta di cose italiane, situazioni e fenomeni della nostra storia, senza tuttavia cadere mai in una schematica semplificazione dei fatti tale da privarli della loro profondità prospettica. Il risultato è una esposizione di straordinaria nitidezza, che fa di quest'opera uno strumento prezioso specialmente per tutti coloro che il fascismo non conobbero; i quali desiderino invece rendersi conto delle sue origini nel quadro complessivo della storia italiana, e conoscere attraverso quali vie esso riuscì ad affermarsi. Le seminali lezioni di Salvemini sulla nascita del fascismo sono oggi il miglior viatico anche per noi per conoscere effettivamente cosa accadde.
È il primo agosto del 1985 quando Michele Serra parte da Ventimiglia su una Panda con destinazione Trieste. A piccole tappe, giorno per giorno, raggiungerà la meta finale un mese dopo, il 31 agosto. Ogni sera si ferma e detta un articolo al suo giornale, "l'Unità", descrivendo luoghi, persone, ... abitudini, mediocrità e sfaceli dell'Italia balneare. Ne esce un diario intimo che proprio in virtù della sua arbitrarietà e soggettività coglie nel segno. Il libro è illustrato con le vignette di Sergio Staino.
Frank Bascombe (già protagonista di "Sportswriter") ha 44 anni, fa l'agente immobiliare e chiama "Ann" la ex moglie. Considera la vita inconcludente e i rapporti umani difficili. Lo troviamo, in occasione della festa dell'Indipendenza del 4 luglio, con il progetto di incontrare la fidanzata ... Sally e di trascorrere un po' di tempo con il figlio Paul, appena accusato di aver rubato tre confezioni di preservativi giganti e di aver insultato e assalito il commesso del negozio che l'ha sorpreso.
Dopo la ricognizione sull'eros greco, Eva Cantarella, parla dell'amore al tempo dei romani. Per un romano la virilità era la massima virtù; e i romani venivano educati ad assoggettare e a essere dominatori, nella politica come nell'amore e nel sesso. E infatti da una violenza, quella di Marte ... ai danni di Rea Silvia, nasce Romolo, il fondatore della città. L'altra faccia della sessualità romana è l'etica del vanto, il gloriarsi della propria virilità anche negli aspetti più concreti e materiali. Ecco allora i "Carmina Priapea", gioiosa celebrazione di Priapo, il dio del fallo, coi suoi spropositati attributi; ecco graffiti e iscrizioni di palestre, taverne, muri la cui gioiosa crudezza sconfina spesso nell'oscenità, ecco leggende popolate da membri maschili che spuntano dal focolare per fecondare innocenti fanciulle. Ed ecco dotti ma spassosi intermezzi, dove l'autrice guida il lettore attraverso le pratiche osculatorie (i tre modi di nominare il bacio, osculum, savium e basium), le tariffe, le specializzazioni e l'abbigliamento delle prostitute, i riti matrimoniali e di fecondità. E le donne? Ci sono quelle che si adeguano (Porzia, che si suicida inghiottendo carboni ardenti), le donne modello di virtù (Lucrezia) e le ribelli (Sulpicia), contro cui si accaniscono le leggi moralizzatrici. E poi i "veri" uomini, Augusto e Cesare, i poeti Orazio e Marziale, e ovviamente, Catullo, che chiede con pari trasporto i baci della bella Lesbia e del tenero Giuvenzio.
Arthur è un orfano accolto da una famiglia benestante. La madre adottiva viene colpita da un fulmine e muore, e lui viene educato in un collegio svizzero di giovani rampolli dove matura l'intenzione di farsi prete. Arthur racconta, ma sarà tutto vero? Narra che ha studiato teologia, ma ha preso ... solo gli ordini minori; la nuova matrigna gli ha rubato l'eredità paterna e, un po' per necessità un po' per antica passione, lui si è ritrovato a fare l'illusionista in un bar di infima categoria e il baro in un retrobottega. A quel punto ha capito qual è la sua reale vocazione, si è reso conto di essere un mago e ha cominciato a frequentare Jan van Rode, il più geniale incantatore in circolazione, che gli ha insegnato tutti i suoi trucchi, ed è diventato a sua volta uno dei più famosi e meglio pagati illusionisti del mondo. Improvvisamente, durante uno show, il suo mondo è crollato e Arthur ha deciso di ascendere al cielo. Ma è vero, o è solo un altro gioco di prestigio?
Vissuta fino al 1931 in una fattoria dentro una piantagione di caffè sugli altipiani del Ngong, Karen Blixen ha descritto con una limpidezza senza pari il suo rapporto d'amore con l'Africa. Sovranamente digiuna di politica, ci ha dato il ritratto forse più bello del continente nero, della sua ... natura, dei suoi colori, dei suoi abitanti. I Kikuyu che nulla più può stupire, i fieri e appassionati Somali del deserto, i Masai che guardano, dalla loro riserva di prigionieri in cui sono condannati a estinguersi, l'avanzata di una civiltà "che nel profondo del loro cuore odiano più di qualsiasi cosa al mondo". Uomini, alberi, animali si compongono nelle pagine della Blixen in arabeschi non evasivi, in una fitta trama di descrizioni e sensazioni che, oltre il loro valore documentario, rimandano alla saggezza favolosa di questa grande scrittrice, influenzando in modo determinante i contenuti della sua arte: "I bianchi cercano in tutti i modi di proteggersi dall'ignoto e dagli assalti del fato; l'indigeno, invece, considera il destino un amico, perché è nelle sue mani da sempre; per lui, in un certo senso, è la sua casa, l'oscurità familiare della capanna, il solco profondo delle sue radici".
Di Paolo Borsellino, del suo esempio e del suo lavoro di contrasto alla mafia, si è sempre parlato molto. Negli ultimi tempi, forse, si parla di più della sua morte e dei misteri che la avvolgono. Ma della famiglia Borsellino, dell’uomo anziché del magistrato, non si sa tanto. Fin dai primi, ... terribili giorni dopo l’attentato di via D’Amelio, infatti, la moglie Agnese e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta – allora poco più che adolescenti – hanno mantenuto uno stretto riserbo e sono intervenuti solo raramente nel dibattito mediatico.
All’inizio di quest’anno, la signora Agnese, che combatteva contro un terribile male, ha voluto raccontare la sua vita a Salvo Palazzolo, per lasciare dietro di sé – ai figli, ai nipoti, alle persone che mantengono vivo il ricordo di Paolo Borsellino e, in definitiva, a tutti gli italiani – i ricordi di un’esistenza segnata dall’amore per un eroe civile che era anche un uomo normale, innamorato della moglie, giocoso con i figli, timido ma provocatorio, generoso e indimenticabile.
Agnese Borsellino se n’è andata il 5 maggio 2013, ma le sue parole sono rimaste impresse in questo libro, un libro carico di amore, di dolore, di indignazione e di speranza per il futuro del nostro paese.
“Cara mamma, ci hai fatto un gran bel regalo, in parte anche inaspettato. […] Neanche noi figli conoscevamo tutti gli aneddoti e le confidenze che – stupendoci – ci hai voluto lasciare in questo racconto, prima che la tua malattia prendesse definitivamente il sopravvento. […] C’è tutto questo e molto altro ancora nelle pagine che ci hai lasciato in dono: non sono una biografia, una raccolta di testimonianze o una ricostruzione storica di eventi più o meno noti. Queste pagine sono molto di più: il tuo ultimo atto d’amore verso papà, anzi sono la vostra storia d’amore.” Manfredi Borsellino
Le psicosi sono le forme più gravi di turba psichiatrica. Proprio intorno a questa forma così inquietante e sfuggente (il cui ventaglio di manifestazioni è vastissimo) si snoda il discorso di Borgna. Oggi è di moda, anche se già si sentono i primi segnali di inversione di rotta, l'interpretazione ... naturalistica della malattia mentale.Le cause prime andrebbero associate a un malfunzionamento dei centri cerebrali e le cure dovrebbero incentrarsi su terapie chimiche (farmaci) o di tipo affine (elettroshock). Questa impostazione è spesso viziata da motivi tutt'altro che scientifici. L'organizzazione sanitaria del nostro paese come di altri, tra cui gli Stati Uniti, non è in grado di sopportare i costi (anni di psicoterapia) di una psichiatria più umana. Eugenio Borgna, pur dichiarando che l'ausilio di farmaci può essere indispensabile quando si tratta di psicosi e non di nevrosi, difende la necessità di porsi in relazione con il paziente e di ‟penetrarne” il mondo. Il talento di Borgna consiste appunto nella capacità di penetrare il mondo psicotico tanto nel rapporto con i pazienti dell'Ospedale Maggiore di Novara quanto sulla pagina scritta, dove con l'ausilio delle storie dei suoi malati e dei testi letterari di famosi grandi psicotici, come Antonin Artaud e Gérard de Nerval, riesce a dare voce all'‟urlo silenzioso” di questa patologia. Il libro, accessibile a ogni lettore colto, si rivolge ai colleghi psichiatri perché dismettano gli alibi della scienza e si calino umanamente nel loro compito terapeutico.
Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, ... capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l’hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.
Dopo la sua morte, questo piccolo libro è da leggersi come il testamento di Kapuscinski. Chi è veramente l'altro da noi? Non quello che condivide la sorte di essere uomo (che sente fame, freddo, gioia, dolore). Fino a quel punto, siamo tutti pronti – almeno in linea teorica – a riconoscerci, ... a simpatizzare. Il discorso cambia di fronte alla razza, alla religione, alla cultura. È lì che scatta veramente l'essere altro. E lì scatta anche la volontà di capire e investigare. Sei conferenze che hanno lasciato il segno. Una breve, illuminante "lezione" di Kapuscinski.
Il libro
La definizione "l'altro"/"gli altri" può venir intesa come l'altro da sé, come l'individuo contrapposto agli altri individui, ma anche l'altro che affonda le radici nella diversità di sesso, generazione, nazionalità, religione. Attraverso il reportage (che secondo Kapuscinski è il genere letterario più collettivo che esista) l'autore ci rammenta gli interlocutori incontrati sulle strade del mondo, quelli che raccontano la storia della loro vita o che parlano della società alla quale appartengono. Chi sono questi interlocutori? Sono persone fatte da due parti spesso difficili da separare. Una è l'uomo uguale a noi, con le sue gioie e i suoi dolori, i giorni fasti e quelli nefasti, che teme la fame e il freddo, che sente il dolore come una sventura e il successo come soddisfazione e appagamento. L'altra, sovrapposta e intrecciata alla prima, è l'identità razziale, culturale e religiosa. Le due parti non appaiono mai distinte, allo stato puro e isolato, ma convivono influendo l'una sull'altra.
Kapuscinski lavora su questo doppio aspetto di uomo-individuo e di uomo-razza lasciando emergere come la percezione culturale non sia mai rigida, statica, stabilita una volta per tutte, ma dinamica, mobile, mutevole, soggetta ad alti e bassi di tensione a seconda del contesto esterno, delle esigenze del momento, delle aspettative circostanti e perfino dello stato d'animo e della nostra età.
Il mondo che Kapuscinski ha imparato a conoscere camminando si disvela ancora una volta ma in una nuova accezione: come territorio in cui la salvaguardia della diversità passa attraverso la conoscenza della diversità.
Un piccolo libro che raccoglie il materiale di sei conferenze e diventa occasione per riflettere sull'altro che è in ciascuno di noi, sulla distanza fra l'uomo ipoteticamente senza connotazioni e l'uomo connotato.
Un piccolo libro. Un grande testamento spirituale.
L'ansia fa parte della vita, e ciascuno di noi ha a che fare con essa: con le sue figure fuggitive e arcane, camaleontiche e crepuscolari, nelle quali si riflette come in uno specchio la linea misteriosa e affranta delle realtà psicopatologiche e umane: al di qua, e al di là, di ogni malattia. ... Come riconoscere le figure dell'ansia, e come cogliere le sue trasformazioni e i suoi possibili sconfinamenti nella depressione, nelle malattie psicosomatiche, nell'esperienza ossessiva e in quella dissociativa, ma anche nelle situazioni umane contrassegnate dalla solitudine e dalla timidezza nell'adolescenza come nella maturità, dalla nostalgia e dall'attesa, dalle infinite agostiniane inquietudini del cuore: sono gli orizzonti di senso di questo libro che si confronta, infine, con l'ansia che sta nello sfondo tematico, umbratile e scintillante, di alcune esperienze creative. Il discorso sfolgorante di Simone Weil ci dice come solo le sonde luminose dell'intuizione consentano di scendere negli abissi dell'interiorità ferita e della sofferenza: che si nascondono, del resto, in ogni figura dell'ansia.
“La domanda sull’identità di ciascuno e su quella di interi gruppi o popoli ha acquistato una maggiore urgenza”
Questo libro, totalmente aggiornato e rivisto dall’Autore, offre gli strumenti per delineare la mappa dei percorsi in cui la filosofia del Novecento (e del nuovo millennio) ... incrocia gli altri saperi. Cogliendo le idee in movimento, risultano maggiormente visibili, nella loro specificità, gli snodi che articolano il discorso filosofico. Vengono consapevolmente abbandonati i due modelli espositivi più diffusi: quello della storia lineare e quello della descrizione di sistemi miniaturizzati e isolati. A questi si preferisce la rappresentazione di scene teoriche compatte, scandite per quadri concettuali, in cui i protagonisti intrecciano i loro argomenti nello sforzo di chiarire problemi che sono anche nostri.
Oltre a essere uno dei più grandi scrittori del nostro tempo, José Saramago è stato anche un acuto osservatore della realtà. Iscrittosi clandestinamente al Partito comunista nel 1969, nel periodo in cui il Portogallo era retto dal regime dittatoriale di Salazar, non ha mai abbandonato l’impegno ... politico, considerando la propria condizione di scrittore inscindibile dalla coscienza di cittadino. Sempre attento alle novità e interessato al confronto e al dialogo con il suo pubblico, non si è fatto cogliere impreparato dall’avvento del digitale e a quasi novant’anni ha aperto un blog, su cui ha scritto di tutto: dalle riflessioni sul futuro del pianeta ai propositi per il nuovo millennio, dai centri commerciali quali nuove cattedrali del consumo al laicismo come unica arma nei confronti delle ingerenze della chiesa cattolica nel nostro vivere quotidiano. Tratta di ciò che lo indigna, ma anche di ciò che ama e rispetta. Parla di poesia, di libri, di arti, di valori, e lascia spazio anche a ricordi e riflessioni più personali. Questo è l’ultimo quaderno che Saramago ha potuto scrivere, prima di morire, e di lasciare così un vuoto incolmabile nel panorama culturale europeo e mondiale.
“Viviamo in un mondo che sta andando di male in peggio e che umanamente non serve”
L'Exposition universelle et internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al culmine. In piena Guerra fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare ... i popoli della Terra, fervono operazioni d'intelligence in cui le grandi potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del club Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato al centro di un intrigo internazionale di cui diventa un'inconsapevole pedina. In un fuoco di fila di esilaranti colpi di scena, il racconto corre su due binari paralleli egualmente coinvolgenti: i turbamenti amorosi del giovane Thomas e una spy story pervasa dal proverbiale umorismo di Coe.
I sensi prima di tutto: con questo messaggio irruppe nella Parigi del 1939 "Tropico del Capricorno", a rinfocolare lo scandalo suscitato dal 'romanzo gemello' Tropico del Cancro. È sempre Henry Miller a parlarci con la sua inconfondibile voce, raccontando in prima persona i suoi anni spesi a ... vivere, scrivere, bere e godere la New York di inizio Novecento. Tutto è chiaro, tutto è narrato con una sincerità disarmante, che poco lascia all'illazione e tutto offre alla comprensione, alla percezione diretta. La penna di Miller corre veloce come la corrente dell'Hudson, accecante come il sole sui vetri dei grattacieli, intinta nella polvere dei marciapiedi calcati da un'umanità ricca e miserabile, creativa e prigioniera, alla ricerca dello spazio per respirare davvero. E chi legge si ritrova catapultato su quelle avenue, in quelle stanze da letto perennemente sfatte, all'inseguimento perenne dell'unica creatura che per sempre ci risulta imprendibile. Una creatura di nome Libertà.
Storie estreme, legate al tema dell'esilio e della perdita, dove l'ironia prevale sulla tentazione di recriminare e la speranza sopravvive grazie alla dignità. Ogni capitolo è il racconto di un viaggio durante il quale si incontrano i personaggi che poi diventano l'io narrante: alcuni sono noti ... al pubblico come scrittori, o musicisti, o giornalisti, molti altri sono invece comparse sconosciute nello scenario di guerre subite, di resistenza a dittature o di rivoluzioni soffocate.
Come tenere insieme emozioni e bisogno di regole davanti a camerette che sembrano campi di battaglia, e a piccoli sconosciuti più attenti ai loro sms che a quanto gli stanno dicendo mamma e papà? E si arriva al punto di non ritorno: "Questa casa non è un albergo!" urlate disperati. Il soccorso ... viene allora da questo libro, dove Alberto Pellai ha riunito in una pratica scatola degli attrezzi tutti gli strumenti per raccogliere le sfide che l'adolescenza lancia ai genitori. In questo percorso, gli spunti di riflessione offerti dalle lettere di altri genitori in difficoltà, dai libri e film consigliati, dai test di autoanalisi e dalle pratiche checklist di fine capitolo (con le "cose che fanno bene", e quelle "da evitare") propongono chiavi di lettura della propria situazione familiare e una mappa per ridefinire i nuovi confini della relazione genitori-figli. Grazie a tutti questi elementi, il manuale si trasforma in una sorta di libro-diario da leggere e costruire insieme, giorno per giorno: la scatola degli attrezzi diventa così la "scatola degli affetti" dove ogni famiglia può tenere traccia della propria storia personale, della bellezza del diventare grandi e del crescere insieme: perché i figli ricordino, in futuro, che non hanno vissuto in un albergo, ma nella casa più bella che la vita abbia messo a loro disposizione.
Una bambina salvata in mare dai delfini cresce orfana su un'isola greca. Si chiama Irene, di giorno vive in terraferma, di notte si unisce in mare alla sua vera famiglia. A quattordici anni è incinta e consegna a uno straniero di passaggio la sua storia.
Ancora alla soglia degli anni quaranta Claude Shannon usava intelligence per parlare di informazione, un termine che avrebbe cominciato davvero a diffondersi solo qualche anno più tardi, con la sua "Teoria matematica delle comunicazioni", insieme a una parolina, bit, destinata a diventare una ... delle più pervasive dell'ultimo mezzo secolo. Amata e vituperata, quella parolina segna un punto di passaggio fondamentale: quando l'informazione diventa una grandezza quantificabile e misurabile. Difficile valutarne davvero l'importanza, ma James Gleick ci prova, raccogliendo i fili sparsi di una storia che parte da lontano, dai poemi omerici e dall'invenzione della scrittura e dell'alfabeto, passando per la lessicografia e i dizionari, i codici crittografici e le moderne tecnologie della comunicazione. E lungo la strada si incontrano figure chiave, talora insospettate: i compilatori di antichi dizionari o i curatori dell'Oxford English Dictionary; l'inventore del primo calcolatore, Charles Babbage; la sua musa, Ada Byron, figlia dell'illustre poeta; e una serie di altre personalità fondamentali come Samuel Morse con il suo codice telegrafico, il matematico Alan Turing, il creatore della teoria dell'informazione Claude Shannon o il fondatore della cibernetica Norbert Wiener. Conclude con la vera e propria epoca dell'informazione, il mondo contemporaneo dove tutti sono, volenti o nolenti, esperti di bit e byte. Sotto un diluvio di segni e segnali, notizie e immagini, blog e tweet.
Nel giugno del 1940 l'esercito italiano attacca la Francia sul confine alpino: i francesi sono già prostrati dalla disfatta appena subita a opera dei tedeschi, ma i fanti italiani avanzano con enorme fatica e l'equipaggiamento inadatto miete più vittime, per assideramento, delle pallottole nemiche. ... "Alla prova della montagna il fascismo era già finito", scrive Bocca. L'autore ha girato il mondo e all'Italia ha dedicato diversi libri: qui ritorna alla "patria alpina", alla provincia incastonata tra le montagne da cui proviene e che diventa il crogiuolo in cui si mettono alla prova gli uomini e le idee. Dalla grande schiatta piemontese dei maestri di antifascismo - i Gobetti, i Galimberti, gli Einaudi, i Bianco - al rapporto con i valligiani nella Guerra di Liberazione, alla scoperta dell'eredità occitanica tra Piemonte e Francia, dalla provincia eterna che produce buoni alimenti ma è politicamente sempre rivolta al passato, fino alle montagne amatissime in cui ha passato la sua giovinezza di forte sciatore e che sono ora anch'esse vittime dell'industrializzazione, trasformate in palestre meccanizzate per il tempo libero.
La Resistenza è stata la dimostrazione del meglio di cui gli italiani fossero capaci: un'assunzione di responsabilità, una volontà di riscatto che non riguarda solo la storia del fascismo e della partecipazione italiana alla Seconda guerra mondiale. Si affrontano qui alcuni problemi controversi ... della storia della Resistenza senza cedere alla sacralità o alla strumentalizzazione politica: si ricostruisce infatti una narrazione anti-eroica, senza aggettivi, ma ricca di colori. L'obiettivo è cercare una via d'uscita alternativa alla ricostruzione spesso rancorosa degli eventi. Non una storia di fatti sanguinosi, di efferatezze, di morti e di corpi violati, ma un tentativo di individuare le motivazioni profonde di un periodo di grandi speranze e di crescita collettiva. E di cogliere le ragioni di una storia, ma anche le ragioni della vita. Un libro per le giovani generazioni che cerca di dare risposte esaurienti a quesiti difficili e spesso trascurati.
Il detective privato Pepe Carvalho questa volta è alle prese con il mistero di un manager, da lui conosciuto per puro caso anni prima negli Stati Uniti, trovato morto nei dintorni di Barcellona. Nella tasca del cadavere l'assassino, in segno di sprezzo e per depistare le indagini, ha infilato ... un paio di slip da donna. Tanto basta alla polizia per etichettare il delitto come l'eliminazione del cliente molesto da parte del protettore di una prostituta infastidita. Ma l'arguto Carvalho, ingaggiato dalla vedova del manager perché chiarisca il caso con la massima discrezione, scopre inevitabilmente un'altra verità... ben più scomoda.
John Maynard Keynes e Friedrich von Hayek si ritrovarono su fronti opposti in una contrapposizione che si fece sempre più netta e che diede luogo al maggiore scontro in campo economico della storia contemporanea. Al centro della contesa si impose la questione se spettasse ai governi e allo stato ... intervenire nel mercato e in economia, o meno. Tutti e due poterono osservare l'espansione e la recessione del ciclo economico dell'epoca, ma giunsero a conclusioni molto differenti in proposito. Hayek era convinto che il fatto di alterare l'"equilibrio" del libero mercato avrebbe provocato una selvaggia inflazione. Keynes credeva invece che per contrastare la disoccupazione di massa e favorire la crescita alla fine di un ciclo servisse la spesa pubblica. Sarebbero stati in disaccordo per il resto delle loro vite e per vent'anni si confrontarono per lettera, con sapienti articoli e interventi accademici, in accalorate conversazioni private e infine tramite i ferventi discepoli: da John Kenneth Galbraith a Milton Friedman. Dalla Grande depressione alla seconda guerra mondiale e dal dopoguerra al presente, Nicholas Wapshott, nel suo stile narrativo e con grande capacità di rendere comprensibili complesse questioni economico-finanziarie, riporta in vita gli animati dibattiti tra questi due giganti del ventesimo secolo, la cui eredità condiziona tuttora il dibattito politico.
Una biografia a vignette. Con un tratto delicato, quasi melanconico, Paulesu reinventa un Gramsci che ha i tratti di un bambino. Capelli in disordine, occhiali, braccia lungo il corpo: sembra lo scolaro modello dei libri di lettura, sembra un personaggio che viene da lontano. "Sono sardo, sono ... gobbo, sono pure comunista. Dopo una lunga agonia in carcere, spirerò. Nino mi chiamo." Così si presenta nella prima vignetta, e a quella seguono altre che di Gramsci ripercorrono le idee, le riflessioni, le lotte, gli amori. Fra gruppi omogenei di vignette l'autore inserisce sequenze di testo che raccontano la vita dell'uomo o citano passi importanti delle opere del politico e dell'intellettuale. Ne esce un libro del tutto originale che ci guida, come all'interno di un ideale museo (non monumentale, non celebrativo), dentro la vita, il pensiero, e l'eredità umana e politica di Antonio Gramsci.
"Certi uomini forti non sono soli nella solitudine, ma io che sono debole, sono solo quando non ho nessun amico," dice il protagonista di "I miei amici", Victor Baton, un eroe dostoevskiano, eterno adolescente, mediocre, inetto, pusillanime, che cerca disperatamente l'amicizia e l'amore facendo ... di tutto per ispirare compassione e tenerezza. Le varie amicizie, di donne e di uomini, sulle quali viene scandito in capitoli il libro, sono storie di fallimenti. Baton, reso invalido dalla Grande guerra, nel suo vagabondare per una Parigi poetica e marginale immagina rapporti bellissimi e grandi amicizie, irreparabilmente votato alla sconfitta e alla delusione. Un "eroe" moderno che soffre proprio perché si ostina, nonostante tutto, a sperare e a illudersi. Lo stile personalissimo di Bove consiste nell'accanirsi ossessivamente nella descrizione delle piccole cose e dei gesti apparentemente insignificanti. Per questo lo ammirava Samuel Beckett che sosteneva: "Nessuno come lui ha il dono del dettaglio che colpisce".
"Come curare un fanatico? Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell'Afghanistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un'altra, completamente diversa. L'attuale crisi mondiale in Medio Oriente o in Israele e Palestina non discende dai valori dell'Islam. Non è da imputarsi, come ... dicono certi razzisti, alla mentalità araba. Ha invece a che fare con l'antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza. Il fanatismo nasce molto prima dell'Islam, del cristianesimo, del giudaismo. Viene prima di qualsiasi stato, governo o sistema politico. Prima di qualsiasi ideologia o credo. Disgraziatamente, il fanatismo è una componente sempre presente nella natura umana, è un gene del male." (Amos Oz)
2008. Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l'Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi ... vivi e villaggi morti. Rumiz accompagna il lettore, con una voce profonda, ricca di intonazioni, per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell'Europa. Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in Cecenia.
Le donne della famiglia Jackson, Indiana e Amanda, madre e figlia, sono molto legate pur essendo diverse come il giorno e la notte. Indiana, che esercita come medico olistico, è una donna libera e fiera della propria vita bohémienne. Sposata e poi separatasi molto giovane dal padre di Amanda, ... è riluttante a lasciarsi coinvolgere sentimentalmente, che sia con Alan, ricco erede di una delle famiglie dell'élite di San Francisco, o con Ryan, enigmatico e affascinante ex navy seal dell'esercito americano, ferito durante una delle sue ultime missioni. Mentre la madre vede soprattutto il buono nelle persone, Amanda, come suo padre, capo ispettore della sezione omicidi della polizia di San Francisco, è affascinata dal lato oscuro della natura umana. Brillante e introversa, appassionata lettrice, dotata di un eccezionale talento per le indagini criminali, si diletta a giocare a Ripper, un gioco online ispirato a Jack the Ripper, Jack lo squartatore, in cui bisogna risolvere casi misteriosi. Quando la città è attraversata da una serie di strani omicidi, Amanda si butta a capofitto nelle indagini, scoprendo, prima che lo faccia la polizia, che i delitti potrebbero essere connessi fra loro. Ma il caso diventa fin troppo personale quando sparisce Indiana. La scomparsa della madre è collegata al serial killer? Ora, con la madre in pericolo, la giovane detective si ritrova ad affrontare il giallo più complesso che le sia mai capitato, prima che sia troppo tardi.
Sono gli anni che seguono la morte della figlia Paula. Isabel Allende adotta la forma "diario" per fare la cronaca della famiglia, faticosamente riunita in California dal 1992 al 2006. I ricordi si intrecciano alle riflessioni sulla vita, sulla sua opera e sul mondo contemporaneo. Due leitmotiv ... danno coesione all'insieme: la relazione amorosa con il secondo marito Willie e l'ansia di costituire e difendere una grande tribù familiare. Con intelligenza e autoironia Isabel ci mostra le difficoltà di tenere insieme un clan variegatissimo e di dominarlo; in una sorta di messa a nudo delle proprie inclinazioni, ci dice che un'innata generosità può facilmente travalicare in esercizio di potere e controllo nelle altrui vite per modificarne il corso. Gli episodi teneri, burleschi si intrecciano a quelli tragicomici o drammatici e la narratrice esibisce una tolleranza imperturbabile per le passioni e un'intolleranza viscerale nei confronti dell'ingiustizia. Non mancano le acute riflessioni sull'incombere della terza età, sulle proprie debolezze, sulla fatica di sbagliare. Si esce dalla lettura con la sensazione di aver attraversato una grande galleria di ritratti familiari, di aver vissuto una cronaca di affetti che ci riguarda da vicino.
Le eroine di Isabel Allende recano tutte il medesimo tratto dominante: la passione. Sono le passioni a scolpirne il destino. E Zarité Sedella, detta Tété, ultima incarnazione della donna come la vuole Isabel, non fa eccezione. 1770, Santo Domingo, ora Haiti. Tété ha nove anni quando il giovane ... francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa. Intorno, i campi di canna da zucchero, la calura sfibrante dell'isola, il lavoro degli schiavi. Tété impara presto com'è fatto quel mondo: la violenza dei padroni, l'ansia di libertà, i vincoli preziosi della solidarietà. Quando Valmorain si sposta nelle piantagioni della Louisiana, anche Tété deve seguirlo, ma ormai è cominciata la battaglia per la dignità, per il futuro, per l'affrancamento degli schiavi. È una battaglia lenta che si mescola al destarsi di amori e passioni, all'annodarsi di relazioni e alleanze, al muoversi febbrile dei personaggi più diversi - soldati e schiavi guerrieri, sacerdoti vudù e frati cattolici, matrone e cocottes, pirati e nobili decaduti, medici e oziosi bellimbusti. Contro il fondale animatissimo della storia, Zarité Sedella, soprannominata Tété, spicca bella e coraggiosa, battagliera e consapevole, un'eroina modernissima che arriva da lontano a rammentarci la fede nella libertà e la dignità delle passioni.
Tutto comincia con un passaporto e un poliziotto fuori di testa: l'anonimo protagonista, un giovane solitario che ha sempre dimostrato una certa predisposizione a ficcarsi nei guai senza volerlo, viene coinvolto in un delitto. Perseguitato da un commissario di polizia che lo considera un testimone ... da eliminare, non trova altra soluzione che scappare senza tregua, diventando suo malgrado un disavventuriero, da Bologna all'Elba, quindi in Spagna per colpa di tre pirati squinternati al comando dell'enigmatica Aivly, fino al Messico, dove viene preso per l'erede di un mercante d'armi. Fuggiasco improvvisato e maldestro, incontra Elio, uno sbandato italiano che prima lo deruba e poi diviene istigatore e complice di nuove disavventure. A Puerto Escondido, l'apoteosi delle sgangherate imprese della coppia di picari da strapazzo in perenne ritardo sulla realtà circostante. Una continua fuga sotto il sole del Messico. Da questo romanzo il film omonimo di Gabriele Salvatores del 1992.
Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi. Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso. Non risparmia niente ai figli, niente ... ai padri. Racconta l'estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un'ostilità che nessuna saggezza riesce a placare. Quando è successo? Come è successo? Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato, patetico invito che il padre reitera al figlio per una passeggiata in montagna? Fra burrasche psichiche, satira sociale, orgogliose impennate di relativismo etico, il racconto affonda nel mondo ignoto dei figli e in quello almeno altrettanto ignoto dei "dopopadri". "Gli sdraiati" è un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia. Ed è anche il piccolo monumento a una generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, e forse da quella posizione riesce a vedere cose che gli "eretti" non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere.
"L'amore. Cominciamo da qui, parliamo d'amore. Ma per farlo dobbiamo ricordare che anche i sentimenti hanno una storia. Tutto cambia nel tempo, persino questo sentimento che una retorica tanto facile quanto ingannevole ci spinge a considerare immutabile. Dimentichiamo allora la concezione romantica ... e cerchiamo di capire che cos'era l'amore per i greci, cerchiamo, addentrandoci in un mondo lontano, di cogliere i diversi volti di quell'amore. Innanzitutto, per i greci l'amore era un dio di nome Eros. Un dio armato, che con il proprio arco scoccava frecce spesso mortali. Chi ne veniva colpito non aveva scampo: si innamorava. Ma Eros non era solo sentimento, era anche desiderio sessuale...".
Cosa ha trasformato il marketing da uno dei mestieri più affascinanti a uno dei più discussi del mondo? Perché quando si vuole indicare un'operazione di pura facciata, senza alcuna sostanza, la si indica come un'operazione di "puro marketing"? Esiste una visione del marketing compatibile con ... la nostra società e le nostre esigenze attuali? Chi fa marketing si trova spesso schiacciato tra due poli opposti: da un lato, gli esaltati del marketing, e, dall'altro, chi vede il marketing come un'attività di persuasione occulta. Nella visione proposta dall'autore, il marketing supera la sua dimensione puramente economica, per diventare una funzione responsabile e generativa, per la società e per la vita delle persone, nella loro ricerca di senso, nei loro sogni, nei loro progetti. Per questo è necessario però che chi si occupa di marketing non si accontenti di gestire solo gli aspetti razionali della comunicazione, ma adotti anche gli strumenti di base della narratologia e da ultimo le conoscenze di base di analisi delle personalità e della psicologia umana. E soprattutto è necessario che nell'occuparsi della "poetica" del marketing, ossia del come costruire un marketing efficace, non si perda mai di vista "l'etica" del marketing, ossia il senso complessivo profondo di ciò che si fa per l'uomo e per la società.
"La Marina italiana nella seconda guerra mondiale" è il corposo risultato di un'approfondita indagine storiografica e di una ricerca che ha portato l'autore a confrontarsi con una straordinaria mole di materiale documentario, pressoché tutto quanto è stato scritto sull'argomento negli ultimi ... sessant'anni, riguardante le operazioni navali e aeronavali condotte dalla Regia Marina nei trentanove mesi che, dal 1940 al 1943, la videro impegnata in una logorante attività bellica nei teatri di guerra del Mar Mediterraneo durante il secondo conflitto mondiale. In un'opera controcorrente rispetto alla lettura "ufficiale" degli eventi che è stata ispirata dalla predominante storiografia di scuola angloamericana, James J. Sadkovich compie un'analisi che si propone di emendare dagli stereotipi l'operato della forza navale italiana e di offrire una valutazione, sulla base del dato effettuale, del suo apporto bellico, per lo più sminuito dalla propaganda britannica. La Regia Marina non vinse la guerra, ma, è la conclusione di Sadkovich, affiancata dall'Aeronautica e con il saltuario concorso del poco affidabile alleato germanico, essa bloccò le forze navali e aeronautiche britanniche e fece dell'Italia l'attore principale dell'Asse negli oltre tre anni della sua belligeranza nel Mediterraneo. Le gesta della Marina italiana durante la seconda guerra mondiale, finalmente al di là di ogni stereotipo.
Architetto dei giardini, collaboratore di giornali e riviste d'opinione e specialistiche, vicepresidente per l'Italia della International Dendrology Society, Pejrone dedica questo libro all'amore, la disciplina, l'arte di badare a orti e giardini, all'arte di capire le piante. Offre molti esempi ... del "ben fare" ma anche numerosi esempi del "mal fare", trasferendo nel testo anche una buona dose di polemica, fra politica, estetica e lavoro sul campo.
Cacciato è un militare americano, un fante del quale, quando sparirà, i suoi compagni scopriranno di non sapere neanche il nome di battesimo. Cacciato è un soldato, e poiché, come dice il poeta inglese Siegfried Sassoon nell'epigrafe del romanzo, "i soldati sono sognatori" - e si può ben immaginare ... che cosa sognino, specie quando sono dentro fino al collo in una guerra come quella del Vietnam - anche Cacciato sogna. Sogna di andare a Parigi. Sogno peregrino per chi sta sulle rive del Mekong. Ma chissà, sogno forse anche realizzabile, perché qualcuno ha detto a Cacciato che da lì a Parigi ci sono ottomila miglia e rotti. E così, gambe in spalla, uno ce la potrebbe anche fare. Così Cacciato un bel giorno si stufa, saluta i compagni e se ne va. Dove? Ma a Parigi, naturalmente. Hanno già fatto tante di quelle scarpinate, nel Vietnam, che forse la scarpinata per Parigi non sarà neanche la più lunga. Dopo tutto, basta attraversare il Laos, la Birmania, l'India, l'Afghanistan. E poi - hanno detto a Cacciato - una volta ad Atene, il più è fatto. È come se fossi arrivato a Parigi. Ma le regole sono regole, soprattutto nell'esercito. E quando Cacciato diserta, ai compagni e al loro comandante, un vecchio tenente tediato che non ha più voglia di inseguire Cacciato di quanta ne abbia di fare la guerra, non resta altro che mettersi alle sue calcagna. Bisogna catturare il disertore e riportarlo alla base.
1881, Gheel, anche conosciuto come "il paese dei matti". Teresa Senzasogni non è pazza, ma come tale è stata registrata per poter godere, come è uso in quel villaggio fiammingo, dell'ospitalità della famiglia Vanheim. Un giorno avrà una dote e sposerà il suo Icarus, che le racconta le ingiustizie ... del mondo. Ma poi arriva un nuovo ospite, un vagabondo rosso di capelli, schivo, rude, gli occhi accesi da una febbre sconosciuta, e Teresa sembra riconoscere in lui un destino incompiuto: diventerà un pittore - lei lo sa, lei lo sente -, troverà nei colori una strada universale. Quando la "profezia" si avvera sono passati una decina d'anni e molto è accaduto, a Teresa e a Vincent van Gogh. Teresa scrive al caro signor Van Gogh perché si ricordi, perché la aiuti a mettere ordine nel disordine, speranza nella disperazione, amore nel disamore e colore nel grigio. Lui, in verità, è l'unico vero amore di tutta la sua vita. E come tutti gli amori è pieno di luce e di futuro. Il romanzo di Giovanni Montanaro è una lunga lettera che si trasforma in una storia di anime in gabbia, di sentimenti che vogliono lasciare il segno e di un bisogno di libertà grande quanto l'immaginazione che lo contiene.
Per capire quanti anni ha una sequoia bisogna tagliare il tronco e contare gli anelli. Se la sequoia avesse un collo non ce ne sarebbe bisogno. Odio la gente che sostiene - protesta Nora Ephron - che invecchiare è bello, che si diventa saggi e si capisce quali sono le cose importanti. Ci si ... ribella, ci si deve ribellare all'immagine contraffatta di sé che appare nello specchio. Anche perché dal collo all'anima il passo è breve. Invecchiare non è roba da rammolliti, diceva Bette Davis, e Nora Ephron lo dimostra con un senso dell'umorismo impagabile e con l'aggiunta: "tanto più se sei una donna". Una donna alle prese con i problemi della "manutenzione" (fitness-tinte-massaggi), angustiate dall'ombrosa adolescenza dei figli, che poi se ne vanno lasciando un nido vuoto in cui gioie e problemi finiscono, ma la preoccupazione è per sempre, atterrite dalla scomparsa delle amiche più care, duro memento mori, in un universo che continua a considerarla solo una vaga eventualità. Parlare dell'età incerta compresa fra la maturità e la senilità, e farlo con tanta caustica sincerità e allo stesso tempo con la leggerezza dell'umorismo, non è impresa da poco.
Pedrara. La Sicilia dei Monti Iblei. Una villa perduta sotto alte pareti di roccia tra l'occhieggiare di antiche tombe e il vorticare di corsi d'acqua carezzati dall'opulenza degli oleandri. È qui che la famiglia Carpinteri si raduna intorno al capezzale di zia Anna, scivolata in una svagata ... ma presaga demenza senile. Esistono davvero le pietre di cui la donna vaneggia nel suo letto? Dove sono nascoste? Ma soprattutto, qual è il nodo che lega la zia al bellissimo Bede, vero custode della proprietà e ambiguo factotum? Come acqua nel morbido calcare i Carpinteri scavano nel passato, cercano negli armadi, rivelano segreti - vogliono, all'unisono, verità mai dette e ricchezze mai avute. Tra le ombre del giorno e i chiarori della notte, emergono influenze di notabili locali, traffici con i poteri occulti, e soprattutto passioni ingovernabili. Le voci di Mara, nipote prediletta di Anna, e di Bede ci guidano dentro questo sinuoso labirinto di relazioni, rimozioni, memorie, fino a scavalcare il confine della stessa morte. Simonetta Agnello Hornby mette a fuoco un micromondo che pare allargarsi, con un brivido, a rappresentare i guasti, le ambizioni e le ansie di liberazione dell'universo famigliare, tutto intero.
Nel 1828, Gauss, matematico, fisico, astronomo, al momento direttore dell'osservatorio di Gottinga, dove vive con la seconda moglie Minna e i figli, viene invitato da Alexander von Humboldt, esploratore, geografo e scienziato, a Berlino, dove si svolge un congresso di scienziati tedeschi. L'incontro ... fra due delle menti più geniali della Germania illuminista fornisce all'autore l'occasione di narrare le incomparabili vite dei due personaggi, dall'infanzia al 1828 passando per il viaggio e il trattato che hanno fondato la geografia e la matematica moderne. Il ritratto irridente ma appassionato e devoto dell'epoca di massimo splendore della cultura tedesca.
Salutata ogni volta all'apparire dei singoli volumi che la compongono da un caldo e crescente successo di critica e di pubblico, la "Storia dell'Italia moderna" di Giorgio Candeloro ha ormai un grande e incontestato rilievo nella storiografia italiana e non solo italiana del dopoguerra. L'ininterrotta, ... meritoria fatica dell'autore ha dato vita a un'opera di carattere generale, non rigidamente specialistica, ma costantemente a un alto livello scientifico, che ha acquisito in questi anni "una funzione insostituibile, di permanente riferimento per la conoscenza del modo col quale si è venuto formando il nostro paese" (Ernesto Ragionieri). Quella di Candeloro - secondo un giudizio che Paolo Spriano formulò nel 1968 e che i fatti hanno confermato - è "un'opera che resterà".
Ras Tafari (1892-1975), ultimo imperatore d'Etiopia dal 1930 con il nome di Hailé Selassié I, viene deposto da un colpo di stato il 12 settembre 1974. Kapuscinski si reca ad Addis Abeba per capire cosa fosse davvero la monarchia assoluta del Negus, il Re dei Re, e perché sia caduta. Riesce a ... incontrare i rappresentanti dell'entourage imperiale e ne raccoglie i racconti, acuti, commossi, involontariamente umoristici. Intervista gli uomini che stavano a Palazzo o avevano avuto il diritto di accedervi, con la funzione di servitori, cortigiani, funzionari, spie, camerieri di ogni sorta, ma anche testimoni acuti e smaliziati di intrighi, lotte di potere e abiezioni. Ne esce un ritratto insolito del Negus, educato a Cambridge ma deciso a conservare il rituale di bacio al piede e genuflessione, promotore di riforme economiche, morali e sociali che però di fatto preservano l'arcaica sostanza del suo impero, preda di deliri di grandezza e progresso per cui sperpera denaro in un paese che muore di fame. Un vecchio rabbioso, onnipotente e superbo, ma anche terrorizzato dall'idea delle congiure, che si circonda di ministri inetti, in una società gerarchica, primitiva e corrotta. Un ritratto insolito del Negus. Una ricostruzione a più voci della vita di corte, dell'arte di governo e di una società, a metà tra l'analisi storica, il reportage e l'opera narrativa. Uno sguardo ironico e stupefatto sull'universo grottesco di ogni dispotismo.
Alle soglie del capodanno del 2000 Claire Newman, reduce da un matrimonio fallito e da un lungo soggiorno in Italia, decide di tornare in Inghilterra, nella sua vecchia città di Birmingham. Pensa sia venuto il momento, dopo più di vent'anni, di scoprire definitivamente cosa sia successo a sua ... sorella Miriam, scomparsa misteriosamente nel 1978. Il libro, al tempo stesso seguito de "La banda dei brocchi" e romanzo in sé compiuto, conclude un'ideale trilogia costituita da "La banda dei brocchi" (dedicato agli anni Settanta) e da "La famiglia Winshaw" (dedicato agli anni Ottanta).
Con le sue storie Andrea Camilleri riesce sempre a creare una magia narrativa. Si sentono gli odori e si percepiscono gli sguardi. Con poche pennellate evoca i personaggi in un modo talmente vivo da renderli realmente presenti. Con pochi tratti ce li fa conoscere nella loro intimità e con le ... loro piccole debolezze così umane. Ma sempre con uno sguardo insieme ironico e affettuoso. Ed è per questo che finiamo per amarli: ci sembra di conoscerli, di aver fatto con loro un tratto di strada. I racconti raccolti in questo libro ci restituiscono al meglio l'affabulatore Camilleri. Tra i più intimi, autobiografici e sentiti del romanziere siciliano, questi racconti fulminanti ci riservano una sorpresa in più, perché i personaggi evocati si chiamano Leonardo Sciascia e Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo e Renato Rascel, Jean Genet e Samuel Beckett, George Patton. Ed è così che Camilleri ci porta per mano dentro storie vere, che appartengono alla sua vita e alla sua memoria, e che finalmente vedono la luce. L'avvento del fascismo e lo sbarco degli Alleati, il separatismo e la mafia, le amicizie e la famiglia, gli incontri con i grandi maestri e, su tutto, lei: l'amata Sicilia.
Daniel Barenboim torna a riflettere sulla musica. Sulla musica che si fa, che si legge, sulla musica che si interpreta, sulla musica che si ascolta. Sulla musica che interconnette, che stringe relazioni e le riempie di senso. Daniel Barenboim ha a cuore una visione della musica in cui etica ... ed estetica dialoghino continuamente e a livelli diversi. Se l'essenza della musica è il contrappunto, ecco che l'idea di un tutto non scomponibile nei suoi elementi domina, come un'ossessione, l'opera e il lavoro del grande Maestro. Eseguire bene un pezzo implica una scelta, è di per sé una sequenza di scelte. Non è diverso - dice Barenboim - da ciò che deve fare un politico. La scelta giusta. E il giusto qui produce bellezza. Ma produce bellezza se si impone quel formidabile equilibrio che da una parte guarda alla partitura e al compositore, dall'altra al nesso profondo fra gli esecutori, e dall'altra ancora al pubblico, ai luoghi dell'ascolto, a chi governa le sale, a chi governa tout court. Diviso in tre sezioni (Occasioni, Conversazioni e un Epilogo), questo libro entra con severità e leggerezza di spirito nei temi che sono centrali per la cultura musicale contemporanea, non senza toccare la complessità di compositori che hanno segnato la carriera del Maestro, Mozart e Wagner; in chiusura, una riflessione su Giuseppe Verdi.
Lasciato il marito e la giovane figlia, Martha si mantiene lavorando in un ufficio legale, ma dedica tutte le proprie energie alla cellula comunista a cui aderisce, formata da sei amici, tra i quali il pilota della Raf di cui è innamorata. Abbandonata dal pilota, si innamora di un profugo e ... lo sposa, ma il matrimonio è presto una delusione. L'unico sollievo per Martha, appena ventitreenne ma già avviata sulla difficile strada della ricerca della propria identità, resta l'amicizia con le donne del gruppo. In questo romanzo prosegue la storia di Martha Quest, il più brillante esempio di femminilità moderna descritto da Doris Lessing: appassionata, testarda e inquieta nella ricerca della propria emancipazione. Nel seguirla attraverso i suoi turbamenti emotivi e il suo coinvolgimento sempre più profondo nella politica rivoluzionaria, assistiamo anche al dispiegarsi della vita in Sudafrica nel XX secolo, che l'autrice guarda in modo compassionevole, senza tuttavia cedere ad alcun compromesso. Questo libro è il terzo di un ciclo di cinque romanzi intitolato "Children of Violence" (i primi due sono "Martha Quest" e "Un matrimonio per bene").
Candeloro Giorgio ha dato vita a un'opera di carattere generale, non rigidamente specialistica, ma costantemente a un alto livello scientifico, che ha acquisito negli anni una funzione di permamente riferimento per la conoscenza del modo con il quale si è formato il nostro paese. Il volume tratta ... della seconda guerra mondiale; del crollo del fascismo e della Resistenza 1939-1945.
Questi reportage polacchi di Kapuscinski hanno tutti per oggetto campagne, cittadine, piccoli villaggi a casa del diavolo. Descrivono una realtà che appare ancora più esotica di quella del terzo mondo di altri suoi libri: quella ora scomparsa della stabilizzazione comunista dopo lo sfacelo della ... guerra. Protagonista ne è gente per lo più umile: due vecchie tedesche fuggite da una casa per anziani che tornano in quelle che erano le loro terre; uno zatteriere che trasporta legname su un lago; lavoratori che vivono alla giornata e cambiano mestiere di continuo. Ma ci sono anche professionisti, ingegneri, professori, un campione del mondo di lancio del disco, dei soldati di leva. Kapuscinski esamina briciole di esistenza, dettagli di vita quotidiana, rintracciando l'elemento eternamente presente a ogni latitudine: il desiderio di una vita migliore, la ricerca dell'amore, la speranza di cambiare il mondo, di lasciare una traccia di sé, nonché l'immutata presenza del male. Il brano che da il nome alla raccolta si svolge in Ghana: qui il reporter tenta di spiegare sé e la Polonia ad alcuni indigeni.
Gyurka non ha ancora compiuto quindici anni, quando una sera deve salutare il padre costretto a partire per l'Arbeitsdienst. Alla domanda perché agli ebrei venga riservato un simile trattamento, il ragazzo rifiuta di condividere la risposta religiosa, "questo è il volere di Dio". Perché dovrebbe ... esserci un senso in tutto questo? Poco dopo Gyurka viene arruolato al lavoro forzato presso la Shell, e da lì, un giorno, senza spiegazione, viene costretto a partire per la Germania. La voglia di crescere, di vedere e imparare, l'impulso vitale di questo ragazzo sono così marcati e prorompenti, che la sua "ratio" trova sempre una buona ragione perché le cose avvengano proprio in quel modo e non in un altro.
La cucina di casa italiana è cambiata di più negli ultimi trent'anni che nei due secoli precedenti. Si pensi alle tecniche nuove (il teflon ha permesso praticamente di eliminare i grassi); si pensi a come sono cambiati i prodotti (la varietà è immensa, la qualità a volte è discutibile ma certamente ... più "controllata"); si pensi alla frollatura della carne e alla comparsa dei pesci, al sottovuoto e alla porzionatura fatta all'origine. I libri di cucina se ne sono accorti poco. Vittime della mistica della "tradizione" e del "territorio", hanno continuato a proporre gli stessi piatti, basati sugli stessi ingredienti, la stessa (presunta) cucina regionale di una volta che non esiste più. E intanto i "quattro salti in padella" spopolano. Questo è un libro diverso. Per quattro motivi: considera sempre la nuova offerta degli ingredienti, i prodotti veramente disponibili in un buon negozio o al supermercato; affronta i passaggi reali legati oggi alla cottura, dall'utilizzo delle basi a tutti i trucchi per semplificare e velocizzare l'esecuzione, migliorando al contempo i risultati. Il metodo contro l'improvvisazione; tutte le ricette sono ghiotte e interessanti, ma assolutamente semplici, alla portata di qualunque appassionato; è scritto con levità e gusto del racconto. Ed è "condito" con aneddoti, avvertimenti scherzosi, citazioni. Questo volume riunisce le ricette raccolte nei due volumi di "Cuochi si diventa" pubblicati nel 2003 e nel 2004.
Il libro, che propone la sceneggiatura dell'omonimo film, racconta la storia di un giovane di Cinisi, un piccolo paese nei pressi di Palermo. Si chiama Giuseppe Impastato. Forte della sua formazione comunista rompe i rapporti con un padre troppo ossequioso verso il boss locale e comincia la ... sua battaglia contro il silenzio e le diffuse connivenze mafiose. Dalla protesta in piazza ai giornali volanti, alle manifestazioni improvvisate, Peppino arriva infine all'uso politico di una radio libera. Fa nomi e cognomi, denuncia gli interessi che ruotano intorno all'ampliamento dell'aereoporto di Punta Raisi, mette spalle al muro il boss Tano Badalamenti. Peppino Impastato viene ucciso il 9 maggio 1978 e la notizia sepolta sotto il clamore del delitto Moro.
1958: un giornalista venticinquenne irrequieto parte per l'Africa dove, tra andate e ritorni, rimarrà per circa dieci anni. A quel tempo il mondo s'interessava veramente a quello strano continente, muto per secoli, che cominciava a parlare e a far parlare di sé. "L'Africa era un enigma, un mistero, ... nessuno sapeva che cosa sarebbe successo quando trecento milioni di individui avrebbero drizzato la schiena e chiesto il diritto di parola. In Africa cominciavano a nascere degli stati, gli stati compravano armi e molti giornali stranieri si chiedevano se tutto il continente non stesse per muovere alla conquista dell'Europa." E così, nel caldo soffocante del continente, Kapuscinski arriva in Ghana, poi in Congo dove assiste allo smarrimento della popolazione quando Lumumba viene assassinato; poi in Tanganika, Sudafrica, Algeria, ogni volta nei momenti più caldi, all'esplodere di rivolte e rivoluzioni, tentando sempre di capire cosa sta succedendo e perché. Nel 1967 Kapuscinski rientra in Polonia ma non riesce a diventare un giornalista stanziale. Nell'autunno, parte per un viaggio di cinque anni in America Latina. Altro continente povero, dove si svolgono guerre povere, come quella scoppiata nel 1969 tra l'Honduras e il Salvador. "I piccoli stati del Terzo, Quarto e di tutti gli altri mondi possono sperare di suscitare qualche interesse solo quando decidono di spargere sangue. Triste ma vero," conclude Kapuscinski.
Romanzo nato insieme al progetto cinematografico di "Va, vis et deviens", del regista rumeno Radu Mihaileanu e presentato al 55° Festival internazionale di Berlino, racconta la storia dei falasha - gli ebrei neri - e dell'epico viaggio verso Gerusalemme. La storia di un bambino cristiano che, ... fatto passare per figlio di una madre falasha, arriva nella città santa e deve cominciare a vivere, a diventar grande sapendo che non è ebreo, che non è un orfano, che non è ancora nulla. Ma che vuole diventare un uomo.
Torna l'ineffabile commissario Jules Magrite, con i baffi, le maglie a righe, la passione per i cibi di qualità e i vini d'annata. Torna in Italia come turista. Al suo fianco il giudice Michelle Lapierre, conosciuta durante le indagini su un caso sanguinoso. Con lei vive una relazione di abbandono ... e pudore, di tenerezza e disincanto, che in questa vacanza potrebbe consumarsi o, chissà, diventare una vera storia d'amore. La loro permanenza a Ischia - o, come dicono i francesi, "Iscià" - è appena cominciata quando l'omicidio di un giovane romeno scuote la quiete dell'isola. Magrite non tarda a farsi coinvolgere, anche perché dal giorno del suo arrivo Peppe 'o Francese - meglio noto ai flic come Pépé le Couteau - lo riempie di racconti e confidenze, su di sé e i suoi compaesani, come se davvero non avesse aspettato altro. E oltre il sipario delle buganvillee, delle scogliere e dell'acqua verde-azzurra il commissario scopre ben presto corruzione, degrado, criminalità. Pépé le Couteau accompagna Magrite dentro l'inferno di uno dei più celebrati paradisi mediterranei. Fino a dove? E a che prezzo? Dopo "Giallo su giallo", Gianni Mura scrive un noir civile intenso e appassionato.
"L'integrazione" è un romanzo del 1960. Narra la storia di due fratelli intellettuali, Marcello e Luciano, che si trasferiscono da Grosseto a Milano, con l'obiettivo di compiere una "mediazione" tra l'Italia centrale e l'Italia del Nord. È una critica aspra e amara, ma anche divertente, dell'industria ... culturale ed editoriale milanese nel periodo del Boom economico. Le nevrosi quotidiane del mondo editoriale sono qui satireggiate in modo spietato, tra riunioni e discussioni senza senso e il ticchettio incessante dei tacchi a spillo di segretarie tanto volenterose quanto inutili. Il romanzo può essere visto come il secondo tassello di una "Trilogia della rabbia" avviata con "Il lavoro culturale" e culminata con "La vita agra". Con una scrittura corrosiva, Bianciardi ha modo di prendere di mira anche il comportamento quotidiano dei milanesi: "Guardali in faccia: stirati, con gli occhi della febbre, dimentichi di tutto tranne che dei soldi che ci vogliono ogni giorno [...]. Sgobbano, corrono come allucinati dalla mattina alla sera, per comprarsi ciò che credono di desiderare; in realtà quello che al padrone piace che si desideri." Una descrizione di ieri, ma tanto attuale ancora oggi.
La Gilda del Mac Mahon è una raccolta di racconti successiva al Ponte della Ghisolfa, spesso rappresentata a teatro, proprio per lo straordinario calore umano delle vicende. Nella Gilda Testori descrive gli effetti che nell'immaginario della bellona di via Mac Mahon e dei ragazzotti di periferia ... hanno i miti della cultura di massa: le dive sexy, le super prestazioni, le soubrette. Al centro di questi racconti pone una straordinaria figura femminile: la Gilda del Mac Mahon, così chiamata per l'assonanza con il personaggio esuberante di Rita Hayworth, una Maria Addolorata dei bassifondi che, per amore del suo uomo in galera per ricettazione, si prostituisce lungo un viale della periferia milanese. E che, sempre per amore, prima seduce e poi tradisce un cliente invaghitosi di lei. Sono racconti pervasi di notevole fisicità e sensualità, talora di ironia, che risaltano quasi fossero simboli, cataloghi di sogni, quadri esistenziali o addirittura pagine di fotoromanzo, ambientati - come di consueto in Testori - tra società ciclistiche, palestre di boxe, immensi caseggiati. Ma qui trova spazio anche il mondo dorato della rivista e della commedia musicale, con i nomi mitici di Macario, Wanda Osiris, Carletto Dapporto, e sopra tutti Lauretta Masiero, di cui Testori fu sempre grande ammiratore.
3 agosto 2010. Tornata a casa dopo il funerale del padre, Lison si vede consegnare un pacco, un regalo post mortem del defunto genitore: è un curioso diario del corpo che lui ha tenuto dall'età di dodici anni fino agli ultimi giorni della sua vita. Al centro di queste pagine regna, con tutta ... la sua fisicità, il corpo dell'io narrante che ci accompagna nel mondo, facendocelo scoprire attraverso i sensi: la voce stridula della madre anaffettiva, l'odore dell'amata tata Violette, il sapore del caffè di cicoria degli anni di guerra, il profumo asprigno della merenda povera a base di pane e mosto d'uva. Giorno dopo giorno, con poche righe asciutte o ampie frasi a coprire svariate pagine, il narratore ci racconta un viaggio straordinario, il viaggio di una vita, con tutte le sue strepitose scoperte, con le sue grandezze e le sue miserie: orgasmi potenti come eruzioni vulcaniche e dolori brucianti, muscoli felici per una lunga camminata attraverso Parigi e denti che fanno male, evacuazioni difficili e meravigliose avventure del sonno. Con la curiosità e la tenerezza del suo sguardo attento, con l'amore pudico con cui sempre osserva gli uomini, Pennac trova qui le parole giuste per raccontare la sola storia che ci fa davvero tutti uguali: grandiose e vulnerabili creature umane.
Thailandia e Cambogia, Somalia e Repubblica Democratica del Congo, Brasile e Colombia, Pakistan e Italia. Sono alcune delle aree in cui Medici Senza Frontiere svolge da più di trent'anni la sua opera di soccorso rivolta alle popolazioni povere e alle vittime delle catastrofi e delle guerre. ... Nove scrittori italiani (Alessandro Baricco, Stefano Benni, Gianrico Carofiglio, Mauro Covacich, Sandro Dazieri, Silvia Di Natale, Paolo Giordano, Antonio Pascale, Domenico Starnone) le hanno visitate e in questo libro raccontano ciò che hanno visto e le loro reazioni di fronte a realtà fatte di violenza urbana, prostituzione, conflitti, diritti calpestati, fame, malattie. Sono storie, ritratti, brevi affreschi dipinti a volte con toni accesi, altre volte con tinte lievi o addirittura "leggere", ciascuno specchio di una diversa sensibilità. In comune, c'è la capacità di far rivivere l'impatto con situazioni estreme, impensabili, in cui è annichilita ogni dimensione umana e di giustizia. Situazioni che ci riguardano però in maniera diretta. E di cui non dovremmo più dimenticare l'esistenza, se non vogliamo diventare tutti un po' complici dei mali che affliggono il nostro tempo.
Questa storia, che non parla di principi azzurri e principesse, inizia in Spagna molti anni fa, quando la tv era ancora in bianco e nero, le bambine ballavano con l'hula-hoop e bastava uscire a mangiare un panino per vivere una grande avventura. Un giorno, a scuola, Lucía conosce Eva. Spavalda, ... coraggiosa e indomita come i suoi capelli la prima. Timida, riflessiva e avida divoratrice di fagiolini crudi la seconda. Hanno entrambe solo sette anni, ma fin dal primo momento diventano amiche per la pelle. Condivideranno sogni, segreti sussurrati all'orecchio perché il ragazzino accanto non senta che si parla di lui, conquiste e delusioni, in un rapporto fatto di complicità e mille risate, tanto travolgenti e rumorose da attirare sempre i rimproveri degli adulti. Finché un litigio le separerà. Anni dopo il caso le fa ritrovare all'aeroporto di Madrid. Lucía, single, è il perfetto prototipo della manager in carriera. Eva, dopo aver rinunciato al teatro per dedicarsi alla famiglia, si barcamena tra la fine del suo matrimonio e la figlia Lola, una piccola pirata di cinque anni. Nonostante i vecchi conflitti, l'amicizia di un tempo è ancora viva, come e più di prima. Ma Lucía non può immaginare che Eva sta per chiederle il favore più importante della sua esistenza. Una storia che ci ricorda che esistono legami unici e speciali che nemmeno il tempo e la distanza riescono a intaccare.
Il protagonista di questo "thriller esistenziale" è Harry Quinn, un reduce del Vietnam che vaga da una parte all'altra degli Stati Uniti, cambiando continuamente lavoro, nel vano tentativo di reinserirsi nella realtà. Irrequieto, solitario, involontariamente cinico, come un eroe hemingwaiano. ... La vicenda si svolge a Oaxaca, una cittadina del Messico piena di turisti, emarginati, funzionari corrotti, trafficanti di droga e forze della repressione. Quinn si reca là per cercare di liberare dal carcere Sonny, fratello della sua ex ragazza, coinvolto in un'intricata storia di droga. Rapidamente l'atmosfera si fa pesante e, nonostante il protagonista faccia di tutto per non farsi coinvolgere nei guai, attorno a lui cominciano a comparire dei cadaveri...
"Sembrava il paradiso" è l'ultimo romanzo di John Cheever, apparso solamente quattro mesi prima della sua morte. Il protagonista, Lemuel Lears, è un vecchio gentiluomo che vive in un paesino incantato, dove non è ancora arrivato un fast-food e neppure la ristrutturazione delle grandi ville per ... farne case di riposo per anziani alla fine del loro ciclo vitale. Il paradiso di Lears è rappresentato da un laghetto, il laghetto dei Beasley, dove ama pattinare d'inverno, un posto incantevole destinato però a scomparire a causa della speculazione edilizia e dell'inquinamento. Si sviluppa così un'intricata vicenda incentrata sul crudo ritratto della vita sessuale e sentimentale di Lears: vedovo gaudente, impegnato a non diventare anch'egli una discarica, si divide tra ricordi, incontri con una bella e capricciosa signora, istantanee follie omosessuali con il ragazzo dell'ascensore e la consolazione emotiva con un suo coetaneo. Perché in fin dei conti il suo problema, la sua vera paura, era proprio quella: la fine dell'amore. Già pubblicato nel 2007 con il titolo "Sembra proprio di stare in paradiso".
Con le armi del grande narratore, Ermanno Rea conduce un'indagine in forma di diario sulle ragioni del suicidio di Francesca Spada, giornalista culturale de "l'Unità" e critico musicale. A ospitare la vicenda è una Napoli lacerata dalla guerra fredda. L'inchiesta è resa difficile dalla distanza ... temporale da eventi avvenuti oltre trent'anni prima, in un momento in cui le coscienze si confrontavano in modo ossessivo con la politica. Una stagione per certi versi drammatica in cui si intersecano le ragioni esistenziali dei protagonisti, il destino di una città come Napoli (il cui porto era controllato di fatto dagli americani), le incertezze di una generazione appena uscita dalla guerra, alle prese per di più con un Partito comunista ancora fortemente ancorato all'identità stalinista. A poco a poco, con un andamento concentrico, si fa luce sulla complessità dei fatti che spinge la giovane giornalista al suo atto estremo. Da storia privata quindi l'indagine si fa storia collettiva di un'intera classe politica, di una generazione, delle sue speranze e dei suoi valori.
"Entrai in uno spazio, in un tempo, in una dimensione completamente nuovi. Mille anni si comprimevano in un giorno e ogni mio passo durava secoli. Le querce del deserto sospiravano e si chinavano su di me, come se avessero voluto afferrarmi. Le dune andavano e venivano, sempre uguali. Le colline ... si innalzavano verso il cielo, e poi scivolavano dolcemente in basso. Le nuvole ondeggiavano nel cielo, sparivano, ritornavano di nuovo. E sempre la strada la strada la strada la strada."
Chi è stato in realtà Enrico Berlinguer, il segretario più amato (ma anche contestato e travisato) del Pci? A trent'anni dalla sua morte drammatica e in un mondo radicalmente cambiato, Chiara Valentini ne ricostruisce la storia politica e umana. Dall'infanzia ferita da un dramma familiare a ... un'adolescenza ribelle, all'incontro con i comunisti e con Togliatti, si snodano la vita e la carriera di questo politico diverso. La sua è la vicenda di un uomo che ha voluto sfidare le rigidità di un mondo diviso in blocchi con la passione del rischio con cui affrontava le tempeste di mare nella sua Sardegna. Dopo il colpo di stato polacco, aveva tagliato i ponti con l'Urss in modo definitivo. Aveva osato progettare il comunismo nella democrazia, un'ipotesi intollerabile sia a Mosca sia a Washington. Aveva cercato di cambiare l'Italia con il compromesso storico, e forse ci sarebbe riuscito senza il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro. Aveva dimostrato di avere la vista lunga indicando nella questione morale e nella degenerazione dei partiti "ridotti a macchine di potere e di clientela" il problema più drammatico dell'Italia. Se lo "strano comunista", come lo definiva la stampa Usa, non fosse morto troppo presto, forse anche la storia della sinistra e dell'Italia sarebbe stata diversa. Postfazione di Paolo Spriano.
Chi non si ricorda del mondiale di calcio del 1982? Chi non ricorda il miracolo Paolo Rossi? A distanza di trent'anni da quel mitico 1982, Paolo Rossi ripercorre i giorni che hanno cambiato la sua vita, che lo hanno reso eterno. E i giorni che ci hanno tenuti inchiodati davanti al televisore. ... Aneddoti e ricordi si intrecciano a emozioni, paure, sensazioni. Fino alla finalissima Italia-Germania con cui l'Italia vince il campionato. Un campionato rimasto nel cuore degli italiani che, dopo il racconto di Paolo Rossi, fanno sentire la loro voce, i loro ricordi, le loro emozioni. Un libro che è insieme la testimonianza di un grande campione e i ricordi di quegli italiani che ancora hanno impresso nel loro cuore l'esultanza del presidente Pertini e l'urlo indimenticabile del telecronista Martellini: "Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!".
Il drammatico viaggio di un gruppo di emigranti clandestini verso i "porti del nord". Un poema scabro e tragico. La scommessa della parola poetica di fronte a una materia (umana, civile, sociale) quasi "intrattabile" ma che qui diventa disegno delle sorti del mondo. Erri De Luca obbedisce all'urgenza ... lirico-tragica ampiamente presente nella sua scrittura e disegna un paesaggio sociale e umano profondamente interiorizzato.
"Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa" dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. ... All'inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là. Al sacrificio di un adorato criceto seguono un taglio di capelli, un certificato di adozione, la bara di un bambino, l'indice di una mano che suonava la chitarra come i Beatles. Richieste sempre più angosciose, rese vincolanti dalla legge del gruppo. È ancora la ricerca del senso della vita? O è una vendetta per aver dovuto sacrificare qualcosa a cui si teneva davvero? Abbandonati a se stessi, nella totale inesistenza degli adulti e delle loro leggi, gli adolescenti si trascinano a vicenda in un'escalation d'orrore. E quando i media si accorgono del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso la sua fatale conclusione. Il romanzo mette in scena follia e fanatismo, perversione e fragilità, paura e speranza. Ma soprattutto sfida il lettore adulto a ritrovare in sé l'innocente crudeltà dell'adolescenza, fatta di assenza di compromessi, coraggio provocatorio e commovente brutalità.
Il mondo di Tony Pagoda è grande, non si lascia contenere da un solo libro. E così eccolo di nuovo, presentato dall'ex cognato Ughetto De Nardis. Ughetto parla di "nuove esperienze" che a lui non sono piaciute per niente. Noi possiamo, con Pagoda, parlare di vecchi e nuovi amici, di tutti gli ... incontri che Tony ha continuato ad avere nel mondo che più gli piace, quello compreso fra lo spettacolo di chi fa spettacolo e lo spettacolo delle vite pubbliche. Fabietto e Carmen Russo, il mago Silvan e Tonino Paziente, Maurizio Costanzo e Jacqueline O'Rourke. Ogni occasione è buona per far mostra di una copiosa morale dell'assurdo che è diventata cifra stilistica, segno inconfondibile. Tony Pagoda non teme la risata, non teme la lacrima, non teme la sprezzatura, o lo sfottò. Con lui ci facciamo portare dentro un'umanità che mai avremmo visto così, con cui mai avremmo pensato di compatire. Ma questa volta è come se la voce di Tony raddoppiasse in quella del suo creatore, che infatti sentiamo arrivare, più si avvicina il congedo, ad aprirsi un varco, a lasciare un'impronta. Interprete del nostro tempo, Tony Pagoda è pur sempre il protagonista, lui e le sue tirate, come Falstaff: "L'umanità, dunque, è miserabile. Non si discute su questo. Eppure, non è stato inventato ancora niente di meglio. Perché, quando si palpita, si palpita. Tutte le emozioni della vita non hanno senso. Si addizionano tra loro, incongrue, per accumulo. Compongono la vita, come una lista della spesa. E questo, infine, è il senso".
"Recita dell'attore Vecchiatto" comprende la risistemazione di larghe parti di due opere che celebrano la figura di Attilio Vecchiatto, grande attore shakespeariano, ma al contempo amara metafora della situazione attuale del nostro paese: "Recita dell'attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto" ... e "Sonetti del Badalucco nell'Italia odierna". L'intervento di Celati è molto profondo e riunifica autenticamente le due opere in un nuovo testo compatto e toccante. "Attilio Vecchiatto (1910-1993) è stato un attore italiano di fama internazionale, ammirato da Laurence Olivier, Jeanne Moreau e molti altri. Dopo trent'anni di tournée in Sud America, sbarcato nel 1965 a New York, aveva creato il suo piccolo teatro shakespeariano, in un quartiere italiano del Bronx. Invitato in Francia nel 1976, aveva portato in giro i suoi adattamenti shakespeariani in molti paesi europei, ottenendo notevoli successi. Nonostante la notorietà all'estero, in Italia, al suo ritorno assieme alla moglie Carlotta, nel 1988, non è riuscito a trovare lavoro da nessuna parte, tranne che nel piccolo teatro di Rio Saliceto." (Gianni Celati)
Con poche pennellate precise, Amos Oz ricrea il microcosmo di un kibbutz israeliano negli anni cinquanta. Dal giardiniere timido e solitario che ha la passione di dare brutte notizie alla donna lasciata dal marito per un'altra che le vive praticamente accanto; dal mite elettricista che, con ... sbigottita discrezione, non riesce a capacitarsi dell'amore della figlia diciottenne per il suo insegnante di storia al falegname pettegolo che, in preda all'ira, si accanisce su un bambino per dare una lezione a chi ha maltrattato suo figlio; dalle tentazioni sensuali del segretario del kibbutz durante la sua ronda notturna allo struggente racconto agrodolce degli ultimi giorni di un calzolaio anarchico, appassionato di esperanto e del futuro dell'umanità. Infine, due scelte opposte di fronte al dilemma tra andare e stare: quella di Moshe, che confrontandosi con il padre malato in ospedale finisce per riconoscersi in tutto e per tutto membro del kibbutz, e quella di Yotam, che invece dentro il kibbutz soffre e vorrebbe andare a studiare in Italia, dallo zio che lì ha fatto fortuna. Un affresco popolato di personaggi che ritornano di storia in storia e che devono la loro forza a un'intensa, luminosa umanità.
Quella di Martin Luther King è una vita che bisogna continuare a raccontare. Torna così una delle figure nodali del nostro secolo, con la sua eredità morale e politica, ancora intatta per le generazioni future. Dall'infanzia privilegiata fra i neri benestanti di Atlanta alla lotta di cui è stato ... saldissima guida spirituale, dalle contraddizioni in seno al movimento dei diritti civili dei neri al Nobel per la pace, sino al proiettile che, nel 1968, lo colpì a morte, emerge il carattere dell'uomo, la sua esemplarità. Zitelmann mette a fuoco il personaggio e la scena nazionale e internazionale in cui si è mosso, scena che ha visto destarsi quell'"I have a dream", quel sogno che mai nessuno piegherà.
Napoli non sarà più la stessa. I Campi Flegrei stanno per esplodere e la città sarà presto invasa dall'acqua e dal fuoco. Nessuno ne è al corrente, tranne Diego Ventre - avvocato, affascinante e raffinato affabulatore, amico di politici potenti e di boss della camorra. Trenta giorni non sono ... molti, ma a Ventre sono sufficienti per progettare l'affare del secolo: vendere e comprare immobili strategici. Una volta superata l'emergenza, i profitti saranno eccezionali. Napoli sarà un'altra città, sarà la Las Vegas del Mediterraneo. Diego Ventre si muove con agilità, convince imprenditori, camorristi e affaristi, ridisegna il piano regolatore e determina il futuro di Napoli. Ricatta, ammalia, seduce, e trova il tempo per corteggiare la bellissima Luce, figlia di nobili decaduti e attratta da quest'uomo sicuro di sé e colto, che dice sempre le cose giuste e sa sorprenderla regalandole un libro rarissimo o facendo aprire per lei le residenze più inaccessibili. Ma Diego Ventre è anche la coscienza della città: ama Napoli e la vuole vedere in cenere, distrutta e purificata, liberata finalmente dall'ingordigia umana e dalla violenza estetica che per secoli l'ha devastata. Intorno a Diego e Luce, ruotano personaggi che sembrano interiorizzare le ombre che tra poco copriranno la città. Donne in cerca di affetto ma che trovano corpi che sublimano questo bisogno con il sesso, capiclan alla resa dei conti, pittori che tentano un ultimo assalto all'immortalità inseguendo sfumature impossibili.
Qual era la situazione, reale e immaginaria, dell'Italia nel 1945? Quale paese usciva da vent'anni di fascismo, da una guerra devastante, da una terribile occupazione nazista e da una resistenza che è stata anche guerra civile? In questo volume Guido Crainz descrive i momenti principali del ... passaggio cruciale dal regime fascista alla nascente democrazia italiana. Letteratura e giornalismo d'epoca, memorie e documenti d'archivio testimoniano il segno profondo lasciato dalla guerra in un paese oscillante tra speranze e paure, tra desiderio di trasformazione e bisogno di normalità. Ci trasmettono la necessità di un esame di coscienza collettivo volto a capire le ragioni del dramma alle spalle, che però si interromperà troppo presto. Ci ripropongono, infine, le condizioni concrete in cui avviene la costruzione della "democrazia dei partiti", con le sue contraddizioni e i suoi limiti. In questo quadro, anche le violenze successive al 25 aprile trovano una precisa collocazione storica, perché situano concretamente i drammi vissuti da milioni di donne e di uomini negli anni precedenti. E soprattutto mostrano quanto ancora fosse lunga l'ombra della guerra, in grado di alterare i più elementari codici di comportamento e ridisegnare un'antropologia della violenza e dell'illegalità che ci lascia sconcertati e ci rimanda a un'Italia molto lontana da noi.
Si può vendere la propria esistenza, con tutto quel che c'è dentro? Quando scopre la storia di un ventenne australiano che mette in vendita la sua vita su eBay per seimila dollari, Lucien decide di fare altrettanto. Sente che le sue giornate gli vanno strette e prova perciò a liberarsene. Le ... offre a Filippo, incontrato per caso: raduna fotografie e ricordi, segnala abitudini, presenta nemici e amici, compresa la Signorina F., che ancora gli ronza in testa. Lucien se ne va, portando con sé solo un quaderno dalla copertina nera. Filippo comincia a vivere la vita dell'altro, a farla sua, con disinvoltura e imprudenza, fino al punto di innamorarsi della Signorina F. Le cose si complicano, Lucien e Filippo vengono travolti dalle conseguenze del loro stesso azzardo. Il vecchio "proprietario" della vita in vendita, da lontano, si accorge di non avere dato il prezzo a troppe cose: a certe mattine di domenica, a una neve arrivata all'improvviso, a una storia d'amore che non è stata. Alla donna che lo ha messo al mondo, a cui non ha mai potuto chiedere della notte in cui è nato. Una storia sulla forza oscura delle radici, sul patto profondo che ci lega a noi stessi.
1988. La comunità di una riserva indiana nel North Dakota è scossa da un crimine di un'efferatezza inedita per quei luoghi. La moglie del giudice Coutts, Geraldine, che ha subito l'aggressione, si è chiusa nel silenzio ed è caduta in una profonda depressione. Se è viva, lo deve alla propria ... presenza di spirito: ha approfittato di un momento di distrazione dell'assalitore ed è fuggita in automobile. Sembra che dopo averle usato violenza, l'uomo abbia tentato addirittura di bruciarla viva cospargendola di benzina. "Sembra", perché la faccenda presenta molti lati oscuri e perché la vittima si rifiuta di parlarne. Assistito dalle due polizie che operano all'interno della riserva, quella indiana e quella americana, Coutts inizia a indagare. Ma Coutts non è un giudice d'assalto, il suo lavoro si è sempre limitato a liti tra vicini, furtarelli, piccole truffe, ubriachezza, un po' di droga. Toccherà al figlio tredicenne Joe intervenire per cercare di far luce sul mistero.
Hannes Bergtaler entra nella vita di Judith, single fra i trenta e i quarant'anni, trafiggendole... un tallone al supermercato. Non passa molto tempo, ed ecco che Hannes spunta nel raffinato negozietto di lampade che Judith gestisce insieme alla giovane Bianca. Le regala fiori, organizza cene ... romantiche e in breve i due iniziano a frequentarsi assiduamente. All'inizio è tutto perfetto. Hannes, architetto di successo, non solo è il sogno di qualsiasi suocera, ma in un attimo conquista anche l'intera cerchia di amici di Judith. E lei è più che lusingata di essere messa su un piedistallo da un uomo che non sembra volere altro che adorarla. A poco a poco, però, Judith comincia a sentirsi sempre più oppressa dalle continue prove d'amore di Hannes, sempre più soffocata dalle sue attenzioni. Si sente chiusa in gabbia, sotto controllo. Tutti i suoi tentativi di escluderlo dalla propria vita falliscono. Lui la perseguita persino nei sogni, e quando lei si sveglia è di nuovo lì che l'aspetta... È Judith che non riesce a riconoscere l'uomo perfetto neanche quando ci sbatte contro, oppure Hannes ha davvero un lato oscuro? Una storia di amore e ossessione: Daniel Glattauer sfida nuovamente le leggi del genere romantico, questa volta aggiungendo un tocco di suspense.
E se gli oggetti sfuggissero alla loro natura di muti testimoni, per diventare diversamente protagonisti, soggetti dotati di un proprio pensiero e proprie capacità decisionali? Nell'immaginario surreale di José Saramago può succedere. Gli effetti di questo spostamento onirico sono straordinari. ... Gli oggetti assumono una personalità e un'inedita moralità, ribellandosi ai loro proprietari e guidandoli in comportamenti bizzarri e autolesionistici. Nei racconti di questo libro, raccolti nel 1978, l'epidemia di indipendenza delle cose si diffonde e si radicalizza. In "Sedia" la protagonista è una sedia occupata da un uomo che al rallentatore viene indotto a cadere (metafora neppure troppo velata della fine del dittatore portoghese Salazar, morto in seguito a una rovinosa caduta da una sedia). In "Embargo" invece, un racconto ambientato ai tempi del blocco petrolifero sancito dai paesi arabi, l'auto utilizzata da un comune impiegato per andare a lavorare diventa protagonista. Non solo essa si ribella, decidendo fermamente di bloccare il conducente con le cinture di sicurezza, ma porta l'uomo alla morte, in una struggente scena finale di fronte all'oceano. Completano il libro altri quattro racconti.
Lo sciamano "occidentale" racconta un altro tassello della sua vita vissuta intensamente. Jodorowsky parte dall'incontro con il maestro giapponese Ejo Takata, che lo inizia alla meditazione, al buddhismo zen e ai misteriosi koan - enigmi, domande all'apparenza assurde che non accettano risposte ... guidate dalla logica, indizi che conducono alla strada verso l'illuminazione. Un percorso lungo e drammatico, appassionante e irto di ostacoli, che ha una e una sola ricompensa: la vera conoscenza di se stessi. E le maghe? Le maghe sono le donne che hanno aiutato Jodorowsky lungo il suo percorso - donne forti, uniche, vitali, donne che gli hanno insegnato a liberarsi dalle sovrastrutture e dai condizionamenti di un'infanzia e un'adolescenza prive di amore, donne che gli hanno mostrato come spezzare la corazza emozionale e aprire il cuore e ampliare la propria visione della vita, donne come la scrittrice e pittrice surrealista Leonora Carrington, o dona Magdalena, che gli ha svelato l'arte del massaggio iniziatico, o la Tigressa, formidabile attrice messicana, o Reyna D'Assia, figlia dell'intellettuale esoterico e occultista Gurdjieff. Sono esperienze vitalissime, talvolta violente, qualche volta surreali, ma sempre e comunque istruttive. Jodorowsky continua a illuminare.
Martin è un maturo professore e poeta che si è ritirato a vivere ai margini di un bosco: è una nuova stagione della vita, vissuta con consapevolezza e arricchita dai ricordi e dalle conversazioni che Martin intrattiene con il cane Ombra e con molti altri animali bizzarri e filosofi. In questa ... solitudine coltiva la sua passione di studioso per la poesia giocosa e per il Catena, un misterioso poeta locale morto in manicomio. Questa tranquillità, che nasconde però strani segreti, è turbata dall'arrivo di una coppia che viene a vivere in un casale vicino: un mercante d'arte in fuga dalla città e Michelle, la sua bellissima e biondissima compagna. L'apparizione di Michelle, simile a una donna conosciuta da Martin nel passato, gonfia di vento, pensieri e speranze i giorni del buon vecchio professore. Il ritmo del cuore e il ritmo della vita prendono una velocità imprevista. Una velocità che una sera, a una festa di paese, innesca il vortice di un fantastico giro di valzer. Leggende, sogni, canzoni, versi di un poeta che la tradizione vuole folle e suicida, telefonate attese, contattisti rock, cinghiali assassini, visite di colleghi inopportuni, comiche sorprese, goffi corteggiamenti e inattese tentazioni: tutto riempie di nuova linfa una stagione che si credeva conclusa, e che si riapre sul futuro come un'alba. Martin e tutti quelli che lo circondano sembrano chiusi in un bozzolo di misteri: si tratta di attendere la farfalla che ne uscirà.
Dalla Napoli borbonica fastosa e miserabile, passando per la Napoli sfigurata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, fino a oggi, per vicoli e palazzi, umide stamberghe e salotti sontuosi, si dipana il destino dello Scurnuso, "il Vergognoso". È uscito dalle mani sensibilissime dell'orfano ... Sebastiano, ceduto ancora bambino al pastoraio Tommaso Iannacone come risarcimento per un lavoro non pagato. Sebastiano ha disegnato e scavato nella creta il suo amore per il padre adottivo e maestro, perché risuonassero per sempre la musica di quelle dita gentili e lo spasimo della bellezza. Quel miracolo sopravvive nel tempo, attraverso proprietari diversi, nel farsi e disfarsi dei grandi presepi. Passa di mano in mano destando ogni volta uno sgomento segreto. Una sequenza narrativa che ha come protagonista la bellezza stessa, una bellezza umile che dice le ragioni di un durevole incantamento.
Sara è un'antropologa e la passione scientifica l'ha spesso tenuta lontano dalla famiglia. Franco, che pure l'ha molto amata, ha infine scelto una donna più stabile, più confortevole. I figli hanno conquistato a poco a poco una sufficiente autonomia: Matilde è docile, apprensiva, presentissima ... al mondo, vorrebbe prendersi cura di tutti e specialmente di Sara; Alex fa l'antropologo come la madre, ma in Canada, con lei oscilla tra aggressività e indifferenza. Un giorno però Sara se ne va, sparisce. Lascia una lettera, nient'altro. Franco, in attesa della spiegazione che gli è stata annunciata, ripercorre le tappe di un matrimonio che non è mai finito. Alex e Matilde, lontani, si parlano e riannodano i legami dell'infanzia, ricordano il dolore della separazione. Sara intanto vive in un tempo diverso dal loro. Sembra guardarli dall'alto di un passato che è il suo, ma è anche il passato di tutti. Lontana eppure vicina come mai prima, la sua fuga si colma progressivamente di senso e di umana magia. Cristina Comencini scrive la storia di una donna che vuole guardare nel mistero dell'esistere, nei segni che i destini generali lasciano nel cerchio delle famiglie, dentro le rovine che anticipano in realtà una storia nuova.
Autunno, 1998. Emiliano ha diciassette anni quando ottiene una borsa di studio che gli apre le porte di una prestigiosa accademia di tennis negli Stati Uniti. Si ritrova catapultato all'estremità orientale di Long Island. Tutti, qui, sono giovani talenti del tennis, e la competizione è alta. ... Ma ci sono anche feste da organizzare, scorribande notturne e sfide che bisogna vincere a tutti i costi, non solo sulla terra rossa. A sole cento miglia, magnetica e scintillante, New York. D'un tratto l'altra metà del mondo appare a Emiliano lontanissima, quasi irreale, come anche l'immagine di una ragazza minuta, fragile e intelligente - Bianca - che lo sta aspettando. Cresce intanto il vitale rapporto con il compagno di stanza Nuke e l'infatuazione di entrambi per Camilla Banks. Una condivisione che presto diventa conflitto, scontro anche fisico. Molto deve ancora accadere. E il ritorno in Italia per Natale rimette tutto in discussione. Cosa conta di più? Il futuro di una giovane promessa del tennis o la promessa di un amore? La muta lealtà amicale o una nuova maturità? C'è spazio per una vera, profonda educazione sentimentale?
C'è un funerale che si allinea compostamente, governato da donne attive, consapevoli, circondate da uomini spaesati e privi di ruolo. Ma quando al cimitero si scopre che la lapide sborda di qualche centimetro, ecco che i maschi trasformano l'occasione in un insperato cantiere, armati di flessibile ... e di smeriglio. C'è Mira col suo innamorato. Vanno ogni giorno a bere il caffè dal signor Ludden, su un vecchio divano di broccato, davanti alla tv accesa. Ma perché ci sono venti gradi sotto zero a casa del signor Ludden? E poi ci sono il graffitaro, il vecchio Saletti che vuol pregare e non crede in Dio, la devastante happy hour dei signori Mauser e il grande pianto di un bambino per la prima volta di fronte alla morte.
Dopo più di vent'anni il mitico Bar Sport e i suoi magnifici eroi hanno subito le trasformazioni del tempo: la proverbiale pasta Luisona è scomparsa, nel Bar Veramente Fico adesso espongono brioche invisibili a occhio nudo; tra gli avventori nessuno ha più una colorazione naturale, e si possono ... ammirare le abbronzature color albicocca o vitel tonné maschili piuttosto che i color biscotto dei fard e dei Caraibi femminili; nuovi elementi, tra cui spiccano i tristemente noti cellularisti, abilissimi nel rispondere al trillo nelle situazioni più impervie. E poi le evoluzioni delle creature perenni da bar: l'uomo invisibile che passa ore davanti al bancone tentando di farsi servire un caffé, l'incazzato da bar, le vecchiette dell'angolino...
A Chentupedes, un antico villaggio scavato fra i monti di un paesaggio sontuosamente barbarico, la tradizione vuole che i coniugi legati da un vincolo d'amore muoiano insieme, come insieme sono vissuti. Purtroppo non è andata così per mannoi Lisandru e mannai Rosaria Niala. Lisandru è morto ... e Rosaria è così convinta che il Cielo se l'è preso anzitempo che ha continuato ad aspettarlo. Lo ha aspettato così forte che, quando arriva, fantasma acceso da vita che si rinnova, lo accoglie come una moglie accoglie il marito dopo un lungo viaggio. Lisandru è tornato per morire con lei. Ma prima che ciò accada è necessario sbrogliare il filo del passato. Sapere come sono andate le cose. Mettere alla prova la memoria con un'altra memoria, che viene da lontano e si srotola, magica e luminosa, quasi fosse un film, anzi come un vero film, sulle pareti calcinate della cucina dei Niala. I fantasmi, le pantumas, tornano per narrare, come in un racconto infinito, il gesto infinito dell'amore, il sapore dolcissimo del sangue.
L'Italia che cambia degli anni settanta non sembra aver voglia di cambiare in via Icaro 15, Milano. Sì, certo, l'eco arriva anche lì ma Elvira, la portinaia, è, come un secolo prima, alla mercé di inquilini gretti, litigiosi, pettegoli. Un universo di maligne ottusità e luoghi comuni che tuttavia ... diventa teatro del mondo nell'immaginazione duttile e porosa di Chino, il figlio adolescente di Elvira. Quando, al quinto piano, prende casa Amelia Lynd, un'anziana signora dall'incedere altero, maniere impeccabili, madrelingua inglese, Chino ne avverte subito il carisma e ne diventa adorante discepolo. Da dove viene? Cos'ha da nascondere? Qual è il suo segreto? Gli inquilini la mettono al bando, la ostracizzano. Chino si muove, con una sorta di strana ebbrezza, fra i sogni combattivi della madre - diventare proprietaria di uno degli appartamenti abitati dai suoi aguzzini - e le utopie della nuova madre-maestra dalla quale apprende la magia delle parole, le parole che raccontano e le parole che semplicemente dicono. Proprio allora la commedia quotidiana cede al dramma e le vicende di via Icaro e della sua portineria subiscono una fortissima accelerazione. E Chino deve imparare più in fretta, di che passioni, di che ambizioni, di che febbri è intessuta la vita.
In uno stato a metà tra la coscienza e l'incoscienza, l'esperienza del reale e la percezione del sogno, un uomo si trova a mezzogiorno, senza sapersi spiegare come, nella Lisbona deserta e torrida dell'ultima domenica di luglio. Sa di avere delle azioni da compiere, soprattutto l'incontro con ... un personaggio illustre e scomparso, ma non ha idea di come compierle. Si affida così al flusso del caso e seguendo le libere associazioni dell'inconscio si trova a seguire un percorso che lo porta a ricordare (a vivere il ricordo nell'attualità di quella giornata) alcune tappe fondamentali della sua vita, spingendolo a cercare di sciogliere i nodi irrisolti all'origine del suo stato allucinatorio. Il romanzo è stato scritto in portoghese.
"La dismissione" è opera che ha guadagnato nel tempo una bruciante attualità. Vi si leggono le sorti dell'Ilva di Bagnoli e della Napoli operaia attraverso la vicenda di Vincenzo Buonocore, entrato all'Ilva come semplice manovale e diventato, con gli anni, tecnico specializzato alla guida delle ... Colate continue. A lui viene affidato l'incarico di smontare il suo reparto, venduto ai cinesi. Al colpo durissimo reagisce in maniera imprevedibile. In preda a uno stato di esaltazione nevrotica, decide di eseguire il compito assegnatogli con una precisione e un rigore "assoluti". Questa dismissione, dice a se stesso, dovrà avvenire "bullone per bullone", dovrà essere il mio "capolavoro", la prova tangibile del mio genio operaio. La meravigliosa dedizione di Buonocore non cancella il lavoro negato né tantomeno la sconfitta, che è la sua ma anche quella di tutta Napoli e del Paese nel suo insieme. Il romanzo si chiude con un corteo funebre, tanto straziante quanto simbolico, e con il presagio di futuri disastri: dal dilagare della disoccupazione all'imperio di una camorra destinata a non avere più freni. A Napoli si è aggiunta Taranto, ma il quesito rimane lo stesso: perché tanta cieca improvvisazione? La risposta di Buonocore - di tutti i Buonocore d'Italia, vecchi e nuovi - non muta: perché abbiamo un capitalismo straccione e una classe dirigente inetta e famelica.
Una ragazza bonaerense bellissima, destinata a diventare l'Emmanuelle argentina, fugge in Spagna inseguita dai militari. Anni dopo, il cadavere di una barbona assassinata viene ritrovato a Barcellona. Carvalho, insieme al fidato Biscuter, dovrà chiarire inquietanti misteri che coinvolgono il ... giudice Garzón, l'ispettore-semiologo Lifante, tutta una serie di emarginati e un nucleo di alleanze segrete tra diversi stati. La Barcellona crepuscolare del Barrio Chino sta ormai diventando la città del design mentre, un po' dappertutto, nuovi cadaveri spuntano come funghi velenosi. E, sempre presente, il tango. A dieci anni dalla sua scomparsa, torna Manuel Vázquez Montalbán con un romanzo inedito della serie Carvalho, quasi un prologo al "Quintetto di Buenos Aires", ritroviamo qui personaggi, stile e temi ricorrenti nell'opera di Manuel Vázquez Montalbán, come la buona cucina, la figura di Pepe antieroe sexy, o il Biscuter consigliere-intellettuale-modernizzatore.
Un vecchio criminale di guerra vive con sua figlia, divisa tra la repulsione e il dovere di accudire. Lui è convinto di avere per unico torto la sconfitta. Lei non vuole sapere i capi d'accusa perché il torto di suo padre non è per lei riducibile a circostanza, momento della storia. Insieme ... vanno a un appuntamento prescritto dalla kabbala ebraica, che fa coincidere la parola fine con la parola vendetta. Pretesto sono le pagine impugnate da uno sconosciuto in una locanda.
Fin dall'infanzia, il protagonista di questo romanzo rivela un'estrosa inventiva nella ricerca della felicità: e se alle volte, come in occasione della memorabile vincita al casinò di Campione, la fortuna favorisce le sue intuizioni, altre volte è lui a forzarle la mano, per esempio con il ricatto ... innocente grazie al quale entra in possesso dela prima bicicletta a dodici anni. Il romanzo narra le vicende di un talento sempre in lotta con la fortuna, di un personaggio ora candido e sensibile, ora sventato e disonesto sullo sfondo dell'Italia degli ultimi quarant'anni.
Luigi Martinotti lavora in un fast food. Frigge patatine, ma in realtà la sua vocazione, vivissima malgrado l'interruzione degli studi universitari, è quella dello storico. Su un tavolo della Biblioteca comunale consuma tutte le ore di libertà, ricostruendo e interpretando eventi del passato. ... Ci sono momenti in cui riesce addirittura a distinguere, quasi fosse una visione, l'incontro fra Attila e papa Leone. È riuscito anche a elaborare una teoria storica, secondo la quale i mutamenti della società sono il prodotto di una terribile "insofferenza dell'insicurezza", che spinge gli uomini, cambiando continuamente, a inchiodare il mondo in un presente immobile e rassicurante. Anche la quiete apparente di Luigi Martinetti obbedisce a questa legge. La sua sensibilità, sospesa tra aspirazioni intellettuali e esposizione al fallimento, si lascia contaminare dall'imprevedibilità dei rapporti umani, ivi comprese l'intensa relazione sessuale con Antonella, cameriera del fast food, e l'inspiegabile tenerezza per il figlio di lei. Solo l'amico Giuseppe estroso insegnante affetto da una malattia genetica che lo getta in ricorrenti crisi depressive - riesce a tenere accesa la sua vocazione e a comunicargli una sorta di profonda serenità. Quando il fallimento come storico è definitivo, la sua mente vacilla.
1995, campo profughi di Shatìla, Libano. All'ospedale Galilea viene portato, in coma, un anziano combattente per la liberazione della Palestina che in gioventù aveva fatto da padre putativo al medico-infermiere che ora lo assiste, il dottor Khalìl. Rifiutandosi di lasciarlo morire, Khalìl decide ... di curarlo con la terapia della parola e si lancia in un lungo racconto che, coprendo un arco temporale di oltre cinquant'anni, ripercorre la vita dei due uomini ora chiusi nella stanza d'ospedale. Alle tappe del leggendario amore che ha unito Yùnis il fedayin alla moglie rimasta in Galilea e diventata cittadina israeliana "La porta del sole" affianca le vicende di tutta un'umanità che ha subito la Storia senza lasciare traccia di sé. "Bisogna riconoscere ad ognuno il diritto di raccontare la propria storia," scriveva il grande poeta Mahmùd Darwìsh e a quest'imperativo, con mano ferma, "La porta del sole" risponde. Denunciando ogni forma di vittimismo, abbandonando ogni retorica volta a mitizzare eroismo e martirio e ammettendo le debolezze della sua gente senza per questo screditarla, Elias Khoury riesce nella difficile impresa di raccontare i palestinesi in quanto individui e non soltanto la loro causa. Dal romanzo nel 2004 il regista egiziano Yousri Nasrallah ha tratto il film che porta lo stesso titolo.
Si tratta di un monologo che mette in scena l'appassionata esistenza di Frida Kahlo "detta" dalla protagonista dal vertice estremo dei suoi giorni. Mentre corre verso la morte, Frida torna ai patimenti della sua reclusione forzata (ripetutamente ingessata e condannata all'immobilità), ai suoi ... lucidi deliri artistici di pittrice affamata di colore, alla sua relazione con Diego Rivera. In poche pagine c'è il Messico, c'è il risveglio dell'immaginazione, c'è la storia di una donna, c'è la rincorsa di una passione mai spenta per un uomo. La sintesi infuocata di un'esistenza.
Dopo aver perso il padre in quello che ha tutta l'aria di essere stato un doppio suicidio d'amore, Yoshie si trasferisce dalla sua casa di Meguro a un minuscolo e vecchio appartamento a Shimokitazawa, un quartiere di Tokyo famoso per le sue stradine chiuse al traffico, i ristoranti, i negozietti, ... nonché meta degli alternativi della capitale. Qui Yoshie spera, aiutata dall'atmosfera vivace, di superare il dolore e dare una nuova direzione alla sua vita. Un giorno, però, sua madre le si presenta a casa all'improvviso con una borsa Birkin di Hermès e qualche sacchetto. Inizia così una bizzarra convivenza che unisce le due donne lungo il percorso di elaborazione del lutto che le ha colpite, le pone di fronte a verità inaspettate, le aiuta a scorgere fiochi lumi di speranza nel buio di una quotidianità ferita. "Moshi moshi" "pronto" al telefono - è il racconto di una rinascita, la favola delicata e struggente della vita di un quartiere, la storia di una madre, di una figlia, di un grande dolore e di qualche piccola felicità inattesa.
"Venga, le ho detto. Perché? Guardi fuori, è già l'alba. E allora? È ora che lei torni a casa a dormire. Cosa c'entra che ora è, sono mica una bambina. Non è questione di ore, è una questione di luce. Che cavolo dice? È la luce giusta per tornare a casa, è fatta apposta per quello. La luce? ... Non c'è luce migliore per sentirsi puliti. Andiamo". Si incontreranno per tre volte, ma ogni volta sarà l'unica, e la prima, e l'ultima.
La 'ndrangheta ha mangiato il Nord Italia, e ha cominciato a farlo almeno sessant'anni fa nel silenzio generale. Il suo impero invisibile con gli anni ha preso il controllo di un sistema economico che si è sempre voluto ritenere immune. Questo era il teorema: che il Male restasse confinato al ... Sud, alla periferia dell'organismo, in modo da salvare l'intero, da preservarlo. Ma quella raccontata da Giuseppe Catozzella nel primo e unico romanzo-inchiesta sulla 'ndrangheta al Nord è una macchina brutale e intelligente, che per la prima volta vediamo all'opera nei modi quotidiani in cui la violenza e la sopraffazione si mischiano all'astuzia e alla corruzione umana. È una mafia che ci è molto più vicina di quanto immaginiamo. Quella che governa nelle strade, si impossessa dei bar, dei ristoranti e dei locali alla moda, entra nelle aziende pulite e nei cantieri edili, gestisce in monopolio tutto il traffico della cocaina. Giuseppe Catozzella ha seguito Pasquale nel suo percorso criminale di affiliazione a un clan; è stato il compagno di banco di Vincenzo, che comandava la scuola perché appartenente alla cosca che comanda nel nord di Milano; ha amato zia Severina, che ha deciso di morire nel suo bilocale per difenderlo dalle famiglie che rivendono le case popolari; ha spiato il lavoro clandestino dentro i gironi dell'Ortomercato di Milano. "Alveare" è un romanzo-inchiesta sulla 'ndrangheta, inquietante perché non inventa nulla.
“Temo che voi non abbiate abbastanza fede per essere eretico”
L’opera al nero è la storia di un personaggio immaginario, Zenone, medico, alchimista, filosofo, dalla nascita illegittima a Bruges, nei primi anni del Cinquecento, fino alla catastrofe che ne conclude l’esistenza. Il racconto ... lo segue nei viaggi attraverso l’Europa e il Levante, lo vede all’opera nell’esercizio della medicina, sia al capezzale degli appestati sia presso i sovrani, intento a ricerche in anticipo sulla scienza ufficiale del tempo, tra rivolte e compromessi. Zenone ha attraversato il Rinascimento dietro le quinte. Sta tra il dinamismo sovversivo degli alchimisti del Medio Evo e le conquiste tecniche del mondo moderno, tra il genio visionario dell’ermetismo e della Cabala e un ateismo che osava appena chiamarsi tale. Il personaggio si ispira al grande chimico tedesco Paracelso, a Michele Serveto, dedito anche lui a indagini sulla circolazione del sangue, al Leonardo dei Quaderni e a quel filosofo singolarmente audace che fu Tommaso Campanella. Una folla di comparse, mercanti, banchieri, ecclesiastici, operai, donne di ogni livello e condizione si muove tra le pagine di un libro in cui nulla è sacrificato al pittoresco ma nel quale i decenni 1510-1569 ci appaiono in un aspetto nuovo, quotidiano e, al tempo stesso, sotterraneo, attraverso immagini colte dalla strada maestra, dal laboratorio, dal chiostro, dal banco di vendita, dalla taverna e, infine, dalla prigione.
Siamo in Sicilia, all'epoca del tramonto borbonico: è di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso di regime, mentre già incalzano i tempi nuovi (dall'anno dell'impresa dei Mille di Garibaldi la storia si prolunga fino ai primordi del Novecento). ... Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo, lirico e critico insieme, ben poco concede all'intreccio e al romanzesco tanto cari alla narrativa dell'Ottocento. L'immagine della Sicilia che invece ci offre è un'immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica e politica contemporanea.
Jane Austen è una delle poche, autentiche grandi scrittrici che hanno saputo fare breccia nei cuori e nelle menti di tutti i lettori, senza eccezioni. Fra i suoi tanti capolavori, "Orgoglio e pregiudizio" (pubblicato nel 1813) è sicuramente il più popolare e amato: le cinque figlie dell'indimenticabile ... Mrs Bennet, tutte in cerca di un'adeguata sistemazione matrimoniale, offrono l'occasione per tracciare un quadro frizzante e profondo della vita nella campagna inglese di fine Settecento. I destini di Elizabeth, Jane, Mr Bingley e dell'ombroso Mr Darcy intrecciano un balletto irresistibile, una danza psicologica che getta luce sulla multiforme imprendibilità dell'animo umano, specie quando si trova alle prese con l'amore o qualcosa che all'amore somiglia.
lnés de Suàrez nasce all'inizio del Cinquecento in Spagna, figlia di un modesto artigiano di Plasencia. Dotata di un forte temperamento che male si addice alla condizione femminile sottomessa all'autorità del clero e del maschio, lnés sposa contro la volontà della famiglia Juan de Malaga, che ... presto la abbandona per cercare fortuna in America. La giovane non si dà per vinta e, con i soldi guadagnati ricamando e cucinando, si imbarca anche lei per il Nuovo Mondo. lnés affronta le durissime condizioni di viaggio e si difende dai marinai libidinosi. Giunta in Perù, cerca invano il marito; senza più risorse, riprende a lavorare come sarta fin quando incontra Pedro Valvidia, un seducente hidalgo, fuggito dalle frustrazioni di un matrimonio deludente e venuto a combattere per la Corona spagnola. La passione infiamma lnés e Pedro che si mettono alla guida di pochi volontari attraverso un deserto infernale, combattono indigeni incattiviti e giungono infine nella valle paradisiaca dove fondano la città di Santiago. Le tribù autoctone difendono però il loro territorio e si accaniscono contro gli spagnoli, i cui feriti sono curati da Inés e da un'indigena a lei fedele: si rinforza così la fama di strega che la donna si era fatta scovando fonti d'acqua con una bacchetta (arte ereditata dalla madre). Non senza il malcontento di alcuni coloni, cresce la sua autorità a fianco di Pedro, divenuto governatore...
Di Giorgio Bocca sono note la vena polemica e la mordace ironia che puntellano con forza i suoi settimanali commenti sulla situazione politica. Per l'Antiitaliano per eccellenza del giornalismo nostrano è persino facile mettere alla berlina i tanti protagonisti delle vicende nazionali, quando ... si ha alle spalle una conoscenza storica degli eventi di prima mano, come per certi versi testimoniano i tanti libri scritti sulla Resistenza o sui protagonisti del primo dopoguerra, come la sua biografia su Togliatti. In questo libro-antologia è raccolto in modo organico e sistematico il meglio della sua produzione "storica", articoli che a suo tempo hanno rivoluzionato lo stesso modo di fare inchiesta e quindi il giornalismo italiano, quando Bocca si mischiava ai pendolari che al mattino presto si recavano al lavoro nel Triangolo industriale o descriveva gli abbacinanti fasti del Miracolo italiano. Dalla caduta del fascismo alla Resistenza, dall'eredità della dittatura al boom economico degli anni Sessanta, dal Sessantotto al fattore K., dagli anni di piombo alla fine del fordismo, dalle mafie al leghismo e all'ascesa del berlusconismo: tutti i grandi temi storici e civili che hanno contrassegnato la storia nazionale dal secondo dopoguerra sono qui al centro di un libro straordinario, specchio di antichi mali e al contempo di caduche virtù.
Max detesta il Natale e quest'anno, per la prima volta in vita sua, è fermamente intenzionato a lasciarselo alle spalle e a fuggire in un paradiso esotico. Purtroppo, però, ha fatto i conti senza Kurt, il suo cane. Kurt è stato un investimento sbagliato: passa la maggior parte del tempo a dormire ... e, quando si muove, tutt'al più lo fa per sbaglio. A chi affidarlo durante la vacanza? All'inizio Katrin non ha nulla a che spartire né con l'uno né con l'altro. Alla soglia dei trent'anni deve, suo malgrado, sopportare genitori che devono, loro malgrado, sopportare il fatto che lei non abbia ancora trovato l'uomo giusto. Con l'avvicinarsi del Natale e della tradizionale riunione di famiglia, la pazienza di tutti giunge al limite. Di colpo, però, ecco che all'orizzonte spunta Kurt. A Katrin non piacciono granché gli animali, ma a suo padre ancora meno. L'inserzione di Max per un dog-sitter è un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Così in un attimo lei architetta un piano formidabile. Mentre in città la temperatura continua a scendere e la prima neve ammanta di bianco le strade, le vite di Max, Katrin e Kurt si intrecciano inesorabilmente, in un crescendo di sorprese, trovate geniali e battute memorabili. Una nuova e intensa storia d'amore, con il giusto mix di leggerezza e serietà e due indimenticabili protagonisti. Anzi, tre: fare i conti senza Kurt è davvero impossibile.
Il titolo di questa raccolta di reportage sui movimenti rivoluzionari a cavallo tra la fine degli anni sessanta e settanta richiama la figura del sacerdote colombiano vissuto tra i contadini dell'America Latina e che, in sottana e con il fucile in spalla, andò a combattere in un reparto partigiano ... in Colombia, dove morì. Al centro del libro, il tema del sacrificio e la lotta dell'essere umano per la dignità, la figura del ribelle dotato di una ferma convinzione etica. Uscito per la prima volta nel 1975 "Cristo con il fucile in spalla" fu immediatamente acclamato come il libro dell'anno e continuamente ripubblicato. Mai apparso in Italia, fa conoscere gli inediti punti di vista di Kapuscinski, soprattutto noto per i suoi reportage africani, su altre parti del mondo, altre genti, altre tragedie. Sono reportage dal Medio Oriente, dall'Africa orientale e dall'America Latina, di cui sono protagonisti palestinesi, siriani, libanesi, giordani, ebrei, i partigiani del Mozambico e del Salvador, l'ambasciatore della Repubblica federale tedesca in Guatemala Karl von Spreti e, infine, il presidente Salvador Allende e il rivoluzionario Che Guevara, di cui nel 1969 Kapuscinski, aveva tradotto in polacco e pubblicato il "Diario dalla Bolivia". Un'opera chiave del maestro polacco del reportage perché è uno sguardo inedito, e ancora di grande attualità, ma anche perché permette di comprendere la sua visione del mondo, la sua sensibilità sociale e la sua empatia come metodo e attitudine.
"Mosè, primo alpinista, è in cima al Sinai. Inizia così il suo corpo a corpo con la più potente manifestazione della divinità." Erri De Luca racconta l'eroe Mosè con la grazia del grande scrittore che reimmagina, attraverso la Scrittura, la grandezza sofferente dell'uomo alla guida di un popolo ... in fuga. "E disse": con questo verbo la divinità crea e disfa, benedice e annulla. Dal Sinai che scatarra esplosioni e fiamme, vengono scandite le sillabe su pietra di alleanza. Nell'impeto di un'ora di entusiasmo un popolo di servi appena liberati si sobbarca di loro: "Faremo e ascolteremo". Luogo di appuntamento è il largo di un deserto, dove la libertà è sbaraglio quotidiano. Notizia strepitosa: nell'antico ebraico, madrelingua, le parole della nuova legge sono rivolte a un tu maschile. Le donne guardano con tenerezza gli uomini commossi e agitati. Il dito scalpellino che scrive in alto a destra: "Anokhi", Io, è il più travolgente pronome personale delle storie sacre.
Giovane medico del pronto soccorso, Gerard Galvan racconta una folle notte di molti anni prima, quando fra crisi di asma e arti spappolati era stato finalmente notato un uomo seduto su una sedia che ripeteva: "Non mi sento tanto bene". Il malato passa da tutti gli specialisti, convocati d'urgenza ... a risolvere uno dopo l'altro crisi acute di ogni genere: dall'occlusione intestinale all'esplosione della vescica, all'attacco epilettico. Rimasto accanto al suo letto, Galvan si addormenta e al mattino il malato non c'è più. È morto? È sparito? Dove è stato portato? Galvan non sa neppure come si chiama. Nessuno lo sa. Ma il paziente riappare e le cose che dirà e farà saranno per il buon Galvan la fine di un sogno.
È proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, ... Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché "le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere".
Agosto 1938. Un momento tragico della storia d'Europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di Pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. Chi raccoglie la testimonianza di Pereira, redatta ... con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: Sostiene Pereira? Questo non è detto, ma Pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "Lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe.
Il ponte della Ghisolfa è una raccolta di diciannove racconti pubblicata da Testori nel 1958; essa fa parte di un disegno più ampio, una sorta di "commedia umana" dal titolo "I segreti di Milano", "dove tutto - nomi e situazioni, personaggi e ambienti - si tiene, si intreccia e si conferma". ... Nel Ponte della Ghisolfa è rappresentato "il mondo della periferia milanese, popolato di poveri diavoli che tirano la carretta in fabbrica o a bottega ma anche di sfaccendati pronti a tutto, di prostitute e ragazzi di vita, di ladri e macrò con licenza di ricattare se non proprio di uccidere, di aspiranti campioni sportivi e di torbidi nouveaux riches". I personaggi del Ponte della Ghisolfa sono tutti personaggi giovanissimi, operai, baristi, che, nella periferia di una Milano alle soglie del Boom economico, lottano per sopravvivere, vivono nella periferia dai grandi casoni grigi (Roserio, la Ghisolfa, Porta Ticinese), s'incontrano nei bar, frequentano le palestre coltivando la speranza di diventare campioni di ciclismo o di pugilato, passano le domeniche nei "cine" o nelle sale da ballo, s'innamorano.
Il narratore risiede in un villaggio normanno. Nella solitudine brumosa della campagna, in una casa dalle scale scricchiolanti, piena di piccoli notturni rumori, raccoglie materiali documentali sul misterioso popolo dei Gamuna: le fonti maggiori sono le lettere e i taccuini di un amico viaggiatore, ... gli articoli di un aviatore argentino e il diario che una suora vietnamita gli legge quando egli si reca a trovarla al di là della Manica. Gianni Celati dà vita a un romanzo di antropologia fantastica ricreando la storia dei Gamuna, della loro lingua, dei loro costumi, del mistero che li circonda.
Lui è grande e grosso, una matassa di riccioli ingovernabili, e proprio non riesce a stare fermo. Non sopporta i tour operator ma non ama neanche chi si improvvisa avventuriero perché stufo della grande città. Per lui la porta di casa è solo il confine facilmente valicabile tra sé e il mondo. ... Basta un passo e il viaggio comincia. "Mondoviaterra", dice Eddy Cattaneo, "parla di un sogno: fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. In solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall'alto. Pulito, lento e circolare. Un'avventura d'altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta e unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana...". Eddy Cattaneo racconta il suo giro del mondo via terra con orecchie e occhi sempre ben aperti, pronti a cogliere sguardi, suoni, sapori, musiche. Vite. Tutte diverse. Tutte simili.
"Nel millenovecentosessantuno Jurij Gagarin volò nello spazio, e io andai a scuola." Inizia così il primo dei diciassette capitoli con i quali l'istrionico regista Emir Kusturica apre il proprio album di famiglia e racconta la sua storia. Senza risparmiare nessuno, né se stesso né gli altri. ... Ci sono voluti quindici anni per mettere insieme autobiografia, cronaca e storie degne dei suoi migliori film, e raccontare una vicenda autentica, emozionante, sorprendente e provocatoria, nella quale si riflette la storia della seconda metà del ventesimo secolo. L'infanzia, la Sarajevo degli anni sessanta, Tito e Charlie Chaplin, l'amore per la futura moglie Maja e la scuola di cinema a Praga, Fellini, Ivo Andric' e Dostoevskij, i primi lungometraggi - "Ti ricordi di Dolly Bell?", "Papà... è in viaggio d'affari" e "Il tempo dei gitani" -, l'America, Johnny Depp e "Arizona Dream", "Underground" e la guerra, la fine della Jugoslavia e quella di suo padre, la morte di Dio, quella dei rapporti con i vecchi amici e con Sarajevo, Milosevic' e la malattia della madre. Autobiografia di un artista geniale, "Dove sono in questa storia" è sì il "diario politico di un idiota", secondo le parole dello stesso autore, ma soprattutto il racconto sincero della sua storia personale, l'adattamento letterario del film della sua vita.
"Ho preso dalla provincia lombarda cinque anziani signori - due coppie e un vedovo, tutti afflitti da malanni più o meno disastrosi - e li ho portati in vacanza a Nizza. In Jaguar. In un hotel a quattro stelle, con in mano un elenco di ristoranti lussuosi e in tasca un'American Express a credito ... illimitato. Tra i giardini del Cimiez e una clinica privata diretta dal sosia di Daniel Auteuil, con l'aiuto di un romanzo inedito di Frederic Prokosch e di una magica sfera di hashish, Cesare, che racconta la storia, si metterà sulle tracce di Leo Meyer. Lo scrittore che negli anni ottanta ha fatto esordire e ha sostenuto come direttore letterario di una nota casa editrice. Leo, il suo amico della vita. Che dopo anni di misteriosa latitanza riappare lì, a Nizza, gli occhi incavati nel volto malato, sul sedile posteriore di un taxi in corsa. Lo so che alla fine ne è uscito un romanzo struggente, con questi cinque anziani a ricapitolare le loro vite in smobilitazione, mentre provano caparbiamente a riallacciare i fili degli affetti. Ma Cesare è fermamente deciso a non cedere di un'unghia alla malinconia e al rimpianto. Come me, che mentre scrivevo tiravo giù dagli scaffali Wodehouse, Carlo Manzoni, Marcello Marchesi, e facevo esorcismi in forma di battute. Intanto che nel romanzo, questa volta felicemente, il mistero cresceva e la trama si infittiva." (Piersandro Pallavicini)
"A volte azzardare ipotesi è solo un modo di chiarirsi certe domande. È il caso, ad esempio, di questo libro. A leggerlo può sembrare soprattutto una collezione di certezze: ma scriverlo è stato soprattutto un modo di mettere a fuoco dei dubbi. Interrogativi che dovrebbero sorgere spontanei ... in chi frequenta per amore o per mestiere la musica colta: che senso ha ancor oggi parlare di un suo primato culturale e morale? Il modo in cui la si consuma replica anacronistici riti o ha qualcosa a che vedere con il nostro tempo? E la Nuova Musica - totem indiscusso e scomodo - è stata un'avventura intellettuale della modernità o solo una sofisticata truffa? E continuare a scrivere musica oggi, è una cosa che ha un senso o è un esercizio gratuito per pochi eletti stabilitisi fuori dal mondo?" (Dalla Nota introduttiva)
Yuko è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si popola di bizzarre creature. Yuko sta imparando ... ad assegnare un colore a ogni stato d'animo e a ogni emozione; a insegnarglielo è Kyu, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando dal fusto di una pianta fuoriescono degli strani omini verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso istante, Yuko assapora l'incanto sottile del primo amore. Sospesa tra realtà e immaginazione, un'adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande.
"Tutto ciò che sono" è il romanzo di quattro giovani irriducibili che hanno rischiato la vita per allertare il mondo sul pericolo rappresentato da Hitler. Ruth, i cui ricordi hanno la potenza del sogno, Ernst, il leader-artista, la coscienza di un'epoca, Hans, fragile e combattuto, e soprattutto ... Dora, Dora Fabian, un'affascinantissima eroina della Resistenza antinazista, fino a oggi del tutto sconosciuta, una donna moderna, libera e consapevole, così coraggiosa da non riuscire a salvare se stessa. La loro storia è l'emblema della lotta per la libertà di amare, di vivere, di immaginarsi un futuro. Un romanzo di amore, sacrificio e tradimento, una storia incalzante, tragicamente vera, attenta ai dettagli, profondamente intrisa di paura, tristezza, rabbia e ricordi avvolti dalla nostalgia.
Con crudo minimalismo "L'airone" racconta una giornata di caccia di Edgardo Limentani, di cui registra il montare lento e inesorabile del disgusto, del suo orrore sordo per l'esistenza. Siamo nell'inverno del 1947, nelle nebbie della Bassa, il risveglio di Edgardo è all'insegna del fastidio ... per ogni cosa. Il romanzo - in terza persona - accompagna Edgardo nei suoi spostamenti in quella che è l'ultima giornata della sua esistenza, indugiando nel descrivere con tecnica cinematografica i suoi gesti, anche minimi. Tra Ferrara, Codigoro e le rarefatte atmosfere del Po di Volano, Bassani, dopo la città e la campagna circostante, descrive una terra che vive anche sulle acque, in quello che è forse suo romanzo più esistenzialista. "L'airone" è il romanzo del dolore definitivo, di un malessere esistenziale onnicomprensivo che pervade ogni aspetto della realtà: l'individuo, i suoi affetti, le cose, la natura.
"Di questo mondo e degli altri" raccoglie gran parte dei testi dei due libri di cronache scritte da José Saramago tra il 1968 e il 1969 per i giornali di Lisbona "A Capital" e "Jornal do Fundão", e riuniti poi nei due volumi citati, pubblicati rispettivamente nel 1971 e nel 1973. Sono settantatré ... racconti che descrivono quasi tutti episodi di vita reale vissuta da Saramago, in cui il grande scrittore lusitano alterna diversi registri narrativi. I temi spaziano dalle conseguenze del sisma alla sua grande passione per gli animali e per l'ecologia; i nonni analfabeti e pastori di porci; la Rivoluzione dei garofani; l'impacciata foto dei genitori; lui stesso bambino scalzo; la nebbia del mattino; i contadini; il "mare portoghese"; l'arrotino; le persone che poi diventeranno i suoi stessi personaggi... e, naturalmente, Lisbona e il Portogallo. Nei racconti che compongono questo libro c'è il "vivaio" di tutta l'opera a venire del grande premio Nobel portoghese. Era lo stesso Saramago a ripeterlo frequentemente: "Là dentro c'è già tutto".
Otto monologhi al femminile. Una suora assatanata, una donna ansiosa e una donna in carriera, una vecchia bisbetica e una vecchia sognante, una giovane irrequieta, un'adolescente crudele e una donna-lupo. Un continuum di irose contumelie, invettive, spasmi amorosi, bamboleggiamenti, sproloqui, ... pomposo sentenziare, ammiccanti confidenze, vaneggiamenti sessuali, sussurri sognanti, impettite deliberazioni. Uno "spartito" di voci, un'opera unica, fra teatro e racconto. Una folgorazione. Tra un monologo e l'altro, sei poesie e due canzoni.
A Paolo Borsellino, spazzato via venti anni fa da un'autobomba sotto casa di sua madre, in via D'Amelio a Palermo, piaceva citare dal Giulio Cesare di Shakespeare la frase secondo cui "è bello morire per ciò in cui si crede. Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola". ... Il fatto è che l'omicidio di Borsellino è ormai diventato uno di quei buchi neri della storia italiana, simile in questo al rapimento Moro, in cui come in un gorgo si annodano e si raccolgono tutti i misteri, i protagonisti, le inconfessabili verità di un paese che ha sempre avuto molto da nascondere, in primo luogo a se stesso. "Questo è stato il destino del nostro eroe; e l'Italia non è un paese per eroi. La ricerca della verità sul suo assassinio implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile ormai che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa (i luoghi, i palazzi di giustizia, i contesti) con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla. E dunque, diventa un'impresa quasi impossibile." Ma quello che è possibile fare è mettere insieme tutti i pezzi, ripulirli a uno a uno e metterli nell'ordine giusto, per raccontarli a chi li ha dimenticati, o li ricorda solo confusamente. Questo è ciò che Enrico Deaglio ha fatto in questo libro. Con una nuova introduzione dell'autore.
Dice Antonio Tabucchi: "Sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi è sempre parsa stolta. Sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull'amore". Eppure, in "Viaggi e altri viaggi" ci sono i luoghi del mondo, un mondo sufficientemente ... grande per non essere quel "villaggio globale" che vorrebbero i sociologi e i mass media. Vi entrano "alla rinfusa" la Lisbona di Pessoa, il Brasile distante dalle mete obbligate di Congonhas do Campo, la Madrid dell'Escorial, il Jardin des Plantes a Parigi, l'Australia di Hanging Rock, la Séte di Paul Valéry, e poi Creta, la Cappadocia, Il Cairo, Bombay, Goa, Kyoto, Washington. Tabucchi ci accompagna con sovrana gentilezza a conoscere e a riconoscere i luoghi di una mappa singolare, certo, ma condivisibile attraverso la lingua familiare del racconto. Una mappa che si apre volentieri ad "altre" forme di viaggio la rassegna delle città fantastiche degli scrittori, le letture di Stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del Beato Angelico, le montagne di Eça de Queirós, l'Egitto di Ungaretti, l'evocazione dell'Amazzonia attraverso un grande libro come Il ventre dell'universo. Nell'uno e nell'altro caso - nei viaggi effettivi e in quelli evocati dalla letteratura - Tabucchi ci invita a vedere e a restare, a muoverci e a ritornare. Ogni volta l'appuntamento è una sorpresa, perché il mondo è sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri.
Tra il pamphlet e il saggio di costume, "Il lavoro culturale" ripercorre le tappe di formazione di un intellettuale della provincia grossetana tra l'immediato dopoguerra e gli anni cinquanta, quando mezza Italia, fondava cineclub e circoli di cultura, analizzava problemi e progettava saggi sulla ... struttura culturale italiana.
Giuseppe Culicchia torna a rendere giocoso omaggio alla sua città, Torino, da sempre presente in un modo o nell'altro nei suoi libri, attraverso il canto del suo monumento simbolo: la Mole Antonelliana. Lo fa dando la parola al genio visionario di chi la concepì e le donò il nome, l'architetto ... Alessandro Antonelli. Un personaggio che attraverso un monologo teatralmente fluviale, intervallato dal coro formato da una coppia di turisti nella Torino contemporanea, ci fa toccare con mano l'ambizione che lo spinse a progettare il suo capolavoro e l'ostinazione con cui lo realizzò malgrado la ristrettezza di vedute di committenti e amministratori. Il tono è freneticamente creativo, postmoderno nel suo urlare "Voglio una Mole sopraelevata / Voglio una Mole come in Blade Runner / Voglio una Mole esagerata / Voglio una Mole come Daryl Hannah", ma allo stesso tempo fedele allo spirito di quello che lo stesso Culicchia chiama "un genio del tutto fuori sincrono rispetto ai suoi contemporanei, ma anche un noto caratteraccio".
"La vita agra" segnò per Luciano Bianciardi il momento dell'autentico successo, un successo che non tardò a fare entrare in sofferenza un intelletto indipendente come il suo. Il romanzo, ampiamente autobiografico, vede il protagonista lasciare la provincia e con essa la moglie e il figlioletto ... per andare a vivere a Milano. L'intento iniziale è far saltare un grattacielo, per vendicare i minatori morti in un incidente causato dalla scarsa sicurezza sul lavoro (il riferimento è all'incidente alla miniera di Ribolla del 1954, in cui persero la vita quarantatré minatori). Ma il protagonista vive in perenne bilico fra voglia di far esplodere il sistema e desiderio di esserne riconosciuto... A cinquant'anni dalla prima pubblicazione nel 1962, "La vita agra" resta uno sguardo sulle conseguenze umane e sociali del boom economico italiano, ricco di una scrittura irrequieta, precisa, impossibile da imbrigliare. Al romanzo si ispirò il celebre film "La vita agra" di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi che interpretava il Bianciardi/protagonista.
“Brillat-Savarin è stato per noi una scoperta recente. Avevamo già deciso di scrivere un libro di cucina per esprimere la profonda gioia che ci dà il cucinare e il grande conforto che ne abbiamo tratto vivendo all’estero. Volevamo celebrare la gastronomia e i piaceri dei sensi che si incontrano ... nel preparare il cibo, nel servirlo e nel mangiarlo. Cucinato, condiviso, consumato da soli, regalato; occasione d’incontro, simbolo di appartenenza a gruppi e a religioni, nutrimento del corpo e della psiche, il cibo è potentissimo antidoto contro l’isolamento e la tristezza. Ce ne siamo rese conto quasi per caso. Rosario, da bambina, nella cucina di casa si incantava a osservare la trasformazione degli ingredienti in pietanza; da adulta, all’estero, cucinava per mantenere la propria identità e ha cominciato ad apprezzare dettagli che danno piacere, come organizzare e riordinare la dispensa, fare la spesa nei mercati del quartiere e cucinare con i fiori del terrazzo. Molte alunne della sua scuola di cucina londinese frequentano i corsi da anni, perché hanno imparato che cucinare aiuta a stare meglio. Simonetta, cuoca per tradizione familiare e per necessità, ha sperimentato attraverso le vicissitudini della vita il valore catartico della cucina. Per lei, la cucina e la tavola, oltre a essere elementi fondamentali dell'esistenza, costituiscono un trionfo dei sensi, della bellezza e dell’ospitalità.” Simonetta Agnello Hornby e Maria Rosario Lazzati.
Pino Cacucci, da ormai un quarto di secolo, raccoglie storie di eroi e ribelli, lotte e ingiustizie, registrando e dando conto dei propri vagabondaggi. In questo libro, che è in qualche modo una summa di emozioni e riflessioni squisitamente cacucciane (gli articoli qui raccolti sono stati pubblicati ... per la prima volta in Un po' per amore e un po' per rabbia), c'è tutta la passione di Cacucci per il mondo e per la letteratura, per le idee e i paesaggi del nostro paese e degli altri. E c'è tutta la sua indignazione per i guasti della società civile e politica, per i paradossi della realtà sociale, per le ferite non chiuse della Storia. Tre le sezioni che compongono il volume: Leggere per r/esistere, materiali diversi sui suoi scrittori preferiti e recensioni; La memoria non m'inganna, ricordi di persone, personaggi ed eventi degli ultimi vent'anni; Varie ed eventuali, raccolta di scritti "inclassificabili", dal cinema alla musica, fino a un primo e inedito racconto. Un caleidoscopio di esperienze, di piccole e grandi storie.
A Faguas, un paese immaginario del Centro America, si consumano giochi di potere e corruzioni politiche, rocamboleschi abusi e fantasiose depravazioni. E allora, quando proprio non se ne può più di tutti questi eccessi, dopo aver smascherato un noto magistrato che si è fatto montare in salotto ... una costosissima cella frigorifera per metterci un pinguino importato di contrabbando e organizzarci delle orge con gli amici politici, la giornalista super sexy Viviana Sansòn e le sue tre amiche del Club del Libro fondano il partito femminista della Sinistra Erotica, che stravince le elezioni e ribalta la vita, la società e l’economia del paese. Grazie all’aiuto del vulcano Mitre, le cui esalazioni durante l’ultima eruzione hanno ridotto gli uomini senza testosterone, il nuovo governo può varare il suo programma: gli uomini a casa e le donne al lavoro! Ma ecco che a pochi mesi dalla sua nomina, durante un comizio, la quarantenne e seducente presidentessa Viviana Sansòn è vittima di un attentato. Mentre il capo di stato giace in coma in un letto d’ospedale con una pallottola conficcata nel cranio, sarà il neoministro della Difesa, Rebeca los Rìos, a occuparsi di risolvere il caso e di sedare le sommosse degli uomini, che scendono in strada a manifestare per riconquistare il loro potere nel paese delle donne. Chi si cela dietro l’attentato della presidentessa? Sarà Dionisio, l’autista dei ricchi, che la mattina vede la Vergine piangere nel suo lavandino perché le femministe stanno violando le consolidate leggi patriarcali? O si tratta di un complotto più grande e ancora tutto da svelare?
"Evocando i miei ricordi dovrò necessariamente parlare delle mie opinioni, dei miei gusti, delle mie preferenze e dei miei odi. Ma so fin troppo bene quanto tali sentimenti mutino con il trascorrere del tempo. [...] Oggi mi accingo a questo lavoro con il proposito di presentare al lettore la ... mia vera immagine e dissipare tutti i malintesi che sono sorti attorno alla mia opera e alla mia persona [...]. La maggior parte delle persone ama la musica in quanto si propone di trovarvi delle emozioni quali la gioia, il dolore, la tristezza, un'evocazione della natura, lo spunto per sognare o ancora l'oblio della 'vita prosaica'. Vi cerca una droga, un doping. Non ha importanza se questo modo di capirla venga espresso direttamente o attraverso un velo di circonlocuzioni artificiose. Sarebbe ben poca cosa la musica, se fosse ridotta a una simile destinazione. Quando la gente avrà imparato ad amare la musica in sé e per sé, quando l'ascolterà con un altro orecchio, il suo godimento sarà di un ordine ben più elevato e più potente e tale, allora, da permetterle di giudicare la musica su un altro piano e di rivelarle il suo intrinseco valore."
Sono le dieci di sera, dentro e fuori del Museo di Anne Frank, ad Amsterdam. Per tutto il giorno, come ogni giorno dell'anno, migliaia di persone si sono assiepate davanti alla casa nascondiglio di Anne Frank, per poterla visitare. Sono turisti da tutto il mondo arrivati fin lì con le guide ... in mano: bambini che reclamano i mulini a vento invece del solito museo, adolescenti annoiati, maestre di scuola con in borsa il diario più popolare del mondo, famiglie, single, cani sciolti. Sono le dieci di sera, e si avvicina l'ora della chiusura. Uno dopo l'altro, i visitatori si avviano verso l'uscita, mentre una voce, in tutte le lingue, avvisa la gentile clientela che è giunto il momento di recuperare giacche e borse e avviarsi verso la porta che si affaccia su Prinsengracht 263. Eppure, nonostante i richiami, ci sono tre persone che non raggiungono l'uscita. Sono un padre e una bambina che si sono persi, e un ragazzo arrabbiato con i genitori e col mondo. Le porte si chiudono, e loro restano lì, dentro quel posto in cui si è nascosta la Storia, e in cui ora sono loro a essere intrappolati. Soltanto loro tre, tra i fantasmi di ieri e le loro presenze in carne e ossa di oggi. E la notte sembra non finire mai. Con l'adattamento di Sergio Ferrentino.
Diciannove capitoli, diciannove quadri strettamente correlati. Tutto inizia con l'inquietante tensione de "L'orazione funebre", che ci fa entrare nella vita di una bambina sveva che assiste al funerale del padre. Ne "Il bagno svevo" conosciamo tutta la famiglia: il bambino più piccolo, la madre, ... il padre, la nonna, il nonno, che approfittano dello stesso bagno caldo, dello stesso sapone, per lavarsi, uno dopo l'altro, per poi sedersi a vedere il film del sabato. Completa il quadro "La mia famiglia", dove l'autrice approfondisce ognuno dei personaggi e traccia il loro albero genealogico. Queste tre prime scene sono il preambolo di "Bassure", il capitolo più lungo. La natura si fa protagonista, con un'infinità di elementi e personaggi che formano il quadro più colorito dell'opera, per manifestare la sofferenza, l'isolamento e l'abbandono in cui versano la sua famiglia e il villaggio svevo. Per essere ancora più chiara, la bambina racconta il lavoro del padre in "Pere marce". La ritroviamo mentre balla in "Tango soffocante" e, convertita in adolescente, balla anche ne "La finestra". Apparirà ne "L'uomo con la scatola di fiammiferi". Racconta le vacanze dei genitori al mare, parla della sua solitudine, della successione dei dittatori, degli assassini della mafia, fino a descrivere in un "Giorno feriale" la sua vita in fabbrica. Una storia di sofferenza, isolamento, abbandono. Il libro d'esordio di Herta Müller in una edizione rivista e corretta dall'autrice premio Nobel per la letteratura 2009.
"Mi son ricordato di una cosa che ho imparato dai vecchi: falli parlare di quello che veramente conoscono e amano, e capirai cosa pensano del mondo. Io di cose che conosco davvero, e amo senza smettere mai, ne ho due o tre. Una è i libri. Mi è venuta un giorno questa idea: che se solo mi fossi ... messo lì a parlare di loro, prendendone uno per volta, solo quelli belli, senza smettere per un po', be', ne sarebbe venuta fuori innanzitutto una certa idea di mondo. C'erano buone possibilità che fosse la mia." (Alessandro Baricco)
Questo libro di Dario Comini è un invito generoso a visitare il suo laboratorio. E, una volta varcata la soglia del bancone del bar, è un ordine bonario a impugnare uno shaker, guardare sferificarsi una molecola, addensare un Jelly, disidratare l'assenzio e sorbire un Umami per gustare la varietà ... dei sapori che può offrire. Come tutti i veri maestri, Comini, oltre a essere uno dei più quotati barman al mondo, è anche un profondo conoscitore delle leggi chimiche e fisiche per cui i suoi cocktail sono diventati dei veri e propri cult. In questo prezioso invito a bottega è quindi inclusa una serie di lezioni su come la cucina molecolare ha rinnovato e arricchito l'arte della miscelazione tradizionale con conoscenze, ingredienti e processi nuovi. Scoprirete perché un'Aria è così lieve, una Biosfera così profumata e un Drop così gradito agli ospiti, che potranno realizzare il proprio personalissimo cocktail miscelando gli aromi a disposizione. La visita al laboratorio di Dario Comini potrebbe quindi trasformarsi in un vero e proprio apprendistato, in cui il discepolo finisce per padroneggiare tutti gli strumenti appresi o addirittura superare il maestro (l'autore sarebbe entusiasta dei vostri prodigi). Oppure potreste sfogliare queste pagine e godervi lo stupore nel seguire l'evoluzione cangiante di un universo senza confini. Perché, anche nel mondo dei cocktail, "tutto cambia continuamente", quindi non è mai opportuno porre freni alla curiosità.
Nicola è un giovane studioso. Ha una laurea italiana e un dottorato americano. Tutto ciò che desidera è concentrarsi sulle sue ricerche, condividerle con altri studiosi, trasmettere ai più giovani ciò che ha imparato dai suoi maestri. Ma in Italia non è possibile. Perché l'università italiana ... è sempre meno il luogo della ricerca, dell'insegnamento, della trasmissione del sapere. Nell'università italiana non governano il merito e la competenza. Nell'università italiana governano i "Baroni": uomini di potere abituati a gestire l'Accademia come un giocattolo personale, a premiare la fedeltà anziché la libertà, a preferire un mediocre candidato "locale" a un ottimo candidato "esterno". In barba all'interesse degli studenti e anche all'interesse generale. Questo libro è un documento unico. È una denuncia e una confessione. Ma soprattutto è una storia vera: il racconto paradossale e a tratti kafkiano di dieci anni passati a barcamenarsi tra concorsi veri o fasulli, promesse fatte e non mantenute, vessazioni inutili, cose non dette o cose mandate a dire. Dove tutto conta tranne ciò che dovrebbe contare: l'originalità della ricerca, la dedizione all'insegnamento. Il lieto fine è purtroppo amaro. Perché Nicola diventa professore a Oxford, dove vince un concorso pur non avendo conoscenze. E l'Italia perde l'ennesimo "cervello", l'ennesimo studioso regalato a un paese che non ha speso nulla per formarlo ma che ne sa mettere a frutto doti e lavoro.
La figura di Garibaldi ovvero l'incarnazione della contraddizione. Amato e odiato, celebrato e vilipeso, emulato e disprezzato; il susseguirsi e il sovrapporsi di opposti atteggiamenti testimoniano l'esistenza di diversi Garibaldi: c'è un Garibaldi "di destra" e un Garibaldi "di sinistra", un ... Garibaldi "nazional-fascista" e un Garibaldi "brigatista ante litteram". Ecco perché Mario Isnenghi prova oggi a rileggere la vicenda di Garibaldi alla luce del nostro contraddittorio e conflittuale presente. Il Garibaldi di Isnenghi, dunque, è innanzitutto il fondatore dello stato, capace di accettare pro tempore che lo stato sia monarchico pur non nascondendo di preferirlo repubblicano. E cento anni dopo, nel 1946, l'Assemblea costituente repubblicana segna la vittoria di Mazzini e di Garibaldi. In secondo luogo, Garibaldi è il fondatore dello stato con la partecipazione attiva e critica di cittadini non più sudditi, che si mobilitano e fanno politica. Garibaldi è infatti un grande internazionalista libertario, e non un semplice nazionalista. Ecco uno dei tanti lati in ombra che Isnenghi tratteggia in queste pagine: la portata internazionale e internazionalista di Garibaldi.
Miles Davis (1926-1991) è uno dei massimi protagonisti del jazz moderno e contemporaneo, e in senso generale di tutto il Novecento sonoro. Non c'è novità stilistica che non l'abbia visto fra i principali protagonisti, se non fra gli ideatori. Davis è stato un maestro della tromba, che suonava ... con lirismo incomparabile, e un improvvisatore di genio assoluto; un uomo dal talento sconfinato ma anche dal carattere difficile, ambizioso ed esigentissimo; un collezionista di donne bellissime e intense, ma anche una persona profondamente legata alle sue radici afroamericane. È stato un punto di riferimento della vita jazzistica, e più in genere musicale e sociale, dal dopoguerra all'epoca della collaborazione con Gil Evans e John Coltrane, dagli anni del jazz-rock alla sua finale assunzione in una sorta di pantheon mediatico. Questo libro è lo strumento ideale per carpirne i segreti, apprezzando tutte le sfumature del suo talento e della sua straripante umanità.
Martin Luther King è stato uno dei principali simboli della lotta afroamericana per i diritti civili. In questa raccolta di citazioni, curata dalla vedova King, viene chiarito il punto di vista del leader nero su questioni, tuttora attualissime, come il razzismo, i diritti civili, la giustizia, ... la libertà, la fede e la religione, la non violenza e la pace. Sono poi riportati brani dei discorsi più celebri: "I've Been to the Mountain Top", l'ultimo prima di morire, a Memphis nel 1968, e "I Have a Dream", a Washington nel 1963, oltre alla proclamazione del Martin Luther King Day da parte del presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan nel 1986.
"Ogni volta che torno in Sicilia da qualche parte dentro di me continuo ad arrivare in Sicilia per la prima volta, bambino, negli anni settanta". Questo è il racconto del viaggio del Culicchia bambino, un viaggio che prepara mesi prima, dopo aver "ascoltato" la Sicilia attraverso le favole - ... "la favola del nonno, la favola della nonna, la favola dei cavalli da corsa, la favola della maestra severa, la favola delle sfilate in uniforme da Ballila. E poi c'era la mia favola preferita, e cioè la favola dei due soldati dell'Afrikakorps" - e averla "vista" dalle sbiadite foto in bianco e nero. Ed ecco allora l'arrivo alla stazione di Torino, il treno che taglia di netto l'Italia, la nebbia che dirada, i paesaggi al di là del finestrino, le prime avvisaglie di odori e colori. Quando il piccolo Giuseppe arriva in Sicilia, le fiabe prendono vita, i racconti diventano volti, città, parole. Palermo, Trapani e finalmente Marsala, dove i parenti lo accolgono con una frase che diventa formula di rito - "Ma tu Peppe sei! Peppe come tuo nonno Giuseppe Culicchia! Pippinu! Pippinu Piruzzu!". L'orizzonte si allarga sul mare e Torino sembra appartenere a un'altra vita. Giuseppe Culicchia mette in gioco la propria memoria e si affida allo sguardo di un bambino - innocente, curioso, pieno di meraviglia - per raccontare un viaggio che non ha ancora terminato.
Lo sfondo, sempre presente, è la Milano di un tempo, fragile e fortissima, nucleo pulsante del cambiamento del paese. Su questo palcoscenico un professore di liceo appassionato di enigmistica muore improvvisamente. Oppure, mentre fuori cade fitta la neve, viene ritrovato il corpo di un vecchio ... adagiato sulla poltrona di casa. O ancora esaminiamo una foto in bianco e nero della recinzione che divideva Italia e Svizzera durante la guerra. Poche immagini e il mondo che ruota attorno al maresciallo dei carabinieri Pietro Binda appare subito vivido, così come gli intrecci semplici ma travolgenti con i quali Piero Colaprico e Pietro Valpreda ci mostrano come si svolge un'indagine.
Ecco l'atteso seguito di "Kitchen Confidential". Dieci anni dopo la pubblicazione del libro in cui venivano rimarcate le idiosincrasie e i pericoli che si nascondevano nell'andare a cena fuori, molte cose sono cambiate nella sottocultura degli chef. Con il suo stile sempre graffiante, Bourdain ... mostra quello che si cela nelle cucine, racconta l'attuale pessimo stato della ristorazione, e infine descrive alcuni dei grandi nomi del mondo culinario: David Chang, la giovane superstar che ha radicalizzato in questi ultimi anni il paesaggio della cucina (unendo a quello europeo il gusto asiatico), e la tanto venerata Alice Waters, la cuoca californiana che è riuscita a far seminare un orto nella Casa Bianca a Michelle Obama. Il riflesso della crisi economica sul mercato e sugli obiettivi dei grandi cuochi diventa occasione per una valutazione attenta dell'industria culinaria, tra cui l'hamburger e la cultura alimentare che lo sostiene, la pessima qualità della carne e le sue conseguenze sulla salute umana. La conclusione a cui giunge Bourdain è pertanto "meno carne ma carne migliore", ma pur sempre condita dal suo inarrivabile sarcasmo acido.
Cosa sta succedendo nel parcheggio sotto la grande quercia al centro della Metropoli? È il territorio del Mario, parcheggiatore abusivo che esercita la sua professione seguendo un'etica del tutto particolare. Il diritto a sostare nelle linee blu va meritato e per ottenere la possibilità di lasciare ... ferma la vettura non basta un gratta e sosta, è necessario superare una prova. Oggi però oltre al traffico d'auto di tutti i giorni c'è anche una concentrazione umana insolita. La giovane Olga dalle grandi forme, sarta alla Scala, il Bancario cialtrone, che tiene per il guinzaglio la vita di molti, la Bellezza Ordinaria, sempre a dieta anche cerebralmente, e il proprietario del Suv, alto un metro e cinquantacinque e accompagnato da un alano-nano. Un poliziotto li sta interrogando, ma a qualcuno le regole vanno strette, nella vita come sulla strada... Una storia potente e originale, accompagnata dall'adattamento in forma di audiodramma a opera di Sergio Ferrentino, al cuore di uno spettacolo teatrale di grande successo. Perché le grandi storie sanno vivere più di una vita.
Prima metà del diciannovesimo secolo. Sullo sfondo di un'Italia che non è ancora una nazione, quattro giovani si muovono alla ricerca di un mondo migliore: un orfano spronato dalla semplicità che è dei contadini e dei santi; una donna, sensi all'erta e intelligenza acuta, avviata a diventare ... una spia; un pittore di lascive signore aristocratiche che batte la strada nuova della fotografia; e il Generale Garibaldi visto con gli occhi innamorati della splendente, sensualissima Aninha. Siamo di fronte a un'opera che si muove libera nella tradizione narrativa otto-novecentesca, europea e americana. Racconta, esplora documenti, inventa, gioca e tutto riconduce, con sicuro talento, a un solo correre fluviale di storie che si intrecciano e a un sentimento che tutte le calamita. Alessandro Mari scrive un romanzo sulla giovinezza. La giovinezza del corpo, della mente, di una nazione. Una grande storia popolare.
"Pagine in forma di round, perché la boxe è un po' la metafora della vita. Un incontro dopo l'altro. Il gong e ancora il gong, e noi sempre più suonati, destinati tutti a diventare vecchie glorie, orfani dei riflettori della nostra gioventù." Vinicio Capossela e Vincenzo Costantino "Cinasky" ... in un libro a quattro guantoni in forma di round. Due amici, due "compagni di sbronze" - Mr Pall e Mr Mall -, complementari e indivisibili come la scritta sul pacchetto di sigarette, alle prese con l'epica della quotidianità. Ubriacature e abbandoni, solitudine e vagabondaggi notturni, scorribande negli ipermercati e vecchie auto scassate e, su tutto, l'amicizia che sempre salva e tiene a galla.
In una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti l'onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un "negro" accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l'innocenza, ma l'uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l'episodio centrale del ... romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell'infanzia che è un po' di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte.
Il volume raccoglie 19 racconti e un poemetto in versi. Cinque sono apparsi nella piccola raccolta "I colpi dei sensi" (Fahrenheit 451, Roma 1993). In questa sequenza di racconti esiste un motivo conduttore: l'insistenza degli affetti e della memoria, l'ossessione di una felicità che trova condivisioni ... e coerenze e che prova di volta in volta a chiamarsi amore, comunismo, giustizia. Infatti, "Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato".
Può un uomo qualunque sopravvivere all'inferno? Falconer è un viaggio nell'abisso, un biglietto di sola andata verso una realtà distorta che cambia dall'interno chi varca la sua soglia. Ezekiel Farragut ha quarantotto anni e insegna all'università. È un genitore affettuoso e un marito fin troppo ... mansueto. Ma il suo idillio medioborghese si sbriciola quando viene condannato per avere ucciso il fratello. Si spalancano per lui le pesanti porte del carcere di Falconer. Da quel momento non sarà più Ezekiel Farragut ma il prigioniero 734-508-32. La dipendenza dall'eroina e una peccaminosa relazione che intreccia con un compagno di sventure lo rinchiuderanno in una solitudine invincibile - ancor più di quanto non sappiano fare le sbarre del carcere. Un romanzo concentrato e potente, la lotta di un uomo per mantenere la sua umanità in un abisso popolato dai fantasmi della propria interiorità e dei propri vizi. Prefazione di Goffredo Fofi.
"Ho passato tanti anni a chiedermi perché non ho mai smesso di scrivere questi quaderni. Adesso lo so: perché amo la mia vita e non voglio rischiare di dimenticarlo mai." Si conclude così il lungo diario che nel 2010 Tiziano Ferro sceglie di aprire ai fan, trovando una difficile misura tra sincerità ... e pudore, malinconia e spensieratezza, entusiasmo e disincanto. Era il 20 febbraio, la vigilia dei suoi trent'anni e di una nuova stagione della vita da affrontare finalmente a viso aperto. Questo nuovo diario riprende la cronaca dei giorni proprio lì dove si era interrotta per raccontare dal di dentro l'esperienza catartica della scrittura, la nascita di un disco e la sofferta ricerca - su una strada non sempre lineare - dell'equilibrio interiore. Ma soprattutto, la conquista di una nuova, esaltante, decisiva consapevolezza: l'amore è una cosa semplice.
"Chi salirà nel monte di Dio? Chi ha le mani innocenti e il cuore puro." Un quartiere di vicoli a Napoli: Montedidio. Un ragazzo di tredici anni va a bottega da Mast'Errico, il falegname. E' l'inizio della sua vita nuova, la vita che a sera, a casa, in una casa vuota per l'assenza del padre ... e per la malattia della madre, il ragazzo va scrivendo su una bobina di carta avuta in regalo dal tipografo di Montedidio. Ha anche un altro regalo, che porta sempre con sé, un "bùmeran", un legno nato per volare che il padre ebbe a sua volta da un marinaio di passaggio. Così passano i giorni: Mast'Errico gli insegna il mestiere e Don Rafaniello, uno scarparo che Mast'Errico tiene ospite a bottega, gli insegna a pensare sugli uomini e sulle cose.
Una nuova storia degli Stati Uniti aggiornata, agile ma esauriente, che copre l'intero arco temporale del percorso storico statunitense e si sofferma su tutte le grandi questioni sociali e politiche che l'hanno contrassegnato, dedicando particolare attenzione agli avvenimenti che hanno animato ... la storia americana della seconda metà del Novecento e del primo decennio del XXI secolo, fino agli sviluppi più recenti. In cosa gli Stati Uniti si sono subito identificati come "diversi dall'Europa"? In che modo percepiscono e perseguono il loro "destino manifesto"? Quale ruolo ha avuto, per altro verso, il Vecchio Continente nel loro sviluppo? Nell'epoca delle sfide globali, comprendere i nodi fondamentali dell'essenza degli Stati Uniti aiuta a capire anche le grandi linee di tendenza della loro politica internazionale che tanto ha influenzato, e influenza, la vita di tutti.
Gaia Convento Bruni è una donna con le idee chiare. Si è creata una sorta di mondo perfetto dove gestisce con mano ferma marito e figlio e il ruolo della famiglia in paese. Si ritiene una persona di buon senso e non si ferma di fronte a nulla pur di evitare che qualcosa possa turbare la quiete ... della sua esistenza. Quando scopre che il marito vuole lasciarla per un'altra, Gaia non si dispera ma reagisce per salvare il suo matrimonio. Non tanto perché ami alla follia il marito, ma perché nella sua visione del mondo la separazione non è ammessa. I progetti di vita reali sono stritolati dalle convenzioni e le persone cercano alternative nella doppiezza, nel replicare clandestinamente affetti e relazioni per reggere la condanna a un'ineluttabile infelicità. Gaia ne è consapevole ed è convinta che imporre il suo modello sia l'unica maniera per salvare le persone che ama. Il problema è che Gaia non fa sconti e soprattutto non si rende conto di essere circondata da vittime, anche se non del tutto innocenti. Famiglia, amiche e amici. E amanti. Questo è il mondo che Gaia riunisce nel suo giardino per testimoniare al paese la perfezione del suo modello.
Ciò che origliamo da dietro la porta può, a volte, cambiare per sempre la nostra vita. Il protagonista di "Dietro la porta" vive a Ferrara e frequenta la prima liceo fra il 1929 e il 1930. Una singolare polarità oppone due suoi compagni di scuola: l'impeccabile, studiosissimo Carlo Cattolica, ... "perfetto in tutto", ammirato e invidiato, e l'insinuante Luciano Pulga, povero e strisciante. Essere amici di Cattolica sarebbe volare troppo vicino al sole, mentre la sgradevole frequentazione con Pulga si trasforma gradatamente, per il narratore, in un'intima amicizia, quasi un contagio. Carlo però gli tende un'insperata mano da amico, proponendogli di far cadere il suo falso amico in una trappola: nascosto dietro una porta potrà ascoltare, non visto, tutte le cattiverie che Pulga dirà su di lui...
I "Medici con l'Africa" del Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti e Medici Missionari) si spendono dal 1950 per il diritto fondamentale alla salute e l'accesso ai servizi sanitari. Il Cuamm oggi è presente in sette paesi: Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Sudan, Tanzania e Uganda. L'incontro ... tra il Cuamm e Paolo Rumiz è la scintilla da cui nasce questo libro. C'è uno scrittore-viaggiatore che si innamora del progetto, parte per l'Africa e osserva un'altra Italia in azione. Si sofferma sulle donne e sugli uomini non solo medici - che con le famiglie decidono di vivere e lavorare nei villaggi e nelle città dove opera il Cuamm. Quali sono le loro storie? Come è cambiata la loro vita? Qual è la radice del loro impegno? È l'occasione per indagare e raccontare un mondo poco conosciuto, composto da singolari emigranti, professionisti che si sradicano dall'Italia con le proprie famiglie per trapiantarsi in contesti disagiati, spesso pericolosi, sempre impegnativi. Sono storie particolari, a volte uniche, che connettono il Nord e il Sud del mondo. E forse aprono una strada al futuro.
In una Ferrara ricca, affascinante ma oppressa dal fascismo, un giovane studente ebreo, voce narrante del romanzo, incrocia il suo destino con quello di Athos Fadigati, un maturo medico di chiara fama. L'amicizia che nasce fra i due farà scoprire al narratore che dietro tutta la cultura e la ... raffinatezza del dottor Fadigati si cela un abisso di solitudine dovuto alla sua presunta omosessualità. Un peccato che l'Italia di allora non contemplava fra quelli che potevano essere redenti... E gli occhiali d'oro dello stimato professionista diventano il simbolo di una diversità sempre meno tollerata, così come l'appartenenza all'ebraismo del narratore, una diversità che non potrà che andare incontro a una catarsi tragica.
Dove eravate tutti. Dov'erano i padri, soprattutto. Dentro il declino civile di un paese, così risuona l'essere giovani contro l'età adulta, contro l'assenza, contro il silenzio. Italo Tramontana archivia la memoria degli ultimi vent'anni, quelli familiari e quelli pubblici, come se la sequenza ... delle prime pagine dei giornali dispiegasse l'evidenza della sua storia, con la caduta di Bettino Craxi, l'interminabile Seconda repubblica, l'attentato alle Torri Gemelle e l'elezione di Barack Obama. Ma intanto, nei giorni del calendario privato, il padre di Italo, insegnante neo-pensionato, investe con l'auto un ex studente davanti alla scuola. A tutti sembra un atto deliberato di violenza. E tanto basta a sfaldare gli equilibri domestici. Ora ci sono un padre umiliato, una madre in fuga, un minaccioso tendersi di distanze. Che tuttavia va di pari passo con il riaffiorare, bella e insinuante, di quella che era stata la bambina Scirocco, e con il suo imporsi sulla prima pagina degli affetti. Lo spazio che si apre tra la cupa attualità e un amore possibile disegna una strada, spazza gli anni senza nome che il giovane Italo ha vissuto e ripercorso in una ostinata "archeologia di se stesso". Ci vuole uno scatto, fuori dalla passività delle emozioni. Quasi fosse la nuova città simbolo dei destini incrociati, Berlino diventa la scena cui andare a cercare, cercarsi, rispondersi. In attesa di sapere dove siamo, tutti.
Charles Bukowski "ritorna". Ritorna con una raccolta di scritti già pubblicati in vita ma che qui postulano una continuità, un'unità di tono, un preciso e vario dispiegarsi di temi. Che si tratti di arte, di musica, di politica, dei colleghi scrittori o di ripercorrere la propria vita, la penna ... del vecchio Buk non sorprende, ma illumina, lascia senza fiato. Che cosa doveva essere letteratura, era chiaro: "La maggior parte degli scrittori scriveva delle esperienze delle classi medio-alte. Avevo bisogno di leggere qualcosa che mi facesse sopravvivere alle mie giornate, alla strada, qualcosa a cui appigliarmi. Avevo bisogno di ubriacarmi di parole.". "Azzeccare i cavalli vincenti" va oltre il testamento letterario. In questa raccolta di riflessioni Bukowski innesca una personalissima, vitale ed esplosiva battaglia contro la fiacca mentalità borghese, con uno humour disincantato, dark e cinico che non può lasciare indifferenti. Ecco allora le prese di posizione contro la cultura "alta" delle università, i poco convenzionali pamphlet sul piacere di defecare e sul diritto di guidare ubriachi, e le dichiarazioni programmatiche sulla superiorità di una vita spogliata dagli agi materiali e magari arricchita da una bottiglia di vino e da un disco di Mozart. Tristezza, follia, humour. L'universo bukowskiano concentrato in una raccolta di saggi e scritti apparsi su riviste e taccuini tra il 1944 e il 1990.
Emmi e Leo: per chi ancora non li conosce, sono i protagonisti di un amore virtuale appassionante, che ha vissuto ogni sorta di emozione, a parte quella dell'incontro vero. Sì, perché dopo quasi due anni, Leo ha deciso di tagliare definitivamente i ponti con Emmi e partire per Boston, per ricominciare ... una nuova vita. Emmi non si dà però per vinta, e riesce nell'impresa di riallacciare i rapporti con Leo. Mentre lei è ancora felicemente sposata con Bernhard, per Leo in nove mesi le cose sono cambiate, eccome: in America ha conosciuto Pamela e finalmente ha iniziato la storia d'amore che ha sempre sognato. Si sa, però, l'apparenza inganna. Ritornano le schermaglie via e-mail che hanno tenuto col fiato sospeso i lettori di "Le ho mai raccontato del vento del Nord", e anche stavolta promettono scintille.
Soumchi ha undici anni e cresce come un'erba in una Gerusalemme occupata dagli inglesi, a ridosso della Seconda guerra mondiale. Il suo universo si amplia improvvisamente quando lo zio gli regala una bicicletta. Tuttavia, prima di realizzare il suo sogno di pedalare via da Gerusalemme, esplorando ... l'Africa e i suoi deserti, Soumchi mostra con orgoglio la sua bici all'amico Aldo. Persuaso dall'amico a scambiare la sua bici per un trenino in miniatura, inizia una serie di rocambolesche avventure in cui scambia oggetto dopo oggetto, nel tentativo di recuperare la sua via di fuga verso il mondo e la maturità. Ma sulla sua strada lo aspetta una sorpresa inaspettata: il suo primo amore. Un piccolo, grande romanzo che ci fa tornare bambini e ci mostra cosa abbiamo perduto. Età di lettura: da 12 anni.
È estate, Marina è in montagna con il figlio piccolo, sola di fronte alla propria incapacità di essere la brava madre che dovrebbe, che vorrebbe, essere - una sensazione che si affanna a nascondere alla famiglia e persino a se stessa. Il suo padrone di casa, Manfred, è un montanaro rude e silenzioso, ... che nasconde con la ruvidezza il trauma di un doppio abbandono: quello della madre e quello della moglie, che gli ha portato via anche i figli. Il figlio di Marina accidentalmente cade dal tavolo, il sangue scorre, lei è incapace di reagire. Manfred salva il bambino e scopre il "segreto" di quella donna che ha continuato a spiare: Marina non è in grado di accudire il suo bambino. Ben presto però anche Manfred viene smascherato come l'uomo traumatizzato e angosciosamente solo che è: lo smascheramento è tanto più doloroso perché avviene dopo un incidente (in montagna, là dove lui dovrebbe sentirsi più sicuro e forte) nel quale rischia di perdere la vita ma viene salvato da Marina. Per un attimo lunghissimo sono stati l'uomo e la donna che si guardano, si sfidano, si desiderano - e forse si vogliono morti, tanto è intollerabile e estremo il loro desiderare.
Maya Vidal, l'adolescente protagonista di questo romanzo di Isabel Allende, caduta nel circuito dell'alcol e della droga, riesce a riemergere dai bassifondi di Las Vegas e, in fuga da spacciatori e agenti dell'Fbi, approda nell'incontaminato arcipelago di Chiloé. In queste isole remote nel Sud ... del Cile, nell'atmosfera di una vita semplice fatta di magnifici tramonti, solidi valori e rispetto reciproco, Maya impara a conoscersi e a conoscere la sua terra d'origine, scopre verità nascoste e, infine, l'amore. A queste pagine si alterna il crudo racconto della sua difficile storia precedente, una vita fatta di marginalità e degrado, solitudine e cattive compagnie, nella quale precipita dopo la morte dell'amatissimo nonno. Isabel Allende torna a raccontare la vita di una donna coraggiosa in un romanzo che affronta con delicatezza le relazioni umane: le amicizie incondizionate, le storie d'amore palpabili come quelle più invisibili, gli amori adolescenziali e quelli lunghi una vita. Un ritmo incalzante, una prosa disincantata per questa nuova prova narrativa che si tinge di noir e per l'ennesima galleria di donne volitive e uomini capaci di amare.
"Mentre camminava per Regent's Park - lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti - Jasper Gwyn ebbe d'un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia ... e tanto garbo."
Il libro
Jasper Gwyn è uno scrittore. Vive a Londra e verosimilmente è un uomo che ama la vita.
Tutt'a un tratto ha voglia di smettere.
Forse di smettere di scrivere, ma la sua non è la crisi che affligge gli scrittori senza ispirazione. Jasper Gwyn sembra voler cambiare prospettiva, arrivare al nocciolo di una magia.
Gli fa da spalla, da complice, da assistente una ragazza che raccoglie, con rabbiosa devozione, quello che progressivamente diventa il mistero di Mr Gwyn.
Alessandro Baricco entra nelle simmetrie segrete di questo mistero con il passo sicuro e sciolto di chi sa e ama i sentieri che percorre. Muove due formidabili personaggi che a metà romanzo si passano il testimone, e se a Mr Gwyn tocca mischiare le carte del mistero, la ragazza ha il compito di ricomporne la sequenza per arrivare a una ardita e luminosa evidenza.
Il mancato riconoscimento del valore dell'Unità nazionale, il subdolo meccanismo della macchina del fango, l'espansione della criminalità organizzata al Nord, l'infinita emergenza rifiuti a Napoli, le troppe tragedie annunciate. Accanto alla denuncia c'è anche il racconto – commosso e ammirato ... – di vite vissute con onestà e coraggio: la sfida senz'armi di don Giacomo Panizza alla 'ndrangheta calabrese, la lotta di Piergiorgio Welby in nome della vita e del diritto, la difesa della Costituzione di Piero Calamandrei. Esempi su cui possiamo ancora contare per risollevarci e costruire un'Italia diversa. Ideato e condotto da Roberto Saviano e Fabio Fazio, Vieni via con me è stato l'evento televisivo dell'anno, più seguito delle partite di Champions League e dei reality show. Ora Vieni via con me è un libro che rende di nuovo accessibili al pubblico queste storie in una forma ampiamente rivista e arricchita. Facendole diventare, ancora una volta, storie di tutti.
L'autore affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni. In verità dicendo "alunni" si dice qualcosa di troppo vago: qui è in gioco il punto di vista degli "sfaticati", dei "fannulloni", degli "scavezzacollo", dei "marioli", dei "cattivi soggetti", insomma di quelli che ... vanno male a scuola. Pennac, ex scaldabanco lui stesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandogli nobiltà, restituendogli anche il peso d'angoscia e di dolore che gli appartiene. Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell'istituto scolastico, sul ruolo dei genitori e della famiglia, sulla devastazione introdotta dal giovanilismo, sul ruolo della televisione e di tutte le declinazioni dei media contemporanei. E da questo rovistare nel "mal di scuola" che attraversa con vitalissima continuità i vagabondaggi narrativi di Pennac vediamo anche spuntare una non mai sedata sete di sapere e d'imparare che contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima i giovani di oggi come quelli di ieri. Con la solita verve, l'autore della saga dei Malaussène movimenta riflessioni e affondi teorici con episodi buffi o toccanti, e colloca la nozione di amore, così ferocemente avversata, al centro della relazione pedagogica.
De Luca ci presenta le sue riflessioni sul Vecchio Testamento sotto forma di piccoli racconti. Si tratta, come lui stesso afferma, di un "tentativo di essere lettore di Bibbia in un'epoca fredda". Un lettore che ha studiato per anni, da sé, la lingua ebraica. Ne risultano una lettura e una traduzione ... del testo sacro assai sorprendenti.
"C'è un'estate brusca nell'età giovane in cui si impara il mondo di corsa. In un'isola del Tirreno, alla metà degli anni Cinquanta, un pescatore che ha conosciuto la guerra e una giovane donna dal nome difficile, senza intenzione trasmettono a un ragazzo la febbre del rispondere. Qui si racconta ... una risposta, un eccomi, decisivo come un luogo di nascita. 'Tu, mio' è un racconto di superamento della cosiddetta 'linea d'ombra', centrato sul passaggio dai privilegi dell'adolescenza alla ruvidezza della maturità. Oltre le illusioni della giovinezza si apre il campo dell'avventura nell'esistenza; e questa avventura, ogni adolescente lo scopre con dolore, con sofferenza, non potrà essere mai cifrata negli schemi delle consolazioni giovanili." (Enzo Siciliano)
"Il libro di Soares è certamente un romanzo. O meglio, è un romanzo doppio, perché Pessoa ha inventato un personaggio di nome Bernardo Soares e gli ha delegato il compito di scrivere un diario. Soares è cioè un personaggio di finzione che adopera la sottile finzione letteraria dell'autobiografia. ... In questa autobiografia senza fatti di un personaggio inesistente consiste l'unica grande opera narrativa che Pessoa ci abbia lasciato: il suo romanzo". (Antonio Tabucchi)
Tony Pagoda è un cantante "di night" con tanto passato alle spalle ("Se a Sinatra la voce l'ha mandata il Signore, allora a me, più modestamente, l'ha mandata san Gennaro"). La sua è stata la scena di un'Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri e il mondo. È stato tutto molto ... facile. Il talento. I soldi. Le donne. E insieme, una pratica dell'esistenza che ha coinciso con la formazione di una formidabile (e particolare) cognizione del mondo. Quando la vita comincia a complicarsi (la moglie chiede il divorzio), quando la scena si restringe (la sua band si esibisce in piazze minori), per Tony viene il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare il silenzio. Alla fine di una breve tournée brasiliana, Tony Pagoda decide di restare là, prima a Rio, poi a Manaus, ossessionato dagli scarafaggi ma coronato da una nuova libertà. Senza perdere lo sguardo di eterna sorpresa per il mondo e la schiettezza di chi, questo mondo, lo conosce fin troppo bene, Tony si lascia invadere dai dubbi e dalle insicurezze che fino a quel momento, nel suo ordinato e personalissimo "catalogo" di quelli che passano per uomini, aveva attribuito agli smidollati. E scopre che tutte le risposte possono essere trovate in un infuocato tramonto.
"Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il "capro espiatorio". Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una "zia" maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una "zia" femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo ... alla "Actuel", una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull'orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un'altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da Misteri di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi "orchi" che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d'invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l'arma che lui stesso così definisce nel libro: 'l'umorismo, irriducibile espressione dell'etica'." (Stefano Benni)
Tutto può accadere nel bar sotto il mare. Un bar in cui tutti vorremmo capitare, una notte, per ascoltare i racconti del barista, dell'uomo col cappello, dell'uomo con la gardenia, della sirena, del marinaio, dell'uomo invisibile, della vamp e degli altri misteriosi avventori. Sompazzo, il paese ... più bugiardo del mondo - Gaspard Ouralphe, il più grande cuoco di Francia - Il verme mangiaparole e l'incredibile storia del capitano Charlemont - La disfida di Salsiccia - Il dittatore pentito - Kraputnyk, il marziano innamorato Priscilla Mapple e il delitto della II C - Il folletto delle brutte figure, il diavolo geloso e la chitarra magica - La storia di Pronto Soccorso e Beauty Case - Il mistero di Oleron e l'Autogrill della morte - Californian crawl - Il pornosabato del cinema Splendor - I capricci del dio Amikinont'amanonami-kit'ama - Arturo Perplesso Davanti alla Casa Abbandonata sul Mare - Il racconto più breve del mondo, la fatale Nastassia e la grande Traversata dei Vecchietti.
Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutto un popolo, quello cileno, nei racconti delle donne di una importante e stravagante famiglia. Un grande affresco che per fascino ed emozione può ricordare al lettore, nell'ambito della narrativa sudamericana, ... soltanto "Cent'anni di solitudine" di García Márquez.
Questo romanzo di Sibilla Aleramo è del 1906. La sua immediata fortuna in Italia e nei paesi in cui fu tradotto segnalò una nuova scrittrice, che in seguito avrebbe fornito altre prove di valore, segnatamente nella poesia. Ma soprattutto esso richiamò l'attenzione per il suo tema: si tratta ... infatti di uno dei primi libri 'femmisti' apparsi da noi. Prefazione di Anna Folli, postfazione di Emilio Cecchi.
Romanzo epocale, "Il tamburo di latta" compie cinquant'anni e conserva tutta la sua carica provocatoria. In modo umoristico e grottesco, narra la vicenda del protagonista Oskar Matzerath, il tamburino inseparabile dal suo tamburo e con una voce potentissima che manda in frantumi i vetri. Dal ... manicomio dove è rinchiuso Oskar rievoca la propria storia, indissolubilmente intrecciata alla storia tedesca della prima metà del Novecento. Scorrono così nel fiume del suo racconto immagini memorabili, a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della madre sotto le quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al mondo ricca di presagi, fino all'ascesa irresistibile del nazismo e al crollo della Germania. È stato nel giorno del suo terzo compleanno che Oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla società ipocrita, ha deciso di non crescere più. Da quell'osservatorio particolare che è la città polacco-tedesca di Danzica e poi da Düsseldorf, grazie alla sua prospettiva anomala di nano, può guardare al mondo degli uomini dal basso e scorgerne così meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua deformità si staglia contro la ripugnanza della normalità piccolo-borghese. Con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e violenza del mondo grida una rabbia che non risparmia la viltà e la corruzione di nessuno, neppure le proprie. Di questa pietra miliare della letteratura contemporanea viene ora proposta una nuova traduzione.
Il Virginian era un piroscafo. Negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginian si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica ... mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perché. Questo racconto, nato come monologo teatrale, è uscito per la prima volta nel 1994. Nel 1998 Giuseppe Tornatore ne ha tratto il film "La leggenda del pianista sull'oceano".
Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. "L'amico ritrovato" ... è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo. Introduzione di Arthur Koestler.
Sono trascorsi ormai dieci anni da quando il narratore si è recato nelle campagne a raccogliere ballate popolari e ha avuto modo di conoscere diverse persone, fra cui un anziano contadino che arava la terra con il suo bufalo. Si chiamava Fugui ed era ben disposto ad aprire il suo cuore, a raccontare ... la propria storia e a spiegare come mai il bufalo aveva tanti nomi. Figlio di un ricco proprietario terriero, era considerato la pecora nera della famiglia Xu perchè in una notte giocando d'azzardo aveva perduto tutto il patrimonio familiare. Da quel momento inizia la rovina della sua casa e Fugui deve intraprendere una nuova vita, fatta di fatica nei campi, miseria e umiliazioni, per risollevarsi. Ma nell'affrontare il duro destino potrà sempre trarre la forza necessaria dall'affezionata moglie Jiazhen, dalla brava figlia Fengxia, dal piccolo Youqing... E passando attraverso la povertà, la fame, la fatica, la guerra, la carestia e la serie di lutti dei suoi cari giungerà a capire l'essenza delle cose e l'autenticità degli affetti, approdando a una superiore consapevolezza, ironica e pietosa assieme, della gioia di vivere, nonostante tutto.
Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati così profondamente nel cuore dei lettori come "Il giardino dei Finzi-Contini", un libro che è riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. Un narratore senza nome ci guida fra ... i suoi ricordi d'infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micòl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull'Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell'età, sempre più frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, è il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre più coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micòl. Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini.
Alec e Ilana non si parlano da sette anni. Il divorzio è stato brutto, le emozioni in gioco crudeli, lui si è trasferito negli Stati Uniti dove è diventato famoso per i suoi studi sul fanatismo religioso, lei è rimasta in Israele, si è sposata con un ortodosso da cui ha avuto una bimba. Alec ... e Ilana hanno un figlio, Boaz, disconosciuto dal padre nel corso del divorzio come atto di estrema offesa verso la moglie. Boaz è un adolescente difficile e, dopo svariati scatti di violenza, si fa buttare fuori da scuola. Così, dopo anni, Ilana scrive ad Alec per chiedergli aiuto. Attraverso le lettere emergono i diversi personaggi che si delineano nettammente, mostrando i differenti volti della società israeliana.
Dopo il grande successo di Tua, torna Claudia Piñeiro con una nuova eroina – soprannominata Betibú per la sua somiglianza con il personaggio dei fumetti Betty Boop – e un nuovo romanzo. Un giallo agile e appassionante, una commedia nera tesa e divertente, una sottile critica alla società argentina, ... un romanzo che conferma tutto il talento dell’autrice.
Il libro
La Maravillosa è un country club, quartiere chiuso e controllato da guardiani e severe misure di sicurezza con campo da golf e abitazioni esclusive: un microcosmo dove sembra sia obbligatoria la serenità, se non proprio la felicità. Gladys, domestica del signor Chazarreta, si sottopone alle estenuanti code per accedere alla dimora del padrone, dandoci la visione di un’umanità “addetta ai servizi” anche da questa parte del mondo protetto e asettico dell’esclusivo country club. Ma quando Chazarreta viene trovato con la gola tagliata e un coltello in mano, il presunto suicidio suscita dubbi, e un giornale si ostina a voler approfondire la vicenda. Vengono incaricati di indagare Nurit, detta Betibù, scrittrice, considerata la “dama nera” delle lettere argentine, e un giovane cronista inesperto. Assieme a un altro giornalista molto più navigato, ma messo da parte perché considerato anziano, formano un’improbabile ma riuscitissima squadra d’investigazione, al tempo stesso divertente e molto efficace. Pian piano il mistero si infittisce, i tre scoprono che la morte di Chazarreta è legata ad altre morti, apparentemente accidentali, di alcuni vecchi compagni di scuola, uniti da un oscuro passato e da un antico crimine. E ora qualcuno sembra essersi preso il disturbo di vendicare quest’antica hybris. Chi si nasconde dietro questa vendetta?
Claudia Piñeiro, già apprezzata in Italia per il romanzo Tua – straordinario thriller di crimini in famiglia dalle atmosfere hitchcockiane – torna con Betibù: una storia incalzante in cui dispiega tutto il suo talento narrativo.
Betibù verrà portato sul grande schermo dal regista argentino Miguel Cohan nel 2012.
Dove affonda le sue radici l'Italia di oggi? Guido Crainz cerca le risposte a questa e a altre domande non in vizi plurisecolari del paese ma nella storia concreta della Repubblica, muovendo dall'eredità del fascismo, dalla nascita della "repubblica dei partiti" e dagli anni della guerra fredda. ... L'analisi si sofferma soprattutto sulla "grande trasformazione" che ha inizio negli anni del "miracolo" e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. In assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una "mutazione antropologica" destinata a durare. Essa non è scalfita dalle controtendenze pur presenti - di cui il '68 è fragile e contraddittoria espressione - e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. "Mutazione antropologica" e crisi del "Palazzo" - per dirla con Pier Paolo Pasolini vengono così a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della Lega e l'esplosione di Tangentopoli sono solo un sintomo. Iniziò in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica "Seconda Repubblica": speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro.
Primi anni sessanta a Makarska, piccola cittadina di mare in Croazia. Luka, cinque anni, vede arrivare la nuova compagna di scuola. I capelli neri, lunghi e ondulati. Una borsa a righe bianche e blu. Il sorriso aperto. Non riesce a staccarle gli occhi di dosso. Intanto Dora varca speranzosa ... la soglia della classe e si guarda attorno. Un bimbo grande la osserva: è il suo principe, ne è sicura. Da quel momento Dora e Luka diventano inseparabili. Non esistono altri bambini, amici, passatempi. Solo una distesa infinita di giorni trascorsi insieme sul loro scoglio a osservare le nuvole, a parlare e sognare. Finché, un settembre, la famiglia di Dora si trasferisce in Francia e l'idillio si spezza. Sedici anni dopo, il destino regala a Dora e Luka un'altra chance: inaspettatamente si incontrano a Parigi. Sono cresciuti, ma nulla è cambiato e il loro amore ora diventa adulto, carnale, assoluto. Eppure qualcosa spinge Luka a fuggire… Dalla Croazia alla Francia, dal porto di Makarska ai teatri di Parigi, con una scrittura ipnotica e potente Natasa Dragnic´ racconta la storia d'amore fuori dal tempo di due anime indissolubilmente legate. Una passione fatta di baci che sanno di acqua salata. Di respiri, luci, colori. Di addii e ricongiungimenti. Una storia unica eppure universale, semplice e travolgente come le parole con cui è narrata.
Amsterdam, splendida e civilissima capitale europea. Ma anche Amsterdam, luogo di perdizione: quella delle sostanze psicoattive, quella dove il sesso è in vetrina, pronta consegna. Ma per Fabio Amsterdam è solo una cosa: il luogo scelto da sua moglie Daria per togliersi la vita in una stanza ... d'albergo. Inspiegabilmente. E Fabio è determinato a scoprire cosa possa averla sconvolta tanto da spingerla al suicidio. Ripercorrendo i passi di Daria, Fabio scoprirà che la passione della moglie per la ricerca storica era più profonda di quanto pensasse. E che il suo desiderio di scoprire le radici dell'Olocausto potrebbe averla portata all'estrema decisione: affrontare le famigerate "madri atroci"... Una storia potente, accompagnata dall'adattamento in forma di audiodramma a opera di Sergio Ferrentino.
Quattro giovani donne - Stella, Iris, Rosa e Marida - devono recuperare l'ultimo pagamento per una di quelle cene eleganti in villa, dal Presidente, che malauguratamente sono finite sui giornali, deflagrando in scandalo. Il Presidente è sparito dietro a telefonini che non squillano, a centralini ... che non sanno. Ma il contabile - il millimetrico ragionier Biassoni - c'è ancora. Sta nel suo ufficio a presidiare le buste con il contante e aspetta istruzioni. Anche se le istruzioni non arrivano. Le quattro giovani donne sanno nuotare velocemente nel mondo, quando serve, e stavolta serve. Di mestiere fanno le escort. Sanno essere molto gentili, se pagate. Altrimenti possono mordere, come fanno le murene. Specie se a imprigionarle è la vita, oppure il contabile che ha appena fatto l'errore di aprir loro la porta. Una storia potente, accompagnata dall'adattamento in forma di audiodramma a opera di Sergio Ferrentino.
"Lo stato delle cose" è l'ultimo capitolo della trilogia di Frank Bascombe, già protagonista di "Sportswriter" e "Il giorno dell'Indipendenza". Frank ha cinquantacinque anni, fa l'agente immobiliare e abita nell'immaginaria Sea-Clift, una cittadina costiera su quella lingua di terra che separa ... il New Jersey dall'Oceano Atlantico. È il 2000, l'anno del Millennio, l'anno delle elezioni presidenziali che videro contrapposti Gore e Bush e che decretarono l'inizio di uno dei periodi più bui della politica statunitense. Anche per la vita privata di Frank Bascombe è stato un anno a dir poco impegnativo: Sally, la seconda e amatissima moglie, lo ha lasciato, Frank ha scoperto di avere un tumore alla prostata, ha litigato duramente con il figlio Paul, la figlia Clarissa ha deciso di provare a essere eterosessuale e, per complicare ulteriormente le cose Ann, la ex moglie, gli ha confessato di amarlo ancora e di voler tornare a vivere con lui. Sono tre giorni di riflessioni sulla vita e di ricordi ma anche di grandi e piccoli eventi che costringono Frank a raggiungere un livello di onestà assoluta con se stesso, quel livello in cui un essere umano capisce che non può sfuggire agli eventi della propria vita, ma che li può solo accettare - profondamente, dolorosamente, liberatoriamente - per continuare a vivere nel pieno senso della parola.
I giovani non sono sempre esistiti. Al contrario: sono stati inventati. In America e in Europa, a cavallo tra Ottocento e Novecento, un nuovo attore sociale e un nuovo stile di vita si sono fatti strada in modo prepotente fino a rivoluzionare il costume e la società. Jon Savage racconta questa ... rivoluzione in un libro che parte dai sogni di ribellione della generazione romantica e attraversa due secoli di fermenti e tormenti, entusiasmi e angosce: Peter Pan e il mito dell'eterna giovinezza, la fondazione dei boy scout, lo shock della Prima guerra mondiale, lo sviluppo di una psicologia dell'adolescenza, la militarizzazione della gioventù nella Germania hitleriana e nell'Italia fascista, la diffusione di nuovi stili musicali dal ragtime allo swing al rock'n'roll, la nascita della pubblicità e di un mercato pronto a sfruttare economicamente i nuovi gusti e la nuova cultura di massa. Fino alla consacrazione definitiva, quando nel giugno 1945 - poche settimane prima dello scoppio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki - il "New York Times" annuncia trionfante che "i teenager sono un'invenzione americana". Da quel momento in poi il mondo non sarà più lo stesso. Il futuro sarà dei teenager.
Un'accurata e accorata biografia di un autentico eroe civile. Non un poliziotto, non un militare, non un politico ma un imprenditore che osò sfidare la mafia e fu ucciso per questo, nel silenzio delle istituzioni e delle associazioni di categoria. Un libro che racconta, con la passione della ... grande narrativa e il rigore del giornalismo d'inchiesta, la vita di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso dalla mafia nel 1991 per il suo ostinato, pubblico rifiuto di pagare il pizzo. "Libero Grassi non è più l'industriale che ha negato il suo consenso alla mafia, ma l'emblema di una ribellione possibile. I quotidiani ripetono ossessivamente gli stessi termini. Su tutte spiccano due parole: simbolo ed eroe. Il 29 agosto del 1991, secondo l'Eurispes, è nata una figura imprevista, destabilizzante per la mafia e per lo stato che la combatte: la figura dell'eroe. Un eroe diverso da quelli belli, prepotenti e rampanti celebrati nei film, nelle riviste patinate e persino dai partiti politici degli anni ottanta. Un eroe, privo di particolari superiorità, che smaschera la pochezza dei finti coraggiosi, paladini del lusso, cultori dell'immagine ed esperti della comunicazione di massa. Uomini e donne normali il cui rigore morale individuale diviene, nella latitanza di personaggi pubblici carismatici, punto di riferimento sostanziale a cui affidare la difesa del bene comune." Postfazione di Davide Grassi.
Gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segnò la nascita dello stato ebraico è la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de "Il monte del cattivo consiglio" e unite da un sapiente filo conduttore. Oz evoca qui, infatti, l'atmosfera tutta particolare che ... animava la città ebraica in quel periodo, e la narra attraverso lo sguardo di sé bambino, incarnato in diversi personaggi. La prima novella, che dà il titolo al libro, è un testo molto caro all'autore, che egli considera come una prima stesura di "Una storia di amore e di tenebra". C'è una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario, una madre enigmatica che alla fine abbandonerà tutti e tutto. Uri, il protagonista de "Il signor Levi", si guarda intorno nel suo piccolo quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. La guerra d'indipendenza è alle porte. Questo lo sa anche il dottor Emanuel, che in "Nostalgia" scrive lunghe lettere a Mina, una donna che ha amato. Lui è molto malato, sa che vedrà solo una piccola porzione di futuro. Per intanto le racconta il presente convulso, trepidante e pure carico di malinconia, che Gerusalemme viveva in quei giorni.
In una innominata cittadina dell'Irlanda contemporanea un ragazzo salta in aria nel giardino di casa. La versione ufficiale è che "stava fabbricando un razzo", il sospetto è che fosse un bombarolo legato all'Ira. La madre viene ricoverata in un ospedale psichiatrico in stato di choc. La famiglia ... fa quadrato intorno all'amour fou di questa madre per il figlio compianto. La figlia Olivia decide di sacrificare gli anni dell'adolescenza, e solo quando vede la situazione migliorare, col ritorno della madre a un'apparente normalità, lascia l'Irlanda per l'Inghilterra per fare l'attrice. Farà ritorno sull'isola per assistere alla morte del padre e aiutare la madre in quella circostanza. Poco a poco, tutte le ferite aperte dalla morte violenta del ragazzo sembrano rimarginarsi. "La verità sull'amore" è il sesto romanzo di Josephine Hart, il suo romanzo più ambizioso, che segna il suo grande ritorno in Irlanda. Se "Il danno" mostrava come un uomo apparentemente stabile ed equilibrato poteva essere letteralmente distrutto da una romantica ossessione, qui si procede in senso contrario, per mostrare come il cuore si può rimettere insieme dopo essere stato spezzato. Un romanzo psicologico sul dolore e sull'elusività della consolazione: sul cuore, le sue ragioni, le sue regole segrete.
La prima indagine storica del lato più oscuro del Ventennio: la delazione anonima, odioso strumento nelle mani di Mussolini per controllare la vita degli italiani. È il 1923 quando l'ex socialista Benito Mussolini, alla guida da pochi mesi del governo di coalizione, pone con una breve nota il ... primo mattone di un autentico mostro politico-burocratico che, con i suoi tentacoli intinti nel veleno di intercettazioni, delazioni e soffiate, stritolerà la vita pubblica italiana fino alla fine del regime fascista: "Caro Finzi, dispongo che le intercettazioni telefoniche siano d'ora innanzi recapitate solamente a me. Una copia sola, quindi, che tu riceverai e mi trasmetterai". Mimmo Franzinelli, grazie a una ricerca accuratissima, non paga di uno scrupoloso scandaglio degli archivi ma ricca anche di testimonianze di prima mano (spesso terribili), ci mostra con chiarezza come sia stato possibile tenere sotto il tallone d'acciaio del terrore un intero paese, trasmettendo l'insicurezza profonda che è il primo ingrediente dell'obbedienza cieca. Quando nemmeno fra i muri della sua casa si sente al sicuro, quando i partigiani vengono scovati nei nascondigli più impensabili, quando le famiglie ebraiche vengono tradite dai vicini e dagli amici, il popolo è pronto, pur di non correre alcun rischio, a pagare il terribile prezzo di abdicare alla propria libertà.
Gennaio 1945, la guerra non è ancora finita: per ordine sovietico inizia la deportazione della minoranza tedesca rumena nei campi di lavoro forzato dell'Ucraina. Qui inizia anche la storia del diciassettenne Leo Auberg, partito per il lager con l'ingenua incoscienza del ragazzo ansioso di sfuggire ... all'angustia della vita di provincia. Cinque anni durerà l'esperienza terribile della fame e del freddo, della fatica estrema e della morte quotidiana. Per scrivere questo libro Herta Müller ha raccolto le testimonianze e i ricordi dei sopravvissuti e in primo luogo quelli del poeta rumeno tedesco Oskar Pastior. Avrebbe dovuto essere un'opera scritta a quattro mani, che Herta Müller decise di proseguire e concludere da sola dopo la morte di Pastior nel 2006. È infatti attraverso gli occhi di quest'ultimo, e cioè quelli del ragazzo Leo nel libro, che la realtà del lager si mostra al lettore. Gli occhi e la memoria parlano con lingua poetica e dura, metaforica e scarna, reale e nello stesso tempo surreale - come la condizione stessa della mente quando il corpo è piagato dal freddo e dalla fame. Fondato sulla realtà del lager, intessuto dei suoi oggetti e della passione, quasi dell'ossessione per il dettaglio quale essenza della memoria e della percezione, questo romanzo è un potente testo narrativo.
L'imperativo dei nostri tempi, nella vita pubblica come sul lavoro o nella quotidianità più ordinaria, sembra essere quello dell'autenticità. Eppure, in realtà la nostra vita è sempre più governata dalla dissimulazione, dalla capacità di non dire il vero o di nasconderlo a nostro vantaggio. ... Che si tratti di una donna innamorata da respingere con delicatezza, di un colloquio d'assunzione in cui si è interpellati sulle proprie debolezze o di un rapporto non proprio innocente tra un professore e una sua collega, a farla da padrona è sempre la finzione, il mascheramento delle nostre vere passioni e intenzioni. L'arte di non dire la verità richiede arguzia ed è senz'altro difficile da padroneggiare. Ma non impossibile da apprendere: Soboczynski ce ne offre dovizia d'esempi.
Questa raccolta di racconti ("Lidia Mantovani", "La passeggiata prima di cena", "Una lapide in via Mazzini", "Gli ultimi anni di Clelia Trotti" e "Una notte del '43") valse a Giorgio Bassani il premio Strega 1956. In comune le cinque storie hanno una sorta di dolente consapevolezza e l'ambientazione: ... Ferrara, cittadina di provincia che qui assurge a simbolo di un'intera nazione, avvolta dal pesante panneggio scuro del fascismo. Bassani ci porta nell'animo di questa "gente, per il resto, quasi sempre per bene": la ragazza madre Lidia Mantovani; il dottor Elia Corcos in perenne scontro con la moglie; il sopravvissuto al lager Geo Josz; la vecchia socialista Clelia Trotti, lasciata morire in carcere. Storie diverse eppure vicine, accomunate dalla difficoltà con la quale i protagonisti si adattano a una provincia italiana che da un lato consola, dall'altro respinge qualunque cosa non le sia propria. Persone comprese.
Dove sta andando il professor Bordini, carico di valigie e di inquietudini? Che cosa lo spinge verso quell'appuntamento importante con una persona che non lo aspetta? Il suo non sarà soltanto l'incontro, temuto e desiderato, con un essere umano che ha sempre cercato di rimuovere dalla sua vita, ... ma sarà anche l'incontro con Venezia, la città su cui "tutto è già stato detto e ridetto". Il professore, un cinquantenne dall'aspetto ingombrante con un passato da scrittore di un unico insuccesso, viene sospinto verso percorsi misteriosi, incontri occasionali con persone che, come la loro città, si rivelano sempre diverse da quello che sembrano. La sua dichiarata misantropia e il suo sorridente nichilismo, a contatto con le multiformi visioni della laguna, lo trascinano in fantasie labirintiche e bizzarre, e la sua missione veneziana diventa ancora più intricata. In un luogo in cui "l'aqua no ga ossi", la storia di un difficile rapporto tra padre e figlio produrrà un inatteso risultato che il professore non aveva previsto. Flussi d'acqua e flussi di vita, il ritmo di una svelata serenità, come la barca che viaggia leggera e sicura quando, su invisibili e incessanti correnti marine, cattura "il filo dell'acqua".
Il "romanzo" di Giorgio Bocca. La memoria spavalda, insolente, appassionata di un "provinciale" che ha attraversato settant'anni di vita italiana. Un provinciale che, in quanto personaggio guida di questa autobiografia, balza fuori continuamente. Emerge con il tratto burbero della disciplina ... sabauda, scivola con severa curiosità sul Paese che cambia, si staglia come il vero protagonista della storia sociale italiana: è lui, il provinciale che va alla conquista del mondo, protetto dalla certezza borghese, sospettoso e al contempo permeabile al nuovo. Consapevole di sé e della sua formazione, Bocca ci restituisce un cammino che penetra nel tessuto connettivo del nostro Paese, sommando personaggi minori e personaggi maggiori, il rumore del mondo e il chiacchiericcio intellettuale. La Topolino degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta sembra aprire una immaginaria pista che arriva sino a noi, per un giornalismo "on the road" che è sempre stato un tratto forte del lavoro di Giorgio Bocca. Dal "cumenda" Angelo Rizzoli al "cavaliere" Berlusconi, da Enrico Mattei "onesto e corruttore" al generale Dalla Chiesa tre settimane prima della morte, i ritratti si animano, memorabili, tolstojanamente protagonisti di quella "marcia inesorabile degli eventi" che è la Storia
Matilde ha dodici anni. Non sopporta i guanti spaiati e compie piccoli, bizzarri rituali per addomesticare la realtà, per darle un ordine. È un dicembre torinese, pieno di neve e di ombre. Pochi giorni prima di Natale, il padre di Matilde, il magistrato Giovanni Corrias, è chiamato a indagare ... sul caso di un bambino morto in circostanze misteriose. Mentre avvia i primi accertamenti e formula le prime ipotesi sua moglie viene investita da un'auto, ed è come se la sorte disegnasse una sua geometrica contemporaneità. Al colpo durissimo il magistrato risponde facendo leva sul senso del dovere e della professione, aggrappandosi alle indagini in corso. Violaine, una giovane poliziotta laureata in psicologia, lo aiuta a ricostruire la sequenza dei fatti. Matilde, intanto, osserva gli adulti e il loro dibattersi alle prese con la fragilità dell'esistenza. Con ostinata tenerezza si domanda in che maniera curare il dolore del padre e delle sorelle, nella convinzione che spetti a lei tentare di aggiustare quello che si è improvvisamente rotto, e alla geometria oscura della morte se ne sovrappone un'altra, luminosa e impalpabile
Come mangiare da re senza una goccia di sangue blu nelle vene? Ci aiutano le 520 ricette di Nino Bergese, lo storico chef del ristorante "La Santa" nei carrugi del centro storico di Genova, cuoco d'elezione dell'aristocrazia e dell'alta borghesia italiane del Novecento. Ce n'è per tutti i gusti: ... salse, antipasti, primi, minestre, carni, pesci, crostacei, molluschi, farce, chenell uova, crêpes, soufflés, verdure, contorni, insalate, pasticceria e dessert. In variazioni su temi classici, ricerche raffinate di sapori, cibi nuovi e vini a Per imparare a cucinare piatti principeschi dall'esperienza diretta di un grande maestro della cucina italiana, "il cuoco dei re, il re dei cuochi" Nino Bergese
A vent'anni dal "Vangelo secondo Gesù Cristo", José Saramago torna a occuparsi di religione. Se in passato il premio Nobel portoghese ci aveva dato la sua versione del Nuovo Testamento, ora si cimenta con l'Antico. E sceglie il personaggio più negativo, la personificazione biblica del male, ... colui che uccide suo fratello: Caino. Capovolgendo la prospettiva tradizionale, Saramago ne fa un essere umano né migliore né peggiore degli altri. Il dio che viene fuori dalla narrazione è un dio malvagio, ingiusto e invidioso, che non sa veramente quello che vuole e soprattutto non ama gli uomini. È un dio che rifiuta, apparentemente solo per capriccio e indifferenza l'offerta di Caino, provocando così l'assassinio di Abele. Il destino di Caino è quello di un picaro che viaggia a cavallo di una mula attraverso lo spazio e il tempo, in una landa desolata agli albori dell'umanità. Ora da protagonista, ora da semplice spettatore, questo avventuriero un po' mascalzone attraversa tutti gli episodi più significativi della narrazione biblica: la cacciata dall'Eden, le avventure con l'insaziabile Lilith, il sacrificio di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di Sodoma, l'episodio del vitello d'oro, le prove inflitte a Giobbe, e infine la vicenda dell'arca di Noè. Riscrittura ironica e personale della Bibbia, invenzione letteraria di uno scrittore nel pieno della maturità, compone un'allegoria che mette in scena l'assurdo di un dio che appare più crudele del peggiore degli uomini
C'è un vecchio adagio, presente in tutti i paesi del mondo soprattutto in relazione alla cucina. Dice così: ogni scarrafone è bello a mamma sua. Cioè la propria cucina, del proprio paese, della propria regione, della propria città, e soprattutto della propria mamma, è sempre la migliore. Ciò ... detto, nessuno nega che esistano altre mamme, città, regioni e paesi dove si possa mangiare bene. Scopo di questo libro è stimolare i lettori a una fattiva curiosità verso le cucine e le ricette degli altri. E lo fa presentando, in tono lieve, le cucine dei vari paesi, dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Mongolia alla Corea a tutti gli altri. Identificandone le caratteristiche salienti, con una particolare enfasi su quelle condivisibili da tutti. Seguono una breve descrizione dei piatti mitici, quelli comunque (quasi) infattibili per mancanza di materie prime o di attrezzi e una galleria degli "orrori", ingredienti e procedure, che a volte esistono, che ci fanno sobbalzare. Chiusa questa prima parte, ogni capitolo è completato da una manciata di ricette di quella tradizione gastronomica, tutte amate da chi scrive, ghiotte, facili da eseguirsi e a base di ingredienti facilmente reperibili.
"Se la causa della decadenza è la malattia, allora la causa fondamentale di essa, la carne, è una malattia. L'essenza della carne è la decadenza. La funzione della carne, collocata nel trascorrere del tempo, è quella di testimoniare la distruzione e la decadenza." Honda Shigekuni, indimenticabile ... protagonista della tetralogia "Il mare della fertilità" che trova compimento in questo romanzo, giudice ormai in pensione, adotta con grande slancio l'orfano Toru. In lui vede l'ennesima reincarnazione del suo amato e perduto compagno di scuola Kiyoaki. Ma si tratta dell'inseguimento di qualcosa di impossibile da raggiungere... Un grande romanzo sul dolore e sul disfacimento di ogni illusione, completato da Mishima il giorno stesso in cui commise seppuku.
È ormai noto che la notizia dello sterminio sistematico degli ebrei a opera dei nazisti circolava in Europa e negli Stati Uniti fin dal 1942. Eppure ci vollero tre lunghi anni prima che si ponesse fine alla barbarie del genocidio. Nel frattempo, nessuna azione militare specificamente finalizzata ... a sabotare la macchina nazista dell'orrore. Nessuna iniziativa diplomatica esplicitamente rivolta a fermare la mano degli aguzzini. Anzi, l'accoglienza di rifugiati ebrei in fuga dalla Germania fu resa ancor più difficile e le porte delle frontiere si chiusero per loro quasi ermeticamente. Perché? Theodore Hamerow fornisce a questo inquietante interrogativo storico una risposta sgradevole ma molto precisa: l'Olocausto non fu fermato prima perché anche le democrazie occidentali furono percorse al loro interno da una fortissima ondata di antisemitismo, che impedì ai governi di prendere misure concrete in soccorso degli ebrei. Perfino negli Stati Uniti, si tentò di far passare le notizie sullo sterminio per semplice propaganda e la questione ebraica come un problema locale. Frutto di un vastissimo lavoro d'archivio, il libro di Hamerow documenta in modo sistematico perché l'Occidente lasciò mano libera alla follia omicida nazista. Con una conclusione amara: pur sconfitto, Hitler in un certo senso ha vinto perché è riuscito a spazzare via gli ebrei dall'Europa.
Sylvia, diciassette anni appena compiuti, viene investita nel pieno della notte dalla Porsche di un calciatore argentino ventenne del quale finirà per innamorarsi. Lorenzo, il padre di Sylvia, abbandonato dalla moglie, disoccupato, tenta di ricostruirsi una vita assassinando il suo vecchio socio ... d'affari. Leandro, padre di Lorenzo e nonno di Sylvia, uomo mediocre e pianista mancato, ora pensionato (la moglie Aurora è in ospedale in punto di morte), si gioca pensione e reputazione frequentando un bordello di periferia. Tre protagonisti, una sola famiglia, una sola città. Madrid. Tre vite, tre biografie, tre prospettive: Trueba esplora le possibilità esistenziali del sentimento in un mondo in cui nulla è più ciò che sembra. Ognuno cerca di conquistare a modo suo un'identità vincente, ma in verità "bisogna saper perdere". "Saper perdere" è uno spaccato della Madrid contemporanea, che rivela fino in fondo l'ansia dell'uomo di fronte alla felicità: un oggetto quanto mai indefinito e impossibile da comprendere al di fuori della barriera della propria intimità.
Un'indagine, quasi poliziesca, sulle tracce di un gruppo ereticale che l'Inquisizione ha tentato di cancellare dalla storia. Nell'Italia del Cinquecento, lacerata dal dissenso protestante, un monaco benedettino, Giorgio Rioli detto Giorgio Siculo, annunciò rivelazioni straordinarie. Potenti ... e umili, religiosi e laici lo seguirono affascinati. Giorgio Siculo consigliava ai protestanti dispersi per l'Italia di adattarsi all'ortodossia cattolica, ma ai seguaci più stretti confidava una dottrina segreta, che gli era stata comunicata - affermava - direttamente da Cristo, e che si opponeva in maniera radicale sia al protestantesimo sia al cattolicesimo. Denunciato dai protestanti all'Inquisizione romana, Giorgio Siculo venne processato a Ferrara nel 1551 come eretico, condannato e impiccato. La persecuzione dei suoi seguaci e la distruzione dei suoi scritti si protrassero ostinatamente per decenni. Delle idee di Giorgio Siculo non doveva rimanere traccia alcuna. Con una lunga ricerca, punteggiata da scoperte imprevedibili, Adriano Prosperi è riuscito a sconfiggere questa sistematica volontà di cancellazione. Attraverso il tragico destino di Giorgio Siculo affiora un capitolo sconosciuto della storia religiosa italiana ed europea.
1703: più di tre secoli fa nasceva Sankt-Piterburg. La costruzione di Pietroburgo significò molte cose, ma prima di tutto un atto di predominio con il quale Pietro il Grande volle imporsi alla natura e agli uomini. Mosca, la terza Roma, la città degli zar, era simbolo della guerra contro i tartari, ... dell'unificazione, della diffusione della fede ortodossa. Ma alle porte della Russia premeva un mondo dinamico, in cui, accanto agli interessi mercantili, fiorivano attività scientifiche e culturali. Pietro I, che nutriva per l'Europa un amore pari forse all'odio per le vecchie tradizioni nazionali del suo paese, decise di occidentalizzare la Russia, e fondò Pietroburgo proprio per aprire una grande finestra sull'Europa. Luogo d'incontro di due civiltà, porto commerciale di grande importanza, capitale della Russia e residenza dello zar, la città raggiunse ben presto l'imponenza delle maggiori capitali europee, da cui prese a prestito non solo criteri urbanistici e architettonici, ma anche istituzioni, usanze, costumi. E uomini. Scienziati, matematici, esperti di costruzioni nautiche, architetti, pittori, attori, musicisti. Le riforme di Pietro avevano forzato la sonnolenta Russia a mettersi al passo con le nazioni dell'Ovest nel corso di pochi decenni: la città entrò nella letteratura e nell'arte. Il mito di Pietroburgo è il libro fondamentale per capire il fascino dell'antica capitale russa, un autentico classico della storiografia.
"Alla fine gli anni macinano coincidenze. Siamo a quarantanni dall'addio di Luciano Bianciardi al mondo. A quasi venti dalla prima edizione di questo libro che gli tolse la polvere della dimenticanza, restituì un posto ai suoi romanzi e luce al suo viaggio solitario, scoperto da migliaia di ... nuovi lettori, incantati dalla sua ironia, dalla sua rabbia, ma anche dalla sua eccentrica preveggenza. Con questa nuova edizione, Luciano torna a casa, più o meno dove tutto cominciò, casa editrice Feltrinelli appena nata, anno 1954, lui redattore fresco di Maremme e minatori, sceso da uno dei tanti treni che in quei mesi, in quegli anni, stavano portando le braccia e le teste che avrebbero fabbricato a Milano il miracolo economico. Era il tempo giovane del dopoguerra. Il futuro declinato per una volta al presente. Nascevano non solo i palazzi e le fabbriche dalle macerie. Ma anche le case editrici, i giornali, le agenzie di pubblicità e naturalmente la televisione, che in una decina di anni avrebbero svezzato l'italiano medio dandogli uno specchio, una lingua, quattro ruote, una cucina americana, e qualche volta persino una rotonda sul mare. Tutti (o quasi tutti) ne cantavano le lodi, tranne lui. Il provinciale, il guastafeste che di tante addizioni conteggiava quel che andava perduto, a cominciare dai sogni per una Italia diversa, un po' più giusta, non arresa alla religione del conformismo, del guadagno, dell'arrivismo, del piccolo e del grande potere."
"Abbiamo tutti sedici, diciassette anni, ma senza saperlo veramente, è l'unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato".
Chissà se è vero che dietro ogni grand'uomo ci sia una grande donna. È vero che spesso dietro una grande donna non c'è che lei. Quando Cristina di Belgiojoso dirigeva in Francia la "Gazzetta italiana", Terenzio Mamiani protestò che "un giornale politico, primo di tal fatta per l'Italia, fosse ... diretto da una donna". Poveri uomini: anche i più grandi. Alessandro Manzoni, per esempio, turbato dalla "manìa di quella signora di diffondere l'istruzione ne' suoi contadini". Cristina ebbe una vita straordinaria: "bambola da salotto, topo di biblioteca e strega, principessa rivoluzionaria e infermiera, zingara e pellegrina'". Il poeta Heine la descrisse come "una bellezza assetata di verità". Al centro della sua personalità, dei suoi amori e delle sue peregrinazioni stette la passione politica. Aspettò lungamente la stagione che si chiamò primavera dei popoli (nome tornato improvvisamente vivo ai giorni nostri), la preparò e vi si preparò. Gli scritti qui raccolti su Milano e Venezia uscirono alla fine di quel 1848 a Parigi. "La libertà individuale puramente politica," pensava allora, "non è favorevole che alla liberazione effettiva di alcune classi privilegiate... Il principio realmente popolare, il principio democratico ed evangelico è il principio dell'uguaglianza. "Corsa poi a condividere la "democrazia pura" della Repubblica romana del '49, pur annotando le "minchionerie molte e varie" dei triumviri, Cristina fu a capo del soccorso ai feriti.
Il periodo tra il 1943 e il 1948 è stato uno dei più convulsi della storia italiana e internazionale, e ha sollevato molte questioni nel dibattito storiografico e pubblicistico. Novacco ritiene che il passaggio cruciale si sia verificato tra settembre e novembre 1947, allorché una commissione ... elaborò il progettto costituzionale poi approvato dall'Assemblea costituente nel dicembre 1947. La Costituzione italiana in ragione della scarsa chiarezza di principi e della natura ibrida di alcuni istituti generali avrebbe finito per frenare la vita democratica del paese. L'auspicio dell'autore per il futuro non è altro che uno stato di diritto, dove il parlamento legiferi, il governo emani i decreti, la magistratura pronunci le sentenze.
Salutata ogni volta all'apparire dei singoli volumi che la compongono da un caldo e crescente successo di critica e di pubblico, la "Storia dell'Italia moderna" di Giorgio Candeloro ha assunto un grande e incontestato rilievo nella storiografia italiana e non solo italiana del dopoguerra. L'ininterrotta, ... meritoria fatica dell'autore ha dato vita a un'opera di carattere generale, non rigidamente specialistica, ma costantemente a un alto livello scientifico, che ha acquisito in questi anni "una funzione insostituibile, di permanente riferimento per la conoscenza del modo col quale si è venuto formando il nostro paese" (Ernesto Ragionieri). Quella di Candeloro - secondo un giudizio che Paolo Spriano formulò già nel 1968 e che i fatti hanno confermato nei decenni successivi - è "un opera che resterà". In questo volume: Agitazioni e riforme dal luglio 1846 al gennaio 1848; La rivoluzione e i primi due mesi della guerra d'indipendenza; La crisi del federalismo e del neoguelfismo. La reazione a Napoli. Il fallimento della guerra regia; La crisi del moderatismo e la riscossa democratica; Il 1849.
In una Chicago mitica e solforosa troviamo una piccola Little Egypt in esilio, forgiata sul dipartimento dell'Università di Chicago che l'autore ha conosciuto bene negli anni della sua formazione americana. In questo mondo claustrofobico e formicolante di vite 'Ala al-Aswani intreccia storie ... di esistenze che si cercano e si perdono. Sono esistenze strappate alla loro terra d'origine che vivono in un universo strano e straniero: la tentazione di conformarsi all'American way of life non è abbastanza. L'Egitto è lì, nel cuore di un'America traumatizzata dagli attentati terroristici dell'11 settembre. Quando viene annunciata la visita ufficiale del presidente egiziano a Chicago, si mette in moto il sistema di sicurezza dell'ambasciata, orchestrato dal temibile Safwat Shaker, che controlla e sorveglia tutti gli egiziani residenti in America. Complotto, manipolazione, proteste di libertà e sottomissione al potere, coraggio e vigliaccheria: al-Aswani trova così l'ampiezza e l'ambizione del romanzo politico e riesce a esprimere la dolcezza dei sogni e la violenza delle contraddizioni del mondo quale lo conosciamo.
Kibbutz Granot. È un inverno piovoso, interminabile. Il buio cala presto, fa freddo e solo il calore dentro le case è capace di consolare. Yoni e Rimona sono due giovani sposi malinconici: lei sogna i figli che non ha avuto, lui il deserto, la fuga. Hava e Yolek invece rimuginano su vecchi rancori ... e nuove delusioni. Bolognesi, un ex detenuto graziato, un tipo strano ma con delle mani d'oro, lavora a maglia e borbotta frasi incomprensibili. Poi, nell'ennesima sera di pioggia, fa la sua comparsa Azariah, un ragazzo tutto ingenuità ed entusiasmo. Da quella sera, le cose a poco a poco cambiano. Ciascuno sembra andare progressivamente verso il proprio destino. E forse smetterà di piovere. Ambientato alla vigilia della Guerra dei Sei Giorni, nel 1967, "Una pace perfetta" incastona la vita di un kibbntz nella storia d'Israele e nel presente.
Il vostro bambino si rifiuta di mangiare: urla, serra le labbra e allontana il piatto. La sera, quando siete distrutti dal lavoro e sognate il sonno profondo, lui si catapulta puntualmente nel lettone e neanche un carro attrezzi riesce a smuoverlo. Non vuole andare all'asilo, si rifiuta di usare ... il vasino, piange e non si capisce perché. "Questo è mio!" urla un fratellino."No, lascialo, è mio!" risponde l'altro... Quante volte vi è capitato di assistere a scene come queste? E poi, quale gioco proporgli? Come "intrattenerlo" senza ricorrere a "mamma televisione"? Come fargli rispettare le regole? Quante attenzioni dedicargli senza viziarlo? A questi e molti altri interrogativi rispondono le tate più famose d'Italia. Direttamente dalla trasmissione televisiva S.O.S. Tata, munite di quadernone e penna, tata Renata e tata Francesca accorrono in vostro aiuto a suggerirvi tutte le strategie per sopravvivere alla caotica vita familiare. Grazie alla loro preparazione ed esperienza sul campo, sapranno darvi ricette di ogni tipo per crescere i vostri bambini con qualche regola d'oro ma liberi di esprimere la loro personalità. Non un manuale del perfetto genitore, ma un ricettario utilissimo per trovare voi stessi le risposte alle vostre domande e intraprendere la strada più giusta per crescerli liberi e sereni. Vedrete, basteranno semplici ingredienti come costanza, razionalità e un pizzico di fantasia, e saprete adempiere al meglio al difficile e meraviglioso compito di genitori!
Tu dici California e pensi al Golden Gate di San Francisco, alle spiagge sabbiose di Malibu, agli studi cinematografici di Hollywood. E invece, appena più giù, c’è un’altra California, che a metà Ottocento seppe resistere all’avanzata delle truppe statunitensi e conservare la propria integrità ... e indipendenza. È la Baja California, la California messicana: la più lunga penisola del mondo, quasi duemila chilometri conficcati nel cuore dell’Oceano Pacifico.
Pino Cacucci è ritornato nel “suo” Messico per attraversarla e per raccontarla, da sud a nord, da La Paz alla frontiera di Tijuana. Lungo la Carretera Federal 1, detta anche Transpeninsular, ha raccolto storie di pirati e tesori sepolti, di gesuiti e missioni abbandonate, di indios e viaggiatori perduti. Sulle orme di Steinbeck, che qui viaggiò nel 1940, ha riscoperto leggende di regine e perle giganti. E ovviamente si è immerso nella strepitosa natura della Baja, nelle sterminate distese di cactus, nel paesaggio lunare delle saline, nelle montagne che hanno forma di donna. E nelle baie d’incanto dove le balene si avvicinano allegre per giocare con le barche dei pescatori. Perché il Messico fu il primo paese, più di sessant’anni fa, a creare riserve protette per questi animali dall’intelligenza misteriosa, e loro lo sanno – lo hanno certamente capito – che gli uomini non sono tutti assassini, e che da queste parti vive un’umanità più autentica e amichevole.
Un padre semialcolizzato che nessuno sa come si guadagni da vivere, una madre un tempo bellissima, scampata ad Auschwitz e preda delle proprie nevrosi: ecco la famiglia del giovane Arnon, protagonista di questo formidabile romanzo d'esordio tradotto in tutto il mondo. Il ragazzo, convinto che ... le persone più amate possono diventare i nostri peggiori nemici, e mosso da un'irrefrenabile curiosità, divide la sua vita sregolata tra i bar di Amsterdam e le prostitute. Si succedono così gli incontri con Marcella, Natasja, Astrid, Sandra, che devono però restare irripetuti, significativi proprio per la loro unicità. Nel tentativo di fare surf sulle onde della vita senza mai tuffarsi ed esplorarne le profondità.
L’incipit del romanzo presenta un uomo – il vecchio, che non è tale anagraficamente, come verremo a sapere – nell’atto di riflettere, in piedi davanti a un secrétaire. Evoca la situazione in cui nasce il romanzo: c’è infatti uno scrittore che deve scrivere un libro, Fiasco, che leggeremo mentre ... prende forma sui fogli nella macchina da scrivere. La prima parte dell’opera racconta gli sforzi immani per iniziare: chiuso in un minuscolo appartamento di un quartiere popolare di una città che potrebbe essere Budapest, il vecchio fissa la sua attenzione su ogni oggetto, descritto con minuzia, per penetrare il dettaglio più nascosto ma anche per scardinare la tecnica della rappresentazione realistica. Ma ogni tentativo di descrizione sfocia in un fiasco. Il fiasco è sempre in agguato, nei rapporti con le cose e con gli uomini.
Il romanzo contenuto nel romanzo inizia con un viaggio, anzi con un arrivo. Köves (che chiaramente richiama il personaggio di Essere senza destino) ha lasciato Budapest e sta per giungere in una città che non conosce. Le autorità gli consegnano un documento che rappresenta un’identità provvisoria di cui Köves si appropria quasi inavvertitamente, giorno dopo giorno, con la complicità degli altri. Entra in confidenza con tutti e contempla da vicino il loro fallimento. In una città dominata dal terrore e dalla paura di essere deportati (è chiara l’allusione al regime di Rákosi, che ha segnato un’epoca di vero terrore stalinista nella storia dell’Ungheria tra il 1948 e il 1953), incontra i residui di un’umanità che aveva avuto dei sogni, delle aspirazioni e che, adesso, deve accettare il grigiore di una realtà oppressiva in cui nessuno può realizzarsi. Köves cerca invece il suo successo: nell’amicizia, nell’amore, nel lavoro ma giunge immediato il disinganno e il fallimento. Così è anche per il vecchio che riappare, nell’ultimo capitolo, a chiudere la "storia nella storia" del romanzo.
Credevamo di poter dimenticare tutto quello che abbiamo vissuto come cittadini italiani? Michele Serra si adopera perché nessuno debba, perché nessuno possa dimenticare cosa ci ha portato sin qui. Torna il Breviario umano, sociale e politico di Michele Serra. In una nuova edizione più vasta, ... più ricca, ancora più tragicamente comica.
Il libro
Di quando Berlusconi regalò alla regina d'Inghilterra un reggiseno di pizzo, pregandola di indossarlo in sua presenza. Di quando venne finalmente chiarito che "cariche dello stato" non si riferiva agli esplosivi usati durante la prima Repubblica. E di quando il Pd diede in affido i suoi elettori a chi garantiva di trattarli con umanità.
Torna il Breviario umano, sociale e politico di Michele Serra. In una nuova edizione più vasta, più ricca, ancora più tragicamente comica.
Al centro lui, lo psicologo – alle prese con il malessere del mondo, il mondo che gli passa davanti in cerca di una via d'uscita, in cerca di sollievo, a volte alla ricerca di niente.
La signora A. ha la capacità di logorare i nervi e a ogni seduta dice di avere novità "importantissssssime". ... Il signor K. è molto solo, e i suoi problemi sono cominciati con una frattura, ma non esistenziale, una dolorosa frattura del polso. Il signor C. si sente la depressione addosso, come una pellicola adesiva, e ha cambiato decine di terapeuti. Il signor I. dice che va in crisi "se gli capita di vedersi mentre fa l'amore con la moglie". Il signor N. ha serie difficoltà a controllare l'aggressività. Il signor R. ha un problema con le donne: negli ultimi tre mesi ha avuto sei appuntamenti con sei donne diverse, e non ce n'è uno che abbia funzionato. La signora O. racconta che ogni tanto "si tocca dentro con il marito", nel senso che ha piccoli scontri, incomprensioni, litigi. Il signor M. è per sua stessa ammissione perennemente incazzato.
Lo psicologo Massimo Cirri racconta i suoi straordinari incontri in un Centro di Salute Mentale. Ai personaggi umanissimi, toccanti e divertenti che invadono il centro, Cirri alterna esilaranti momenti di vita vissuta all'interno del Sistema sanitario nazionale, graffianti dialoghi con infermiere e dottoresse, la saudade del vivere giorno per giorno, trovando pure il tempo per psicanalizzare se stesso. Sempre, ed esclusivamente, con leggerezza e un tocco di sano disincanto.
Approfondimento
"A parte qualche mese come bracciante agricolo – da studente vendemmiavo sangiovese e canaiolo alla Fattoria di Capezzana – ho sempre lavorato nei servizi pubblici di salute mentale. Dapprima tutto il giorno, poi part time, dalle nove alle tredici, perché il pomeriggio parlavo alla radio. Può capitare anche questo nella vita. Ma la mattina era più un ascoltare, anche se pure lì ogni tanto ho detto qualcosa. Una passeggiata, diverse passeggiate, nell'intimità delle persone. Andando dove ci portavano le parole e le questioni. Condividendo un po' – credo sempre troppo poco – paure, possibilità, intelligenze, noia, dolori e visioni del mondo. A volte allontanandosi molto, altre restando in zona. O girando in tondo. Quasi sempre attraverso territori e paesaggi belli di per sé e più attraenti ancora per uno come me, venuto su con un carattere un po' asserragliato.
Alcune di quelle passeggiate – o parti di esse, frammenti, intersezioni – col tempo si sono depositate nei miei pensieri e alla fine hanno ispirato queste pagine. Complici un invito a pranzo di Katiù Giarlanzani e la paziente sollecitazione di Alberto Rollo. Con desiderio di condivisione. Per l'idea che una linea ininterrotta di umanità unisca me, il più banale dei normali, con l'altro, il più estremo dei folli. E l'altro sono sempre io.
Sono affettuosamente grato alle persone che mi hanno accolto nei loro racconti di allora. Spero che queste differenti rivisitazioni ne restituiscano l'umanità.
Se proprio non pioveva a dirotto sono sempre andato al Centro di salute mentale in motoretta."
Massimo Cirri
È San Pietroburgo a ispirare e ospitare questi trentatré attimi di felicità sotto forma di altrettanti racconti. Sfila un serissimo carnevale di malavitosi, impiegati, prostitute, turisti, miserabili e milionari, maschere che si alternano e incrociano su un palcoscenico sempre mobile che si ... tinge di giallo, rosa, nero e rosso. Un microcosmo dove sesso e violenza sembrano spesso gli unici punti di riferimento. Un mondo illuminato da quella felicità che nessuno sembra trovare ma che si trova ovunque.
Questo libro raccoglie gli interventi più significativi del Dalai Lama – capo di Stato e guida spirituale dei Tibetani – sulla lotta per la libertà in corso nel suo Paese, permettendo di ripercorrere le tappe che nel tempo ne hanno segnato la visione. In questi bellissimi e appassionati testi ... il Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace, propone una profonda meditazione sulla relazione tra buddismo e democrazia, combinando il concetto della responsabilità politica dell'individuo con uno stile di vita spirituale.
“Il tempio dell'alba” è il terzo romanzo della tetralogia del “Mare della fertilità” (secondo "National Review": “un'eredità letteraria di caratura paragonabile a quella lasciata da Proust”) dopo “Neve di primavera” e “A briglia sciolta”. Ne è protagonista Shigekuni Honda.La storia è quella ... del suo ossessivo inseguimento di una magnifica donna (una giovane principessa thai conosciuta in un viaggio di lavoro a Bangkok) e, allo stesso tempo, della sua altrettanto appassionata ricerca dell'illuminazione. “Il tempio dell'alba” è una potente rappresentazione della vita in Giappone dai primi fuochi della seconda guerra mondiale all'immediato dopoguerra, mentre va in scena il tragico anelito di un uomo ormai anziano alla ricerca della liberazione spirituale in un amore di esasperata sensualità.
Quali sono le ventisette azioni dell’uomo civile? Lo scoprirete a Montelfo, il paese più magico e fantastico del mondo. In un romanzo di sfrenata comicità. Stefano Benni monta un grande circo di creature indimenticabili: il Nonno Stregone, Ispido Manidoro, Trincone Carogna, Sofronia e Rasputin, ... Archimede detto Archivio, Frida Fon, lo gnomo Kinotto, il beato Inclinato, Simona Bellosguardo, il gargaleone e il cinfalepro, Fen il Fenomeno, Piombino, Raffaele Raffica, Alice, don Pinpon e don Mela, Zito Zeppa, la Jole, Gino Saltasù, il sindaco Velluti, Ottavio Talpa, Bubba Bonazzi, Bum Bum Fattanza, Nestorino e Gandolino, Sibilio Settecanal, Tramutone, la Mannara, Giango, i fratelli Sgomberati, Bingo Caccola e Tamara Colibrì, Maria Sandokan, Adelmo il Cupo, Checca e Caco.
La voce narrante è un pittore privo di talento che conosciamo solo per la sua iniziale, H., un ritrattista ufficiale che comprende finalmente che la sua non è affatto arte ma una forma di schiavitù al potere. Da quel momento sarà la scrittura – e quindi la calligrafia – a dover trasmettere ciò ... che avrebbe dovuto passare attraverso la pittura. Nella migrazione da una forma d'arte all'altra, dalla pittura alla calligrafia, dalle immagini alla rappresentazione verbale, si snoda la storia della crisi di un uomo e di un paese, un percorso che simbolicamente si conclude il giorno della caduta del regime fascista portoghese.
Un romanzo definito dal suo autore "forse il mio libro più autobiografico", sospeso fra il Portogallo e l'amatissima Italia. Un percorso di rinascita di un uomo, di un artista e di una nazione.
"Questo Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore all'interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto… ... Prenda il lettore le pagine che seguono come sfida e invito. Faccia il proprio viaggio secondo un proprio progetto, presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati, accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d'uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio."
Una "guida" anomala che va oltre la geografia di un paese amato, per addentrarsi nella psicologia di un popolo. Un invito a perdersi, più che a trovare la strada.
Una raccolta di raccolte, un vero e proprio contenitore di vent’anni di fittissima attività poetica. Poesie cartolina, resoconti dei viaggi più diversi, poesie travestimento, da Catullo a Pascoli, poesie gioco dove l’esperienza di vita, personale e individuale, si intreccia con l’interpretazione ... del mondo, l’uomo con la Grande Storia.
Un volume fondamentale, che mette in luce la ricerca coerente e lontana dalle mode di un autore che, senza perdere la forza dell’avanguardia, ha sempre saputo comunicare con trasparenza.
A Cerbère, sui Pirenei Orientali, improvvisamente la terra si spacca, seminando panico e terrore tra gli abitanti. Non si sa per causa di chi o di che cosa, ma ben presto si crea lungo tutto il confine tra Francia e Spagna una frattura così profonda… Con un capitolo inedito in prima edizione ... mondiale.
Il libro
"Dopo ci fu una pausa, si sentì passare nell’aria un grande soffio, come il primo respiro profondo di chi si sveglia, e la massa di pietra e terra, coperta di città, villaggi, fiumi, boschi, fabbriche, macchie incolte, campi coltivati, con la sua gente e i suoi animali, cominciò a muoversi, come una barca che si allontana dal porto e punta al mare di nuovo ignoto."
A Cerbère, sui Pirenei Orientali, improvvisamente la terra si spacca, seminando panico e terrore tra gli abitanti. Non si sa per causa di chi o di che cosa, ma ben presto si crea lungo tutto il confine tra Francia e Spagna una frattura così profonda che la Penisola Iberica resta disancorata dal continente europeo e, trasformatasi in un’enorme zattera di pietra, inizia a vagare nell’Oceano Atlantico, verso altri orizzonti e un ignoto destino. Sulla zattera, che rischia di speronare le Azzorre, i protagonisti sono costretti a fare i conti con la loro favolosa e fatale condizione di naviganti, in un clima di sospesa magia, tra eventi miracolosi e oscuri presagi. Le antiche rivali, Spagna e Portogallo, da sempre tenute ai margini dell’Europa, ora che non sono più vincolate a essa potrebbero dirigersi verso l’Africa e le Americhe, cui le lega un antico patrimonio comune di lingua e cultura. La zattera di pietra è la storia di questa incredibile e avventurosa navigazione, scritta con divertita fantasia e con una straordinaria invenzione di grandi e piccoli prodigi.
Il primo racconto vede Pepe Carvalho impegnato a ritrovare uno strano personaggio scomparso: si tratta di un vecchietto squinternato che si crede l’ultimo erede della casata reale di Castilla e León, Federico III. Le indagini lo portano a investigare all’interno di un gruppo di giovani neofascisti, ... decisi a utilizzare il vecchio pazzo per attuare un piano criminale. Il secondo racconto è ambientato in un ricovero per vecchi bisognosi nel quale viene trovato morto soffocato un anziano ospite. Il prete del paese, amico e compagno politico di vecchia data di Carvalho, lo chiama per far luce su questa morte a partire da un libriccino rosso, il diario della vittima, che ha fatto parte di un gruppo segreto della guerriglia repubblicana. Nell’ultimo racconto la giovane e affascinante Teresa si reca da Carvalho per chiedergli di indagare sulla morte del nonno. Apparentemente tutto fa pensare a un normale attacco di cuore, ma la giovane ha trovato in un orologio che ha ereditato un bigliettino in cui il nonno dice di essere in pericolo e che questa volta l’avranno vinta loro.
Jack è un adolescente americano. Ama il basket. Il suo migliore amico è Max. Vive solo con la madre, e con i suoi amanti di turno, da quando i genitori hanno divorziato. È passato del tempo da allora, ma i suoi ancora non riescono ad andare d’accordo e quando il padre lo viene a prendere si ... ferma sempre con la macchina in mezzo alla strada per mantenere una certa distanza dalla sua ex casa. Ma fin qui niente di troppo traumatico, una realtà talvolta penosa con cui però Jack può fare i conti. Tutto cambia invece quando il padre un giorno, all’improvviso, gli confessa la vera ragione per cui ha lasciato la moglie: vive con un altro uomo, ci dorme assieme, insomma è gay. Questo è troppo per Jack, non riesce proprio ad accettarlo, teme che lo stigma e la riprovazione sociale ricadano su di lui. Dapprima rifiuta anche solo di rivedere il padre, poi pian piano comincia a scardinare i propri pregiudizi, la sua idea di famiglia e il suo criterio di normalità. A.M. Homes, in questo suo romanzo d’esordio, si mette nei panni del teenager alle prese con una realtà più grande di lui e, narrando in prima persona la vicenda, ne segue l’ambivalente alternarsi di emozioni e la conflittuale maturazione con ironia, acume e freschezza. Ne esce un originale romanzo di formazione, commovente e divertente insieme, profondamente autentico nel cogliere gli stati d’animo dell’adolescenza.
Immaginate un’Europa che non è stata sconvolta dalla Prima e poi dalla Seconda guerra mondiale, dove tutte le pulsioni belliche sono state dirottate in imprese coloniali extraeuropee. La protagonista è Emily, fondatrice di scuole per i poveri e infaticabile “dama di carità”, tormentata però ... da una vita sentimentale infelice. Intorno a lei figure diverse, tra cui quella di Alfred, agricoltore sposato a una simpatica e affettuosa cicciottella di nome Betsy. Attraverso questo singolare filtro metastorico, Doris Lessing rilegge in forma paradossale e perciò efficacemente rivelatrice la vita dei suoi genitori (e di tutta una generazione di inglesi) – una vita che invece è maturata nel cono d’ombra della guerra e ha patito il trasferimento in Africa. Un terribile lascito da cui Doris Lessing tenta pervicacemente di liberarsi.
Gerusalemme 1947: mentre gli eventi storici incalzano, un ragazzino ebreo di dodici anni vive un momento di grande significato nella sua vita. Ora che è adulto lo racconta. Dopo l'Olocausto, quando si rafforza il movimento clandestino per la nascita dello stato di Israele, anche lui ha fondato ... con un paio di amici una società segreta con l'obiettivo di combattere gli inglesi, che occupano la Palestina, rivendicando il diritto a una patria dopo tanta sofferenza. Lui è soprannominato Profi, abbreviazione di professore, perché è molto intelligente, ha una cultura enciclopedica, ama studiare le parole e leggere. Di carattere è comunque socievole e vivace, si considera coraggioso come una pantera e gode della simpatia dei compagni di gioco e di cospirazione. Almeno fino al giorno in cui non fa amicizia con il nemico, un sergente inglese che gli insegna la sua lingua in cambio di lezioni di ebraico. Da quel momento agli occhi degli altri diventa un vile traditore, e come tale va punito nonostante la sua pretesa di innocenza. Una pantera in cantina racconta una piccola grande storia di emozioni e sentimenti adolescenti, un'avventura di amicizia e di crescita, che pone domande incalzanti sulla colpa e sulla fiducia, in un contesto storico di epocali stravolgimenti. Profi è infatti testimone di fatti più grandi di lui, ma ci consente di coglierne appieno gli effetti sulle relazioni umane grazie al suo sguardo ancora candido, alla sua sensibilità intatta.
Naboru Kuroda ha tredici anni, vive a Yokohama solo con la madre Fusako da quando il padre è morto,cinque anni prima. È un ragazzo duro e orgoglioso della propria insensibilità, che ama però spiare la madre quando si spoglia nuda per coricarsi. Una sera viene ospite da loro un ufficiale di marina, ... Tsukazaki Ryuji, e la donna gli si concede di nascosto dal figlio che però li osserva alla luce della luna. E questa sarà per lui un'esperienza voluttuosa e illuminante. Intanto Ryuji pur impacciato nell'esprimere e riconoscere i sentimenti, capisce che Fusako, con la sua bellezza imperturbabile e sensuale, è la donna della sua vita. Naboru, da parte sua, prova a spiegare alla sua piccola banda di amici, nichilisti come lui e crudeli per scelta, che meraviglioso uomo di mare sia l'amante della madre. Ma si ricrederà e dovrà rassegnarsi alla volontà sadica dei compagni, al loro delittuoso anelito di negare ogni senso al mondo. Mishima scandaglia con maestria il fondo oscuro dell'animo di questi ragazzi per i quali, che si tratti di un gatto sfortunatamente capitato nelle loro mani o di un uomo, conta solo la capacità di non provare compassione o emozione nell'aggredire. Per loro che si affacciano alla vita, la maturazione pare non consistere in altro che nell'impassibilità davanti all'esperienza del sangue e della morte.
"Verso la fine del 1924, sulla vetta dove Nietzsche aveva avuto l'intuizione dell'eterno ritorno, lo scrittore russo Andrei Belyj fu colto da una crisi nervosa nel constatare l'inarrestabile avanzata della lava del supercosciente. Quello stesso giorno e alla stessa ora, a non molta distanza ... da lì, il musicista Edgar Varèse cadeva improvvisamente da cavallo mentre, per scimmiottare Apollinaire, fingeva di accingersi ad andare in guerra. A me sembra che quelle due scene siano state i pilastri su cui fu edificata la storia della letteratura portatile. Una storia europea, alle origini, e leggera quanto la valigia-scrittoio con la quale Paul Morand percorreva su treni di lusso la luminosa Europa notturna: scrittoio mobile che ispirò a Marcel Duchamp la sua bôite-en-valise, senza dubbio il tentativo più geniale di esaltare il portatile in arte. La cassetta-valigia di Duchamp, che conteneva riproduzioni in miniatura di tutte le sue opere, si trasformò rapidamente nell'emblema della letteratura portatile e nel simbolo in cui si riconobbero i primi shandy".
Nel 1975, dopo una guerra di liberazione, l’Angola cessa di essere una colonia portoghese e conquista formalmente l’indipendenza. Ryszard Kapuściński, che nella sua carriera di reporter ha seguito ben ventisette rivoluzioni, era là anche questa volta. Da allora sono trascorsi molti anni ... e a prima vista ci si potrebbe domandare che senso abbia riproporre avvenimenti così lontani. A parte il fatto che quella guerra si protrae, in diverse forme, fino a oggi, ogni libro di Kapuściński, oltre che una cronaca delle battaglie e dei fatti politici, offre sempre la descrizione di un mondo diverso dal nostro, osservato con l’occhio curioso di un bambino e la freschezza di un adolescente. Intrappolato nell’assedio di Luanda, l’autore narra, spesso con umorismo, quello che succede in tempo di guerra in una “città chiusa”, dalla quale tutti scappano come topi da una nave che affonda: prima i portoghesi con i loro beni e masserizie, poi i negozianti, la polizia, i tassisti, i barbieri, i netturbini e, infine, anche i cani. Attento in primo luogo agli esseri umani, l’autore fa vivere con tratti affettuosi e vivaci le poche, umili e belle persone con cui ha stretto amicizia e con le quali ha condiviso i momenti di sconforto, privazione e paura: dona Cartagina, Diogene, il comandante Farrusco, il proiezionista dell’unico cinema rimasto aperto in città. E poi c’è Carlotta, una soldatessa giovane e bella cui Kapuściński dedica un ritratto così commosso e delicato da farne un personaggio indimenticabile.
Nella regione portoghese dell’Alentejo per tutto il Novecento, dalle prime occupazioni delle terre fino alla Rivoluzione dei garofani, l’economia latifondista ha segnato duramente la vita degli umili braccianti, con una lunga catena di soprusi e prevaricazioni, in un contesto di miseria e ignoranza. ... A questa grande Storia è intestricabilmnete legata la storia minore e marginale, ma emblematica, di una famiglia di contadini: i Mau-Tempo, le cui stesse origini sono connesse a un’antica violenza e sulla quale continuano ad abbattersi prepotenza e sfruttamento. La narrazione ne segue lungo quattro generazioni l’esistenza fatta di sacrifici e fatica, ma anche di passioni, aspirazioni, lotte, sconfitte. È una saga di vinti, l’emozionante epopea di tutta una classe sociale, scandita dal ritmo dell’oralità, dove si mescolano poetica rappresentazione del paesaggio, amara ironia nel descrivere le secolari ingiustizie e commossa partecipazione per le sorti degli eterni sfruttati.
Vi siete mai chiesti che cosa succede ai vostri cibi nel microonde? Perché la carne rossa è rossa (non dipende dal sangue)? Se le pentole a pressione sono veramente a prova di esplosione? Come cavarsela con crostacei e ostriche vive? Perché l’acqua bolle? Leggere questo libro e le ricette che ... lo accompagnano sarà come mettersi ai fornelli con uno scienziato al vostro fianco, pronto a spiegare divertito tutti i fenomeni chimici e fisici nascosti nei vostri gesti e nei vostri piatti. Einstein probabilmente non ne parlava al suo cuoco, ma se avesse dovuto spiegargli la scienza che sta dietro ai cibi e alla loro preparazione avrebbe fatto così.
Nel 1936, mentre all’orizzonte si preannuncia la seconda guerra mondiale, scoppia quella di Spagna. Nello stesso anno muore Ricardo Reis, solo un anno dopo la scomparsa del suo inventore, Fernando Pessoa. Reis è infatti uno dei tanti eteronimi di Pessoa, che ne aveva immaginato l’ideale biografia ... (nato a Porto nel 1887, educato dai gesuiti, medico, espatriato per ragioni politiche in Brasile nel 1919) e gli aveva attribuito come poeta classicistiche odi oraziane, ma non gli aveva dato carne e sentimenti. Cosa che invece gli dà Saramago, che lo fa tornare in patria in occasione della morte del suo creatore, gli fa aprire uno studio medico a Lisbona, gli fa vivere una vera vita, sociale, sessuale e affettiva. E prima di morire – nel fatidico anno che è il vero protagonista del romanzo – lo fa essere testimone di eventi tragici, filtro attraverso cui rileggere la storia del Portogallo salazarista, allineato a fascisti, nazisti e falangisti in tutt’Europa.
Protagonista del romanzo è un professore di Storia di scuola media dal nome altisonante, Tertuliano Máximo Afonso. Separato dalla moglie senza ricordare né perché si è sposato né perché ha divorziato, ha difficoltà nelle relazioni col prossimo e si può definire un depresso. Conduce una vita ... solitaria e noiosa, fino al giorno in cui non fa una scoperta sensazionale: dietro consiglio di un collega, noleggia una commedia leggera in videocassetta, ed eccolo faccia a faccia con una comparsa che, ben più che somigliargli, è lui. Un autentico doppio, la cui esistenza sconvolge quella di Tertuliano, che da quel momento fa di tutto per scoprire chi sia quell’attore, cosa faccia, che storia abbia, sprofondando in una realtà parallela. Saramago commenta passo passo la vicenda, accompagna il lettore con ironia, acume e sapienza narrativa in quest’inquietante indagine sull’alter ego, ricca di suspense e di spunti di riflessione sull’identità, nonché di svolte impreviste.
Kaori è una quarantenne single che lavora nel settore dell'importazione di abiti, accessori e articoli griffati dall'Italia. Viaggia spesso per lavoro, per acquistare la merce da rivendere nel negozio di una zia. Parla molto bene la nostra lingua, avendo vissuto per un certo periodo in Italia. ... Sua cugina Chie è una ragazza sui trentacinque anni, estremamente silenziosa e introversa, che dopo la morte della madre si è trasferita a vivere da Kaori. Fra le due si è instaurato un rapporto di amicizia molto profondo. Sarà un segreto nella vita dell'una e un amore nella vita dell'altra a scombussolare la serenità della loro esistenza in comune e a portare Chie a fare i conti con il proprio passato mettendo Kaori davanti a una scelta dolorosa. Un romanzo sull'amicizia, su come un'amica possa diventare anche una sorella, una figlia e una madre affettuosa.
Tredici racconti. Tredici frammenti di vite. Storie d'amore. Gli incontri veri o immaginati dell'autrice con alcuni grandi scrittori del ventesimo secolo. La storia che da il titolo alla raccolta, vede un professore di biologia di Johannesburg ripercorrere la propria storia familiare. Al centro ... un tema paradossale e significativo: se un tempo tutti desideravano avere almeno una goccia di sangue bianco nelle vene, oggi vale l'esatto contrario, e avere almeno un sedicesimo di sangue di colore è raccomandato quasi si trattasse di un indizio di "nobiltà sociale". Con mano sicura Gordimer indaga fra le pieghe dei sentimenti e del rapporto di coppia: attraverso i sensi (udito, olfatto) i diversi protagonisti prendono coscienza di dolorose verità.
In breve
Pare che il celebre attore internazionale Attilio Vecchiatto in punto di morte abbia detto: “Qui va a finire che ci obbligheranno a bere l’olio di ricino per fare penitenza delle nostre idee, come è già successo nel passato”. Dopo anni di successi nel Sud America, a New York, Francia, ... sbarcato in Italia nel 1993 con la moglie Carlotta, si è trovato in balia degli imbrogli d’un produttore italiano…
Il libro
Pare che il celebre attore internazionale Attilio Vecchiatto in punto di morte abbia detto: “Qui va a finire che ci obbligheranno a bere l’olio di ricino per fare penitenza delle nostre idee, come è già successo nel passato”. Dopo anni di successi nel Sud America, a New York, in Francia, sbarcato in Italia nel 1993 con la moglie Carlotta, si è trovato in balia degli imbrogli d’un produttore italiano (che sperava di lucrare sulla sua fama). Per sua fortuna è stato generosamente accolto da Enrico De Vivo (Angri, provincia di Salerno), poi ospitato per mesi a Capua dai fratelli Scannapieco. L’unica sua recita in Italia è quella svoltasi nel teatro di Rio Saliceto (Reggio Emilia), assieme alla moglie Carlotta. Questa rimane l’unica traccia italiana d’un nostro glorioso attore. È una recita dove i due attori interpretano il dramma della vecchiaia, in un’epoca che crede soltanto alla pubblicità per giovani e alle macchinette elettroniche per instupidirsi. Un giorno Carlotta ha detto che Attilio era spesso iroso, ma incapace di falsità e incapace di non “defurbizzare” un pensiero che faccia comodo ai padroni del vapore.
In breve
Romanzo ambizioso e potente, Anni di cani fa i conti con le contraddizioni della coscienza tedesca. Lo fa montando una storia a tre strati, fittissima di eventi, di memoria, di figure umane e animali.
Il libro
Romanzo ambizioso e potente, "Anni di cani" fa i conti con ... le contraddizioni della coscienza tedesca. Lo fa montando una storia a tre strati, fittissima di eventi, di memoria, di figure umane e animali. Due i personaggi centrali: Eduard Amsel, il regazzzo mezzo ebreo, grassoccio, goffo, materasso della ragazzaglia, figlio di mercante, dotatissimo nella costruzione di spaventapasseri, più tardi pittore, poi coreografo e infine proprietario di uan miniera; e Walter Matern, il robusto rampollo di una dinastia di mitici mugnai, l'amico di infanzia e il fratello di sangue di Amsel, lo sbandato, l'ubriacone, l'ex comunista, l'attore, il milite SA, il nazista, il disertore, il cattolico, l'heideggeriano, l'antifascista che, accompagnato dal cane di Hitler, percorre la Germania del dopoguerra alla ricerca di colpevoli...
Intorno a queste due vite parallele, un brulichio di personaggi: gli arcaici abitanti dell'estuario della Vistola, come il mugnaio Matern, che predice il futuro ascoltando i vermi della farina, come i paesani della Werder, i professori, gli SA, le nonne e, specialmente, la ragazzetta Tulla, sinistra, attraente, misteriosa, perduta.
Approfondimento
Due i personaggi centrali: Eduard Amsel, il ragazzo mezzo ebreo, grassoccio, goffo, materasso della ragazzaglia, figlio di mercante, dotatissimo nella costruzione di spaventapasseri, più tardi pittore, poi coreografo e infine proprietario di una miniera; e Walter Matern, il robusto rampollo di una dinastia di mitici mugnai, l'amico d'infanzia e il fratello di sangue di Amsel, lo sbandato, l'ubriacone, l'ex comunista, l'attore, il milite SA, il nazista, il disertore, il cattolico, l'heideggeriano, l'antifascista che, accompagnato dal cane di Hitler, percorre la Germania del dopoguerra alla ricerca dei colpevoli… Intorno a queste due vite parallele, un brulichio di personaggi: gli arcaici abitanti dell'estuario della Vistola, come il mugnaio Matern, che predice il futuro ascoltando i vermi della farina, come i paesani del Werder, i professori, gli SA, le nonne e, specialmente, la ragazzetta Tulla, sinistra, attraente, misteriosa, perduta.
"Ma chi sono questi uomini, chi sono i 'demoni'? I demoni sono anzitutto 'uomini d'idea', come li definisce Bachtìn, cioè uomini posseduti, tormentati, divorati da un'idea, cioè da una concezione onnicomprensiva, onniesplicativa e onnirisolutiva della realtà, uomini che si credono in possesso ... della 'Verità', ma ognuno dei quali si è costruito una sua Verità' in una forma aberrante, distruttiva, catastrofica. In questi uomini - secondo Dostoevskij - si ritrova una caratteristica specifica ed esclusiva dello spirito russo: il russo è divorato da un'inesausta sete di verità ed è in grado di dedicarsi appassionatamente, fanaticamente al perseguimento dell'ideale da lui concepito, fino ad arrivare a ogni eccesso e a ogni estremo, compreso il sacrificio totale di sé." (Gianlorenzo Pacini)
Molti bambini sotto i cinque anni hanno un cattivo rapporto con il sonno o addirittura soffrono d'insonnia. Le conseguenze sono evidenti: diventano irritabili, insicuri e finiscono talora con il trasformare questa fatica in una difficoltà di relazione diurna e con il minare la relazione coniugale ... dei genitori. Il volume offre gli strumenti "per insegnare" il sonno ai bambini fin dalla prima infanzia, creando le premesse per una disciplina naturale che continua a funzionare per tutti i primi anni di vita.
"Questa è la storia che Licia Pinelli mi raccontò all'inizio degli anni ottanta. Era rimasta appartata, quasi silenziosa per una decina d'anni, da quell'inverno del 1969, quando la bomba fece strage alla Banca dell'Agricoltura di piazza Fontana a Milano, suo marito Pino, ferroviere anarchico, ... precipitò da una finestra della questura e l'Italia scoprì che la democrazia era sotto attacco. Licia si era tenuta lontana dai riflettori concentrandosi in una tenace battaglia per ottenere giustizia dalla Giustizia. Non la ottenne. Dopo dieci anni Licia fece forza sul suo severo riserbo e si decise a raccontare di sé e di quel che era successo. Scelse lei stessa di parlare e mi chiese di intervistarla. Non fu un percorso facile, per Licia fu come reimparare a parlare e a guardare dentro se stessa dopo anni di silenzio e autocensura. Oggi, a distanza di tanto tempo, questo racconto appare come un documento di rara verità, chi vorrà scrivere la storia di quegli anni durissimi non ne potrà prescindere." Piero Scaramucci
La protagonista del romanzo è una giovane donna appassionata e ribelle, ma è cresciuta in una famiglia - e in un ambiente - dove l'eleganza, la compostezza, la sobrietà e il rigore sono più che dei valori, sono l'unica forma di vita concepibile. Appena ventenne, accetta dunque un matrimonio ... combinato per lei dal padre. Non sarà una scelta felice, probabilmente anche perché il destino ha messo sulla sua strada l'affascinante ed enigmatico Trott, che nell'arco di un decennio, con tre impreviste apparizioni, comprometterà definitivamente il precario equilibrio del suo matrimonio. La protagonista incarna infatti un momento di trasformazione di un'intera società: troppo moderna per adattarsi docilmente a proseguire nel solco tracciato dalle altre donne di famiglia e al tempo stesso ancora troppo fragile, e soprattutto troppo poco abituata a dare ascolto ai sentimenti e alle emozioni, per vivere la propria ribellione sino alle estreme conseguenze. Ma è come se Trott l'avesse risvegliata da un incantesimo e fin dal primo incontro avesse innescato in lei un processo di cambiamento che non può più essere arrestato. Da qui la scelta di trasferirsi da sola nella campagna senese, a San Biagio, abbandonando una città, Torino, che sta rapidamente cambiando sotto l'impulso della nascente industria, e un marito che ha sempre sentito estraneo e che la tradisce sfacciatamente.
"Lo squalificato" (1948), narra la storia di un uomo, Yozo, che, sentendosi rifiutato dalla società nella quale vive, deve affrontare una condizione esistenziale di estrema solitudine. Ciò che rende intensamente suggestive le "pagliacciate" escogitate da Yozo per sopravvivere tra i suoi simili, ... patetici i suoi tentativi di dedicarsi alla politica e tormentosi i suoi rapporti con le donne, è il senso di insuperabile ambiguità che domina l'intera esperienza da lui vissuta in bilico tra il piacere di infrangere il codice sociale e il sentimento di colpa per non sapersi adeguare a esso. La "squalifica" alla quale è condannato Yozo (nel cui problematico ritratto certamente si riflettono vicende di cui fu vittima lo stesso Dazai) acquista un senso diverso solo dopo la sua morte, quando l'autore sposta bruscamente e sapientemente il punto di vista narrativo fuori della coscienza del protagonista.
Nel suo ultimo romanzo Marcela Serrano affronta la tragedia dei bambini rapiti per venderne gli organi o per essere dati in adozione a famiglie facoltose. La protagonista, una donna di umili origini che vive in campagna, partorisce in ospedale una bambina, ma dopo qualche giorno le dicono che ... la figlia è morta in seguito a una febbre violenta. Lei non si rassegna, si convince che la piccola sia ancora viva, e decide di agire. Con l'aiuto di una giornalista scopre che nell'ospedale dove era stata ricoverata ci sono troppe morti sospette e trova una donna pronta a testimoniare di aver sentito i medici parlare chiaramente di un rapimento: il sospetto di un traffico illegale di adozioni e di organi diventa quasi una certezza. La protagonista, insieme ad altre madri nella stessa situazione, decide di creare un'associazione che si batte per portare alla luce gli orribili crimini. Un giorno, durante un sit-in, vede una bambina tenuta per mano dalla moglie del ministro degli Interni, è certa che sia sua figlia. In un impeto di gioia rabbiosa l'abbraccia e tenta di strapparla alla falsa madre. Immediatamente arrestata, viene internata in un ospedale psichiatrico. Lì lotta per non impazzire e con caparbietà non rinuncia all'idea di riavere sua figlia.
Domenico Stasi è un anziano ex insegnante, uomo colto, sollecito, impegnato e di apparente pacatezza. Quando apprende che Nina, una sua antica allieva, è indagata per partecipazione a banda armata, decide di incontrarla per essere rassicurato della sua innocenza. Ma Nina si proclama colpevole ... e affida a Stasi un incarico delicato: dovrà recarsi in un appartamento abbandonato, cercare una copia della "Morte di Virgilio" di Hermann Broch, trascrivere una frase sottolineata a pagina 46 e farla avere a un non meglio precisato "contatto". Con leggerezza, quasi per gioco, Stasi esegue gli ordini. Non si tratta affatto di un gioco. Stasi viene convocato dalla polizia, che segue ogni sua mossa; il contatto non si accontenta del messaggio e gli fa recapitare una pistola con la quale dovrà sparare a un importante bersaglio... Un meccanismo inesorabile si è messo in moto. Ma è realmente così? Chi è, realmente, il professor Stasi? È un assassino? È una vittima? È un innocuo zimbello?
Richard Pearson, quarantaduenne pubblicitario, si reca a Brooklands, una cittadina come tante tra Londra e l'aeroporto di Heathrow. Alcune settimane prima suo padre, ex aviatore, è stato ucciso da un cecchino in un enorme centro commerciale di Brooklands, il Metro-Centre - un complesso di negozi, ... alberghi, piscine, centri sportivi - con una propria televisione via cavo che trasmette pubblicità, dibattiti e partite di calcio, hockey e rugby. Sperando di capire qualcosa di più sulla tragedia, Richard incontra l'avvocato del padre e la giovane dottoressa Julia Goodwin che ha prestato le prime cure al ferito dopo la sparatoria. Protetto da un'inquietante rete di omertà, il principale indiziato viene rapidamente rilasciato dalla polizia. Richard decide di trovare il vero colpevole. La culla del mistero è il Metro-Centre, tempio del consumismo più sfrenato, il cuore di Brooklands, il centro di una diffusa passione ossessiva per gli sport e di un nazionalismo perverso e violento. Sotto l'impulso delle sue campagne di marketing, il consumismo sembra sul punto di mutare in una pericolosa forma di fascismo suburbano. È questo ciò di cui ha bisogno l'Inghilterra per rivitalizzarsi?
Tre racconti, tre diverse angolature per osservare i rapporti tra donne e uomini. Un uomo tenta di far innamorare una donna e l'unico risultato che ottiene è di farsi accusare, ingiustamente, di molestie sessuali. Una donna provoca l'uccisione di uno sconosciuto incontrato in un bar. Una stanca ... relazione si conclude con un suicidio e il sopravvissuto non riesce nemmeno a capirne le ragioni. I tre racconti di Ford sono altrettante istigazioni a riflettere sulla vita, ad arrestare provvisoriamente il ritmo dell'esistenza per tentare di intuirne il senso e la profondità.
Agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del Mar Nero, c'è un paese selvaggio e poco abitato, Tomi (l'odierna Costanza), il luogo della relegatio di Publio Ovidio Nasone, che lì visse per una decina d'anni e che vi fu sepolto il 17 o il 18 d.C. In una totale trasmutazione ... di tempi, in completo anacronismo, giunge a Tomi un amico di Ovidio, Cotta, determinato a trovare tracce del poeta e del suo capolavoro incompiuto, le Metamorfosi. La singolarità di "Il Mondo Estremo" fa sì che il lettore sia coinvolto nella ricerca di Cotta e ritrovi, attraverso di lui, un mondo siamo ai giorni nostri - in cui il mito si trasfigura in realtà. Ecco allora che il contesto diviene minutamente realistico e, per esempio, alla sera, nella desolata piazza della ferrigna Tomi, giunge Cypari, un "proiezionista" ambulante, che mostra un film d'amore disperato in cui la bella Alcione viene trasformata, assieme al compianto sposo, in un uccello marino. Cotta troverà presso Tomi, a Trachila, in montagna, la casa di Ovidio. Lo aiuterà Pitagora di Samo, ridotto a servo di Ovidio, e, nel folto dei boschi cupi e terribili, sotto una coltre di lumache striscianti, appariranno delle pietre con i versi incisi dal poeta. E ancora, in una memorabile alba, mentre si consumano i riti del carnevale, apparirà un corteo di pazzi, travestiti chi da dio Sole, chi da Medea, chi da Orfeo... Recitano strani versi di un'opera distrutta dall'autore, ma non scomparsa: le Metamorfosi.
Attraverso la storia della rovina della propria famiglia narrata dalla giovane Kazuko, il romanzo adombra l'epopea tragica dell'aristocrazia declinante nel Giappone vinto e umiliato dalla guerra, e insieme propone la vivida e più vasta rappresentazione della desolazione spirituale di un paese ... che ha smarrito i valori della tradizione e va snaturandosi nell'incalzare di una civiltà industriale priva di idealità. Pubblicato nel 1947, un anno prima di annegarsi nel lago Tamagawa a Tokyo, Osamu Dazai consegnava un messaggio di disperata rivolta in cui si riconobbe e si identificò un'intera generazione quella che visse il disordine e lo smarrimento del dopoguerra, nonché la frustrazione precoce delle speranze in un rinnovamento radicale della società. una sofferenza esistenziale, il ribellismo e l'istinto di autodistruzione suggellati infine dal suicidio.
Mari si è appena laureata ed è tornata a vivere nel suo paese natale, dove ha deciso di aprire un piccolo chiosco di granite. Quest'estate sua madre ospita Hajime, la figlia di una cara amica, che sta attraversando un periodo molto difficile a causa della morte della nonna. Mari non è affatto ... entusiasta: è indaffarata col chiosco appena avviato e pensa di non avere tempo per fare compagnia a una ragazza così piena di problemi. Oltre a brutte cicatrici che le ricoprono il corpo, dopo la morte della nonna Hajime si rifiuta di mangiare e di uscire di casa. Ciononostante le due ragazze a poco a poco diventano amiche e Hajime inizia ad aiutare Mari nel lavoro. Il resto del tempo lo trascorrono tra nuotate in mare, passeggiate sulla spiaggia e lunghe chiacchierate, sempre sullo sfondo di un incantevole paesaggio marino. E il mare sembra essere il vero protagonista del romanzo, con i suoi misteri e le creature che si celano negli abissi, una presenza costante e rassicurante nella vita di Mari, e un balsamo per l'anima ferita di Hajime. Sul finire dell'estate, quando l'acqua diventa di giorno in giorno più fredda e il vento sulla spiaggia solleva i granelli di sabbia nella tiepida luce di settembre, Hajime parte per fare ritorno a casa. Mari è molto triste, ma il ricordo della loro amicizia l'aiuterà a superare anche la solitudine dei lunghi mesi invernali. Forse non è riuscita a risolvere del tutto i problemi dell'amica, ma sicuramente l'ha aiutata a guardare al futuro con maggiore fiducia.
"A trentadue anni dalla sua prima edizione "Quando cessarono gli spari" non ha perso nulla della sua freschezza narrativa e della sua attualità. Scritto come un diario, ricostruisce ora per ora quel che accadde a Milano nelle due settimane successive alla Liberazione, utilizzando le memorie ... personali dell'autore confrontate con decine di testimonianze di piccoli e grandi protagonisti della Resistenza milanese. Nelle pagine sfilano uno dopo l'altro i racconti di Pertini, Basso, Cadorna, Curiel, Sereni, Bonfantini accanto a decine di comandanti delle formazioni partigiane. Una ricostruzione corale che rappresenta, ancora oggi, l'affresco più vasto e pulsante di quelle giornate. La 'breve fuga di Mussolini' e la sua esecuzione, la rivolta nelle fabbriche, i conflitti nel Clnai e le ambiguità di Cadorna: molte questioni controverse trovano in queste pagine testimonianze importanti e non eludibili. La recente vulgata revisionistica sul 'sangue dei vinti' trova in questo libro la migliore risposta resa ancor più efficace dall'essere stato scritto ben trent'anni prima." (Aldo Giannuli)
Mehring è un afrikaner di mezza età, che ha acquistato una fattoria nei pressi di Johannesburg per trascorrervi il tempo libero dagli affari. Qui si verificano episodi di violenza, omicidi e aggressioni, disastri quali incendi o inondazioni, qui si tocca con mano la miseria dei poveri, ma per ... lui la sola cosa che conti è continuare indisturbato la vita del gentiluomo di campagna. La vita che reputa adatta a un autentico farmer, a un bianco soddisfatto di sé e della propria ricchezza, anche se in fondo si comporta da colonialista, che per senso di superiorità razziale e sociale non si preoccupa di chi stia peggio. Da buon conservatore ama le sicurezze derivanti dalla natura e dalla terra, come dal sistema dell'apartheid. È un individuo solitario, isolato fisicamente nel veld e chiuso mentalmente a ogni preoccupazione pubblica, un divorziato che si è alienato il figlio idealista, con un'amante sfuggente e con lavoratori su cui fa affidamento ma che restano per lui distanti, come il capomandriano Jacobus.
Di che cosa bisogna parlare con i figli? Di sesso, naturalmente. Quello sul sesso è infatti un confronto difficile ma necessario tra genitori e figli. Tanto più in un mondo ossessionato dal sesso qual è il nostro. Bambini e adolescenti trovano immagini o discorsi in proposito ovunque - sui media, ... nei videogiochi, chiacchierando tra coetanei. Se quindi i genitori non vogliono vedersi sfuggire di mano l'educazione in un campo tanto importante e lasciare che abbia il sopravvento una visione distorta, mercificata e avvilente del sesso, devono parlarne. Ma come affrontare il discorso e soddisfare le legittime curiosità dei ragazzi? In che modo spiegare che il sesso non ha necessariamente a che fare con la violenza, il potere e il consumismo? La psicoioga Sharon Maxwell attinge alla propria esperienza personale e alla pratica clinica, partendo dalle domande del figlio di sette anni come dalle sedute di terapia o dagli incontri fatti nelle scuole, per offrire consigli utili a tutti i genitori. Affronta questioni quotidiane, come l'abbigliamento discinto di una figlia, o il problema di droga e alcol spesso consumati per avere rapporti sessuali. Suggerisce quali strategie adottare, in che maniera controbattere a certi pregiudizi e applicare i propri valori familiari alla tematica sessuale.
La storia degli anni d'oro della casa editrice Einaudi attraverso il racconto di uno dei suoi più prestigiosi collaboratori. Una sequenza di ritratti di figure come Natalia Ginzburg, Cesare Pavese, Italo Calvino, Davide Lajolo, Carlo Emilio Gadda, Leonardo Sciascia, Primo Levi, Gianfranco Contini, ... Delio Cantimori, Carlo Dionisotti. Le speranze, le ambizioni, le passioni di un editore. "I migliori anni della nostra vita" è a suo modo un libro epico, e come tutti gli epos si porta appresso un valore di esemplarità cui le nuove generazioni hanno diritto di accedere. Ferrero, saggista e scrittore, è stato direttore editoriale di Einaudi e Garzanti, e direttore letterario di Mondadori. Dal 1998 è direttore della Fiera del Libro di Torino.
Quando Robert Louis Stevenson era il piccolo Luly, ascoltava i racconti della nutrice Cummy e stupiva di fronte al gioco delle ombre di un divano, al riflesso di luna di una tinozza d'acqua. Molti, molti anni dopo ripensa a quel notturno formicolare di voci e scrive manciate di versi che sono ... storie in miniatura, avventure vissute sulla soglia del sonno, quando ci si può immaginare pirata, corsaro, cavaliere, indiano, quando il letto diventa la nave delle grandi traversate notturne verso le isole e i tesori della fantasia. Roberto Mussapi traduce e ricostruisce il "romanzo" di uno Stevenson fanciullo che si trasforma nel più straordinario raccontatore di storie della letteratura inglese. Un libro che, ancora più di ieri, può offrire al lettore adulto l'occasione per incantare i bambini e ai bambini l'occasione di trasformarsi in lettori.
Alla riunione del Comitato centrale del Partito comunista, d'improvviso va via la luce. Con la complicità del buio viene assassinato il Segretario generale Fernando Garrido. Gli ingredienti sono quelli di un classico giallo: una stanza chiusa dal di dentro e senza possibilità di uscita. Ma l'assassino ... non è l'unica altra persona presente nella stanza, i sospettabili sono circa due milioni e i moventi metà di mille. E lo svolgimento delle indagini farà emergere coinvolgimenti oscuri e misteriosi tradimenti. Chi ha commesso l'omicidio, e perché? I nemici del Segretario vanno cercati dentro il Partito o fuori? È davvero opera del fascismo internazionale? C'entra qualcosa il Kgb?
È difficile credere all'anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non concepisce che il cibo possa diventare un nemico così, all'improvviso, apparentemente senza motivi. Chi la vive non riesce più a capire come le persone possano mangiare senza problemi, senza l'ansia, senza l'angoscia. L'esistenza ... della protagonista di questo racconto parzialmente autobiografico si riduce un po' alla volta "in briciole". Si tiene in vita con pillole che anticipano l'alimentazione del futuro oppure alternando mangiate che la fanno star male a digiuni inflessibili. Ma sarà proprio una briciola di emozione, la riscoperta dei sentimenti, a ribaltarla e salvarle la vita.
"L'unico locale aperto tutta la notte è la casa", dice Ambrose Bierce. E intorno alla casa ruota la turbinosa vita della famiglia Belitre. Nonno, nonna, papà, mamma e sei ragazzi dai nove ai ventotto anni, nell'arco di una torrida estate spagnola, traslocano da un piccolo appartamento di periferia ... in un palazzina a due piani con soffitta, giardino e ciliegio, nel cuore di una Madrid anni Ottanta, culla del lavoro, dello stress, dello stordimento notturno. E intorno alla casa, sempre spalancata davanti al bisogno di conforto, alle domande, agli inciampi del tempo, i Belitre crescono e invecchiano, muoiono e si divertono, mentono, si interrogano e si rispondono, in un misto di tenerezza e commozione, di grandi e sonore risate.
Kate Cold, il nipote Alex e l'amica Nadia ricevono dal "National Geographic" l'incarico di preparare un reportage sui safari che si svolgono a dorso d'elefante. A Nairobi Alex e Nadia incontrano un'indovina che li avverte di un pericolo imminente: saranno costretti ad affrontare un mostro a ... tre teste e solo se resteranno uniti riusciranno ad avere la meglio. Quando incontrano Fratel Fernando, un missionario alla ricerca di due confratelli, decidono di aiutarlo. Si ritroveranno nel cuore della giungla dove verranno in contatto con una tribù di pigmei caduti in disgrazia da quando la sacerdotessa Nana-Asante è stata sconfitta e il loro villaggio è diventato feudo di tre personaggi: il re Kosongo, il militare Mbembelé e lo stregone Sembo...
Senza mai chetarsi, ora infuriata ora implacabile, la voce delle onde ci accompagna durante tutta la lettura di questo romanzo. Si tratta di una storia d'amore che sulla sponda del mare nasce e si sviluppa, raggiungendo apici di toccante e poetica spontaneità e semplicità. La vita, fatta di ... coraggio e di sacrificio, di un povero villaggio di pescatori giapponesi è lo sfondo per le uscite sul mare in tempesta, la pesca delle perle e i convegni d'amore di due giovani protagonisti, Shinji e Hatsue, su al tempio di Yashiro, che dall'alto del monte domina l'Isola del canto - Uta-jima - come armoniosamente la chiamano i suoi abitanti.
Il compito di Edwin de Valu, giovane editor in una casa editrice newyorkese, è quello di pubblicare manuali di self help, di metter mano nel "mucchio fangoso" di manoscritti non richiesti e tanto meno desiderati che affluiscono ininterrottamente in tutte le case editrici e di scrivere lettere ... di cortese rifiuto ai loro autori. Ma capita, talvolta, che un mostruoso dattiloscritto di mille pagine diventi un vero bestseller, prometta di far tutti felici, di curare tutti i mali del mondo, di far scoprire il segreto di una vita sessuale entusiasmante. La cosa strana è che, grazie a quella lettura, il mondo si trasforma davvero in un luogo dannatamente felice. Con il conseguente crollo dei centri fitness, del mercato del tabacco, dell'alcol, della droga...
"Uscito nel 1971, 'Una teoria della giustizia' di John Rawls può essere ormai considerato un classico della filosofia morale e politica contemporanea, da decenni al centro della discussione e della critica. Portando a un alto grado di generalizzazione e astrazione la tradizionale teoria del ... contratto sociale, Rawls propone una teoria della giustizia come equità che ha per oggetto i principi che modellano l'assetto fondamentale delle istituzioni della società. I principi di giustizia sono quelli che persone razionali sceglierebbero in una posizione iniziale di eguaglianza. In questa situazione ipotetica, nessuno conosce la propria posizione nella società, la propria sorte nella distribuzione, naturale e sociale, di doti e capacità. Deliberando dietro un 'velo di ignoranza', gli individui determinano i loro diritti e doveri, accordandosi sullo schema equo (giustificabile per tutte le parti) di distribuzione dei costi e dei benefici della cooperazione sociale." (Salvatore Veca)
Dalla penna di un amico, ma anche di un "addetto ai lavori", una biografia commossa e sincera, lontana dall'ufficialità come dall'apologia. Gli anni dell'infanzia con Fabrizio, "Bicio", sfollato in una cascina di Revignano d'Asti; lo zio Francesco reduce dal campo di concentramento, prototipo ... di tante figure dolenti che popoleranno le sue canzoni. L'adolescenza e la giovinezza a Genova, tra i primi tentativi musicali, la ribellione e la scoperta del sesso, l'alcol, la bohème cittadina. E poi l'amicizia con Luigi Tenco, i primi timidi successi, il processo per oscenità a "Carlo Martello", il primo matrimonio, il figlio Cristiano, Dori Ghezzi e la Sardegna, il sequestro, la malattia. Una biografia con fotografie inedite.
Gianni Mura, cronista sportivo di "Repubblica", si inventa un Tour de France bagnato di sangue. Il protagonista, nonché io narrante, fa più o meno il mestiere di Mura: segue il Tour insieme alla "banda" dei giornalisti internazionali, quando può mangia bene, si industria con passione e stile ... a ricreare per i lettori il clima delle tappe, telefona di tanto in tanto alla saggia moglie, esercita il suo sguardo umano sulla quotidianità bizzarra di una delle manifestazioni sportive più fascinosamente epiche. Ma guardare costa. E comincia a costare da subito. Una giovane prostituta che ha tentato di adescarlo viene trovata senza vita davanti alla porta della camera d'albergo del nostro cronista. Che naturalmente viene subito sospettato, portato in galera e interrogato a sangue. Non fosse per la durevole ostilità del giudice al quale sono affidate le indagini, l'episodio sembrerebbe rientrare, ma ecco un nuovo, terribile omicidio. È a questo punto che entra in scena il detective Magrite - il solitario, riservato, acuto Monsieur Magrite che si mette sulle tracce dell'assassino. Ma ci vorranno un altro morto, una dark lady e un nugolo di appetitosi personaggi minori per scoprire il legame fra l'una e l'altra morte violenta e ripulire così le strade del Tour.
In un normale weekend di Pasqua, Frank Bascombe - un uomo ancora giovane che ha rinunciato al mestiere di scrittore per diventare giornalista sportivo incontra la sua ex moglie sulla tomba del loro primogenito, Ralph, come in occasione del suo compleanno usano fare da quando è morto. Bascombe, ... prima della tragedia e del conseguente divorzio, si era sistemato, aveva preso moglie e si era trasferito in una grande casa nella piccola città di Haddam, in New Jersey. Desiderava una vita piacevole, tranquilla nelle sue ripetitive abitudini, in un mondo provinciale al sicuro da scosse e preoccupazioni, come tanti altri americani middle class. Gli eventi però lo obbligano ad affrontare nuove e impreviste, talora drammatiche, situazioni.
A Parigi Rosi incontra l'uomo che, più di vent'anni prima, in una cittadina della riviera ligure, è stato il suo primo ragazzo. Adesso fa il cuoco ed è ancora vitale e passionale. E come allora Rosi è impertinente e ribelle. Si studiano, si guardano, si amano, dentro la lunga notte che li ha ... rimessi insieme. E poi? Rossana Campo torna alla freschezza dei suoi primi romanzi (la vicenda parallela di Rosi dodicenne è un graffiante affondo nell'inquietudine adolescenziale) aggiungendo la malinconica leggerezza di una nuova maturità.
Il libro presenta il percorso autobiografico di un protagonista delle grandi inchieste degli anni Ottanta e Novanta. I valori di famiglia, l'educazione e le tappe formative sfociano nella decisione di entrare in magistratura: la narrazione scorre rievocando la cultura del Sessantotto, gli omicidi ... dei colleghi Alessandrini e Galli; l'adesione a Magistratura Democratica; la clamorosa inchiesta su Licio Gelli e la Loggia P2 e gli altrettanto clamorosi "tronconi" derivati dell'inchiesta; la partecipazione e la consulenza alla Commissione Stragi; l'incontro con Giovanni Falcone, l'inchiesta "Mani Pulite", le dimissioni di Di Pietro, gli ultimi sviluppi.
Da un materiale di migliaia di pagine e di oltre cento conversazioni, è stata ricavata una scelta, distribuita tematicamente in varie sezioni: le origini di Kapuscinski, le ragioni che lo hanno portato a scegliere la professione di reporter, il suo approccio alla materia, la sua visione del ... mestiere, il modo di scrivere, gli stili adottati, le tematiche dei singoli libri, la profonda trasformazione del mestiere di reporter rispetto all'epoca in cui non imperversavano i media. Questo libro è un'occasione per comprendere i ferri del mestiere di un grande reporter e il modo di adoperarli sia dal punto di vista tecnico che morale. Per conoscere la profonda etica umana e ontologica di un uomo cresciuto nella miseria più nera che nel suo lavoro mette al primo posto la comprensione e il rispetto per le sofferenze degli altri. Dietro alla professionalità di Kapuscinski sta infatti qualcosa di molto speciale, di mite e nello stesso tempo durissimo: la vocazione.
Rachel Samstat è una donna brillante, di successo, che scrive libri di cucina, sposata con un giornalista di Washington in carriera, Mark, e con un figlio piccolo. Fino a poco fa aveva pensato dì condurre una vita felice, ha però appena scoperto che il marito intrattiene una relazione con la ... sua insospettabile amica Thelma Rice. Una storia banale, che può capitare a tutti, che capita a tanti. Ma Rachel rivede adesso tutta la sua vita matrimoniale,gli anni trascorsi e se stessa con occhi disincantati. E riesce a prendersi così la sua rivincita. L'ironia cura le ferite e la tragedia, d'incanto, si trasforma in commedia. E se il primo giorno può non sembrare molto buffo, la vita continua e possono sempre nascere nuove storie. Sono l'amore, il tradimento, la perdita e la vendetta gli ingredienti di cui è fatto questo effervescente romanzo di umorismo al femminile.
"Sono nato con la camicia", ripete ancora una volta Laszlo, il padre di Peter, prima di trasferirsi, alla fine degli anni '30, dall'Ungheria a Berlino. Peter va con lui e osserva affascinato la grande città, con i suoi cinema e le feste e l'atmosfera di grande eccitazione che non riesce a capire ... fino in fondo. Peter non sa di essere ebreo e quando Laszlo non può più nasconderglielo, lo rimanda in Ungheria, dal nonno. Qui Peter aspetta le lettere che ogni sabato arrivano puntuali da Berlino e lo fanno sognare. Ma l'illusione si fa sempre più fragile finché un giorno...
Richard Novack, ricco cinquantacinquenne americano, gestisce il suo patrimonio dal computer di casa. Le uniche persone di cui ha bisogno sono il personal trainer, la nutrizionista e la governante. Almeno fino a quel momento, perché questa mattina è diversa dalle altre... In questo libro c'è ... tutta l'America conosciuta da tutti: l'America salutista che si affida ai santoni di nuove religioni, la Los Angeles cinematografica, ma anche quella che convive con i terremoti e una natura malamente sfruttata dall'uomo, l'America degli immigrati che credono ancora nel sogno americano, quella dei divorzi e dei figli abbandonati.
La protagonista di queste storie riccionesi racconta in prima persona di una sua estate trascorsa in un appartamento condiviso con amici e amiche e in giro per luoghi abitati da un mondo parallelo che rifugge la "normalità" degli adulti. Il libro, nel suo stile immaginifico, narra storie di ... vita di giovani degli anni novanta, che vivono una loro esistenza accellerata, dissipatoria, talora irresponsabile, e sono insieme trasgressivi e sognatori, iper-consumisti e super-oministi.
Nel testo si affrontano le alternative teorico-normative con cui governare la babele multiculturale del mondo contemporaneo. Le difficoltà derivano dal fatto che, in democrazia, il riconoscimento politico della diversità culturale non può che poggiare sull'eguaglianza dei diritti. Secondo i ... liberali la politica si fonda sull'universalismo delle norme giuridiche e dunque rimane neutrale rispetto alle varie concezioni etiche "private". Secondo i comunitari la politica si fonda invece sulla differenza dei valori etici.
Le vicende raccontate da Isabel Allende in "Paula" hanno suscitato un'attenzione che è andata ben oltre i confini del successo editoriale e di stampa. Dall'uscita del libro in poi Isabel Allende ha cominciato a ricevere lettere che, con modalità e forme diverse, testimoniavano una partecipazione ... profonda, una intensità di lettura straordinaria. Feltrinelli, come già ha fatto Suhrkamp in Germania, ne pubblica una selezione: arrivano da tutto il mondo e, per lo più, chi le scrive ha un dramma simile da raccontare, piccoli episodi di sofferenza quotidiana da comunicare, una timidezza da spezzare.
Questo libro nasce da un'esperienza ventennale di ascolto delle donne che si scoprono in attesa di un figlio e delle madri in difficoltà. È un libro rivolto a tutte le madri: quelle che hanno desiderato ardentemente un figlio, quelle che vivono con sofferenza la sua nascita e si colpevolizzano ... di non amarlo abbastanza, quelle che vi hanno rinunciato consapevolmente. Il libro prende le mosse dalla constatazione dello scarto oggi esistente tra i successi della medicina e la solitudine del vissuto interiore delle madri, ponendo al centro della maternità non un astratto istinto materno ma i difficili percorsi individuali che attraversano la psiche femminile durante la gravidanza.
Tredici "pezzi", suonati o cantati con la voce dell'emozione, tredici brani il cui tema conduttore è l'amore. L'amore che si fa, che sfa, che strugge e che distrugge. L'amore coniugale, quello che dura e quello che non dura, l'amore detto, cantato, raccontato. Di episodio in episodio viene modellandosi ... un mondo interiore compromesso dall'amore, dall'assenza dell'amore, dalla meraviglia dell'amore. E su ogni piccolo evento passano le note di una canzone.
Al volgere del xx secolo, l'imperialismo britannico è ancora estremamente vitale e l'India è immersa nella povertà, logorata dal tributo di sangue, fatica, lacrime e sudore. Poi è venuto Gandhi. L'individuo che avrebbe cambiato il destino di un paese e che avrebbe esercitato la sua influenza ... sul mondo intero era un ometto dal fisico cagionevole, ma aveva dentro di sé una forza d'acciaio. Anche quando si presentava nudo nel suo perizoma, emanava grande fascino e suscitava sacro rispetto. Parlava in modo semplice, diceva solo l'essenziale, e avvinceva per la sincerità. Fu molto criticato in vita da chi temeva si vedesse in lui un santo o un eroe, da chi non condivideva l'insistenza sulla dimensione religiosa ed etica della politica, da chi non comprendeva le potenzialità di questa strana miscela di ascetica spiritualità e pratica concretezza. Si è variamente interpretata la sua complessa personalità, considerandolo ora un martire cristiano, ora un leader secolarizzato; ogni epoca, ogni biografo, ogni storico ha avuto il suo Gandhi. Resta il fatto che l'India ebbe fiducia in lui, per milioni di indiani egli era l'incarnazione della verità e possedeva lo straordinario potere di rendere possibile l'impensabile; e furono con lui personaggi come Nehru e Tagore, che gli diede l'appellativo di Mahatma, "grande anima".
Operaio metallurgico, Buenaventura Durruti è stato, nel 1936, uno dei protagonisti della rivolta anarchica catalana e della guerra civile spagnola. Rivoluzionario sin dall'adolescenza, è stato perseguitato, imprigionato, esiliato, ha guidato la leggendaria colonna anarchica sul fronte d'Aragona ... ed è morto in circostanze oscure. "Mai nessuno scrittore si sarebbe deciso a raccontare la storia della sua vita; rassomigliava troppo a un romanzo d'avventure": così diceva lo scrittore sovietico Il'ja Erenburg sin dal 1931, dopo averlo conosciuto di persona. Quarant'anni più tardi, Hans Magnus Enzensberger raccoglie la sfida e scrive un romanzo "di montaggio", che non rinuncia al respiro epico del personaggio ma al contempo offre gli strumenti per tornare al clima, alla complessità, alle contraddizioni di quella "breve estate" di lotta per la libertà, che tuttora continua a interrogare la nostra memoria storica. È così che l'opera di Enzensberger è diventata un testo indispensabile per riprendere il filo degli eventi, per tornare sulle tracce di una figura straordinaria, e anche per concludere, con serenità e lucidità, che "non si fa due volte la stessa rivoluzione".
Nata in una misera fattoria sudafricana, a cento chilometri dalla prima città, Martha ha sedici anni ed è preda di tutte le crisi e insoddisfazioni adolescenziali. Sembra decisa ad affrontare gli esami di ammissione per l'università e a lasciare quindi un mondo che le pare sempre più angusto, ... ma finirà poi per trasferirsi in città e impiegarsi come segretaria.
Lo avevamo lasciato con una domanda: riuscirò mai a tornare lì, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il cielo? E le risposte stanno per arrivare. È questo il seguito di "Tre metri sopra il cielo". Perché nessuna storia finisce mai davvero. E a volte si trasforma in ciò che non avresti ... mai potuto immaginare. Step è partito e sta per tornare. Sta per scoprire che niente è mai uguale a come lo avevi lasciato. O meglio, a come ricordavi che fosse. Così tutto cambia e rivela la sua vera faccia. Step imparerà che non sempre, in amore, sappiamo ciò che vogliamo davvero. Anche quando ci sembra d'essere sicuri.
Che cos'è la cultura della pace? Tutte le pratiche non violente sono uguali, o esistono una vera e una falsa non violenza? La non violenza è una mera tattica politica o ha una dimensione spirituale? Qual è l'ambito di esercizio della disubbidienza civile? Molte risposte a queste domande, urgenti ... e drammatiche, si possono trovare qui, nei testi gandhiani raccolti da Thomas Merton di fronte alla minaccia della guerra nucleare nei primi anni sessanta. La non violenza, secondo Gandhi, è la legge fondamentale della natura umana, per il suo innato desiderio di pace, ordine, giustizia, libertà e dignità personali. L'esercizio della non violenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, e si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede. La non violenza va esercitata sempre, non è solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza. La non violenza esige un comportamento puro e disinteressato, non può essere piegata a fini pragmatici, pena il suo fallimento. La scelta di testi gandhiani del religioso Merton è ora arricchita da una nuova lettura di Gandhi quale leader politico più influente del XX secolo del giornalista americano Mark Kurlansky.
Il volume consta di due "pezzi" diversi: un monologo teatrale e un racconto. Il primo è intitolato "Monologo sulla paternità" ed è una sorta di divertito montaggio di frasi scucite dai quattro romanzi che hanno reso celebre la famiglia Malaussène. Il secondo "Ultime notizie dalla famiglia", ... è invece una piccola avventura vissuta tra le mura di casa Malaussène.
Il volume raccoglie tre storie con protagonista Pepe Carvalho. "Le ceneri di Laura" prende le mosse dalla morte di una vecchia fiamma di Carvalho, che davanti al cadavere della donna si chiede se in qualche modo debba sentirsi responsabile della sua morte. In "Quel che poteva essere e non fu" ... si fa addirittura della teoria: hanno un senso gli amori che uccidono? È morto un vecchio musicista rock: vittima o despota dei sentimenti altrui? "La ragazza che non sapeva dire no" racconta di una donna vittima del cinismo con cui ha condotto la sua vita amorosa e dei suoi stessi desideri.
La zebra è bianca a strisce nere o nera a strisce bianche? Come mai non ci sono animali con le ruote? Perché le imperfezioni presenti negli organismi sono prova dell'evoluzione? Domande a volte bizzarre, aneddoti, mostri e meraviglie della natura sono altrettante occasioni di approfondite e ... brillanti indagini nel campo della paleontologia, della biologia, della storia naturale. Scienziato dalla curiosità insaziabile e scrittore di grande comunicativa, Stephen Jay Gould ha tenuto per anni una fortunata rubrica mensile sul "Natural History Magazine": "Quando i cavalli avevano le dita" raccoglie una parte dei saggi lì pubblicati. Gli spunti e i percorsi sono molteplici e possono apparire eterogenei - stranezze biologiche che si spiegano soltanto in rapporto al passato filogenetico delle specie, concezioni continuiste e discontinuiste dell'evoluzione, la frode di Piltdown, scienza e politica, l'estinzione delle specie ecc. - ma in realtà gli argomenti trattati si organizzano attorno al tema portante del libro, la costruzione di un'immagine storica della natura, contribuendo con la loro varietà a suggerire la complessità e il fascino delle problematiche connesse all'evoluzionismo.
Questa biografia si basa su una lunga ricerca durata cinque anni, su un'analisi rigorosa delle fonti, molte delle quali inedite, e sulle testimonianze di chi conobbe il Che. In un libro che è contemporaneamente un saggio, racconto d'avventure, giallo, Kalfon, con una scrittura giornalistica ... e letteraria allo stesso tempo, fa emergere un'immagine del Che inedita che va oltre gli stereotipi, per consegnarci la storia di un uomo collocato nel suo tempo, nella sua famiglia, nella sua malattia, che tanta parte ebbe nel forgiare il suo carattere e che così profondamente influenzò le sue scelte di vita. Il volume contiene una prefazione di Manuel Vázquez Montalbán.
Nell'immaginario collettivo, gli adolescenti che commettono un reato grave appartengono a un mondo a parte, fatto di volta in volta di follia, violenza ambientale e familiare, disattenzione dei genitori. Gli episodi che riguardano il lato oscuro dei ragazzi ritornano periodicamente con clamore ... sui media, che offrono facili spiegazioni moralistiche o sociologiche che spesso non bastano a spiegare i veri perché di questi episodi. Questo libro, invece, scritto da uno psicologo che da anni ha scelto di lavorare nei servizi che sono in "prima linea" nell'affrontare il grave disagio adolescenziale, si interroga e approfondisce i percorsi che hanno scandito le fasi che precedono e accompagnano il verificarsi di atti di violenza verso se stessi o verso gli altri. Vuole entrare nell'intimo della bufera che, spesso sopita, senza segnali, si agita sotto la superficie di vite uguali a quelle di tanti altri ragazzi. È una raccolta di casi di adolescenti che uccidono, raccontati e interpretati nella loro dinamica interna spesso con l'aiuto di testimonianze dirette.
Barney Thomson di mestiere fa il barbiere e vive nella piovosa Glasgow. Niente della sua vita lo soddisfa: è goffo e indolente, lavora in una squallida bottega, assieme al proprietario Wullie Henderson e al giovane Chris Porter, che tutti i clienti gli preferiscono anche perché contrariamente ... a lui sanno parlare di calcio, e ha una moglie, Agnes, che a lui antepone le soap opera. Per Glasgow intanto si aggira un serial killer che fa a pezzi le sue vittime, e tanto l'ispettore capo Holdall quanto il suo collega Robertson brancolano nel buio. Barney, chiuso nel suo rancore, medita nei confronti dei due colleghi pensieri omicidi ma può confessarli solo all'anziana madre Cemolina, l'unica che lo comprende e per di più lo incoraggia. Poi, quando Wullie gli comunica di volerlo licenziare, ecco che per fatalità scivola e cade sulle forbici di Barney e muore. Barney si rivolge di nuovo alla madre per far sparire il cadavere, e così scoprirà che non è la prima volta per lei...
Per la prima volta, si presentano in un unico volume le idee e il pensiero di Che Guevara sull'America Latina, con l'ausilio di molti scritti inediti e di facsimile dei testi originali. Attraverso poesie, appunti di viaggio, lettere private, discorsi pubblici, saggi, articoli, quest'antologia ... degli scritti del Che ricostruisce il suo intenso rapporto con l'America, basato su un profondo desiderio di affrancamento dalla tirannia. Questa aspirazione lo ha reso una delle figure leggendarie del Novecento e uno dei più importanti teorici del marxismo. Dai suoi scritti non emergono solamente l'utopia o il sogno, ma la complessità della situazione economica, politica e sociale che, per secoli, ha afflitto il suo continente. E, da questa attenta conoscenza, si fa strada la necessità di un risveglio delle coscienze e di un riscatto.
L'immagine più nota e anche più superficiale di Che Guevara è quella dell'eroico guerrigliero che ha combattuto contro l'imperialismo. In questa rappresentazione, però, si trascura spesso il rapporto viscerale che egli ebbe con la Rivoluzione cubana e lo spessore politico e intellettuale della ... sua ricerca teorica. "Leggere Che Guevara" ripercorre, attraverso le parole stesse del Che, le vicende della guerriglia fino al suo esito vittorioso, i primi anni al governo e l'intensa azione diplomatica per stabilire una solidarietà fra tutti i popoli sfruttati del Terzo mondo. Queste pagine mettono in luce i contributi del Che alla teoria marxista, il suo incessante lavoro per risolvere i problemi economici di un paese ancora poco sviluppato e avversato dal colosso nordamericano, la strenua difesa degli interessi di tutti i popoli asiatici, africani e latinoamericani. Il volume è diviso in quatto sezioni: la guerra di Rivoluzione cubana ( 1956-1958); gli anni al governo dell'isola (1959-1965), le opinioni del Che sulle più importanti questioni internazionali dell'epoca e una selezione di lettere, tra cui i famosi messaggi d'addio a Fidel e alla famiglia.
"A volte viene il desiderio di fermarsi e mettere un po' d'ordine tra le cose che ci siamo lasciati alle spalle. Ma il desiderio non basta, c'è bisogno di un'occasione. Ho approfittato del compleanno di Ex cattedra, il mio primo libro, un diario che raccontava in diretta la scuola del 1985-86, ... per decidermi a rimettere sguardo e mano su quello che di scolastico, negli anni, ho abbandonato qua e là. Moltissima roba l'ho lasciata dov'era, su giornali e riviste, a sbiadire definitivamente. Altre cose, poche, le ho recuperate per metterle di seguito a Ex cattedra come testimonianza di un percorso e di una passione. Il risultato è questo volume, che considero come una teca, la custodia di vecchie pagine nate dal gusto di raccontare e dall'amore per la scuola pubblica, un luogo di esposizione per un'esperienza definitivamente conclusa." (Domenico Starnone)
Camila, cilena di nascita e rifugiata da anni negli Stati Uniti, è una reporter. Ha appena perso il figlio, è disperata, in crisi con il marito e incapace di chiedere l'aiuto della madre perché nutre nei suoi confronti un devastante senso di inferiorità. Malgrado tutto, accetta di fare un reportage ... in Messico. Qui, in una sperduta cittadina i cui abitanti sostengono il ribelle zapatista Marcos, incontra Reina de Barcelona. La vicenda di questa donna coraggiosa susciterà in Camila riflessioni e confronti e la incoraggerà a riavvicinarsi alla madre e al marito.
"Nessuno può sfuggire a questa relazione. Siamo tutti figli di qualcuno, nonostante ci sia chi a sua volta si rifiuta di essere padre. Pertanto, il titolo di queste tre storie, riguarda ogni potenziale lettore. Ogni racconto, per breve o lungo che sia, è pieno di padri e figli o di figli e padri. ... Ma credo, e da questo nasce il titolo generico del volume, che le storie che qui si raccontano si basino soprattutto sulle caratteristiche, normali o subnormali, che talvolta presentano le relazioni tra padri e figli. In "Ne ho fatto un uomo", il padre padrone e patriarca cerca di guidare il destino del figlio; in "Da tetti e terrazze" è il figlio a proteggere il padre. La relazione madre-figlia in "Cercasi Sherazade" è quasi comica". M.V. Montalban.
Orfana del padre, Eiko vive con la madre e la nonna, proprietarie di un ristorante. Finito il liceo, la giovane decide di trasferirsi a Tokyo e trova un'occupazione in un ristorante indonesiano, l'Arcobaleno. Alla morte delle due donne, si ritrova completamente sola. Per vincere il dolore della ... perdita, Eiko si concentra completamente sul suo lavoro. Il signor Takada, proprietario dell'Arcobaleno, si dimostra molto solidale e comprensivo con lei e le propone di aiutare la moglie incinta nella conduzione domestica. Questo nuovo impegno, a contatto con un ambiente in apparenza tranquillo, consente a Eiko di riprendersi. Ma presto si accorge di quanto siano orribili i rapporti tra il marito e la moglie, fatti di bugie e tradimenti.
Cinque racconti per cinque personaggi che, in seguito a eventi improvvisi e dolorosi, si interrogano sul significato della propria vita e sulla possibilità di essere felici. Nel primo racconto, due compagni di università, Setsuko e Iwakura, sono legati da un'intensa amicizia destinata a trasformarsi ... in un amore profondo. Il secondo racconto, parla di un tentativo di avvelenamento ai danni di Matsuoka, una ragazza che lavora in una casa editrice. Matsuoka rimette in discussione il legame con le persone che credeva di amare e decide di tornare per un po' di tempo nel paese natale dove, grazie alla quiete e alle attenzioni della nonna, recupera la fiducia in se stessa e nei rapporti umani. Il terzo racconto è una tragica storia di amicizia tra bambini. Mitsuyo, una scrittrice affermata, ricorda il suo rapporto con Makoto, un amico d'infanzia con il quale trascorreva tutti i pomeriggi dopo la scuola. Il quarto racconto narra le vicende di una ragazza ingenua che nonostante le avversità riesce a vivere in armonia con se stessa, sempre accompagnata e protetta da uno sguardo soprannaturale. L'ultimo racconto, che dà il titolo al libro, ha come protagonista Mimi, una ragazza che scopre il tradimento del fidanzato. Decide allora di cambiare città per cercare di dimenticarlo e incontra Nishiyama, la felicità: un piatto di riso al curry buonissimo fatto mescolando per caso alcuni ingredienti avanzati, tragicamente impossibile da ripetere una seconda volta con lo stesso, identico sapore.
Spaziando per tre generazioni il narratore racconta la storia della sua sgangherata famiglia. Questa prende le mosse dalla fuga dai tedeschi del nonno paterno negli anni Trenta passando per la storia di Niels che viene alla luce nella latrina di casa - e passa tutta la sua vita a sfuggire da ... questo segno del destino - per arrivare al presente, in cui il narratore è tornato a casa dal suo esilio d'artista ad Amsterdam per dare l'ultimo saluto alla nonna paterna morente. Quest'ultima è la narratrice della famiglia, e le resta ancora qualcosa da raccontargli. E forse ha anche sepolto da qualche parte in giardino un tesoro costituito dai soldi guadagnati dal nonno con il contrabbando.
Il titolo originale del romanzo "Hagoromo" (letteralmente: abito di piume) indica un particolare tipo di kimono leggerissimo con dei lunghi nastri indossato dalle tennyo, sorta di donne-angelo, che serviva per volare tra il mondo terreno e l'aldilà. Il ritorno di Hotaru, la protagonista di questo ... struggente romanzo, nel paese natale rappresenta il suo hagoromo, un vestito che le permette di librarsi in volo alleggerita dal dolore per la perdita della persona amata.
Se Orazio, a partire dal 23 a.C. e dopo aver pubblicato le Odi nel 20 a.C., torna a scrivere - ci dice nella lettera proemiale delle Epistole - è per via del tormento di essere quel che non si vorrebbe e di non essere quel che si vorrebbe. L'esperienza lirica è conclusa, poiché non è più l'età ... del canto della gioia e dell'amore, resta la possibilità di veicolare nel verso meditazioni morali di carattere generale, sul vero, sul bello, sulla condizione umana, rivolte all'uomo comune. Con quest'opera di conversazioni in esametri composta di due libri (rispettivamente di venti lettere e di due aggiunte successivamente e centrate sul tema della poesia) Orazio creò un genere letterario del tutto nuovo. In componimenti eterogenei per materia il poeta tratta di diversi aspetti della vita quotidiana con una pratica saggezza del vivere, nutrita di filosofia stoica ed epicurea. Tenendosi lontano da ogni dogmatismo si abbandona a riflessioni sulla potenziale grandezza umana, sull'incerto procedere del tempo, sulla necessità di restare imperturbabili di fronte a tutto riconoscendo tuttavia il piacere del vivere, soprattutto dell'amore, sull'arte del sapersi accontentare.
Prosegue la biografia in versi di Charles Bukowski. Dopo le intemperanze della prima giovinezza, Buk ci conduce per mano in stanze d'hotel, alle corse dei cavalli, davanti ai quadri erotici di un pittore francese, ai primi reading di poesia. Entrano nel suo universo amici insinuanti, profili ... di donne, voci che danno forma a improvvisi dialoghi esistenziali, che risalgono il fiume del passato, che sono a volte pruriti comici a volte insulti a volte parole di pietà. Ancora una volta emerge il Buk dilapidatore di tempo, di sesso, di scrittura, come se nel ritmo insaziabile della poesia egli continuasse a ritrovare tanti ganci che lo strappano e insieme lo tengono legato alla realtà.
In tre stagioni si dipana l'intreccio di questa storia. Troviamo un commercialista rimasto vedovo da poco, un figlio partito per il Tibet non tanto in cerca di sé quanto spinto dal desiderio di andare più lontano possibile, una giovane fidanzata lasciata in Israele, forte e fragile al tempo ... stesso, una donna malata di ironica solitudine, una morta la cui vita affiora a poco a poco. E soprattutto lui, lo scrittore che, a un certo punto, entra nella storia e vi prende parte sia come "artefice" che come "spettatore".
Sono gli anni sessanta e la famiglia Lennox sembra non volersi o non potersi risparmiare nessuna contraddizione. I giovani, che rompono i tradizionali vincoli e chiedono libertà, vengono considerati dalle generazioni più vecchie come persone seriamente danneggiate. E Julia, la matriarca del ... clan, ne conosce anche il motivo: "Non è possibile passare attraverso due orribili guerre e poi dire: 'È finita, adesso si torna alla normalità'. Si sono accartocciati, i nostri figli, sono figli della guerra".
Il 16 marzo 1978 Aldo Moro viene rapito dalle Br in via Fani, a Roma. Il libro ricostruisce la vita dell'ostaggio e dei sequestratori durante i 55 giorni del rapimento, raccontando la quotidianità, i rapporti umani, le conversazioni, gli scontri, le paure, le speranze delle persone che abitarono ... la prigione. La voce narrante della Braghetti, che comperò e arredò la casa di via Montalcini, racconta dall'interno e nei dettagli una delle vicende più drammatiche e determinanti della storia d'Italia. Nel farlo parla anche della sua vita, dell'incontro con la lotta armata, della sua doppia esistenza di impiegata e di militante clandestina, dell'omicidio di Vittorio Bachelet, fino all'arresto, nel 1980, alle carceri speciali, al cambiamento interiore.
La dottoressa Barbara Rafferty è un medico radiato dall'Ordine che si ricicla come battagliera ecologista alla guida di una crociata per salvare l'albatros a rischio di estinzione nell'isolotto di Saint-Esprit, nell'Oceano Pacifico, dove il governo francese sta conducendo esperimenti nucleari. ... Subisce il suo fascino e si unisce a lei anche Neil Dempsey, un sedicenne dal cui punto di vista è narrata la storia. Ben presto, a colpi di manipolazione delle informazioni e di servizi mediatici, il gruppetto di seguaci si ingrossa, conquista sostenitori alla causa e obbliga i francesi a fare un passo indietro. Intanto l'isola occupata dagli ambientalisti si riempie di visitatori, entusiasti ecologisti, difensori dei diritti animali, nonché di animali da salvare. La dottoressa Barbara appare come la sacerdotessa di un santuario consacrato a tutte le specie in pericolo: ma la realtà si rivelerà ben altra, e la specie più a rischio risulterà quella umana. A poco a poco tutti i maschi affidati alle sue cure muoiono. Vengono quindi uccisi e mangiati gli animali che avrebbero dovuto essere salvati. E Neil si rende conto che il suo ruolo è quello di generare quanti più figli possibili con le donne rimaste.
Cosa succede quando Pablo Baloo Miralles, trentenne disadattato e arrogante, fannullone, misogino, oltre che pecora nera e noto filosofo della Rete, si trova coinvolto in un mistero nel quartiere più "figo" di Barcellona? A bordo di un coupé, Pablo ci guida nei meandri di una storia ricca di ... allegri sprazzi alcolici, divagazioni veneree, sulle tracce di suo fratello Sebastián, detto The First, presidente della Miralles & Miralles, la prospera azienda di famiglia. Una fuga con l'amante? La vendetta di qualche impostore della concorrenza? Un rapimento? L'agitazione dei familiari costringe Pablo a improvvisarsi detective nelle viscere di un'inedita Barcellona dalle mille meraviglie.
Una tesi radicale: "Il miglior cristiano è l'ateo". Una riflessione sull'importanza della religione che contiene in sé i desideri più profondi degli uomini. "Ateismo nel cristianesimo", una delle opere maggiori di Bloch, originariamente apparsa nel 1968, riunisce tutti i motivi (eretici, mistici, ... hassidici, apocalittici) sparsi nella sua produzione filosofica e li proietta sul fronte di una rivoluzione che realizzi l'"utopia concreta" e attraverso cui l'uomo ritrovi la "patria che a tutti brilla nell'infanzia e in cui nessuno ancora fu".
Pepe Carvalho e Biscuter, come due novelli Don Chisciotte e Sancho, si sono lasciati dietro il nido di vipere afghano e sono giunti a Bangkok, luogo mitico del passato del detective, scenario di "Gli uccelli di Bangkok". Imbarcati su una nave da crociera, l'uno come interprete, l'altro come ... cuoco, proseguono il loro viaggio verso Bali, dopo una breve sosta a Singapore. Tappa dopo tappa hanno però accumulato troppi nemici e sono nuovamente costretti alla fuga che li porterà in Australia, poi in Sud America, dal Cile all'Argentina, in Brasile, e poi nel deserto africano, fino ad Alessandria e al ritorno in patria.
Il romanzo è una grande favola storica che ha per sfondo lo scenario operaio del porto di Genova e quello primitivo di un isola del Pacifico. Giacomo è uno stranito sacerdote, inviato come missionario nel Pacifico. A Moku Iti, sotto il suo nero vulcano, Giacomo impara la febbrile indolenza di ... un popolo che - lui lo sa bene - non ha bisogno della sua religione. La figlia di re John, Lucy, gli cresce accanto, bella, forte, avviata ad un destino di regina bambina. Giacomo e Lucy si dicono, muti, le parole indecifrabili che fanno da ponte fra due civiltà, fra due storie, fra due mondi, l'uno e l'altro minacciati dalla fine, ma entrambi depositari di un'ultima ricchezza, di un'ultima folgorante, disadorna verità.
Nel romanzo il protagonista si occupa esclusivamente delle sue ossessioni, delle fobie degli amici/alter ego che gli fanno da coro tragico (o comico). Nell'occasione il problema è quello di ritrovare una donna scomparsa. Il giovane si mette sulle sue tracce, spostandosi a caso in una Milano ... labirintica in cui si riflettono i miti e gli incubi degli anni ottanta. Lazzaro continua a imbattersi in se stesso e nei suoi fantasmi: perditempo assortiti, consulenti psichiatriche, ninfomani, bugiarde patologiche, squadre di assassini su pattini a rotelle, babbi natali omicidi, specchi deformanti di un'unica realtà: la sua.
Gino Mastruzzi è un investigatore privato per modo di dire. Di tanto in tanto gli viene affidato un caso da risolvere, ma le sue indagini finiscono sempre con lo scoprire una realtà che non si può risolvere. Si tratta della realtà metropolitana dell'emarginazione e del razzismo, delle sacche ... di povertà e della malavita dentro la cornice di una città civile e opulenta come Bologna. Piuttosto che investigatore, Mastruzzi è una sorta di assistente sociale, ha molti amici tra vagabondi e immigrati, mendicanti e disoccupati. Insieme a loro lotta quotidianamente, non vince mai, ma conserva l'unico bene per lui prezioso: la dignità.
Ventinove episodi, racconti in forma di capitoli, variamente intrecciati tra loro, ambientati nella provincia dell'ex Ddr, all'indomani della caduta del Muro. Vi si narrano piccoli, apparentemente insignificanti, episodi di vita quotidiana, che costituiscono spesso momenti di snodo nelle esistenze ... dei protagonisti, senza che però essi ne abbiano vera consapevolezza. Storie minimali, periferiche, banali di persone qualunque che cercano di sopravvivere in un mondo trasformato. Come l'ex dirigente di partito messo in disparte dopo l'89 o la giornalista i cui articoli sono sempre meno importanti delle inserzioni pubblicitarie di cui il direttore è a caccia. O come Martin, che non fa in tempo a finire il dottorato di ricerca all'università perché dopo la caduta del Muro sono cambiati tutti i professori e i nuovi si portano i loro allievi, con conseguenze a catena per lui drammatiche: tanto che per campare finisce a fare un umiliante lavoro di promozione vestito da sub, con tanto di muta, pinne, maschera e boccaglio, per la catena Nordsee, finché non decide di andarsene arrancando sotto la pioggia nel suo costume.
"Un Buddha è un uomo con il cuore ricolmo di luce; un Buddha è un uomo che è diventato una fiamma, una fiamma eterna che non si estinguerà mai. Ora è inevitabile per lui fugare le tenebre, ma il suo problema è: 'Come fare per diffondere il messaggio?'. Voi avete un linguaggio basato sul dualismo ... e un Buddha ha un'esperienza radicata nell'assenza di ogni dualismo; voi siete sulla Terra, egli è nel cielo; la distanza è infinita, ma egli deve costruire un ponte per colmarla. Voi non siete in grado di farlo: solo un Buddha può costruirlo. Voi non conoscete affatto il cielo; non conoscete affatto la sua esperienza inesprimibile, la sua esperienza ineffabile: egli le conosce entrambe! Conosce le vostre tenebre, poiché in passato ha vissuto in quelle stesse tenebre; conosce la vostra infelicità, poiché in passato ha vissuto in quella stessa infelicità; ma ora conosce anche la beatitudine della realizzazione suprema, ora conosce il divino. Solo un Buddha può costruire un ponte tra voi e lui, solo un Buddha può creare una connessione che unisca voi e lui."
Il dottor Edward Sanders, un leprologo recatosi in Africa alla ricerca dei suoi due amici scomparsi, Suzanne e Max Clair, una volta arrivato a Port Matarre in Camerun scopre che nella giungla si sta verificando uno strano fenomeno. Dall'oscurità della foresta e del fiume si sprigiona infatti ... una luce che fa risplendere lo spazio circostante e si riflette nel cielo. A produrla sono agglomerati di cristallo che si sviluppano sui corpi vegetali e animali, trasformandoli in autentiche opere d'arte vendute di nascosto sulle bancarelle. Sanders si avventura assieme alla giornalista Louise Peret nel cuore della foresta, dove già sono all'opera militari e ricercatori scientifici, per cercare di venire a capo di questa misteriosa mutazione. Ogni tipo di materia, vivente e non, si cristallizza, tutto si trasforma in cosa inanimata, anche il tempo si paralizza. Il fenomeno riguarderà presto l'intero pianeta e i protagonisti si vedono costretti ad affrontare non solo la catastrofe esteriore ma anche una metamorfosi interiore, psichica. C'è chi reagisce lottando all'idea di essere pietrificato, c'è chi invece si rassegna a sacrificare la propria vita fisica e mortale a questa minerale forma di immortalità. La fine di un mondo in fondo può essere l'inizio di un altro che sorge dalle macerie del primo.
Se ai tempi di Wilde era l'omosessualità a obbligare al segreto e a nascondersi, a essere proibita e soggetta al carcere, oggi la diversità della sofferenza può essere incarnata dalla malattia del ventesimo secolo, che è diventata simbolo di sacrificio, vera e propria cultura, sostiene Gaia ... Servadio. Del resto, "non è vero, anche se è stato spesso ripetuto, che Wilde scrisse Salomè pensando a Sarah Bernhardt: era Alfred Douglas la persona che aveva ispirato la sua concezione del personaggio". Wilde scrisse l'opera originariamente in francese, per poi assistere e aiutare Douglas nella sua traduzione inglese. In quest'edizione sono presentate entrambe le versioni dell'opera.
Un libro, il primo di Giorgio Bocca, scritto nel 1945, che a distanza di più di cinquant'anni ha il fascino della testimonianza diretta e di una vicenda storica esemplare. La Resistenza ha un significato storico e politico spesso sottoposto a revisioni e rivisitazioni, ma l'importanza di quel ... significato è da sottolineare non solo per il suo valore politico, ma anche per quello morale. I giovani delle formazioni partigiane protagonisti di questo libro non avevano idea di comunismo, erano cresciuti nell'autarchia fascista, senza aver mai vissuto esperienze politiche. Eppure ebbero il coraggio di schierarsi, di praticare una loro spontanea tensione morale, di formarsi nella lotta, riscattando agli occhi del mondo la dignità del popolo italiano.
Il volume costituisce una guida all'intera filosofia di Wittgenstein. Diviso in due ampi capitoli e organizzato in brevi sezioni e paragrafi, il libro affronta tutti i principali aspetti del pensiero di Wittgenstein: dalla sua concezione del lavoro filosofico al modo di intendere il rapporto ... tra filosofia e scienza: dall'atteggiamento nei confronti della modernità alla tensione etica che orienta il suo filosofare.
Giornate estive piene di confusione. La protagonista, un'eroina al rovescio, è innamorata e stravagante e usa la pittura come terapia. Pascal l'ha lasciata e vive con Goli, un'iraniana mezza sballata che, come lei, è stata per un po' in un ospedale psichiatrico. In fondo lì non stava male, in ... mezzo a quelli che non ce la fanno, quelli che parlano con la Madonna, quelli che passano il tempo a tingere i capelli a una bambola. Ma la protagonista del romanzo ce la fa. E' forte, combatte, resiste, finché un giorno, affacciandosi da un silenzio e da una lontananza durati quindici anni, arriva Renato Reian, suo padre. Chi è quest'uomo scappato via, la prima grande, cocente, indimenticabile delusione di una figlia?
Pragmatico, concreto, amante dei piaceri della carne ben più che dello spirito, Pepe Carvalho è suo malgrado coinvolto in una serie di indagini su casi misteriosi, storie, per l'appunto di fantasmi. Giovani donne che appaiono e scompaiono, navi fantasma e personaggi che sembrano essere quello ... che non sono verranno però smascherati dal popolare detective. Il cinico e disincantato Pepe Carvalho, che non crede ai fantasmi, per non smentire la sua indole materialista, ne proverà l'esistenza.
Ora con tenerezza, ora con sensualità, nostalgia, rimpianto, struggimento, rancore, ferocia o delirio, diciassette personaggi maschili attraverso diciassette lettere ad altrettante figure femminili, tessono i fili di una trama narrativa fatta di cerchi concentrici che paiono allargarsi nel nulla, ... povere voci monologanti forse avide di una risposta che non potrà mai venire. Ad esse risponde infine, raccogliendo le diverse vicende in un romanzo epistolare polifonico, una voce femminile distante, implacabile e allo stesso tempo colma di pena per loro. L'insieme è un percorso tra le passioni umane dove l'amore è l'illusorio punto centrale, in realtà punto di fuga che conduce verso le zone più oscure dell'animo.
Buenos Aires, 1965. In una sanguinosa rapina una banda di delinquenti si impadronisce di una gran quantità di soldi. Freddano spietatamente il tesoriere di una banca, l'autista del furgone portavalori e una delle guardie di scorta. Sono i testimoni oculari a raccontare a stampa e polizia la ... loro versione dei fatti. Intanto i rapinatori - e, tra questi, particolarmente legati l'uno all'altro sono il Nene Brignone e il Gaucho Dorda, detti non a caso"! gemelli" - scappano alla volta dell'Uruguay. Vengono rintracciati in un appartamento di Montevideo dove si sono rifugiati e qui si difendono sparando tutti i loro colpi sulla squadra di polizia, e in un estremo gesto di sfida danno anche fuoco alle mazzette di denaro. Ricardo Piglia parte da un fatto di cronaca per raccontare una vicenda dalle molte sfaccettature e verità: ciascuno infatti, compreso il commissario Silva incaricato delle indagini, ha cose diverse da dichiarare, spesso in contraddizione tra loro.
A distanza di quarant'anni questo libro raccoglie una selezione degli articoli comparsi sulla rivista "Quindici", fondata dal Gruppo 63 a Roma nel 1967 e diretta da Alfredo Giuliani, poi da Nanni Balestrini, fino al 1969. Su "Quindici" sono stati trattati, con tempestività unica, i grandi temi ... di quel biennio caldo; e vi sono transitati, con testi di fiammeggiante attualità, alcuni dei suoi maggiori protagonisti. La spregiudicatezza culturale della neoavanguardia, nelle sue anche violente dialettiche interne, si faceva levatrice dello spirito di un tempo in cui Tutto, improvvisamente, appariva Possibile. Alla fine, di fronte a un viluppo di contraddizioni, la voce degli scrittori tacerà. Eppure, in quei diciannove formidabili numeri, si erano manifestate potenzialità ulteriori, non pacificate, fuochi di un'immaginazione attiva che sorprendentemente ancora oggi, in quello che appare un altro mondo, non cessa di chiamarci in causa. Antipsichiatria, Avanguardia e rivoluzione, Beatles, Cuba e "Che" Guevara, Colonnelli in Grecia, Conquista della Luna, Cortina di ferro, Cultura delle droghe, Guerra dei Sei giorni, Living Theatre, Lotte operaie alla Fiat, Maggio francese, Martin Luther King, Occupazioni studentesche, Orgosolo, Olimpiadi in Messico, Pornografia, Primavera di Praga, Rudi Dutschke, Situazionismo, Terremoto in Sicilia, Valle Giulia, Vietnam.
Il fascino e l'invidia, la sottile crudeltà e l'ambivalenza, le sfumature e le ombre nel rapporto tra due donne di diversa condizione e fortuna. Il legame tra una povera pianista - l'accompagnatrice - e una cantante di successo. Scritto nel 1934 e pubblicato nel 1985 in Francia, è stato accolto ... con grande favore dalla critica e dal pubblico, imponendo all'attenzione una scrittrice che con Blok e Gorkij, Pasternak e Nabokov, e i molti altri autori da lei frequentati, appartiene a pieno titolo alla storia letteraria e intellettuale del Novecento.
Negli orizzonti tematici della psichiatria si nascondono emozioni segnate, e sigillate, dalla vertigine del dolore e dell'angoscia, della speranza e della disperazione, della luce e della notte, e talora dell'anelito fatale alla morte volontaria: come espressione di una cascata di illusioni ... bruciate dagli eventi della vita e dal destino. Sono emozioni che fanno parte della vita: della vita di ogni giorno e della vita psicopatologica ma anche della vita sfolgorante della creatività; e sono emozioni che riemergono sulla scia delle pascaliane ragioni del cuore e delle proustiane intermittenze del cuore: sonde che consentono di intravedere le profondità dell'anima ferita e dell'anima incrinata dalla malattia. Il cuore in fiamme, o il fuoco del cuore, come metafore vive che avvicinano alla cifra segreta e indicibile della condizione umana.
Lo sguardo acuto del creatore del grande investigatore privato Pepe Carvalho questa volta punta la sua lente d'ingrandimento su Mosca. Vàzquez Montalbàn percorre ogni angolo di quella che fu la capitale non solo di uno stato, ma anche di un'ideologia, partendo dagli edifici e dalle vie, per ... tracciare, in una prospettiva insolita in quanto "guidistica", il grande affresco di settantanni di storia, dalla presa del Cremlino alla perestrojka. Vediamo stratificarsi una sull'altra diverse città: la vecchia Mosca zarista travolta dalla rivoluzione, i sogni e le utopie architettoniche e urbanistiche delle avanguardie nei primi anni del nuovo regime, la monumentalizzazione del periodo staliniano, il grigiore degli ultimi anni.
Al centro delle storie che Renga viene raccontando c'è un uomo che si aggira raccogliendo oggetti, oggetti raccolti apparentemente senza motivo. Un mazzo di chiavi trovato in strada. Un aquilone. Una vecchia sveglia. L'uomo raccoglie quello che trova in una stanza illuminata dai raggi del sole ... che passano tra le assi malferme del tetto. Sono piccoli oggetti che assumono via via la forma di ali, ali che sono scampoli di vita delle persone che li hanno posseduti, usati, persi. Finestre aperte su altre esistenze. E finestre su altre esistenze o su segmenti diversi della vita dell'io narrante sono le storie che fanno corona a questo episodio. L'infanzia dolceamara della campagna, l'adolescenza che morde il freno, la vita adulta avvitata dolorosamente intorno alle fatiche della vita coniugale. Attraverso continui flashback, i singoli episodi vengono stabilendo la distanza fra il superstite che ora si guarda esistere e la forza del suo passato, fra la sua inadeguatezza e l'ansia di volare via.
«Casa Howard» è ormai considerato il capolavoro di Edward M. Forster, ed è certamente uno dei "classici" della letteratura del ventesimo secolo. La ricchezza del romanzo sta nella pregnanza di una narrazione piena di tensioni, in parte irrisolte perché lo stesso Forster è partecipe di esse e ... il "solo connettere" del sottotitolo del romanzo gli è impossibile solo in parte, come egli ben sa. Ma forse il fascino di «Casa Howard» sta proprio in questa difficoltà a risolvere contraddizioni ancora irrisolvibili. Ciò nonostante, dice Virginia Woolf (ed è noto che Forster s'ispirò inizialmente per le due eroine del romanzo, Margaret e Helen, alla giovinezza di Virginia e della sorella Vanessa), «la pianificazione della storia è magistrale. Quella cosa indefinibile ma tanto importante, l'atmosfera del libro, riluce di intelligenza; non a un barlume di fandonia, non a un atomo di falsità è consentito di depositarsi. E di nuovo, ma su di un campo di battaglia più ampio, continua il conflitto che ha luogo in tutti i romanzi di Mr. Forster: il conflitto fra le cose che importano e le cose che non importano, fra la realtà e la falsità, fra la verità e la menzogna».
"Nei singoli uomini non si è verificata la benché minima trasformazione, non è accaduto altro se non che diverse inibizioni sono state spazzate via e che ogni specie di mascalzonate e furfanterie possono essere commesse oggi con un rischio relativamente minore, in ogni senso sia morale che materiale, ... di quanto non accadeva in passato. Inoltre si parla un po' più di cibo e di denaro." Così Arthur Schnitzler descriveva, nel 1924, la sua epoca, difendendo "Signorina Else" dalle critiche di coloro che la consideravano un'opera appartenente a un mondo "finito e sorpassato". In realtà, la vicenda della giovane donna, ospite della zia nel Grand Hotel di San Martino di Castrozza, che per salvare il padre dalla rovina economica deve mostrarsi nuda a un vecchio conoscente, è quanto mai sintomatica della lotta della dignità umana contro il potere del denaro. Ma soprattutto, in questo monologo-delirio, Schnitzler raggiunge i vertici della sua creazione artistica cadenzando, come in uno degli ultimi quartetti di Beethoven, il progressivo scivolamento dalla disperazione, al sonno, alla morte.
Blanca, madre e moglie appagata, conduce un'esistenza ovattata e fuori della realtà nella Santiago del Cile del dopo dittatura. All'improvviso alcuni eventi dirompenti vengono a sconvolgere la linearità della sua vita: l'incontro con persone di un diverso ceto sociale, l'amore per un ex perseguitato ... politico, la scoperta dell'ipocrisia e della vacuità del mondo cui appartiene. Un terremoto esistenziale, un bivio obbligato: è il momento delle scelte. Blanca vorrebbe gridare, vorrebbe dirlo che non ci sta più, ma un'improvvisa, quasi metaforica malattia la rende incapace di comunicare. Perde la parola proprio quando una nuova coscienza del mondo le chiede di parlare. La prigione del silenzio diventa tuttavia la premessa di una rinascita, di un'altra storia, di un'altra verità. Dopo un primo istante di smarrimento e disperazione, Blanca sceglie la vita e inventa un nuovo linguaggio, quello degli occhi, con i quali racconta la propria storia, i ricordi, i sentimenti e i rimpianti.
Lo scienziato Robert Kerans fa parte di una squadra di ricercatori diretta dal colonnello Riggs che ha l'incarico di perlustrare quel che resta di intere città sommerse dalle acque in seguito a una catastrofe naturale di dimensioni straordinarie. Una sessantina di anni prima delle tempeste solari ... hanno causato un surriscaldamento globale che a sua volta ha prodotto lo scioglimento dei ghiacci polari e quindi un innalzamento delle acque a livello planetario. Ora, con temperature roventi, tropicali anche ai poli, e in mezzo a lagune malsane, ci si trova di fronte a metropoli irriconoscibili, precipitate come sono in un'atmosfera primordiale, e ai sopravvissuti di una civiltà scomparsa, psicopatici, malnutriti, contaminati dalle radiazioni.
La raccolta di Jataka è un corpus di racconti tradizionali, scritto in pali, sulle varie esistenze del Bodhisattva, ovvero Gautama Siddhartha, il futuro Buddha, costituito da oltre cinquecento testi e relativi commentari. Questi racconti descrivono come il Buddha abbia fatto proprio l'insegnamento ... dei buddha precedenti, dando prova di molte delle virtù morali della tradizione buddista e si sia preparato così al suo risveglio finale. In giro per il continente asiatico si trovano molte sculture e opere artistiche che raffigurano queste differenti incarnazioni e la raccolta rimane ancora oggi un testo molto popolare nei paesi di tradizione buddhista. Le narrazioni descrivono gli episodi esemplari dal punto di vista morale capitati nel corso delle varie incarnazioni, in forma animale, umana o divina, che precedono l'illuminazione vera e propria, o nirvana, del Buddha. Servono a illustrare alcune qualità morali fondamentali o per meglio dire le conseguenze che l'agire nella maniera giusta o sbagliata ha in base al concetto di karma.
Octave è un pubblicitario e conduce una vita sinistra. È uno di quei morti viventi il cui unico sprazzo di luce deriva dal riflesso della propria carta di credito. È uno di coloro che decide oggi cosa desidereremo domani, che inquina il mondo con spot e bugie, che inventa bisogni inutili. Un ... giorno viene coinvolto in una campagna più stupida delle altre per lo yogurt di una multinazionale e va in pezzi. In un crescendo di esaltazione, tra alcol e stupefacenti, diventa sempre più violento, fino all'esplosione finale.
Tokyo, oggi. Kiyose, la giovane donna che racconta la storia in prima persona, viene a sapere che Takashi, un suo caro amico bisessuale con il quale aveva avuto una relazione, è sieropositivo. La notizia sconvolge il piccolo cerchio di amici di cui fanno parte anche Mimi, l'attuale compagna ... di Takashi, e Hideo, un giovane gay che a sua volta ne era stato l'amante. Hideo e Kiyose si convincono a fare il test, il cui esito si saprà non prima di due settimane. Per sfuggire all'intollerabile attesa, gli amici decidono di realizzare un vecchio sogno: visitare insieme l'Egitto. Il viaggio, intenso e a tratti rarefatto, prevede come ultima tappa Roma, che riserva loro l'incanto degli attimi che si sanno irripetibili.
Dalla salsa corallina alle pere ubriache, dall'habanera di gamberi all'insalata delle odalische, dalla zuppa scacciapensieri alle ciliegie civettuole: un patrimonio di ricette piccanti e spiritose condite con le spezie dell'ironia. Isabel Allende torna a gustare la vita. La troviamo alle prese ... con il mondo della cucina, tempio del piacere dei sensi e anticamera del "piacere dei piaceri". In un invito alla gioia dietro il grembiule, un gioco per nutrirsi ed inebriarsi senza prendersi troppo sul serio.
L'io narrante è Mao, una ragazza che vive con la madre in una comunità religiosa sorta attorno alla carismatica figura della nonna, guaritrice e veggente. La setta, dopo la morte della fondatrice, ha cominciato a tradirne gli insegnamenti e si è trasformata in impresa a scopo di lucro. Mao se ... ne allontana sempre più e in occasione di una delle sue fughe incontra una coppia di motociclisti. Chiama lei "mamma"; lui invece si chiama Hachi, è stato abbandonato da piccolo dai genitori hippies giapponesi in India e ai religiosi genitori adottivi ha fatto voto di ritirarsi su una montagna per dedicarsi a una vita ascetica. Con i due Mao instaura una relazione d'amore.
"Scrivo questa storia perché le persone che ho amato sono morte. Scrivo questa storia perché quando ero giovane avevo una grande capacità di amare, e ora questa capacità di amare sta morendo. Ma io non voglio morire." Inizia così il racconto in prima persona di Hannah, una trentenne israeliana, ... studentessa di letteratura ebraica, sposata ad un geologo, Michael Gonen, che ha conosciuto all'università e da cui poi si allontana fino a concludere che "qualcosa è cambiato in questi tristi anni".
Stefano Benni scrisse "Blues in sedici" dieci anni fa, prendendo spunto da un fatto di cronaca degli anni Ottanta. Questa ballata blues era stata pensata per essere letta in pubblico e infatti la sua prima pubblicazione ha conosciuto molte versioni teatrali. Ora il testo viene riproposto con ... alcune variazioni che la lettura e, soprattutto l'accompagnamento musicale di Paolo Damiani, hanno suggerito. Protagonisti di questa drammatica storia sono l'Indovino cieco, il Padre, la Madre, il Figlio, Lisa, la Città, il Killer, il Teschio. Otto voci che tornano in scena due volte, a cantare ciascuna il dolore, la rabbia, la disperazione, la speranza.
Enrico Metz ha deciso di tornare a vivere nella casa di famiglia, di ridurre il lavoro a poche consulenze (è stato fino ad allora il legale di operazioni di portata planetaria, è stato al fianco di tutti gli uomini che contano) e di rimodellare la propria esistenza borghese intorno ad alcuni ... amici ritrovati, alla famiglia, alla memoria ritrovata. Coinvolto in uno dei più rovinosi crack finanziari del paese, quello dell'ingegner Marani, Metz è stato sotto la luce dei riflettori, ma, grazie alla lungimiranza dell'uomo di cui è stato fedele braccio destro, ha salvato la propria posizione. Ora l'ingegner Marani lo chiama per accertarsi che la "nuova vita" sia cominciata, in realtà per accomiatarsi. Il giorno seguente arriva la notizia della sua morte. Intanto Metz, esperto di legislazione internazionale, è riuscito a ottenere un manipolo di clienti locali, forti, interessanti. Ma il suo ritorno in città non è passato inosservato presso gli altri studi che ne temono la concorrenza. I suoi nuovi nemici, sconcertati e sospettosi, scatenano una campagna denigratoria che lo induce a ritrarsi più drasticamente. Il rumore del mondo svanisce e Metz comincia un lento abbandono di sé a se stesso, una progressiva cancellazione di atti ed emozioni, che non ha nulla di remissivo ma semmai è l'estremo omaggio alla vita, alla bellezza, a quel che poteva essere e non è stato.
Che cosa fa di un uomo un poeta? E che cos'è un poeta? E un bambino? Un provocatore? Un folle? Un profeta? Un cretino? Siamo a Pietroburgo nel 1912: percorriamo la prospettiva Nevskij con Sasa e Pasa e sentiamo che tutto si muove, sta cambiando. Non solo: si mangia pane e poesia e la parola ... d'ordine è Avanguardia, gettare il passato dal vapore Modernità. Sasa e Pasa arrivano dalla provincia e vogliono studiare matematica, ma non c'è tempo: bisogna pubblicare il libro che rivoluzionerà la sorte della poesia russa. Le sbornie e gli incontri all'osteria della Capra vanno di pari passo alle sbornie e agli incontri dello spirito. Corrono parallele alle comiche vicissitudini di Sasa e Pasa quelle drammatiche di Velimir Chlebnikov, il poeta per eccellenza.
Yoel è un uomo del servizio segreto israeliano. Dopo la morte della moglie si trova di fronte ad una realtà misteriosa: chi era veramente sua moglie Ivria, su quali segrete complicità si basava il loro rapporto? E ancora: di che pasta è fatta sua figlia, come provare a capirla e venirle incontro? ... Dopo le dimissioni dai servizi segreti Yoel crede di poter applicare alla propria esistenza modi e metodi appresi nei lunghi anni d'esercizio. Eppure c'è qualcosa che continua a resistergli. Cominciando a lasciarsi contaminare dai piccoli eventi della quotidianità, nonché dai diversi personaggi che la abitano, Yoel scopre che dietro al mistero c'è una totale assenza di mistero.
Dieci racconti di Dashiell Hammett, uno degli innovatori della letteratura noir americana. Nel filone hard-boiled, diventano maggiormente centrali le psicologie dei personaggi, con i suoi duri e ruvidi detective, e la descrizione realistica della società, amara e spietata. Il tutto è descritto ... da Hammett in uno stile sobrio, essenziale, corrispondente all'intento di rappresentazione obiettiva, e con una punta di quel cinismo che non consente di indulgere in idealismi, sentimentalismi e ipocrisie.
Da una parte c'è Bobby Crawford, un tennista che è il vero animatore di un club nautico, in una località spagnola sulla Costa del Sol frequentata soprattutto da inglesi benestanti di mezza età: un luogo apparentemente tranquillo dove però le giornate, tra partite di tennis, spettacoli teatrali, ... festini, consumo di droghe, film porno e atti vandalici, non paiono scorrere troppo monotone. Dall'altra ci sono Frank Prentice - un uomo che seppur chiaramente innocente ha confessato di essere l'artefice di un incendio doloso che ha provocato la morte di cinque persone - e suo fratello Charles, che lo raggiunge a Estrella de Mar dove è incarcerato per farlo scagionare e si improvvisa detective per indagare sui possibili sospetti, tra i quali c'è anche Bobby. Sotto l'aspetto di un paradiso di ricchezza e benessere si nasconde una società che si nutre di crimine. In una realtà dove la sete di possesso e di beni materiali ha soppiantato ogni capacità di autentica relazione con il prossimo, sorgono inquietanti domande: a che cosa serve cercare di isolarsi dalla delinquenza per mezzo di sistemi di sicurezza? Vale forse la pena vivere nella noia della solitudine? Non sarebbe preferibile una certa quantità di violenza per creare senso di comunità e consolidare l'equilibrio sociale? Del resto, creatività e crimine non sono forse andati sempre di pari passo?
Il primo racconto narra di due uomini che frequentano un ristorante straordinario con una clientela esclusiva: non si può che restare estasiati nell'assaggiarne i piatti, ma quello che più di tutti lascia senza parole e preda di un incontenibile desiderio di gustarlo di nuovo è proprio la specialità ... del cuoco Sbirro. Peccato che ogni volta che viene servita... Nel secondo racconto un uomo alla disperata ricerca di un impiego lo trova finalmente tramite un'inserzione da parte di un anonimo datore di lavoro: un compito apparentemente del tutto inutile in cui lui si butta con determinazione ed entusiasmo finché un giorno gli si presenta il principale a chiedergli di fare qualcosa d'altro che lui non potrà rifiutare.
Nei due estremi e intensi anni di vita Tomasi di Lampedusa mise insieme oltre al Gattopardo, anche tre racconti e uno scritto autobiografico: La gioia e la legge, La Sirena, I gattini ciechi e Ricordi d'infanzia.
Nel 1960, quando Fred Uhlman conclude la sua autobiografia, è un pittore affermato, ma nel campo della scrittura la fama continua a deluderlo. Gli arriverà postuma con lo straordinario successo de L'amico ritrovato, divenuto in breve tempo un bestseller mondiale. È una delle ironie di una vita, ... dominata nel bene e nel male dal caso, il cui racconto commosso, partecipato e ricco di episodi curiosi e divertenti, si legge come un romanzo.
A Tel Kedar, una tranquilla cittadina israeliana nel deserto del Negev, abitano Noa e Theo. Dopo sette anni di felice convivenza, sono in una fase stagnante del loro rapporto. Theo, urbanista sessantenne di successo, appare sempre più introverso e sembra aver perso energia, voglia di fare e ... di mettersi in gioco. Noa, frenetica professoressa di lettere di quindici anni più giovane che insegna nella scuola locale, è sempre alla ricerca di nuovi traguardi e nuove sfide. In seguito alla morte di uno degli studenti di Noa, le viene affidato il compito di dare vita a un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. Aiutata da Muki, agente immobiliare, da Linda, una timida divorziata, e da Lumir, un pensionato, Noa si dedica al progetto con entusiasmo e idealismo, pronta a lottare contro l'opposizione di tutta la cittadina che teme che un simile centro possa portare droga e criminalità. Non vuole mostrare le sue debolezze e chiedere l'aiuto di Theo, e lui non vuole interferire se non è richiesto. Se per un verso la vicenda sembra mettere a dura prova la loro relazione, dall'altro dimostra lo struggente affetto, l'infinita tenerezza e il profondo amore che ancora li lega. La storia è narrata dai due protagonisti in prima persona. Un libro che esplora l'animo umano, che racconta la realtà quotidiana di una comunità lontana da Tel Aviv o Gerusalemme, protetta da filo spinato e guardie, che cerca di vivere una vita normale come qualsiasi altra cittadina del mondo.
20.000 chilometri in Vespa, sei mesi e mezzo all'interno di un viaggio di 144.000 chilometri e tre anni e otto mesi dal Cile alla Tasmania: un viaggio attraverso Angola, Namibia, Botswana, Sudafrica, Lesotho, Swaziland, Mozambico, Zimbabwe, Malawi, Tanzania, Kenya, Etiopia e Gibuti, per completare ... il periplo, iniziato in Marocco, di un continente dove l'ingiustizia, la vulnerabilità e la tragedia sono elevate all'ennesima potenza, una Babele dove ragazzini dodicenni addestrati dai guerriglieri hanno già ucciso e bevuto il sangue dei nemici; dove la corruzione e la disonestà sono virtù per sopravvivere.
In questa antologia gli ultimi uomini dell'Età della Pietra descrivono la loro eroica lotta coi primi uomini dell'Età della Macchina, i loro riti e costumi, avventure di caccia e di guerra, e infine i loro patetici sforzi per assimilare le strane usanze dell'invasore bianco. Da queste pagine ... parlano ancora una volta i grandi guerrieri che guidarono i pellirosse delle praterie americane: Falco Nero, Toro Seduto, Geronimo... Gli scritti degli autori indiani qui raccolti hanno un'enorme importanza perché, fornendoci un'interpretazione dei fatti visti dal punto di vista degli indiani, ci consentono, tra l'altro, di mettere più precisamente a fuoco la reale natura del conflitto tra il pellerossa e l'invasore bianco. L'indiano vi spiega perché abbia tanto aspramente conteso l'avanzata all'uomo bianco e perché spesso abbia preferito morire piuttosto che cedere i suoi tenitori di caccia. Entro i confini degli Stati Uniti esistevano centinaia di tribù, ma fu il valoroso indiano delle praterie, con la sua colorata acconciatura di guerra e la lancia piumata, quello che diventò il simbolo del pellerossa, come dimostra anche una copiosa produzione cinematografica: la lunga lotta che sostenne e la dignità con cui seppe sopportare la sconfitta gli hanno meritato il ruolo principale in questo libro.
Come in una partita a poker, avventurosa e interminabile, due sorelle di natali aristocratici scartano e giocano le carte della loro vita, di quella delle loro dieci figlie e delle cinquanta nipoti. In una Napoli ironica e piena di colore, un racconto punteggiato da figure femminili, portatrici ... di un destino di passione: per il gioco, insopprimibile vizio di famiglia e per le disgrazie del cuore, cui si abbandonano anima e corpo. L'equivoco di un grande amore al centro di una saga familiare, che alterna commozione e comicità sullo sfondo di un'inarrestabile decadenza.
Corredato da un ampio numero di immagini tratte dall'album di famiglia, il volume, il cui titolo "Under my skin" riprende un verso di una canzone di Cole Porter, ripercorre in prima persona un arco di tempo che va dal 1919 al 1949. Si tratta, come recita il sottotitolo, del primo volume dell'autobiografia ... di Doris Lessing, che con l'ausilio di immagini e di documenti pubblici e privati, racconta nei dettagli la storia di cinque generazioni, mettendo in primo piano gli anni centrali della sua esistenza, dalla nascita fino ai trent'anni.
Quando Ruth Grubstein, la sua ragazza, si trasferisce da lui, Ira Fishblatt fa ristrutturare la cucina per farla sentire a casa sua. Lei ne è felicissima. Non così centinaia di altri ospiti dell'appartamento: una banda di scarafaggi filosofi che se la passavano benissimo prima di venire stanati, ... affamati e perseguitati da Ruth. La carestia li uccide a poco a poco finché uno di loro, Numeri, escogita un piano: con l'involontaria collaborazione di uno spacciatore locale, le blatte incoraggiano un idilio tra Ira ed Elizabeth, la graziosa vicina di casa e si tolgono dai piedi Ruth e la sua fissazione per il pulito. Intanto c'è sempre l'ex ragazza di Ira, la cui passione è quella di gettare scompiglio e roba da mangiare in giro per la casa...
Dopo un esilio durato 25 anni per la sua opposizione al regime bianco razzista della Rhodesia, Doris Lessing ritorna nell'odierno Zimbabwe per quattro volte dal 1982 al 1992: il libro è il resoconto di queste visite. E' un libro della memoria, la Lessing evoca la sua infanzia passata in una ... fattoria isolata nel bush, i suoi genitori, suo fratello ed esplora i modi spesso inaspettati in cui gli elementi della tradizione africana del passato oggi si fondono alle abitudini dei bianchi.
Fantasmi. Che vengono da lontano. Che scardinano il tempo. Che amano il chiuso degli appartamenti. Il maturo scrittore, protagonista di questo romanzo e del romanzo che sta scrivendo, lascia la porta aperta ai fantasmi. E loro arrivano. Sono cortei di animali, una madre splendida di giovinezza, ... un padre che continua a morire, un amico di infanzia. Sono rasoi, figurine di calciatori conservate su un soppalco, abiti chiusi in un armadio. A ogni apparizione la discesa nel mondo delle ombre crea tensione, squilibrio, isolamento. Isolamento dal piccolo mondo della società letteraria, dalla famiglia e dalla moglie partita per una lunga permanenza in America, dalla stessa amante che nel frattempo ne ha preso il posto. Lo scrittore ha preso una strada che lo porta progressivamente e ineluttabilmente a misurare la labilità dei confini fra gratuità e necessità dell'immaginare, di ogni autentico processo creativo. Come da bambino il gioco dell'imperfetto ("io ero il capitano, tu il nostromo") lo trascinava lontano, morbosamente lontano, in avventure che erano tanto più vere quanto più sfidavano le barriere del presente, così ora il pericolo di quel gioco ritorna, più forte, più drammatico. Ma fino a dove può arrivare il rischio di abitare in una realtà parallela?
"Sospesa nell'incantesimo di un parlare inconsueto e di un paesaggio remoto, questa struggente novella, che a prima vista potremmo scambiare per la narrazione di una infanzia drammatica, ci appare, chiusa l'ultima pagina e appreso il fragile e potente segreto che teneva incatenato il piccolo ... Miguilim, metafora di un qualcosa che non sappiamo bene decifrare. Come per tutti gli altri libri di Guimarães Rosa, anche per quest'operetta dal timbro mozartiano, eseguita dal flauto magico di un narratore non comune, potremmo dire, usando le parole dello stesso Rosa, che 'alle volte, quasi sempre, un libro è più grande di noi'. Ascoltato nella coralità di Corpo di ballo, maestosa sinfonia in sette parti di cui era forse la sonata più toccante, Miguilim contribuiva con la sua mascherina di bambino atemporale alla grandezza di una pantomima che eleggeva il Sertao di Minas Gerais a metafora del mondo. Letta da sola, al di fuori di quel grandioso contesto, nel suo favoleggiare e nella sua orditura narrativa perfetta, questa perla della letteratura universale deve il suo potere di soggiogamento, il suo essere un libro 'più grande di noi', agli interrogativi sui significati che aprono le sue specifiche metafore: gli occhi di un fanciullo, un paio di occhiali, il reale visibile." (Antonio Tabucchi)
Come dev'essere una festa? Chi mai potrebbe dirlo. Una festa vera non ha uno spazio, sconfina nella vita della gente. Per un fatto stupefacente, creature inoffensive e vulnerabili erano venute da lontano in quel luogo, neppure una fazenda, tra il Fiume e la Serra dei Gerais. E la festa si disperdeva ... nell'incalzante meraviglia dei loro racconti. Nell'universo mitico di Guimarães Rosa si delinea un altro suggestivo personaggio, Manuelzone, grande protagonista di "Una storia d'amore", quasi sessant'anni, quasi benestante: è lui che ha organizzato la festa ricca di cose e di persone. Manuelzone sapeva di essere arrivato a poggiare su qualcosa di nuovo, che lo faceva sconfinare in mezzo ai sogni della gente, dentro le sterminate storie del sertao, permettendogli la memoria. E la memoria gli aveva portato la fiducia nel meglio. Ma anche il peso di sospettare che stava invecchiando senza aver avuto un amore. "Una donna bella in un angolo del letto." Sotto questo peso, forse più grande di quello della fatica di una vita, era difficile per lui rimanere nel grande spazio della festa.
Seconda metà del diciottesimo secolo. In un piccolo villaggio tedesco. Il piccolo Abel nasce in una famiglia di poverissimi contadini: gracile di salute, ha dalla sua una sensibilità e un'intelligenza fuori dal comune. Se ne accorge il parroco e maestro, Rupprecht Radebach, un pastore luterano ... tormentato: ha avuto una brillante carriera nelle gerarchie della chiesa cattolica ma, alla fine di una profonda crisi teologica ed esistenziale, ha abbracciato la dottrina di Lutero e ha sposato la donna che ama. Radebach chiede alla madre di Abel il permesso di impartire al ragazzino lezioni supplementari. Abel rivela una disposizione eccezionale per lo studio, ma il carattere chiuso e incline alla meditazione gli fa il vuoto intorno.
LuLing e Ruth sono madre e figlia. Ruth è cinese solo nelle fattezze, la sua professione, la lingua, il modo di interpretare la realtà sono quelli di un'americana di oggi. LuLing ha più di settant'anni. Pur avendo vissuto per mezzo secolo negli Stati Uniti, è profondamente legata alla terra ... d'origine. LuLing vive sola, si mantiene con un povero sussidio e comincia a mostrare i segni del morbo di Alzheimer. Colpita da questa circostanza, Ruth decide di far tradurre dal cinese un manoscritto che, anni prima, la madre le aveva affidato pregandola di leggerlo, per avvicinarsi al suo passato. Ruth scopre che il suo bisnonno era un aggiustaossa e apprende segreti familiari inimmaginabili.
Routine, flessibilità-mobilità, rischio, fallimento, etica del lavoro: una serie di riflessioni ordinate tematicamente sulle conseguenze che i sistemi e i modi di produzione del neocapitalismo hanno sulla vita personale e quotidiana degli individui nelle società cosiddette avanzate.
Bart, un gringo con la faccia da latino varca la frontiera a Tijuana, scendendo in Messico per l'ennesimo incarico che svolgerà con la consueta indifferenza: uccidere un uomo che potrebbe minacciare gli interessi di una multinazionale farmaceutica. Ma a Tijuana arriva anche un battagliero videogiornalista ... italiano, Leandro, e le loro strade fatalmente si incontrano. Entrambi rischiano di compiere l'ultima missione della loro vita, e chi sopravviverà non sarà comunque un vincitore.
Efraim Numberg, detto Fima, ha cinquantaquattro anni e vive a Gerusalemme. È rimasto orfano di madre quando ne aveva dieci, con il padre ha una relazione complessa. Dopo aver fatto sperare molto come studente di storia prima e come poeta poi, la sua esistenza si è ben presto costellata di rinunce. ... È un personaggio contraddittorio, attento e distratto, malinconico ed entusiasta, profondo e balordo, pigro e senza ambizioni, trasandato, ma amato dagli amici e con uno strano fascino. Attorno a lui gravitano l'ex moglie Yael col suo nuovo marito; l'amico Zvi Kropotkin riuscito laddove lui ha fallito; il padre Baruch che sperava che il figlio gli subentrasse nella sua azienda di cosmetici; l'amante Nina, moglie dell'amico Uri; e il figlio di Yael, Dimi.
365 pensieri: tanti quanti sono i giorni dell'anno, per "donne che amano troppo". Un vademecum per le affezionate lettrici (e gli affezionati lettori) di Robin Norwood. L'autrice che parla alle donne attratte da uomini complicati e problematici, disposte per loro a trascurare il proprio benessere, ... i propri interessi e le proprie amicizie, incapaci di sottrarsi a relazioni tormentate per paura di solitudine e senso di vuoto, qui si cimenta nella saggezza pratica dei consigli quotidiani per una vita e un amore più equilibrati.
"L'Autobiografia" fu inizialmente concepita da Pasternak come introduzione a una nuova raccolta di poesie inedite e disperse. Il racconto, formato da cinque capitoli e due conclusioni, inizia con la descrizione dell'infanzia nella vecchia Mosca di fine Ottocento e si conclude con una serie di ... ritratti di scrittori (Majakovskij, Esenin, Ehrenburg, Marina Cvetaeva) durante il periodo della rivoluzione. Nella prima conclusione, l'autore dichiara quali erano i suoi propositi e perché si è fermato agli anni venti: "Non intendevo scrivere la storia di un cinquantennio, basta quello che ho scritto a illuminare come, nella mia storia personale, la vita sia diventata creazione artistica, e come questa sia nata dal destino e dall'esperienza". Nella seconda conclusione, l'autore, amareggiato dalle polemiche suscitate in Urss dalla pubblicazione all'estero de "Il dottor Zivago", si scaglia contro la letteratura "vile e spudorata" del suo paese.
Questo libro, che rappresenta il seguito ideale di "Donne che amano troppo", raccoglie tutte le lettere che Robin Norwood ha ricevuto dalle sue lettrici e le sue risposte.
Cosa succede a una madre divorziata entrata dalla parte sbagliata nei trentacinque? Una donna che sa di non poter avere più "tutto", ma che ne vorrebbe avere almeno una parte? Stella non è alla ricerca del Principe azzurro. È separata ormai da un anno, è convinta di aver fatto la scelta giusta, ... non si sente particolarmente infelice, ma si rende conto che deve trovare dei nuovi equilibri. E allora: cosa si fa quando ci si separa? Come bisogna vestirsi quando si è invitati a cena da un'amica che deve presumibilmente riempire un buco all'ultimo momento? Bisogna apparire come una donna ormai matura, che non vuole più niente dalla vita o, al contrario, come una mangiatrice di uomini?
Quattro racconti ("Giada cinese", "La donna del lago", "In montagna non c'è pace" e, appunto, "Blues di Bay City") degli otto (gli altri sono raccolti in "L'uomo a cui piacevano i cani"), composti tra il 1935 e il 1941 di cui Raymond Chandler era gelosissimo: non li volle pubblicare in vita ... e uscirono postumi, nel 1964. Costituivano per lo scrittore una fonte segreta a cui attingere idee per scrivere uno dei suoi romanzi. Ne cavava ora un personaggio, ora un episodio, ora una descrizione. Vi si trova anche un antesignano del celebre investigatore privato Philip Marlowe: un detective di nome Johnny Dalmas, ma si tratta già dell'"uomo nato per l'avventura", animato dal desiderio di portare a termine un'opera "appassionatamente morale".
È possibile costruire la propria celebrità su una frode? È possibile condurre una doppia vita senza perdere qualcosa? E possibile svelare il mistero della donna? Sono questi i dilemmi affrontati da Clive Thurston, che narra in prima persona la sua storia di perdizione. Da nullità che era per ... un colpo di fortuna e con l'inganno è diventato uno scrittore ricco e di successo, si è trasferito a Los Angeles, ha vissuto lungo tempo di rendita, ha incontrato un'amorevole compagna e raggiunto Hollywood. Ma continua a non trovare la sua strada, si abbandona al vizio dell'alcol e un giorno si imbatte in una donna fatale. Si fa chiamare Eva, ma chi è realmente? Una prostituta con il vizio del gioco? Una moglie innamorata? Eva è sfuggente, selvaggia, indipendente e insondabile, è una partita difficile per Clive, che non conosce le mosse ma ci scommette tutto se stesso, mentre gli eventi precipitano. Da maestro del thriller, Chase gioca sulla figura della "dark lady", caratteristica del genere noir e ce ne consegna un memorabile quanto originale ritratto, in un romanzo che è stato anche portato sullo schermo nel 1962 da Joseph Losey in un film interpretato da Jeanne Moreau.
Nel 1935 la diciottenne Rose Meadows, orfana, brillante, colta, distrutta, "essenzialmente una persona che si limita a guardare e ascoltare" e appena buttata fuori dalla casa di suo cugino Bertram dall'odiosa fidanzata comunista, risponde a un annuncio di un giornale di Albany che richiede un'assistente ... per una famiglia recentemente arrivata da Berlino che deve, da lì a poco, trasferirsi a New York. Sebbene non sia chiaro se Rose debba fare da segretaria a Rudolf Mitwisser (uno studioso ossessionato dall'antica eresia ebraica del kartismo), da infermiera a sua moglie Elsa (ex ricercatrice nel più importante istituto scientifico tedesco, espulsa perché ebrea) o da tata ai loro cinque difficili figli, Rose è l'unica ad aver risposto all'annuncio.
Barcellona 1992: Madame Delmas, affascinante donna francese, si rivolge a Pepe Carvalho per ritrovare l'uomo della sua vita, improvvisamente scomparso. Si tratta di un giovane immigrato greco, Alekos. Al termine della labirintica ricerca, nei quartieri devastati dalla speculazione edilizia, ... riaffiorerà il corpo del giovane. Droga, prostituzione, omosessualità, stanchezza è la realtà con cui Pepe deve fare i conti.
Quattro degli otto racconti (gli altri sono raccolti in "Blues di Bay City"), composti tra il 1935 e il 1941, di cui Raymond Chandler era gelosissimo: non li volle pubblicare in vita e uscirono postumi, nel 1964. Quattro casi da detective privati, narrati in prima persona. Nell'indagine su una ... giovane donna ambita da molti uomini e voluta tutta per sé dal padre l'investigatore incappa in un morto: la ragione va trovata nei ricatti, o è frutto della gelosia? L'inseguimento di un cane poliziotto rapito e di una donna scomparsa provoca una serie di omicidi in una apparentemente tranquilla cittadina di mare: ma è davvero così? Si perdono le tracce di un uomo e il vecchio suocero invalido pare desideroso di ritrovarlo, ma sua figlia molto meno: che fine avrà fatto? Un gigante nero appena uscito di galera va in cerca di una prostituta bianca di cui si è innamorato, ma non è il solo a volerla trovare. Fa la sua comparsa in questi racconti la figura di Carmady, il poliziotto privato che dimentica nell'alcol la sua malinconia, quello che poi assumerà il nome di Philip Marlowe, il mitico investigatore inventato da Chandler.
Victor Dermott, commediografo di successo, si è ritirato a scrivere in un ranch isolato ai margini del deserto del Nevada, in compagnia della moglie, del figlioletto, di un domestico vietnamita e di un cane da guardia. Ma in una splendida mattina d'estate, alle prime luci dell'alba, si sveglia ... di soprassalto, in un bagno di sudore. Crede di aver avuto un incubo, ma l'incubo deve ancora arrivare. Nessuna traccia del domestico, il cane è sparito, il telefono tagliato, le automobili fuori uso. E presto il ranch si popolerà di figure sinistre e grottesche: una giovane ereditiera rapita da un leggendario gangster tornato in attività dopo anni di pensione, un ex galeotto italoamericano immalinconito da una mamma malata, una coppia di gemelli, fratello e sorella, incestuosi, selvaggi e insofferenti di ogni disciplina persino criminale. Questi i protagonisti di uno spietato gioco al massacro, scandito da mille imprevisti, con poliziotti e agenti dell'FBI a far da comparse predestinate a giungere sempre un istante troppo tardi. Un suspense dei primi anni sessanta, che vede il crepuscolo della vecchia generazione di gangster, soppiantata dalla nuova delinquenza senza regole dei giovani "ribelli" in motocicletta e giubbotto di cuoio.
Questa è la "versione del 1992" del romanzo. Le ragazze vestono secondo le mode dell'ultimo minuto. I ragazzi girano con i loro scooter o, meglio, con la BMW lunga, magari rubata al papà. Le ragazze si preparano ad incontrare il ragazzo della loro vita. I ragazzi si sfidano in prove di resistenza ... fisica, di velocità, di rischio. Sullo sfondo di una frenetica vita di clan, Stefano, detto Step, e Babi si incontrano. Lei ottima studentessa, lui ottimo picchiatore, violento, passa i pomeriggi in piazza davanti al bar o in palestra, la sera in moto o nella bisca dove gioca a biliardo. Appartengono a due mondi diversi, ma finiscono per innamorarsi. Un romanzo di vite quotidiane, di noia, di fatica, di adrenalina e di violenza.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo il bombardamento giapponese di Pearl Harbor, l'undicenne Jim, protagonista del romanzo, si ritrova prima separato dalla sua famiglia a girovagare per Shanghai, poi internato in un campo di prigionia di nuovo con i genitori. In quattro anni trascorsi nel ... campo di Lunghua, diventa un eccezionale testimone di cosa sia davvero la guerra: una cruda e infernale realtà dove quel che conta è la lotta per la sopravvivenza. La catastrofe non è più immaginata o proiettata nel futuro, come negli altri romanzi di Ballard, bensì vissuta in prima persona, e riferita con la fedeltà e l'esattezza di un'autobiografia e con l'allucinatoria forza di un'esperienza assolutamente fuori del comune.
Amico personale di Federico Fellini per più di quarant'anni, il critico cinematografico del "Corriere della Sera" ricostruisce il profilo biografico del regista anche negli aspetti privati. Testimone oculare, Kezich racconta il cinquantennale matrimonio con Giulietta Masina e la conseguente ... unione artistica, particolari riguardanti la nascita e la lavorazione dei film, rievocati uno per uno. Particolare attenzione è offerta al contraddittorio rapporto di Fellini con le scienze occulte e lo spiritismo di cui fu, per un periodo, scettico ma impressionabile praticante.
Stare al mondo è un maledetto numero da equilibristi. È inutile pretendere che 'fuori' tutto funzioni se 'dentro' c'è disordine. Isabel lo sa. Non è felice ma è vitale e curiosa. Vuole capire e vivere meglio. E così si butta a pesce passando da un seminario new age a un week end in convento, ... da un corso di tai-chi a uno di sesso tantrico, da un workshop sulla reincarnazione a un incontro che promette il risveglio dell'assopito lato femminile. La via dell'illuminazione diventa una corsa ad ostacoli. Massaggi, irrigazione del colon, danze collettive, angeli e fate, astrologia e chakra...
La scelta del matricidio come campo d'indagine e filo conduttore delle vicende narrate non aveva certo la pretesa premonitrice di qualche pur visibile sciagurata trasformazione sociale. Queste storie cercano, più modestamente, di segnalare qualche elemento in grado di aiutare a interpretare ... e a capire un disagio profondo che attraversa una parte del mondo giovanile. Queste storie hanno la sola ambizione di cogliere e proporre un aspetto metaforico; questi racconti vorrebbero parlare di quanto sta a monte, una sorte di precondizione del matricidio: l'indifferenza, ovvero l'opposto dell'amore.
Con la pubblicazione nel 1951, in Gran Bretagna, di "Un mondo a parte" Bertrand Russel commentò: "Dei molti libri che ho letto sulle esperienze delle prigioni e dei campi di lavoro sovietici, questo libro di Herling è il più impressionante e quello scritto meglio. Un libro estremamente interessante ... e del più profondo interesse psicologico". Identici giudizi espressero Albert Camus e Ignazio Silone.
Nino Motta, tipografo, abbandona Milano e la famiglia (una famiglia disperata e ostile) e torna a Messina, sotto le mentite spoglie del giornalista, per "indagare" sulla sua infanzia in collegio che, da sempre, è rimasta intrappolata da una memoria "a macchie", incerta, segnata da un misterioso ... trauma. Una volta in loco non ha difficoltà a far parlare quelli che tanto tempo prima sono stati i suoi compagni, anzi il suo invito a parlare li trasforma in generosi narratori orali. E così le molte testimonianze si incrociano affollandosi intorno a due immagini che hanno accompagnato la vita di Nino Motta: il cappello del padre appeso in corridoio e la figurina della madre Marietta che sale verso il collegio nel suo cappottino striminzito...
Per scrivere "L'erede" Gianfranco Bettin condusse una vera inchiesta sul caso di Pietro Maso, cercando di individuare le motivazioni profonde e le influenze del contesto che potevano aver portato un giovane di provincia prima a escogitare con totale freddezza e poi a portare a termine con efferatezza ... la strage dei propri genitori, aiutato da alcuni amici, la compagnia del bar, e soltanto per intascare l'eredità. L'episodio non sconvolse solo il paese di Montecchia di Crosara, la località veneta apparentemente tranquilla e dal benessere crescente negli anni ottanta dove si era verificato il delitto, ma tutta l'Italia che non seppe darsi ragione dell'accaduto. Eppure non sarà un caso isolato. Episodi del genere si ripeteranno, non ultimo quello di Erika e Omar, i due fidanzatini adolescenti che uccisero la madre e il fratellino di lei, con predeterminazione e spietatezza. Ma come è possibile arrivare a tali livelli di violenza, a maggior ragione all'interno del nucleo familiare? Quale sistema di valori fa sprigionare questa furia omicida e che ruolo vi gioca il contesto sociale e culturale? Bettin, con una narrazione in presa diretta, che si legge come un romanzo, offre alcuni spunti di riflessione acuti e di straordinaria attualità su queste vite "normali" ma dagli esiti atroci.
Novello gentiluomo di campagna, dalla cascina in Monferrato nel quale si è ritirato Gad Lerner scrive questo pamphlet polemico che elogia il tradimento delle appartenenze e riconosce infine: per fortuna, siamo e resteremo bastardi. Perché sono in tanti che, come lui, si sono ricreati un'identità. ... Facendo nomi e cognomi, Lerner porta il lettore all'incontro con tanti insospettabili spacciatori d'identità: le femministe che elogiano Ratzinger in nome della differenza sessuale; gli intellettuali ebrei che coltivano una narcisistica separazione, contraddicendo l'intento emancipatorio del sionismo; i simboli etnici introdotti sui campi di calcio; l'Ulivo disfatto in nome delle identità di partito...
Racconti di viaggi, turbinio di immagini, sirene che istigano all'avventura: il deserto esercita il suo irresistibile potere di attrazione. Alain Laurent ci guida attraverso le regioni nelle quali emerge il Sahara, il deserto dei deserti. Vi si scoprono vite sconosciute, al tempo stesso preziose ... e fragili, ma anche una terra di violenza che non si sottrae alle tumulazioni e ai tumulti del resto del mondo. In mezzo a meraviglie naturali e arte preistorica, fra manie di conquista e paesaggi di bellezza lunare, il Sahara agisce sull'uomo come una cartina tornasole che rivela a un tempo la sua grandezza e la sua infinita piccolezza.
"Questa è la sola storia vera che io abbia raccontato fino adesso," dice Miller nell'epilogo scritto per questo racconto. Un'affermazione strana perché si tratta forse della sua unica storia di fantasia pura. Ma Miller chiarisce: "I miei personaggi sono tutti reali, presi dalla vita, dalla mia ... vita, mentre Augusto è l'unico che nasce dal regno della fantasia. Ma che cos'è questo regno della fantasia che ci circonda e assedia da ogni parte, se non la realtà stessa?". Nella storia di Augusto, il clown geniale e disperato che recita ogni sera "il dramma dell'iniziazione e del martirio", Miller ha voluto parlare del vero artista e del suo faticoso percorso.
I contributi di Husserl e di Heidegger da un lato e quelli di Jaspers dall'altro vengono in questo volume richiamati e ordinati per chiarire la posizione epistemologica della psicologia nella serie di quelle scienze il cui intento è la "comprensione" dell'uomo e non la "spiegazione" del suo ... comportamento. Questa differenza non consente un'innocua trasposizione a livello umano dei modelli concettuali e dei metodi che si sono rivelati idonei nelle scienze della natura, a meno di ridurre l'uomo a evento naturale come hanno fatto la psichiatria classica e la "teoria" psicoanalitica in contraddizione con la "prassi" terapeutica. Sostituendo il dualismo cartesiano con la visione fenomenologica che si rifà all'immediatezza del mondo della vita, la psicologia non dovrà più spiegare i misteriosi rapporti che intercorrono tra psiche e corporeità, ma descrivere le evidenti relazioni che intercorrono tra il corpo e il mondo e le produzioni di significato che queste relazioni esprimono. Per la psicologia fenomenologicamente fondata, infatti, sia il "sano" sia l"'alienato" appartengono allo stesso mondo, anche se l'alienato vi appartiene con una struttura di modelli percettivi e comportamentali differenti, dove la differenza non ha più il significato della "dis-funzione" ma semplicemente quello della "funzione" di una certa strutturazione esistenziale, ossia di un certo modo di essere-nel-mondo e di progettare, nonostante tutto, il mondo.
Questi racconti, scritti nella seconda metà degli anni ottanta, sono di ambientazione prevalentemente africana, ma non si svolgono solo in Sudafrica, o nel resto del continente. Offrono piuttosto una panoramica del mondo nel suo complesso. Sono storie diverse tra loro, in differenti paesi, con ... personaggi di varia estrazione sociale e razziale. Sono sedici narrazioni lapidarie e folgoranti, tra cui: una fuga dal Mozambico attraverso il Kruger Park, in condizioni così dure da rendere i fuggitivi simili agli animali che i turisti vanno ad ammirarvi; un rapporto d'amore tra una meticcia e uno svedese, messo in pericolo dall'impegno politico di lei; la paura dei bianchi di essere assaliti nelle loro case e il tentativo di trasformare quindi le abitazioni in bunker, con il rischio di rimanervi imprigionati a propria volta; l'eterno interrogarsi da parte di alcuni bianchi sulla possibilità reale di considerare il Sudafrica il loro paese; il disgusto di un controrivoluzionario verso ciò che ha fatto; la colpa segreta di un ricco agricoltore afrikaner. Sono spesso storie di violenza, esplicita o implicita che sia, narrate in modo incalzante, con finali per lo più imprevisti e aperti, che lasciano il segno. Con sguardo disincantato e problematico, e in uno stile asciutto e incisivo, Nadine Gordimer vi affronta temi a lei particolarmente cari, quali la politica, l'amore, il futuro, l'incontro e lo scontro tra culture, le conseguenze di sradicamento e migrazioni.
Un gorilla nello zoo ad Abu Dhabi. Un contadino nella foresta polacca di Bolimowska. Le foglie dell'ippocastano ingiallite in un autunno berlinese. Con il fiuto del reporter valoroso, Kapuscinski si insinua fra passato e presente, fra un luogo del mondo e l'altro e, ogni volta, in ogni occasione, ... scatta una straordinaria, fulminea, intelligenza degli uomini e delle cose. Questo volume è un libero intarsio di meditazioni che traggono ispirazione dai viaggi, dalle letture, dalle riflessioni, dall'esperienza. Dalla pagina di diario all'analisi politico-economica, dal resoconto di incontri con artisti e intellettuali (ma anche con la vicina di casa) alla lettura di libri, classici e recenti, alle suggestioni che gli arrivano dal cinema e dalla musica, Kapuscinski si rivela un osservatore acutissimo e uno scrittore coinvolgente, capace di tenere insieme il variare degli scenari e delle sollecitazioni con la formidabile duttilità della narrazione. Che parli di televisione, giornalismo, letteratura, cinema, musica pop o comunicazione in genere, Kapuscinski sfronda le informazioni e mette in guardia da ciò che è futile o solo marginale. Tra le pietre miliari che compongono il suo lapidario non poche indicano "direzione pericolosa".
Il libro di Middleton si propone di introdurre gli studenti alle teorie più importanti e stimolare gli studiosi e gli appassionati di musica a un'ulteriore ricerca. Il testo si concentra sulla musica inglese e americana degli ultimi due secoli, in particolare del Novecento. Il tema dominante ... è la qualità elusiva della "popolarità" che si riscontra in tanti stili musicali: dalla canzone folk alla canzone da music hall, dal blues al rock and roll, dal punk alla disco. Capire che cosa sia veramente questa "popolarità" e quale sia la "musicalità dei processi che conferiscono alla Popular Music questo effetto, richiede una teoria culturale della musica che, allo stesso tempo, possa porre le basi di una "musicologia della cultura".
Il re di Sicilia Leonte ha sposato Ermione, ma crede che il figlio nascituro sia del re di Boemia Polissene. Leonte ordina al cortigiano Camillo di avvelenarlo, ma questi non gli obbedisce e fugge con Polissene. Leonte istruisce un processo per adulterio contro Ermione e fa interpellare l'oracolo ... di Delfi. Leonte ordina anche che la bambina, nata nel frattempo, venga abbandonata su una spiaggia deserta. La morte di Ermione giunge prima che l'oracolo sveli la sua innocenza, mentre Perdita, la bambina, viene salvata e, cresciuta, ama il figlio di Polissene con cui fugge in Sicilia. Afflitto dal senso di colpa per la morte della moglie, Leonte riconosce la figlia e riceve in dono una statua, che non solo somiglia ad Ermione, ma è Ermione stessa.
Quando all'aeroporto di Heatrow scoppia una bomba, lo psicologo David Markham pensa che sia un ulteriore atto casuale di violenza fino a quando scopre che tra le vittime c'è anche la sua ex moglie Laura. Seguendo le piste della polizia, David decide di infiltrarsi in alcune organizzazioni di ... protesta per investigare sulla morte di Laura e finisce per entrare in un gruppo che, diretto dal carismatico dottor Robert Gould, sembra avere lo scopo di sollevare la docile middle class e di liberarla dai limiti che la condannano, in nome della responsabilità civica, a farsi schiavizzare da assicurazioni, scuole private, rate, pensioni. Obiettivo di Gould è far crollare la società dei consumi per realizzare un'esistenza ricca di più profondi significati.
Manaka, ventitré anni, è cresciuta in una casa circondata da un grande giardino, a pochi passi dalla casa di Hiroshi che, dopo essere stato il compagno di giochi dell'infanzia e l'amico intimo dell'adolescenza, è diventato suo marito. La loro vita sembra procedere senza scosse fino alla morte ... del nonno di Hiroshi con cui il ragazzo ha sempre vissuto, dopo essere stato lasciato da entrambi i genitori che avevano deciso di far parte di una setta religiosa in America. Nel mettere a posto la casa del nonno, emergono particolari che gettano una luce sinistra sullo spirito della setta e che spiegano le angosce da cui Hiroshi è talvolta sovrastato.